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L’UDIENZA GENERALE, 27.11.2013


L’UDIENZA GENERALE

CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

SINTESI DELLA CATECHESI E SALUTI NELLE DIVERSE LINGUE

SALUTO IN LINGUA ITALIANA 

L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 10.30 in Piazza San Pietro dove il Santo Padre Francesco ha incontrato gruppi di pellegrini e di fedeli provenienti dall’Italia e da ogni parte del mondo.
Nel discorso in lingua italiana, il Papa ha incentrato la sua meditazione sulla resurrezione della carne.
Dopo la sintesi in diverse lingue, Papa Francesco ha rivolto particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti.
L’Udienza Generale si è conclusa con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica.

CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

Cari fratelli e sorelle,
buongiorno e complimenti perché siete coraggiosi con questo freddo in piazza. Tanti complimenti.

Desidero portare a termine le catechesi sul "Credo", svolte durante l’Anno della Fede, che si è concluso domenica scorsa. In questa catechesi e nella prossima vorrei considerare il tema della risurrezione della carne, cogliendone due aspetti così come li presenta il Catechismo della Chiesa Cattolica, cioè il nostro morire e il nostro risorgere in Gesù Cristo. Oggi mi soffermo sul primo aspetto, «morire in Cristo».

1. Fra noi comunemente c’è un modo sbagliato di guardare la morte. La morte ci riguarda tutti, e ci interroga in modo profondo, specialmente quando ci tocca da vicino, o quando colpisce i piccoli, gli indifesi in una maniera che ci risulta "scandalosa". A me sempre ha colpito la domanda: perché soffrono i bambini?, perché muoiono i bambini? Se viene intesa come la fine di tutto, la morte spaventa, atterrisce, si trasforma in minaccia che infrange ogni sogno, ogni prospettiva, che spezza ogni relazione e interrompe ogni cammino. Questo capita quando consideriamo la nostra vita come un tempo rinchiuso tra due poli: la nascita e la morte; quando non crediamo in un orizzonte che va oltre quello della vita presente; quando si vive come se Dio non esistesse. Questa concezione della morte è tipica del pensiero ateo, che interpreta l’esistenza come un trovarsi casualmente nel mondo e un camminare verso il nulla. Ma esiste anche un ateismo pratico, che è un vivere solo per i propri interessi e vivere solo per le cose terrene. Se ci lasciamo prendere da questa visione sbagliata della morte, non abbiamo altra scelta che quella di occultare la morte, di negarla, o di banalizzarla, perché non ci faccia paura.

2. Ma a questa falsa soluzione si ribella il "cuore" dell’uomo, il desiderio che tutti noi abbiamo di infinito, la nostalgia che tutti noi abbiamo dell’eterno. E allora qual è il senso cristiano della morte? Se guardiamo ai momenti più dolorosi della nostra vita, quando abbiamo perso una persona cara – i genitori, un fratello, una sorella, un coniuge, un figlio, un amico –, ci accorgiamo che, anche nel dramma della perdita, anche lacerati dal distacco, sale dal cuore la convinzione che non può essere tutto finito, che il bene dato e ricevuto non è stato inutile. C’è un istinto potente dentro di noi, che ci dice che la nostra vita non finisce con la morte.

Questa sete di vita ha trovato la sua risposta reale e affidabile nella risurrezione di Gesù Cristo. La risurrezione di Gesù non dà soltanto la certezza della vita oltre la morte, ma illumina anche il mistero stesso della morte di ciascuno di noi. Se viviamo uniti a Gesù, fedeli a Lui, saremo capaci di affrontare con speranza e serenità anche il passaggio della morte. La Chiesa infatti prega: «Se ci rattrista la certezza di dover morire, ci consola la promessa dell’immortalità futura». Una bella preghiera della Chiesa questa! Una persona tende a morire come è vissuta. Se la mia vita è stata un cammino con il Signore, un cammino di fiducia nella sua immensa misericordia, sarò preparato ad accettare il momento ultimo della mia esistenza terrena come il definitivo abbandono confidente nelle sue mani accoglienti, in attesa di contemplare faccia a faccia il suo volto. Questa è la cosa più bella che può accaderci: contemplare faccia a faccia quel volto meraviglioso del Signore, vederlo come Lui è, bello, pieno di luce, pieno di amore, pieno di tenerezza. Noi andiamo fino a questo punto: vedere il Signore.

3. In questo orizzonte si comprende l’invito di Gesù ad essere sempre pronti, vigilanti, sapendo che la vita in questo mondo ci è data anche per preparare l’altra vita, quella con il Padre celeste. E per questo c’è una via sicura: prepararsi bene alla morte, stando vicino a Gesù. Questa è la sicurezza: io mi preparo alla morte stando vicino a Gesù. E come si sta vicino a Gesù? Con la preghiera, nei Sacramenti e anche nella pratica della carità. Ricordiamo che Lui è presente nei più deboli e bisognosi. Lui stesso si è identificato con loro, nella famosa parabola del giudizio finale, quando dice: «Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi. …Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me» (Mt 25,35-36.40). Pertanto, una via sicura è recuperare il senso della carità cristiana e della condivisione fraterna, prenderci cura delle piaghe corporali e spirituali del nostro prossimo. La solidarietà nel compatire il dolore e infondere speranza è premessa e condizione per ricevere in eredità quel Regno preparato per noi. Chi pratica la misericordia non teme la morte. Pensate bene a questo: chi pratica la misericordia non teme la morte! Siete d’accordo? Lo diciamo insieme per non dimenticarlo? Chi pratica la misericordia non teme la morte. E perché non teme la morte? Perché la guarda in faccia nelle ferite dei fratelli, e la supera con l’amore di Gesù Cristo.

Se apriremo la porta della nostra vita e del nostro cuore ai fratelli più piccoli, allora anche la nostra morte diventerà una porta che ci introdurrà al cielo, alla patria beata, verso cui siamo diretti, anelando di dimorare per sempre con il nostro Padre, Dio, con Gesù, con la Madonna e con i santi.

[01764-01.01] [Testo originale: Italiano]

SINTESI DELLA CATECHESI E SALUTI NELLE DIVERSE LINGUE

Sintesi della catechesi e saluto in lingua francese

Sintesi della catechesi e saluto in lingua inglese 

Sintesi della catechesi e saluto in lingua tedesca 

Sintesi della catechesi e saluto in lingua spagnola 

Sintesi della catechesi e saluto in lingua portoghese 

Sintesi della catechesi e saluto in lingua polacca 

Sintesi della catechesi e saluto in lingua ucraina

Sintesi della catechesi e saluto in lingua araba

 

Sintesi della catechesi e saluto in lingua francese

Speaker :

Chers frères et sœurs, dans la foi nous affirmons que notre mort est une « mort dans le Christ ». Lorsque l’on vit comme si Dieu n’existait pas, ou seulement pour les choses de la terre, sans croire en un horizon au-delà de la vie présente, alors la mort est la fin de tout et devient une menace. Mais un instinct puissant en nous et un désir d’infini attestent que la vie ne finit pas avec la mort. Cette soif de vie a sa réponse réelle et fiable dans la Résurrection de Jésus Christ, qui éclaire le mystère de notre mort. Vivre unis à Jésus, fidèles à sa volonté, attentifs à notre prochain, nous prépare à bien mourir. Celui qui pratique la miséricorde ne craint pas la mort, il en est victorieux dans l’amour du Christ. Nous pourrons alors affronter avec espérance et sérénité ce passage, nous confiant comme Jésus entre les mains du Père.

Santo Padre :

Saluto cordialmente i cari amici di lingua francese, in particolare i pellegrini della Cattedrale Notre-Dame di Parigi, accompagnati dal Vescovo ausiliare, Mons. de Moulins-Beaufort. A tutti auguro di progredire nella scoperta dell’amore del Padre misericordioso che ci attende per condividere la sua vita e testimoniarla tra i nostri fratelli e sorelle.

Speaker :

Je vous salue cordialement, chers amis francophones, en particulier les pèlerins de la cathédrale Notre-Dame, de Paris, accompagnés par l’Évêque-auxiliaire, Mgr de Moulins-Beaufort. À tous je souhaite de progresser dans la découverte de l’amour du Père miséricordieux qui nous attend pour partager sa vie et en témoigner parmi nos frères et sœurs.

[01765-03.01] [Texte original: Français]

Sintesi della catechesi e saluto in lingua inglese

Speaker:

Dear Brothers and Sisters: In our catechesis on the Creed, we now reflect on "the resurrection of the body". Christian faith illumines the mystery of death and brings the hope of the resurrection. Death challenges all of us: apart from belief in God and a vision of life as something greater than earthly existence, death appears as wholly tragic; we misunderstand it, fear and deny it. Yet human beings were made for something greater; we yearn for the infinite, the eternal. Christ’s resurrection not only offers us the certainty of life beyond death, it also shows us the true meaning of death. We die as we live: if our lives were lived in loving union with God, we will be able to abandon ourselves serenely and confidently into his hands at the moment of our death. Our Lord frequently tells us to be watchful, knowing that our life in this world is a preparation for the life to come. If we remain close to him, especially through charity to the poor and solidarity with those in need, we need not fear death, but rather welcome it as the door to heaven and to the joy of eternal life.

Santo Padre:

Saluto tutti i pellegrini di lingua inglese presenti a questa Udienza, specialmente quelli provenienti da Inghilterra, Filippine e Stati Uniti. Su tutti voi e sulle vostre famiglie invoco la gioia e la pace del Signore!

Speaker:

I greet all the English-speaking pilgrims present at today’s Audience, including those from England, the Philippines and the United States. Upon you and your families I invoke God’s blessings of joy and peace!

[01766-02.01] [Original text: English]

Sintesi della catechesi e saluto in lingua tedesca

Speaker:

Liebe Brüder und Schwestern, in der heutigen Mittwochskatechese zum Glaubensbekenntnis bedenken wir die „Auferstehung der Toten". Wenn wir mit Christus auferstehen wollen, müssen wir uns auch im Sterben mit ihm vereinigen. Was bedeutet aber „Sterben in Christus"? Sicher greift die Vorstellung zu kurz, darin den einen von den zwei Koordinatenpunkten zu sehen, zwischen denen der Lebensweg eingespannt ist, nämlich Geburt und Tod. Das Sterben in Christus erwächst aus dem Glauben, dass unser Leben auf einen Horizont hin geöffnet ist, auf eine Weite jenseits des Hier und Heute unserer alltäglichen Dinge. In seinem Herzen vernimmt der Mensch eine Sehnsucht nach Unendlichkeit. Wir spüren das besonders, wenn eine geliebte Person stirbt. Bei allem Schmerz geht uns im Inneren eine Ahnung auf, dass damit nicht alles aus ist, dass das Gute, was wir durch unsere Lieben empfangen haben, nicht umsonst war. Durch den Tod und die Auferstehung seines Sohnes hat er uns die Gewissheit eines Lebens nach dem Tod geschenkt. Durch die Taufe werden wir mit Christus vereint und haben deshalb schon jetzt wirklich Anteil am Leben des Auferstandenen. Es ist zugleich eine Einladung an uns, dieses neue Leben anzunehmen und uns auch gut auf unseren irdischen Tod vorzubereiten. Das können wir zum Beispiel tun, wenn wir uns den Schwachen und Bedürftigen beistehen. Wer Barmherzigkeit übt, fürchtet den Tod nicht, denn er schaut in den leiden und Wunden der Brüder und Schwestern, dass die Liebe Jesu Christi stärker ist als der Tod.

Santo Padre:

Rivolgo un benvenuto caloroso ai pellegrini di lingua tedesca. Cristo risorto viene in ogni tempo ad accompagnare i suoi fratelli, in particolare i poveri e i bisognosi. Noi vogliamo essere i suoi testimoni della nuova vita in Lui. Per voi e per i vostri cari imploro la benedizione e la grazia del Signore.

Speaker:

Ein herzliches Willkommen richte ich an die Pilger deutscher Sprache. Der auferstandene Christus kommt zu allen Zeiten, um seine Brüder und Schwestern zu begleiten, besonders die Armen und die Bedürftigen. Wir wollen Zeugen des neuen Leben in ihm sein. Von Herzen erbitte ich Gottes Segen und Gnade für ich euch und eure Lieben.

[01767-05.01] [Originalsprache: Deutsch]

Sintesi della catechesi e saluto in lingua spagnola

Queridos hermanos y hermanas:
Concluyendo ya las catequesis sobre el Credo, hoy quisiera detenerme en la "resurrección de la carne", y hablarles del sentido cristiano de la muerte y de la importancia de prepararnos bien para morir en Cristo.
Para quien vive como si Dios no existiese, la muerte es una amenaza constante, porque supone el final de todo en el horizonte cerrado del mundo presente. Por eso, muchos la ocultan, la niegan o la banalizan para vivir sin aprensión la vida de cada día.
Sin embargo, hay un deseo de vida dentro de nosotros, más fuerte incluso que el miedo a la muerte, que nos dice que no es posible que todo se quede en nada. La respuesta cierta a esta sed de vida es la esperanza en la resurrección futura.
La victoria de Cristo sobre la muerte no sólo nos da la serena certeza de que no moriremos para siempre, sino que también ilumina el misterio de la muerte personal y nos ayuda a afrontarla con esperanza. Para ser capaces de aceptar el momento último de la existencia con confianza, como abandono total en las manos del Padre, necesitamos prepararnos. Y la vigilancia cristiana consiste en la perseverancia en la caridad. Así, pues, la mejor forma de disponernos a una buena muerte es mirar cara a cara las llagas corporales y espirituales de Cristo en los más débiles y necesitados, con los que Él se identificó, para mantener vivo y ardiente el deseo de ver un día cara a cara las llagas transfiguradas del Señor resucitado.

Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española, en particular a los grupos provenientes de España, México, Guatemala, Argentina y los demás países latinoamericanos. No olviden que la solidaridad fraterna en el dolor y en la esperanza es premisa y condición para entrar en el Reino de los cielos. Muchas gracias.

[01768-04.01] [Texto original: Español]

Sintesi della catechesi e saluto in lingua portoghese

Speaker:

Queridos irmãos e irmãs,
Para levar a termo o ciclo de catequeses sobre o Credo, desenvolvidas durante o Ano da Fé, tratar-se-á agora o tema da ressurreição da carne. Hoje o faremos sob o prisma da morte em Cristo. Existe um modo equivocado de conceber a morte: para alguns, ela é o fim de tudo, um caminhar para o nada. Tal ideia só pode trazer medo e desilusão. Contudo, cada um de nós, ao perder uma pessoa amada, experimenta a convicção de que não pode ter acabado tudo. Trata-se de uma sede de vida que encontra na ressurreição de Cristo uma resposta real, que garante uma certeza de vida para além da morte. Por fim, justamente porque cremos que esta vida é uma peregrinação para a vida futura, é necessário estar vigilantes, preparando-nos para a morte, sobretudo, por meio da prática da misericórdia para com os mais fracos e necessitados, com quem Jesus quis se identificar de modo especial: assim nossa morte se tornará uma porta que nos introduzirá no Céu, para a nossa morada junto de Deus.

Santo Padre:

Rivolgo un cordiale saluto ai pellegrini di lingua portoghese presenti a quest’Udienza, in particolare ai gruppi qui giunti dal Brasile. Cari amici, cercate sempre di essere solidali con quelli che soffrono, nella certezza che condividere il dolore e infondere speranza è premessa e condizione per ricevere in eredità il Regno dei Cieli preparato per noi. Dio vi benedica!

Speaker:

Dirijo uma cordial saudação aos peregrinos de língua portuguesa, presentes nesta Audiência, especialmente aos grupos vindos do Brasil. Queridos amigos, buscai ser sempre solidários com aqueles que sofrem, na certeza de que compartilhar a dor e infundir esperança é premissa e condição para receber em herança o Reino dos Céus preparado para nós. Que Deus vos abençoe!

[01769-06.01] [Texto original: Português]

Sintesi della catechesi e saluto in lingua polacca

Speaker:

Podczas dzisiejszej audiencji, Ojciec Święty przypomniał nam artykuł wiary „o zmartwychwstaniu ciała". Mówiąc o naszym umieraniu w Chrystusie podkreślił trzy elementy: błędny sposób postrzegania śmierci, jej chrześcijański sens i znaczenie dobrego przygotowania się na śmierć. Błędnym spojrzeniem na tę tajemnicę jest ateistyczna wizja świata, która nie uznaje Boga i życia wiecznego. W tej koncepcji śmierć rodzi przerażenie i nicość. Zmartwychwstanie Chrystusa rodzi w nas tymczasem pewność, że nasze życie nie kończy się wraz ze śmiercią. Ma swoją kontynuację w wieczności. Do tej chwili mamy się przygotować całym naszym życiem, szczególnie odnajdując Jezusa, obecnego w naszych braciach. On sam utożsamia się z nimi w przypowieści o sądzie Ostatecznym: „Wszystko, co uczyniliście jednemu z tych braci moich najmniejszych, Mnieście uczynili" (Mt 25, 40). Ludzka solidarność z ubogimi tego świata to droga i warunek, by otrzymać dziedzictwo przygotowane dla nas w niebie.

Santo Padre:

Saluto i polacchi venuti a quest’udienza. Meditando nell’odierna catechesi il mistero della morte in Cristo, teniamo presente che essa diventerà per noi la porta che ci introdurrà al cielo, alla patria beata, verso cui siamo diretti, anelando di dimorare per sempre con il nostro Padre, con Gesù, con Maria e i santi, se nel corso della vita abbiamo avuto il cuore aperto ai nostri fratelli più piccoli e con le mani aperte abbiamo cercato di venire incontro ai bisognosi. Di cuore vi benedico. Sia lodato Gesù Cristo.

Speaker:

Pozdrawiam przybyłych na audiencję Polaków. Rozważając w dzisiejszej katechezie tajemnicę umierania w Chrystusie pamiętajmy, że śmierć stanie się dla nas bramą, która wprowadzi nas do nieba, do błogosławionej ojczyzny, ku której zmierzamy, pragnąc zamieszkać na zawsze z naszym Ojcem, z Jezusem, z Maryją i świętymi, jeżeli w życiu otworzymy serca dla naszych braci najmniejszych, jeśli wyjdziemy naprzeciw potrzebujących z otwartymi dłońmi. Z serca wam błogosławię. Niech będzie pochwalony Jezus Chrystus.

[01770-09.01] [Testo originale: Polacco]

Sintesi della catechesi e saluto in lingua ucraina

Speaker:

Підсумок катехизи

Із завершенням Року віри, який закінчився минулої неділі, призадумуємося над темою воскресіння тіла. Цей аспект нашої віри відображається також і в християнському розумінні смерті. Для людини, яка проживає своє життя так, ніби Бога немає, смерть представляє кінець усього і виглядає немов дійсність, якої слід боятися. Для християнина, який вірує у Воскреслого Господа Ісуса, навпаки, майбутня смерть є дверима, які нас вводять до зустрічі з Богом-Отцем, віч-на-віч, в блаженному спогляданні. І не існує кращого способу приготуватися до вічного життя, як розпізнавати Ісуса Христа у нашому ближньому, особливо, убогому, відкиненому, починаючи вже відтепер любити наших братів і сестер, яких бажаємо зустріти у вічності.

Santo Padre:

Saluto i pellegrini ucraini, guidati dall’Arcivescovo maggiore Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, i Vescovi con i fedeli della Chiesa greco-cattolica, venuti alle tombe degli Apostoli per la conclusione dell’Anno della Fede e per il cinquantesimo anniversario della traslazione del corpo di san Giosafat nella Basilica Vaticana. L’esempio di questo Santo, che ha donato la propria vita per il Signore Gesù e per l’unità della Chiesa, è per tutti un invito a impegnarsi ogni giorno per la comunione tra i fratelli. Attraverso l’intercessione della Vergine Maria e di san Giosafat, il Signore vi benedica tutti!

Speaker:

Вітаю українських паломників під проводом Верховного Архиєпископа Блаженнішого Святослава Шевчука, єпископів та вірних Української Греко-Католицької Церкви, які прибули до гробів святих Апостолів з нагоди завершення Року віри та п’ятдесятої річниці перенесення тіла святого Йосафата до Ватиканської базиліки. Приклад цього святого, який віддав своє життя за Господа Ісуса та за єдність Церкви, є для всіх заохоченням щодня трудитися в справі єдності між братами. Нехай Господь Бог благословить вас усіх через заступництво Пречистої Діви Марії та святого Йосафата!

[01771-AA.01] [Testo originale: Ucraino]

Sintesi della catechesi e saluto in lingua araba

Speaker:

أيُّها الإخوةُ والأخواتُ الأعزاء: في سِياقِ تعليمنا حَوْلَ قانونِ الإيمان، نَتَأملُ اليومَ في معنى "قيامة الجسد". إنَّ واقعَ الموتُ يتحدّانا جميعًا: بِمَعزِلٍ عن الإيمانِ باللهِ وعن نظرةٍ إلى الحياةِ كواقعٍ أعظمَ مِنَ الوجودِ الأرضي، يظهرُ الموتُ كواقعٍ مأساويّ؛ غالباً ما نُسيءُ فَهمَه، وأحياناً كثيرة نَخافُه ونرفضُه. ولكن إنْ أمعنّا النظرَ في سرِّ الوجودِ نُدرِكُ أنّ البشرَ قد خُلقوا لأمرٍ أعظم؛ فنحنُ نتوقُ إلى ما هو لامتناهٍ وأبديّ. فالإيمانُ المسيحيّ يُنيرُ سِرَّ الموتِ ويحملُ إلينا رجاءَ القيامة. إنّ قيامةَ المسيح لا تُقدّمُ لنا ضمانةَ الحياةِ بعد الموت وحسب، بل وتُبينُ لنا المعنى الحقيقيّ للموت. فموتنا يكمّلُ مسيرةَ حياتنا: فإنْ كانت حياتُنا على الأرض حياةَ حبٍ لله واتحادٍ وثيقٍ به، نستطيعُ عندَ ساعةِ الموت أنْ نَستودعَ الروحَ بهناءٍ وثقةٍ بين يدَيّ الله. غالبًا ما يطلبُ منّا ربُّنا أن نكون يقظينَ، مُدركينَ أنَّ حياتَنا في هذا العالم ليست إلاّ استعداداً للحياةِ الآتية. إذا بقينا قريبين من الربّ، بخاصةٍ من خلال محبةِ الفقراءِ ومساعدةِ المحتاجينَ، فَلَنْ يكونَ هناك أيُّ داعٍ للخوفِ من الموتِ، بل سنقبلُهُ كبوابةِ عبورٍ إلى السماوات، إلى سعادةِ الحياةِ الأبديّة.

Santo Padre:

Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua araba, in particolare a quelli provenienti dall’Egitto. Sforziamoci di vivere uniti a Gesù, fedeli a Lui, per essere capaci di affrontare con speranza e serenità anche il passaggio della morte! Il Signore vi benedica!

Speaker:

 أتوجَّه ُ بتحيةٍ حارةٍ إلى الحجّاجِ الناطقينَ باللغةِ العربية، لا سيما أولئك القادمينَ من مصر. لنجهد أنفسنا لنعيشَ متّحدينَ بيسوعَ، مُخلِصينَ لهُ، حتّى نتمكّنَ من مواجهةِ لحظةَ الموتِ برجاءٍ وسكينة! ليباركَكُم الربُ جميعاً!

[01771-08.01] [Testo originale: Arabo]

SALUTO IN LINGUA ITALIANA

Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare saluto i fedeli di Ravenna-Cervia, di Trieste e di Concordia-Pordenone accompagnati dai rispettivi Vescovi, come pure i direttori dei Settimanali Cattolici Italiani, qui venuti a conclusione dell’Anno della fede. Saluto le bambine affette da Sindrome di Rett; gli Apostoli della divina misericordia, con il Vescovo di Palestrina, Mons. Sigalini; i consiglieri spirituali dell’Equipe Notre Dame; la Confraternita dei Santi Cosma e Damiano di Roma; i membri del Dipartimento di Chirurgia e Medicina dell’Università Bicocca di Milano e gli studenti di diverse Scuole aderenti all’iniziativa della Fondazione "Sorella Natura". Saluto inoltre le parrocchie, i militari e i Gruppi presenti, in particolare l’Associazione Città del SS.mo Crocifisso di Gravina in Puglia e la Delegazione dei Sindaci delle "Città di San Giacomo della Marca". A tutti auguro che quest’incontro susciti il desiderio di una rinnovata adesione a Cristo e al suo Vangelo.

Infine il mio pensiero affettuoso va ai giovani, ai malati e agli sposi novelli. Domenica prossima inizieremo il tempo liturgico dell’Avvento. Cari giovani, preparate i vostri cuori ad accogliere Gesù Salvatore; cari ammalati, offrite la vostra sofferenza affinché tutti riconoscano nel Natale l’incontro del Cristo con la fragile natura umana; e voi cari sposi novelli, vivete il vostro matrimonio come il riflesso dell’amore di Dio nella vostra storia personale.

[01772-01.01] [Testo originale: Italiano]

[B0787-XX.01]