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CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE DELLA PARTECIPAZIONE DELLA SANTA SEDE COME OSPITE D’ONORE AL SALONE INTERNAZIONALE DEL LIBRO DI TORINO 2014, 18.03.2014


CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE DELLA PARTECIPAZIONE DELLA SANTA SEDE COME OSPITE D’ONORE AL SALONE INTERNAZIONALE DEL LIBRO DI TORINO 2014

LA SANTA SEDE OSPITE D’ONORE AL SALONE INTERNAZIONALE DEL LIBRO DI TORINO 2014

INTERVENTO DELL’ON. ROLANDO PICCHIONI INTERVENTO DELL’ON. ROLANDO PICCHIONI

INTERVENTO DEL DOTT. ERNESTO FERRERO

Alle ore 11.30 di questa mattina, nell’Aula Giovanni Paolo II della Sala Stampa della Santa Sede, ha luogo la conferenza stampa di presentazione della partecipazione della Santa Sede come Ospite d’Onore alla 27.ma edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino, che si svolgerà dall’8 al 12 maggio 2014.
Intervengono l’Em.mo Card. Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura; l’On. Dott. Rolando Picchioni, Presidente della Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura; il Rev.do Don Giuseppe Costa, S.D.B., Direttore della Libreria Editrice Vaticana; il Dott. Ernesto Ferrero, Direttore editoriale del Salone.
Pubblichiamo di seguito una nota informativa, e gli interventi dell’On. Dott. Rolando Picchioni e del Dott. Ernesto Ferrero:

LA SANTA SEDE OSPITE D’ONORE AL SALONE INTERNAZIONALE DEL LIBRO DI TORINO 2014

La Santa Sede è stata invitata a partecipare, quale Ospite d’Onore, al Salone Internazionale del Libro di Torino 2014 (8-12 maggio). Il Cardinale Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, nominato a sua volta Ospite d’Onore e Rappresentante della Santa Sede, ha coinvolto nel progetto sia il suo Dicastero sia le principali Istituzioni interessate all’evento: la Libreria Editrice Vaticana, i Musei Vaticani, la Biblioteca Apostolica Vaticana, l’Archivio Segreto Vaticano, la Pontificia Commissione per l’Archeologia Sacra, l’Ufficio Filatelico e Numismatico e altre Istituzioni, nonché l’Arcidiocesi di Torino.

La partecipazione della Santa Sede al Salone del Libro si attuerà sia attraverso la presenza di un proprio Stand, particolarmente eloquente, sia nella programmazione di eventi a carattere culturale e artistico.

Lo Stand sarà collocato nel terzo padiglione del complesso del Lingotto di Torino, sede del Salone Internazionale del Libro, e sarà rappresentativo sia delle attuali iniziative editoriali sviluppate in ambito vaticano, sia del rapporto storico della Chiesa e dei Pontefici con il libro e le arti, legame rappresentato da alcune pregevoli opere presentate dalla Biblioteca Apostolica Vaticana, dall’Archivio Segreto Vaticano, dai Musei Vaticani e dalla Pontificia Commissione per l’Archeologia Sacra.

Durante la settimana del Salone è stato poi programmato un dibattito culturale in cui il Cardinal Ravasi si confronterà con una personalità di rilievo; una presentazione delle numerose pubblicazioni che trattano degli scritti e dell’opera di Papa Francesco che vedrà protagonista il Cardinale Segretario di Stato S. Em. Pietro Parolin; un incontro a carattere internazionale degli Editori cattolici.

In contemporanea si prevedono, poi, alcuni eventi e iniziative di grande respiro culturale ed artistico, tra cui due interventi, nelle giornate inaugurali, della Cappella Musicale Pontificia "Sistina", il primo nell’Auditorium del Lingotto e l’altro nel prestigioso Teatro Regio. Nel programma della Santa Sede rientrano anche numerosi "eventi collaterali": incontri e dibattiti proposti da Enti e Associazioni su tematiche di carattere sociale ed ecclesiale.

[00401-01.01] [Testo originale: Italiano]

INTERVENTO DELL’ON. ROLANDO PICCHIONI

Eminenza, Reverendi Monsignori, Autorità, Signore e Signori,

È un grande onore poter condividere in quest’aula la partecipazione della Santa Sede quale Paese Ospite d’Onore alla ventisettesima edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino. Una partecipazione tanto ambita e prestigiosa, quanto sorprendentemente coincidente con le novità del pontificato di Papa Francesco. Novità che – come abbiamo ascoltato - hanno raccolto la cura assidua di Sua Eminenza il Cardinale Gianfranco Ravasi, confermando la continuità dell’impegno della Santa Sede nel campo culturale e nel dialogo universale.

Desidero ringraziare di questo Sua Eminenza, che inaugurerà il Salone nella mattina di giovedì 8 maggio. A lui va appunto il merito di aver declinato la grande sensibilità dell’uomo di cultura che tutti conosciamo, in un lavoro di indirizzo e di maieutica nel quale ancora una volta è risaltato il suo riconosciuto magistero. Con il cardinal Ravasi, un sentito ringraziamento al direttore della Libreria Editrice Vaticana don Giuseppe Costa e a monsignor Pasquale Iacobone.

Quella della Santa Sede al prossimo Salone non soltanto costituisce una presenza fuori dall’ordinario, ma, in un certo modo, ne ha anche plasmato lo spirito intorno al quale si articolano i suoi più importanti dibattiti ed eventi.

Il Salone Internazionale del Libro ha inaugurato nel 2001 la tradizione di avere ogni anno un diverso Paese ospite d’onore, presente con ampio diorama della propria cultura non solamente letteraria ma anche materiale e immateriale. Nelle diverse edizioni, si sono succeduti a Torino Catalogna, Spagna, Olanda, Svizzera, Canada, Grecia, Brasile, Portogallo, Lituania, Israele, Egitto, India, Russia, Romania e Cile.

Anche sotto quest’aspetto, è evidente il carattere assolutamente speciale e peculiare della presenza della Santa Sede. Se la partecipazione del Paese Ospite al Salone è in primo luogo l’occasione per incontrarne la storia e la civiltà, il rapporto fra lingua e creatività letteraria, e quindi misurare la diversità e distanza fra la cultura di ognuno di essi e il nostro Paese, per quanto concerne la Santa Sede il portato più rilevante è il carattere profondamente internazionale e universale della sua stessa natura costitutiva e spirituale, e la meravigliosa varietà in cui il messaggio e il magistero della Chiesa si traduce in opere di pensiero, di riflessione e di creazione letteraria e artistica.

La Santa Sede al Salone è frutto d’un cammino di reciproco avvicinamento iniziato sotto il pontificato di Benedetto XVI e sostanziato da fasi di studio, approfondimento, riflessione e concreta progettazione. Su tale cammino, Ernesto Ferrero ed io siamo stati accompagnati con impegno sempre entusiasta dalle Istituzioni: la città di Torino con il sindaco Piero Fassino e l’assessore Maurizio Braccialarghe, la Provincia di Torino con il presidente Antonio Saitta e l’assessore Marco D’Acri, la Regione Piemonte con il presidente Roberto Cota e l’assessore Michele Coppola.

La presenza della Santa Sede non è nata per caso. Fin dal 1999, avamposto della cultura cattolica al Salone è stata l’Associazione Sant’Anselmo di Milano. Animata dal suo presidente Andrea Gianni, ha portato a dialogare con il grande pubblico del Lingotto – un pubblico sicuramente trasversale e popolare nel senso migliore del termine – illustri esponenti e raffinati pensatori del mondo cattolico e laico. Ricordo fra gli altri uno straordinario dialogo-confronto fra il cardinale Roger Etchegaray e Mikhail Gorbaciov; le lezioni magistrali dei cardinali Jean-Louis Tauran, Camillo Ruini, Angelo Bagnasco, Angelo Scola e naturalmente di monsignor Ravasi.

Tavoli diplomatici e affinità culturali, così, hanno lavorato in parallelo per raggiungere il risultato che presentiamo oggi. Va ben oltre il dovere formale il mio ringraziamento a quanti lo hanno propiziato e reso possibile con il proprio personale impegno: il cardinale Tarcisio Bertone, che ne ha interessato tempestivamente Papa Francesco e, da segretario di Stato, la scorsa primavera ha potuto dare per primo l’annuncio ufficiale della partecipazione della Santa Sede; il cardinale Giuseppe Bertello, presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano; e l’arcivescovo emerito della Diocesi di Torino, cardinale Severino Poletto che ha seguito passo a passo questo cammino corroborandolo con i suoi preziosi suggerimenti e ammaestramenti.

Il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, che interverrà nel pomeriggio di sabato 10 maggio a presentare il nuovo libro dedicato al Santo Padre, troverà dunque nel Salone del Libro non una terra incognita o una lontana nunziatura, ma un habitat ricco di segni e testimonianze che, negli anni passati, sono stati punto di riferimento non indifferente nella tumultuosa polifonia culturale espressa dal Salone.

L’«effetto Santa Sede», permettetemi di chiamarlo così senza alcun ammiccamento o mancanza di rispetto, ha avuto infine una conseguenza contagiosa e positiva. Ha saputo fare da catalizzatore alle numerose realtà dell’editoria e cultura cattolica che – oltre a quelle chiamate a raccolta nella piccola «Piazza San Pietro» del Lingotto - hanno voluto confermare la loro presenza al Salone con un ricco programma culturale. Ricordo l’Editrice San Paolo, i Salesiani della Ldc, Sant’Anselmo, le Edizioni Missionarie, l’editrice Qiqajon della Comunità di Bose, Effatà, la comunità di Madian dei religiosi Camilliani e i Padri Gesuiti con la proposta educativa del loro circuito di istituti scolastici.

L’auspicio è che il Salone 2014 – al di là dei valori laici e della pluralità di voci che esso sempre rappresenta - accenda anche i riflettori sulla grande festa religiosa che vedrà l’arcidiocesi di Torino, con l’arcivescovo Cesare Nosiglia, protagonista di due grandi appuntamenti della fede: l’Ostensione della Sindone e le celebrazioni bicentenarie di San Giovanni Bosco.

E naturalmente, la possibile visita del Santo Padre, al quale inviamo il nostro più fervido e devoto pensiero e ringraziamento e che – non ci nascondiamo la speranza – sarebbe nostro sogno poter avere in visita in un futuro Salone. E così conoscere il nostro lavoro a difesa di quel presidio fondamentale per la promozione umana che è la lettura come strumento fondativo per la conoscenza, la condivisione, l’accettazione del prossimo, e quindi la fiducia nella possibilità di un mondo più aperto e migliore.

[00398-01.01] [Testo originale: Italiano]

INTERVENTO DEL DOTT. ERNESTO FERRERO

È stato detto molto volte, ma è sempre più evidente: la crisi che stiamo attraversando è in primo luogo una crisi morale e culturale. Gli effetti economici e finanziari ne rappresentano una diretta conseguenza.

Crisi morale conseguente al degrado progressivo, se non all’irrisione, dei valori primari su cui si regge una società civile: la distinzione fondativa tra bene e male, lecito e illecito, utile comunitario ed egoismo personale.

Crisi culturale, perché la cultura non è più sentita, o è poco sentita, come il propellente principale di ogni crescita personale e collettiva. Di qui la trascuratezza con cui i governi della repubblica hanno trattato grandi questioni come la scuola, la formazione, la ricerca scientifica, il sistema bibliotecario, la conservazione e valorizzazione dei beni culturali, e più in generale l’educazione al bello.

Ancora una volta, etica ed estetica appaiono inscindibilmente connessi. Questa consapevolezza appare oggi particolarmente viva e attiva nel pensiero e nell’azione della Chiesa, come dimostrano le molteplici iniziative del Pontificio Consiglio di cultura nel campo delle arti e delle lettere.

Il bello artistico e letterario non è un "di più", un lusso dei giorni festivi, un optional gradevole di cui si può anche fare a meno: è un luogo di apprendimento e affinamento della sensibilità, di collegamento tra umano e divino, tra i limiti del "qui e ora" e qualcosa che lo può trascendere, diventando un patrimonio di tutti. Questo mi sembra il significato profondo della cupola di San Pietro fatta di libri che impressionerà quanti visiteranno lo stand vaticano al Salone del libro.

La partecipazione del Vaticano come Paese ospite d’onore è per noi un motivo di grande soddisfazione e orgoglio, perché offre un contributo sostanziale alla riflessione che il Salone del libro promuove da anni, interrogandosi sul significato attuale di concetti come Tempo, Storia, Bellezza, Creatività, l’Io, l’Altro, nel mezzo di mutazioni impetuose ma disordinate, non gestite, non indirizzate. Ma è proprio questa funzione di governance che dobbiamo chiedere ai libri.

In un panorama nazionale vistosamente depresso, il Salone del libro rappresenta una confortante eccezione. Le statistiche ci dicono che i consumi culturali (libri, mostre, concerti) sono decresciuti nell’ultimo triennio di un 21% complessivo, cioè di un 7% annuo. Ebbene, lo scorso anno il numero dei visitatori del Salone ha segnato un altro 7%, ma questa volta di segno positivo. Similmente è cresciuto il numero dei frequentatori delle biblioteche. Tuttavia i numeri non dicono tutto. Non dicono la qualità di questi visitatori, la loro competenza e selettività, la loro passione civile, l’urgenza di trovare un luogo dove fare politica vera e seria, cioè di progettare una polis, una casa comune in cui riconoscersi in equità e giustizia, vorrei dire un’ecumene.

Per cinque giorni il Lingotto diventa un luogo di forte tensione conoscitiva, di speranze condivise e condivisibili. La speranza intesa non come velleità astratta che si accontenta di enunciare se medesima, ma come volontà concretamente costruttiva, operativa, fattuale, collettiva.

A questa speranza il papato di Francesco sta dando un impulso determinante cui guardano con attenzione e gratitudine anche i laici e i non credenti. Il Salone sarà in grado di offrire un panorama esauriente di quello che questi fermenti stanno producendo nella società civile e nell’editoria laica, mai così aperta, così disposta all’ascolto come in questo momento.

Permettetemi di dire che la partecipazione vaticana non poteva cadere in un momento più opportuno. Forse nei prossimi anni, guardandoci indietro, potremo dire che la stagione del riscatto ha trovato qui una spinta in più, nel nome di valori ritrovati e condivisi.

[00399-01.01] [Testo originale: Italiano]

[B0185-XX.01]