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VISITA DEL CARD. LEONARDO SANDRI AL MONASTERO RUSSO USPENSKIJ, 20.04.2013


VISITA DEL CARD. LEONARDO SANDRI AL MONASTERO RUSSO USPENSKIJ

Il Cardinale Leonardo Sandri, Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, accompagnato dal Sotto-Segretario Mons. Malvestiti e da alcuni Officiali del Dicastero, nella solennità dell'Annunciazione del Signore si è recato in visita l’8 aprile sorso al Monastero Russo della Dormizione della Madre di Dio, in via della Pisana, a Roma in occasione dell'arrivo di alcune aspiranti alla vita monastica in questi mesi. Il Cardinale Prefetto, ricordando i suoi Predecessori, si è intrattenuto con le Monache, ponendosi in ascolto del loro cammino vocazionale. Egli ha rivolto parole di gratitudine per la scelta di offrire la vita in totale consacrazione al Signore, testimoniando la grande ricchezza della tradizione monastica orientale nel cuore della Chiesa di Roma, chiamata a presiedere nella carità a tutte le Chiese, e offrendo in modo particolare la propria preghiera secondo le intenzioni del Pastore universale, il Santo Padre Papa Francesco. La certezza, espressa nelle parole del Porporato, è che tale intercessione sosterrà la vita di tutte le Chiese Orientali Cattoliche, non di rado provate da sofferenze e persecuzione, come pure sarà prezioso aiuto nel cammino verso la riconciliazione e l'unità con tutti i fratelli cristiani. La comunità, che in passato si è sostenuta grazie alla scrittura di icone e alla realizzazione di paramenti per Vescovi e Sacerdoti, intende riavviare le attività dei laboratori. Anche per tal motivo, ma soprattutto per garantire adeguata accoglienza alle Monache, si stanno studiando alcuni interventi di manutenzione e sistemazione degli spazi interni ed esterni, sotto la responsabilità della Congregazione per le Chiese Orientali, alla cui giurisdizione appartiene l' Uspenskij, che già usufruisce della presenza di un cappellano per le celebrazioni e il sostengo alla vita spirituale.

Note storiche sul Monastero

La cura pastorale, la lungimiranza, l'apertura di mente e di cuore e la speciale attenzione verso l'Oriente cristiano dei Sommi Pontefici emergono in modo particolare in Papa Pio XI, Achille Ratti, il quale, con ispirata sapienza e chiaroveggenza, per le imperscrutabili vie di Dio, tra le svariate opere istituite a Roma per i cristiani orientali fondò il Pontificio Collegio Russicum il 15 agosto 1929. Da quella radice è sbocciato in seguito un altro virgulto: il monastero della Dormizione di Maria – Uspenskij (in slavo), inaugurato ufficialmente il 15 dicembre 1957, per desiderio e impegno dell'allora Segretario della Congregazione Orientale Cardinale Eugenio Tisserant e grazie alla dedizione dei Padri Gesuiti.

Il francese padre Philipe de Régis, secondo rettore del Russicum, dopo lo slovacco Vendelin Javorka (nominato primo Rettore del Russicum dal Pontefice in persona), fu in seguito inviato in Sud America, assegnato alla cura pastorale dei russi della diaspora. Proprio lui ispirò Madre Junia Hintz, al tempo carmelitana scalza nel monastero di La Plata in Argentina, a fondare un monastero di rito bizantino-slavo, un sogno che ella aveva coltivato fin dalla sua entrata nel Carmelo di rito latino. Il Signore le aveva donato un grande talento artistico che impiegò nella scrittura delle icone diventando l'antesignana dell'iconografia in Italia, quando quest'arte era pressoché sconosciuta. Madre Junia trascorse gli ultimi 10 anni della sua vita come eremita nella piccola casa nel giardino del monastero.

Di tante questioni spirituali e pratiche riguardanti la fondazione si occupò padre Teofilo Horacek, allora rettore del Russicum, il quale cominciò a ricercare e a visitare alcune religiose di origine russa che si trovavano in monasteri o congregazioni latine. Si pensava con ciò di avviare per esse una vita monastica più consona alle loro origini e mentalità. All'inizio del 1956 cinque suore, dal Belgio, dalla Germania e dalla Francia, vennero a Roma per incontrare alcuni ecclesiastici favorevoli alla nuova fondazione, che ne illustrarono il progetto. Si operò così la reciproca conoscenza e la riflessione sulla fondazione proposta. Venne adattata a monastero una casa colonica posta su di una proprietà acquistata a tale scopo dal Card. Tisserant in via della Pisana 342.

Tra le fondatrici c'era Madre Morosoff, al tempo suora infermiera delle Figlie della Carità di San Vincenzo de' Paoli, la quale giunse a Roma dal Belgio all'inizio di ottobre del 1957. Il 7 ottobre si celebrò la prima Divina Liturgia al Russicum nella cappella di santa Teresa del Bambin Gesù, patrona della Russia. Amava la vita di consacrazione presso le Figlie della Carità e le costò molto doverle lasciare per venire a fondare il monastero a Roma. Fu da parte sua un puro atto di obbedienza alla Chiesa e ai Superiori ma, una volta che lo ebbe fatto, non si voltò mai indietro e affrontò ogni difficoltà ripetendo il suo «fiat» ogni giorno, soprattutto nei difficili anni del suo nascere.

Il 14 dicembre 1957, quando i locali furono pronti ad accoglierle, le suore si riunirono al monastero e il 15 dicembre 1957 veniva celebrata la prima liturgia. Il 16 marzo 1958, assieme a Madre Hintz e altre due suore, emise la consacrazione di rjasofora (voti temporanei) e 1'8 settembre 1959 la consacrazione del piccolo schema (voti perpetui) prendendo il nome di Ekaterina. Fu Superiora della piccola comunità fin dal 1959 e in seguito nominata a vita.

Il monastero della Dormizione della Madre di Dio, sorto negli anni duri del comunismo e di persecuzione della Chiesa oltre la «cortina di ferro», ebbe inizio con la benedizione di Papa Pio XII, per aiutare, attraverso la preghiera e il sacrificio, la liberazione e la rinascita spirituale delle terre martoriate dell'Est europeo, soprattutto la Russia. Il Pontefice, che era stato ordinato vescovo da Benedetto XV il 13 maggio 1917, cioè in coincidenza con la prima apparizione di Maria a Fatima dove ella chiese preghiera e penitenza per la conversione della Russia, in una udienza allo stesso Card. Tisserant, 1'11 aprile 1956, diede il consenso per l'erezione in Roma di un monastero femminile russo «per impetrare la clemenza di Dio Onnipotente verso le genti russe».

Le monache con l'offerta della loro vita desideravano contribuire ai cambiamenti epocali avvenuti in URSS e nei paesi satelliti con la liberazione dal giogo della dittatura ateo-comunista, ma rimane estremamente attuale l'intenzione di preghiera complementare a quella della rinascita spirituale, cioè l'unità della Chiesa, la vitale questione del dialogo ecumenico soprattutto con la Chiesa ortodossa, un'aspirazione che da sempre è stata nel profondo del cuore delle monache russe del monastero. L'amore per la loro Chiesa d'origine e quello per il Vicario di Cristo, il Papa di Roma, dal cui volere era sorto il monastero, rappresentarono due fiamme sempre accese nei loro cuori. La liturgia del monastero, come il Card. Tisserant aveva desiderato, fu secondo il rito bizantino, sempre compiuta in comunione con il Vescovo di Roma che, nell'ufficio quotidiano di preghiera, viene menzionato 7 volte. Da oltre cinquant'anni tale preghiera continua ininterrotta. Il monastero è stato sempre considerato un'isola russa dalla quale sono passati studenti, presbiteri, monaci e monache russe e si sono sentiti come a casa.

Tra i prelati passati in visita nel corso degli anni, si deve ricordare il metropolita Nikodim, arcivescovo di Leningrado e Novgorod, Presidente del Dipartimento delle Relazioni ecclesiastiche estere del Patriarcato di Mosca e della Commissione del Santo Sinodo per le relazioni ecumeniche. Egli morì tra le braccia di Giovanni Paolo I, al quale aveva portato le felicitazioni della Chiesa ortodossa russa per la sua elezione a Sommo Pontefice. Il Papa lo benedì insieme al metropolita ortodosso Lev, attuale arcivescovo di Novgorod, che lo accompagnava. Le monache andarono in Vaticano e vegliarono la sua salma tutta la notte.

L'attuale patriarca di Mosca Kirill I, discepolo del metropolita Nikodim, ha conosciuto il monastero da giovane sacerdote. Alla notizia della morte dell'Igumena Madre Ekaterina, ha mandato una lettera di condoglianze assieme ad altri 3 metropoliti russi ortodossi, tra i quali il metropolita Juvenalij, pastore dell'eparchia di Mosca, molto vicino al monastero da quando era a Roma come delegato fraterno al Concilio Vaticano II, e il metropolita di Minsk Filaret, Esarca patriarcale per la Bielorussia, che ha espresso così il suo apprezzamento: «Nel corso della sua vita Madre Ekaterina è stata un esempio di carità verso Dio e verso il prossimo. Assecondando ardentemente la chiamata dell'Autorità ecclesiastica alla preghiera per i suoi connazionali e per la Russia, la Madre ha trasformato il monastero in un angolo accogliente per i russi nella lontana terra romana. La ricca attività del monastero, guidato da Madre Ekaterina, ha aiutato i cristiani d'Occidente ad incontrare la profondità e la bellezza della tradizione ortodossa, suscitando rispetto sia da parte del mondo cattolico come di quello ortodosso. Il Signore che ha concesso a Madre Ekaterina di vivere una lunga vita conceda il riposo alla sua serva nelle dimore dei giusti e l'eterna sua memoria».

La Chiesa nei paesi dell'Oriente cristiano continua a portare la sua croce con fatica ed eroismo fino allo spargimento di sangue. Le monache nel loro sforzo di vivere una vita monastica seguendo gli antichi insegnamenti del monachesimo d'Oriente, culla dell'esperienza monastica, desiderano continuare la loro missione con la speciale dedizione alla preghiera e al sacrificio offerti per la libertà di fede e di coscienza, per un fiorente apostolato e missione della Chiesa, in modo particolare per quella vigna del Signore che spazia dall'est europeo e la Russia, al Medio Oriente fino all'India. Questi cristiani, nel loro profondo anelito di pace, si trovano spesso a vivere in terre purtroppo martoriate da guerre e persecuzioni e ancor oggi esperimentano il dramma della divisione dalla Sede di Pietro e dal Pastore universale della Chiesa. Questa è anche l'esortazione ricevuta dal Santo Padre Francesco nell'Angelus del 15 aprile 2013: "Preghiamo in modo particolare per i cristiani che soffrono persecuzione; in questo tempo ci sono tanti cristiani che soffrono persecuzione, tanti, tanti, in tanti Paesi: preghiamo per loro, con amore, dal nostro cuore. Sentano la presenza viva e confortante del Signore Risorto". La Santissima Madre di Dio nel mistero della sua Dormizione aiuti le monache ad essere quel canale attraverso il quale può passare la grazia divina, la linfa vitale dispensatrice di vita senza la quale ogni opera apostolica della Chiesa rimane sterile.

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