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L’Udienza Generale, 02.12.2015


Catechesi del Santo Padre in lingua italiana

Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue

Saluto in lingua italiana

L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 10.00 in Piazza San Pietro dove il Santo Padre Francesco ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli provenienti dall’Italia e da ogni parte del mondo.

Nel discorso in lingua italiana il Papa si è soffermato sul suo recente Viaggio Apostolico in Africa.

Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Santo Padre ha indirizzato particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti.

L’Udienza Generale si è conclusa con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica.

Catechesi del Santo Padre in lingua italiana

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Nei giorni scorsi ho compiuto il mio primo Viaggio apostolico in Africa. È bella l’Africa! Rendo grazie al Signore per questo suo grande dono, che mi ha permesso di visitare tre Paesi: dapprima il Kenya, poi l’Uganda e infine la Repubblica Centrafricana. Esprimo nuovamente la mia riconoscenza alle Autorità civili e ai Vescovi di queste Nazioni per avermi accolto, e ringrazio tutti coloro che in tanti modi hanno collaborato. Grazie di cuore!

Il Kenya è un Paese che rappresenta bene la sfida globale della nostra epoca: tutelare il creato riformando il modello di sviluppo perché sia equo, inclusivo e sostenibile. Tutto questo trova riscontro in Nairobi, la più gande città dell’Africa orientale, dove convivono ricchezza e miseria: ma questo è uno scandalo! Non solo in Africa: anche qui, dappertutto. La convivenza tra ricchezza e miseria è uno scandalo, è una vergogna per l’umanità. A Nairobi ha sede proprio l’Ufficio delle Nazioni Unite per l’Ambiente, che ho visitato. In Kenya ho incontrato le Autorità e i Diplomatici, e anche gli abitanti di un quartiere popolare; ho incontrato i leader delle diverse confessioni cristiane e delle altre religioni, i sacerdoti e i consacrati, e ho incontrato i giovani, tanti giovani! In ogni occasione ho incoraggiato a fare tesoro della grande ricchezza di quel Paese: ricchezza naturale e spirituale, costituita dalle risorse della terra, dalle nuove generazioni e dai valori che formano la saggezza del popolo. In questo contesto così drammaticamente attuale ho avuto la gioia di portare la parola di speranza di Gesù: “Siate saldi nella fede, non abbiate paura”. Questo era il motto della visita. Una parola che viene vissuta ogni giorno da tante persone umili e semplici, con nobile dignità; una parola testimoniata in modo tragico ed eroico dai giovani dell’Università di Garissa, uccisi il 2 aprile scorso perché cristiani. Il loro sangue è seme di pace e di fraternità per il Kenya, per l’Africa e per il mondo intero.

Poi, in Uganda la mia visita è avvenuta nel segno dei Martiri di quel Paese, a 50 anni dalla loro storica canonizzazione, da parte del beato Paolo VI. Per questo il motto era: «Sarete miei testimoni» (At 1,8). Un motto che presuppone le parole immediatamente precedenti: «Avrete forza dallo Spirito Santo», perché è lo Spirito che anima il cuore e le mani dei discepoli missionari. E tutta la visita in Uganda si è svolta nel fervore della testimonianza animata dallo Spirito Santo. Testimonianza in senso esplicito è il servizio dei catechisti, che ho ringraziato e incoraggiato per il loro impegno, che spesso coinvolge anche le loro famiglie. Testimonianza è quella della carità, che ho toccato con mano nella Casa di Nalukolongo, ma che vede impegnate tante comunità e associazioni nel servizio ai più poveri, ai disabili, ai malati. Testimonianza è quella dei giovani che, malgrado le difficoltà, custodiscono il dono della speranza e cercano di vivere secondo il Vangelo e non secondo il mondo, andando contro-corrente. Testimoni sono i sacerdoti, i consacrati e le consacrate che rinnovano giorno per giorno il loro “sì” totale a Cristo e si dedicano con gioia al servizio del popolo santo di Dio. E c’è un altro gruppo di testimoni, ma ne parlerò dopo. Tutta questa multiforme testimonianza, animata dal medesimo Spirito Santo, è lievito per l’intera società, come dimostra l’opera efficace compiuta in Uganda nella lotta all’AIDS e nell’accoglienza dei rifugiati.

La terza tappa del viaggio è stata nella Repubblica Centrafricana, nel cuore geografico del continente: proprio, è il cuore dell’Africa. Questa visita era in realtà la prima nella mia intenzione, perché quel Paese sta cercando di uscire da un periodo molto difficile, di conflitti violenti e tanta sofferenza nella popolazione. Per questo ho voluto aprire proprio là, a Bangui, con una settimana di anticipo, la prima Porta Santa del Giubileo della Misericordia, come segno di fede e di speranza per quel popolo, e simbolicamente per tutte le popolazioni africane le più bisognose di riscatto e di conforto. L’invito di Gesù ai discepoli: «Passiamo all’altra riva» (Lc 8,22), era il motto per il Centrafrica. “Passare all’altra riva”, in senso civile, significa lasciare alle spalle la guerra, le divisioni, la miseria, e scegliere la pace, la riconciliazione, lo sviluppo. Ma questo presuppone un “passaggio” che avviene nelle coscienze, negli atteggiamenti e nelle intenzioni delle persone. E a questo livello è decisivo l’apporto delle comunità religiose. Perciò ho incontrato le Comunità Evangeliche e quella musulmana, condividendo la preghiera e l’impegno per la pace. Con i sacerdoti e i consacrati, ma anche con i giovani, abbiamo condiviso la gioia di sentire che il Signore risorto è con noi sulla barca, ed è Lui che la guida all’altra riva. E infine nell’ultima Messa, allo stadio di Bangui, nella festa dell’apostolo Andrea, abbiamo rinnovato l’impegno a seguire Gesù, nostra speranza, nostra pace, Volto della divina Misericordia. Quell’ultima Messa è stata meravigliosa: era piena di giovani, uno stadio di giovani! Ma più della metà della popolazione della Repubblica Centrafricana sono minorenni, hanno meno di 18 anni: una promessa per andare avanti!

Vorrei dire una parola sui missionari. Uomini e donne che hanno lasciato la patria, tutto… Da giovani se ne sono andati là, conducendo una vita di tanto tanto lavoro, alle volte dormendo sulla terra. A un certo momento ho trovato a Bangui una suora, era italiana. Si vedeva che era anziana: “Quanti anni ha?”, ho chiesto. “81” – “Ma, non tanto, due più di me”. - Questa suora era là da quando aveva 23-24 anni: tutta la vita! E come lei, tante. Era con una bambina. E la bambina, in italiano, le diceva: “Nonna”. E la suora mi ha detto: “Ma io, proprio non sono di qua, del Paese vicino, del Congo; ma sono venuta in canoa, con questa bambina”. Così sono i missionari: coraggiosi. “E cosa fa lei, suora?” – “Ma, io sono infermiera e poi ho studiato un po’ qui e sono diventata ostetrica e ho fatto nascere 3.280 bambini”. Così mi ha detto. Tutta una vita per la vita, per la vita degli altri. E come questa suora, ce ne sono tante, tante: tante suore, tanti preti, tanti religiosi che bruciano la vita per annunciare Gesù Cristo. E’ bello, vedere questo. E’ bello.

Io vorrei dire una parola ai giovani. Ma, ce ne sono pochi, perché la natalità è un lusso, sembra, in Europa: natalità zero, natalità 1%. Ma mi rivolgo ai giovani: pensate cosa fate della vostra vita. Pensate a questa suora e a tante come lei, che hanno dato la vita e tante sono morte, là. La missionarietà, non è fare proselitismo: mi diceva questa suora che le donne mussulmane vanno da loro perché sanno che le suore sono infermiere brave che le curano bene, e non fanno la catechesi per convertirle! Rendono testimonianza; poi a chi vuole fanno la catechesi. Ma la testimonianza: questa è la grande missionarietà eroica della Chiesa. Annunciare Gesù Cristo con la propria vita! Io mi rivolgo ai giovani: pensa a cosa vuoi fare tu della tua vita. È il momento di pensare e chiedere al Signore che ti faccia sentire la sua volontà. Ma non escludere, per favore, questa possibilità di diventare missionario, per portare l’amore, l’umanità, la fede in altri Paesi. Non per fare proselitismo: no. Quello lo fanno quanti cercano un’altra cosa. La fede si predica prima con la testimonianza e poi con la parola. Lentamente.

Lodiamo insieme il Signore per questo pellegrinaggio in terra d’Africa, e lasciamoci guidare dalle sue parole-chiave: “Siate saldi nella fede, non abbiate paura”; “Sarete miei testimoni”; “Passiamo all’altra riva”.

[02119-IT.01] [Testo originale: Italiano]

Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue

In lingua francese

Speaker:

Frères et sœurs, je veux rendre grâce pour le voyage que je viens de faire en Afrique. Il a commencé par le Kenya, où j’ai voulu encourager toutes les personnes que j’ai rencontrées à être solides dans la foi, à ne pas avoir peur, et à savoir profiter des richesses naturelles et spirituelles de ce pays;en particulier la sagesse de son peuple et sa jeunesse. En Ouganda, à l’occasion du cinquantième anniversaire de la canonisation des martyrs ougandais, chacun selon sa mission a été appelé à être, par la force de l’Esprit, témoin du Christ et levain pour la société tout entière. Je me suis rendu enfin en Centrafrique, pays qui cherche à sortir d’une période difficile de violences et de souffrances pour toute la population. J’ai eu l’occasion de rencontrer les communautés évangélique et musulmane. A Bangui j’ai ouvert la Porte Sainte du Jubilé, en signe de foi et d’espérance pour les Centrafricains, et pour tous les peuples d’Afrique. Le Seigneur est présent à son peuple, il le guide pour le faire passer sur l’autre rive.

Santo Padre:

Saluto cordialmente i pellegrini di lingua francese. Siamo entrati nel tempo di Avvento. È un tempo di speranza che il Signore ci propone di vivere per disporci meglio ad accoglierlo nella nostra vita e nel nostro mondo. Che la Vergine Maria vi accompagni sul vostro cammino e vi conduca al suo Figlio. Che Dio vi benedica!

Speaker:

Je salue cordialement les pèlerins de langue française. Nous sommes entrés dans le temps l’Avent. C’est un temps d’espérance que le Seigneur nous propose de vivre pour mieux nous disposer à le recevoir dans notre vie et dans notre monde. Que la Vierge Marie vous accompagne sur votre route et vous conduise à son Fils. Que Dieu vous bénisse.

[02120-FR.01] [Texte original: Français]

In lingua inglese

Speaker:

Dear Brothers and Sisters: My recent Apostolic Journey to Africa brought me to Kenya, Uganda and the Central African Republic with a message of hope in the Risen Jesus. In Kenya, a country blessed with great human and natural resources, I spoke of the worldwide challenge of protecting the environment and creating equitable, inclusive and sustainable models of development, and the need to form our young in the ways of peace and fraternity. In Uganda, the land of the Martyrs, I encouraged the Christian community to persevere in its witness of faith and charity, and thus to be a leaven of hope for society as a whole. In the Central African Republic, a country experiencing internal conflicts and great suffering, I opened the first Holy Door of the Jubilee of Mercy as a sign of hope and strength for its people and for all our brothers and sisters in Africa. I ask you to join me in commending them and all their aspirations to Jesus, our peace, who is himself the door which opens wide to the merciful love of our heavenly Father.

Santo Padre:

Saluto i pellegrini di lingua inglese presenti all’odierna Udienza, specialmente quelli provenienti da Inghilterra, Australia, Corea e Stati Uniti d’America. Rivolgo un saluto particolare ai giovani del gruppo “Up with People – Viva la Gente” per i loro canti. Spero che continuino a cantare, eh? Su tutti voi e sulle vostre famiglie, invoco la gioia e la pace del Signore. Dio vi benedica!

Speaker:

I greet the English-speaking pilgrims and visitors taking part in today’s Audience, including those from England, Australia, Korea and the United States of America. My special greeting goes to the group “Up with People” for sharing with us their music. Upon you and your families I invoke the Lord’s blessings of joy and peace. God bless you all!

[02121-EN.01] [Original text: English]

In lingua tedesca

Speaker:

Liebe Brüder und Schwestern, voll Dankbarkeit darf ich auf meine Apostolische Reise nach Afrika zurückblicken. Das erste Ziel – Kenia – steht stellvertretend für die globale Herausforderung unserer Zeit: die Schöpfung bewahren durch neue Modelle einer gerechten, inklusiven und nachhaltigen Entwicklung. Gemäß dem Leitwort „Seid stark im Glauben! Habt keine Angst!“ wollte ich die Hoffnung des auferstandenen Herrn weitertragen. Diese Hoffnung haben auch die Studenten der Universität Garissa bezeugt, die um ihres christlichen Glaubens willen getötet wurden. Ihr Blut sei Same des Friedens und der Brüderlichkeit für Kenia, Afrika und die ganze Welt. Der Besuch in Uganda stand im Zeichen der ugandischen Märtyrer, die vor 50 Jahren heiliggesprochen wurden. Unter dem Motto „Ihr werdet meine Zeugen sein“ waren diese Tage geprägt von der Leidenschaft und der Vielfalt des Zeugnisses, zu dem der Heilige Geist uns alle als missionarische Jünger antreibt. Die letzte Etappe meiner Reise war die Zentral­afrikanische Republik. Dieses Land befindet sich auf dem Weg heraus aus einer Zeit bewaffneter Konflikte und großen Leidens. Um nach dem Wort Jesu „ans andere Ufer hinüberzufahren“ (vgl. Lk 8,22), d.h. Krieg, Gewalt und Hass hinter sich zu lassen und Frieden aufzubauen, braucht es eine Umkehr der Gewissen und Einstellungen der Menschen. Deswegen habe ich in der Hauptstadt Bangui als Zeichen der Hoffnung für dieses geprüfte Land und für ganz Afrika schon vorzeitig die erste Heilige Pforte des Jubiläums der Barmherzigkeit geöffnet. So ist Bangui nun gleichsam „geistliche Hauptstadt“ des Gebetes um die Barmherzigkeit des Vaters.

Santo Padre:

Sono lieto di dare il benvenuto ai fratelli e alle sorelle provenienti dai paesi di lingua tedesca. Il mio viaggio in terra d’Africa alla vigilia dell’Anno Santo straordinario della Misericordia è un invito per tutti noi a rinnovare l’impegno missionario di seguire Gesù Cristo, nostra speranza e nostra pace, il Volto di Dio misericordioso. Buon soggiorno a Roma e buon tempo di Avvento!

Speaker:

Mit Freude heiße ich die Brüder und Schwestern aus den Ländern deutscher Sprache willkommen. Meine Reise nach Afrika am Vorabend des außerordentlichen Heiligen Jahres der Barmherzigkeit ist eine Einladung an uns alle, unseren missionarischen Eifer zu erneuern, um Jesus Christus nachzufolgen, der unsere Hoffnung, unser Friede und das Antlitz des barmherzigen Gottes ist. Schönen Aufenthalt in Rom und einen gesegneten Advent!

[02122-DE.01] [Originalsprache: Deutsch]

In lingua spagnola

Queridos hermanos y hermanas:

Hoy quiero hablarles de mi visita apostólica a Kenia, Uganda y la República Centroafricana, donde he tenido la alegría de llevar la palabra de esperanza de Jesús resucitado.

En Kenia, un País que representa bien el reto global de nuestra época, los animé a cuidar sus riqueza naturales y espirituales, constituidas por los recursos de la tierra, de las nuevas generaciones y de los valores que forman la sabiduría de los pueblos, para que sea justo, inclusivo y sostenible.

En Uganda, bajo la memoria de sus mártires, he constatado el testimonio de esperanza y el servicio en la caridad de tantos discípulos-misioneros que, no obstante las dificultades buscan vivir según el Evangelio.

En la República Centroafricana, corazón geográfico del continente, he querido abrir en la catedral de Bangui la primera Puerta Santa del Jubileo de la Misericordia, en donde hemos experimentado que el Señor esta con nosotros en la barca, es él quien la guía y a él hemos renovado el compromiso de seguirle. Él es nuestra esperanza, nuestra paz, rostro de la divina Misericordia.

Agradezco, una vez más, a las Autoridades civiles y a los Obispos de estas naciones su acogida, y doy las gracias a todos los que de diversos modos han colaborado.

Saludo a los peregrinos de lengua española, en particular a los grupos venidos de España y Latinoamérica. Invito a todos a dar gracias al Señor por este primer Viaje Apostólico a África, y a pedirle que de abundantes frutos y muchos misioneros. Muchas gracias.

[02123-ES.01] [Texto original: Español]

In lingua portoghese

Speaker:

Na minha primeira Viagem Apostólica à África, tive a graça de visitar o Quênia, a Uganda e a República Centro-Africana. Sob o lema “Sede firmes na fé, não tenhais medo”, iniciei a minha visita ao Quênia, país em que bem se espelha o desafio global da nossa época: tutelar a criação através da reforma do modelo de desenvolvimento, para que seja justo, inclusivo e sustentável, fazendo tesouro da das riquezas naturais e espirituais dos povos. Já na Uganda, por ocasião do cinquentenário da canonização dos seus mártires e sob a inspiração das palavras do Senhor ressuscitado “sereis minhas testemunhas”, quis unir-me a todos aqueles que não se cansam de dar um testemunho animados pelo Espírito Santo: os catequistas, aqueles que se dedicam ao serviço da caridade, a juventude, os consagrados e sacerdotes. Por fim, na República Centro-Africana, tive a alegria de abrir, uma semana antes, a Porta Santa do Jubileu da Misericórdia como sinal de esperança para aquele povo e para toda a África, que é convidada pelo Senhor a “passar a outra margem”: a margem da reconciliação, da paz e do progresso.

Santo Padre:

Rivolgo un cordiale saluto ai pellegrini di lingua portoghese qui presenti. In questo inizio di Avvento, domandiamoci come vivere più profondamente l’impegno a seguire il Volto della Misericordia divina che è Gesù, nostra speranza e nostra pace. Dio vi benedica!

Speaker:

Dirijo uma cordial saudação aos peregrinos de língua portuguesa aqui presentes. Neste início de Advento, perguntemo-nos como viver mais profundamente o nosso compromisso de seguir o Rosto da Misericórdia divina que é Jesus, nossa esperança e nossa paz. Que Deus vos abençoe!

[02124-PO.01] [Texto original: Português]

In lingua araba

Speaker:

أيّها الإخوة والأخوات الأعزّاء، خلال الأيّام الماضية قمت بزيارتي الرسوليّة الأولى إلى أفريقيا. أشكر الربّ على عطيّته الكبيرة هذه التي سمحت لي أن أزور ثلاثة بلدان. في كينيا، وفي كلّ مناسبة شجّعت على اكتناز الغنى الكبير لذاك البلد: غنى طبيعيّ وروحيّ مكوّن من موارد الأرض والأجيال الجديدة والقيم التي تكوّن حكمة الشعب، وفرحت بأن أحمل كلمة رجاء يسوع القائم من الموت: "اثبتوا في الإيمان ولا تخافوا"؛ كلمة تُعاش يوميًّا من قبل العديد من الأشخاص المتواضعين والبسطاء بكرامة نبيلة. في أوغندا حملت زيارتي علامة شهداء ذاك البلد، لذلك كان الشّعار: "وتكونون لي شهودًا". وقد تمّت الزيارة في أوغندا بكاملها في حماس الشهادة التي يحرّكها الروح القدس؛ وهذه الشهادة المتعدّدة الأشكال هي خميرة للمجتمع بأسره. المرحلة الثالثة من الزيارة كانت جمهوريّة أفريقيا الوسطى، حيث فتحت هناك، في بانغي، وقبل أسبوع من الوقت المحدّد، أوّل باب مقدّس ليوبيل الرّحمة كعلامة إيمان ورجاء لذلك الشّعب، وبشكل رمزيّ لجميع سكّان أفريقيا الأشدّ عوزًا للخلاص والتّعزية. وحيث تقاسمنا فرح الشّعور بأنّ الربّ القائم من الموت هو معنا على السفينة وهو الذي يقودها إلى الشاطئ المقابل. لنرفع المجد معًا إلى الربّ على هذا الحجّ في أرض أفريقيا ولنسمح لكلماته بأن تقودنا: "اثبتوا في الإيمان ولا تخافوا"؛ "فتكونون لي شهودًا"؛ "فنعبر إلى الشاطئ المقابل".

Santo Padre:

Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua araba, in particolare a quelli provenienti dal Medio Oriente! Cari fratelli e sorelle, il Giubileo della Misericordia è un nuovo impegno per noi cristiani per testimoniare con più entusiasmo e convinzione la nostra fede e per essere nel mondo il segno vivo dell’amore del Padre. Il Signore vi benedica!

Speaker:

أُرحّبُ بالحجّاجِ الناطقينَ باللغةِ العربيّة، وخاصةً بالقادمينَ من الشرق الأوسط. أيّها الإخوةُ والأخواتُ الأعزّاء، إنّ يوبيل الرّحمة هو التزام جديد لنا نحن المسيحيّين لنشهد لإيماننا بحماسة وقناعة ولنكون العلامة الحيّة لمحبّة الآب في العالم. ليبارككُم الربّ!

[02125-AR.01] [Testo originale: Arabo]

In lingua polacca

Speaker:

W dzisiejszej katechezie Ojciec Święty przypomniał swoją pierwszą podróż apostolską do Afryki. Spotykając się z Kenijczykami zachęcał ich, by docenili bogactwo duchowe i naturalne tego kraju. Przekazał im słowo nadziei Chrystusa zmartwychwstałego: „Bądźcie mocni w wierze, nie lękajcie się”. Wizycie w Ugandzie towarzyszyło hasło: „Będziecie moimi świadkami” (Dz Ap 1,8). Ojciec Święty przypomniał, że świadkami Chrystusa są katecheci, osoby posługujące ubogim, niepełnosprawnym i chorym, młodzi, którzy starają się żyć zgodnie z Ewangelią, kapłani i osoby konsekrowane. Ich oddanie Chrystusowi i braciom powinno być zaczynem dla całego społeczeństwa. Republika Środkowoafrykańska to kraj, który próbuje wydostać się z trudnego okresu konfliktów i wielkiego cierpienia ludności. Dlatego tam – w Bangi, Ojciec Święty już wcześniej, przed oficjalnym rozpoczęciem Jubileuszu Miłosierdzia otworzył Drzwi Święte, jako znak nadziei dla wszystkich mieszkańców Afryki, najbardziej potrzebujących wyzwolenia i pocieszenia. Słowami Pana Jezusa „Przeprawmy się na drugi brzeg” (Łk 8,2), zachęcał do przerwania wojen, podziałów, podjęcia walki z ubóstwem, obrania dróg pokoju i pojednania. Niech przesłanie tej pielgrzymki inspiruje rozwój kontynentu afrykańskiego, niech prowadzi wiernych do kontemplacji oblicza Bożego Miłosierdzia.

Santo Padre:

Saluto cordialmente i Polacchi venuti a quest’udienza e quelli che si uniscono a noi tramite la radio e la televisione. Vi ringrazio per il sostegno della vostra preghiera durante il mio viaggio apostolico in Africa. Abbiamo iniziato il tempo d’Avvento. Nel contesto del Giubileo Straordinario della Misericordia, sia per noi tempo di preghiera, di particolare vigilanza e di apertura dei cuori a Gesù Misericordioso. Mentre ci prepariamo spiritualmente al Natale, vi benedico di cuore.

Speaker:

Pozdrawiam serdecznie Polaków przybyłych na audiencję i tych, którzy łączą się z nami przez radio i telewizję. Dziękuję wam za modlitewne wsparcie mojej podróży apostolskiej do Afryki. Rozpoczęliśmy okres Adwentu. W kontekście Nadzwyczajnego Jubileuszu Miłosierdzia, niech będzie on dla nas czasem modlitwy, szczególnej czujności i otwarcia serc dla Jezusa Miłosiernego. Na to duchowe przygotowanie do świąt Bożego Narodzenia z serca wam błogosławię.

[02126-PL.01] [Testo originale: Polacco]

Saluto in lingua italiana

Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana! Saluto l’Unione Internazionale delle Superiore Generali che dà inizio al Progetto Migranti Sicilia; il personale del Commissario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket ed antiusura; l’Istituto Europeo di Integrazione Culturale “Robert Schuman” e l’Associazione Viva la gente nel 50° anniversario di fondazione.

Saluto la Confraternita delle Sacre Stimmate di San Francesco di Macerata; i ragazzi dell’Istituto Minorile di Casal del Marmo e della Comunità “Borgo Amigò”; i fedeli di Bibbiano e la Cooperativa Sociale “Integrazione” di Casoria.

Domenica scorsa abbiamo iniziato il Tempo di Avvento. Esorto tutti a vivere questo tempo di preparazione alla nascita di Gesù, Volto del Padre misericordioso, nel contesto straordinario del Giubileo, con spirito di carità, maggiore attenzione a chi è nel bisogno, e con momenti di preghiera personale e comunitaria.

Rivolgo un saluto ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli. Il Dio della pace vi stimoli, cari giovani, ad essere promotori di dialogo e comprensione; aiuti voi, cari ammalati, a guardare alla croce di Cristo per imparare ad affrontare con serenità la sofferenza; e favorisca in voi, cari sposi novelli, la crescita della pace e dell’amore nella vostra nuova famiglia.

[02127-IT.01] [Testo originale: Italiano]

[B0950-XX.01]