Alle ore 9 di questa mattina, alla presenza del Santo Padre Francesco, è iniziata nell’Aula del Sinodo in Vaticano la prima Congregazione generale della XIV Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi, sul tema: La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo (4 - 25 ottobre 2015).
Dopo il canto dell’Ora terza e il saluto del Presidente Delegato di turno, Card. André Vingt-Trois, Arcivescovo di Paris (Francia), è intervenuto il Santo Padre (vedi Boll. 760); quindi ha preso la parola il Segretario generale del Sinodo dei Vescovi, Card. Lorenzo Baldisseri, per la lettura della sua Relazione.
Ne pubblichiamo di seguito il testo:
Relazione del Segretario generale, Card. Lorenzo Baldisseri
Beatissimo Padre,
Eminenze, Beatitudini, Eccellenze,
Fratelli e Sorelle,
con gioia ed emozione prendo la parola all’inizio della XIV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, dedicata a «La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo». A nome dei Padri sinodali, desidero sentitamente ringraziare Vostra Santità per aver voluto affidare al Sinodo la riflessione su un tema così importante e trasversale, che riguarda non solo i cattolici, ma tutti i cristiani e l’umanità intera, e che per tali ragioni si trova al centro della missione pastorale della Chiesa. Come, infatti, proclama il proemio della costituzione Gaudium et spes del Concilio Vaticano II, del quale stiamo per celebrare il cinquantesimo anniversario della chiusura, «le gioie e le speranze, i dolori e le angosce degli uomini del nostro tempo, soprattutto dei poveri e di quanti sono afflitti, sono le gioie e le speranze, i dolori e le angosce anche dei discepoli di Cristo, e non vi è nulla di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore»[1].
Nel Discorso del Santo Padre durante la Veglia di preghiera in preparazione alla III Assemblea Generale Straordinaria dell’ottobre 2014, troviamo un’eco di queste parole e un’applicazione al tema della nostra riflessione: «È significativo come – anche nella cultura individualista che snatura e rende effimeri i legami – in ogni nato di donna rimanga vivo un bisogno essenziale di stabilità, di una porta aperta, di qualcuno con cui intessere e condividere il racconto della vita, di una storia a cui appartenere. La comunione di vita assunta dagli sposi, la loro apertura al dono della vita, la custodia reciproca, l’incontro e la memoria delle generazioni, l’accompagnamento educativo, la trasmissione della fede cristiana ai figli…: con tutto questo la famiglia continua ad essere una scuola senza pari di umanità, contributo indispensabile a una società giusta e solidale»[2].
Un deferente saluto desidero rivolgere ai Membri dell’Assemblea sinodale, qui riuniti in rappresentanza dell’intero episcopato cattolico. Secondo l’Ordo Synodi Episcoporum, partecipano all’Assemblea Generale Ordinaria i Capi delle Chiese Orientali Cattoliche sui iuris, i Vescovi eletti dai Sinodi dei Vescovi e dai Consigli dei Gerarchi delle Chiese Orientali Cattoliche, i Vescovi eletti dalle Conferenze Episcopali, dieci Religiosi eletti dall’Unione dei Superiori Generali e i Capi dei Dicasteri della Curia Romana[3]. A costoro si aggiungono alcuni Membri nominati dal Santo Padre[4].
Complessivamente, prendono parte a quest’Assemblea 270 Padri sinodali: 42 ex officio (15 Patriarchi, Arcivescovi Maggiori e Metropoliti delle Chiese metropolitane sui iuris delle Chiese Orientali Cattoliche; 25 Capi dei Dicasteri della Curia Romana; il Segretario Generale e il Sotto-Segretario del Sinodo dei Vescovi), 183 ex electione e 45 ex nominatione pontificia.
Tra i Membri si contano 74 Cardinali (tra cui un Patriarca e 2 Arcivescovi Maggiori), 6 Patriarchi, 1 Arcivescovo Maggiore, 72 Arcivescovi (di cui 3 Titolari), 102 Vescovi (tra i quali 6 Ausiliari, 3 Vicari Apostolici e 1 Emerito), 2 Presbiteri diocesani (entrambi Parroci) e 13 Religiosi.
La nostra è un’Assemblea ampia e composita, un affresco mirabile della cattolicità della Chiesa, in cui si riflettono le sensibilità e risuonano le voci di tutti i continenti. Quest’Assise sinodale – ha recentemente affermato il Santo Padre – possiede «un respiro mondiale, che corrisponde alla dimensione universale del cristianesimo, ma anche alla portata universale di questa comunità umana fondamentale e insostituibile che è appunto la famiglia»[5]. Al tempo stesso, poiché il Sinodo dei Vescovi agisce cum Petro et sub Petro, capo e custode dell’unico Gregge di Cristo, esso diviene pure una peculiare manifestazione dell’unità della Chiesa cattolica edificata sul fondamento degli apostoli, tra i quali Simon Pietro è la “roccia” (cfr. Mt 16, 18), il discepolo prescelto dal Maestro per “confermare” i fratelli nell’unica fede (cfr. Lc 22, 32).
Le parole recentemente rivolte dal Santo Padre ai Vescovi degli Stati Uniti d’America ci esortano, come Pastori della Chiesa, a lavorare costantemente nell’unità e per l’unità: «La grande missione che il Signore ci affida – ha affermato il Papa –, noi la svolgiamo in comunione, in modo collegiale. […] La Chiesa, “tunica inconsutile del Signore” non può lasciarsi dividere, frazionare o contendere. La nostra missione episcopale è primariamente cementare l’unità, il cui contenuto è determinato dalla Parola di Dio e dall’unico Pane del Cielo»[6].
«Il nostro ministero – ha dichiarato ancora Papa Francesco, rivolgendosi ai Vescovi ospiti dell’VIII Incontro mondiale delle famiglie – ha bisogno di sviluppare l’alleanza della Chiesa e della famiglia. […] Dio ci conceda il dono di questa nuova prossimità tra la famiglia e la Chiesa. Ne ha bisogno la famiglia, ne ha bisogno la Chiesa, ne abbiamo bisogno noi pastori»[7].
Saluto pure cordialmente i 14 Delegati Fraterni, rappresentanti di altre Chiese e Comunità ecclesiali, la cui presenza ravviva in noi la volontà di lavorare insieme per conseguire la piena unità visibile della Chiesa di Cristo, nella consapevolezza che anche sul tema tanto rilevante della famiglia tutti i cristiani sono chiamati a trovare e a percorrere una strada comune, perché la loro testimonianza concorde risulti credibile agli occhi del mondo.
Grazie, inoltre, ai 24 Esperti, designati in virtù delle loro competenze per contribuire ai lavori sinodali in qualità di collaboratori del Segretario Speciale, e ai 51 Uditori e Uditrici, provenienti anch’essi da ogni parte del pianeta. Fra costoro figurano numerosi specialisti ed operatori della pastorale della famiglia, ma soprattutto – come già lo scorso anno – tanti coniugi, chiamati ad arricchire il Sinodo con la loro esperienza quotidiana di vita familiare, fatta di gioie ed anche di prove: per l’esattezza si tratta di 17 coppie di sposi tra gli Uditori e di una tra gli Esperti. Significativa, fra costoro, è pure la presenza femminile, da cui attendiamo uno speciale contributo affinché il Sinodo possa guardare alla famiglia anche con lo sguardo tenero, attento e compassionevole delle donne.
Infine, uno speciale ringraziamento agli Addetti Stampa, agli Assistenti, ai Traduttori, al Personale tecnico, nonché agli Officiali e ai Collaboratori della Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi, che – anche grazie al coordinamento competente del Sotto-Segretario Sua Eccellenza Monsignor Fabio Fabene – hanno lavorato con solerzia nella preparazione dell’Assemblea e saranno ancora chiamati, per tutta la sua durata, a prestare un’opera costante e generosa.
Un momento di grazia per la vita della Chiesa
La XIV Assemblea Generale Ordinaria si svolge in un momento di speciale grazia per tutta la Chiesa. Anzitutto, perché ricorrono cinquant’anni dalla conclusione del Concilio Vaticano II. Esso è stato, per riprendere una felice espressione di San Giovanni Paolo II, «la grande grazia di cui la Chiesa ha beneficiato nel secolo XX: in esso ci è offerta una sicura bussola per orientarci nel cammino del secolo che si apre»[8]. Già nel Messaggio al Popolo di Dio della II Assemblea Generale Straordinaria del Sinodo dei Vescovi, convocata in occasione del XX anniversario della sua chiusura, i Padri sinodali esprimevano la convinzione che quel Concilio ecumenico è stato «un dono di Dio alla Chiesa e al mondo», scorgendo in esso «una fonte offerta dallo Spirito Santo alla Chiesa per oggi e per domani»[9].
A distanza di mezzo secolo, il Concilio Vaticano II resta «per noi – come ha affermato in tempi più recenti Benedetto XVI – un forte appello a riscoprire ogni giorno la bellezza della nostra fede, a conoscerla in modo profondo per un più intenso rapporto con il Signore, a vivere fino in fondo la nostra vocazione cristiana»[10].
In secondo luogo, quello che viviamo è un momento di grazia perché pure il Sinodo dei Vescovi taglia l’importante traguardo del cinquantesimo anniversario della sua istituzione, che per volontà del Santo Padre commemoreremo solennemente il mattino di sabato 17 ottobre. Nella mente del Beato Paolo VI, che lo istituì il 15 settembre 1965, il Sinodo doveva perpetuare nella Chiesa lo spirito del Vaticano II, affinché anche dopo la conclusione di quell’Assise «continuasse a giungere al Popolo cristiano quella larga abbondanza di benefici, che durante il Concilio felicemente si ebbe dalla viva unione [del Sommo Pontefice] con i Vescovi»[11].
In terzo luogo, l’Assemblea sinodale si situa nell’imminenza del Giubileo Straordinario della Misericordia, indetto da Papa Francesco l’11 aprile scorso, e da esso riceve una particolare luce e un preciso orientamento. «L’architrave che sorregge la vita della Chiesa – proclama il Santo Padre nella bolla d’indizione – è la misericordia. Tutto della sua azione pastorale dovrebbe essere avvolto dalla tenerezza con cui si indirizza ai credenti; nulla del suo annuncio e della sua testimonianza verso il mondo può essere privo di misericordia. La credibilità della Chiesa passa attraverso la strada dell’amore misericordioso e compassionevole»[12].
Il lungo cammino sinodale sulla famiglia
Volgendo lo sguardo al recente passato, non fatichiamo a constatare che la presente Assemblea sinodale si colloca al termine di un lungo cammino, del quale siamo adesso chiamati a raccogliere i frutti.
L’intento che perseguiamo è quello di «annunciare con gioia e convinzione la “buona” novella sulla famiglia», nella consapevolezza – espressa già da San Giovanni Paolo II dopo la V Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo del 1980, dedicata anch’essa alla famiglia cristiana – che «l’avvenire dell’umanità passa attraverso la famiglia»[13]. In un momento in cui – come ha recentemente dichiarato il Santo Padre – la famiglia «è minacciata, forse come mai in precedenza, dall’interno e dall’esterno», desideriamo «riproporre l’importanza e, soprattutto, la ricchezza e la bellezza della vita familiare»[14].
Il cammino sinodale è iniziato fin dal 2013, poco dopo l’elezione al soglio pontificio di Papa Francesco. Infatti, già nell’Udienza concessa all’allora Segretario Generale del Sinodo Sua Eccellenza Monsignor Nikola Eterović il 4 luglio di quell’anno, il Santo Padre, dopo aver preso in considerazione le proposte avanzate dal XIII Consiglio Ordinario della Segreteria Generale, indicava per la prossima Assemblea sinodale un tema che riguardasse la vocazione della persona e della famiglia umana. Quindi, in una successiva Udienza al Segretario Generale, avuta in data 23 agosto 2013, Sua Santità stabiliva di convocare la III Assemblea Generale Straordinaria del Sinodo dei Vescovi sul tema delle sfide pastorali sulla famiglia. Infine, dopo la nomina del nuovo Segretario Generale e un’ulteriore convocazione del Consiglio Ordinario della Segreteria, che licenziava il testo dei Lineamenta in vista dell’Assemblea, l’8 ottobre 2013 Papa Francesco indiceva ufficialmente, per il periodo compreso tra il 5 e il 19 ottobre dell’anno seguente, la III Assemblea Generale Straordinaria del Sinodo dei Vescovi, sul tema «Le sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione».
In base all’Ordo Synodi, l’indizione di un’Assemblea Generale Straordinaria risponde alla necessità di trattare una materia che, «pur riguardando il bene della Chiesa universale, esige una rapida definizione»[15]. La famiglia appare, in effetti, per la sua cruciale importanza e in ragione delle grandi trasformazioni che la interessano, un tema improrogabile per la missione della Chiesa. Ad ogni modo, già il successivo 5 novembre, in occasione della presentazione dei Lineamenta, veniva reso noto che all’Assemblea Generale Straordinaria del 2014 sarebbe seguita, nell’ottobre 2015, un’Assemblea Generale Ordinaria ancora sul tema della famiglia, dal momento che esso per la sua rilevanza richiede «la dottrina, la prudenza e il parere dell’intero episcopato cattolico»[16].
L’iniziativa inedita di affrontare il medesimo tema in due tappe, frutto della creatività pastorale di Papa Francesco, ha da subito suscitato uno straordinario interesse nella Chiesa, così come in ampi settori della società civile. Intanto, il 29 dicembre 2013, in occasione della Festa della Santa Famiglia, celebrata con particolare solennità in alcuni luoghi della cristianità ad essa legati in modo speciale (Nazaret, Loreto e Barcellona), il Santo Padre affidava alla Chiesa intera il compito di accompagnare il cammino sinodale con una preghiera costante.
Un preludio ai lavori sinodali è stato offerto dal Concistoro straordinario del Collegio Cardinalizio, che il 20 e il 21 febbraio 2014 si è riunito sotto la presidenza del Santo Padre per avviare una riflessione comune sul tema della famiglia, anche alla luce della relazione introduttiva tenuta da Sua Eminenza il Cardinal Walter Kasper, Presidente emerito del Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani. Subito dopo, il 24 e il 25 febbraio, la quinta riunione del XIII Consiglio Ordinario della Segreteria Generale del Sinodo esaminava il progetto dell’Instrumentum laboris in vista dell’Assemblea Generale Straordinaria, preparato sulla base delle risposte ai Lineamenta, mentre sempre il 25 febbraio veniva resa pubblica la Lettera indirizzata da Papa Francesco alle famiglie per illustrare loro il senso del cammino sinodale.
Dopo l’approvazione definitiva dell’Instrumentum laboris, nella sesta convocazione del Consiglio Ordinario della Segreteria del 13-14 maggio 2014, e la sua pubblicazione il 26 giugno successivo, si è tenuta – esattamente un anno fa – la III Assemblea Generale Straordinaria, le cui conclusioni sono state raccolte nella Relatio Synodi votata sabato 18 ottobre 2014. È stato questo il primo snodo cruciale – o, se si preferisce, la prima tappa fondamentale – del percorso sinodale avviato nel 2013.
A conclusione dell’Assemblea Generale Straordinaria, Papa Francesco ha voluto che il documento finale venisse reso immediatamente pubblico, insieme ai risultati delle votazioni sui singoli numeri. La Relatio Synodi rifletteva la ricchezza degli interventi dei Padri sinodali nella loro varietà, richiedendo un supplemento di riflessione in vista dell’Assemblea Generale Ordinaria.
Nella medesima giornata del 18 ottobre, il Santo Padre annunciava ufficialmente che la Relatio Synodi avrebbe costituito il testo dei Lineamenta in preparazione al Sinodo dell’ottobre 2015: «Cari fratelli e sorelle – affermava infatti nel Discorso tenuto in questa stessa Aula –, ora abbiamo ancora un anno […] per lavorare sulla Relatio Synodi che è il riassunto fedele e chiaro di tutto quello che è stato detto e discusso in questa Aula e nei Circoli minori. E viene presentato alle Conferenze Episcopali come Lineamenta»[17].
Nel frattempo, in occasione dell’11a Congregazione Generale del 13 ottobre precedente, era già stata formalizzata l’indizione della XIV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo, sul tema: «La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo».
La preparazione della XIV Assemblea Generale Ordinaria
Conclusa l’Assemblea Generale Straordinaria, la Segreteria Generale si è immediatamente messa al lavoro per dare seguito alla decisione del Papa, convocando anzitutto l’ottava riunione del Consiglio Ordinario della Segreteria, svoltasi il 18 e il 19 novembre sotto la presidenza del Santo Padre. In quella circostanza è stato varato il testo dei Lineamenta per l’Assemblea Generale Ordinaria, comprendente la Relatio Synodi seguita da 46 domande per conoscerne la recezione e favorirne l’approfondimento nella Chiesa universale. Il 9 dicembre seguente il documento è stato trasmesso ai Sinodi delle Chiese Orientali Cattoliche sui iuris, alle Conferenze Episcopali, ai Dicasteri della Curia Romana e agli altri soggetti aventi diritto, con l’invito a far pervenire le loro risposte entro il 15 aprile 2015.
Intanto, già il 21 novembre 2014 venivano rese note le prime nomine del Santo Padre in vista dell’Assemblea sinodale, riguardanti i Presidenti Delegati, il Relatore Generale e il Segretario Speciale. Rispetto all’Assemblea Generale Straordinaria, il numero dei Presidenti Delegati – che hanno il compito di presiedere l’Assise «a nome e per autorità del Romano Pontefice»[18] – veniva innalzato da tre a quattro: ai Cardinali André Vingt-Trois, Luis Antonio G. Tagle, Raymundo Damasceno Assis, che avevano già svolto questo ufficio nell’ottobre 2014, veniva aggiunto il Cardinal Wilfrid Fox Napier, O.F.M., Arcivescovo di Durban in Sudafrica. Quanto al Relatore Generale e al Segretario Speciale, erano nominati rispettivamente Sua Eminenza il Cardinal Péter Erdő, Arcivescovo di Esztergom-Budapest (Ungheria) e Sua Eccellenza Monsignor Bruno Forte, Arcivescovo di Chieti-Vasto (Italia), che avevano esercitato le stesse funzioni nell’Assemblea Generale Straordinaria. Questa decisione del Santo Padre intendeva ulteriormente sottolineare la continuità tra le due Assemblee sinodali all’interno di un unico cammino di riflessione condivisa.
Nonostante i tempi ristretti, il numero cospicuo degli apporti pervenuti alla Segreteria Generale nel corso della prima parte di quest’anno ha confermato lo straordinario interesse suscitato dal tema e l’attiva partecipazione di tutto il Popolo di Dio. Il periodo intersinodale si è rivelato un’ulteriore preziosa occasione di auditus Ecclesiae, o meglio di ascolto di «ciò che lo Spirito dice alle Chiese» (Ap 2, 17) nella molteplicità delle loro componenti, in particolar modo attraverso la voce delle famiglie cristiane. Proprio queste ultime, infatti, hanno percepito più di ogni altro che il Sinodo res nostra agitur: si occupa di loro, vuole rivolgersi anzitutto a loro, intende incoraggiarle nel loro cammino entusiasmante e al contempo difficile.
Complessivamente la Segreteria Generale ha ricevuto 102 Risposte da parte degli organismi aventi diritto. Ad esse si sono aggiunte oltre 400 Osservazioni, inviate liberamente da Diocesi e Parrocchie, Associazioni ecclesiali e Gruppi spontanei di fedeli, Movimenti e Organizzazioni civili, nuclei familiari e singoli credenti. Al tempo stesso, Università e Facoltà Ecclesiastiche, altre Istituzioni accademiche, Centri di ricerca e specialisti di diverse aree disciplinari hanno arricchito l’approfondimento delle tematiche sinodali con i loro Contributi di studio, sovente mettendo in luce anche aspetti nuovi, secondo quanto richiesto dalla domanda previa dei Lineamenta. Nel contempo la Segreteria Generale si è potuta avvalere dell’aiuto dei nuovi Consultori, nominati il 14 marzo scorso, e del consiglio di numerosi altri esperti. A ciò si è aggiunto, in questi mesi, un ampio numero di pubblicazioni e convegni sul tema della famiglia, affrontato sotto molteplici punti di vista: storico, antropologico, culturale, psicologico, sociologico, biblico, dogmatico, morale, giuridico, politico, economico, solo per menzionare i principali ambiti di riflessione. Tra tutti questi apporti, una speciale menzione meritano – in ragione della sua competenza – quelli del Pontificio Consiglio per la famiglia, come pure quelli di altre istituzioni della Curia Romana e di diverse Conferenze Episcopali.
Fondamentale è stato poi il contributo offerto dal Santo Padre in persona, che nelle Udienze Generali del mercoledì e in numerose altre occasioni ha autorevolmente accompagnato il cammino comune nel corso di quest’anno. Così, aprendo il ciclo delle sue catechesi sulla famiglia, egli affermava il 17 dicembre 2014: «Il Sinodo dei Vescovi sulla famiglia, appena celebrato, è stato la prima tappa di un cammino, che si concluderà nell’ottobre prossimo con la celebrazione di un’altra Assemblea sul tema “Vocazione e missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo”. La preghiera e la riflessione che devono accompagnare questo cammino coinvolgono tutto il Popolo di Dio. Vorrei che anche le consuete meditazioni delle Udienze del mercoledì si inserissero in questo cammino comune. Ho deciso perciò di riflettere con voi, in questo anno, proprio sulla famiglia, su questo grande dono che il Signore ha fatto al mondo fin dal principio, quando conferì ad Adamo ed Eva la missione di moltiplicarsi e di riempire la terra (cfr. Gn 1, 28). Quel dono che Gesù ha confermato e sigillato nel suo Vangelo»[19].
Nella nona riunione del Consiglio Ordinario della Segreteria Generale, svoltasi il 25 e il 26 maggio scorsi sotto la presidenza del Santo Padre, è stato presentato il progetto dell’Instrumentum laboris per l’Assemblea Generale Ordinaria, documento che, esaminato e approvato dal medesimo Consiglio, è stato pubblicato il successivo 23 giugno. Questo testo si rivela originale nella sua stessa struttura. Da un lato, infatti, accoglie, lasciandola inalterata, la Relatio Synodi del 2014, e questo perché si tratta di un documento già sottoposto al voto di un’Assemblea sinodale e reso pubblico per volontà del Santo Padre. Dall’altro lato, ai paragrafi della Relatio, resi graficamente riconoscibili dal numero tra parentesi e dal carattere corsivo, sono stati affiancati numerosi paragrafi di nuova elaborazione, frutto del lavoro di sintesi delle Risposte, delle Osservazioni e dei Contributi di studio pervenuti da tutto il mondo.
L’Instrumentum laboris, che rispecchia in modo affidabile la percezione e le attese della Chiesa sul tema decisivo della famiglia, si articola in tre parti, che già nella loro successione dimostrano la continuità tra le due tappe sinodali: se la prima parte (L’ascolto delle sfide sulla famiglia) richiama più direttamente l’Assemblea del 2014, la seconda parte (Il discernimento della vocazione familiare) e la terza parte (La missione della famiglia oggi) intendono soprattutto introdurre il tema della presente Assemblea, con l’obiettivo di offrire alla Chiesa e al mondo contemporaneo stimoli pastorali per una rinnovata evangelizzazione.
L’8 settembre scorso il Santo Padre ha poi promulgato due lettere apostoliche in forma di motu proprio, intitolate Mitis Iudex Dominus Iesus e Mitis et misericors Iesus, sulla riforma del processo canonico per le cause di dichiarazione di nullità del matrimonio, rispettivamente nel Codice di Diritto Canonico e nel Codice dei Canoni delle Chiese Orientali. Tenendo conto del consenso raggiunto nella III Assemblea Generale Straordinaria del Sinodo – che aveva sollecitato processi più rapidi e accessibili –, consenso confermato nella fase intersinodale di approfondimento dei Lineamenta, Papa Francesco ha offerto in quei documenti disposizioni per favorire – come egli stesso dichiara – «non la nullità dei matrimoni, ma la celerità dei processi, non meno che una giusta semplicità». Seguendo le orme dei suoi Predecessori, il Sommo Pontefice ha comunque stabilito che «le cause di nullità del matrimonio vengano trattate per via giudiziale, e non amministrativa, non perché lo imponga la natura della cosa, ma piuttosto perché lo esige la necessità di tutelare in massimo grado la verità del sacro vincolo»[20].
Infine, quasi al termine del lungo cammino sinodale, è stato celebrato a Philadelphia, soltanto pochi giorni fa, l’VIII Incontro mondiale delle famiglie. In quella occasione Papa Francesco ha tra l’altro evidenziato il ruolo essenziale della famiglia per la trasmissione della fede, affermando che «le nostre case, le nostre famiglie sono autentiche Chiese domestiche: sono il luogo adatto in cui la fede diventa vita e la vita diventa fede», ed ha assicurato che «ogni persona che desideri formare in questo mondo una famiglia che insegni ai figli a gioire per ogni azione che si proponga di vincere il male – una famiglia che mostri che lo Spirito è vivo e operante –, troverà la gratitudine e la stima, a qualunque popolo, regione o religione appartenga»[21].
La metodologia sinodale
Ieri mattina, con la solenne Celebrazione eucaristica presieduta dal Santo Padre nella Basilica Vaticana, ha avuto inizio la seconda tappa dell’itinerario sinodale iniziato nel 2013, tappa che è al tempo stesso il suo momento culminante e la sua fase finale. Nelle tre intense settimane di lavori che si aprono oggi davanti a noi, l’Instrumentum laboris costituisce non solo il punto di partenza della riflessione e del dibattito, ma il testo base per l’elaborazione della Relatio finalis, la quale al termine dei lavori accoglierà i risultati raggiunti dalla precedente Assemblea Generale Straordinaria, i contributi sopravvenuti nel tempo intersinodale e gli apporti autorevoli di quest’Assemblea Generale Ordinaria.
Quello che ci accingiamo a vivere diviene, in tal modo, il momento conclusivo di un lungo cammino, che terrà conto del prezioso patrimonio di idee e riflessioni fin qui emerse in vista di un approfondimento nella continuità, per raggiungere l’obiettivo assegnato dal Santo Padre a quest’Assemblea Generale Ordinaria sin dallo scorso anno: «Maturare, con vero discernimento spirituale, le idee proposte e trovare soluzioni concrete a tante difficoltà e innumerevoli sfide che le famiglie devono affrontare; […] dare risposte ai tanti scoraggiamenti che circondano e soffocano le famiglie»[22].
Per favorire tutto questo la stessa metodologia dell’attività sinodale è stata in parte rinnovata, sia tenendo conto dell’esperienza acquisita nell’Assemblea del 2014, sia prendendo in considerazione i suggerimenti avanzati dagli stessi Membri di quell’Assemblea. L’obiettivo è stato quello di rendere più agile, dinamico ed efficace lo svolgimento dei lavori, valorizzando soprattutto i Circuli minores, in cui il numero limitato di partecipanti e l’omogeneità linguistica consentono il dialogo franco, la condivisione delle idee, la maturazione del consenso. Data l’importanza che essi rivestono, si è ritenuto necessario dedicare un tempo più ampio ai lavori nei Circuli.
Desidero ora illustrare per sommi capi le modalità in cui si svolgeranno i lavori, rimandando per ulteriori approfondimenti al Vademecum consegnato a tutti i Padri sinodali e agli altri partecipanti all’Assemblea, che include anche il calendario dei lavori. Redatto dalla Segreteria Generale sulla base dell’Ordo Synodi, tale Vademecum contiene informazioni complete e dettagliate sulla procedura dell’attività assembleare ed è per questo uno strumento indispensabile per seguire i lavori.
Al termine del mio intervento, prenderà la parola il Cardinal Péter Erdő, che terrà la Relazione Generale. Successivamente, le attività sinodali si articoleranno sulla base della tripartizione dell’Instrumentum laboris: avremo così di fronte a noi tre “unità di lavoro”, in ognuna delle quali verrà presa in esame una delle parti in cui si suddivide il documento. All’inizio di ciascuna di queste unità, avrà luogo una breve presentazione dei temi da trattare; seguirà poi l’intervento di una coppia di coniugi Uditori, che offrirà la sua testimonianza di vita familiare; quindi avranno inizio gli interventi dei Padri sinodali, secondo l’ordine della presentazione delle richieste pervenute attraverso il modulo della petitio loquendi a suo tempo inviato.
Ciascun Padre sinodale ha la facoltà di parlare una sola volta nel corso dell’Assemblea, scegliendo una delle tre “unità di lavoro” per esporre sulla parte dell’Instrumentum laboris che preferisce. Essendo elevato il numero di quanti hanno diritto di parola (318 tra Padri, Delegati Fraterni e Uditori) e avendo dato maggiore spazio ai Circuli minores (13 sessioni), a ciascuno sarà consentito intervenire in Aula per un tempo massimo di tre minuti, mentre nei Circuli avrà la possibilità di farlo ampiamente. Inoltre, come già in passato, alcune Congregazioni Generali prevedono dei momenti, della durata di un’ora ciascuno, dedicati agli interventi liberi dei Padri. Al contempo, è sempre possibile presentare alla Segreteria Generale, oltre alla versione cartacea e informatica dei testi pronunciati in Aula, altri testi in forma scritta.
Terminate le Congregazioni Generali, gli interventi dei Padri sinodali verranno raccolti in una sintesi, che costituirà uno sviluppo integrativo dell’Instrumentum laboris. Tale compito è affidato al Relatore Generale e al Segretario Speciale, opportunamente coadiuvati dagli Esperti[23].
La sintesi degli interventi, organizzata intorno alla struttura dell’Instrumentum laboris, verrà tradotta tempestivamente e consegnata nelle rispettive lingue ai Circuli minores, che saranno in totale tredici: quattro in inglese, tre in francese, tre in italiano, due in spagnolo-portoghese, uno in tedesco. Alla luce della riflessione e del dibattito sul testo ricevuto, i Circuli elaboreranno i modi collettivi all’Instrumentum laboris che riterranno opportuni. Al ritorno in Aula, i rispettivi Relatori presenteranno le relazioni sintetiche sui lavori dei vari Circuli minores e consegneranno alla Segreteria Generale i modi elaborati nei Circuli per l’emendamento del testo.
In ciascuna “unità di lavoro” – ovvero per ognuna delle tre parti dell’Instrumentum laboris – l’esame dei modi avverrà sotto il coordinamento del Relatore Generale, che si avvarrà della collaborazione del Segretario Speciale, degli Esperti e degli stessi Relatori dei Circuli. Venerdì 16 ottobre, inoltre, la riflessione sinodale sarà arricchita dall’audizione dei Delegati fraterni, che parleranno al mattino, e degli Uditori, che interverranno nel pomeriggio.
Come è avvenuto nell’ultima Assemblea Generale Straordinaria, il Santo Padre ha istituito la Commissione per l’elaborazione della Relatio finalis. Essa è composta dal Relatore Generale (che la presiede), dal Segretario Generale, dal Segretario Speciale e da sette Padri sinodali di nomina pontificia (uno per ogni Continente, considerando distintamente l’America Settentrionale e l’America Latina e dei Caraibi, più un Religioso). Anche alla luce dell’esperienza maturata nell’Assemblea Generale Straordinaria del 2014, tale Commissione avrà il compito di coordinare e sovrintendere all’elaborazione dei testi sinodali, nelle loro varie fasi di avanzamento fino al documento conclusivo del Sinodo.
Al termine di ogni “unità di lavoro”, ultimata la recezione dei modi presentati dai Circuli minores, tale Commissione si riunirà per procedere alla redazione della sezione corrispondente della Relatio finalis. Nel calendario dei lavori sinodali non è stata stabilita con precisione la cronologia degli incontri di tale Commissione, allo scopo di garantire i tempi necessari all’integrazione dei modi. Pertanto, sarà cura del Segretario Generale convocare, di volta in volta, i Membri della Commissione.
Conclusa la terza “unità di lavoro”, la Commissione si riunirà ancora per elaborare il progetto della Relatio finalis, frutto del lavoro collegiale che, partendo dall’Instrumentum laboris, si è giovato dell’apporto costruttivo degli interventi in Aula dei Padri sinodali, delle audizioni dei Delegati Fraterni e degli Uditori e dei modi collettivi elaborati dai Circuli minores.
Nella mattina di giovedì 22 ottobre tale progetto sarà presentato in Aula e consegnato ai Padri sinodali per la loro valutazione. Nella Congregazione Generale del pomeriggio sarà possibile ai Padri intervenire ulteriormente sul progetto, sia in forma orale sia presentando per iscritto i loro testi alla Segreteria Generale.
Tenendo presente che il progetto della Relatio finalis risulterà dalla composizione di tre testi che hanno già recepito i modi collettivi dei Circuli minores – le cui relazioni sono state lette in Aula e pubblicate –, ulteriori interventi dovranno essere avanzati nel rispetto del lavoro collegiale sin qui condotto.
Successivamente, la suddetta Commissione sovrintenderà all’elaborazione del testo definitivo della Relatio finalis, che nel mattino di sabato 24 ottobre sarà presentato in Aula e nel pomeriggio sottoposto al suffragio dell’Assemblea. Conformemente alla natura del Sinodo, tale Relatio, frutto dei lavori sinodali, sarà infine consegnata al Sommo Pontefice, al quale compete ogni decisione in merito[24].
Desidero ancora segnalare che, trattandosi di un’Assemblea Generale Ordinaria, l’Ordo Synodi prevede che nel corso dei lavori si proceda all’elezione del nuovo Consiglio Ordinario della Segreteria Generale del Sinodo, il XIV, che resterà in carica fino alla prossima Assemblea Generale Ordinaria. L’elezione avverrà in due turni, martedì 20 e giovedì 22 ottobre, nelle modalità che verranno a suo tempo indicate. I Padri sinodali saranno chiamati ad eleggere tra loro dodici Membri del Consiglio: tre per l’Europa, tre per le Americhe, tre per l’Africa, tre per l’Asia e l’Oceania. Altri tre Membri saranno designati dal Santo Padre.
Papa Francesco ci ha ricordato che «il Sinodo non è un parlamento», ma «è uno spazio protetto affinché lo Spirito Santo possa operare». Ciò che avviene è «un confronto tra i Vescovi […] dopo un lungo periodo di preparazione», che poi prosegue «in un altro lavoro, per il bene delle famiglie, della Chiesa e della società. È un processo, è il normale cammino sinodale»[25].Queste parole ci offrono indicazioni preziose anche per ciò che concerne l’informazione sulle attività del Sinodo.
Quanto alla diffusione mediatica delle notizie relative ai lavori assembleari, il metodo adottato lo scorso anno è sostanzialmente confermato. Il servizio sarà curato dalla Sala Stampa della Santa Sede d’intesa con la Commissione sinodale per l’informazione. Di quest’ultima faranno parte Sua Eccellenza Monsignor Claudio Maria Celli in qualità di Presidente, Padre Federico Lombardi S.I. in qualità di Segretario e tre Padri sinodali, proposti dal Presidente della Commissione e approvati dai Presidenti Delegati.
La principale fonte di informazione sarà rappresentata dai Briefings quotidiani coordinati dal Direttore della Sala Stampa: a questi appuntamenti prenderanno parte i Padri sinodali indicati di volta in volta dalla Commissione per l’informazione. Il loro numero sarà accresciuto rispetto all’anno scorso. Inoltre anche quest’anno, attraverso l’apposito account Twitter, saranno trasmesse in forma rapida e sintetica le notizie più importanti sull’andamento dei lavori sinodali.
I Padri sinodali saranno liberi di comunicare con i media a loro discrezione e responsabilità, mantenendo la necessaria riservatezza sui dibattiti in Aula e nei Circuli minores. Saranno pubblicate di volta in volta le relazioni presentate dai Circuli, mentre le varie fasi di elaborazione del documento finale rimarranno riservate, considerando che il testo è suscettibile di continui sviluppi fino alla redazione conclusiva.
In preghiera per il Sinodo
Fin dall’avvio del percorso sinodale, Papa Francesco ha esortato la Chiesa intera all’orazione fiduciosa e costante. A tal proposito, egli stesso ha composto una preghiera, diffusa già il 29 dicembre 2013, per affidare alla Santa Famiglia di Nazaret i lavori sinodali, nella convinzione che l’esempio luminoso di Gesù, Maria e Giuseppe «ci impegna a riscoprire la vocazione e la missione della famiglia»[26].
Come l’anno scorso, abbiamo desiderato che i lavori sinodali fossero sostenuti da una preghiera costante nella Basilica romana di Santa Maria Maggiore. Grazie alla collaborazione della Diocesi di Roma, i fedeli potranno pregare ogni giorno per il Sinodo nella cappella della Vergine Maria Salus Populi Romani. Nello stesso luogo saranno esposte le reliquie di Santa Teresa del Bambino Gesù e dei suoi genitori, i Beati Zélie e Louis Martin. Proprio domenica 18 ottobre, in coincidenza con la Giornata Missionaria Mondiale, Papa Francesco canonizzerà tra gli altri i coniugi Martin, proponendoli alla Chiesa universale come insigne modello di santità familiare.
Fin da oggi, inoltre, nella cappella adiacente a quest’Aula, anche noi partecipanti al Sinodo potremo venerare le reliquie di Santa Teresa di Lisieux, dei suoi genitori e dei Beati coniugi Luigi e Maria Beltrame Quattrocchi.
All’inizio della XIV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, dopo aver invocato con il canto del Veni Creator lo Spirito Santo, desideriamo ancora implorarlo affinché – per l’intercessione di Maria, Madre della Chiesa e Regina della famiglia – ci conceda di fare un’esperienza autentica di unione fraterna nella ricerca del bene per tutte le famiglie, le quali – come il Santo Padre ci ha ricordato nel suo Viaggio Apostolico a Cuba – «non sono un problema, sono prima di tutto un’opportunità. Un’opportunità che dobbiamo curare, proteggere e accompagnare»[27].
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[1] Concilio Vaticano II, cost. past. Gaudium et spes, 7 dicembre 1965, 1.
[2] Francesco, Discorso in occasione della Veglia di preghiera in preparazione alla III Assemblea Generale Straordinaria del Sinodo sui Vescovi, 4 ottobre 2015.
[3] Cfr. Ordo Synodi Epicoporum, art. 5, § 1.
[4] Cfr. Ordo Synodi Epicoporum, art. 5, § 4.
[5] Francesco, Udienza generale, 16 settembre 2015.
[6] Francesco, Discorso in occasione dell’Incontro con i Vescovi degli Stati Uniti d’America, Washington D.C. (Stati Uniti d’America), 23 settembre 2015.
[7] Francesco, Discorso in occasione dell’Incontro con i Vescovi ospiti dell’VIII Incontro mondiale delle famiglie, Philadelphia (Stati Uniti d’America), 27 settembre 2015.
[8] San Giovanni Paolo II, lett. ap. Novo millennio ineunte, 6 gennaio 2001, 57.
[9] II Assemblea Generale Straordinaria del Sinodo dei Vescovi, Messaggio al Popolo di Dio, 7 dicembre 1985, 1.
[10] Benedetto XVI, Udienza Generale, 10 ottobre 2012.
[11] Beato Paolo VI, motu proprio Apostolica sollicitudo, 15 settembre 1965, proemio.
[12] Francesco, bolla Misericordiae vultus, 11 aprile 2015, 10.
[13] San Giovanni Paolo II, esort. ap. postsinod. Familiaris consortio, 22 novembre 1981, 86.
[14] Francesco, Discorso in occasione della Visita al Congresso degli Stati Uniti d’America, Washington D.C. (Stati Uniti d’America), 24 settembre 2015.
[15] Ordo Synodi Episcoporum, art. 4.
[16] Ordo Synodi Episcoporum, art. 4.
[17] Francesco, Discorso per la conclusione della III Assemblea Generale Straordinaria del Sinodo dei Vescovi, 18 ottobre 2014.
[18] Ordo Synodi Episcoporum, art. 2.
[19] Francesco, Udienza Generale, 17 dicembre 2014.
[20] Francesco, lett. ap. motu proprio Mitis Iudex Dominus Iesus, 8 settembre 2015, proemio. Cfr. anche Id., lett. ap. motu proprio Mitis et misericors Iesus, 8 settembre 2015, proemio.
[21] Francesco, Omelia in occasione della Santa Messa conclusiva dell’VIII Incontro mondiale delle famiglie, Philadelphia (Stati Uniti d’America), 27 settembre 2015.
[22] Francesco, Discorso per la conclusione della III Assemblea Generale Straordinaria del Sinodo dei Vescovi, 18 ottobre 2014.
[23] Cfr. Ordo Synodi Episcoporum, art. 7, § 1.
[24] Cfr. Codice di Diritto Canonico, can. 343; Ordo Synodi Episcoporum, art. 23, § 4.
[25] Francesco, Udienza Generale, 10 dicembre 2014.
[26] Francesco, Udienza Generale, 17 dicembre 2014.
[27] Francesco, Discorso per l’Incontro con le famiglie, Santiago (Cuba), 22 settembre 2015.
[01628-IT.01] [Testo originale: Italiano]
[B0758-XX.02]