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Messaggio del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti per la Giornata mondiale del Turismo 2015, 02.07.2015


Testo in lingua italiana

Testo in lingua inglese

Testo in lingua francese

Testo in lingua tedesca

Testo in lingua spagnola

Testo in lingua portoghese

Pubblichiamo di seguito il Messaggio del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti in occasione della Giornata Mondiale del Turismo che, come di consueto, sarà celebrata il 27 settembre, quest’anno sul tema: “Un miliardo di turisti, un miliardo di opportunità”:

Testo in lingua italiana

“Un miliardo di turisti, un miliardo di opportunità”

1. Era il 2012 quando la barriera simbolica di un miliardo di arrivi turistici internazionali è stata superata. E i numeri ora continuano a crescere, tanto che le previsioni stimano che nel 2030 si raggiungerà il nuovo traguardo di due miliardi. A questi dati si devono aggiungere cifre ancora più elevate legate al turismo locale.

Per la Giornata Mondiale del Turismo vogliamo concentrarci sulle opportunità e le sfide sollevate da queste statistiche, e per questo facciamo nostro il tema che l’Organizzazione Mondiale del Turismo propone: “Un miliardo di turisti, un miliardo di opportunità”.

Questa crescita lancia una sfida a tutti i settori coinvolti in questo fenomeno globale: turisti, imprese, governi e comunità locali. E, certamente, anche alla Chiesa. Il miliardo di turisti deve necessariamente essere considerato soprattutto nel suo miliardo di opportunità.

Il presente messaggio si rende pubblico a pochi giorni dalla presentazione dell’enciclica Laudato si’ di Papa Francesco, dedicata alla cura della casa comune.1 È un testo che dobbiamo tenere in forte considerazione perché offre importanti linee guida da seguire nella nostra attenzione al mondo del turismo.

2. Siamo in una fase di mutamento, in cui cambia il modo di spostarsi e, di conseguenza, anche l’esperienza del viaggio. Chi si muove verso Paesi diversi dal proprio, lo fa con il desiderio, più o meno consapevole, di risvegliare la parte più recondita di sé attraverso l’incontro, la condivisione e il confronto. Il turista è sempre più alla ricerca di un contatto diretto con il diverso nella sua straordinarietà.

Si è ormai affievolito il concetto classico di “turista” mentre si è rafforzato quello di “viaggiatore”, ovvero, colui che non si limita a visitare un luogo, ma, in qualche modo, ne diventa parte integrante. È nato il “cittadino del mondo”. Non più vedere ma appartenere, non curiosare ma vivere, non più analizzare ma aderire. Non senza il rispetto di ciò e di chi si incontra.

Nell’ultima enciclica, Papa Francesco ci invita ad accostarci alla natura con “apertura allo stupore e alla meraviglia”, parlando “il linguaggio della fraternità e della bellezza nella nostra relazione con il mondo” (Laudato si’, n. 11). Ecco il giusto approccio da adottare nei confronti dei luoghi e dei popoli visitati. È questa la strada per cogliere un miliardo di opportunità e farle fruttare ancora di più.

3. Le imprese del settore sono le prime a doversi impegnare nella realizzazione del bene comune. La responsabilità delle aziende è grande, anche in ambito turistico, e per riuscire a sfruttare il miliardo di opportunità è necessario che ne siano consapevoli. Obiettivo finale non deve essere il guadagno quanto l’offerta al viaggiatore di strade percorribili per raggiungere quel vissuto di cui è alla ricerca. E questo le imprese lo devono fare nel rispetto di persone e ambiente. È importante non perdere la coscienza dei volti. I turisti non si possono ridurre solo a una statistica o a una fonte di introiti. È necessario mettere in atto forme di business turistico studiato con e per gli individui, investendo sui singoli e sulla sostenibilità così da offrire anche opportunità lavorative nel rispetto della casa comune.

4. Allo stesso tempo, i Governi devono garantire il rispetto delle leggi e crearne di nuove atte alla tutela della dignità dei singoli, delle comunità e del territorio. È indispensabile un atteggiamento risoluto. Anche in ambito turistico, le autorità civili dei diversi Paesi devono pensare a strategie condivise per creare reti socio-economiche globalizzate a favore di comunità locali e viaggiatori, così da sfruttare positivamente il miliardo di opportunità offerte dall’interazione.

5. In quest’ottica, anche le comunità locali sono chiamate ad aprire i propri confini all’accoglienza di chi arriva da altri Paesi spinto dalla sete di conoscenza. Un’occasione unica per l’arricchimento reciproco e la crescita comune. Dare ospitalità permette di far fruttare le potenzialità ambientali, sociali e culturali, di creare nuovi posti di lavoro, sviluppare la propria identità e valorizzare il territorio. Un miliardo di opportunità per il progresso, soprattutto per quei Paesi ancora in via di sviluppo. Incrementare il turismo e, in particolare, nelle sue forme più responsabili permette di incamminarsi verso il futuro forti della propria specificità, storia e cultura. Generare reddito e promuovere il patrimonio specifico permette di risvegliare quel senso di orgoglio e di autostima utili a rafforzare la dignità delle comunità ospitanti, stando, però, sempre attenti a non tradire territorio, tradizioni e identità a favore dei turisti.2 È nelle comunità locali che “possono nascere una maggiore responsabilità, un forte senso comunitario, una speciale capacità di cura e una creatività più generosa, un profondo amore per la propria terra, come pure il pensare a quello che si lascia ai figli e ai nipoti” (Laudato si’, n. 179).

6. Un miliardo di turisti, se ben accolto, può trasformarsi in un’importante fonte di benessere e sviluppo sostenibile per l’intero Pianeta. La globalizzazione del turismo porta, inoltre, al nascere di un senso civico individuale e collettivo. Ogni viaggiatore, adottando un criterio più corretto per girare il mondo, diventa parte attiva nella tutela della Terra. Lo sforzo del singolo moltiplicato per un miliardo diventa una grande rivoluzione.

Nel viaggio si cela anche un desiderio di autenticità che si concretizza nell’immediatezza dei rapporti, nel lasciarsi coinvolgere dalle comunità visitate. Nasce il bisogno di allontanarsi dal mondo virtuale, tanto capace di creare distanze e conoscenze impersonali, e di riscoprire la genuinità dell’incontro con l’altro. E l’economia della condivisione è in grado di intessere una rete attraverso la quale si incrementano umanità e fratellanza capaci di generare uno scambio equo di beni e servizi.

7. Il turismo rappresenta un miliardo di opportunità anche per la missione evangelizzatrice della Chiesa. “Nulla vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore” (Concilio Vaticano II, Gaudium et spes, n. 1). È importante, in primo luogo, che accompagni i cattolici con proposte liturgiche e formative. Deve anche illuminare chi, nell’esperienza del viaggio, apre il suo cuore e si interroga, realizzando così un vero primo annuncio del Vangelo. È indispensabile che la Chiesa esca e si faccia prossima ai viaggiatori per offrire una risposta adeguata e individuale alla loro ricerca interiore; aprendo il cuore all’altro la Chiesa rende possibile un incontro più autentico con Dio. Con questa finalità si dovrebbe approfondire l’accoglienza da parte delle comunità parrocchiali e la formazione religiosa del personale turistico.

Compito della Chiesa è anche educare a vivere il tempo libero. Il Santo Padre ci ricorda che “la spiritualità cristiana integra il valore del riposo e della festa. L’essere umano tende a ridurre il riposo contemplativo all’ambito dello sterile e dell’inutile, dimenticando che così si toglie all’opera che si compie la cosa più importante: il suo significato. Siamo chiamati a includere nel nostro operare una dimensione ricettiva e gratuita, che è diversa da una semplice inattività” (Laudato si’, n. 237).

Non dovremmo inoltre dimenticare la convocazione fatta da Papa Francesco a celebrare l’Anno Santo della Misericordia.3 Dobbiamo interrogarci su come la pastorale del turismo e dei pellegrinaggi può essere un ambito per “sperimentare l’amore di Dio che consola, che perdona e dona speranza” (Misericordiae vultus, n. 3). Segno peculiare di questo tempo giubilare sarà senza dubbio il pellegrinaggio (cf. Misericordiae vultus, n. 14).

Fedele alla sua missione, e partendo dalla convinzione che “evangelizziamo anche quando cerchiamo di affrontare le diverse sfide che possano presentarsi”,4 la Chiesa collabora per fare del turismo un mezzo per lo sviluppo dei popoli, particolarmente di quelli più svantaggiati, avviando progetti semplici ma efficaci. La Chiesa e le istituzioni devono, però, essere sempre vigilanti per evitare che un miliardo di opportunità diventi un miliardo di rischi, collaborando nella salvaguardia della dignità personale, dei diritti lavorativi, dell’identità culturale, del rispetto per l’ambiente, ecc.

8. Un miliardo di opportunità anche per l’ambiente. “Tutto l’universo materiale è un linguaggio dell’amore di Dio, del suo affetto smisurato per noi. Suolo, acqua, montagne, tutto è carezza di Dio” (Laudato si’, n. 84). Tra turismo e ambiente esiste un’intima interdipendenza. Il settore turistico, approfittando delle ricchezze naturali e culturali, può promuoverne la conservazione o, paradossalmente, la distruzione. In questo rapporto, l’enciclica Laudato si’ si presenta come una buona compagna di viaggio.

Tante volte facciamo finta di non vedere il problema. “Questo comportamento evasivo ci serve per mantenere i nostri stili di vita, di produzione e di consumo” (Laudato si’, n. 59). Agendo non come padrone ma come “amministratore responsabile” (Laudato si’, n. 116), ognuno ha i propri obblighi che si devono concretizzare in azioni precise, che vanno da una legislazione specifica e coordinata fino a semplici gesti quotidiani,5 passando per programmi educativi adeguati e progetti turistici sostenibili e rispettosi. Tutto ha la sua importanza.6 Ma è necessario, e sicuramente più importante, anche un cambiamento negli stili di vita e negli atteggiamenti. “La spiritualità cristiana propone una crescita nella sobrietà e una capacità di godere con poco” (Laudato si’, n. 222).

9. Il settore turistico può essere un’opportunità, anzi, un miliardo di opportunità anche per costruire strade di pace. L’incontro, lo scambio e la condivisione favoriscono l’armonia e la concordia.

Un miliardo di occasioni per trasformare il viaggio in esperienza esistenziale. Un miliardo di possibilità per diventare gli artefici di un mondo migliore, consapevoli della ricchezza racchiusa nella valigia di ogni viaggiatore. Un miliardo di turisti, un miliardo di opportunità per diventare “gli strumenti di Dio Padre perché il nostro pianeta sia quello che Egli ha sognato nel crearlo e risponda al suo progetto di pace, bellezza e pienezza” (Laudato si’, n. 53).

Città del Vaticano, 24 giugno 2015

Antonio Maria Card. Vegliò
Presidente

+ Joseph Kalathiparambil
Segretario

__________________________

1 Francesco, Lettera Enciclica Laudato si’ sulla cura della casa comune, 24 maggio 2015.

2 Per evitare che questo accada, “l’attività turistica deve essere programmata in maniera tale da permettere la sopravvivenza e lo sviluppo delle produzioni culturali e artigianali tradizionali, nonché del folklore, e da non provocare la loro standardizzazione e il loro impoverimento” (Organizzazione Mondiale del Turismo, Codice Etico Mondiale per il Turismo, 1° ottobre 1999, art. 4 § 4).

3 Francesco, Bolla Misericordiae vultus di indizione del Giubileo Straordinario della Misericordia, 11 aprile 2015.

4 Francesco, Esortazione apostolica Evangelii gaudium, 24 novembre 2013, n. 61.

5È molto nobile assumere il compito di avere cura del creato con piccole azioni quotidiane, ed è meraviglioso che l’educazione sia capace di motivarle fino a dar forma ad uno stile di vita. L’educazione alla responsabilità ambientale può incoraggiare vari comportamenti che hanno un’incidenza diretta e importante nella cura per l’ambiente, come evitare l’uso di materiale plastico o di carta, ridurre il consumo di acqua, differenziare i rifiuti, cucinare solo quanto ragionevolmente si potrà mangiare, trattare con cura gli altri esseri viventi, utilizzare il trasporto pubblico o condividere un medesimo veicolo tra varie persone, piantare alberi, spegnere le luci inutili, e così via. Tutto ciò fa parte di una creatività generosa e dignitosa, che mostra il meglio dell’essere umano. Riutilizzare qualcosa invece di disfarsene rapidamente, partendo da motivazioni profonde, può essere un atto di amore che esprime la nostra dignità” (Laudato si’, n. 211).

6 Non bisogna pensare che questi sforzi non cambieranno il mondo. Tali azioni diffondono un bene nella società che sempre produce frutti al di là di quanto si possa constatare, perché provocano in seno a questa terra un bene che tende sempre a diffondersi, a volte invisibilmente” (Laudato si’, n. 212).

[01154-IT.01] [Testo originale: Italiano]

Testo in lingua inglese

“One billion tourists, one billion opportunities”

1. It was 2012 when the symbolic barrier of one billion international tourist arrivals was surpassed. Now the numbers continue to grow so much that the forecasts estimate a new threshold of two billion will be reached in 2030. To this data even higher figures related to local tourism must be added.

For World Tourism Day we want to concentrate on the opportunities and challenges raised by these statistics, and for this we make the theme proposed by the World Tourism Organization our own: “One billion tourists, one billion opportunities”.

This growth launches a challenge to all the sectors involved in this global phenomenon: tourists, businesses, governments and local communities and, of course, the Church too. The billion tourists should necessarily be considered above all in their billion opportunities.

This message is being made public a few days after the presentation of Pope Francis' Encyclical Laudato si’ dedicated to care for our common home.1 We need to take this text into great consideration because it offers important guidelines to follow in our attention to the world of tourism.

2. We are in a phase of change in which the way of moving is changing and consequently the experience of traveling as well. Those who go to countries different from their own do so with the more or less conscious desire to reawaken the most hidden part of themselves through encounter, sharing and confrontation. More and more, a tourist is in search of direct contact with what is different in its extra-ordinariness.

By now the classic concept of a “tourist” is fading while that of a “traveler” has become stronger: that is, someone who does not limit himself to visiting a place but in some way becomes an integral part of it. The “citizen of the world” is born: no longer to see but to belong, not to look around but to experience, no longer to analyze but to take part in, and not without respect for what and whom he encounters.

In his latest Encyclical, Pope Francis invites us to approach nature with “openness to awe and wonder” and to speak “the language of fraternity and beauty in our relationship with the world” (Laudato si’, No. 11). This is the right approach to adopt with regard to the places and peoples we visit. This is the road to seizing a billion opportunities and making them bear even more fruits.

3. The businesses in this sector are the first ones who should be committed to achieving the common good. The responsibilities of companies is great, also in the tourist area, and to take advantage of the billion opportunities they need to be aware of this. The final objective should not be profit as much as offering travelers accessible roads to achieving the experience they are looking for. And businesses have to do this with respect for people and the environment. It is important not to lose awareness of people's faces. Tourists cannot be reduced only to a statistic or a source of revenue. Forms of tourist business need to be implemented that are studied with and for individuals and invest in individuals and sustainability so as to offer work opportunities in respect for our common home.

4. At the same time, governments have to guarantee respect for the laws and create new ones that can protect the dignity of individuals, communities and the territory. A resolute attitude is essential. Also in the tourist area, the civil authorities of the different countries need to have shared strategies to create globalized socioeconomic networks in favor of local communities and travelers in order to take positive advantage of the billion opportunities offered by the interaction.

5. From this viewpoint, also the local communities are called to open up their borders to welcome those who come from other countries moved by a thirst for knowledge, a unique occasion for reciprocal enrichment and common growth. Giving hospitality enables the environmental, social and cultural potentialities to bear fruit, to create new jobs, to develop one's identity, and to bring out the value of the territory. A billion opportunities for progress, especially for countries that are still developing. To increase tourism, especially in its most responsible forms, makes it possible to head towards the future strong with one's specificity, history and culture. Generating income and promoting the specific heritage can reawaken that sense of pride and self-esteem useful for strengthening the host communities' dignity, but care is always needed to not betray the territory, traditions and identity in favor of the tourists.2 It is in the local communities where there can grow “a greater sense of responsibility, a strong sense of community, a readiness to protect others, a spirit of creativity and a deep love for the land. They are also concerned about what they will eventually leave to their children and grandchildren” (Laudato si’, No. 179).

6. One billion tourists, if well received, can become an important source of well-being and sustainable development for the entire planet. Moreover, the globalization of tourism leads to the rise of an individual and collective civic sense. Each traveler, by adopting a more correct criterion for moving around the world, becomes an active part in safeguarding the earth. One individual's effort multiplied by a billion becomes a great revolution.

On a voyage, a desire for authenticity is also hidden which is realized in the spontaneity of relations and getting involved in the communities visited. The need is growing to get away from the virtual, which is so capable of creating distances and impersonal acquaintances, and to rediscover the genuineness of an encounter with others. The economy of sharing can also build a network through which humanity and fraternity increase and can generate a fair exchange of goods and services.

7. Tourism also represents a billion opportunities for the Church's evangelizing mission. “Nothing genuinely human fails to raise an echo in their hearts” (Second Vatican Council, Gaudium et spes, No. 1). First of all, it is important for the Church to accompany Catholics with liturgical and formative proposals. She should also illuminate those who during the experience of traveling open their hearts and ask themselves questions and in this way make a real first proclamation of the Gospel. It is essential for the Church to go forth and be close to travelers in order to offer an appropriate and individual answer to their inner search. By opening her heart to others, the Church makes a more authentic encounter with God possible. With this goal, hospitality by the parish communities and the religious formation of tourist personnel should be enhanced.

The Church's task is also to educate to living free time. The Holy Father reminds us that “Christian spirituality incorporates the value of relaxation and festivity. We tend to demean contemplative rest as something unproductive and unnecessary, but this is to do away with the very thing which is most important about work: its meaning. We are called to include in our work a dimension of receptivity and gratuity, which is quite different from mere inactivity” (Laudato si’, No. 237).

Moreover, we should not forget Pope Francis' convocation to celebrate the Holy Year of Mercy.3 We have to ask ourselves how the pastoral care of tourism and pilgrimages can be an area to “experience the love of God who consoles, pardons, and instils hope” (Misericordiae vultus, No. 3). A particular sign of this jubilee time will undoubtedly be the pilgrimage (Cf. Misericordiae vultus, No. 14).

Faithful to her mission and starting from the conviction that “we also evangelize when we attempt to confront the various challenges which can arise”,4 the Church cooperates in making tourism a means for the development of peoples, especially the most disadvantaged ones, and setting in motion simple but effective projects. However, the Church and institutions should always be vigilant to prevent a billion opportunities from becoming a billion dangers by cooperating in the safeguard of personal dignity, workers' rights, cultural identity, respect for the environment, and so on.

8. One billion opportunities also for the environment: “The entire material universe speaks of God’s love, his boundless affection for us. Soil, water, mountains: everything is, as it were, a caress of God” (Laudato si’, No. 84). Between tourism and the environment there is a close interdependency. The tourist sector, by taking advantage of the natural and cultural riches, can promote their conservation or, paradoxically, their destruction. In this relationship, the Encyclical Laudato si’ appears to be a good traveling companion.

Many times we pretend we do not see the problem. “Such evasiveness serves as a license to carrying on with our present lifestyles and models of production and consumption” (Laudato si’, No. 59). By acting not as masters but with “responsible stewardship” (Laudato si’, No. 116), each one has his or her obligations that must be made concrete in precise actions that range from specific, coordinated legislation down to simple everyday actions,5 passing through appropriate educational programs and sustainable and respectful tourist projects. Everything has its importance,6 but a change in lifestyles and attitudes is necessary and surely more important. “Christian spirituality proposes a growth marked by moderation and the capacity to be happy with little” (Laudato si’, No. 222).

9. The tourism sector can be an opportunity, indeed, one billion opportunities for building roads to peace too. Encounter, exchange and sharing favor harmony and understanding.

There are one billion occasions to transform a voyage into an existential experience. One billion possibilities to become the makers of a better world, aware of the riches contained in every traveler's suitcase. One billion tourists, one billion opportunities to become “instruments of God our Father, so that our planet might be what he desired when he created it and correspond with his plan for peace, beauty and fullness” (Laudato si’, No. 53).

Vatican City, June 24, 2015

Antonio Maria Cardinal Vegliò
President

+ Joseph Kalathiparambil
Secretary

_____________________

1 FRANCIS, Encyclical Letter Laudato si’ on care for our common home, May 24, 2015.

2 To prevent this from happening, “Tourism activity should be planned in such a way as to allow traditional cultural products, crafts and folklore to survive and flourish, rather than causing them to degenerate and become standardized” (World Tourism Organization, Global Code of Ethics for Tourism, October 1, 1999, art. 4, §4).

3 FRANCIS, Bull Misericordiae vultus of indiction of the Extraordinary Jubilee of Mercy, April 11, 2015.

4 FRANCIS, Apostolic Exhortation Evangelii gaudium, November 24, 2013, No. 61.

5There is a nobility in the duty to care for creation through little daily actions, and it is wonderful how education can bring about real changes in lifestyle. Education in environmental responsibility can encourage ways of acting which directly and significantly affect the world around us, such as avoiding the use of plastic and paper, reducing water consumption, separating refuse, cooking only what can reasonably be consumed, showing care for other living beings, using public transport or car-pooling, planting trees, turning off unnecessary lights, or any number of other practices. All of these reflect a generous and worthy creativity which brings out the best in human beings. Reusing something instead of immediately discarding it, when done for the right reasons, can be an act of love which expresses our own dignity” (Laudato si’, No. 211).

6We must not think that these efforts are not going to change the world. They benefit society, often unbeknown to us, for they call forth a goodness which, albeit unseen, inevitably tends to spread” (Laudato si’, No. 212).

[01154-EN.01] [Original text: English]

Testo in lingua francese

«Un milliard de touristes, un milliard d’opportunités»

1. C’est en 2012 que la barrière symbolique d’un milliard d’arrivées touristiques internationales a été dépassée. Actuellement, les chiffres sont en progression constante et les prévisions estiment que la barre des deux milliards sera franchie en 2030. Il faut ajouter à ces données les chiffres encore plus élevés liés au tourisme local.

Pour la Journée Mondiale du Tourisme, nous souhaitons nous concentrer sur les opportunités et sur les défis soulevés par ces statistiques et c’est pourquoi nous faisons nôtre le thème proposé par l’Organisation Mondiale du Tourisme : «Un milliard de touristes, un milliard d’opportunités».

Cette croissance lance un défi à tous les secteurs concernés par ce phénomène global: touristes, entreprises, gouvernements et communautés locales. Et, bien sûr, à l’Eglise aussi. Le milliard de touristes doit nécessairement être considéré surtout dans son milliard d’opportunités.

Ce message est rendu public quelques jours après la présentation de l’Encyclique Laudato si’ du Pape François, consacrée à la sauvegarde de la maison commune.1 C’est un texte que nous devons tenir en forte considération car elle offre d’importantes lignes directrices à suivre quant à l’attention accordée au monde du tourisme.

2. Nous vivons une phase de mutation, où la façon de se déplacer change et, en conséquence, l’expérience du voyage aussi. Ceux qui partent vers des pays différents du leur le font avec le désir, plus ou moins conscient, de réveiller la partie plus intime d’eux-mêmes à travers la rencontre, le partage et la comparaison. Le touriste est toujours davantage à la recherche d’un contact direct avec ce qui est différent sous son aspect extraordinaire.

Le concept classique de «touriste» s’est désormais affaibli au profit de celui de «voyageur» qui s’est renforcé, c’est-à-dire celui qui ne se limite pas à visiter un lieu mais qui, en quelque sorte, en devient partie intégrante. Le «citoyen du monde» est né. Non plus voir mais appartenir, non plus jouer aux curieux mais vivre, non plus analyser mais adhérer. Non sans le respect de tout cela et de ceux que l’on rencontre.

Dans sa dernière encyclique, le Pape François nous invite à nous approcher de la nature avec le sens de l’«ouverture à l’étonnement et à l’émerveillement», en parlant «le langage de la fraternité et de la beauté de notre relation avec le monde» (Laudato si’, n° 11). Telle est la juste approche à adopter à l’égard des lieux et des peuples visités. Telle est la voie à suivre pour saisir un milliard d’opportunités et de les faire fructifier davantage encore.

3. Les entreprises du secteur sont les premières à devoir s’engager dans la réalisation du bien commun. La responsabilité des entreprises est grande, dans le domaine touristique aussi, et, pour réussir à exploiter le milliard d’opportunités il est nécessaire qu’elles en soient conscientes. L’objectif final ne doit pas être tant le gain que l’offre proposée aux voyageurs de voies à parcourir pour atteindre le vécu dont il est en quête. Ceci, les entreprises doivent le faire dans le respect des personnes et de l’environnement. Il est important de ne pas perdre la conscience des visages. On ne peut pas réduire les touristes à une statistique ou à une source de revenus. Il faut mettre en œuvre des formes de business touristique étudiées avec et pour les individus, en investissant sur les personnes et sur la durabilité, afin d’obtenir aussi des opportunités d’emploi dans le respect de la maison commune.

4. En même temps, les gouvernants doivent garantir le respect des lois et en créer de nouvelles capables de protéger la dignité des individus, des communautés et du territoire. Une attitude résolue est indispensable. Dans le domaine touristique aussi, les autorités civiles des différents pays doivent penser à des stratégies communes pour créer des réseaux socioéconomiques globalisés en faveur des communautés locales et des voyageurs, afin d’exploiter positivement le milliard d’opportunités offertes par l’interaction.

5. Dans cette optique, les communautés locales sont, elles aussi, appelées à ouvrir leurs frontières à l’accueil de ceux qui arrivent d’autres pays, poussés par la soif de connaissance. Une occasion unique pour l’enrichissement réciproque et la croissance commune. Accorder l’hospitalité permet de faire exploiter les potentialités environnementales, sociales et culturelles, de créer de nouveaux emplois, de développer son identité et de mettre en valeur le territoire. Un milliard d’opportunités pour le progrès, surtout pour les pays encore en voie de développement. Développer le tourisme, en particulier, sous ses formes les plus responsables, permet de s’orienter vers l’avenir en étant fort de sa propre spécificité, de son histoire et de sa culture. Engendrer des revenus et promouvoir son patrimoine spécifique permet de réveiller ce sens de la fierté et de l’estime de soi utile pour renforcer la dignité des communautés d’accueil, tout en demeurant attentif à ne pas trahir le territoire, les traditions et l’identité en faveur des touristes.2 C’est dans les communautés locales que l’on peut «susciter une plus grande responsabilité, un fort sentiment communautaire, une capacité spéciale de protection et une créativité plus généreuse, un amour profond pour sa terre ; là aussi, on pense à ce qu’on laisse aux enfants et aux petits-enfants» (Laudato si’, n° 179).

6. Un milliard de touristes, s’il est bien accueilli, peut se transformer en une importante source de bien-être et de développement durable pour la planète tout entière. La mondialisation du tourisme conduit, en outre, à la naissance d’un sens civique individuel et collectif. Chaque voyageur, en adoptant un critère plus correct pour visiter le monde, devient partie active dans la protection de la Terre. L’effort de l’individu multiplié par un milliard devient une grande révolution.

Le voyage renferme également un désir qui se concrétise dans l’immédiateté des rapports, dans le fait de s’ouvrir et de participer à la vie des communautés visitées. Il naît un besoin de s’éloigner du monde virtuel, tellement capable de créer des distances et des connaissances impersonnelles et de redécouvrir l’authenticité de la rencontre avec l’autre. Et l’économie du partage est en mesure de tisser un réseau à travers lequel se développent l’humanité et la fraternité, capables d’engendrer un échange équitable de biens et de services.

7. Le tourisme représente aussi un milliard d’opportunités pour la mission évangélisatrice de l’Eglise. «Il n’est rien de vraiment humain qui ne trouve écho dans leur cœur » (Concile Vatican II, Gaudium et spes, n° 1). En premier lieu, il est important qu’elle accompagne les catholiques par des propositions de liturgie et de formation. Elle doit également éclairer ceux qui, dans l’expérience du voyage, ouvrent leur cœur et s’interrogent, en réalisant ainsi une véritable première annonce de l’Evangile. Il est indispensable que l’Eglise sorte et se fasse proche des voyageurs pour offrir une réponse adéquate et individuelle à leur recherche intérieure ; en ouvrant son cœur à l’autre, l’Eglise rend possible une rencontre plus authentique avec Dieu. A cette fin, il faudrait approfondir l’accueil de la part des communautés paroissiales et la formation religieuse du personnel touristique.

La tâche de l’Eglise est également d’éduquer à vivre le temps libre. Le Saint-Père nous rappelle que «la spiritualité chrétienne intègre la valeur du loisir et de la fête. L’être humain tend à réduire le repos contemplatif au domaine de l’improductif ou de l’inutile, en oubliant qu’ainsi il retire à l’œuvre qu’il réalise le plus important : son sens. Nous sommes appelés à inclure dans notre agir une dimension réceptive et gratuite, qui est différente d’une simple inactivité» (Laudato si’, n° 237).

En outre, nous ne devrions pas oublier la convocation du Pape François à célébrer l’Année Sainte de la Miséricorde.3 Nous devons nous interroger sur la façon dont la pastorale du tourisme et des pèlerinages peut être un milieu pour «faire l’expérience de l’amour de Dieu qui console, qui pardonne et qui donne l’espérance» (Misericordiae vultus, n° 3). Le pèlerinage sera sans aucun doute le signe particulier de ce temps jubilaire (cf. Misericordiae vultus, n° 14).

Fidèle à sa mission et partant de la conviction que «nous évangélisons aussi quand nous cherchons à affronter les différents défis qui se présentent»,4 l’Eglise collabore à faire du tourisme un moyen pour le développement des peuples, particulièrement de ceux qui sont les plus défavorisés, en mettant en œuvre des projets simples mais efficaces. L’Eglise et les institutions doivent cependant être toujours vigilants afin d’éviter qu’un milliard d’opportunité ne devienne un milliard de risques, en collaborant à la sauvegarde de la dignité personnelle, des droits des travailleurs, de l’identité culturelle, du respect de l’environnement, etc.

8. Un milliard d’opportunités aussi pour l’environnement. «Tout l’univers matériel est un langage de l’amour de Dieu, de sa tendresse démesurée envers nous. Le sol, l’eau, les montagnes, tout est caresse de Dieu» (Laudato si’, n° 84). Il existe entre le tourisme et l’environnement une étroite interdépendance. Le secteur touristique, profitant des richesses naturelles et culturelles, peut promouvoir leur conservation ou, paradoxalement, leur destruction. Dans ce rapport, l’encyclique Laudato si’ se présente comme une bonne compagne de voyage.

Tant de fois, nous faisons semblant de ne pas voir le problème. «Ce comportement évasif nous permet de continuer à maintenir nos styles de vie, de production et de consommation » (Laudato si’, n° 59). En agissant non pas en maître mais en «administrateur responsable» (Laudato si’, n. 116), chacun a ses propres obligations qui doivent se concrétiser en actions précises, qui vont d’une législation spécifique et coordonnée à de simples gestes quotidiens,5 en passant par des programmes éducatifs appropriés et par des projets touristiques durables et respectueux. Tout a son importance.6 Mais un changement au niveau des styles de vie et des comportements est nécessaire et, même certainement plus important. «La spiritualité chrétienne propose une croissance par la sobriété, et une capacité de jouir avec peu» (Laudato si’, n° 222).

9. Le secteur touristique peut être une opportunité, et même constituer aussi un milliard d’opportunités pour construire des routes de paix. La rencontre, l’échange et le partage favorisent l’harmonie et la concorde.

Un milliard d’occasions pour transformer le voyage en expérience existentielle. Un milliard de possibilités pour devenir les artisans d’un monde meilleur, conscients de la richesse que renferme la valise de chaque voyageur. Un milliard de touristes, un milliard d’opportunités pour devenir « les instruments de Dieu le Père pour que notre planète soit ce qu’il a rêvé en la créant, et pour qu’elle réponde à son projet de paix, de beauté et de plénitude» (Laudato si’, n° 53).

Cité du Vatican, 24 juin 2015

Antonio Maria Card. Vegliò
Président

+ Joseph Kalathiparambil
Secrétaire

____________________

1 François, Lettre Encyclique Laudato si’ sur la sauvegarde de la maison commune, 24 mai 2015.

2 Pour éviter que cela n’arrive, «l’activité touristique doit être conçue de manière à permettre la survie et l’épanouissement des productions culturelles et artisanales traditionnelles ainsi que du folklore, et non à provoquer leur standardisation et leur appauvrissement» (Organisation Mondiale du Tourisme, Code Mondial d’Ethique du Tourisme, 1er octobre 1999, art. 4 § 4).

3 François, Bulle Misericordiae vultus d’indiction du Jubilé Extraordinaire de la Miséricorde, 11 avril 2015.

4 François, Exhortation apostolique Evangelii gaudium, 24 novembre 2013, n° 61.

5 «Accomplir le devoir de sauvegarder la création par de petites actions quotidiennes est très noble, et il est merveilleux que l’éducation soit capable de les susciter jusqu’à en faire un style de vie. L’éducation à la responsabilité environnementale peut encourager divers comportements qui ont une incidence directe et importante sur la préservation de l’environnement tels que : éviter l’usage de matière plastique et de papier, réduire la consommation d’eau, trier les déchets, cuisiner seulement ce que l’on pourra raisonnablement manger, traiter avec attention les autres êtres vivants, utiliser les transports publics ou partager le même véhicule entre plusieurs personnes, planter des arbres, éteindre les lumières inutiles. Tout cela fait partie d’une créativité généreuse et digne, qui révèle le meilleur de l’être humain. Le fait de réutiliser quelque chose au lieu de le jeter rapidement, parce qu’on est animé par de profondes motivations, peut être un acte d’amour exprimant notre dignité» (Laudato si’, n° 211).

6 «Il ne faut pas penser que ces efforts ne vont pas changer le monde. Ces actions répandent dans la société un bien qui produit toujours des fruits au-delà de ce que l’on peut constater, parce qu’elles suscitent sur cette terre un bien qui tend à se répandre toujours, parfois de façon invisible» (Laudato si’, n° 212).

[01154-FR.01] [Texte original: Français]

Testo in lingua tedesca

“Eine Milliarde Touristen, eine Milliarde Möglichkeiten”

1. Im Jahre 2012 wurde zum ersten Mal die symbolische Hürde von einer Milliarde ausländischer Touristen überwunden. Und die Zahlen steigen unaufhaltsam sodass die Vorhersagen davon ausgehen, dass das neue Ziel von zwei Milliarden im Jahr 2030 erreicht werden wird. Hinzu kommen die noch darüber liegenden Zahlen im Inlandstourismus.

Zum Welttag des Tourismus wollen wir uns auf die Möglichkeiten und die Herausforderungen konzentrieren, die diese Statistiken mit sich bringen, und darum machen wir uns das Thema zu Eigen, das die Welttourismusorganisation vorschlägt: “Eine Milliarde Touristen, eine Milliarde Möglichkeiten”.

Dieses Wachstum bedeutet eine Herausforderung für alle Bereiche, die von diesem globalen Phänomen betroffen sind: die Touristen, Unternehmen, Regierungen und lokalen Gemeinden. Und ganz sicher auch für die Kirche. Eine Milliarde Touristen muss unbedingt vor allem im Sinne von einer Milliarde Gelegenheiten betrachtet werden.

Die vorliegende Botschaft wird nur wenige Tage nach der Vorstellung der Enzyklika Laudato si’ von Papst Franziskus veröffentlicht, die der Sorge für das gemeinsame Haus gewidmet ist.1 Es handelt sich um einem Text, dem wir ganz besondere Aufmerksamkeit widmen müssen, denn er enthält wichtige Richtlinien, die wir bei unserer Beschäftigung mit der Welt des Tourismus zu beachten haben.

2. Wir befinden uns in einer Phase des Wandels, es ändert sich die Art zu reisen und damit auch das Erlebnis der Reise. Wer in Länder reist, die sich von dem eigenen unterscheiden, tut dies in dem mehr oder minder bewussten Wunsch, durch die Begegnung, den Austausch und den Vergleich den verborgensten Teil seines Ichs aufzuwecken. Der Tourist ist immer auf der Suche nach einem direkten Kontakt mit dem Anderen in seiner Einzigartigkeit.

Das klassische Konzept des “Touristen” verliert an Bedeutung, stattdessen hat sich der Begriff des “Reisenden” verstärkt, das ist einer, dem es nicht genügt einen Ort zu besichtigen, sondern der in gewisser Weise ein integraler Bestandteil davon wird. Der “Weltbürger” ist geboren. Nicht mehr schauen, sondern dazugehören, nicht umherschlendern, sondern erleben, nicht mehr analysieren sondern teilhaben. Voller Respekt vor den Dingen und Personen, denen man begegnet.

In der letzten Enzyklika hat uns Papst Franziskus dazu aufgefordert, uns der Natur offen “für das Staunen und das Wundern” zu nähern und “die Sprache der Brüderlichkeit und der Schönheit unserer Beziehung zur Welt zu sprechen (Laudato si’, Nr. 11). Dies ist die richtige Einstellung gegenüber den Orten und den Völkern, die wir besuchen. Und dies ist der Weg, um eine Milliarde Gelegenheiten zu ergreifen und aus ihnen möglichst großen Nutzen zu ziehen.

3. Die Unternehmen in diesem Bereich sind die ersten, die sich Im Interesse des Allgemeinwohls engagieren müssen. Die Verantwortung der Unternehmen ist groß, auch im Bereich des Tourismus, und um eine Milliarde Möglichkeiten auszunutzen, muss man sich ihrer bewusst sein. Das Endziel darf nicht der Gewinn sein, sondern das Anbieten möglicher Wege, wie der Reisende, das Erleben finden kann, das er sucht. Die Unternehmen müssen dies im Respekt vor den Personen und vor der Umwelt tun. Es ist wichtig, nicht das Bewusstsein für die Menschen zu verlieren. Die Touristen dürfen nicht zu einer Statistik oder zu einer Einnahmequelle verkommen. Für das Geschäft mit den Touristen müssen Formen gefunden werden, die mit und für das Individuum entwickelt werden und dabei auf die Einzelnen und auf die Nachhaltigkeit setzen, damit auch Arbeitsmöglichkeiten im Respekt für das gemeinsame Haus angeboten werden.

4. Gleichzeitig müssen die Regierungen das Einhalten der Gesetze garantieren und neue Gesetze zum Schutz der Würde der Person, der Gemeinden und des Territoriums schaffen. Eine entschlossene Haltung ist unerlässlich. Auch im Bereich des Tourismus müssen die Behörden der verschiedenen Länder gemeinsame Strategien entwickeln, um globalisierte soziale und wirtschaftliche Netzwerke zugunsten der lokalen Gemeinden und der Reisenden zu entwickeln, damit die durch ihr Zusammenspiel gebotenen Milliarde Gelegenheiten positiv genutzt werden können.

5. In diesem Zusammenhang werden auch die lokalen Gemeinden aufgefordert, ihre Grenzen zu öffnen, um all jene zu empfangen, die getrieben von ihrem Wissensdurst aus anderen Ländern kommen. Eine einzigartige Gelegenheit zu gegenseitiger Bereicherung und zu gemeinsamem Wachstum. Gastfreundschaft anbieten eröffnet Möglichkeiten, das ökologische, soziale und kulturelle Potential auszuschöpfen, neue Arbeitsplätze zu schaffen, die eigene Identität zu entwickeln und das Territorium zu erschließen. Eine Milliarde Gelegenheiten für den Fortschritt vor allem in den Entwicklungsländern. Wachstum für den Tourismus, vor allem für den verantwortungsvollen Tourismus, erlaubt es, den Weg in die Zukunft im Bewusstsein der eigenen geschichtlichen und kulturellen Besonderheit einzuschlagen. Die Schaffung von Einkommen und die Förderung ihres einzigartigen Erbes gestatten es, Stolz und Selbstwertgefühl zu wecken und das Würdegefühl der Gastgemeinde zu stärken, wobei jedoch darauf zu achten ist, das Territorium, die Traditionen und die Identität nicht zugunsten der Touristen zu verraten.2 In den lokalen Gemeinden “können sich eine große Verantwortlichkeit, ein starker Gemeinschaftssinn, eine besondere Fähigkeit zur Umsicht, eine großherzige Kreativität und eine herzliche Liebe für das eigene Land bilden, wie man an das denkt, was man seien Kindern und Enkeln hinterlässt” (Laudato si’, Nr. 179).

6. Eine Milliarde Touristen, die freundliche Aufnahme finden, können zu einer wichtigen Quelle des Wohlstands und der nachhaltigen Entwicklung des ganzen Planeten werden. Die Globalisierung des Tourismus führt darüber hinaus zu einem individuellen und kollektiven bürgerlichen Bewusstsein. Jeder Reisende, der bei seinen Reisen in die Welt ein korrekteres Verhalten annimmt, nimmt aktiv Teil am Schutz der Erde. Das Bemühen des Einzelnen multipliziert mit einer Milliarde ergibt eine große Revolution.

Im Reisen verbirgt sich auch ein Wunsch nach Echtheit, der in der Unmittelbarkeit der Beziehungen und einer aktiven Teilnahme am Leben der besuchten Gemeinde äußert. So entsteht das Bedürfnis, sich von der virtuellen Welt zu entfernen, die so gut darin ist, Abstand und unpersönliche Kenntnisse zu schaffen, und die Echtheit einer Begegnung mit dem andern neu zu entdecken. Und die sharing economy ist in der Lage, ein Netz zu schaffen, in dem Menschlichkeit und Brüderlichkeit wachsen können, die in der Lage sind, einen gerechten Austausch von Gütern und Dienstleistungen zu entwickeln.

7. Der Tourismus bietet auch für die Mission der Evangelisierung der Kirche eine Milliarde Gelegenheiten. “Und es gibt nichts wahrhaft Menschliches, das nicht in ihren Herzen seinen Widerhall fände” (Zweites Vatikanischen Konzil, Gaudium et spes, Nr. 1). Wichtig ist zunächst einmal, dass sie die Katholiken mit liturgischen und Weiterbildungsangeboten begleitet. Sie muss auch denjenigen erleuchten, dem die Erfahrung der Reise das Herz öffnet und der sich Fragen stellt, und für ihn eine wahrhaftige erste Verkündigung des Evangeliums realisiert. Es ist unerlässlich, dass die Kirche hinausgeht und den Reisenden nahe ist, um ihnen auf ihre innere Suche eine angemessene und persönliche Antwort zu geben; indem die Kirche ihr Herz dem andern öffnet, macht sie eine wahrhaftigere Begegnung mit Gott möglich. Mit diesem Ziel sollten die Pfarrgemeinden ihre Aufnahmebereitschaft und die religiöse Fortbildung der Beschäftigten im Tourismus intensivieren.

Aufgabe der Kirche ist es auch, dazu zu erziehen, die Freizeit zu leben. Der Heilige Vater erinnert uns daran, dass “die christliche Spiritualität den Wert der Muße und des Festes einbezieht. Der Mensch neigt dazu, die kontemplative Ruhe auf den Bereich des Unfruchtbaren und Unnötigen herabzusetzen und vergisst dabei, dass man so dem Werk, das man vollbringt, das Wichtigste nimmt: seinen Sinn. Wir sind berufen, in unser Handeln eine Dimension der Empfänglichkeit und der Unentgeltlichkeit einzubeziehen, die etwas anderes ist als bloßes Nichtstun” (Laudato si’, Nr. 237).

Wir dürfen auch den Aufruf von Papst Franziskus, das Jubiläum der Barmherzigkeit zu feiern, nicht vergessen.3 Wir müssen uns fragen, wie die Seelsorge des Tourismus und der Wallfahrten zu einem Bereich werden kann, um “die tröstende Liebe Gottes zu erfahren, welcher vergibt und Hoffnung schenkt (Misericordiae vultus, Nr. 3). Ein besonderes Zeichen dieser Jubiläumszeit wird ohne Zweifel die Wallfahrt sein (vgl. Misericordiae vultus, Nr. 14).

Getreu ihrer Mission und ausgehend von der Überzeugung dass wir auch dann “evangelisieren, wenn wir versuchen, uns den verschiedenen Herausforderungen zu stellen, die auftauchen können”,4 trägt die Kirche dazu bei, aus dem Tourismus durch die Entwicklung einfacher, aber wirksamer Projekte ein Instrument zur Entwicklung der Völker, insbesondere der besonders benachteiligten, zu machen. Die Kirche und die Institutionen müssen jedoch immer wachsam sein, um zu verhindern dass aus einer Milliarde Möglichkeiten eine Milliarde Gefahren werden, und aktiv zum Schutz der persönlichen Würde, der Rechte am Arbeitsplatz, der kulturellen Identität, zum Umweltschutz usw. beitragen.

8. Eine Milliarde Möglichkeiten auch für die Umwelt. “Das ganze materielle Universum ist ein Ausdruck der Liebe Gottes, seiner grenzenlosen Zärtlichkeit uns gegenüber. Der Erdboden, das Wasser, die Berge – alles ist eine Liebkosung Gottes” (Laudato si’, Nr. 84). Tourismus und Umwelt sind innigst miteinander verbunden. Der Bereich Tourismus kann durch die Nutzung ihres natürlichen und kulturellen Reichtums die Umwelt erhalten oder paradoxerweise zerstören In dieser Beziehung stellt die Laudato sì eine gute Reisegefährtin dar.

Oft tun wir, als sähen wir das Problem nicht. “Diese ausweichende Haltung dient uns, unseren Lebensstil und unsere Produktions- und Konsumgewohnheiten beizubehalten” (Laudato si’, Nr. 59). Wenn man nicht als Herr, sondern als “verantwortlicher Verwalter” handelt (Laudato si’, Nr. 116), kommt jeder seinen jeweiligen Pflichten nach, die sich in präzisen Handlungen ausdrücken und von einer besonderen, und koordinierten Gesetzgebung bis zu einfachen alltäglichen Gesten,5 über geeignete Erziehungsprogramme und nachhaltige und umweltschützende Projekte reichen. Alles ist wichtig.6 Aber eine Änderung des Lebensstils und in den Einstellungen ist notwendig und sicher noch wichtiger. “Die christliche Spiritualität schlägt ein anderes Verständnis von Lebensqualität und eine Fähigkeit vor, sich an Wenigem zutiefst zu freuen (Laudato si’, Nr. 222).

9. Der touristische Sektor kann eine Möglichkeit, oder besser, eine Milliarde Möglichkeiten bieten, Straßen zum Frieden zu bauen. Die Begegnung, der Austausch und das gemeinschaftliche Handeln fördern die Harmonie und die Eintracht.

Eine Milliarde Gelegenheiten, aus einer Reise eine Erfahrung für das Leben zu machen. Eine Milliarde Möglichkeiten, im Bewusstseins des Reichtums, der im Koffer eines jeden Reisenden ruht, Schöpfer einer besseren Welt zu werden, “die Werkzeuge Gottes des Vaters zu sein, damit unser Planet das sei, was Er sich erträumte, als Er ihn erschuf, und seinem Plan des Friedens, der Schönheit und der Fülle entspreche” (Laudato si’, Nr. 53).

Vatikanstadt, am 24 Juni 2015

Antonio Maria Card. Vegliò
Präsident

+ Joseph Kalathiparambil
Sekretär

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1 Franziskus, Enzyklika Laudato si’ über die Sorge für das gemeinsame Haus, 24. Mai 2015.

2 Um dies zu vermeiden sollte “die touristische Aktivität so geplant werden, dass traditionelle kulturelle Produkte, das Handwerk und die Folklore überleben und fiorieren können und dadurch nicht degeneriert und standardisiert werden” (Weltorganisation des Tourismus, Globaler Ethik-Kodex für den Tourismus, 1. Oktober 1999, Art. 4 § 4).

3 Franziskus, Bulle Misericordiae vultus zur Verkündigung des außerordentlichen Jubiläums der Barmherzigkeit, 11. April 2015.

4 Franziskus, Apostolisches Schreiben Evangelii gaudium, 24. November 2013, Nr. 61.

5Es ist sehr nobel, es sich zur Pflicht zu machen, mit kleinen alltäglichen Handlungen für die Schöpfung zu sorgen, und es ist wunderbar, wenn die Erziehung imstande ist, dazu anzuregen, bis es zum Lebensstil wird. Die Erziehung zur Umweltverantwortung kann verschiedene Verhaltensweisen fördern, die einen unmittelbaren und bedeutenden Einfluss auf den Umweltschutz haben, wie die Vermeidung des Gebrauchs von Plastik und Papier, die Einschränkung des Wasserverbrauchs, die Trennung der Abfälle, nur so viel zu kochen, wie man vernünftigerweise essen kann, die anderen Lebewesen sorgsam zu behandeln, öffentliche Verkehrsmittel zu benutzen oder ein Fahrzeug mit mehreren Personen zu teilen, Bäume zu pflanzen, unnötige Lampen auszuschalten. All das gehört zu einer großherzigen und würdigen Kreativität, die das Beste des Menschen an den Tag legt. Etwas aus tiefen Beweggründen wiederzuverwerten, anstatt es schnell wegzuwerfen, kann eine Handlung der Liebe sein, die unsere eigene Würde zum Ausdruck bringt” (Laudato si’, Nr. 211).

6Man soll nicht meinen, dass diese Bemühungen die Welt nicht verändern. Diese Handlungen verbreiten Gutes in der Gesellschaft, das über das Feststellbare hinaus immer Früchte trägt, denn sie verursachen im Schoß dieser Erde etwas Gutes, das stets dazu neigt, sich auszubreiten, manchmal unsichtbar” (Laudato si’, Nr. 212).

[01154-DE.01] [Originalsprache: Deutsch]

Testo in lingua spagnola

“Mil millones de turistas, mil millones de oportunidades”

1. Fue en el 2012 cuando se superó la barrera simbólica de mil millones de llegadas turísticas internacionales. Y los números siguen creciendo, tanto que las previsiones estiman que en el 2030 se alcanzará el nuevo objetivo de dos mil millones. A estos datos se deben sumar las cifras aún más elevadas referidas al turismo local.

Para la Jornada Mundial del Turismo queremos centrarnos en las oportunidades y los desafíos planteados por estas estadísticas, y por ello hacemos nuestro el tema que propone la Organización Mundial del Turismo: “Mil millones de turistas, mil millones de oportunidades”.

Dicho crecimiento plantea un desafío a todos los sectores implicados en este fenómeno global: turistas, empresas, gobiernos y comunidades locales. Y, ciertamente, también a la Iglesia. Los mil millones de turistas deben ser necesariamente considerados sobre todo como mil millones de oportunidades.

El presente mensaje se hace público a los pocos días de la presentación de la encíclica Laudato si’ del papa Francisco, dedicada al cuidado de la casa común.1 Es un texto que debemos tomar en gran consideración, ya que ofrece importantes directrices a seguir en nuestra atención al mundo del turismo.

2. Estamos en una fase de transformaciones, en la que cambia el modo de desplazarse y, en consecuencia, también la experiencia del viaje. Quien se traslada a un país distinto del suyo, lo hace con el deseo, consciente o inconsciente, de despertar la parte más recóndita de sí a través del encuentro, el compartir y el intercambio. El turista busca cada vez más un contacto directo con lo diverso en su singularidad.

Se ha debilitado el concepto clásico de “turista” al tiempo que se ha fortalecido el de “viajero”, es decir, aquél que no se limita a visitar un lugar, sino que, de alguna manera, se convierte en parte integrante del mismo. Ha nacido el “ciudadano del mundo”. Ya no ver sino pertenecer, no curiosear sino vivir, ya no analizar sino unirse. No sin respeto por lo que y a quien se encuentra.

En la última encíclica, el papa Francisco nos invita a acercarnos a la naturaleza con “apertura al estupor y a la maravilla”, hablando “el lenguaje de la fraternidad y de la belleza en nuestra relación con el mundo” (Laudato si’, n. 11). Ese es el acercamiento correcto que hay que adoptar ante los lugares y los pueblos visitados. Este es el camino para aprovechar las mil millones de oportunidades y hacerlas fructificar aún más.

3. Las empresas del sector son las primeras que deben implicarse en la realización del bien común. La responsabilidad de las compañías es grande, también en el ámbito turístico, y para poder aprovechar las mil millones de oportunidades es necesario que sean conscientes de ello. Objetivo final no debe ser tanto el lucro cuanto la oferta al viajero de caminos transitables que le lleven a esa experiencia que está buscando. Y las empresas deben hacer esto desde el respeto a las personas y al ambiente. Es importante no perder la conciencia de los rostros. Los turistas no pueden reducirse a una simple estadística o a una fuente de ingresos. Es necesario poner en práctica formas de negocio turístico estudiadas con y para las personas, invirtiendo en los individuos y en la sostenibilidad a fin de también ofrecer oportunidades laborales desde el respeto a la casa común.

4. Al mismo tiempo, los gobiernos deben garantizar el cumplimiento de las leyes y crear otras nuevas adecuadas para la protección de la dignidad de la persona, de la comunidad y del territorio. Es esencial una actitud decidida. Incluso en el ámbito turístico, las autoridades civiles de los distintos países deben pensar en estrategias compartidas para crear redes socioeconómicas globalizadas en favor de las comunidades locales y de los viajeros, para así poder aprovechar positivamente las mil millones de oportunidades que ofrece la interacción.

5. En este contexto, también las comunidades locales están llamados a abrir sus confines a la acogida de quien llega de otros lugares movido por una sed de conocimiento. Una oportunidad única para el enriquecimiento recíproco y el crecimiento común. Ofrecer hospitalidad permite hacer fructificar las potencialidades ambientales, sociales y culturales, crear nuevos puestos de trabajo, desarrollar la propia identidad y valorizar el territorio. Mil millones de oportunidades para el progreso, especialmente para los países en vías de desarrollo. Incrementar el turismo y, en particular, en sus formas más responsables permite encaminarse hacia el futuro firmes en la propia especificidad, historia y cultura. Generar ingresos y promover el patrimonio específico permite despertar esa sensación de orgullo y autoestima útiles para reforzar la dignidad de las comunidades de acogida, que deben estar siempre atentas a no traicionar el territorio, las tradiciones y la identidad en favor de los turistas.2 Es en las comunidades locales que “se puede generar una mayor responsabilidad, un fuerte sentido comunitario, una especial capacidad de cuidado y una creatividad más generosa, un entrañable amor a la propia tierra, así como se piensa en lo que se deja a los hijos y a los nietos” (Laudato si’, n. 179).

6. Mil millones de turistas, si son adecuadamente acogidos, pueden convertirse en una importante fuente de bienestar y de desarrollo sostenible para todo el planeta. La globalización del turismo también conduce al nacimiento de un sentido cívico individual y colectivo. Cada viajero, adoptando un criterio más adecuado para recorrer el mundo, se convierte en parte activa en la protección de la Tierra. El esfuerzo de cada individuo multiplicado por mil millones se convierte en una gran revolución.

En el viaje también se esconde un deseo de autenticidad que se expresa en la inmediatez de las relaciones, en el dejarse involucrar por las comunidades visitadas. Nace la necesidad de alejarse del mundo virtual, capaz de crear distancias y conocimientos impersonales, y de redescubrir la autenticidad del encuentro con el otro. Y la economía del compartir puede tejer una red a través de la cual se acrecientan una humanidad y una fraternidad capaces de generar un intercambio equitativo de bienes y servicios.

7. El turismo representa mil millones de oportunidades también para la misión evangelizadora de la Iglesia. “Nada hay verdaderamente humano que no encuentre eco en su corazón” (Concilio Vaticano II, Gaudium et spes, n. 1). Es importante, en primer lugar, que acompañe a los católicos con propuestas litúrgicas y formativas. Debe también iluminar a quien, en la experiencia del viaje, abre su corazón y se interroga, realizando así un verdadero primer anuncio del Evangelio. Es indispensable que la Iglesia salga y se haga cercana a los viajeros para ofrecer una respuesta adecuada e personalizada a su búsqueda interior; abriendo el corazón al otro, la Iglesia hace posible un encuentro más auténtico con Dios. Con este fin se debería profundizar en la acogida por parte de las comunidades parroquiales y en la formación religiosa de personal turístico.

Tarea de la Iglesia es también educar a vivir el tiempo libre. El Santo Padre nos recuerda que “la espiritualidad cristiana incorpora el valor del descanso y de la fiesta. El ser humano tiende a reducir el descanso contemplativo al ámbito de lo infecundo o innecesario, olvidando que así se quita a la obra que se realiza lo más importante: su sentido. Estamos llamados a incluir en nuestro obrar una dimensión receptiva y gratuita, que es algo diferente de un mero no hacer” (Laudato si’, n. 237).

No deberemos olvidar la convocatoria realizada por el papa Francisco a celebrar el Año Santo de la Misericordia.3 Debemos preguntarnos sobre cómo la pastoral del turismo y de las peregrinaciones puede ser un ámbito para “experimentar el amor de Dios que consuela, que perdona y ofrece esperanza” (Misericordiae vultus, n. 3). Signo peculiar de este tiempo jubilar será sin duda la peregrinación (cf. Misericordiae vultus, n. 14).

Fiel a su misión, y partiendo de la convicción que “evangelizamos también cuando tratamos de afrontar los diversos desafíos que puedan presentarse”,4 la Iglesia colabora para hacer del turismo un medio para el desarrollo de los pueblos, especialmente de los más desfavorecidos, promoviendo proyectos simples pero eficaces. La Iglesia y las instituciones deben, sin embargo, estar siempre atentas para evitar que mil millones de oportunidades se transformen mil millones de riesgos, colaborando en la protección de la dignidad de la persona, de los derechos laborales, de la identidad cultural, del respeto del ambiente, etc.

8. Mil millones de oportunidades también para el ambiente. “Todo el universo material es un lenguaje del amor de Dios, de su desmesurado cariño hacia nosotros. El suelo, el agua, las montañas, todo es caricia de Dios” (Laudato si’, n. 84). Entre el turismo y el medio ambiente existe una estrecha interdependencia. El sector turístico, aprovechando las riquezas naturales y culturales, puede promover su conservación o, paradójicamente, su destrucción. En esta relación, la encíclica Laudato si’ aparece como una buena compañera de viaje.

Muchas veces fingimos no ver el problema. “Este comportamiento evasivo nos sirve para seguir con nuestros estilos de vida, de producción y de consumo” (Laudato si’, n. 59). Actuando no como dueño sino como “administrador responsable” (Laudato si’, n. 116), cada uno tiene sus propias obligaciones que se deben concretar en acciones precisas, que van desde una legislación específica y coordinada a simples gestos cotidianos,5 pasando por programas educativos apropiados y proyectos turísticos sostenibles y respetuosos. Todo tiene su importancia.6 Pero es necesario, y sin duda más importante, un cambio en los estilos de vida y en las actitudes. “La espiritualidad cristiana propone un crecimiento con sobriedad y una capacidad de gozar con poco” (Laudato si’, n. 222).

9. El sector turístico también puede ser una oportunidad, es más, mil millones de oportunidades para construir caminos de paz. El encuentro, el intercambio y el compartir favorecen la armonía y la concordia.

Mil millones de ocasiones para transformar el viaje en una experiencia existencial. Mil millones de posibilidades para ser artífices de un mundo mejor, conscientes de la riqueza que se encuentra en la maleta de cada viajero. Mil millones de turistas, mil millones de oportunidades para convertirse en “los instrumentos del Padre Dios para que nuestro planeta sea lo que él soñó al crearlo y responda a su proyecto de paz, belleza y plenitud” (Laudato si’, n. 53).

Ciudad del Vaticano, 24 de junio de 2015

Antonio Maria Card. Vegliò
Presidente

+ Joseph Kalathiparambil
Secretario

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1 Francisco, Carta encíclica Laudato si’ sobre el cuidado de la casa común, 24 de mayo de 2015.

2 Para evitar que esto suceda, “la actividad turística se organizará de modo que permita la supervivencia y el florecimiento de la producción cultural y artesanal tradicional, así como del folklore, y que no conduzca a su normalización y empobrecimiento” (Organización Mundial del Turismo, Código Ético Mundial para el Turismo, 1 de octubre de 1999, art. 4 § 4).

3 Francisco, Bula Misericordiae vultus de convocación del Jubileo Extraordinario de la Misericordia, 11 de abril de 2015.

4 Francisco, Exhortación apostólica Evangelii gaudium, 24 de noviembre de 2013, n. 61.

5Es muy noble asumir el deber de cuidar la creación con pequeñas acciones cotidianas, y es maravilloso que la educación sea capaz de motivarlas hasta conformar un estilo de vida. La educación en la responsabilidad ambiental puede alentar diversos comportamientos que tienen una incidencia directa e importante en el cuidado del ambiente, como evitar el uso de material plástico y de papel, reducir el consumo de agua, separar los residuos, cocinar sólo lo que razonablemente se podrá comer, tratar con cuidado a los demás seres vivos, utilizar transporte público o compartir un mismo vehículo entre varias personas, plantar árboles, apagar las luces innecesarias. Todo esto es parte de una generosa y digna creatividad, que muestra lo mejor del ser humano. El hecho de reutilizar algo en lugar de desecharlo rápidamente, a partir de profundas motivaciones, puede ser un acto de amor que exprese nuestra propia dignidad” (Laudato si’, n. 211).

6No hay que pensar que esos esfuerzos no van a cambiar el mundo. Esas acciones derraman un bien en la sociedad que siempre produce frutos más allá de lo que se pueda constatar, porque provocan en el seno de esta tierra un bien que siempre tiende a difundirse, a veces invisiblemente” (Laudato si’, n. 212).

[01154-ES.01] [Texto original: Español]

Testo in lingua portoghese

 

“Mil milhões de turistas, mil milhões de oportunidades” [*]

1. Era 2012 quando a barreira simbólica de mil milhões de chegadas turísticas internacionais foi superada. E os números, agora, continuam a aumentar de tal modo que as previsões estimam que em 2030 se alcançará a nova meta de dois mil milhões. A estes dados devem acrescentar-se cifras ainda mais altas ligadas ao turismo local.

Para o Dia Mundial do Turismo queremos concentrar-nos sobre as oportunidades e os desafios lançados por estas estatísticas e por isto faremos nosso o tema que a Organização Mundial do Turismo propõe: “Mil milhões de turistas, mil milhões de oportunidades”.

Este crescimento lança um desafio a todos os setores envolvidos neste fenômeno global: turistas, empresas, governos e comunidades locais. E, certamente, também à Igreja. O mil milhões de turistas deve necessariamente ser considerado sobretudo no seu mil milhões de oportunidades.

A presente mensagem torna-se pública há poucos dias da apresentação da encíclica Laudato si’ do Papa Francisco, sobre o cuidado da casa comum.1 É um texto que devemos ter em forte consideração porque oferece importantes linhas diretrizes a seguir na nossa atenção ao mundo do turismo.

2. Estamos numa fase de mudança, na qual muda o modo de deslocar-se e, consequentemente, também a experiênca da viagem. Quem se desloca para um país diferente do seu, fá-lo com o desejo, mais ou menos consciente, de despertar a parte mais recôndita de si através do encontro, da compartilha e do confronto. O turista está sempre mais à procura de um contato direto com o diverso na sua extraordinariedade.

Já se atenuou o conceito clássico de “turista”, ao passo que se reforçou o de “viageiro”, ou seja, daquele que não se limita a visitar um lugar, mas, de alguma forma, torna-se dele parte integrante. Nasceu o “cidadão do mundo”. Não mais ver, mas pertencer, não curiosar, mas viver, não mais analisar, mas aderir. Não sem o repeito do que ou de quem se encontra.

Na última encíclica, Papa Francisco convida-nos a nos aproximarmos da natureza com “a abertura para a admiração e o encanto, falando a língua da fraternidade e da beleza na nossa relação com o mundo” (Laudato si’, n. 11). Eis a justa abordagem a adotar em relação aos lugares e aos povos visitados. É esta a estrada para aproveitar mil milhões de oportunidades e fazê-las frutificar mais ainda.

3. As empresas do setor são as primeiras que se devem engajar na realização do bem comum. A responsabilidade das empresas é grande, também no campo turístico, e para conseguirem desfrutar o mil milhões de oportunidades é necessário que disto estejam conscientes. Objetivo final não deve ser tanto o lucro, mas a oferta ao viageiro de estradas percorríveis para alcançar aquela experiência vital de que está à procura. E isto as empresas devem fazê-lo no respeito a pessoas e ambiente. É importante não perder a consciência das feições. Os turistas não podem reduzir-se apenas a uma estatística ou a uma fonte de recursos. É necessário colocar em ação formas de business turístico com e para as pessoas, investindo nas pessoas individualmente concebidas e na sustentabilidade, de modo a oferecer também oportunidades de trabalho no respeito à casa comum.

4. Ao mesmo tempo, os Governos devem garantir o respeito às leis e adotar novas, apropriadas à tutela da dignidade das pessoas, das comunidades e do território. É indispensável uma atitude decisiva. Também no âmbito turístico, as autoridades civis dos diversos Países devem pensar em estratégias compartilhadas para criar redes socioeconômicas globalizadas a favor de comunidades locais e viageiros, de modo a desfrutar positivamente o mil milhões de oportunidades que a interação oferece.

5. Nesta ótica, também as comunidades locais são chamadas a abrir os seus confins ao acolhimento de quem chega de outros Países, movido pela sede de conhecimento. Ocasião única para o enriquecimento recíproco e o crescimento comum. Dar hospitalidade permite fazer frutificar as potencialidades ambientais, sociais e culturais, criar novos empregos, desenvolver a identidade própria e valorizar o território. Mil milhões de oportunidades para o progresso, principalmente para aqueles Países em via de desenvolvimento. Incrementar o turismo e, de modo especial, nas suas formas mais responsáveis permite encaminhar-se para o futuro fortes da própria especificidade, história e cultura. Gerar renda e promover o patrimônio específico permite despertar aquele sentido de orgulho e de auto-estima úteis a fortalecer a dignidade das comunidades hospedeiras, estando, no entanto, sempre atentos a não trair território, tradições e identidade em favor dos turistas.2 É nas comunidades locais que “é possível gerar uma maior responsabilidade, um forte sentido de comunidade, uma especial capacidade de solicitude e uma criatividade mais generosa, um amor apaixonado pela própria terra, tal como se pensa naquilo que se deixa aos filhos e netos” (Laudato si’, n. 179).

6. Mil milhões de turistas, quando bem acolhidos, podem transformar-se em fonte importante de bem-estar e de desenvolvimento sustentável para todo o Planeta. A globalização do turismo leva, além disto, ao nascimento de um sentido cívico individual e coletivo. Cada viajante, ao adotar um critério mais correto pera percorrer o mundo, torna-se parte ativa na tutela da Terra. O esforço de cada um, multiplicado por mil milhões, torna-se uma grande revolução.

Na viagem esconde-se também um desejo de autenticidade que se concretizza na forma imediata das relações, no deixar-se envolver pelas comunidades visitadas. Nasce a necessidade de afastar-se do mundo virtual, tão capaz de criar distâncias e conhecimentos impessoais, e de redescobrir a genuinidade do encontro com o outro. E a economia da compartilha tem a capacidade de tecer uma rede mediante a qual se incrementam humanidade e fraternidade capazes de gerar um intercâmbio equitativo de bens e de serviços.

7. O turismo representa mil milhões de oportunidades também para a missão evangelizadora da Igreja. “Não há realidade alguma verdadeiramente humana que não encontre eco no seu coração” (Concílio Vaticano II, Gaudium et spes, n. 1). É importante, em primeiro lugar, que acompanhe os católicos com poropostas litúrgicas e formativas. Deve também iluminar os que, na experiência da viagem, abrem o seu coração e se questionam, realizando, assim, um verdadeiro primeiro anúncio do Evangelho. É indispensável que a Igreja saia e se faça próxima aos viageiros para oferecer uma resposta apropriada e pessoal a sua busca interior; ao abrir o coração ao outro, a Igreja torna possível um encontro mais autêntico com Deus. Com esta finalidade dever-se-ia aprofundar o acolhimento por parte das comunidades paroquiais e a formação religiosa do pessoal turístico.

Tarefa da Igreja é também a de educar a viver o tempo livre. O Santo Padre lembra-nos que “a espiritualidade cristã integra o valor do repouso e da festa. O ser humano tende a reduzir o descanso contemplativo ao âmbito do estéril e do inútil, esquecendo que deste modo se tira à obra realizada o mais importante: o seu significado. Na nossa atividade, somos chamados a incluir uma dimensão receptiva e gratuita, o que é diferente da simples inatividade” (Laudato si’, n. 237).

Não dever-se-ia, ainda, esquecer a convocação feita pelo Papa Francisco a celebrar o Ano Santo da Misericórdia.3 Devemos questionar-nos sobre como a pastoral do turismo e das peregrinações pode ser um âmbito para “experimentar o amor de Deus que consola, que perdoa e dá esperança” (Misericordiae vultus, n. 3). Sinal peculiar deste tempo jubilar será, sem dúvida, a paregrinação (cf. Misericordiae vultus, n. 14).

Fiel à sua missão e partindo da convicção de que “evangelizamos também quando procuramos enfrentar os diversos desafios que podem apresentar-se”,4 a Igreja coopera para fazer do turismo um meio para o desenvolvimento dos povos, especialmente dos mais desfavorecidos, encaminhando projetos simples, mas eficazes. A Igreja e as instituições devem, no entanto, ser sempre vigilantes a fim de evitar que mil milhões de oportunidades se tornem mil milhões de riscos, cooperando na salvaguarda da dignidade pessoal, dos direitos do trabalho, da identidade cultural, do respeito ao ambiente, etc.

8. Mil milhões de oportunidades também para o ambiente. “Todo o universo material é uma linguagem do amor de Deus, do seu carinho sem medida por nós. O solo, a água, as montanhas: tudo é carícia de Deus” (Laudato si’, n. 84). Entre turismo e ambiente há uma íntima interdependência. O setor turístico, aproveitando as riquezas naturais e culturais, pode promover a sua conservação e, paradoxalmente, a sua destruição. Nesta relação, a encíclica Laudato si’ apresenta-se como boa companheira de viagem.

Muitas vezes fingimos não ver o problema. “Este comportamento evasivo serve-nos para mantermos os nossos estilos de vida, de produção e consumo” (Laudato si’, n. 59). Agindo não como senhor, mas como “administrador responsável” (Laudato si’, n. 116), cada um tem as suas obrigações que se devem concretizar em ações precisas, que vão de uma legislação específica e coordenada até a simples gestos quotidianos,5 passando por programas educativos apropriados e projetos turísticos sustentáveis e respeitosos. Tudo tem a sua importância.6 Mas é necessário, e certamente mais importante, também uma mudança nos estilos de vida e nas atitudes. “A espiritualidade cristã propõe um crescimento na sobriedade e uma capacidade de se alegrar com pouco” (Laudato si’, n. 222).

9. O setor turístico pode ser uma oportunidade, melhor, mil milhões de oportunidades também para construir estradas de paz. O encontro, o intercâmbio e a compartilha favorecem a harmonia e a concórdia.

Mil milhões de ocasiões para transformar a viagem em experiência existencial. Mil milhões de oportunidades para nos tornarmos artífices de um mundo melhor, conscientes da riqueza carregada na mala de cada viageiro. Mil milhões de turistas, mil milhões de oportunidades para nos tornarmos os instrumentos de Deus Pai para que o nosso planeta seja o que Ele sonhou ao criá-lo e corresponda ao seu projeto de paz, beleza e plenitude” (Laudato si’, n. 53).

Cidade do Vaticano, 24 de junho de 2015.

Antonio Maria Card. Vegliò
Presidente

+ Joseph Kalathiparambil
Secretário

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[* ]Mil milhões (1.000.000.000) em Portugal corresponde a um bilião no Brasil (que segue a contagem dos EUA).

1 Francisco, Carta Encíclica Laudato si’ sobre o cuidado da casa comum, 24 de maio de 2015.

2 Para evitar que isto aconteça, “a atividade turística deve ser programada de tal maneira a permitir a sobrevivência e o desenvolvimento das produções culturais e artesanais tradicionais, como também do folclore, e a não provocar a sua padronização e o seu empobrecimento” (Organização Mundial do Turismo, Código Ético Mundial para o Turismo, 1° de outubro de 1999, art. 4 § 4).

3 Francisco, Bula Misericordiae vultus de proclamação do Jubileu Extraordinário da Misericórdia, 11 de abril de 2015.

4 Francesco, Esortazione apostolica Evangelii gaudium, 24 novembre 2013, n. 61.

5É muito nobre assumir o dever de cuidar da criação com pequenas ações diárias, e é maravilhoso que a educação seja capaz de motivar para elas até dar forma a um estilo de vida. A educação na responsabilidade ambiental pode incentivar vários comportamentos que têm incidência direta e importante no cuidado do meio ambiente, tais como evitar o uso de plástico e papel, reduzir o consumo de água, diferenciar o lixo, cozinhar apenas aquilo que razoavelmente se poderá comer, tratar com desvelo os outros seres vivos, servir-se dos transportes públicos ou partilhar o mesmo veículo com várias pessoas, plantar árvores, apagar as luzes desnecessárias… Tudo isto faz parte duma criatividade generosa e dignificante, que põe a descoberto o melhor do ser humano. Voltar - com base em motivações profundas - a utilizar algo em vez de o desperdiçar rapidamente pode ser um acto de amor que exprime a nossa dignidade” (Laudato si’, n. 211).

6 E não se pense que estes esforços são incapazes de mudar o mundo. Estas ações espalham, na sociedade, um bem que frutifica sempre para além do que é possível constatar; provocam, no seio desta terra, um bem que sempre tende a difundir-se, por vezes invisivelmente” (Laudato si’, n. 212).

[01154-PO.01] [Texto original: Português]

[B0529-XX.01]