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CONFERENZA STAMPA SULLA PREPARAZIONE DELLA III ASSEMBLEA GENERALE STRAORDINARIA DEL SINODO DEI VESCOVI, 05.11.2013


CONFERENZA STAMPA SULLA PREPARAZIONE DELLA III ASSEMBLEA GENERALE STRAORDINARIA DEL SINODO DEI VESCOVI

INTERVENTO DI S.E. MONS. LORENZO BALDISSERI

INTERVENTO DELL’EM.MO CARD. PÉTER ERDŐ

INTERVENTO DI S.E. MONS. BRUNO FORTE

Alle ore 11.30 di questa mattina, nell’Aula Giovanni Paolo II della Sala Stampa della Santa Sede si tiene una Conferenza stampa per presentare il Documento preparatorio della III Assemblea Generale Straordinaria del Sinodo dei Vescovi, dal tema "Le sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione", che si svolgerà in Vaticano dal 5 al 19 ottobre 2014.
Intervengono alla conferenza stampa l’Em.mo Card. Péter Erdő, Arcivescovo di Esztergom-Budapest (Ungheria), Relatore Generale della III Assemblea Generale Straordinaria; S.E. Mons. Lorenzo Baldisseri, Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi; S.E. Mons. Bruno Forte, Arcivescovo di Chieti-Vasto (Italia), Segretario Speciale della III Assemblea Generale Straordinaria.
Ne riportiamo di seguito gli interventi:

INTERVENTO DI S.E. MONS. LORENZO BALDISSERI

 Testo in lingua italiana

 Traduzione in lingua inglese

 Traduzione in lingua spagnola

 Testo in lingua italiana

Sono lieto di rivolgermi a Voi nella mia qualità di nuovo Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi, nominato da Sua Santità Papa Francesco in data 21 settembre scorso. Vi saluto volentieri in occasione di questa Conferenza Stampa che ha lo scopo di presentare la III Assemblea Generale Straordinaria del Sinodo dei Vescovi, dedicata al tema Le sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione. L’evento sinodale avrà luogo dal 5 al 19 ottobre del 2014.

La tematica di questo Sinodo, che riflette molto bene la sollecitudine pastorale con la quale il Santo Padre desidera affrontare l’annuncio del Vangelo alla famiglia nel mondo attuale, s’inserisce in un itinerario di lavoro in due tappe: la prima, è proprio l’Assemblea Generale Straordinaria del 2014, volta a precisare lo status quaestionis e a raccogliere testimonianze e proposte dei Vescovi per annunciare e vivere credibilmente il Vangelo per la famiglia; la seconda, è l’Assemblea Generale Ordinaria prevista per il 2015, al fine di cercare linee operative per la pastorale della persona umana e della famiglia.

Come voi sapete, il processo di preparazione di ogni Assemblea sinodale inizia con una consultazione tra i diversi Organismi che vengono interpellati sul tema in questione. In questo caso, però, tale processo si sviluppa con modalità particolari, sia perché la metodologia sinodale è al presente in un momento di generale revisione, sia perché si tratta di un’Assemblea Straordinaria.

Per quanto riguarda il rinnovamento metodologico, l’idea è quella di rendere l’Istituzione sinodale un vero ed efficace strumento di comunione attraverso il quale si esprima e si realizzi la collegialità auspicata dal Concilio Vaticano II. Infatti, a questo scopo, è volontà del Santo Padre potenziare anche l’attività della Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi perché essa possa adempire adeguatamente la sua missione di promuovere la collegialità episcopale, cum Petro e sub Petro, nel governo della Chiesa universale. Ciò comporterà non solo cambiamenti strutturali e di natura metodologica del processo sinodale, ma anche l’adeguamento funzionale della Segreteria Generale, compresa pure la ricostituzione dello spazio fisico della sua Sede.

Per quanto riguarda il carattere straordinario della prossima assemblea sinodale è da precisare che secondo l’Ordo Synodi Episcoporum (cf. Art. 4, 2º), questa tipologia di sinodi risponde alla necessità di trattare una materia che, "pur riguardando il bene della Chiesa universale, esige una rapida definizione". È evidente che la crisi sociale e spirituale del mondo attuale incide sulla vita familiare e crea una vera urgenza pastorale, la quale giustifica la convocazione di un’Assemblea Generale Straordinaria. Ad essa parteciperanno ex officio, secondo il Regolamento del Sinodo: i Presidenti delle Conferenze Episcopali, i Capi dei Sinodi Orientali, i Capidicasteri della Curia Romana e tre membri eletti dall’Unione dei Superiori Generali. Come è di pubblica conoscenza, la convocazione a questo evento da parte del Santo Padre è già avvenuta in data 9 ottobre 2013 con l’indizione ufficiale, resa pubblica su L’Osservatore Romano.

Proprio nei giorni 7-8 ottobre scorsi si è tenuta la quinta Riunione del Consiglio Ordinario del Sinodo, presieduta da Papa Francesco. Durante quest’incontro i Membri del Consiglio hanno predisposto il Documento preparatorio, che ora viene presentato a voi, mentre è stato già inviato agli Organismi di diritto, i quali sono già al lavoro. Il Documento contiene, oltre a una presentazione generale dell’argomento, alcune citazioni Bibliche e Magisteriali essenziali sul tema nonché un questionario circa le principali sfide sulla famiglia. Per avviare il processo di consultazione è stato rivolto un invito alle Diocesi a diffondere il Documento capillarmente nei decanati e nelle parrocchie al fine di ottenere dati concreti e reali sulla tematica sinodale. Analoga richiesta è stata formulata agli altri Organismi che parteciperanno al Sinodo.

Dato che il tempo a disposizione è breve, è stato richiesto agli Organismi interpellati di inviare alla Segreteria Generale le risposte entro la fine di gennaio dell’anno prossimo. Inoltre, è già prevista una riunione del Consiglio della Segreteria per il mese di febbraio, per analizzare le suddette risposte, al fine di elaborare l’Instrumentum laboris da trasmettere ai Padri sinodali in tempo utile prima della celebrazione del Sinodo.

Ora lascio la parola al Relatore Generale, Sua Eminenza Card. Péter Erdő, Arcivescovo di Esztergom-Budapest, e al Segretario Speciale, Sua Eccellenza Bruno Forte, Arcivescovo di Chieti-Vasto, che si riferiranno rispettivamente dal punto di vista canonico e teologico ai contenuti del Documento preparatorio.

[01618-01.01] [Testo originale: Italiano]

 Traduzione in lingua inglese

I am pleased to address you in my role as new General Secretary of the Synod of Bishops, appointed by His Holiness Pope Francis on 21 September. I greet you on the occasion of this Press Conference which has the objective of presenting the Third Extraordinary General Assembly of the Synod of Bishops, dedicated to the theme

Pastoral Challenges to the family in the context of evangelisation. The synodal event will take place from 5 to 19 October 2014.

The theme of this Synod, which reflects very well the pastoral zeal with which the Holy Father wishes to approach the proclamation of the Gospel to the family in today's world, forms part of a work itinerary in two phases: the first is the Extraordinary General Assembly of 2014, which is intended to ascertain the status quaestionis and to gather testimonies and proposals from the Bishops to proclaim and credibly live the Gospel for the family; the second, the Ordinary General Assembly scheduled for 2015, which has the aim of finding working approaches for the pastoral of the human person and the family.

As you know, the process of preparation for each synodal Assembly begins with a consultation between the various Entities to be surveyed on the theme in question. In this case, however, this process is developed according to particular methods, both because the synodal methodology is undergoing general revision at present, and because it is an Extraordinary Assembly.

With regard to the methodological renewal, the idea is that of transforming the synodal Institution into a real and effective tool for communion, through which the collegiality hoped for by the Vatican Council II is expressed and achieved. Indeed, with this aim it is the Holy Father's wish to strengthen also the activity of the General Secretariat of the Synod of Bishops in order that it may adequately perform its mission of promoting episcopal collegiality, cum Petro and sub Petro, in the governance of the Universal Church. This leads not only to changes to the synodal process of both a structural and methodological nature, but also to the functional adaptation of the General Secretariat, including of course the physical reconstitution of the physical spaces of its seat.

With regard to the extraordinary character of the next synodal assembly, it should be clarified that according to the Ordo Synodi Episcoporum (cf. Art. 4, § 2), this type of synod responds to the need to deal with a subject that, "while also regarding the good of the universal Church, requires rapid definition." It is evident that the social and spiritual crisis of today's world has an impact on family life and creates a situation of genuine pastoral urgency, which justifies the convocation of an Extraordinary General Assembly, in which the following will participate ex officio, in accordance with the Synod Regulations: the presidents of the Episcopal Conferences, the Heads of the Oriental Synods, the heads of the dicasteries of the Roman Curia and three members elected from the Union of General Superiors. As is publicly known, the convocation of this event by the Holy Father has taken place, by official indiction on 9 October 2013, and was made public in the Osservatore Romano.

On 7 and 8 October, the fifth Meeting of the Ordinary Synod Council took place, presided by Pope Francis. During this meeting, the Members of the Council prepared the Preparatory Document, which is now presented to you, and it has already been sent to the legal Entities, which are already at work. The document contains, as well as a general presentation on the matter, various essential Biblical and Magisterial quotations on the theme as well as a questionnaire on the main challenges regarding the family. In order to initiate the process of consultation, an invitation has been sent to the Dioceses to circulate the Document in a capillary fashion in the diaconates and parishes with the aim of obtaining concrete and real data on the synodal theme. A similar request has been made to other Entities participating in the Synod.

Given that the time available is limited, the Entities consulted have been required to send their answers to the General Secretariat by the end of January of next year. Furthermore, a meeting of the Council of the Secretariat is scheduled to take place during the month of February, in order to analyse the aforementioned responses, to allow the preparation of the Instrumentum laboris and to enable it to be communicated to the Synod Fathers in good time prior to the celebration of the Synod.

I now offer the floor to the Relator General, His Eminence Cardinal Peter Erdő, Archbishop of Esztergom-Budapest, and to the Special Secretary, His Excellence Bruno Forte, Archbishop of Chieti-Vasto, who will describe the content of the preparatory Document from a theological and a canonical point of view, respectively.

[01618-02.01] [Original text: Italian - working translation]

 Traduzione in lingua spagnola

Tengo el gusto de dirigirme a ustedes en calidad de nuevo Secretario General del Sínodo de los Obispos, nombrado por Su Santidad el Papa Francisco, el pasado 21 de septiembre. Les saludo de buen grado durante esta conferencia de prensa que tiene como objetivo presentar la Tercera Asamblea General Extraordinaria del Sínodo de los Obispos sobre el tema:

Los desafíos pastorales sobre la familia en el contexto de la evangelización. El evento sinodal se llevará a cabo del 5 al 19 octubre de 2014.

La temática de este Sínodo, que refleja muy bien la solicitud pastoral con la que el Santo Padre quiere afrontar el anuncio del Evangelio a la familia en el mundo de hoy, se inserta en una ruta de trabajo en dos etapas: la primera es, precisamente, la Asamblea General Extraordinaria de 2014 cuyo propósito es precisar el status quaestionis y recoger testimonios y propuestas de los obispos para anunciar y vivir el Evangelio con credibilidad para la familia; la segunda es la Asamblea General Ordinaria, prevista para 2015, cuyo fin es fin individuar las líneas operativas para la pastoral de la persona humana y de la familia.

Como ustedes saben, el proceso de elaboración de cada asamblea sinodal comienza con una consulta entre los diversos organismos que son interpelados sobre el tema en cuestión. En este caso, sin embargo, este proceso se desarrolla en formas particulares, sea porque la metodología sinodal se encuentra en la actualidad en un momento de revisión general, sea porque se trata de una Asamblea Extraordinaria.

En cuanto a la renovación metodológica, la idea es hacer que la institución sinodal sea un instrumento real y efectivo de comunión a través del cual se exprese y se realice la colegialidad deseada en el Concilio Vaticano II. De hecho, con este fin, es voluntad del Santo Padre potenciar también la actividad de la Secretaría General del Sínodo de los Obispos para que pueda cumplir adecuadamente su misión de promover la colegialidad episcopal, cum Petro e sub Petro, en el gobierno de la Iglesia universal. Esto implicará no sólo cambios estructurales y de naturaleza metodológica del proceso sinodal, sino también la adaptación funcional de la Secretaría General, incluyendo la recuperación del espacio físico de su sede.

En cuanto al carácter extraordinario de la próxima asamblea sinodal es de señalar que, según el Ordo Synodi Episcoporum (véase el artículo 4, aptdo. 2), este tipo de sínodos responden a la necesidad de tratar una materia que "a pesar de referirse al bien de la Iglesia universal, exija una rápida definición; Es evidente que la crisis social y espiritual del mundo actual afecta a la vida familiar y crea una verdadera urgencia pastoral que justifica la convocatoria de una Asamblea General Extraordinaria. En ella también participan ex officio, de acuerdo con el Reglamento del Sínodo : los Presidentes de las Conferencias Episcopales, los Jefes de los Sínodos Orientales, los Jefes de los dicasterios de la Curia Romana, y tres miembros elegidos por la Unión de Superiores Generales. Como es de conocimiento público, la llamada a este evento por el Santo Padre tuvo lugar el 9 de octubre de 2013, con la convocatoria oficial, publicada en L'Osservatore Romano.

Precisamente del 7 al 8 de octubre se celebró la quinta reunión del Consejo Ordinario del Sínodo, presidida por el Papa Francisco. Durante este encuentro los miembros del Consejo elaboraron el Documento preparatorio, que ahora les presentamos, y que ha sido enviado a los organismos competentes, que ya se han puesto al trabajo. El documento contiene, además de una presentación general del argumento, algunas citas bíblicas y magisteriales esenciales sobre el tema, así como un cuestionario sobre los principales desafíos en la familia. Para iniciar el proceso de consulta se ha invitado a las diócesis a difundir el Documento de forma capilar en los decanatos y parroquias con el fin de obtener datos concretos y reales sobre el tema sinodal. Una petición similar se ha formulado a los demás organismos que participarán en el Sínodo.

Dado que el tiempo a disposición es breve, se ha pedido a los organismos interpelados que envíen las respuestas a la Secretaría General antes de finales de enero del próximo año. Asimismo, está también prevista una reunión del Consejo de la Secretaría en el mes de febrero, para analizar dichas respuestas, con el fin de elaborar el Instrumentum laboris, que se entregará a los padres sinodales con la suficiente antelación antes de la celebración del Sínodo.

Ahora dejo la palabra al Relator General, Su Eminencia el cardenal Péter Erdo, arzobispo de Esztergom -Budapest, y al Secretario Especial, Su Excelencia Bruno Forte, arzobispo de Chieti - Vasto, que hablarán, respectivamente, desde el punto de vista canónico y teológico del contenido del documento preparatorio.

[01618-04.01] [Texto original: Italiano - Traducción no oficial]

INTERVENTO DELL’EM.MO CARD. PÉTER ERDŐ

 Testo  in lingua italiana

 Traduzione  in lingua inglese

 Traduzione  in lingua spagnola

 Testo  in lingua italiana

Osservazioni sotto l'aspetto canonistico-pastorale sul documento preparatorio
della III Assemblea Generale Straordinaria del Sinodo dei Vescovi

1. Il documento preparatorio del prossimo sinodo, come ben noto porta il titolo "Le sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione". Già l’indicazione del tema dimostra che il prossimo sinodo straordinario potrà costituire un ponte tra l’ultima assemblea generale dedicata alla nuova evangelizzazione e la prossima assemblea generale ordinaria prevista per l’anno 2015 sulle linee operative per la pastorale della persona umana e della famiglia.

Il presente documento contiene alcuni riferimenti espliciti agli aspetti giuridico-canonici e pastorali dell’intera problematica. Già il numero II dal titolo "La Chiesa e il vangelo sulla famiglia", offrendo punti di vista biblici e teologici tocca la dimensione sociale e giuridica della questione. Anche nel punto III, cioè nel Questionario, vengono tematizzati espressamente tali aspetti.

 2. La famiglia appare come una realtà che discende dalla volontà del Creatore e costituisce una realtà sociale. Non è quindi una mera invenzione della società umana tanto meno di qualche potere puramente umano, ma piuttosto una realtà naturale, che è stata elevata da Cristo Signore nel contesto della grazia divina.

 3. Il documento, come anche la Chiesa stessa, collega strettamente la problematica della famiglia con quella del matrimonio. Pure del matrimonio si afferma che proviene dalla volontà del Creatore e, come dice il punto 2 del Questionario, il matrimonio esiste "secondo la legge naturale". Il documento presuppone quindi l’esistenza di un aspetto di appello alla libertà personale dell’universo creato, presuppone che le leggi della natura rappresentino le regole del funzionamento dell’universo, ma non sono senza riferimenti e conseguenze relativi alle azioni libere delle persone umane. Guardando l’universo o la profondità del nostro cuore, scopriamo quindi il volto del Creatore e ascoltiamo la sua voce che ci interpella. "L’indole naturale del matrimonio si comprende meglio quando non la si separa dalla famiglia. Matrimonio e famiglia sono inseparabili" – come dice Beato Giovanni Paolo II nella sua allocuzione alla Rota Romana del 2001 (n. 5.) – "perché la mascolinità e la femminilità delle persone sposate sono costitutivamente aperte al dono dei figli".

Certamente nella cultura giuridica civile questa visione della legge naturale non è l’unica. Perciò la domanda 2. a) indaga circa la visione della cultura civile sul fondamento naturale della famiglia nei diversi paesi.

La domanda 2. b) vuol chiarire quale sia l’opinione dei cristiani sulla legge naturale circa l’unione tra l’uomo e la donna. Tali domande hanno senza dubbio un aspetto pastorale e non mirano a chiedere un mero studio comparativo sulle soluzioni adottate dalle legislazioni civili.

Già la parte teologica del documento, presentando l’insegnamento della Chiesa sulla famiglia cita il punto 52 della costituzione pastorale Gaudium et spes, la quale ribadisce che "la famiglia (…) è veramente il fondamento della società", in essa le generazioni si incontrano e si aiutano a "raggiungere una saggezza umana più completa e ad armonizzare i diritti della persona con le altre esigenze della vita sociale". Nel contesto della grande sfida dell’individualismo della nostra epoca, che in molte società mette in dubbio persino la solidarietà fra le generazioni, la famiglia appare come istituzione fondamentale della società umana, che è connessa con lo stesso ordine della creazione.

Lo stesso capitolo teologico del documento cita l’esortazione apostolica Familiaris consortio (n. 11) del Beato Giovanni Paolo II, dove si sottolinea che "l’istituzione matrimoniale non è una indebita ingerenza della società o delle autorità, né l’imposizione estrinseca di una forma, ma esigenza interiore del patto d’amore coniugale, che pubblicamente si afferma come unico ed esclusivo, perché sia vissuta così la piena fedeltà al disegno di Dio Creatore".

 4. La Chiesa insegna riguardo al matrimonio che esso è stato dotato "di sue proprie leggi dal Creatore. Per sua natura è ordinato al bene dei coniugi, così come alla generazione e all’educazione della prole. Tra battezzati esso è stata elevato da Cristo Signore alla dignità di sacramento" (Catechismo della Chiesa Cattolica, 1660; GS 48; CIC can. 1055. § 1. ). I brani che il documento cita dal Catechismo della Chiesa Cattolica sono testualmente connessi sia con il Concilio Vaticano II che con il Codice di Diritto Canonico. Il documento dice quindi espressamente che la dignità sacramentale è propria dei matrimoni fra cristiani. I matrimoni dispari contratti – se si tratta di un cattolico e di un non battezzato – con la dovuta dispensa sono validi, legittimi, ma non sacramentali. La sacramentalità non dipende da un atto di volontà speciale delle parti contraenti, ma proviene dal fatto che i due battezzati rappresentano sacramentalmente Cristo e la Chiesa. Se il matrimonio tra due cristiani è valido, esso è sacramento, anche se le parti non lo sanno o non abbiano il desiderio particolare di ricevere un sacramento. Come si legge nel Codice di Diritto Canonico: "Tra i battezzati non può sussistere un valido contratto matrimoniale, che non sia per ciò stesso sacramento" (CIC can. 1055. § 2.). Pertanto non è possibile parlare di matrimonio naturale non sacramentale tra due battezzati.

"Il matrimonio si fonda sul consenso dei contraenti, cioè sulla volontà di donarsi mutuamente e definitivamente, allo scopo di vivere un’alleanza d’amore fedele e fecondo" (Catechismo, 1662.; cf. CIC can. 1057. § 2. ).

 5. Tutto ciò ha una conseguenza pastorale notevole. Non si possono rifiutare i fidanzati cattolici che vogliono celebrare il vero matrimonio davanti alla Chiesa per il solo motivo della loro scarsa religiosità o per la scarsità o mancanza della loro fede religiosa. Come insegna Giovanni Paolo II, voler stabilire ulteriori criteri di ammissione alla celebrazione ecclesiale del matrimonio "che dovrebbero riguardare il grado di fede dei nubendi, comporta oltre tutto gravi rischi. Quello, anzitutto, di pronunciare giudizi infondati e discriminatori; il rischio, poi di sollevare dubbi sulla validità di matrimoni già celebrati, con grave danno per le comunità cristiane e di nuove ingiustificate inquietudini per la coscienza degli sposi" (Familiaris consortio 68: EV 7, 1738.).

"Le proprietà essenziali del matrimonio sono l’unità e l’indissolubilità, che nel matrimonio cristiano conseguono una peculiare stabilità in ragione del sacramento" (CIC can. 1056; cf. GS 48; Mt 19,6).

 6. Il punto 3. a) del Questionario indaga le esperienze circa la preparazione al matrimonio e l’evangelizzazione degli sposi e delle famiglie. È un fenomeno tipico, infatti, che si osserva in vari paesi, la nascita di comunità composte di famiglie o da coppie di coniugi che vivono la loro vita cristiana nel quadro delle parrocchie e dei movimenti di spiritualità – come presuppone anche la domanda 3. d) del Questionario – che hanno una funzione importante nell’evangelizzazione anche al di fuori delle famiglie. Esistono, infatti, famiglie intere che partecipano alla missio ad gentes in un ambiente molto secolarizzato. Esistono paesi (per esempio in Ungheria) dove nella grande maggioranza delle parrocchie lavorano comunità composte di famiglie con una grande ricchezza di attività. La collaborazione tra diocesi e movimenti di spiritualità può assumere delle dimensioni giuridiche quando nascono contratti sulla loro missione e attività nella chiesa locale. Una funzione pure prevista nel diritto (cf. per es. CIC can. 1063, 4°) viene tematizzata nel punto 3. f) del questionario. Si tratta dell’"aiuto ai coniugi" perché questi, "osservando e custodendo con fedeltà il patto coniugale, giungano a condurre una vita familiare ogni giorno più santa e più intensa".

 7. Le domande 4. a) e b) si riferiscono alle unioni di fatto senza riconoscimento né religioso né civile. Tale problema risulta uno dei più importanti in molti paesi. Se la Familiaris consortio dedicava attenzione al problema dei divorziati risposati civilmente (n. 84), oggi risulta statisticamente ancor più vasto il fenomeno delle coppie che vivono insieme senza matrimonio religioso o civile e che rappresentano in certi paesi la maggioranza delle coppie conviventi e la stragrande maggioranza delle giovani coppie. Molti di loro frequentano gruppi catechetici o appartengono a dei movimenti di spiritualità. Il fenomeno può richiedere una riflessione approfondita.

Riguardo ai divorziati risposati [domanda 4. c)-e)] si tematizza pure la questione della loro cura pastorale e il problema per cui alcuni di essi si sentono emarginati nella Chiesa [4. d)]. La questione non sembra riferirsi specialmente all’accesso al sacramento della penitenza e della comunione – quel tema viene indicato nella domanda 4. e) –, ma può segnalare altri campi della vita ecclesiale, quali possono essere per esempio i rapporti di lavoro negli istituti di pubblico servizio gestiti dalla Chiesa ecc.

 8. Una domanda propriamente giuridica [4. f)] si riferisce alla possibilità di snellimento della procedura della dichiarazione di nullità del matrimonio. Papa Benedetto XVI l’11 febbraio di quest’anno ha reso possibile che "le sentenze rotali che dichiarano la nullità del matrimonio siano esecutive, senza che occorra una seconda decisione conforme" (Rescriptum ex audientia, Segreteria di Stato n. 208.966).

Di fronte a tutte queste questioni si domanda pure se ci sono iniziative pastorali riguardo alle persone che vivono in situazioni matrimoniali difficili.

Sulle unioni di persone dello stesso sesso le domande 5. a-d) cercano di chiarire le diverse regolamentazioni civili e l’atteggiamento pastorale della Chiesa.

Emerge pure la questione dell’educazione dei figli che vivono nel contesto di situazioni matrimoniali irregolari. La domanda 6. d) presuppone chiaramente che la Chiesa avvicina questo problema con grande apertura e ricerca le modalità della preparazione ai sacramenti, la loro amministrazione e l’accompagnamento dei bambini e adolescenti che hanno ricevuto questi sacramenti.

Riguardo all’apertura degli sposi alla vita, si indaga circa la pratica riguardante la dottrina dell’Humanae vitae. Si tematizza anche l’aspetto che riguarda la prassi del sacramento della penitenza [7. d)]. I confessori, infatti, secondo il diritto, in quanto ministri della Chiesa, devono aderire fedelmente al Magistero e alle norme delle autorità competenti (CIC can. 978. § 2.). La domanda pastorale finale di questo tema [7. f)] richiama l’attenzione al valore centrale, cioè alla vita. Indaga in modo positivo come si può promuovere una mentalità più aperta alla natalità. Così l’intero questionario viene collocato in un contesto più elevato: oltre ai problemi esistenti apre l’orizzonte verso il riconoscimento del fatto che la famiglia è un vero dono del Creatore all’umanità.

 [01619-01.01] [Testo originale: Italiano]

  Traduzione  in lingua inglese

 1. The Preparatory Document for the next synod, as is well known, is entitled "Pastoral Challenges for the Family in the Context of Evangelization". Even at first glance, the subject shows that the next extraordinary synod will act as a bridge between the last general meeting dedicated to the New Evangelization and the next ordinary general meeting, which is scheduled for 2015 and which will treat the working guidelines for pastoral care of the human person and the family.

This current Document explicitly references canonical and pastoral aspects regarding the issue at large. Already in number II, entitled "The Church and the Gospel of the Family", biblical and theological viewpoints on the social and legal dimensions of the issue were touched upon. As well, in Point 3 of the Questionnaire, such aspects were explicitly organized together.

 2. The family appears as a reality that springs from the will of the Creator and that constitutes a social reality. It is not, therefore, a mere invention of human society or, much less, of some purely human power, but rather a natural reality that has been elevated by Christ the Lord in the context of divine grace.

 3. The Document, just as the Church herself, closely connects the issue of the family with that of marriage. Marriage is also affirmed as coming from the will of the Creator and, as Point 2 of the Questionnaire states, marriage exists "according to natural law". The Document, therefore, assumes the existence of the created universe’s call to personal freedom, assumes that the laws of nature represent the rules of how the universe functions, but that these are not without reference to and consequences for human persons’ free acts. Looking to the universe or within the depth of our hearts then, we discover the Creator’s face and listen to His voice that challenges us. "The natural character of marriage is better understood when it is not separated from the family. Marriage and the family are inseparable," as Blessed John Paul II said in his address to the Roman Rota in 2001 (no. 5), "because the masculinity and femininity of the married couple are constitutively open to the gift of children."

Certainly, in civil legal culture, this vision of the natural law is not the only one. Question 2a therefore inquires into civil culture’s vision on the natural foundation of the family in different countries.

Question 2b seeks to clarify Christian opinion on natural law regarding the union between a man and a woman. Such questions certainly have a pastoral aspect and don’t aim at seeking a mere comparative study on the solutions adopted by civil legislation.

Already, the theological part of the Document presenting the Church’s teaching on the family, quotes n. 52 of the Pastoral Constitution Gaudium et Spes, which reaffirms that "the family … is the foundation of society". Within the family, the generations meet and "help one another grow wiser and harmonize personal rights with the other requirements of social life". In the context of individualism’s great challenge to our age—which in many societies puts even the solidarity between generations into question—the family appears as the fundamental institution of human society, connected to the very order of creation.

The same theological chapter of the Document quotes Blessed John Paul II’s Apostolic Exhortation Familiaris Consortio (no. 11), where it is emphasized that"the institution of marriage is not an undue interference by society or authority, nor the extrinsic imposition of a form. Rather it is an interior requirement of the covenant of conjugal love, which is publicly affirmed as unique and exclusive, in order to live in complete fidelity to the plan of God, the Creator."

 4. In regard to marriage, the Church teaches that it is "endowed with its own special laws by the Creator. By its very nature it is ordered to the good of the couple, as well as to the generation and education of children. Christ the Lord raised marriage between the baptized to the dignity of a sacrament" (Catechism of the Catholic Church, 1660; GS 48 §1; cf. CIC, can. 1055 §1). The paragraphs of the Catechism of the Catholic Church quoted in the Document are textually connected both with Vatican Council II as well as with the Code of Canon Law. The Document states that sacramental dignity is proper to the marriage between Christians. With the proper dispensation, a marriage with disparity of cult—that is, one between a Catholic and a non-baptized person—is valid, legitimate, but not sacramental. Sacramentality does not depend on a special act of will by the contracted parties but comes from the fact that the two baptized partners sacramentally represent Christ and the Church. If a marriage between two Christians is valid, it is a sacrament, even if the parties do not know or do not have the particular desire to receive a sacrament. As can be read in the Code of Canon Law, "a valid matrimonial contract cannot exist between the baptized without it being by that fact a sacrament" (CIC, can. 1055 §2). It is impossible, therefore, to speak of a natural, non-sacramental marriage between two baptized persons.

"Marriage is based on the consent of the contracting parties, that is, on their will to give themselves, each to the other, mutually and definitively, in order to live a covenant of faithful and fruitful love" (Catechism, 1662; cf. CIC, can. 1057 §2).

 5. All of this has a noteworthy pastoral consequence. Betrothed Catholics who want to celebrate their true marriage within the Church cannot be refused solely because of their infrequent religiosity or for the scarcity or lack of religious faith. As John Paul II teaches, seeking to establish further criteria of admission to the ecclesial celebration of marriage concerning the level of faith of those to be married "would above all involve grave risks. In the first place, the risk of making unfounded and discriminatory judgments; secondly, the risk of causing doubts about the validity of marriages already celebrated, with grave harm to Christian communities, and new and unjustified anxieties to the consciences of married couples" (FamiliarisConsortio, 68; EV 7).

"The essential properties of marriage are unity and indissolubility, which in Christian marriage obtain a special firmness by reason of the sacrament" (CIC can 1056; cf. GS 48; Mt 19:6).

 6. Point 3a of the Questionnaire inquires into the experience of preparation for marriage and the evangelization of spouses and families. It is a typical phenomenon, which can be seen in various countries, that communities composed of families or of married couples living their Christian lives are born within parishes and spirituality movements. This is also touched upon in Question 3d of the Questionnaire. These have an important role in evangelization, even beyond their families. In fact, there are whole families who are participating in the mission ad gentes in a very secularized environment. There are countries (Hungary, for example) where communities composed of families are working in the large majority of parishes, offering a great wealth of activities. The collaboration between dioceses and spirituality movements can assume legal dimensions when contracts regarding their mission and activity within the local church are established. A function well provided for under the law (for example, see CIC can. 1063, 4) is treated in the Questionnaire’s Point 3f. It refers to "assistance to married persons" so that they, "faithfully observing and safeguarding the conjugal agreement, may come to lead a familial life that is more holy and more intense every day".

 7. Questions 4a and 4b refer to common life unions that have not been recognized either by the Church or by the State. This problem is one of the most important in many countries. If Familiaris Consortio dedicated attention to the problem of divorced persons remarried in a civil service (n. 84), today the phenomenon of couples living together without a religious or civil marriage is even more widespread. In certain countries these represent the majority of couples living together and the overwhelming majority of young couples. Many of them attend catechetical groups or belong to spirituality movements. The phenomenon requires a deepened reflection.

The question of the pastoral care of divorced persons who have remarried (Question 4c-e) is treated as well as the problem of why some them feel marginalized by the Church (4d). The issue does not seem to refer specifically to access to the sacraments of penance and communion—that theme is highlighted in Question 4e—but can point toward other areas of ecclesial life, such as work relationships in public service institutions run by the Church for example.

 8. A properly legal question (4f) refers to the possibility of streamlining the procedure of declaring the nullity of a marriage. On 11 February of this year, Pope Benedict XVI, provided that "Rotal sentences that first declare the nullity of marriage are executable without the need for a second decision in conformity" (Rescriptum ex audientia, Secretary of State, n. 208.966).

Faced with all these questions it might also be asked if there are pastoral initiatives regarding persons living in difficult matrimonial situations.

On same-sex unions, Question 5a-d tries to clarify the various civil regulations and the Church’s pastoral attitude.

The question of the education of children whose parents have irregular marital situations also emerges. Question 6d clearly presupposes that the Church approach this problem with great openness, looking into the methods of preparation for the sacraments, their administration, and how to accompany the children and adolescents who have received these sacraments.

Regarding spouses’ openness to life, the practice regarding the doctrine of Humanae Vitae is examined. This also touches upon the aspect concerning the practice of the sacrament of Penance. By law, in fact, confessors, as ministers of the Church, must faithfully adhere to the Magisterium and to the norms of the competent authorities (CIC can. 978 §2). The final pastoral question on this issue (7f) calls attention back to the central value, that is, to life. In a positive way, it seeks how to promote a more open mentality to having children. The entire Questionnaire, therefore, is located within a higher context: beyond the problems that exist, it opens the horizon toward recognizing the fact that the family is a true gift from the Creator to humanity.

[01619-02.01] [Original text: Italian - working translation]

  Traduzione  in lingua spagnola

 1. El documento preparatorio del próximo Sínodo, como es sabido se titula "Los desafíos pastorales sobre la familia en el contexto de la evangelización". Ya la indicación del tema muestra que el próximo Sínodo extraordinario podrá constituir un puente entre la última asamblea general dedicada a la Nueva Evangelización y la próxima asamblea general ordinaria prevista para el año 2015 sobre las orientaciones prácticas para la pastoral de la persona humana y de la familia.

El presente documento contiene algunas referencias explícitas a los aspectos jurídico- canónicos y pastorales de la entera problemática. Ya el número II, titulado "La Iglesia y el evangelio de la familia", ofreciendo puntos de vista bíblicos y teológicos, toca la dimensión social y legal de la cuestión. También en el punto III se tematizan expresamente esos aspectos.

 2. La familia aparece como una realidad que desciende de la voluntad del Creador y constituye una realidad social. Por lo tanto, no es una mera invención de la sociedad humana, mucho menos de cualquier poder puramente humano, sino más bien una realidad natural, que ha sido elevada por Cristo Nuestro Señor en el contexto de la gracia divina.

 3. El documento, así como la Iglesia misma, une estrechamente la problemática de la familia con la de matrimonio. También afirma que el matrimonio proviene de la voluntad del Creador y, como dice el punto 2 del Cuestionario, el matrimonio existe "según la ley natural". Por tanto, el documento presupone la existencia de un aspecto de apelación a la libertad personal del universo creado, presupone que las leyes de la naturaleza representan las reglas del funcionamiento del universo, pero no carecen de referencias y consecuencias relativas a las acciones libres de los seres humanos. Mirando el universo o la profundidad de nuestro corazón, descubrimos el rostro del Creador y escuchamos su voz que nos interpela. "La índole natural del matrimonio se entiende mejor cuando no se la separa de la familia. Matrimonio y familia son inseparables" - como dice el Beato Juan Pablo II en su discurso a la Rota Romana del 2001 (nº 5) - "porque la masculinidad y la feminidad de las personas casadas están constitutivamente abiertas al don de los hijos".

Ciertamente, en la cultura jurídica civil, esta visión de la ley natural no es la única. Por lo tanto, la cuestión 2. a) indaga sobre la visión de la cultura civil sobre el fundamento natural de la familia en los distintos países.

La cuestión 2. b) quiere aclarar cuál es la opinión de los cristianos sobre la ley natural acerca de la unión entre el hombre y la mujer. Estas preguntas tienen sin duda un aspecto pastoral y no pretenden solicitar un mero estudio comparativo sobre las soluciones adoptadas en la legislación civil.

Ya la parte teológica del documento, presentando la enseñanza de la Iglesia sobre la familia cita el apartado 52 de la Constitución pastoral Gaudium et Spes, que corrobora que "la familia (...) es verdaderamente el fundamento de la sociedad", en ella las generaciones se encuentran y se ayudan a "alcanzar una sabiduría humana más completa y a armonizar los derechos de la persona con las demás exigencias de la vida social". En el contexto del gran reto del individualismo de nuestra época, que en muchas sociedades pone en duda incluso la solidaridad entre las generaciones, la familia aparece como la institución fundamental de la sociedad humana, que está conectada con el mismo orden de la creación.

El mismo capítulo teológico del documento cita la exhortación apostólica Familiaris Consortio (nº 11) del Beato Juan Pablo II, subrayando que "la institución matrimonial no es una injerencia indebida de la sociedad o de la autoridad, ni la imposición extrínseca de una fórmula, sino exigencia interior del pacto de amor conyugal, que públicamente se afirma como único y exclusivo, para que se viva así la plena fidelidad al designio de Dios Creador".

 4. La Iglesia enseña acerca del matrimonio que éste ha sido dotado "de sus propias leyes por el Creador. Por su naturaleza está ordenado al bien de los cónyuges, así como a la generación y a la educación de la prole. Entre bautizados ha sido elevado por Cristo Nuestro Señor a la dignidad de sacramento" (Catecismo de la Iglesia Católica, 1660; GS 48; CIC can. 1055 § 1). Los párrafos que el documento cita del Catecismo de la Iglesia católica están textualmente relacionados tanto con el Concilio Vaticano II como con el Código de Derecho Canónico. El documento dice explícitamente que la dignidad sacramental es propia del matrimonio entre cristianos. Los matrimonios dispares -si se trata de un católico y de un no bautizado- con la necesaria dispensa son válidos, legítimos, pero no sacramentales. La sacramentalidad no depende de un acto de voluntad especial de las partes contrayentes, sino que procede del hecho de que los dos bautizados representan sacramentalmente a Cristo y a la Iglesia. Si el matrimonio entre dos cristianos es válido, es un sacramento, aun cuando las partes no lo sepan o no tengan un especial deseo de recibir un sacramento. Como se lee en el Código de Derecho Canónico: "Entre bautizados, no puede haber contrato matrimonial válido que no sea por eso mismo sacramento" (CIC, can 1055 § 2). Por lo tanto, no es posible hablar del matrimonio natural no sacramental entre dos bautizados.

"El matrimonio se basa en el consentimiento de los contrayentes, es decir, en la voluntad de darse mutua y definitivamente, con el fin de vivir una alianza de amor fiel y fecunda" (Catecismo, 1662; cfr. CIC can. 1057 § 2).

 5. Todo esto tiene una consecuencia pastoral notable. No se pueden rechazar los novios católicos que quieran celebrar el verdadero matrimonio ante la Iglesia por el único motivo de su escasa religiosidad o la escasez o falta de su fe religiosa. Como enseña Juan Pablo II, querer establecer criterios adicionales de admisión a la celebración eclesial del matrimonio "que debieran tener en cuenta el grado de fe de los que están próximos a contraer matrimonio, comporta además muchos riesgos. En primer lugar el de pronunciar juicios infundados y discriminatorios; el riesgo además de suscitar dudas sobre la validez del matrimonio ya celebrado, con grave daño para la comunidad cristiana y de nuevas inquietudes injustificadas para la conciencia de los esposos" (Familiaris Consortio 68: EV 7, 1738).

" Las propiedades esenciales del matrimonio son la unidad y la indisolubilidad, que en el matrimonio cristiano alcanzan una particular firmeza por razón del sacramento" (CIC, can 1056, cf GS 48,.. Mt 19:06 ).

 6. El punto 3 a) del Cuestionario investiga las experiencias sobre la preparación para el matrimonio y la evangelización de los cónyuges y de sus familias. Se trata de un fenómeno típico, de hecho, que se observa en muchos países, el nacimiento de comunidades formada por familias o parejas casadas que viven su vida cristiana en el contexto de las parroquias y movimientos de espiritualidad - como presupone también la pregunta 3 d) del Cuestionario - que juegan un papel importante en la evangelización, incluso fuera de las familias. De hecho, hay familias enteras que participan en la missio ad gentes en ambientes muy secularizados. Hay países (por ejemplo, Hungría), donde en la gran mayoría de las parroquias trabajan comunidades formadas por familias con una gran riqueza de actividades. La colaboración entre las diócesis y movimientos espirituales puede asumir dimensiones jurídicas cuando nacen contratos sobre su misión y actividades en la iglesia local. Una función también prevista en el derecho (cf. por ejemplo, CIC can. 1063, 4°) se aborda en el punto 3 f) del cuestionario. Se trata de la "ayuda prestada a los casados", para que éstos "manteniendo y defendiendo fielmente la alianza conyugal lleguen a una vida cada vez más santa y más plena en el ámbito de la propia familia". 

7. Las cuestiones 4 a) y b) se refieren a las uniones de hecho sin reconocimiento religioso o civil. Este problema es uno de los más importantes en muchos países. Si la Familiaris Consortio prestó atención al problema de los divorciados que se han vuelto a casar civilmente (núm. 84), hoy es estadísticamente todavía más vasto el fenómeno de las parejas que viven juntas sin matrimonio religioso o civil y que representan en algunos países la mayoría de las parejas que conviven y la gran mayoría de las parejas jóvenes. Muchos de ellos asisten a los grupos de catequesis o pertenecen a movimientos de espiritualidad. El fenómeno puede requerir una profunda reflexión.

Con respecto a los divorciados y vueltos a casar (pregunta 4 c-e) se aborda también la cuestión de su atención pastoral y el problema de por qué algunos de ellos se sienten marginados en la Iglesia (4 d). La cuestión no parece referirse especialmente al acceso a los sacramentos de la penitencia y la comunión - dicho tema se indica en la pregunta 4 e) - pero puede referirse a otras áreas de la vida eclesial, como por ejemplo, las relaciones de trabajo en las instituciones de servicio público a cargo de la Iglesia etc. 

8. Una cuestión propiamente jurídica (4 f) se refiere a la posibilidad de simplificar el procedimiento de declaración de nulidad del matrimonio. El Papa Benedicto XVI el 11 de febrero de este año ha hecho posible las "sentencias rotales que declaran la nulidad de un matrimonio sean ejecutivas sin necesidad de una segunda decisión de conformidad" (Rescriptum ex audientia, Secretaría de Estado no. 208.966).

Frente a todas estas cuestiones se pregunta también si hay iniciativas pastorales relativas a las personas que viven en situaciones matrimoniales difíciles.

Sobre las uniones de personas del mismo sexo las preguntas 5. a-d) tratan de aclarar las diferentes reglamentaciones civiles y la actitud pastoral de la Iglesia.

Emerge también la cuestión de la educación de los hijos que viven en el contexto de situaciones matrimoniales irregulares. La pregunta 6 d) presupone claramente que la Iglesia se acerca a este problema con gran apertura y busca la modalidad de preparación a los sacramentos, de su administración y del acompañamiento de los niños y adolescentes que han recibido estos sacramentos.

En cuanto a la apertura de los cónyuges a la vida, se indaga acerca de la práctica relativa a la doctrina de la Humanae Vitae. También se trata el aspecto que se refiere a la práctica del Sacramento de la Penitencia (7 d). Los confesores, efectivamente, según derecho, como ministros de la Iglesia, deben adherir fielmente al Magisterio y a las normas de las autoridades competentes (CIC can. 978 § 2). La última pregunta pastoral de este tema (7 f) llama la atención al valor central, que es la vida. Indaga, de manera positiva cómo se puede promover una mentalidad más abierta a la natalidad. Así todo el cuestionario se coloca en un contexto más elevado: más allá de los problemas existentes abre el horizonte hacia el reconocimiento del hecho de que la familia es un verdadero don del Creador a la humanidad.

[01619-04.01] [Texto original: Italiano - Traducción no oficial]

 INTERVENTO DI S.E. MONS. BRUNO FORTE

  Testo in lingua   italiana

 Traduzione in lingua  inglese

 Traduzione in lingua  spagnola

 Testo in lingua  italiana

 Papa Francesco ha manifestato più volte e in diverse forme l’intenzione di valorizzare la collegialità episcopale, segno e strumento della più ampia sinodalità di tutta la Chiesa. Una conferma importante di questa Sua volontà l’ha data partecipando in prima persona ai lavori dell’ultimo Consiglio Ordinario del Sinodo, il 7 e l’8 ottobre scorsi. Il Vescovo di Roma ha condiviso la riflessione comune, ascoltando tutti e operando poi il discernimento e le scelte, che competono al Suo ministero petrino. Vivendo questa esperienza come uno dei membri del Consiglio, mi è risultato naturale pensare che il Papa ci stesse guidando in un esercizio concreto di quella collegialità intorno a Pietro e sotto di Lui, che rende viva e visibile la Chiesa "comunione", quale il Vaticano II l’ha proposta. È in questo spirito che mi sembra vada compreso anche il cammino voluto dal Santo Padre per la prossima Assemblea Generale Straordinaria del Sinodo: un ascolto ampio e profondo della vita della Chiesa e delle sfide più vive che ad essa si pongono, condiviso in un cammino progressivo, in due tappe fondamentali, che possa portare i rappresentanti dell’intero collegio episcopale a maturare proposte affidabili da offrire al discernimento del Vescovo della Chiesa che presiede nell’amore. Tutto questo non solo non toglie nulla al ruolo del Successore di Pietro, ne esalta anzi il ruolo di discernimento e di decisione ultima per il bene della Chiesa e della famiglia umana, al cui servizio essa si pone. Con Papa Francesco siamo chiamati a camminare sulle vie del Concilio e del suo insegnamento riguardo alla Chiesa comunione, immagine della Trinità divina, una nell’amore, nella varietà dei doni e dei servizi che l’arricchiscono.

Il tema affidato dal Santo Padre alla prossima Assemblea Generale Straordinaria è: Le sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione. Riguardo ad esso mi preme sottolineare due aspetti. Il primo riguarda l’attenzione prioritaria all’evangelizzazione, cui tutto deve tendere nell’essere e nell’agire del popolo di Dio. La Chiesa non esiste per se stessa, ma per la gloria di Dio e la salvezza degli uomini, cui è chiamata a portare la gioia del Vangelo. Questa gioia va annunciata a tutti, a cominciare dalla famiglia, cellula decisiva della società e della Chiesa stessa. Il secondo aspetto che vorrei rilevare è il taglio "pastorale", accentuato nella formulazione del tema, prospettiva con cui il Santo Padre invita a guardare il valore e le sfide della vita familiare oggi. Si potrebbe definire questo taglio con le parole che il Beato Giovanni XXIII annotava sul suo Diario il 19 Gennaio 1962, nel clima della preparazione ormai prossima del Concilio: "Tutto riguardare in luce di ministero pastorale, cioè: anime da salvare e da edificare". Non si tratta, insomma, di dibattere questioni dottrinali, peraltro esplicitate dal Magistero anche recente (dal Concilio Vaticano II nella Costituzione Pastorale Gaudium et spes 47-52, all’Esortazione apostolica Familiaris consortio di Giovanni Paolo II del 1981), quanto di comprendere come annunciare in maniera efficace il Vangelo della famiglia al tempo che stiamo vivendo, segnato da un’evidente crisi sociale e spirituale.

L’invito che ne deriva per tutta la Chiesa è a mettersi in ascolto dei problemi e delle attese che vivono oggi tante famiglie, manifestando ad esse vicinanza e proponendo loro in maniera credibile la misericordia di Dio e la bellezza del rispondere alla Sua chiamata. In particolare, in un contesto come quello della cosiddetta "modernità liquida" (Zygmunt Bauman), in cui nessun valore sembra più assodato e l’istituto familiare è spesso contestato, se non del tutto rifiutato, diventa particolarmente significativo mostrare i caratteri profondamente umanizzanti della proposta cristiana sulla famiglia, che non è mai contro qualcuno, ma sempre ed esclusivamente a favore della dignità e della bellezza della vita di tutto l’uomo in ogni uomo, per il bene dell’intera società. Come avevano affermato i Padri del Vaticano II la famiglia è una "scuola di umanità più ricca", in cui "le diverse generazioni si incontrano e si aiutano vicendevolmente a raggiungere una saggezza umana più completa e a comporre convenientemente i diritti della persona con le altre esigenze della vita sociale" (Gaudium et spes 52). In questa linea il Documento preparatorio della prossima Assemblea Sinodale afferma: "La dottrina della fede sul matrimonio va presentata in modo comunicativo ed efficace, perché essa sia in grado di raggiungere i cuori e di trasformarli secondo la volontà di Dio manifestata in Cristo Gesù" (DP II).

Attenzione, accoglienza e misericordia costituiscono lo stile che Papa Francesco testimonia e chiede di avere verso tutti, comprese le famiglie lacerate e quanti vivono in situazioni irregolari dal punto di vita morale e canonico. L’insistenza è "sulla misericordia divina e la tenerezza nei confronti delle persone ferite, nelle periferie geografiche ed esistenziali". Certamente, vivere in pienezza il Vangelo della famiglia non è facile, né scontato, e spesso le condizioni concrete dell’esistenza tendono a minare anche gli sforzi migliori: si pensi alla fragilità psicologica e affettiva possibile nelle relazioni familiari; all’impoverimento della qualità dei rapporti che può convivere con "ménages" all’apparenza stabili e normali; allo stress originato dalle abitudini e dai ritmi imposti dall’organizzazione sociale, dai tempi di lavoro, dalle esigenze della mobilità. Inoltre, la cultura di massa veicolata dai media influenza e corrode talvolta le relazioni familiari, invadendo la famiglia con messaggi che banalizzano il rapporto coniugale. Diventa allora più che mai vitale coniugare l’impegno quotidiano in famiglia a condizioni che la sostengano tanto nell’ambito della società civile, quanto nella comunità ecclesiale, motivando concretamente la bellezza e la fecondità "della fede nella sacramentalità del matrimonio e nel potere terapeutico della penitenza sacramentale".

Le sfide specifiche e quelle contestuali non sono poche: "Si profilano oggi problematiche inedite fino a pochi anni fa, dalla diffusione delle coppie di fatto, che non accedono al matrimonio e a volte ne escludono l’idea, alle unioni fra persone dello stesso sesso, cui non di rado è consentita l’adozione di figli" (DP I). Numerose sono pure le situazioni contestuali nuove, che richiedono attenzione peculiare da parte della Chiesa, dalla cultura del non-impegno e della presupposta instabilità del vincolo alla riformulazione dell’idea stessa di famiglia, a un diffuso pluralismo relativista nella concezione del matrimonio, fino a proposte legislative che svalutano la permanenza e la fedeltà del patto matrimoniale. Queste sfide comportano conseguenze pastorali rilevanti: "Se ad esempio si pensa al solo fatto che nell’attuale contesto molti ragazzi e giovani, nati da matrimoni irregolari, potranno non vedere mai i loro genitori accostarsi ai sacramenti, si comprende quanto urgenti siano le sfide poste all’evangelizzazione dalla situazione attuale, peraltro diffusa in ogni parte del ‘villaggio globale’". Tutto questo fa avvertire come la premura verso queste situazioni sia "tanto necessaria e urgente, quanto doverosa come espressione di carità dei Pastori nei confronti di quanti sono a loro affidati e dell’intera famiglia umana" (DP II). La vastità dell’impegno, l’urgenza dei temi e le attese, che rischiano di essere fin troppo grandi, inducono a chiedere con convinzione la preghiera di tutti per il cammino avviato, insieme con l’umiltà, l’impegno generoso e la fiducia in Dio di chi specialmente contribuirà al Sinodo, affinché lo Spirito illumini il lavoro collegiale e il discernimento finale e decisivo del Successore di Pietro.

 [01620-01.01] [Testo originale: Italiano]

  Traduzione in lingua  inglese

 Pope Francis has shown many times and in various forms his intention to make greater use of episcopal collegiality, sign and tool of the broadest synodality of the entire Church. He has given important confirmation of his wish by participating in person in the work of the last Ordinary Council of the Synod, which took place on 7 and 8 October. The Bishop of Rome has shared mutual reflection, listening to all and carrying out the discernment and decision-making that fall within the competence of his Petrine ministry. Living this experience as one of the members of the Council, it is natural to me to think that the Pope is guiding us in a concrete exercise of the collegiality around Peter and below Him, which renders the Church as "communion" both alive and visible, a path that the Holy Father wishes to take for the next Extraordinary General Assembly of the Synod. It is a broad and deep process of listening to the life of the Church and of the most pressing challenges posed to her, shared in a progressive path with two fundamental stages, which may lead the representatives of the entire Episcopal college to develop reliable proposals to offer for the discernment of the Bishop of the Church, who presides in love. This subtracts nothing from the role of Peter’s Successor; on the contrary, it exalts his role of discernment and of final decision-making for the good of the Church and the human family, whom she serves. With Pope Francis we are called to walk the paths laid out by the Council and its teachings with regard to the Church as communion, the image of the divine Trinity, united in love and in the variety of gifts and services that enrich her.

The theme entrusted by the Holy Father to the next Extraordinary General Assembly is: the pastoral challenges of the family in the context of evangelisation. In this regard I am bound to underline two aspects. The first regards the priority attention given to evangelisation; all of the existence and action of the people of God must tend towards this latter end. The Church does not exist for herself, but for the glory of God and the salvation of humanity, to whom she is called to bring the joy of the Gospel. This joy is to be proclaimed to all, beginning with the family, the decisive cell of society and of the Church herself. The second aspect I would like to emphasise is the pastoral slant accentuated by the formulation of the theme, a perspective through which the Holy Father invites us to look upon the value of the family and the challenges it faces today. This ‘slant’ may be defined by the words that Blessed John XXIII noted in his Diary on 19 January 1962, in the climate of preparation for the upcoming Council: "All is to be seen in the light of pastoral ministry; that is, in terms of souls to save and to edify". It is not, therefore, a matter of debating doctrinal questions, which have in any case been clarified by the Magisterium recently (from the Vatican Council II in the Pastoral Constitution Gaudium et Spes, 47-52, to the John Paul II’s Apostolic Exhortation Familiaris consortio of 1981), but rather how to understand how to effectively proclaim the Gospel of the family in the times we are living, characterised by a clear social and spiritual crisis.

The invitation deriving from this for all the Church is to listen to the problems and expectations of many families today, manifesting her closeness and credibly proposing God’s mercy and the beauty of responding to His call. In particular, in a context such as that of the so-called "liquid modernity" (Zygmunt Bauman), in which no value seems to be proven and the institution of the family is often contested, if not entirely negated, it becomes particularly significant to demonstrate the profoundly humanising characteristics of the Christian proposal of the family, which is never against anyone, but always and exclusively in favour of the dignity and the beauty of life of the full person, for every person, for the good of society as a whole. As the Fathers of Vatican II confirmed, the family is the "is a kind of school of deeper humanity", in which "the various generations come together and help one another grow wiser and harmonize personal rights with the other requirements of social life" (Gaudium et Spes, 52). In this respect the preparatory Document of the next Synodal Assembly affirms: "The doctrine of the faith on marriage is to be presented in a communicative and effective way, so that it is able to reach hearts and transform them according to God’s will as manifested in Jesus Christ" (DP II).

Attention, welcome and mercy constitute the style to which Pope Francis bears witness and requests us to have towards all, including broken families and those who live in irregular situations from a moral and canonical point of view. He insists on "divine mercy and tenderness towards injured persons, in the geographical and existential peripheries". Certainly, living fully the Gospel of the family is not easy, nor is it to be taken for granted: if we think of the psychological and sentimental frailty that may be present in family relations; the impoverishment of the quality of relationships that may exist with apparently stable and normal "ménages"; stress originating from the habits and rhythms imposed by social organisation, working times, and the requirements of mobility. Furthermore, the mass culture perpetrated by the media influences and at times corrodes family relations, invading the family with messages that render banal the conjugal bond. It therefore becomes more vital than ever to link the daily efforts within the family to conditions that help sustain it in the fields of both civil society and the ecclesial community, giving concrete motivation to the beauty and the fruitfulness "of the faith in the sacramental nature of marriage and in the therapeutic power of sacramental penance".

The specific and contextual challenges are not few in number: "Today we encounter problems unheard of a few years ago, from the spread of de facto couples who does not choose to marry and at times exclude the idea, to same sex unions, to whom the adoption of children is not infrequently permitted" (DP I). There are numerous new contextual situations, which require particular attention from the Church: from the non-committal culture and the presumed instability of the bond to the reformulation of the very idea of family, to a widespread relativist pluralism regarding the concept of marriage, to legislative proposals which devalue the permanence and fidelity of the marriage pact. These challenges bring about significant pastoral consequences: "If, for example, we think of the simple fact that in the current context many young people, born of irregular marriages, perhaps never see their parents receive the sacraments, one may perceive the urgency of the challenges posed to evangelisation in our current situation, now diffused throughout the whole of the "global village". All the above considerations indicate how the attention paid to these situations is "both necessary and urgent, and also a matter of duty as an expression of the charity of the Pastors towards those entrusted to them and to the entire human family" (DPII). The enormity of the commitment, the urgency of the themes and the expectations, which indeed risk being too great, induce us to ask with conviction for the prayers of all for the path that we have taken together, and for the humility, generous commitment and trust in God especially of those who will contribute to the Synod, so that the Spirit may illuminate the collegial task and the final and decisive discernment of Peter’s Successor.

 [01620-02.01] [Original text: Italian -working translation]

 Traduzione in lingua  spagnola

El Papa Francisco ha señalado repetidamente y de diferentes maneras la intención de valorizar la colegialidad episcopal, signo e instrumento de la más amplia sinodalidad de toda la Iglesia. Una muestra importante de su voluntad fue participar personalmente en los trabajos del último Consejo Ordinario del Sínodo, del 7 y 8 de octubre. El Obispo de Roma ha compartido la reflexión común, escuchando a todos y trabajando sobre el discernimiento y las elecciones, que compiten para su ministerio petrino. Al vivir esta experiencia como uno de los miembros del Consejo, era natural pensar que el Papa nos estaba guiando en un ejercicio concreto de aquella colegialidad alrededor de Pedro y bajo Él, que hace viva y visible la Iglesia "comunión", que el Vaticano II ha propuesto. Es en este espíritu que creo que debe comprenderse también el camino querido por el Santo Padre para la próxima Asamblea General Extraordinaria del Sínodo: una amplia y profunda escucha de la vida de la Iglesia y de los desafíos más vivos a los que hace frente, compartido en un camino progresivo, con dos etapas fundamentales, que pueda llevar a todos los representantes del entero colegio episcopal a madurar propuestas fiables para ofrecer al discernimiento del Obispo de la Iglesia que preside en el amor. Todo esto no sólo no quita nada al papel del sucesor de Pedro, sino que de hecho, mejora la función de discernimiento y decisión final para el bien de la Iglesia y de la familia humana, a cuyo servicio se pone. Con el Papa Francisco estamos llamados a transcurrir por los caminos del Concilio y de sus enseñanzas en relación a la Iglesia comunión, imagen de la Trinidad divina, una en el amor, en la variedad de dones y de los servicios que la enriquecen.

El tema propuesta por el Santo Padre para la próxima Asamblea General Extraordinaria es: Los desafíos pastorales sobre la familia en el contexto de la evangelización. Con respecto a esto subrayo dos aspectos. El primero se refiere a la atención prioritaria de la evangelización, la cual debe centrarse en el ser y el actuar del pueblo de Dios. La Iglesia no existe para sí misma, sino para la gloria de Dios y la salvación de los hombres, a los que está llamada a llevar la alegría del Evangelio.

Esta alegría debe ser proclamada a todos, comenzando por la familia, parte decisiva de la sociedad y de la misma Iglesia. El segundo aspecto que quiero destacar es el estilo "pastoral", acentuado en la formulación del tema, prospectiva con la que el Santo Padre nos invita a mirar el valor y los desafíos de la vida familiar en la actualidad. Esta fisura se podría definir con las palabras que el Beato Juan XXIII anotaba en su diario el 19 de enero de 1962, en el clima de la preparación de la entonces próxima reunión del Concilio: "Mirar todo a la luz del ministerio pastoral, es decir: almas que hay que salvar y que hay que edificar". No se trata, en definitiva, de debatir cuestiones doctrinales, por otra parte explicadas ya por el Magisterio también reciente (por el Concilio Vaticano II en la Constitución Pastoral Gaudium et Spes 47-52, a la Exhortación Apostólica Familiaris Consortio de Juan Pablo II en 1981), sino de entender cómo anunciar eficazmente el Evangelio de la familia en el momento que estamos viviendo, marcado por una evidente crisis social y espiritual.

La invitación que deriva para toda la Iglesia es ponerse a la escucha de los problemas y expectativas que viven hoy tantas familias, manifestándoles cercanía, presentándoles de forma creíble la misericordia de Dios y la belleza de la respuesta a Su llamada. En particular, en el contexto de la conocida "modernidad líquida" (Zygmunt Bauman), en la que parece no establecerse ningún valor y la institución de la familia a menudo se pone en duda, o incluso es totalmente rechazada, es particularmente importante hacer ver los caracteres profundamente humanizados de la propuesta cristiana sobre la familia, que no está en contra de nadie, sino siempre y exclusivamente e favor de la dignidad y la belleza de la vida de todo hombre, en todo hombre, y por el bien de toda la sociedad. Como afirmaron los Padres del Concilio Vaticano II, la familia es la "escuela más rica de la humanidad" en la que "las distintas generaciones coinciden y se ayudan mutuamente a conseguir una sabiduría humana más completa y componer convenientemente plenos derechos personales con los demás requisitos de la vida social"(Gaudium et Spes 52). En esta línea el Documento preparatorio para la próxima Asamblea del Sínodo afirma que: "La doctrina de la fe sobre el matrimonio debe ser presentada de forma comunicativa y eficaz, para que esta sea capaz de llegar a los corazones y los transforme de acuerdo a la voluntad de Dios manifestada en Jesucristo" ( DP II ).

Atención, hospitalidad y misericordia son el estilo que Papa Francisco testifica y pide tener hacia todos, incluyendo a las familias divididas y a todos los que viven en situación irregular desde el punto de la vida moral y canónico. El énfasis se pone "en la divina misericordia y la ternura hacia las personas heridas, en los suburbios geográficas y existenciales". Por supuesto, vivir plenamente el Evangelio de la familia no es fácil, ni evidente, y con frecuencia las condiciones concretas de la existencia tienden a socavar incluso los mejores esfuerzos: pensar en la posible fragilidad psicológica y emocional de las relaciones familiares; al empobrecimiento de la calidad de las relaciones que pueden coexistir con los "hogares" aparentemente estables y normales; al estrés originado de las costumbres y los ritmos impuestos por la organización social, desde los horarios de trabajo hasta las demandas de movilidad. Además, la cultura de masas conducida por los medios influencia y corroe a veces las relaciones familiares, invadiendo la familia con mensajes que banalizan la relación marital. Es muy importante, ahora más que nunca, combinar el compromiso diario en familia con condiciones que la apoyen tanto en el ámbito de la sociedad civil, como en la comunidad eclesial, motivando concretamente la belleza y la fecundidad "de la fe en el carácter sacramental del matrimonio y en el poder curativo de la penitencia sacramental".

Los retos específicos y aquellos contextuales no son pocos: "Hay problemas, inéditos hasta hace pocos años, de la difusión de las parejas de hecho, que no acceden al matrimonio y a veces incluso excluyen esta idea; a la unión entre personas del mismo sexo, a quienes se les permite la adopción de hijos" (DP I). Son numerosas las situaciones contextuales nuevas, que requieren una atención especial por parte de la Iglesia, de la cultura del "no compromiso" y de la presupuesta inestabilidad del vínculo a la reformulación de la misma idea de familia, a un pluralismo relativista extendido en la concepción del matrimonio, hasta a las propuestas legislativas que devalúan la permanencia y fidelidad del pacto matrimonial. Estos desafíos implican consecuencias pastorales significativas: "Por ejemplo, si pensamos al mero hecho de que en el contexto actual, muchos niños y jóvenes que han nacido en matrimonios irregulares, nunca verán a sus padres recibir los sacramentos, entenderemos la urgencia de los retos de la evangelización en la situación actual, difundida por todas las partes de la "aldea global". Todo esto demuestra cómo la rápida atención a estas situaciones sea "muy necesaria y urgente, tan debida como expresión de la caridad de los pastores hacia aquellos que les han sido confiados y a toda la familia humana" (DP II). La inmensidad de la obligación, la urgencia de los problemas y las expectativas, que son propensos a ser demasiado grandes, nos llevan a pedir con convicción la oración de todos por el camino iniciado, con humildad, generoso compromiso y confianza en Dios, especialmente de quien contribuirá al Sínodo, para que el Espíritu ilumine el trabajo colegiado y el discernimiento final y decisivo del Sucesor de Pedro.

[01620-04.01] [Texto original: Italiano - Traducción no oficial]

[B0722-XX.03]