Sala Stampa

www.vatican.va

Sala Stampa Back Top Print Pdf
Sala Stampa


Santa Messa nella Festa della Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe e per il Giubileo delle Famiglie, 27.12.2015


Omelia del Santo Padre

Testo in lingua francese

Testo in lingua inglese

Testo in lingua tedesca

Testo in lingua spagnola

Testo in lingua portoghese

Testo in lingua polacca

Alle ore 10 di oggi, Festa della Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe, il Santo Padre Francesco ha celebrato la Santa Messa nella Basilica Vaticana.
Nel corso della Celebrazione Eucaristica con le famiglie romane e i pellegrini convenuti in occasione del Giubileo delle Famiglie, dopo la proclamazione del Santo Vangelo il Papa ha pronunciato l’omelia che riportiamo di seguito:

Omelia del Santo Padre

Le Letture bibliche che abbiamo ascoltato ci hanno presentato l’immagine di due famiglie che compiono il loro pellegrinaggio verso la casa di Dio. Elkana e Anna portano il figlio Samuele al tempio di Silo e lo consacrano al Signore (cfr 1 Sam 1,20-22.24-28). Alla stessa stregua, Giuseppe e Maria, per la festa di pasqua, si fanno pellegrini a Gerusalemme insieme con Gesù (cfr Lc 2,41-52).

Spesso abbiamo sotto gli occhi i pellegrini che si recano ai santuari e ai luoghi cari della pietà popolare. In questi giorni, tanti si sono messi in cammino per raggiungere la Porta Santa aperta in tutte le cattedrali del mondo e anche in tanti santuari. Ma la cosa più bella posta oggi in risalto dalla Parola di Dio è che tutta la famiglia compie il pellegrinaggio. Papà, mamma e figli, insieme, si recano alla casa del Signore per santificare la festa con la preghiera. E’ un insegnamento importante che viene offerto anche alle nostre famiglie. Anzi, possiamo dire che la vita della famiglia è un insieme di piccoli e grandi pellegrinaggi.

Ad esempio, quanto ci fa bene pensare che Maria e Giuseppe hanno insegnato a Gesù a recitare le preghiere! E questo è un pellegrinaggio, il pellegrinaggio dell’educazione alla preghiera. E anche ci fa bene sapere che durante la giornata pregavano insieme; e che poi il sabato andavano insieme alla sinagoga per ascoltare le Scritture della Legge e dei Profeti e lodare il Signore con tutto il popolo. E certamente durante il pellegrinaggio verso Gerusalemme hanno pregato cantando con le parole del Salmo: «Quale gioia, quando mi dissero: “Andremo alla casa del Signore!”. Già sono fermi i nostri piedi alle tue porte, Gerusalemme!» (122,1-2).

Come è importante per le nostre famiglie camminare insieme e avere una stessa meta da raggiungere! Sappiamo che abbiamo un percorso comune da compiere; una strada dove incontriamo difficoltà ma anche momenti di gioia e di consolazione. In questo pellegrinaggio della vita condividiamo anche il momento della preghiera. Cosa può esserci di più bello per un papà e una mamma di benedire i propri figli all’inizio della giornata e alla sua conclusione. Tracciare sulla loro fronte il segno della croce come nel giorno del Battesimo. Non è forse questa la preghiera più semplice dei genitori nei confronti dei loro figli? Benedirli, cioè affidarli al Signore, come hanno fatto Elkana e Anna, Giuseppe e Maria, perché sia Lui la loro protezione e il sostegno nei vari momenti della giornata. Come è importante per la famiglia ritrovarsi anche in un breve momento di preghiera prima di prendere insieme i pasti, per ringraziare il Signore di questi doni, e per imparare a condividere quanto si è ricevuto con chi è maggiormente nel bisogno. Sono tutti piccoli gesti, che tuttavia esprimono il grande ruolo formativo che la famiglia possiede nel pellegrinaggio di tutti i giorni.

Al termine di quel pellegrinaggio, Gesù tornò a Nazareth ed era sottomesso ai suoi genitori (cfr Lc 2,51). Anche questa immagine contiene un bell’insegnamento per le nostre famiglie. Il pellegrinaggio, infatti, non finisce quando si è raggiunta la meta del santuario, ma quando si torna a casa e si riprende la vita di tutti i giorni, mettendo in atto i frutti spirituali dell’esperienza vissuta. Conosciamo che cosa Gesù aveva fatto quella volta. Invece di tornare a casa con i suoi, si era fermato a Gerusalemme nel Tempio, provocando una grande pena a Maria e Giuseppe che non lo trovavano più. Per questa sua “scappatella”, probabilmente anche Gesù dovette chiedere scusa ai suoi genitori. Il Vangelo non lo dice, ma credo che possiamo supporlo. La domanda di Maria, d’altronde, manifesta un certo rimprovero, rendendo evidente la preoccupazione e l’angoscia sua e di Giuseppe. Tornando a casa, Gesù si è stretto certamente a loro, per dimostrare tutto il suo affetto e la sua obbedienza. Fanno parte del pellegrinaggio della famiglia anche questi momenti che con il Signore si trasformano in opportunità di crescita, in occasione di chiedere perdono e di riceverlo, di dimostrare l’amore e l’obbedienza.

Nell’Anno della Misericordia, ogni famiglia cristiana possa diventare luogo privilegiato di questo pellegrinaggio in cui si sperimenta la gioia del perdono. Il perdono è l’essenza dell’amore che sa comprendere lo sbaglio e porvi rimedio. Poveri noi se Dio non ci perdonasse! E’ all’interno della famiglia che ci si educa al perdono, perché si ha la certezza di essere capiti e sostenuti nonostante gli sbagli che si possono compiere.

Non perdiamo la fiducia nella famiglia! E’ bello aprire sempre il cuore gli uni agli altri, senza nascondere nulla. Dove c’è amore, lì c’è anche comprensione e perdono. Affido a tutte voi, care famiglie, questo pellegrinaggio domestico di tutti i giorni, questa missione così importante, di cui il mondo e la Chiesa hanno più che mai bisogno.

[02282-IT.02] [Testo originale: Italiano]

Testo in lingua francese

Les lectures bibliques que nous avons écoutées nous ont présenté l’image de deux familles qui accomplissent leur pèlerinage vers la maison de Dieu. Elkana et Anne portent leur fils Samuel au temple de Silo et le consacrent au Seigneur (cf. 1 Sam 1, 20-22.24-28). De la même manière, Joseph et Marie, pour la fête de la Pâque, se font pèlerins à Jérusalem avec Jésus (cf. Lc 2, 41-52).

Nous avons souvent sous les yeux les pèlerins qui se rendent aux sanctuaires et aux lieux chers à la piété populaire. En ces jours, beaucoup se sont mis en chemin pour rejoindre la Porte Sainte ouverte dans toutes les cathédrales du monde et aussi dans de nombreux sanctuaires. Mais la chose la plus belle mise en relief aujourd’hui par la Parole de Dieu est que toute la famille accomplit le pèlerinage. Papa, maman et les enfants, ensemble, se rendent à la maison du Seigneur pour sanctifier la fête par la prière. C’est un enseignement important qui est offert aussi à nos familles. Nous pouvons même dire que la vie de la famille est un ensemble de petits et de grands pèlerinages.

Par exemple, comme cela nous fait du bien de penser que Marie et Joseph ont enseigné à Jésus à réciter les prières! Et cela est un pèlerinage, le pèlerinage de l’éducation à la prière. Et cela nous fait aussi du bien de savoir que durant la journée ils priaient ensemble; et qu’ensuite le samedi, ils allaient ensemble à la synagogue pour écouter les Écritures de la Loi et des Prophètes et louer le Seigneur avec tout le peuple. Et certainement durant le pèlerinage vers Jérusalem, ils ont prié en chantant avec les paroles du Psaume: «Quelle joie quand on m’a dit: “Nous irons à la maison du Seigneur!”. Maintenant notre marche prend fin devant tes portes, Jérusalem!» (122, 1-2).

Comme il est important pour nos familles de marcher ensemble et d’avoir un même but à atteindre! Nous savons que nous avons un parcours commun à accomplir; une route où nous rencontrons des difficultés mais aussi des moments de joie et de consolation. Dans ce pèlerinage de la vie, nous partageons aussi le moment de la prière. Qu’y-a-t-il de plus beau pour un papa et une maman que de bénir leurs enfants au début de la journée et à sa conclusion? Tracer sur leur front le signe de la croix comme le jour du Baptême. N’est-ce pas peut-être la prière la plus simple des parents pour leurs enfants? Les bénir, c’est-à-dire les confier au Seigneur, comme l’ont fait Elkana et Anne, Joseph et Marie, pour qu’il soit leur protection et leur soutien dans les différents moments de la journée. Comme il est important pour la famille de se retrouver aussi pour un bref moment de prière avant de prendre ensemble les repas, pour remercier le Seigneur de ces dons, et pour apprendre à partager ce qui est reçu avec celui qui est davantage dans le besoin. Ce sont de tout-petits gestes qui expriment cependant le rôle de formation que possède la famille dans le pèlerinage de tous les jours.

Au terme de ce pèlerinage, Jésus retourne à Nazareth et il était soumis à ses parents (cf. Lc 2, 51). Cette image contient aussi un bel enseignement pour nos familles. Le pèlerinage, en effet, ne finit pas quand on arrive au but du sanctuaire, mais quand on revient à la maison et qu’on reprend la vie de tous les jours, mettant en acte les fruits spirituels de l’expérience vécue. Nous savons ce que Jésus avait fait cette fois. Au lieu de revenir à la maison avec les siens, il s’était arrêté à Jérusalem dans le Temple, causant une grande peine à Marie et à Joseph qui ne le trouvaient plus. Pour cette “escapade”, Jésus a dû aussi probablement faire des excuses à ses parents. L’Évangile ne le dit pas, mais je crois que nous pouvons le supposer. La question de Marie, d’ailleurs, manifeste une certaine réprobation, rendant évidente sa préoccupation et son angoisse ainsi que celle de Joseph. Revenant à la maison, Jésus s’est certainement soumis à eux pour montrer toute son affection et son obéissance. Ces moments qui, avec le Seigneur, se transforment en opportunité de croissance, en occasion de demander pardon et de le recevoir, de montrer l’amour et de l’obéissance, font aussi partie du pèlerinage de la famille.

Au cours de l’Année de la Miséricorde, que chaque famille chrétienne puisse devenir un lieu privilégié de ce pèlerinage où s’expérimente la joie du pardon. Le pardon est l’essence de l’amour qui sait comprendre l’erreur et y porter remède. Pauvres de nous si Dieu ne nous pardonnait pas! C’est à l’intérieur de la famille qu’on s’éduque au pardon, parce qu’on a la certitude d’être compris et soutenus malgré les erreurs qui peuvent se commettre.

Ne perdons pas confiance dans la famille! C’est beau de s’ouvrir toujours le cœur les uns aux autres, sans rien cacher. Là où il y a l’amour, là aussi il y a compréhension et pardon. Je confie à vous toutes, chères familles, ce pèlerinage domestique de tous les jours, cette mission si importante, dont le monde et l’Église ont plus que jamais besoin.

[02282-FR.02] [Texte original: Italien]

Testo in lingua inglese

The biblical readings which we just heard presented us with the image of two families on pilgrimage to the house of God. Elkanah and Hannah bring their son Samuel to the Temple of Shiloh and consecrate him to the Lord (cf. 1 Sam 1:20-22, 24-28). In the same way, Joseph and Mary, in the company of Jesus, go as pilgrims to Jerusalem for the feast of Passover (cf. Lk 2:41-52).

We often see pilgrims journeying to shrines and places dear to popular piety. These days, many of them are making their way to the Holy Door opened in all the cathedrals of the world and in many shrines. But the most beautiful thing which emerges from the word of God today is that the whole family goes on pilgrimage. Fathers, mothers and children together go to the house of the Lord, in order to sanctify the holy day with prayer. It is an important teaching, which is meant for our own families as well. Indeed, we could say that family life is a series of pilgrimages, both small and big.

For example, how comforting it is for us to reflect on Mary and Joseph teaching Jesus how to pray! This is a sort of pilgrimage, the pilgrimage of education in prayer. And it is comforting also to know that throughout the day they would pray together, and then go each Sabbath to the synagogue to listen to readings from the Law and the Prophets, and to praise the Lord with the assembly. Certainly, during their pilgrimage to Jerusalem, they prayed by singing the Psalm: “I was glad when they said to me, ‘Let us go to the house of the Lord!’ Our feet are standing within your gates, O Jerusalem (122:1-2).

How important it is for our families to journey together towards a single goal! We know that we have a road to travel together; a road along which we encounter difficulties but also enjoy moments of joy and consolation. And on this pilgrimage of life we also share in moments of prayer. What can be more beautiful than for a father and mother to bless their children at the beginning and end of each day, to trace on their forehead the sign of the cross, as they did on the day of their baptism? Is this not the simplest prayer which parents can offer for their children? To bless them, that is, to entrust them to the Lord, just like Elkanah and Anna, Joseph and Mary, so that he can be their protection and support throughout the day. In the same way, it is important for families to join in a brief prayer before meals, in order to thank the Lord for these gifts and to learn how to share what we have received with those in greater need. These are all little gestures, yet they point to the great formative role played by the family in the pilgrimage of every day life.

At the end of that pilgrimage, Jesus returned to Nazareth and was obedient to his parents (cf. Lk 2:51). This image also contains a beautiful teaching about our families. A pilgrimage does not end when we arrive at our destination, but when we return home and resume our everyday lives, putting into practice the spiritual fruits of our experience. We know what Jesus did on that occasion. Instead of returning home with his family, he stayed in Jerusalem, in the Temple, causing great distress to Mary and Joseph who were unable to find him. For this little “escapade”, Jesus probably had to beg forgiveness of his parents. The Gospel doesn’t say this, but I believe that we can presume it. Mary’s question, moreover, contains a certain reproach, revealing the concern and anguish which she and Joseph felt. Returning home, Jesus surely remained close to them, as a sign of his complete affection and obedience. Moments like these become part of the pilgrimage of each family; the Lord transforms the moments into opportunities to grow, to ask for and to receive forgiveness, to show love and obedience.

In the Year of Mercy, every Christian family can become a privileged place on this pilgrimage for experiencing the joy of forgiveness. Forgiveness is the essence of the love which can understand mistakes and mend them. How miserable we would be if God did not forgive us! Within the family we learn how to forgive, because we are certain that we are understood and supported, whatever the mistakes we make.

Let us not lose confidence in the family! It is beautiful when we can always open our hearts to one another, and hide nothing. Where there is love, there is also understanding and forgiveness. To all of you, dear families, I entrust this most important mission - the domestic pilgrimage of daily family life - which the world and the Church need, now more than ever.

[02282-EN.02] [Original text: Italian]

Testo in lingua tedesca

Die biblischen Lesungen, die wir gehört haben, zeigen uns das Bild zweier Familien, die ihre Pilgerreise zum Haus Gottes unternehmen. Elkana und Hanna bringen ihren Sohn Samuel zum Tempel in Schilo und weihen ihn dem Herrn (vgl. 1Sam1,20-22.24-28). In gleicher Weise ziehen Josef und Maria gemeinsam mit Jesus als Pilger zum Paschafest nach Jerusalem hinauf (vgl. Lk2,41-52). Wir können sogar sagen, dass das Leben der Familie eine Gesamtheit von kleinen und großen Wallfahrten ist.

Oft haben wir die Pilger vor Augen, die sich zu den Heiligtümern oder zu den Orten begeben, die beliebte Ziele der Volksfrömmigkeit sind. In diesen Tagen haben sich viele auf den Weg gemacht, um zur Heiligen Pforte zu gelangen, die in allen Kathedralen der Welt und auch in vielen Wallfahrtsorten geöffnet ist. Aber das Schönste, das heute das Wort Gottes hervorhebt, ist die Tatsache, dass die ganze Familie die Wallfahrt unternimmt. Vater, Mutter und Kinder gehen gemeinsam zum Haus des Herrn, um das Fest durch das Gebet zu heiligen. Das ist eine bedeutende Lehre auch für unsere Familien. Wir können schließlich sagen, dass das Leben der Familie ein Miteinander von kleinen und großen Wallfahrten ist.

Wie gut tut es uns zum Beispiel, wenn wir bedenken, dass Maria und Josef Jesus gelehrt haben, die Gebete zu sprechen! Das ist eine Art Wallfahrt, ein Pilgerweg der Erziehung zum Gebet. Und es ist auch gut zu wissen, dass sie während des Tages gemeinsam beteten; und dass sie dann am Sabbat zusammen in die Synagoge gingen, um die Schriften des Gesetzes und der Propheten zu hören und mit dem ganzen Volk den Herrn zu loben! Und während der Pilgerreise nach Jerusalem haben sie sicher singend die Psalmworte gebetet: »Ich freute mich, als man mir sagte: „Zum Haus des Herrn wollen wir pilgern.“ Schon stehen wir in deinen Toren, Jerusalem!« (122,1-2).

Wie wichtig ist es für unsere Familien, gemeinsam auf Pilgerschaft zu sein, gemeinsam voranzugehen und ein und dasselbe Ziel anzustreben! Wir wissen, dass wir einen gemeinsamen Weg zurückzulegen haben; einen Weg, auf dem wir Schwierigkeiten begegnen, aber auch Momente der Freude und des Trostes erleben. Auf dieser Pilgerreise des Lebens teilen wir auch Momente des Gebetes miteinander. Was kann für einen Vater und eine Mutter schöner sein, als am Anfang und zum Schluss eines Tages ihre Kinder zu segnen; wie am Tag der Taufe ein Kreuz auf ihre Stirn zu zeichnen? Ist das nicht das einfachste Gebet der Eltern für ihre Kinder: sie zu segnen, das heißt sie dem Herrn anzuvertrauen – wie es Elkana und Hanna wie auch Josef und maria gemacht haben –, damit er ihr Schutz und ihr Halt sei in den verschiedenen Momenten des Tages? Wie wichtig ist es für die Familie, sich auch zu einem kurzen Moment des Gebetes vor dem gemeinsamen Essen zusammenzufinden, um dem Herrn zu danken für diese Gaben und um zu lernen, das Empfangene mit denen zu teilen, die am meisten in Not sind! All das sind kleine Gesten, die aber die bedeutende erzieherische Rolle zum Ausdruck bringen, die die Familie hat – bei ihrer täglichen Wallfahrt.

Am Ende jener Wallfahrt kehrte Jesus nach Nazareth zurück und war seinen Eltern gehorsam (vgl. Lk2,51). Auch dieses Bild enthält eine schöne Lehre für unsere Familien. Die Pilgerreise endet nämlich nicht, wenn man das Ziel des Heiligtums erreicht hat, sondern wenn man nach Hause zurückkehrt und das Alltagsleben wieder aufnimmt und dabei die geistlichen Früchte dessen, was man erfahren hat, in die Tat umsetzt. Wir wissen, was Jesus damals getan hatte. Anstatt mit den Seinen nach Hause zurückzukehren, war er in Jerusalem im Tempel geblieben und hatte damit Maria und Josef, die ihn nicht mehr fanden, große Mühsal und Sorge bereitet. Für diesen seinen „Ausreißer“ musste wahrscheinlich auch Jesus seine Eltern um Verzeihung bitten. Das Evangelium berichtet nichts darüber, aber ich glaube, wir dürfen das annehmen. Die Frage Marias bringt im Übrigen einen gewissen Vorwurf zum Ausdruck, indem sie die Sorge und die Angst, die sie und Josef durchgemacht hatten, deutlich werden lässt. Auf dem Heimweg wird Jesus sich sicher an sie angeschmiegt haben, um all seine Liebe und seinen Gehorsam zu zeigen. Auch diese Momente sind ein Teil der Pilgerschaft der Familie. In der Gegenwart des Herrn verwandeln sie sich in Gelegenheiten zu wachsen, so wenn wir um Vergebung bitten oder sie empfangen wie auch wenn wir jemandem Liebe erweisen oder gehorsam sind.

Möge im Jahr der Barmherzigkeit jede christliche Familie ein bevorzugter Ort dieser Pilgerschaft sein, wo man die Freude der Vergebung erfährt. Die Vergebung ist das Wesen der Liebe, die den Fehler zu verstehen und wieder gutzumachen weiß. Wie arm wären wir, wenn Gott uns nicht vergeben würde! Im Innern der Familie geschieht die Erziehung zur Vergebung, weil man die Gewissheit hat, dass man trotz der Fehler, die man machen kann, verstanden und unterstützt wird.

Verlieren wir nicht das Vertrauen in die Familie! Es ist schön, einander immer das Herz zu öffnen, ohne irgendetwas zu verbergen. Wo es Liebe gibt, da gibt es auch Verständnis und Vergebung. Euch allen, liebe Familien, vertraue ich diese häusliche Wallfahrt eines jeden Tages, diese so wichtige Mission an, die die Welt und die Kirche braucht wie nie zuvor.

[02282-DE.02] [Originalsprache: Italienisch]

Testo in lingua spagnola

Las Lecturas bíblicas que hemos escuchado nos presentan la imagen de dos familias que hacen su peregrinación hacia la casa de Dios. Elcaná y Ana llevan a su hijo Samuel al templo de Siló y lo consagran al Señor (cf. 1 S 1,20- 22,24-28). Del mismo modo, José y María, junto con Jesús, se ponen en marcha hacia Jerusalén para la fiesta de Pascua (cf. Lc 2,41-52).

Podemos ver a menudo a los peregrinos que acuden a los santuarios y lugares entrañables para la piedad popular. En estos días, muchos han puesto en camino para llegar a la Puerta Santa abierta en todas las catedrales del mundo y también en tantos santuarios. Pero lo más hermoso que hoy pone de relieve la Palabra de Dios es que la peregrinación la hace toda la familia. Papá, mamá y los hijos, van juntos a la casa del Señor para santificar la fiesta con la oración. Es una lección importante que se ofrece también a nuestras familias. Podemos decir incluso que la vida de la familia es un conjunto de pequeñas y grandes peregrinaciones.

Por ejemplo, cuánto bien nos hace pensar que María y José enseñaron a Jesús a decir sus oraciones. Y esto es una peregrinación, la peregrinación de educar en la oración. Y también nos hace bien saber que durante la jornada rezaban juntos; y que el sábado iban juntos a la sinagoga para escuchar las Escrituras de la Ley y los Profetas, y alabar al Señor con todo el pueblo. Y, durante la peregrinación a Jerusalén, ciertamente cantaban con las palabras del Salmo: «¡Qué alegría cuando me dijeron: “Vamos a la casa del Señor”. Ya están pisando nuestros pies tus umbrales, Jerusalén» (122,1-2).

Qué importante es para nuestras familias a caminar juntos para alcanzar una misma meta. Sabemos que tenemos un itinerario común que recorrer; un camino donde nos encontramos con dificultades, pero también con momentos de alegría y de consuelo. En esta peregrinación de la vida compartimos también el tiempo de oración. ¿Qué puede ser más bello para un padre y una madre que bendecir a sus hijos al comienzo de la jornada y cuando concluye? Hacer en su frente la señal de la cruz como el día del Bautismo. ¿No es esta la oración más sencilla de los padres para con sus hijos? Bendecirlos, es decir, encomendarles al Señor, como hicieron Elcaná y Ana, José y María, para que sea él su protección y su apoyo en los distintos momentos del día. Qué importante es para la familia encontrarse también en un breve momento de oración antes de comer juntos, para dar las gracias al Señor por estos dones, y para aprender a compartir lo que hemos recibido con quien más lo necesita. Son pequeños gestos que, sin embargo, expresan el gran papel formativo que la familia desempeña en la peregrinación de cada día.

Al final de aquella peregrinación, Jesús volvió a Nazaret y vivía sujeto a sus padres (cf. Lc 2,51). Esta imagen tiene también una buena enseñanza para nuestras familias. En efecto, la peregrinación no termina cuando se ha llegado a la meta del santuario, sino cuando se regresa a casa y se reanuda la vida de cada día, poniendo en práctica los frutos espirituales de la experiencia vivida. Sabemos lo que hizo Jesús aquella vez. En lugar de volver a casa con los suyos, se había quedado en el Templo de Jerusalén, causando una gran pena a María y José, que no lo encontraban. Por su «aventura», probablemente también Jesús tuvo que pedir disculpas a sus padres. El Evangelio no lo dice, pero creo que lo podemos suponer. La pregunta de María, además, manifiesta un cierto reproche, mostrando claramente la preocupación y angustia, suya y de José. Al regresar a casa, Jesús se unió estrechamente a ellos, para demostrar todo su afecto y obediencia. Estos momentos, que con el Señor se transforman en oportunidad de crecimiento, en ocasión para pedir perdón y recibirlo y de demostrar amor y obediencia, también forman parte de la peregrinación de la familia.

Que en este Año de la Misericordia, toda familia cristiana sea un lugar privilegiado para esta peregrinación en el que se experimenta la alegría del perdón. El perdón es la esencia del amor, que sabe comprender el error y poner remedio. Pobres de nosotros si Dios no nos perdonase. En el seno de la familia es donde se nos educa al perdón, porque se tiene la certeza de ser comprendidos y apoyados no obstante los errores que se puedan cometer.

No perdamos la confianza en la familia. Es hermoso abrir siempre el corazón unos a otros, sin ocultar nada. Donde hay amor, allí hay también comprensión y perdón. Me encomiendo a vosotras, queridas familias, esta cotidiana peregrinación doméstica, esta misión tan importante, de la que el mundo y la Iglesia tienen más necesidad que nunca.

[02282-ES.02] [Texto original: Italiano]

Testo in lingua portoghese

As leituras bíblicas, que acabámos de ouvir, apresentam-nos a imagem de duas famílias que realizam a sua peregrinação à casa de Deus. Elcana e Ana levam o filho Samuel ao templo de Silo e consagram-no ao Senhor (cf. 1 Sm 1, 20-22.24-28). E da mesma forma José e Maria, juntamente com Jesus, vão como peregrinos a Jerusalém pela festa da Páscoa (cf. Lc 2, 41-52).

Muitas vezes os nossos olhos deparam com os peregrinos que vão a santuários e lugares queridos da devoção popular. Mesmo nestes dias, há muitos que se puseram a caminho para penetrar na Porta Santa aberta em todas as catedrais do mundo e também em muitos santuários. Mas o facto mais interessante posto em evidência pela Palavra de Deus é a peregrinação ser feita pela família inteira: pai, mãe e filhos vão, todos juntos, à casa do Senhor a fim de santificar a festa pela oração. É uma lição importante oferecida também às nossas famílias. Mais, podemos dizer que a vida da família é um conjunto de pequenas e grandes peregrinações.

Por exemplo, como nos faz bem pensar que Maria e José ensinaram Jesus a rezar as orações! E isto é uma peregrinação, a peregrinação da educação para a oração. E também nos faz bem saber que, durante o dia, rezavam juntos; depois, ao sábado, iam juntos à sinagoga ouvir as Sagradas Escrituras da Lei e dos Profetas e louvar o Senhor com todo o povo! E que certamente rezaram, durante a peregrinação para Jerusalém, cantando estas palavras do Salmo: «Que alegria, quando me disseram: “Vamos para a casa do Senhor!” Os nossos passos detêm-se às tuas portas, ó Jerusalém» (122/121, 1-2)!

Como é importante, para as nossas famílias, caminhar juntos e ter a mesma meta em vista! Sabemos que temos um percurso comum a realizar; uma estrada, onde encontramos dificuldades, mas também momentos de alegria e consolação. Nesta peregrinação da vida, partilhamos também os momentos da oração. Que poderá haver de mais belo, para um pai e uma mãe, do que abençoar os seus filhos ao início do dia e na sua conclusão? Fazer na sua fronte o sinal da cruz, como no dia do Baptismo? Não será esta, porventura, a oração mais simples que os pais fazem pelos seus filhos? Abençoá-los, isto é, confiá-los ao Senhor, como fizeram Elcana e Ana, José e Maria, para que seja Ele a sua protecção e amparo nos vários momentos do dia? Como é importante, para a família, encontrar-se também para um breve momento de oração antes de tomar as refeições juntos, a fim de agradecer ao Senhor por estes dons e aprender a partilhar o que se recebeu com quem está mais necessitado. Trata-se sempre de pequenos gestos, mas expressam o grande papel formativo que a família possui na peregrinação de todos os dias.

No final daquela peregrinação, Jesus voltou para Nazaré e era submisso a seus pais (cf. Lc 2, 51). Também esta imagem contém um ensinamento estupendo para as nossas famílias; é que a peregrinação não termina quando se alcança a meta do santuário, mas quando se volta para casa e se retoma a vida de todos os dias, fazendo valer os frutos espirituais da experiência vivida. Sabemos o que Jesus então fizera: em vez de voltar para casa com os seus, ficou em Jerusalém no Templo, causando uma grande aflição a Maria e a José que não O encontravam. Provavelmente, por esta sua «escapadela», também Jesus teve que pedir desculpa a seus pais (o Evangelho não diz, mas acho que podemos supô-lo). Aliás, na pergunta de Maria, subjaz de certo modo uma repreensão, ressaltando a preocupação e angústia dela e de José. No regresso a casa, com certeza Jesus uniu-se estreitamente a eles, para lhes demonstrar toda a sua afeição e obediência. Fazem parte da peregrinação da família também estes momentos que, com o Senhor, se transformam em oportunidades de crescimento, em ocasiões de pedir e receber o perdão, de demonstrar amor e obediência.

No Ano da Misericórdia, possa cada família cristã tornar-se um lugar privilegiado desta peregrinação em que se experimenta a alegria do perdão. O perdão é a essência do amor, que sabe compreender o erro e pôr-lhe remédio. Ai de nós se Deus não nos perdoasse! É no seio da família que as pessoas são educadas para o perdão, porque se tem a certeza de ser compreendidas e amparadas, não obstante os erros que se possam cometer.

Não percamos a confiança na família! É bom abrir sempre o coração uns aos outros, sem nada esconder. Onde há amor, também há compreensão e perdão. A vós todas, queridas famílias, confio esta peregrinação doméstica de todos os dias, esta missão tão importante de que, hoje, o mundo e a Igreja têm mais necessidade do que nunca.

[02282-PO.02] [Texto original: Italiano]

Testo in lingua polacca

Usłyszane przez nas czytania biblijne ukazały nam obraz dwóch rodzin, które podejmują pielgrzymkę do domu Boga. Elkana i Anna przynoszą swego syna Samuela do świątyni w Szilo i poświęcają go Panu (por. 1 Sam 1,20- 22.24-28). Tak samo Józef i Maryja wraz z Jezusem wyruszają jako pielgrzymi do Jerozolimy na święto Paschy (por. Łk 2,41-52).

Często widzimy pielgrzymów, którzy udają się do sanktuariów i miejsc drogich pobożności ludowej. W tych dniach wielu wyruszyło w drogę, aby dotrzeć do Drzwi Świętych otwartych we wszystkich katedrach świata, a także w wielu sanktuariach. Ale tym, co najpiękniejsze, a co podkreśla dziś Słowo Boże, jest fakt, że cała rodzina podejmuje pielgrzymkę. Tata, mama i dzieci udają się razem do domu Pana, aby uświęcić święto poprzez modlitwę. To ważna lekcja, zaproponowana także naszym rodzinom. Co więcej, możemy powiedzieć, że życie rodziny składa się z małych i wielkich pielgrzymek.

Na przykład, jakże nam pomaga myśl, że Maryja i Józef nauczyli Jezusa odmawiania modlitw! I to jest pielgrzymka, pielgrzymka wychowania do modlitwy. Dobrze, jeśli mamy świadomość, że w ciągu dnia modlili się razem, a w szabat szli razem do synagogi, aby słuchać Pism Prawa i Proroków oraz chwalić Pana wraz z całym ludem. Z pewnością podczas pielgrzymki do Jerozolimy modlili się śpiewając słowa Psalmu: „Uradowałem się, gdy mi powiedziano: «Pójdziemy do domu Pańskiego!» Już stoją nasze nogi w twych bramach, o Jeruzalem” (122,1-2).

Jak ważne jest, aby nasze rodziny podążały razem i miały ten sam cel, który chcą osiągnąć! Wiemy, że mamy do pokonania wspólną trasę, drogę na której napotykamy trudności, ale również chwile radości i pocieszenia. W tej pielgrzymce życia dzielimy również czas modlitwy. Cóż może być dla ojca i matki piękniejszego, niż pobłogosławienie swoich dzieci na początku dnia i na jego zakończenie, nakreślenie na ich czole znaku krzyża, jak w dzień chrztu. Czyż nie jest to najprostsza modlitwa rodziców za swoje dzieci? Pobłogosławić je, to znaczy powierzyć je Panu, tak, jak to zrobili Elkana i Anna, Józef i Maryja, aby On sam był ich ochroną i wsparciem w różnych wydarzeniach dnia. Jakże ważne dla rodziny jest spotkanie się na krótką chwilę modlitwy przed wspólnym spożyciem posiłków, żeby podziękować Bogu za te dary i nauczyć się dzielić tym, co otrzymaliśmy z najbardziej potrzebującymi. Są to wszystko małe gesty, które jednak wyrażają wielką rolę wychowawczą jaką posiada rodzina w codziennym pielgrzymowaniu.

Na zakończenie tej pielgrzymki Jezus powrócił do Nazaretu i był poddany swoim rodzicom (por. Łk 2,51). Także ten obraz zawiera piękną naukę dla naszych rodzin. Pielgrzymka bowiem nie kończy się po osiągnięciu celu, jakim jest sanktuarium, ale kiedy wracamy do domu i podejmujemy swoje codzienne życie, realizując owoce duchowe przeżytego doświadczenia. Wiemy, co Jezus wówczas uczynił. Zamiast powrócić do domu pozostał w Jerozolimie w Świątyni, powodując wielkie cierpienie dla Maryi i Józefa, którzy go nie znaleźli. Zapewne Jezus musiał przeprosić rodziców za ten swój „wybryk”. Ewangelia o tym nie mówi, ale myślę, że możemy tak przypuszczać. Ponadto pytanie Maryi przejawia pewien wyrzut, uwidaczniając zaniepokojenie i lęk Jej i Józefa. Wracając do domu, Jezus z pewnością wymienił z nimi uściski, aby okazać swoją miłość i posłuszeństwo. Do rodzinnego pielgrzymowania należą również te momenty, które z pomocą Pana przemieniają się w możliwość wzrastania, w okazje do proszenia o wybaczenie i do uzyskiwania go, do okazywania miłości i posłuszeństwa.

Niech w Roku Miłosierdzia, każda rodzina chrześcijańska stanie się uprzywilejowanym miejscem tej pielgrzymki, w którym doświadczamy radości przebaczenia. Przebaczenie jest istotą miłości, która potrafi zrozumieć błąd i go naprawić. Biada nam, gdyby Bóg nam nie przebaczył! To w obrębie rodziny uczymy się przebaczenia, ponieważ mamy pewność, że jesteśmy zrozumiani i wspierani pomimo błędów, jakie mogliśmy popełnić.

Nie tracimy zaufania do rodziny! To wspaniałe, gdy otwieramy serca jedni na drugich, niczego nie ukrywając. Gdzie jest miłość, tam jest także zrozumienie i przebaczenie. Powierzam wam wszystkim, drogie rodziny, to domowe, codzienne pielgrzymowanie, tę tak ważną misję, której Kościół i świat potrzebują bardziej niż kiedykolwiek.

[02282-PL.02] [Testo originale: Italiano]

[B1025-XX.02]