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Synod14 - 2a Congregazione generale: Sintesi non ufficiale del dibattito generale (6 ottobre, pomeriggio), 07.10.2014


Sintesi in lingua italiana

Traduzione in lingua inglese

Traduzione in lingua spagnola

Traduzione in lingua francese

Sintesi in lingua italiana

Seconda Congregazione generale: Sintesi non ufficiale del dibattito generale

Santo Padre: presente
Padri Sinodali: 180

Nel corso della seconda Congregazione generale, è iniziato il dibattito generale. Il tema previsto, secondo l’ordine dell’Instrumentum Laboris, era: "Il disegno di Dio su matrimonio e famiglia" (I parte, cap. 1) e "Conoscenza e ricezione della Sacra Scrittura e dei documenti della Chiesa su matrimonio e famiglia" (I parte, cap. 2).

Partendo dalla premessa che la famiglia è nucleo fondamentale della società umana, culla dell’amore gratuito, e che parlare di famiglia e di matrimonio implica una educazione alla fedeltà, si è ribadito che la famiglia va tutelata perché ne va del futuro dell’umanità.

Da più parti, inoltre, è emersa la necessità di adeguare il linguaggio della Chiesa, affinché la dottrina sulla famiglia, la vita, la sessualità sia compresa nel modo giusto: bisogna entrare in dialogo con il mondo, guardando all’esempio del Concilio, ovvero con un’apertura critica, ma sincera. Perché se la Chiesa non ascolta il mondo, il mondo non ascolterà la Chiesa. Ed il dialogo si può basare su temi importanti, come la pari dignità tra uomo e donna ed il rifiuto della violenza.

Il Vangelo non va spiegato, ma va mostrato – si è detto in Aula – e soprattutto vanno coinvolti i fedeli laici nell’annuncio della Buona Novella, evidenziandone il carisma missionario. L’evangelizzazione non deve essere una teoria spersonalizzata, ma deve fare sì che le famiglie stesse diano, concretamente, testimonianza della bellezza e della verità evangeliche. La sfida, si è detto, è quella di passare da una situazione difensiva ad una propositiva e attiva, ovvero rilanciare la capacità di proporre il patrimonio della fede con un nuovo linguaggio, con speranza, ardore, entusiasmo, offrendo testimonianze convincenti, creando un ponte tra il linguaggio della Chiesa e quello società.

In questo senso, è stato auspicato l’uso di una catechesi "biblica" piuttosto che "teologico-speculativa" perché – nonostante le apparenze – la gente non è più soddisfatta dall’egoismo e cerca ideali. Anche perché l’uomo vuole la felicità ed il cristiano sa che la felicità è Cristo, ma non riesce più a trovare il linguaggio adatto per dirlo al mondo. La Chiesa, invece, deve essere "magnetica", lavorare per attrazione, con un atteggiamento di amicizia nei confronti del mondo.

Quanto alle coppie in difficoltà, si è sottolineato la necessità che la Chiesa deve essere loro vicina con comprensione, perdono e misericordia: la misericordia – è stato detto – è la prima prerogativa di Dio, ma bisogna guardarla nel contesto della giustizia, solo così si rispetterà davvero l’insieme del piano di Dio.

Il matrimonio è e resta un sacramento indissolubile; tuttavia, poiché la verità è Cristo, una Persona, e non un insieme di regole, è importante mantenere i principi, pur cambiando le forme concrete della loro attuazione. Insomma, come diceva Benedetto XVI, novità nella continuità: il Sinodo non mette in discussione la Dottrina, ma riflette sulla Pastorale, ovvero sul discernimento spirituale per l’applicazione di tale Dottrina davanti alle sfide della famiglia contemporanea. In questo senso, la misericordia non elimina i comandamenti, ma ne è la chiave ermeneutica.

Inoltre, è stato sottolineato come anche situazioni imperfette debbano essere considerate con rispetto: ad esempio, unioni di fatto in cui si conviva con fedeltà ed amore, presentano elementi di santificazione e di verità. Essenziale, quindi, guardare innanzitutto agli elementi positivi, affinché il Sinodo infonda coraggio e speranza anche a forme imperfette di famiglia, che possono essere valorizzate, secondo il principio della gradualità. Bisogna amare davvero le famiglie in difficoltà.

Nel contesto di una società in cui prevale una sorta di "ego-latria" che porta alla defamiliarizzazione, bisogna rilevare una perdita del senso dell’Alleanza tra l’uomo (e la donna) e Dio. L’annuncio della bellezza della famiglia, quindi, non deve essere un estetismo, la presentazione di un mero ideale da imitare, ma deve presentare l’importanza dell’impegno definitivo fondato sull’Alleanza dei coniugi con Dio.

Altro punto essenziale, il rifiuto del clericalismo: talvolta la Chiesa sembra più preoccupata del potere che del servizio ed è per questo che non ispira i cuori degli uomini. Necessario, allora, tornare ad imitare Cristo, ritrovare l’umiltà: la riforma della Chiesa deve iniziare dalla riforma del clero, perché se i fedeli vedono pastori che imitano Cristo, allora torneranno ad avvicinarsi alla Chiesa, così che essa potrà passare dal solo evangelizzare all’essere evangelizzatrice.

E’ stato anche affrontato il tema del valore essenziale della sessualità all’interno del matrimonio: si parla talmente tanto, infatti, criticamente della sessualità al di fuori del matrimonio, che quella coniugale sembra quasi la concessione verso una imperfezione. Il Sinodo ha poi accennato – in modo più sintetico - alla necessità di una maggiore formazione per i sacerdoti, di politiche in favore della famiglia e del rilancio della trasmissione della fede all’interno della famiglia.

Durante l’ora di discussione libera, dalle 18.00 alle 19.00, sono emersi anche due suggerimenti: che il Sinodo mandi un messaggio di incoraggiamento e di stima alle famiglie in Iraq, minacciate dallo sterminio perpetrato dal fanatismo islamico e costrette a fuggire per non rinunciare alla loro fede. Il suggerimento è stato sottoposto a votazione ed approvato a maggioranza.

Un altro invito ha riguardato la necessità di riflettere anche sul clero sposato delle Chiese orientali, che spesso vive anch’esso delle "crisi familiari", che possono giungere alla domanda del divorzio.

[03022-01.01] [Testo originale: Italiano]

Traduzione in lingua inglese

Second General Congregation: unofficial Summary of the general debate

Holy Father: present
Synod Fathers: 180

During the second general Congregation, the general debate began. The theme, according to the agenda set forth in the Instrumentum Laboris, was: "God’s Plan for Marriage and the Family" (Part I, Chapter 1), and "The Knowledge and Acceptance of the Teachings on Marriage and the Family from Sacred Scripture and Church Documents" (Part I, Chapter 2).

Based on the premise that the family is the basic unit of human society, the cradle of gratuitous love, and that taking about the family and marriage implies education in fidelity, it was reiterated that the family constitutes the future of humanity and must be protected.

From many quarters, however, there has emerged the need to adapt the language of the Church, so that doctrine on the family, life and sexuality is understood correctly: it is necessary to enter into dialogue with the world, looking to the example offered by the Vatican Council, or rather with a critical but sincere openness. If the Church does not listen to the world, the world will not listen to the Church. And dialogue may be based on important themes, such as the equal dignity of men and women and the rejection of violence.

The Gospel must not be explained, but rather shown – it was said in the Assembly – and above all, the lay faithful must be involved in the proclamation of the Good News, demonstrating the missionary charism. Evangelisation must not be a depersonalised theory, but must instead ensure that families themselves give concrete witness to the beauty and truth of the Gospel. The challenge, it was said, is that of passing from a defensive situation to an active, proactive one, or rather, reviving the capacity for proposing the heritage of faith with a new language, with hope, ardour and enthusiasm, offering convincing testimonies and creating a bridge between the language of the Church and that of society.

In this sense, the use of a "biblical" rather than a "theological-speculative" catechesis was called for, since, in spite of appearances to the contrary, people are no longer satisfied by selfishness and instead seek ideals. Humanity desires happiness and the Christian knows that happiness is Christ, but no longer succeeds in finding the suitable language to communicate this to the world. The Church, instead, must be "magnetic"; it must work by attraction, with an attitude of friendship towards the world.

With regard to couples in difficulty, it was emphasised that the Church needs to be close to them with understanding, forgiveness and mercy: mercy, it was said, is God’s first prerogative, but it must be seen in the context of justice, as only in this way will the whole of God’s plan be respected.

Marriage is and remains an indissoluble sacrament; however, since the truth is Christ, a Person, and not a series of rules, it is important to maintain the principles while changing the concrete forms of their implementation. In short, as Benedict XVI said, novelty in continuity: the Synod does not call Doctrine into question, but reflects on the Pastoral, or rather spiritual discernment for the application of such Doctrine in response to the challenges faced by contemporary families. In this sense, mercy does not eliminate the commandments, but it provides the hermeneutic key to them.

Furthermore, it was underlined that even imperfect situations must be considered with respect: for instance, de facto unions in which couples live together with fidelity and love present elements of sanctification and truth. It is therefore essential to look first and foremost at the positive elements, so that the Synod may infuse with courage and hope even imperfect forms of family, so that their value may be recognised, according to the principle of graduality. It is necessary to truly love families in difficulty.

In the context of a society in which there prevails a sort of "ego-latry", leading to defamiliarisation, it is important to acknowledge the loss of a sense of the covenant between a man ( and a woman) and God. The proclamation of the beauty of the family, therefore, must not be simply aesthetic, the presentation of a mere ideal to imitate, but must instead present the importance of definitive commitment based on the covenant between married couples and God.

Another essential point is the rejection of clericalism: at times the Church seems more concerned with power than with service, and for this reason she does not inspire the hearts of men and women. It is therefore necessary to return to the imitation of Christ, and to rediscover humility: the reform of the Church must begin with the reform of the clergy. If the faithful see pastors who imitate Christ they will therefore draw close to the Church once more, enabling her to proceed from the act of evangelising to being inherently evangelical.

The theme of the essential value of sexuality within marriage was also considered: sexuality outside marriage is discussed so critically that married sexuality can appear almost as a concession to imperfection. The Synod indicated, more briefly, the need for a greater formation of priests in relation to policies in favour of the family and the re-launching of the transmission of faith within the family.

During the hour of free discussion, from 6 to 7 p.m., two suggestions emerged: that the Synod send a message of encouragement and appreciation to families in Iraq, threatened by extermination perpetrated by Islamic fundamentalists and forced to flee so as not to renounce their faith. The suggestion was subject to vote and approved by a majority.

Another call was the need to reflect on the married clergy of the oriental Churches, as they too often live through "family crises", which may extend to the question of divorce.

[03022-02.01] [Original text: Italian - working translation]

Traduzione in lingua spagnola

Segunda Congregación General: Síntesis no oficial del debate

Santo Padre: Presente
Padres Sinodales: 180

Con la segunda Congregación General se ha abierto la discusión. Los temas previstos, de acuerdo con el orden del Instrumentum Laboris, han sido: "El designio de Dios acerca del matrimonio y la familia" (Parte I, cap 1) y "Conocimiento y Recepción de la Sagrada Escritura y los documentos de la Iglesia sobre matrimonio y familia" (Parte I, cap. 2).

Partiendo de la premisa de que la familia es el núcleo de la sociedad humana, la cuna del amor gratuito y de que hablar de la familia y el matrimonio implica una educación a la fidelidad se ha reiterado que la familia debe ser protegida porque es el futuro de la humanidad.

En diversas intervenciones se ha abordado la necesidad de adaptar el lenguaje de la Iglesia para que la doctrina acerca de la familia, la vida y la sexualidad se entienda correctamente. Hay que entablar un diálogo con el mundo, siguiendo el ejemplo del Concilio Vaticano II, es decir con una apertura crítica pero sincera. Porque si la Iglesia no escucha al mundo, el mundo no escuchará a la Iglesia. Y el diálogo puede basarse en cuestiones importantes, como la igual dignidad de hombres y mujeres y el rechazo de la violencia.

El Evangelio no se explica, se demuestra - se ha afirmado en el Aula - y hay que involucrar sobre todo a los fieles laicos en el anuncio de la Buena Nueva, destacando su carisma misionero. La evangelización no debe ser una teoría despersonalizada, al contrario, tiene que llevar a que las mismas familias den, concretamente , testimonio de la belleza y de la verdad evangélicas. El reto, se ha dicho, es pasar de una situación defensiva a una propositiva y activa, relanzando el patrimonio de la fe con un lenguaje nuevo, con esperanza, ardor y entusiasmo, dando testimonios convincentes, creando un puente entre el lenguaje de la Iglesia y el de la sociedad.

En este sentido, se ha puesto de relieve la preferencia por una catequesis "bíblica" en lugar de "teológica-especulativa", porque - a pesar de las apariencias – el egoísmo no satisface a las personas que buscan, en cambio, ideales. Y esto se debe también a que el ser humano aspira a la felicidad y el cristiano sabe que la felicidad es Cristo, pero ya no encuentra el lenguaje adecuado para decírselo al mundo. La Iglesia, sin embargo, debe ser "magnética", trabajar por "atracción", con una actitud de amistad hacia el mundo.

Por cuanto se refiere a las parejas en dificultad, se ha insistido en la necesidad de que la Iglesia esté cerca de ellas con comprensión, perdón y misericordia. La misericordia - se ha dicho - es la primera prerrogativa de Dios, pero hay que considerarla en el contexto de la justicia, solamente así se respetará en su plenitud el designio divino.

El matrimonio es y sigue siendo un sacramento indisoluble; sin embargo, ya que la verdad es Cristo, una Persona, y no un conjunto de reglas, es importante mantener los principios, no obstante cambien las formas concretas de su actuación. En resumen, como decía Benedicto XVI: novedad en la continuidad: el Sínodo no cuestiona la doctrina, pero reflexiona sobre la pastoral, es decir sobre el discernimiento espiritual para la aplicación de la misma para enfrentar los retos de la familia contemporánea. En este sentido, la misericordia no elimina los mandamientos, sino que es su clave hermenéutica.

Por otra parte, se ha observado que incluso las situaciones imperfectas deben tratarse con respeto, por ejemplo, las uniones de hecho en que se convive con lealtad y amor, presentan elementos de santificación y de verdad. Lo esencial es, por tanto, considerar ante todo los elementos positivos, para que el Sínodo infunda valor y esperanza también a las formas imperfectas de familia, que pueden ser valoradas según el principio de gradualidad. Hay que amar realmente a las familias necesitadas.

En el contexto de una sociedad en la que prevalece una especie de "ego-latría", que conduce a la "desfamiliarización", se detecta una pérdida del sentido de la alianza entre el hombre (y la mujer) y Dios. El anuncio de la belleza de la familia, por lo tanto, no debería ser un esteticismo, la presentación de un mero ideal para imitar; al contrario debería explicar la importancia del compromiso definitivo fundado en la Alianza de los cónyuges con Dios.

Otro punto esencial ha sido el rechazo del clericalismo: A veces parece que la Iglesia se preocupe más del poder que del servicio y por eso no inspira los corazones de los seres humanos. Es necesario, entonces, volver a imitar a Cristo, volver a encontrar la humildad: la reforma de la Iglesia debe comenzar por la reforma del clero, porque si los fieles ven que sus pastores imitan a Cristo, volverán a acercarse a la Iglesia, que pasará solamente de evangelizar a ser "evangelizadora".

También se ha abordado la cuestión del valor esencial de la sexualidad dentro del matrimonio, Efectivamente, se habla tanto, críticamente, de la sexualidad fuera del matrimonio que la sexualidad conyugal parece casi la concesión a una imperfección. El Sínodo ha mencionado - brevemente - la necesidad de mejorar la formación de los sacerdotes, de políticas en favor de la familia y del relanzamiento de la transmisión de la fe en la familia.

Durante la hora de la discusión libre, -18,00 a 19,00- también ha habido dos propuestas: que el Sínodo enviase un mensaje de aliento y estima a las familias en Irak, amenazadas de exterminio por el fanatismo islámico y obligadas a huir para no renunciar a su fe. La propuesta fue sometida a votación y aprobada por mayoría.

La segunda propuesta se refería a la necesidad de incluir en la reflexión al clero casado de las Iglesias Orientales, que a menudo vive también "crisis familiares", que pueden desembocar en la solicitud de divorcio.

[3022-04.01] [Texto original: Italiano - Traducción no oficial]

Traduzione in lingua francese

Seconde Congrégation générale du Synode: résumé non officiel du débat général

Saint-Père: présent
Pères synodaux: 180

Cette session a ouvert le débat général autour des questions suivantes: Dessein de Dieu sur le mariage et la famille, Connaissance et réception de l'Ecriture et des documents de l'Eglise sur mariage et famille. La famille étant la cellule de la société, espace de l'amour gratuit, parler de famille et de mariage inclut de parler d'éducation et de fidélité. L'institution familiale doit donc être protégée car il en va de l'avenir de l'humanité. Nombreux sont les pères qui ont soutenu la nécessité d'adapter le langage de l'Eglise afin que sa doctrine sur la famille, la vie et la sexualité soit mieux compris.

A l'exemple du Concile, il faut dialoguer avec le monde, avec une ouverture critique mais sincère. Si l'Eglise n'écoute pas le monde, celui-ci ne l'écoutera pas. Mais ce dialogue doit envisager des sujets d'importance comme l'égalité de dignité homme femme ou le rejet de la violence. C'est pourquoi l'Evangile doit être montré plus qu'expliqué, c'est pourquoi il faut impliquer les fidèles dans l'annonce en reconnaissant leur charisme missionnaire. Evangéliser ne devant pas être une théorie dépersonnalisée, les familles doivent témoigner concrètement des valeurs évangéliques. L'enjeu consiste à passer de la défensive à la proposition, c'est à dire de reproposer la foi au moyen d'un langage nouveau et de témoignages convaincants rétablissant un pont avec la société. On a ainsi suggéré l'usage d'une catéchèse plus biblique que théologique car, malgré les apparences, les fidèles sont avides d'idéaux. Le chrétien sachant que le bonheur auquel l'homme tend est le Christ, il faut employer un langage adapté pour le dire au monde. L'Eglise doit oeuvrer par attraction, avec amitié envers le monde. Face aux couples en crise, à l'instar de Dieu, elle doit être compréhensive et miséricordieuse, et envisager la question sous le profil d'une justice respectueuse du dessein divin. Certes, le mariage demeure un sacrement indissoluble. La vérité étant le Christ et non un ensemble le règles, il convient de maintenir les principes tout en adaptant les formes. La nouveauté dans la continuité, ainsi que le disait Benoît XVI. Si le Synode ne met pas en discussion la doctrine, il réfléchit sur la pastorale, sur le discernement spirituel nécessaire à l'application de la doctrine face aux problèmes de la famille. La miséricorde n'élimine pas les commandements, elle en est la clef herméneutique.

On a convenu de la nécessité d'aborder avec respect certains cas, telles les unions libres marquées du sceau de l'amour et de la fidélité, qui présentent des éléments de sanctification et de vérité. Pour que le Synode diffuse encouragement et espoir, y compris aux personnes qui se trouvent dans des situations incorrectes, il faut avant tout envisager les aspects positifs. Et plus encore, il faut aimer sincèrement les familles en crise. Dans une société individualiste qui tend à la dissolution du modèle familial, on enregistre une perte de sens de l'union de l'être humain avec Dieu. Annoncer la beauté et la bonté de la famille ne peut se limiter à l'esthétisme, à la proposition d'un idéal à imiter, mais être une mise en valeur de l'alliance définitive des époux envers Dieu.

Un autre point essentiel s'étant dégagé des débats: le rejet du cléricalisme. Souvent l'Eglise semble plus préoccupée de son pouvoir que de son service, au point de désintéresser les gens. Retournons à imiter le Christ et retournons à l'humilité. La réforme de l'Eglise doit commencer par celle du clergé. Les fidèles doivent trouver les pasteurs dans le sillage du Seigneur, alors capables de les ramener vers lune Eglise enfin pleinement évangélisatrice. Il a alors été question de la sexualité au sein du mariage, et de sa valeur essentielle. Le sujet est tellement débattu et critiqué lorsqu'il est vécu hors mariage, que l'amour conjugal semble presque être une concession à la faiblesse humaine. En cela il est apparu nécessaire de disposer de prêtres mieux formés, mais aussi de politiques familiales capables de raviver la foi au sein des familles chrétiennes.

Au cours de la table ronde conduite entre 18 et 19 h, deux suggestions se sont manifestées: Que le Synode lance un message de soutien aux familles irakiennes, menacées d'extermination, contraintes à fuir leurs foyers pour ne pas avoir à renier leur foi. La proposition sera soumise à un vote. Et puis que le Synode se penche sur le clergé marié des Eglises orientales, qui connaît parfois une crise du couple pouvant conduire à la dissolution.

[03022-03.01] [Texte original: Italien - version de travail]

[B0721-XX.02]