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Pellegrinaggio di Sua Santità Francesco in Terra Santa (24-26 maggio 2014) - Incontro con rifugiati e con giovani disabili a Bethany beyond the Jordan, 24.05.2014


Pellegrinaggio di Sua Santità Francesco in Terra Santa (24-26 maggio 2014) - Incontro con rifugiati e con giovani disabili a Bethany beyond the Jordan

Incontro con rifugiati e con giovani disabili nella chiesa latina in costruzione presso il Sito del Battesimo

Discorso del Santo Padre

Traduzione in lingua inglese

Traduzione in lingua spagnola

Alle ore 18.30, il Santo Padre Francesco è giunto a Bethany beyond the Jordan, nell’area del sito del Battesimo di Gesù. Accolto dal Re di Giordania, ha visitato il sito del Battesimo fino alla riva del fiume Giordano, raccogliendosi in preghiera. Dopo la benedizione dell’acqua, il Papa ha apposto la Sua firma sul libro d’Onore.
Successivamente, nella chiesa latina ancora in costruzione e la cui prima pietra venne benedetta da Papa Benedetto XVI durante la sua visita nel 2009, il Santo Padre ha incontrato incontra circa 600 persone, tra rifugiati e giovani disabili.
Dopo la presentazione del Patriarca di Gerusalemme dei Latini, Sua Beatitudine Fouad Twal, e un momento di letture e testimonianze, Papa Francesco ha pronunciato il discorso che riportiamo di seguito:

Discorso del Santo Padre

Stimate Autorità, Eminenze, Eccellenze,

cari fratelli e sorelle,

Nel mio pellegrinaggio ho voluto fortemente incontrare voi che, a causa di sanguinosi conflitti, avete dovuto lasciare le vostre case e la vostra Patria e avete trovato rifugio nella ospitale terra di Giordania; e al tempo stesso voi, cari giovani, che sperimentate il peso di qualche limite fisico.

Il luogo in cui ci troviamo ci ricorda il battesimo di Gesù. Venendo qui al Giordano a farsi battezzare da Giovanni, Egli mostra la sua umiltà e la condivisione della condizione umana: si abbassa fino a noi e con il suo amore ci restituisce la dignità e ci dona la salvezza. Ci colpisce sempre questa umiltà di Gesù, il suo chinarsi sulle ferite umane per risanarle. Questo chinarsi di Gesù su tutte le ferite umane per risanarle! E a nostra volta siamo profondamente toccati dai drammi e dalle ferite del nostro tempo, in modo speciale da quelle provocate dai conflitti ancora aperti in Medio Oriente. Penso in primo luogo all’amata Siria, lacerata da una lotta fratricida che dura da ormai tre anni e ha già mietuto innumerevoli vittime, costringendo milioni di persone a farsi profughi ed esuli in altri Paesi. Tutti vogliamo la pace! Ma guardando questo dramma della guerra, guardando queste ferite, guardando tanta gente che ha lasciato la sua patria, che è stata costretta ad andarsene via, io mi domando: chi vende le armi a questa gente per fare la guerra? Ecco la radice del male! L’odio e la cupidigia del denaro nelle fabbriche e nelle vendite delle armi. Questo ci deve far pensare a chi è dietro, che dà a tutti coloro che sono in conflitto le armi per continuare il conflitto! Pensiamo, e dal nostro cuore diciamo anche una parola per questa povera gente criminale, perché si converta.

Ringrazio le Autorità e il popolo giordano per la generosa accoglienza di un numero elevatissimo di profughi provenienti dalla Siria e dall’Iraq, ed estendo il mio grazie a tutti coloro che prestano la loro opera di assistenza e di solidarietà verso i rifugiati. Penso anche all’opera di carità svolta da istituzioni della Chiesa come Caritas Giordania e altre che, assistendo i bisognosi senza distinzione di fede religiosa, appartenenza etnica o ideologica, manifestano lo splendore del volto caritatevole di Gesù, che è misericordioso. Dio Onnipotente e Clemente benedica tutti voi e ogni vostro sforzo nell’alleviare le sofferenze causate dalla guerra!

Mi rivolgo alla comunità internazionale perché non lasci sola la Giordania, tanto accogliente e coraggiosa, nel far fronte all’emergenza umanitaria derivante dall’arrivo sul suo territorio di un numero così elevato di profughi, ma continui e incrementi la sua azione di sostegno e di aiuto. Rinnovo il mio più accorato appello per la pace in Siria. Cessino le violenze e venga rispettato il diritto umanitario, garantendo la necessaria assistenza alla popolazione sofferente! Si abbandoni da parte di tutti la pretesa di lasciare alle armi la soluzione dei problemi e si ritorni alla via del negoziato. La soluzione, infatti, può venire unicamente dal dialogo e dalla moderazione, dalla compassione per chi soffre, dalla ricerca di una soluzione politica e dal senso di responsabilità verso i fratelli.

A voi giovani chiedo di unirvi alla mia preghiera per la pace. Potete farlo anche offrendo a Dio le vostre fatiche quotidiane, e così la vostra preghiera diventa particolarmente preziosa ed efficace. E vi incoraggio a collaborare, col vostro impegno e la vostra sensibilità, alla costruzione di una società rispettosa dei più deboli, dei malati, dei bambini, degli anziani. Pur nelle difficoltà della vita, siate segno di speranza. Voi siete nel cuore di Dio, voi siete nelle mie preghiere, e vi ringrazio per la vostra calorosa e gioiosa e numerosa presenza. Grazie!

Al termine di questo incontro, rinnovo l’auspicio che prevalgano la ragione e la moderazione e, con l’aiuto della comunità internazionale, la Siria ritrovi la via della pace. Dio converta i violenti! Dio converta coloro che hanno progetti di guerra! Dio converta coloro che fabbricano e vendono le armi e rafforzi i cuori e le menti degli operatori di pace e li ricompensi con ogni benedizione. Che il Signore benedica tutti voi!

[00851-01.02] [Testo originale: Italiano]

Traduzione in lingua inglese

Distinguished Authorities,

Your Eminences, Excellencies,

Dear Brothers and Sisters,

As part of my pilgrimage I have greatly desired to meet with you who have had to leave your homes and your country as a result of violence and conflict. Here in Jordan you have found welcome and refuge. I have wanted also to meet with you, dear young people who bear the burden of physical disabilities.

The place where we are meeting commemorates Jesus’ baptism. Coming here to the Jordan to be baptized by John, Jesus showed his humility and his participation in our human condition. He stooped down to us and by his love he restored our dignity and brought us salvation. Jesus’ humility never fails to move us, the fact that he bends down to wounded humanity in order to heal us: he bends down to heal all our wounds! For our part, we are profoundly affected by the tragedies and suffering of our times, particularly those caused by ongoing conflicts in the Middle East. I think particularly of our beloved Syria, rent by nearly three years of civil strife which has led to countless deaths and forced millions to flee and seek exile in other countries. All of us want peace! But as we observe this tragic conflict, seeing these wounds, seeing so many people who have left their homeland, forced to do so, I ask myself: who is selling arms to these people to make war? Behold the root of evil! Hatred and financial greed in the manufacturing and sale of arms. This should make us think about who is responsible for this situation, for providing arms to those in conflict and thereby sustaining such conflict. Let us think about this and with sincere hearts let us call upon these poor criminals to change their ways.

I thank the Jordanian authorities and people for the generous welcome they have extended to the immense number of refugees from Syria and Iraq. I also thank all those who offer them assistance and solidarity. I think too of the charitable work undertaken by Church institutions such as Caritas Jordan and others, who assist the needy regardless of their religious beliefs, ethnic origin or politics; in this way they reveal the radiant face of Jesus, full of kindness and love. May the Almighty and Merciful God bless all of you and every effort you make to alleviate the sufferings caused by war!

I urge the international community not to leave Jordan, who is so welcoming and so courageous, alone in the task of meeting the humanitarian emergency caused by the arrival of so great a number of refugees, but to continue and even increase its support and assistance. I renew my heartfelt appeal for peace in Syria. May the violence cease and may humanitarian law be respected, thus ensuring much needed assistance to those who are suffering! May all parties abandon the attempt to resolve issues by the use of arms and return to negotiations. A solution will only be found through dialogue and restraint, through compassion for those who suffer, through the search for a political solution and through a sense of fraternal responsibility.

Dear young people, I ask you to join me in praying for peace. You can do this by offering your daily efforts and struggles to God; in this way your prayer will become particularly precious and effective. I also encourage you to assist, through your generosity and sensitivity, in building a society which is respectful of the vulnerable, the sick, children and the elderly. Despite your difficulties in life, you are a sign of hope. You have a place in God’s heart, you are in my prayers. I am grateful that so many of you are here, and for your warmth, joy and enthusiasm. Thank you!

As our meeting concludes, I pray once more that reason and restraint will prevail and that, with the help of the international community, Syria will rediscover the path of peace. May God change the hearts of the violent. May God change the hearts of those who seek war. May God change the hearts of those who manufacture and sell arms and may he strengthen the hearts and minds of peacemakers and grant them every blessing. May God bless you all!

[00851-02.02] [Original text: Italian]

Traduzione in lingua spagnola

Estimadas Autoridades, Eminencias, Excelencias,

Queridos hermanos y hermanas:

En mi peregrinación, he tenido mucho interés en encontrarme con ustedes que, a causa de sangrientos conflictos, han tenido que abandonar sus casas y su Patria y han encontrado refugio en la acogedora tierra de Jordania; y al mismo tiempo, con ustedes, queridos jóvenes, que experimentan el peso de alguna limitación física.

El lugar en que nos encontramos nos recuerda el bautismo de Jesús. Viniendo aquí, al Jordán, para ser bautizado por Juan, se mostró humilde, compartiendo la condición humana: se rebajó haciéndose igual a nosotros y con su amor nos restituyó la dignidad y nos dio la salvación. Nos sorprende siempre esta humildad de Jesús, cómo se abaja ante las heridas humanas para curarlas. ¡Este abajarse de Jesús ante todas las heridas humanas para curarlas! Y, por nuestra parte, nos sentimos profundamente afectados por los dramas y las heridas de nuestro tiempo, especialmente por las que son fruto de los conflictos todavía abiertos en Oriente Medio. Pienso, en primer lugar, en la amada Siria, lacerada por una lucha fratricida que dura ya tres años y que ha cosechado innumerables víctimas, obligando a millones de personas a convertirse en refugiados y a exilarse en otros países. Todos queremos la paz. Pero, viendo este drama de la guerra, viendo estas heridas, viendo tanta gente que ha dejado su patria, que se ha visto obligada a marcharse, me pregunto: ¿quién vende armas a esta gente para hacer la guerra? He aquí la raíz del mal. El odio y la codicia del dinero en la fabricación y en la venta de las armas. Esto nos debe hacer pensar en quién está detrás, el que da a todos aquellos que se encuentran en conflicto las armas para continuar el conflicto. Pensemos, y desde nuestro corazón digamos también una palabra para esta pobre gente criminal, para que se convierta.

Agradezco a las Autoridades y al pueblo jordano la generosa acogida de un número elevadísimo de refugiados provenientes de Siria y de Iraq, y extiendo mi agradecimiento a todos aquellos que les prestan asistencia y solidaridad. Pienso también en la obra de caridad que desarrollan instituciones de la Iglesia como Caritas Jordania y otras que, asistiendo a los necesitados sin distinción de credo religioso, pertenencia étnica o ideológica, manifiestan el esplendor del rostro caritativo de Jesús, que es misericordioso. Que Dios omnipotente y clemente los bendiga a todos ustedes y todos sus esfuerzos por aliviar los sufrimientos causados por la guerra.

Me dirijo a la comunidad internacional para que no deje sola a Jordania, tan acogedora y valerosa, ante la emergencia humanitaria que se ha creado con la llegada de un número tan elevado de refugiados, sino que continúe e incremente su apoyo y ayuda. Renuevo mi vehemente llamamiento a la paz en Siria. Que cese la violencia y se respete el derecho humanitario, garantizando la necesaria asistencia a la población que sufre. Que nadie se empeñe en que las armas solucionen los problemas y todos vuelvan a la senda de las negociaciones. La solución, de hecho, sólo puede venir del diálogo y de la moderación, de la compasión por quien sufre, de la búsqueda de una solución política y del sentido de la responsabilidad hacia los hermanos.

A ustedes jóvenes, les pido que se unan a mi oración por la paz. Pueden hacerlo ofreciendo a Dios sus afanes cotidianos, y así su oración será particularmente valiosa y eficaz. Les animo a colaborar, con su esfuerzo y sensibilidad, en la construcción de una sociedad respetuosa de los más débiles, de los enfermos, de los niños, de los ancianos. A pesar de las dificultades de la vida, sean signo de esperanza. Ustedes están en el corazón de Dios, ustedes están en mis oraciones, y les agradezco su calurosa y alegre y numerosa presencia. Gracias.

Al final de este encuentro, renuevo mi deseo de que prevalezca la razón y la moderación y, con la ayuda de la comunidad internacional, Siria reencuentre el camino de la paz. Dios convierta a los violentos. Dios convierta a aquellos que tienen proyectos de guerra. Dios convierta a los que fabrican y venden las armas, y fortalezca los corazones y las mentes de los agentes de paz y los recompense con sus bendiciones. Que el Señor los bendiga a todos ustedes.

[00851-04.02] [Texto original: Italiano]

Al termine dell’incontro, il Santo Padre quindi si è trasferito in auto alla Nunziatura Apostolica di Amman.

[B0370-XX.02]