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Lettera del Segretario di Stato al Vescovo di Piacenza-Bobbio in occasione del XVIII Meeting internazionale delle Comunità Colombaniane, nel 1400° anniversario della morte di San Colombano, 31.08.2015


Riportiamo di seguito la Lettera che il Cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin ha inviato ieri - a nome del Santo Padre Francesco - a S.E. Mons. Gianni Ambrosio, Vescovo di Piacenza-Bobbio in occasione del XVIII Meeting internazionale delle Comunità Colombaniane, nel 1400° anniversario della morte di San Colombano:

Lettera

Eccellenza Reverendissima,

al compiersi dei 1400 anni dalla morte di san Colombano, avvenuta a Bobbio il 23 novembre 615, il Santo Padre Francesco è lieto di far giungere il Suo beneaugurante saluto a Lei, a codesta Comunità diocesana e a quanti partecipano al XVIII Meeting internazionale delle Comunità colombaniane, provenienti da diversi Paesi dell’Europa.

Irlandese per famiglia e formazione, Colombano ha sempre nutrito un’idea “europea” del suo impegno ecclesiale. Nella lettera indirizzata al Papa Gregorio Magno nell’anno 600, egli fa direttamente riferimento al compito di tutti i cristiani di collaborare affinché le diverse genti del continente vivano nella pace e nell’unità (cfr Epistula I, 1). La sua vita di preghiera, di ascesi e di studio, iniziata nel monastero di Bangor, alla scuola dell’abate Comgall, non lo ha mai reso lontano o disattento rispetto alle vicende religiose e politiche dell’epoca, nelle quali anzi è intervenuto più volte, con toni decisi, evocando la figura severa di san Giovanni Battista.

Dopo trent’anni di permanenza in monastero, Colombano fa proprio l’ideale ascetico tipico delle comunità irlandesi, quello della peregrinatio pro Christo, e si fa pellegrino nell’Europa continentale, con l’intento di far riscoprire la luce del Vangelo in alcune regioni europee già scristianizzate dopo l’immigrazione di popoli dal Nord-Est. Approdò quindi sulla costa bretone con un gruppo di monaci e, con la benevola accoglienza del re dei Franchi, diede inizio a una grande opera di evangelizzazione dell’Europa, non attraverso l’imposizione del Credo, ma mediante l’attrazione che esercitava lo stile di vita dei monaci: la testimonianza di uomini che pregavano, lavoravano la terra, studiavano, e conducevano una vita sobria, basata sulle cose spirituali e materiali essenziali, e rigorosa sul piano morale.

San Colombano fu un canale privilegiato della grazia di Dio, attraendo fiumi di pellegrini e penitenti, e accogliendo nei tanti nuovi monasteri moltissimi giovani, che abbracciavano la sua Regula monachorum. Convinto com’era che la grazia è l’aiuto specifico che la Provvidenza dona ad ogni creatura umana che con fede accoglie l’amore di Dio nella propria esistenza, fu diffusore intrepido della Confessione, Sacramento di natura personale, da ripetere nella esistenza di ognuno, quale mezzo insostituibile per un serio cammino di conversione.

Diverse furono le nazioni coinvolte nel suo itinerario di evangelizzazione e di attrazione a Cristo, in quanto i suoi monasteri divennero fari di irradiazione spirituale, intellettuale e sociale: Bangor in Irlanda, Annegrey e Luxeuil in Francia, Sankt Gallen in Svizzera, la regione di Bregen in Germania.

Tappa finale dell’itinerario terreno del santo Abate fu Bobbio: Bobium civitas columbanensis. Il monastero dove visse gli ultimi anni, fino alla morte, divenne un centro di cultura del livello di Montecassino ed oggi custodisce le sue spoglie mortali. Anche nell’ultima fase della sua missione egli ha promosso l’unità spirituale dei popoli europei lottando per superare le lacerazioni dovute alla presenza nel Nord Italia dell’eresia ariana, che aveva rotto la comunione tra i Longobardi e il Vescovo di Roma.

San Colombano, che con Benedetto XVI possiamo considerare realmente uno dei “Padri dell’Europa” (cfr Catechesi nell’Udienza generale dell’11 giugno 2008), era convinto che nel cuore dell’Europa ci può essere fratellanza tra i popoli solo se esiste una civiltà aperta a Dio. La sua grande cultura, la sua energia spirituale e il suo stile morale ci mostrano chiaramente dove attingere perché anche nel nostro tempo tale civiltà possa ravvivarsi nel continente europeo.

Le celebrazioni giubilari contribuiranno a far meglio conoscere la figura umana e spirituale di questo intrepido evangelizzatore totius Europae (Epistula I, 1). Il Santo Padre esprime vivo apprezzamento per le molteplici iniziative pastorali e culturali organizzate nella presente circostanza e, mentre invoca la celeste intercessione di san Colombano per il cammino di tutte le Comunità ecclesiali di cui è Patrono e per i popoli dell’Europa, imparte di cuore una speciale Benedizione Apostolica.

Aggiungo i miei cordiali voti augurali e profitto della circostanza per confermarmi con sensi di distinto ossequio.

Pietro Card. Parolin
Segretario di Stato

[01384-IT.01] [Testo originale: Italiano]

[B0635-XX.01]