Conferenza Stampa di presentazione del Convegno "La Chiesa in Africa dal Concilio Vaticano II al Terzo Millennio. Omaggio dell’Africa ai Papi Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II"
Intervento di S.E. Mons. Emery Kabongo Kanundowi
Nota informativa
Programma
Alle ore 11.30 di questa mattina, nell’Aula Giovanni Paolo II della Sala Stampa della Santa Sede, si tiene la conferenza stampa di presentazione del Convegno "La Chiesa in Africa dal Concilio Vaticano II al Terzo Millennio. Omaggio dell’Africa ai Papi Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II", che si svolgerà presso l’Università Urbaniana dal 24 al 25 aprile 2014.
Il Convegno riunisce vescovi, sacerdoti, teologi, studiosi e personalità della cultura d’Africa per un bilancio sulla realizzazione del Concilio Vaticano II nel Continente Africano.
Intervengono alla Conferenza stampa: S.E. Mons. Barthélemy Adoukonou, Segretario del Pontificio Consiglio della Cultura; S.E. Mons. Emery Kabongo Kanundowi, Canonico della Basilica di San Pietro, Arcivescovo-Vescovo emerito di Luebo (Repubblica Democratica del Congo); Mons. Melchor Sánchez de Toca y Alameda, Sotto-Segretario del Pontificio Consiglio della Cultura e il Prof. Martin Nkafu, docente presso la Pontificia Università Lateranense.
Pubblichiamo di seguito l’intervento di S.E. Mons. Emery Kabongo Kanundowi, una Nota informativa e il programma del Convegno:
Intervento di S.E. Mons. Emery Kabongo Kanundowi
1. Introduzione
A 50 anni dal Concilio, la chiesa africana approfitta della canonizzazione dei Papi Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II per fare un bilancio della realizzazione del Concilio nel Continente africano, leggerne i segni dei tempi e prendere le iniziative necessarie per costruire il suo avvenire, in continuità con il Magistero dei Papi Paolo VI, Giovanni Paolo I, Benedetto XVI e Francesco.
Nell’avvicendarsi storico dei Papi, Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II offrono – in questa circostanza della loro canonizzazione – una ulteriore conferma di come il Concilio Vaticano II sia stato un avvenimento di grazia e un reale dono dello Spirito Santo. È il suo stampo fortemente pastorale e la sua simpatica apertura alle varie alle culture del mondo ha consentito alla Chiesa africana di compiere una importante svolta storica, tutt’ora in continuo e progressivo cammino sotto il profilo di una duplice fedeltà: Fedeltà al Vangelo e fedeltà alla sua identità culturale. Paolo VI con il suo storico discorso a Kampala, Benedetto XVI nei suoi viaggi sul continente e e nell’esortazione post-sinodale "Africae munus", Francesco con la sua attenzione alla povertà che flagella le periferie del mondo, ciascun Papa - nella continuità della tradizione conciliare inaugurata dal Vaticano II - offre un Magistero ricco di spunti per la costruzione dell’identità culturale ecclesiale e africana.
Senza staccare l’attenzione dal Magistero di Giovanni XXIII, il Pontefice che ha voluto il Concilio Vaticano II e l’ha effettivamente aperto, e nutrito dalla diretta esperienza vissuta con Giovanni Paolo II nel coinvolgere le Conferenze Episcopali della Chiesa Universale al suo Magistero e alla sua azione Pastorale, cogliamo quest’opportunità per sottolineare in ciascuna delle due figure da elevare all’onore degli altari un aspetto ecclesiale.
2. Chiesa Africana e Chiesa universale
In questa seconda decina del terzo millennio, nonostante il duplice flagello della crisi economico-finanziaria in occidente e della sempre più crescente povertà in Africa, occorre notare come negli uomini in genere si riaffermano sempre di più vari vincoli sociali, tecnici e culturali da intendere e vivere come vere opportunità a conseguire l’unità, fino alla sua pienezza in Cristo. Essendo quest’ultima il vero e proprio dovere della Chiesa, ribadita con forza dal Concilio Vaticano II (LG 1), è ovvio quindi da una parte: - prendere atto e riecheggiare l’apertura conciliare alle ricchezze tradizionali di tutte le culture, popoli e nazioni. Da un’altra parte ridestare – attraverso le diversità socio-culturali - l’urgenza dell’augurabile e sempre possibile unità spirituale ed ecclesiale che possa esprimere visibilmente come Chiesa sia sacramento di Cristo "ossia il segno e lo strumento dell’intima unione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano."(LG 1). Questa è – secondo il Concilio Vaticano II - la Luce di Cristo chiamata a risplendere sul volto della Chiesa Universale e su quello delle varie Chiese locali, quella africana compresa.
Quindi, scrutare la chiesa in africa dal concilio Vaticano II al terzo millennio è interrogare la Chiesa Africana sull’effettiva sua unità con il genere umano e sulla sua dimostrabile capacità di essere segno o strumento dell’intima unione con Dio. Dal nord al Sud del continente, varie sono le ricchezze di una consolidata tradizione intenta all’ospitalità, alla solidarietà, l’accoglienza, il perdono, riconciliazione, la condivisione, il senso della comunità. Il Nord del continente offre egregi esempi di Santità di Vita scaturiti dalla luce del Vangelo (Antonio, Agostino, Cipriano ecc.)…l’area subsahariana ha dimostrato l’esistenza di tanti uomini e donne dal cuore buono e dall’animo sincero. Possiamo affermare che "La Chiesa nell’africa subsahariana è giovane: il cristianesimo ha attecchito da noi nel periodo coloniale, ha poco più di cento anni (…) nel periodo post coloniale, ha poco più di cento anni di storia. Il messaggio cristiano ha trovato terreno fertile, perché per natura l’africano è una persona molto spirituale e credente."1 Il Vangelo ha incontrato le culture di tante altre zone del continente in vari modi e in varie circostanze.
A che punto le comunità di vita cristiana e quelle di vita "tout court" siano stati "ad entra" e "ad extra", in Africa e verso il mondo strumento di unità nella diversità dei doni umani, socio-culturali ecc. In una intima ed attenta fedeltà, al Vangelo e alla cultura propria, quanta è cresciuta la coscienza di essere "L'unico e universale popolo di Dio"? Il concilio Vaticano secondo afferma in fatti: "Tutti gli uomini sono chiamati a formare il popolo di Dio. Perciò questo popolo, pur restando uno e unico, si deve estendere a tutto il mondo e a tutti i secoli, affinché si adempia l'intenzione della volontà di Dio, il quale in principio creò la natura umana una e volle infine radunare insieme i suoi figli dispersi (cfr. Gv 11,52). A questo scopo Dio mandò il Figlio suo, al quale conferì il dominio di tutte le cose (cfr. Eb 1,2), perché fosse maestro, re e sacerdote di tutti, capo del nuovo e universale popolo dei figli di Dio. Per questo infine Dio mandò lo Spirito del Figlio suo, Signore e vivificatore, il quale per tutta la Chiesa e per tutti e singoli i credenti è principio di associazione e di unità, nell'insegnamento degli apostoli e nella comunione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere (cfr. At 2,42)." (LG 13)
Spesso, la grande paura è stata quella di vedere persa la propria identità culturale nel comune impegno per la costruzione del mondo e nella grande sfida dello sviluppo planetario. Occorre, nell’occorrenza della canonizzazione di Giovanni Paolo II e di Giovanni XXIII, svolgere un rinnovato sguardo verso il Concilio al quale hanno tutti e due partecipato per notare e sottolineare quanto segue: "La Chiesa, cioè il popolo di Dio (…) nulla sottrae al bene temporale di qualsiasi popolo, ma al contrario favorisce e accoglie tutte le ricchezze, le risorse e le forme di vita dei popoli in ciò che esse hanno di buono e accogliendole le purifica, le consolida ed eleva. Essa si ricorda infatti di dover far opera di raccolta con quel Re, al quale sono state date in eredità le genti (cfr. Sal 2,8), e nella cui città queste portano i loro doni e offerte (cfr. Sal 71 (72),10; Is 60,4-7). Questo carattere di universalità, che adorna e distingue il popolo di Dio è dono dello stesso Signore, e con esso la Chiesa cattolica efficacemente e senza soste tende a ricapitolare tutta l'umanità, con tutti i suoi beni, in Cristo capo, nell'unità dello Spirito di lui." (LG 13)
3. La centralità dell’uomo
È in questo preciso senso che il Magistero di Giovanni Paolo II abbracciava con convinzione la centralità della persona umana, il valore non negoziabile di ogni uomo e di tutto l’uomo "corpo e anima". Lo si vede in modo egregio attraverso l’enciclica Redemptor Hominis dalla quale si sprigiona una vita ecclesiale incentrata - con gesti e parole di questo Sommo Pontefice – sul contatto fisico e umano con piccoli e grandi, con buoni e cattivi senza distinzione di nazioni, razze, lingue e culture. In Giovanni Paolo II è il Verbo fatto carne – Redentore degli uomini – a brillare come modello di civiltà dell’Amore, innovatore della cultura ecclesiale universale e locale. Nella stragrande maggioranza dei suoi discorsi, e nella sua attenzione personale verso di noi suoi collaboratori diretti d’allora, la cultura dei popoli si dimostra centrale e quindi d’interesse maggiore per la Chiesa come affermato nel Concilio Vaticano II. Pluridimensionale, la cultura costituisce, secondo Gaudium et Spes, un abbraccio generale e sintetica di tutto ciò che serve all’uomo di progredire sulla via di uno sviluppo equipaggiato delle sue capacità orientate verso il dominio e la valorizzazione (o sottomissione) del creato (Gen 1). Il porto finale della cultura prende, secondo la Sacra scrittura, una decisiva piega orientata verso la promozione dei progressi morali e istituzionali. Esprime finalmente una conservazione delle esperienze di spicco che affermano le aspirazioni , non solo materiali bensì spirituali degli uomini che popolano la faccia della terra. In questo senso si canalizza tutto il pontificato di Giovanni Paolo II come testimoniano i suoi gesti, la sua predicazione e la sua testimonianza anche dinanzi alla malattia e alla sofferenza. La risposta a quest’insegnamento trova il suo eco nel grido corale della Piazza San Pietro ai suoi funerali: "Santo subito!"
Circa l’apprezzamento di Giovanni Paolo II verso il cattolicesimo africano, abbiamo già avuto modo di rimarcare il fatto che: "(…) per natura l’africano è una persona molto spirituale e credente. (…) la Chiesa, in Africa, non si è mai limitata al messaggio spirituale, ma si è occupata da sempre del progresso umano della gente: educazione, cure sanitarie e sviluppo economico. Giovanni Paolo II, in tutti i suoi viaggi in Africa, ha fatto riferimento ai diritti umani, al rispetto verso ogni persona, creata a immagine di Dio e non a immagine delle rispettive tribù (il tribalismo è uno dei mali che affliggono il continente nero). Preparando i suoi discorsi, il Santo Padre chiedeva spesso dei consigli e suggerimenti direttamente ai vescovi africani, perché voleva parlare delle cose concrete che interessavano la gente. Questo era il suo metodo di lavoro, a cui ricorreva prima di visitare altri paesi, ma anche prima di visitare le parrocchie romane, ricevendo per il pranzo preparatorio il suo Vicario per le città insieme con i parroci delle parrocchie visitate…"2
È in questo slancio profondamente cattolico, tinto d’odore di Santità, che siamo vissuti accanto a lui, lavorando molto, ma in un clima molto familiare. Non solo il Papa di cui sono stato segretario apprezzava il cattolicesimo africano ma si rendeva conto che gli altri si avvicinavano a lui, perché si aspettavano che dicesse loro qualcosa; e sapeva di poter dare qualcosa di persona: "Mi colpiva sempre come accoglieva la gente. Si vedeva la sua gioia nell’incontrare gli altri. E si preoccupava di mettere subito ciascuno a suo agio. Era questo un suo carisma personale. In questo modo la sua casa in Vaticano era sempre piena di gente, per il desiderio che aveva di stare con gli altri, di condividere la vita, anche durante i pasti e i momenti più rilassanti della giornata."3 In questo preciso atteggiamento e in tanti altri dimostrati nella sua vita pubblica, si trova nella sua persona un grande esempio di ospitalità e di solidarietà fraterna, di vita comunitaria e di affabilità vicendevole da imitare presso i cristiani della chiesa africana segnata da quei valori fino da tempi antichi.
Da Giovanni XXIII - passando da Paolo VI - a Giovanni Paolo secondo la linea progressiva del Vangelo dell’incarnazione (quella del Dio fatto uomo) riecheggia la preoccupazione del Concilio Vaticano II il cui apice tocca Dio nell’uomo di tutte le culture, lingue popoli e nazioni fino a caldeggiare una liturgia vicina al celebrante in carne e ossa.
4. Conclusione: Chiesa africana e la vocazione all’Amore
Lo spunto conducendo alla sfida indirizzata alla Chiesa Africana di questo terzo millennio deriva dal brano del Vangelo di questa quinta domenica di Quaresima Anno A: La risurrezione di Lazzaro. Dinanzi a Gesù che si commuove, piange per la morte dell’amato Lazzaro. Gesù lascia l’esempio dell’Amore di Dio ai cristiani di tutto il mondo. A proposito, commentando il Papa emerito Benedetto XVI scrive:
"Se si vuol seguire Cristo il nostro Salvatore dobbiamo mettere al primo posto della nostra vita quotidiana l’amore del Dio vivente, padre misericordioso. L’Amore divino ha il sopravento sulla morte. Soltanto questa intima esplosione del bene che vince il male può suscitare poi la catena di trasformazione che poco a poco cambieranno il mondo.
In questo modo gli sposi cristiani diventano i testimoni di questa realtà, testimoni che l’amore supera la buona e la cattiva sorte, la salute e la malattia e anche la morte. Perciò la vocazione all’amore è ciò che fa dell’uomo l’autentica immagine di Dio. Egli diventa simile a Dio nella misura in cui diventa simile a Dio nella misura in cui diventa qualcuno che ama." 4
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1 Emery Kabongo, Nell’appartamento del Papa, in "Accanto a Giovanni Paolo II. Gli amici e i collaboratori raccontano", A cura di Wlodzimerz Redzioch, Ed. Ares, Milano, 2014, p. 42.
2 Emery Kabongo, Nell’appartamento del Papa, pp.42 – 43.
3 Ivi, p. 43.
4 Benedetto XVI, Omelia del 21 Agosto 2005
[00554-01.01] [Testo originale: Italiano]
Nota informativa
La Chiesa in Africa: dal Concilio Vaticano II al terzo Millennio
Omaggio dell’Africa ai Papi Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II
Il Concilio Vaticano II, avvenimento di grazia per la Chiesa universale, ha permesso al popolo di Dio in Africa di intraprendere una svolta importante nel suo cammino storico.
La Chiesa dell’Africa vuole in effetti qualificarsi come protagonista nella costruzione dell’identità culturale del Continente, in particolare attraverso il forum dello Sceam «Fede, Cultura e Sviluppo».
A 50 anni dal Concilio, approfitta della canonizzazione dei Papi Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II per fare un bilancio della realizzazione del Concilio nel Continente africano, leggerne i segni dei tempi e prendere le iniziative necessarie per costruire il suo avvenire, in continuità con il Magistero dei Papi Paolo VI, Giovanni Paolo I, Benedetto XVI e Francesco.
Essa organizza, in questa circostanza, un Convegno che riunirà a Roma Vescovi, membri dello Sceam, teologi, uomini e donne africani, insieme con personalità della cultura, il 24 e 25 aprile 2014.
Francese
Le Concile Vatican II, événement de grâce pour l’Église universelle, a permis au peuple de Dieu en Afrique d’amorcer un tournant majeur de son histoire.
L’Église d’Afrique, en effet, veut se qualifier comme sujet dans la construction de l’identité culturelle du Continent, notamment à travers le forum du Sceam «Foi, Culture et Développement».
50 ans après le Concile, elle profite de la canonisation des Papes Jean XXIII et Jean-Paul II pour faire le bilan de la mise en œuvre du Concile sur le Continent africain, en lire les signes des temps aujourd’hui et prendre des initiatives pour construire son avenir, en continuité avec le Magistère des Papes Paul VI, Jean-Paul I, Benoit XVI et François.
Elle organise, pour la circonstance, un Colloque qui réunira, à Rome, des Evêques, membres du Sceam, des théologiens et théologiennes africains ainsi que des hommes et des femmes de culture, les 24 et 25 avril 2014.
Inglese
Vatican Council II, an event of grace for the entire universal Church allowed the People of God in Africa to undertake an important turning point in their historical journey. In effect, the Church in Africa wants to become a protagonist in the construction of a cultural identity for the Continent, in a particular way through the Forum SECAM «Faith, Culture and Development».
Fifty years from the Council, she takes advantage of the canonization of popes John XXIII and John Paul II to take stock of the implementation of the Council in the African Continent, reading the signs of the times and taking the necessary initiatives to build her future in line with the Magisterium of the Popes Paul VI, John Paul I, Benedict XVI and Francis.
On this occasion, she organizes a Conference that will bring together in Rome Bishops, members of SECAM, theologians, African men and women, along with cultural personalities, on 24 and 25 April 2014.
Portoghese
O Concílio Vaticano II, um evento de graça para toda a Igreja universal, permitiu ao povo de Deus em África realizar uma reviravolta importante no seu percurso através da história.
A Igreja em África quer impor-se verdadeiramente como protagonista na construção da identidade cultural do continente, em particular, através do fórum SCEAM "Fé, Cultura e Desenvolvimento". Passados 50 anos desde o Concílio, aproveita a ocasião da canonização do Papa João XXIII e João Paulo II para fazer um balanço da implementação do Concílio no continente Africano, para ler os sinais dos tempos e para tomar as necessárias medidas à construção do seu futuro, em sintonia com o Magistério dos Papas Paulo VI, João Paulo I, Bento XVI e Francisco.
Ele organiza, nesta ocasião, uma conferência que reunirá, em Roma, Bispos, membros de SCEAM, teólogos, homens e mulheres africanos, junto com personalidades da cultura, a 24 e 25 de Abril de 2014.
[00522-XX.01]
Programma
24 aprile 2014
Apertura ufficiale del convegno
8h00 - Proiezione di un video sui Papi Giovanni XXIII – Paolo VI e Giovanni Paolo II
8h25 -Preghiera di apertura + Canto (Gruppo culturale)
8h30 - Presidenza della seduta
Emo e Rmo Sig. Card. Robert SARAH, Presidente del Pontificio Consiglio « Cor Unum », Santa Sede
Accoglienza
Professor Alberto TRIVISIOL, Rettore Magnifico della Pontificia Università Urbaniana, Italia
Saluti
Signor Albert TÉVOÉDJRÉ, Presidente della Fondazione Cardinale Bernardin Gantin, Bénin
Saluti
Emo e Rmo Sig. Card. Gianfranco RAVASI, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, Santa Sede
Apertura dei lavori
S.E. R. Monsignor Gabriel MBILINGI, Arcivescovo di Lubango, Angola e Presidente dello Simposio delle Conferenze Episcopali d'Africa e del Madagascar (SCEAM), Accra
I Sessione
L’Africa e il Concilio Vaticano II: uno sguardo storico
Presidenza della seduta
Emo e Rmo Sig. Card. Robert SARAH, Presidente del Pontificio Consiglio « Cor Unum », Santa Sede
Saluti
Moderatore
Professor Joseph NDI-OKALLA, Vice Rettore dell’Università Cattolica dell'Africa Centrale (UCAC), Yaoundé - Cameroun
09h00 - Relazione introduttiva: «Il Concilio Vaticano II e la sua attuazione nella Chiesa Africana»
S.E. R. Monsignor Tharcisse TSHIBANGU TSHISHIKU, Vescovo emerito della diocesi di Mbuji-Mayi (R. D. Congo), esperto africano durante il Concilio Vaticano II
09h30 - 10h00 - Dibattito
10h00 - 10h20 - PAUSA
10h20 - Le indicazioni salvifiche dei Papi conciliari e postconciliari ai cristiani d’Africa. Le risposte delle Chiese africane
Professor John EGBULEFU, Pontificia Università Urbaniana - Italia
10h50 - Eco dei lavori dell’Associazione dei Teologi Africani (ATA) sul Concilio Vaticano II
Professor Nathanaël Yaovi SOEDE, Presidente dell’Associazione dei Teologi Africani (ATA)
Professor Léonard SANTEDI KINKUPU, Facoltà di Teologia - Università Cattolica del Congo – RD Congo, Membro della Commissione Teologica Internazionale
11h10 - 12h10 - Dibattito
12h15: Sintesi della mattinata (Moderatore)
12h30 - Pranzo
II Sessione
Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo II e la Chiesa in Africa
14h00 - Ripresa dei lavori - Proiezione di un video sui Papi Giovanni XXIII – Paolo VI e Giovanni Paolo II
14h30 - Presidenza della seduta
Emo e Rmo Sig. Card. John ONAIYEKAN, Arcivescovo metropolita di Abuja (NIGERIA)
Saluti
Moderatore
Professor Martin NKAFU, Pontificia Università Lateranense, Italia
14h40 - «Giovanni XXIII, Il Concilio, e l'evoluzione dell’Africa postconciliare»
Professor Jean-Paul MESSINA, Storico dell’Università Cattolica d'Africa Centrale di Yaoundé (Camerun)
15h10 - Cosa abbiamo fatto dell’eredità dei Papi Giovanni XXIII, Paolo VI e Giovanni Paolo II
Padre Joseph BALLONG-WEN-MEWUDA, Radio Vaticana, Italia
15h20 - 15h40 - Dibattito
15h40 - 16h00 - PAUSA
16h00 - L'eredità di Giovanni Paolo II
Mons. Chidi Denis ISIZOH, Officiale del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, Santa Sede
Mons. Bernard MUNONO MUYEMBE, Segretariato Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, Santa Sede
P. Cyrille MIYIGBÉNA, Cappellano dei Giovani a Béziers, Montpellier, Francia
16h55 - Sintesi del pomeriggio
17h00 - Preghiera conclusiva
25 aprile 2014
III Sessione
La Chiesa in Africa 50 anni dopo il Concilio Vaticano II: Sfide
8h00 - Proiezione di un video sui Papi Giovanni XXIII – Paolo VI e Giovanni Paolo II
8h25 - Preghiera di apertura
8h30 - Presidenza della seduta
Emo e Rmo Sig. Card. Laurent MONSENGWO PASINYA, Arcivescovo metropolita di Kinshasa (Rep. Dem. Congo)
Saluti
Moderatore
P. Bede UKWUIJE, Italia
8h40 - «L’articolazione dinamica dei due Sinodi per l’Africa
Emo e Rmo Sig. Card. Peter Kodwo Appiah TURKSON, Presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, Santa Sede
09h10 - Figure cristiani di spicco dell'intellighenzia africana (Julius Nyerere, ecc.) e l'impegno politico del fedele laico
Signor Albert TÉVOÉDJRÉ, Economista e politologo, Ex- Vice Direttore Generale dell’Ufficio Internazionale del Lavoro
Signor Edem KODJO, Economista, laureato presso l'ENA (Francia), ex Segretario Generale dell'Organizzazione dell’Unità Africana, ex governatore del Fondo Monetario Internazionale,
Patrologo e Professore di Patrologia presso il Seminario Maggiore di Lomé, Togo
09h40 - 10h10 - Dibattito
10h10 - 10h30 - PAUSA
10h30 - Posto e ruolo della donna nella Chiesa e nella società
Suor Teresa OKURE, Catholic Institute of West Africa (CIWA), Port Harcourt, Nigeria
Signora Agnès ADJAHO, Donna di Cultura, Lettere e Arte, Direttrice dell'associazione Afrilivres, Bénin
Suor Josée NGALULA, Facoltà di Teologia - Università Cattolica del Congo (UCC) e Théologat Saint Eugène de Mazenod – Kinshasa, R.D. Congo
11h00 - 11h40 - Dibattito
11h40 - Testimonianze di alcuni Istituti missionari: La vita consacrata nella missione della Chiesa in Africa oggi
Un Istituto maschile
Un Istituto femminile
Un Istituto nato in Africa (P. Sébastien SASA NGANOMO BABISAYONE, Italia)
12h20 - Sintesi della mattinata (Moderatore)
12h30 - Conclusione della mattinata - Pranzo
IV Sessione
Sguardo verso l’avvenire: La Chiesa d’Africa come soggetto storico –
Fede, cultura e sviluppo
14h00 - Ripresa dei lavori - Proiezione di un video sui Papi Giovanni XXIII – Paolo VI e Giovanni Paolo II
14h30 - Presidenza della seduta
S.E. R. Monsignor Louis PORTELLA MBUYU, Vescovo di Kinkala (R. del CONGO) – Primo Vice Presidente dello SCEAM
Saluti
Moderatore
P. Paulin POUCOUTA, Università Cattolica dell’Africa Centrale (UCAC), Yaoundé-Cameroun
14h40 - Storia e messa in gioco del Forum "Fede, Cultura e Sviluppo"
Emo e Rmo Sig. Card. Théodore-Adrien SARR, Arcivescovo di Dakar, Senegal
15h10 - Soggetto ecclesiale e iniziativa storica in Africa oggi
S.E. R. Monsignor Barthélemy ADOUKONOU, Segretario del Pontificio Consiglio della Cultura, Santa Sede
15h20 - Il Forum "Fede, Cultura e Sviluppo": riflessione e dibattito
15h50 - Risoluzioni e raccomandazioni – dibattito circa il progetto del testo
P. Léonard SANTEDI KINKUPU
Fr. Hilaire RAHARILALAO, Teologo membro del Forum « Fede, Cultura e Sviluppo » (Madagascar)
16h10 - 16h30 - Pausa
Chiusura del convegno
16h30 - Gruppo culturale
16h35 - Conclusione Generale
P. Edouard ADÉ, Coordinatore del Forum "Fede, Cultura e Sviluppo", Accra/Africa
16h50 - Gruppo culturale
16h55 - Esortazione
Emo e Rmo Sig. Card. Francis ARINZE, Santa Sede
17h30 - Messa solenne di conclusione del convegno [Evangelizzazione dei popoli]
Presiede: Emo e Rmo Sig. Card. Francis ARINZE
18h30 - Rinfresco
[00523-01.01]
[B0245-XX.03]