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L’Udienza Generale, 25.06.2014


L’Udienza Generale

Catechesi del Santo Padre in lingua italiana

Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue

Saluto in lingua italiana

L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 10.15 in Piazza San Pietro dove il Santo Padre Francesco ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli provenienti dall’Italia e da ogni parte del mondo.

In precedenza, poco dopo le ore 9, il Papa aveva salutato nell’Aula Paolo VI gli ammalati e i loro familiari.

Nel discorso in lingua italiana, Papa Francesco, continuando il nuovo ciclo di catechesi dedicato alla Chiesa, ha incentrato la sua meditazione sul tema dell’appartenenza al popolo di Dio.

Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Santo Padre ha indirizzato particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti.

L’Udienza Generale si è conclusa con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica.

Catechesi del Santo Padre in lingua italiana

Cari fratelli e sorelle, buongiorno.

Oggi c’è un altro gruppo di pellegrini collegati con noi nell’Aula Paolo VI, sono i pellegrini ammalati. Perché con questo tempo, fra il caldo e la possibilità di pioggia, era più prudente che loro rimanessero là. Ma loro sono collegati con noi tramite il maxischermo. E così siamo uniti nella stessa udienza. E tutti noi oggi pregheremo specialmente per loro, per le loro malattie. Grazie.

Nella prima catechesi sulla Chiesa, mercoledì scorso, siamo partiti dall’iniziativa di Dio che vuole formare un popolo che porti la sua benedizione a tutti i popoli della terra. Incomincia con Abramo e poi, con tanta pazienza - e Dio ne ha, ne ha tanta! -, prepara questo popolo nell’Antica Alleanza finché, in Gesù Cristo, lo costituisce come segno e strumento dell’unione degli uomini con Dio e tra di loro (cfr Conc. Ecum. Vat. II, Cost. Lumen gentium, 1). Oggi vogliamo soffermarci sull’importanza, per il cristiano, di appartenere a questo popolo. Parleremo sulla appartenenza alla Chiesa.

1. Non siamo isolati e non siamo cristiani a titolo individuale, ognuno per conto proprio, no, la nostra identità cristiana è appartenenza! Siamo cristiani perché apparteniamo alla Chiesa. È come un cognome: se il nome è "sono cristiano", il cognome è "appartengo alla Chiesa". È molto bello notare come questa appartenenza venga espressa anche nel nome che Dio attribuisce a sé stesso. Rispondendo a Mosè, nell’episodio stupendo del "roveto ardente" (cfr Es 3,15), si definisce infatti come il Dio dei padri. Non dice: Io sono l’Onnipotente…, no: Io sono il Dio di Abramo, Dio di Isacco, Dio di Giacobbe. In questo modo Egli si manifesta come il Dio che ha stretto un’alleanza con i nostri padri e rimane sempre fedele al suo patto, e ci chiama ad entrare in questa relazione che ci precede. Questa relazione di Dio con il suo popolo ci precede tutti, viene da quel tempo.

2. In questo senso, il pensiero va in primo luogo, con gratitudine, a coloro che ci hanno preceduto e che ci hanno accolto nella Chiesa. Nessuno diventa cristiano da sé! E’ chiaro questo? Nessuno diventa cristiano da sé. Non si fanno cristiani in laboratorio. Il cristiano è parte di un popolo che viene da lontano. Il cristiano appartiene a un popolo che si chiama Chiesa e questa Chiesa lo fa cristiano, nel giorno del Battesimo, e poi nel percorso della catechesi, e così via. Ma nessuno, nessuno diventa cristiano da sé. Se noi crediamo, se sappiamo pregare, se conosciamo il Signore e possiamo ascoltare la sua Parola, se lo sentiamo vicino e lo riconosciamo nei fratelli, è perché altri, prima di noi, hanno vissuto la fede e poi ce l’hanno trasmessa. La fede l’abbiamo ricevuta dai nostri padri, dai nostri antenati, e loro ce l’hanno insegnata. Se ci pensiamo bene, chissà quanti volti cari ci passano davanti agli occhi, in questo momento: può essere il volto dei nostri genitori che hanno chiesto per noi il Battesimo; quello dei nostri nonni o di qualche familiare che ci ha insegnato a fare il segno della croce e a recitare le prime preghiere. Io ricordo sempre il volto della suora che mi ha insegnato il catechismo, sempre mi viene in mente – lei è in Cielo di sicuro, perché è una santa donna - ma io la ricordo sempre e rendo grazie a Dio per questa suora. Oppure il volto del parroco, di un altro prete, o di una suora, di un catechista, che ci ha trasmesso il contenuto della fede e ci ha fatto crescere come cristiani… Ecco, questa è la Chiesa: una grande famiglia, nella quale si viene accolti e si impara a vivere da credenti e da discepoli del Signore Gesù.

3. Questo cammino lo possiamo vivere non soltanto grazie ad altre persone, ma insieme ad altre persone. Nella Chiesa non esiste il "fai da te", non esistono "battitori liberi". Quante volte Papa Benedetto ha descritto la Chiesa come un "noi" ecclesiale! Talvolta capita di sentire qualcuno dire: "Io credo in Dio, credo in Gesù, ma la Chiesa non m’interessa…". Quante volte abbiamo sentito questo? E questo non va. C’è chi ritiene di poter avere un rapporto personale, diretto, immediato con Gesù Cristo al di fuori della comunione e della mediazione della Chiesa. Sono tentazioni pericolose e dannose. Sono, come diceva il grande Paolo VI, dicotomie assurde. È vero che camminare insieme è impegnativo, e a volte può risultare faticoso: può succedere che qualche fratello o qualche sorella ci faccia problema, o ci dia scandalo… Ma il Signore ha affidato il suo messaggio di salvezza a delle persone umane, a tutti noi, a dei testimoni; ed è nei nostri fratelli e nelle nostre sorelle, con i loro doni e i loro limiti, che ci viene incontro e si fa riconoscere. E questo significa appartenere alla Chiesa. Ricordatevi bene: essere cristiano significa appartenenza alla Chiesa. Il nome è "cristiano", il cognome è "appartenenza alla Chiesa".

Cari amici, chiediamo al Signore, per intercessione della Vergine Maria, Madre della Chiesa, la grazia di non cadere mai nella tentazione di pensare di poter fare a meno degli altri, di poter fare a meno della Chiesa, di poterci salvare da soli, di essere cristiani di laboratorio. Al contrario, non si può amare Dio senza amare i fratelli, non si può amare Dio fuori della Chiesa; non si può essere in comunione con Dio senza esserlo nella Chiesa, e non possiamo essere buoni cristiani se non insieme a tutti coloro che cercano di seguire il Signore Gesù, come un unico popolo, un unico corpo, e questo è la Chiesa. Grazie.

[01050-01.01] [Testo originale: Italiano]

Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue

Sintesi della catechesi e saluto in lingua francese

Sintesi della catechesi e saluto in lingua inglese

Sintesi della catechesi e saluto in lingua tedesca

Sintesi della catechesi e saluto in lingua spagnola

Sintesi della catechesi e saluto in lingua portoghese

Sintesi della catechesi e saluto in lingua polacca

Sintesi della catechesi e saluto in lingua araba

Sintesi della catechesi e saluto in lingua francese

Speaker :

Frères et sœurs, nous ne sommes pas chrétiens à titre individuel, nous appartenons à l’Église, par laquelle nous entrons dans une alliance qui nous précède, une alliance entre Dieu et les hommes. Nous devons être reconnaissants envers tous ceux qui nous ont précédés et accueillis dans l’Église, car on ne devient pas chrétien par soi-même. Ils ont vécu la foi et nous l’ont transmise, et sans eux nous ne connaîtrions pas le Seigneur. Par ailleurs, rencontrer le Christ directement est impossible en dehors de la communion et de la médiation de l’Église. Nous ne pouvons grandir comme chrétien qu’avec et grâce à d’autres personnes, en compagnie desquelles nous cheminons, même si cela est parfois difficile en raison de leurs faiblesses et de leurs limites. C’est par eux que Jésus vient à notre rencontre et se fait reconnaître.

Santo Padre :

Saluto cordialmente i cari amici di lingua francofona, in particolare le persone impegnate nella società civile, accompagnate da Mons. Dominique Rey. Vi auguro un buon pellegrinaggio a Roma e vi invito a scoprire come la Chiesa sia una grande famiglia, nella quale con i nostri fratelli incontriamo Cristo. Dio vi benedica!

Speaker :

Je vous salue bien cordialement chers amis de langue française, en particulier les personnes engagées dans la société civile, accompagnées de Monseigneur Dominique Rey. Je vous souhaite un bon pèlerinage à Rome, et je vous invite à découvrir combien l’Église est une grande famille, dans laquelle, avec nos frères, nous rencontrons le Christ.

Que Dieu vous bénisse !

[01051-03.01] [Texte original: Français]

Sintesi della catechesi e saluto in lingua inglese

Speaker:

Dear Brothers and Sisters: In our catechesis on the Church, we have seen that God gathered a people to himself in the Old Testament and in the fullness of time sent his Son to establish the Church as the sacrament of unity for all humanity. God calls each of us to belong to this great family. None of us become Christians on our own; we owe our relationship with God to so many others who passed on the faith, who brought us for Baptism, who taught us to pray and showed us the beauty of the Christian life: our parents and grandparents, our priests, religious and teachers. But we are Christians not only because of others, but together with others. Our relationship with Christ is personal but not private; it is born of, and enriched by, the communion of the Church. Our shared pilgrimage is not always easy: at times we encounter human weakness, limitations and even scandal in the life of the Church. Yet God has called us to know him and to love him precisely by loving our brothers and sisters, by persevering in the fellowship of the Church and by seeking in all things to grow in faith and holiness as members of the one body of Christ.

Santo Padre:

Porgo un saluto cordiale alla delegazione della Bethlehem University, che quest’anno celebra il quarantesimo anniversario di fondazione, con particolare riconoscenza per la lodevole attività accademica svolta a favore del popolo palestinese. Saluto tutti i pellegrini di lingua inglese presenti all’odierna Udienza, specialmente quelli provenienti da Inghilterra e Galles, Scozia, Irlanda, Svezia, Grecia, Australia, Taiwan, Vietnam, India, Antille, e Stati Uniti. Su voi e sulle vostre famiglie invoco la gioia e la pace nel Signore Gesù.

Speaker:

I offer a cordial greeting to the delegation of Bethlehem University, which this year celebrates the fortieth anniversary of its establishment, with appreciation for its praiseworthy educational apostolate among the Palestinian people. I greet all the English-speaking pilgrims and visitors taking part in today’s Audience, including those from England and Wales, Scotland, Ireland, Sweden, Greece, Australia, Taiwan, Vietnam, India, the Antilles and the United States. Upon all of you, and upon your families, I invoke joy and peace in the Lord Jesus.

[01052-02.01] [Original text: English]

Sintesi della catechesi e saluto in lingua tedesca

Speaker:

Liebe Brüder und Schwestern, am vergangenen Mittwoch haben wir eine neue Katechesenreihe begonnen, welche die Kirche zum Thema hat. Heute wollen wir darüber nachdenken, dass unser Christsein immer auch Zugehörigkeit zur Kirche, zum Volk Gottes, bedeutet. Als Christen sind wir keine Individualisten, unsere Identität ist Zugehörigkeit! Wenn der Satz „Ich bin Christ" sozusagen mein Vorname ist, dann ist der Satz „Ich gehöre zur Kirche" wie ein Nachname. Dieser Name sagt mir: Ich bin Glied einer Gemeinschaft, die zu Gott, zu seinem Bund gehört. In diesem Zusammenhang wendet sich unser Denken all jenen Menschen zu, durch die wir den Glauben empfangen, die für uns die Taufe erbeten, die uns die Gebete gelehrt und ein lebendiges Beispiel gegeben haben: unsere Eltern, Großeltern, Priester, Ordensschwestern, Katechisten, Lehrer und Freunde. Wir sehen also, keiner wird Christ aus sich heraus, sondern durch die Kirche, die eine große Familie ist, in die man aufgenommen wird und in der man glauben lernt. Daher hat Papst Benedikt XVI. die Kirche immer wieder als ein großes „Wir" beschrieben. Es geht nicht, zu sagen: „Ich glaube an Gott, aber die Kirche interessiert mich nicht". Der Herr hat uns das Evangelium in der Gemeinschaft der Kirche anvertraut. Mit der Kirche können und wollen wir in der Liebe zu Gott und zum Nächsten wachsen.

Santo Padre:

Rivolgo un cordiale saluto a tutti i pellegrini di lingua tedesca. Cari amici, chiediamo al Signore, per intercessione della Vergine Maria Madre della Chiesa, la grazia di non cadere nella tentazione di pensare di poterci salvare da soli. Non si può essere in comunione con Dio senza esserlo con la Chiesa. Perciò amiamo la Chiesa. Dio vi benedica tutti.

Speaker:

Einen herzlichen Gruß richte ich an alle Pilger deutscher Sprache. Liebe Freunde, bitten wir den Herrn auf die Fürsprache der Jungfrau Maria, der Mutter der Kirche, dass wir nicht in die Versuchung fallen zu denken, uns allein erlösen zu können. Man kann nicht mit Gott in Gemeinschaft sein ohne die Gemeinschaft der Kirche. Lieben wir daher die Kirche. Gott segne euch alle.

[01053-05.01] [Originalsprache: Deutsch]

Sintesi della catechesi e saluto in lingua spagnola

Queridos hermanos y hermanas

Dios ha querido formar un pueblo que lleve su bendición a todos los pueblos de la Tierra. En Jesucristo, lo establece como signo e instrumento de unión de los hombres con Dios y entre ellos. De ahí la importancia de pertenecer a este pueblo.

Nosotros no somos cristianos a título individual, cada uno por su cuenta. Nuestra identidad es pertenencia. Decir «soy cristiano» equivale a decir: «Pertenezco a la Iglesia». Soy de ese pueblo con el que Dios estableció desde antiguo una alianza, a la que siempre es fiel. De aquí nuestra gratitud a los que nos han precedido y acogido en la Iglesia, quienes nos han transmitido la fe, quienes nos enseñaron a rezar y quienes pidieron para nosotros el Bautismo. Nadie se hace cristiano por sí mismo. La Iglesia es una gran familia, que nos acoge y nos enseña a vivir como creyentes y discípulos del Señor. Y no sólo somos cristianos gracias a otros, sino que únicamente podemos serlo junto con otros. En la Iglesia nadie va "de libre". Quien dice creer en Dios pero no en la Iglesia, quien dice tener una relación directa con Cristo, pero fuera de la Iglesia, cae en una dicotomía absurda. Dios ha confiado su mensaje salvador a personas humanas, a testigos, y se nos da a conocer en nuestros hermanos y hermanas.

Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española, en particular a los peregrinos de la Archidiócesis de Madrid y de La Escuela Franciscana, de San Pedro Sula, así como a los demás grupos provenientes de España, México, Honduras, Colombia, Chile, Argentina y otros países latinoamericanos. Recuerden que, como cristianos, no podemos prescindir de los demás, de la Iglesia; no podemos salvarnos por nosotros solos, ninguno "juega de libre", somos un pueblo en camino. Muchas gracias.

[01054-04.01] [Texto original: Español]

Sintesi della catechesi e saluto in lingua portoghese

Speaker:

Irmãos e amigos, não estamos isolados, nem somos cristãos por conta própria. Quando afirmo que "sou cristão", estou dizendo: "pertenço à Igreja". Com efeito, ninguém se torna cristão por si mesmo. Se acreditamos, se sabemos rezar, se conhecemos o Senhor e O reconhecemos nos nossos irmãos é porque outros, antes de nós, viveram a fé e no-la transmitiram e ensinaram. A Igreja é uma grande família, na qual uma pessoa é acolhida e aprende a viver como crente, como discípulo de Jesus. Para podermos percorrer este caminho necessitamos não só da ajuda de outras pessoas, mas também de nos mantermos unidos a elas. Por vezes, ouve-se dizer: «Eu creio em Deus, creio em Jesus, mas a Igreja não me interessa…». Crêem que podem ter uma relação pessoal, directa, imediata com Jesus Cristo, fora da comunhão e da mediação da Igreja. Estas são tentações perigosas e nocivas. O Senhor confiou a sua mensagem salvadora a pessoas humanas, a testemunhas; e é nos nossos irmãos e irmãs, com os seus dons e as suas limitações, que Jesus vem ao nosso encontro e Se nos dá a conhecer. Nisto se vê a nossa pertença à Igreja. Não se pode amar a Deus sem amar os irmãos, não se pode estar em comunhão com Deus sem estar em comunhão com a Igreja e só podemos ser bons cristãos unidos a todos aqueles que procuram seguir Jesus, formando um só povo, um único corpo.

Santo Padre:

Con cordiale affetto, saluto tutti i pellegrini di lingua portoghese, in modo speciale il gruppo brasiliano di Nossa Senhora da Consolata, da São Manoel, e i fedeli del Santuário de Nossa Senhora do Porto, nel Portogallo .Fratelli e amici, siete in buone mani, siete nelle mani della Vergine Maria. Essa vi protegga dalla tentazione di fare a meno degli altri, di mettere da parte la Chiesa, di pensare di salvarvi da soli. Pregate per me! Dio vi benedica!

Speaker:

Com cordial afecto, saúdo todos os peregrinos de língua portuguesa, em especial o grupo brasileiro de Nossa Senhora da Consolata, em São Manoel, e os fiéis do Santuário de Nossa Senhora do Porto, em Portugal. Irmãos e amigos, estais em boas mãos, estais nas mãos da Virgem Maria. Ela vos proteja da tentação deprescindir dos outros, de pôr a Igreja de lado, de pensar em salvar-vos sozinhos. Rezai por mim! Que Deus vos abençoe!

[01055-06.01] [Texto original: Português]

Sintesi della catechesi e saluto in lingua polacca

Speaker:

W dzisiejszej katechezie o Kościele, Ojciec Święty przypomniał znaczenie naszej przynależności do Ludu Bożego. Jestem chrześcijaninem, to znaczy należę do Kościoła. Nikt nie staje się chrześcijaninem sam! Jeśli wierzymy, modlimy się, słuchamy Bożego Słowa, odczuwamy, że Bóg jest blisko nas, jeśli rozpoznajemy Go w braciach, to dlatego, że inni przed nami żyli tą wiarą i ją nam przekazali. Jesteśmy wdzięczni tym, którzy nauczyli nas znaku krzyża i świadczyli o wierze swym życiem: rodzicom, dziadkom, krewnym, kapłanom, siostrom zakonnym, katechetom. Kościół to wielka rodzina, do której jesteśmy przyjmowani, w której wzrastamy, uczymy się żyć jako uczniowie Chrystusa. Tę drogę przebywamy nie tylko dzięki innym osobom, ale także wraz z nimi. Nie jest prawdą, że można być w osobistej, bliskiej relacji z Chrystusem bez komunii i pośrednictwa Kościoła. Dlatego prosimy Pana, za wstawiennictwem Matki Najświętszej o łaskę, byśmy nigdy nie popadli w pokusę myślenia, że możemy obyć się bez innych, bez Kościoła, że możemy się zbawić o własnych siłach. Nie można kochać Boga, nie kochając naszych braci; nie można być w komunii z Bogiem, nie będąc w komunii z Kościołem, nie można być dobrym chrześcijaninem, jak tylko razem z tymi, którzy starają się naśladować Jezusa, trwając we wspólnocie Ludu Bożego.

Santo Padre:

Saluto cordialmente tutti i polacchi. Venerdì celebreremo la Solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù. Sia essa per noi l’occasione per lodare il Cuore divino che così tanto ci ha amato. Quanto più nella nostra vita crescono le difficoltà, le preoccupazioni e i problemi, tanto più confidiamo in Gesù che ci invita: "Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro" (Mt 11,28). Sia lodato Gesù Cristo.

Speaker:

Pozdrawiam serdecznie Polaków. W piątek przypada Uroczystość Najświętszego Serca Pana Jezusa. Niech będzie ona dla nas okazją uwielbienia Bożego Serca, które tak bardzo nas umiłowało. Im więcej w naszym życiu trosk, zmartwień i problemów, tym bardziej ufajmy Jezusowi, który zaprasza nas: „Przyjdźcie do Mnie wszyscy, którzy utrudzeni i obciążeni jesteście, a Ja was pokrzepię" Mt, 11, 28). Niech będzie pochwalony Jezus Chrystus.

[01056-09.01] [Testo originale: Polacco]

Sintesi della catechesi e saluto in lingua araba

Speaker:

أيها الإخوة والأخوات الأعزاء، في التعليم الأول حول الكنيسة، يوم الأربعاء الماضي، انطلقنا من مبادرة الله الذي يريد أن يقيم شعبًا يحمل بركته لجميع شعوب الأرض. أم اليوم فنريد أن نتوقف عند أهميّة الانتماء لهذا الشعب بالنسبة للمسيحي. نحن لسنا بمنعزلين، ولسنا بمسيحيين يعملون بشكل فردي، كل لذاته: هويتنا هي انتماء! ما أجمل أن نلاحظ كيف يتم التعبير عن هذا الانتماء أيضًا من خلال الاسم الذي يعطيه الله لنفسه كـ إله الآباء، إله إبراهيم وإسحق ويعقوب. وبهذا الشكل يُظهر نفسه كالإله الذي أقام عهدًا مع الآباء ويبقى دائمًا أمينًا لعهده، ويدعونا للدخول في هذه العلاقة التي تسبقنا. بهذا المعنى، يتّجه الفكر أولاً، وبامتنان، نحو الذين سبقونا والذين قبلونا في الكنيسة. لا أحد يصبح مسيحيًّا بمفرده! فإن كنا نؤمن ونعرف كيف نصلّي، فذلك لأن هناك آخرين قبلنا قد عاشوا الإيمان ونقلوه إلينا وعلمونا إياه. يمكننا أن نعيش هذه المسيرة ليس فقط بفضل أشخاص آخرين، وإنما مع أشخاص آخرين. لأن الرب قد أوكل رسالة خلاصه للبشر، لشهود؛ ومن خلال إخوتنا وأخواتنا، بمواهبهم ومحدوديّتهم، يأتي للقائنا ويجعلنا نتعرّف عليه. وهذا يعني الانتماء للكنيسة.

Santo Padre:

Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua araba, in particolare a quelli provenienti dal Medio Oriente! Cari amici, la nostra identità Cristiana è appartenenza alla comunità ecclesiale! Chiediamo al Signore di farci capire il vero senso di quest’appartenenza e che insieme formiamo un solo popolo e un unico corpo! Il Signore vi benedica!

Speaker:

أُُرحّبُ بالحجّاجِ الناطقينَ باللغةِ العربية، وخاصةً بالقادمينَ من الشرق الأوسط. أيها الأصدقاء الأعزاء، إن هويتنا المسيحية هي انتماء للجماعة الكنسيّة! لنطلب من الرب أن يفهمنا المعنى الحقيقي لهذا الانتماء وبأننا نشكّل معًا شعبًا واحدًا وجسدًا واحدًا! ليبارككم الرب!

[01057-08.01] [Testo originale: Arabo]

Saluto in lingua italiana

Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana: parrocchie, associazioni e gruppi vari. In particolare, saluto le Suore Missionarie del Catechismo, che celebrano il 75° anniversario di fondazione; i sacerdoti di Chieti-Vasto e dell’Aquila, che ricordano 60 anni di sacerdozio, i seminaristi di Catania e Caltagirone: a ciascuno auguro di diffondere con entusiasmo la gioia del Vangelo. Saluto gli esponenti del Movimento ecclesiale carmelitano, esortandoli a testimoniare dappertutto che la fede cristiana risponde pienamente alle speranze e alle attese profonde dell’uomo. Saluto i fedeli delle parrocchie della Trasfigurazione e di Sant’Agostino in Altamura, di San Benedetto in Caserta e di Santa Maria Maggiore in Mazzarino: incoraggio tutti a sentire sempre più la comunità cristiana come luogo privilegiato di evangelizzazione, di formazione spirituale e di educazione alla carità. Saluto i rappresentanti dell’Osservatorio Diplomatico Internazionale, di Capurso, e il gruppo sportivo "Vita per la vita", che invito a perseverare nei rispettivi impegni, diffondendo ovunque serenità e solidarietà.

Saluto infine i giovani, i malati e gli sposi novelli. È ancora viva l’eco della solennità del Corpo e del Sangue di Cristo, che abbiamo recentemente celebrato. Cari giovani, trovate sempre nell’Eucaristia il nutrimento della vostra vita spirituale. Voi, cari malati - specialmente voi che siete collegati con noi dall’Aula Paolo VI - offrite la vostra sofferenza e la vostra preghiera al Signore, perché continui ad estendere il suo amore nel cuore degli uomini. E voi, cari sposi novelli, accostatevi all’Eucaristia con fede rinnovata, perché nutriti di Cristo siate famiglie animate da concreta testimonianza cristiana.

[01058-01.01] [Testo originale: Italiano]

[B0464-XX.01]