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APPELLO PER LA COLLETTA A SOSTEGNO DEI CRISTIANI IN TERRA SANTA, 26.02.2013


APPELLO PER LA COLLETTA A SOSTEGNO DEI CRISTIANI IN TERRA SANTA

LETTERA DEL PREFETTO DELLA CONGREGAZIONE PER LE CHIESE ORIENTALI

RAPPORTO SOMMARIO DELLA CUSTODIA DI TERRA SANTA SU PROGETTI E OPERE REALIZZATI CON LA COLLETTA 2011/2012

LETTERA DEL PREFETTO DELLA CONGREGAZIONE PER LE CHIESE ORIENTALI  

TESTO IN LINGUA ITALIANA

TESTO IN LINGUA FRANCESE  

TESTO IN LINGUA INGLESE  

TESTO IN LINGUA TEDESCA  

TESTO IN LINGUA SPAGNOLA  

TESTO IN LINGUA PORTOGHESE  

Pubblichiamo di seguito la Lettera che il Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, l’Em,mo Card. Leonardo Sandri, ha inviato ai Pastori della Chiesa Universale affinché sostengano la Terra Santa:

TESTO IN LINGUA ITALIANA

Eccellenza Reverendissima,

La compassione evangelica aiuta a comprendere la necessità della Colletta del Venerdì Santo a sostegno dei fratelli e delle sorelle che nei Luoghi della Redenzione, con i loro pastori, vivono il mistero di Cristo, il Crocifisso che è Risorto per la salvezza dell’umanità. E’ un dovere antico e sempre appagante per la sua singolare connotazione ecclesiale. Mentre si avvicina la Pasqua, esso diventa quanto mai attuale e si fa espressione della fede che la Chiesa, ora guidata da Papa Benedetto XVI, rivive intensamente nel 50° anniversario del Concilio Ecumenico Vaticano II. Quell’assise l’ha aperta al mondo radicandola ancor più nella tradizione che parte dalle origini cristiane. Di esse la Terra Santa è testimone silenziosa e custode vivente, grazie alle comunità latine della Diocesi Patriarcale di Gerusalemme e della Custodia Francescana, come a quelle Melchita, Maronita, Sira, Armena, Caldea e Copta, ivi operanti. Ma è testimone, nel contempo, di come popoli interi, affamati di dignità e di giustizia, abbiano dato ali al sogno di una primavera della quale volevamo subito vedere i frutti, quasi che la grande trasformazione auspicata fosse possibile senza un rinnovamento dei cuori e la responsabilità verso i poveri del mondo condivisa da tutti noi.

Tra i primi frutti della sensibilità conciliare vi è l’Enciclica Pacem in terris del Beato Giovanni XXIII, la quale suscita in questo Anno della Fede una pressante invocazione di pace, specialmente per la Siria, i cui destini si riversano minacciosi sul Vicino Oriente.

La situazione mediorientale sembra esigere quanto propone l'Enciclica Populorum progressio del Servo di Dio Paolo VI. A fronte della denuncia delle "carenze materiali di coloro che sono privati del minimo vitale, e le carenze morali di coloro che sono mutilati dall’egoismo…" (n. 21), egli suggeriva non soltanto "l’accresciuta considerazione della dignità degli altri, l’orientarsi verso lo spirito di povertà, la cooperazione al bene comune, la volontà di pace", bensì "il riconoscimento da parte dell’uomo dei valori supremi e di Dio, che ne è la sorgente e il termine" (ibid.). Il Papa non esitava ad indicare a tal fine "soprattutto la fede, dono di Dio accolto dalla buona volontà dell’uomo, e l’unità nella carità di Cristo". Con lo sguardo della fede egli compì nella Terra di Gesù il primo dei suoi grandi viaggi apostolici nel 1964. Il Beato Giovanni Paolo II si pose sulle sue orme nell’anno 2000, definendo il suo pellegrinaggio "un momento di fraternità e di pace, che mi piace raccogliere come uno dei più bei doni dell'evento giubilare" ed esprimendo "l'augurio sentito di una sollecita e giusta soluzione dei problemi ancora aperti in quei luoghi santi, congiuntamente cari agli ebrei, ai cristiani e ai musulmani" (Novo Millennio Ineunte 13).

Papa Benedetto ci offre esempi ammirevoli dello stesso sguardo compassionevole. Ne sono prova incoraggiante la Visita pastorale del settembre scorso in Libano per la pubblicazione dell’Esortazione apostolica Ecclesia in Medio Oriente; il ricordo costante all’Angelus, nelle Udienze, nei Discorsi con Personalità e Istituzioni; l’intenzione di preghiera indicata a tutta la Chiesa nel gennaio 2013 "affinché le comunità cristiane del Medio Oriente, spesso discriminate, ricevano dallo Spirito Santo la forza della fedeltà e della perseveranza"; l’invito a due giovani libanesi maroniti perché scrivano i testi della Via Crucis del prossimo Venerdì Santo.

I cristiani che vivono in Israele e Palestina, Cipro, Libano, Giordania, Siria, Egitto a formare nel senso più ampio la Terra di Gesù, devono trovare in noi lo stesso sguardo di fede.

Con grata meraviglia riconosciamo quanto la generosa sollecitudine dei cattolici ha finora compiuto. Ciò consente di mantenere i Luoghi Santi, e le comunità che vi si raccolgono. Insieme agli istituti religiosi maschili e femminili, esse offrono i primi soccorsi nelle catastrofiche conseguenze procurate dalla guerra e in ogni altra emergenza. Sono esse, con una qualificata rete pastorale, scolastica e sanitaria, a distinguersi nell’assistenza alle famiglie, specie per salvare la vita rifiutata, venendo incontro ad anziani, malati, disabili, a chi è senza lavoro, ai giovani in cerca di futuro, sempre operando in difesa dei diritti umani, compresa la libertà religiosa. Se a ciò si aggiunge l’encomiabile sforzo ecumenico ed interreligioso, come quello per contenere l’incessante esodo dei fedeli dalla madrepatria orientale e la vicinanza ai profughi e rifugiati, si compone lo "specifico cristiano" che fa di quella regione, al di là di ogni sua sofferenza, un Luogo ove Dio è senza sosta glorificato perché benedica l’umanità.

La Congregazione per le Chiese Orientali rivolge, pertanto, il più convinto appello a confermare la carità ecclesiale a favore della Terra Santa. Insieme al Papa, ringrazia pastori e fedeli per l’abbraccio orante e solidale che accanto alla Croce del Signore vorranno riservarle, condividendo il grazie del Supremo Pastore alla Chiesa che in quell’area dà prova di tanto sofferta testimonianza e la cui fedeltà ricorda a tutti la consolante promessa del Risorto: "Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena" (Gv 15,11).

Col più fraterno augurio pasquale.

Suo dev.mo

Leonardo Card. Sandri
Prefetto

a Cyril Vasil’, S.I. 
Arcivescovo Segretario

[00325-01.01] [Testo originale: Italiano]

TESTO IN LINGUA FRANCESE

Excellence,

La compassion, toute évangélique, nous aide à comprendre la nécessité de la quête du Vendredi-Saint pour soutenir nos frères et nos sœurs qui vivent le mystère du Christ ressuscité pour le salut de l’humanité avec leurs pasteurs, sur les lieux de la Rédemption. C’est un devoir ancien et toujours fort avec sa signification ecclésiale particulière. Alors que la fête de Pâques approche, cela devient une responsabilité d’autant plus actuelle et elle devient l’expression de la foi que l’Eglise revit intensément dans le cinquantième anniversaire du Concile Œcuménique Vatican II. Cette instance l’a ouverte au monde en l’enracinant plus dans la tradition qui commencent avec les origines chrétiennes. La Terre-Sainte en est le témoin silencieux et le gardien vivant grâce à la communauté latine du diocèse patriarcal de Jérusalem et de la Custode Franciscaine, et celles, melkite, maronite, syrienne, arménienne, chaldéenne et copte qui y œuvrent. Elle est, en même temps, le témoin de la manière dont des peuples entiers, assoiffés de dignité et de justice, ont donné forme au rêve d’un printemps dont nous voudrions voir tout de suite des fruits, comme si la transformation attendue était possible sans un renouvellement des cœurs et sans engagement partagé par tous envers les pauvres.

Parmi les premiers fruits de la sensibilité conciliaire, il y a l’Encyclique Pacem in Terris du Bienheureux Jean XXIII qui suscite en cette Année de la Foi une invocation pressante pour la paix, spécialement en Syrie dont le destin se répercute sur tout le Proche-Orient.

La situation dans cette région semble exiger ce que propose la l’Encyclique Populorum Progressio du Serviteur de Dieu Paul VI. Face à la dénonciation des "carences matérielles de ceux qui sont privés du minimum vital, et les carences morales de ceux qui sont mutilés par l'égoïsme...(N° 21)" il suggérait non seulement "la considération accrue de la dignité d'autrui, l'orientation vers l'esprit de pauvreté, la coopération au bien commun, la volonté de paix..." mais aussi "la reconnaissance par l'homme des valeurs suprêmes, et de Dieu qui en est la source et le terme"(ibid.). Le Pape n’hésitait pas à indiquer à cette fin "surtout la foi, don de Dieu accueilli par la bonne volonté de l'homme, et l'unité dans la charité du Christ". Dans cette foi, il a accompli en Terre-Sainte son premier voyage apostolique en 1964. Sur ses traces, le Bienheureux Jean-Paul II, au seuil de l’an 2000 définissait son pèlerinage "un moment de fraternité et de paix, que j'ai plaisir à considérer comme l'un des dons les plus beaux de l'événement jubilaire" et exprimait "le souhait ardent d'une solution rapide et juste pour les problèmes encore existants dans ces lieux saints, également chers aux juifs, aux chrétiens et aux musulmans" (Novo Millenium Inuente, N° 13).

Benoît XVI nous offre des exemples admirables d’un identique regard compatissant. Sa visite pastorale en septembre dernier au Liban pour la publication de l’Exhortation Apostolique Ecclesia in Medio Oriente en est une preuve encourageante tout comme ces diverses interventions à l’Angélus, aux discours à différentes personnalités ou institutions ainsi que l’intention de prière proposée à toute l’Eglise pour le mois de janvier 2013, "afin que les communautés chrétiennes du Moyen-Orient, souvent discriminées, reçoivent de l’Esprit-Saint, la force de la fidélité et de l’espérance"; sans compter l’invitation de deux jeunes libanais maronites à écrire les texte du Chemin de Croix du Vendredi-Saint prochain.

Les chrétiens qui vivent en Israël et en Palestine, à Chypre, au Liban, en Jordanie, Syrie et Egypte, c’est-à-dire, dans un sens plus large, la Terre de Jésus, doivent trouver en nous le même regard de foi.

Avec une reconnaissance émerveillée, nous constatons jusqu’à présent la générosité des catholiques. Elle permet de maintenir les Lieux-Saints et les communautés qui s’y rassemblent. Avec les instituts religieux, masculins et féminins, elles donnent les premiers secours dans les conséquences catastrophiques de la guerre et dans toute autre urgence. Ce sont elles, grâce à un réseau pastoral, scolaire et sanitaire, qui se distinguent dans l’assistance aux familles, en particulier pour sauver les vies refusées, aux personnes âgées, aux malades, aux handicapés, aux chômeurs, aux jeunes sans travail, et dans la défense des droits de l’homme, y compris la liberté religieuse. Si à cela s’ajoute le louable effort œcuménique et inter-religieux, ainsi que celui pour contenir l’exode incessant des fidèles et pour venir en aide aux réfugiés, on décèle la "spécificité chrétienne", au-delà de toute souffrance, de ce lieu où Dieu est sans cesse glorifié pour qu’il bénisse l’humanité.

La Congrégation pour les Eglises Orientales adresse, donc, un pressant appel à confirmer la charité de toute l’Eglise en faveur de la Terre-Sainte. Avec le Pape, je remercie les pasteurs et les fidèles pour l’accueil qu’ils lui réserveront et je partage la gratitude du Souverain Pontife pour l’Eglise qui, en cette région, donne le témoignage de tant de souffrances et dont la fidélité rappelle à tous la promesse consolante du Ressuscité: "Je vous dis cela pour que ma joie soit en vous et que votre joie soit complète" (Jn 15,11).

Avec mes vœux fraternels pour une bonne et sainte fête de Pâques, je vous prie de croire, à l’assurance de mon profond dévouement et à toute ma reconnaissance.

Leonardo Card. Sandri
Préfet

a Cyril Vasil', S.I.
Archevêque Secrétaire

[00325-03.01] [Texte original: Français]

TESTO IN LINGUA INGLESE

Your Excellency,

The Gospel message of compassion illumines the need for the Good Friday Collection in support of our brothers and sisters in the places of Redemption. Together with their pastors, they live the mystery of Christ, Crucified and Risen for the salvation of mankind. On account of its ecclesial dimension, this ancient duty is an ever gratifying opportunity. As Easter approaches, it is all the more appropriate as an expression of the faith that the Church, under the guidance of Pope Benedict XVI, is intensely living, on the 50th anniversary of the Second Vatican Ecumenical Council. That event opened her to the world, at the same time rooting her still more firmly in the tradition that departs from the Christian origins. Of these the Holy Land is the silent witness and living custodian, thanks to the Latin communities of the Patriarchal Diocese of Jerusalem and the Franciscan Custody, as also to the Melkite, Maronite, Syrian, Armenian, Copt and Chaldean faithful active there. Lately, this region is also witness to the fact that entire peoples, hungering for dignity and justice, have given wings to the dream of a springtime, the fruits of which are desired at once, as if the great, longed-for transformation could be possible without a renewal of hearts and an acceptance of a common responsibility for the poor.

Among the first fruits of the new awareness brought by the Council was the Encyclical Pacem in terris of Blessed John XXIII, which raises in this Year of Faith a pressing call for peace, especially in Syria, whose tragic path represents a threat to the entire Near East.

The situation in the Middle East would seem to demand what the Servant of God Paul VI proposes in the Encyclical Populorum progressio. Following his denouncement of "the material poverty of those who lack the bare necessities of life, and the moral poverty of those who are crushed under the weight of their own self-love" (n. 21), the Pope suggests not only "a growing awareness of other people's dignity, a taste for the spirit of poverty, an active interest in the common good, and a desire for peace", but also affirms that "then man can acknowledge the highest values and God Himself, their author and end" (ibid). Towards that goal, the Pope does not hesitate to hold up "above all … faith – God's gift to men of good will – and our loving unity in Christ". With a vision born of faith, he chose the Land of Jesus to make, in 1964, the first of his great apostolic voyages. Following in his footsteps in the year 2000, Blessed John Paul II described his pilgrimage as "a moment of brotherhood and peace, [to be remembered] as one of the most beautiful gifts of the whole Jubilee event" and expressed his "deeply felt desire for a prompt and just solution to the still unresolved problems of the Holy Places, cherished by Jews, Christians and Muslims together" (Novo millenio ineunte, n. 13).

Pope Benedict also offers us an admirable example of this same compassionate outlook. Encouraging evidence is found in his Pastoral Visit of this past September to Lebanon for the publication of the Apostolic Exhortation Ecclesia in Medio Oriente; the constant mention of the region’s woes in the Angelus, in his audiences, and in his Messages to various people and institutions; as well as his prayer intention for January 2013, shared with the entire Church: "that the Christian communities of the Middle East, often discriminated against, may receive from the Holy Spirit the strength of fidelity and perseverance". Finally, for this coming Good Friday, he has invited two young Lebanese Maronites to write the text for the Via Crucis procession.

In the widest sense, the Land of Jesus is composed of Israel and Palestine, Cyprus, Lebanon, Jordan, Syria, and Egypt. The Christians living in all these countries must find in us the same attitude of solidarity in the faith.

With grateful wonder we recognize how much the generous concern of Catholics around the world has already accomplished. This assistance maintains the Holy Sites, as well as the communities that dwell there. Together with institutes of men and women religious, the funds collected provide immediate relief to the catastrophic consequences of war and other emergencies. Through a qualified network of pastoral, educational and health care specialists, these resources come to the aid of families, often saving lives that have been rejected: the old, the sick, and the disabled. In addition, aid is provided to those without work and to youth in search of a brighter future. In every case, the collection seeks to build up human rights, especially the right to religious liberty. To this one must add the praiseworthy ecumenical and inter-religious effort, which requires stemming the incessant exodus of Christian faithful from their motherland and the accompaniment of the displaced and the refugee. Taken as a whole, this constitutes the "Christian characteristic", which makes the region, beyond all of its suffering, a Place where God is glorified, because humanity is blessed.

With deep conviction the Congregation for Eastern Churches appeals to all to reconfirm their ecclesial charity in favor of the Holy Land. Together with the Pope, the Congregation thanks the pastors and faithful who, standing by the Cross of the Lord, offer their prayerful and fraternal embrace to those dwelling in the Holy Land. These have earned the gratitude of the Supreme Pastor of the Church and ours, too, for by their faithful witness in the midst of suffering, they remind the world of the consoling promise of the Risen One: "These things I have spoken to you, so that my joy may be in you, and that your joy may be full" (Jn. 15:11).

With my most cordial Easter greetings,

Leonardo Card. Sandri
Prefect

 a Cyril Vasil’, S.I.
Archbishop Secretary

[00325-02.01] [Original text: English]

TESTO IN LINGUA TEDESCA

Exzellenz hochwürdigster Herr Bischof,

Die Kompassion im Sinne des Evangeliums hilft zu verstehen, wie notwendig die Karfreitagskollekte für die Schwestern und Brüder ist, die gemeinsam mit ihren Hirten am Schauplatz des Erlösungswerks das Mysterium Christi des Gekreuzigten leben, der auferstanden ist zum Heil der Menschheit. Es handelt sich um eine altehrwürdige Pflicht, die wegen ihres einzigartigen kirchlichen Charakters immer wieder gerne erfüllt wird. Mit Blick auf das nahende Osterfest wird diese Tradition erneut aktuell und zu einem Ausdruck jenes Glaubens, den die derzeit von Papst Benedikt XVI. geleitete Kirche im 50. Jubiläumsjahr des II. Vatikanischen Konzils feiert. Jene Versammlung hat die Kirche der Welt geöffnet, indem sie sie noch tiefer in der Tradition verwurzelte, die ihrerseits ausgeht von den christlichen Ursprüngen. Das Heilige Land ist ein stiller Zeuge und lebendiger Hüter dieser Ursprünge, dank der Gemeinden des lateinischen Patriarchats von Jerusalem und der Franziskanerkustodie, wie auch der dort wirkenden melkitischen, maronitischen, syrischen, armenischen, koptischen und chaldäischen Gemeinden. Aber das Heilige Land ist zugleich Zeuge geworden für den Durst ganzer Völker nach Würde und Gerechtigkeit, der dem Traum nach einem neuen „Frühling" Flügel verliehen hat. Wir wollten dessen Früchte sofort sehen, als ob der gewünschte Umbruch ohne eine Erneuerung der Herzen möglich wäre und ohne die Verantwortung gegenüber den Armen der Welt, die von uns allen getragen werden muss.

Eine der ersten Früchte des Konzils und ihres Anliegens ist die Enzyklika Pacem in Terris des seligen Johannes XXIII., die in diesem Jahr des Glaubens erneut zu einem flehentlichen Friedensappell wird, besonders für das Land Syrien, dessen Schicksal den ganzen Nahen Osten zu gefährden droht.

Die Lage im Nahen Osten scheint einzufordern, wovon die Enzyklika Populorum Progressio des Dieners Gottes Pauls VI. spricht. Angesichts der „materiellen Nöte derer, denen das Existenzminimum fehlt und der sittlichen Not derer, die vom Egoismus zerfressen sind…" (N. 21), legte Paul VI. dar, was „menschlicher" sei: „das deutlichere Wissen um die Würde des Menschen, das Ausrichten auf den Geist der Armut, die Zusammenarbeit zum Wohle aller, der Wille zum Frieden", und er forderte überdies „die Anerkennung letzter Werte von seiten des Menschen und die Anerkennung Gottes, ihrer Quelle und ihres Zieles" (ebd.) ein. Zu diesem Zweck zögerte der Papst nicht, vor allem den Glauben zu empfehlen, „der Gottes Gabe ist, angenommen durch des Menschen guten Willens, und die Einheit in der Liebe Christi." Mit dem Blick des Glaubens brach er 1964 in das Heilige Land zur ersten seiner großen Apostolischen Reisen auf. Der selige Johannes Paul II. folgte seinen Spuren im Jahre 2000 und bezeichnete seine Pilgerfahrt als einen Moment der Brüderlichkeit und des Friedens, „den ich als eine der schönsten Gaben des Jubiläums bewahren möchte", und er äußerte den Wunsch nach „einer baldigen und gerechten Lösung der noch immer offenen Probleme an jenen heiligen Stätten, die den Juden, den Christen als Jüngern Jesu und dem Islam gleichermaßen teuer sind." (Novo Millennio Ineunte, 13).

Papst Benedikt schenkt uns bewundernswerte Beispiele für eben jenen Blick voller Mitgefühl. Ein ermutigendes Zeichen dafür sind der Pastoralbesuch im vergangenen September im Libanon aus Anlass der Unterzeichnung und Veröffentlichung der Apostolischen Exhortation Ecclesia in Medio Oriente; die Tatsache, dass er beim Angelus, bei den Generalaudienzen, in den Ansprachen vor wichtigen Persönlichkeiten und Institutionen immer wieder auf die Christen im Heiligen Land zu sprechen kommt; das Gebetsanliegen, das im Januar 2013 der ganzen Kirche ans Herz gelegt wurde: „auf dass die christlichen Gemeinden im Nahen Osten, die oft Verfolgung leiden, vom Heiligen Geist Glaubenskraft und Durchhaltevermögen geschenkt bekommen mögen"; die Einladung an zwei junge Maroniten aus dem Libanon, die Meditationen zum nächsten Kreuzweg am Karfreitag zu schreiben.

Die Christen in Israel und Palästina, Zypern, Libanon, Jordanien und Ägypten, die in einem weiteren Sinn das Heilige Land Jesu bilden, müssen auch in uns jenen Blick des Glaubens wiedererkennen.

Mit dankbarem Staunen sehen wir, was die Großzügigkeit der Katholiken bisher ermöglicht hat. Sie erlaubte es, die Heiligen Stätten zu unterhalten und die Gemeinden zu unterstützen, die sich dort zum Gottesdienst versammeln. Gemeinsam mit den Männer- und Frauenorden helfen die katholischen Gläubigen an vorderster Front, wenn es um die katastrophalen Folgen der Kriege und anderer Notlagen geht. Sie sind es, die mit einem Netzwerk an Einrichtungen in Pastoral, Schule und Gesundheitswesen einen ausgezeichneten Dienst leisten, um Familien beizustehen, bedrohtes Leben zu schützen, Alten, Kranken, Behinderten, Arbeitslosen und Jugendlichen auf der Suche nach Zukunft zu helfen; und dabei verteidigen sie immer die Menschenrechte, einschließlich der Religionsfreiheit. Wenn dann noch lobenswerte Initiativen im Bereich Ökumene und interreligiöser Dialog hinzukommen, wie zum Beispiel die Bemühungen, dem fortwährenden Exodus der Gläubigen aus ihrer Heimat im Orient Einhalt zu gebieten und die Hilfe für Vertriebene und Flüchtlinge, dann entsteht jenes „spezifisch Christliche", das jenseits allen Leids jene Region zu einem Ort macht, an dem Gott ohne Unterlass verherrlicht wird zum Segen der Menschheit.

Die Kongregation für die Ostkirchen appelliert daher erneut voller Überzeugung an die Gläubigen, jenen kirchlichen Liebesdienst zu Gunsten des Heiligen Landes zu leisten. Gemeinsam mit dem Papst dankt sie den Hirten und Gläubigen für jene betende und solidarische Umarmung mit den Christen im Heiligen Land an der Seite des Kreuzes unseres Herrn, und sie macht sich den Dank des Obersten Hirten gegenüber der dortigen Kirche zu eigen, die ihr christliches Zeugnis im Leiden unter Beweis stellt und deren Treue allen das tröstliche Versprechen des Auferstandenen in Erinnerung ruft: „Dies habe ich euch gesagt, damit meine Freude in euch ist und damit eure Freude vollkommen wird" (Joh 15,11).

Mit besten Wünschen zum bevorstehenden Osterfest

Leonardo Card. Sandri
Präfekt

a Cyril Vasil’, S.I.
Erzbischof - Sekretär

[00325-05.01] [Originalsprache: Deutsch]

TESTO IN LINGUA SPAGNOLA

Excelencia Reverendísima:

La compasión evangélica ayuda a comprender la necesidad de la Colecta del Viernes Santo para sostener a los hermanos y hermanas que en los Lugares de la Redención, junto a sus pastores, viven el misterio de Cristo, el Crucificado que ha resucitado para la salvación de la humanidad. Es un deber antiguo que siempre satisface cumplir por su singular connotación eclesial. Este deber, mientras se acerca la Pascua, cobra particular actualidad y se hace expresión de la fe que la Iglesia, hoy guiada por Benedicto XVI, revive intensamente en el 50.º aniversario del Concilio Vaticano II. Este Concilio la ha abierto aún más al mundo, arraigándola con mayor profundidad en la tradición que parte de los orígenes del cristianismo. De estos orígenes la Tierra Santa es testigo silencioso y custodio vivo gracias a las comunidades latinas de la Diócesis Patriarcal de Jerusalén y de la Custodia Franciscana, como también gracias a las comunidades Melquita, Maronita, Siria, Armenia, Caldea y Copta allí radicadas. Pero, al mismo tiempo, es testigo de cómo pueblos enteros, hambrientos de dignidad y justicia, han dado alas al sueño de una primavera de la que queríamos ver de inmediato sus frutos, como si la esperada gran transformación fuese posible sin una renovación de los corazones y sin asumir la responsabilidad hacia los pobres del mundo, en cuya importancia todos nosotros concordamos.

Entre los primeros frutos de la sensibilidad conciliar encontramos la Encíclica Pacem in terris del Beato Juan XXIII, la cual suscita en este Año de la Fe una apremiante invocación de la paz, especialmente para Siria, cuyos destinos se vierten en modo amenazador sobre el Próximo Oriente.

La situación del Medio Oriente parece exigir cuanto propone la Encíclica Populorum progressio, del Siervo de Dios Pablo VI. Ante la denuncia de las «carencias materiales de los que están privados del mínimo vital» y de las «carencias morales de los que están mutilados por el egoísmo» (n. 21), el Romano Pontífice sugería no sólo «el aumento en la consideración de la dignidad de los demás, la orientación hacia el espíritu de pobreza (cf. Mt 5, 3), la cooperación en el bien común, la voluntad de paz», sino también «el reconocimiento, por parte del hombre, de los valores supremos, y de Dios, que de ellos es la fuente y el fin» (ibid.). El Papa a tal objeto no dudaba en resaltar especialmente «la fe, don de Dios acogido por la buena voluntad de los hombres, y la unidad de la caridad de Cristo». Con la visión de la fe él cumplió en Tierra Santa, en 1964, el primero de sus viajes apostólicos. El Beato Juan Pablo II se puso tras sus huellas en el año 2000, definiendo su peregrinación como «un momento de fraternidad y de paz, que me gusta considerar como uno de los dones más hermosos del acontecimiento jubilar» y expresando «el sincero augurio de una pronta y justa solución de los problemas aún abiertos en aquellos lugares santos, tan queridos a la vez por los judíos, los cristianos y los musulmanes» (Novo millennio ineunte, 13).

El Papa Benedicto nos ofrece ejemplos admirables de esa misma mirada llena de compasión. Son prueba de ello la confortadora Visita pastoral al Líbano del pasado septiembre para la publicatión de la Exhortación Apostólica Ecclesia in Medio Oriente; el constante recuerdo en sus mensajes al rezar el Ángelus, en las Audiencias, en sus Discursos ante personalidades e instituciones; la intención de la oración indicada a toda la Iglesia en enero de 2013: «para que las comunidades cristianas de Medio Oriente, frecuentemente discriminadas, reciban del Espíritu Santo la fuerza de la fidelidad y de la perseverancia»; la invitación a dos jóvenes libaneses maronitas para que escriban los textos del Vía Crucis del próximo Viernes Santo.

Los cristianos que viven en Israel y Palestina, Chipre, Líbano, Jordania, Siria, Egipto, formando en el sentido más amplio la Tierra de Jesús, deben encontrar en nosotros esa misma mirada de fe.

Con agradecimiento y admiración reconocemos todo lo que la generosa solicitud de los católicos ha realizado hasta ahora, que ha permitido mantener los Lugares Santos y las comunidades que se reúnen en ellos. Estas comunidades, junto a los institutos religiosos masculinos y femeninos, ofrecen las primeras ayudas ante las catastróficas consecuencias causadas por la guerra y ante cualquier otra emergencia. Las mismas, con una cualificada red pastoral, escolar y sanitaria, se distinguen por su asistencia a las familias –especialmente para salvar la vida rechazada–, acudiendo al cuidado de los ancianos, los enfermos y las personas con discapacidad, a la atención de quien está sin trabajo y de los jóvenes que buscan un futuro, obrando siempre en defensa de los derechos humanos, comprendida la libertad religiosa. Si a esto se une el encomiable esfuerzo ecuménico e interreligioso, como el puesto en obra para detener el incesante éxodo de los fieles desde su madre patria oriental y la cercanía a los prófugos y a los refugiados, se comprende lo "específico cristiano" que hace de aquella Región , más allá de todos sus sufrimientos, un Lugar donde Dios es sin pausa glorificado para que bendiga a la humanidad.

La Congregación para las Iglesias Orientales dirige, por tanto, con plena convicción, la llamada a confirmar la caridad eclesial a favor de la Tierra Santa. Junto con el Papa, agradece a los Pastores y a los fieles la oración y la fraterna solidaridad que querrán dar a esta intención, unidos a la Cruz del Señor y participando del agradecimiento del mismo Supremo Pastor a la Iglesia que en esa Región da prueba de un tan esforzado testimonio y cuya fidelidad recuerda a todos las palabras del Resucitado: «Esto os lo digo para que yo me goce en vosotros y vuestro gozo sea cumplido» (Jn 15,11).

Con los más fraternales deseos de unas Santas Pascuas de Resurrección.

Leonardo Card. Sandri
Prefecto

a Cyril Vasil’, S.I.
Arzobispo Secretario

[00325-04.01] [Texto original: Español]

TESTO IN LINGUA PORTOGHESE

Excelência Reverendíssima:

A compaixão evangélica ajuda a compreender a necessidade da Coleta da Sexta-Feira Santa em favor dos irmãos e das irmãs que nos Lugares da Redenção, com os seus pastores, vivem o mistério de Cristo, o Crucifixo que ressuscitou para a salvação da humanidade. É um dever antigo e sempre gratificante pela sua singular conotação eclesial. Ao se aproximar a Páscoa, esse dever se torna ainda mais atual e se faz expressão da fé que a Igreja, ora guiada por Bento XVI, revive no 50º aniversário do Concílio Ecumênico Vaticano II. Aquele encontro a abriu ao mundo, radicando-a ainda mais na tradição que parte das origens cristãs. Delas a Terra Santa é testemunha silenciosa e guardiã vivente, graças às comunidades latinas da Diocese Patriarcal de Jerusalém e da Custódia Franciscana, bem como às comunidades Melquita, Maronita, Siríaca, Armênia, Caldéia e Copta, que lá atuam. Mas é, ao mesmo tempo, testemunha de como povos inteiros, sedentos de dignidade e de justiça, tenham dado asas ao sonho de uma primavera da qual gostaríamos de ver frutos imediatos, como se a transformação almejada fosse possível sem uma renovação dos corações e a responsabilidade para com os pobres compartilhada por nós todos.

Entre os primeiros frutos da sensibilidade conciliar aparece a Encíclica Pacem in terris do Bem-Aventurado João XXIII, a qual suscita neste Ano da Fé uma pressurosa invocação de paz, especialmente para a Síria, cujos destinos se volvem ameaçadores sobre o Oriente Próximo.

A situação médio-oriental parece exigir o que propõe a Encíclica Populorum progressio do Servo de Deus Paulo VI. Perante a denúncia das "carências daqueles que são privados do mínimo vital, e as carências morais daqueles que são mutilados pelo egoísmo…" (n. 21), ele sugeria não apenas "consideração crescente da dignidade dos outros, a orientação para o espírito de pobreza, a cooperação no bem comum, a vontade da paz", como também "o reconhecimento, pelo homem, dos valores supremos, e de Deus que é a origem e o termo deles" (ibid.). O Papa não hesitava indicar para isso "sobretudo a fé, dom de Deus acolhido pela boa vontade do homem, e a unidade na caridade de Cristo". Com o olhar da fé ele realizou na Terra de Jesus a primeira das suas grandes viagens apostólicas em 1964. O Bem-Aventurado João Paulo II percorreu no Ano 2000 as suas pegadas, definindo a sua peregrinação "um momento de fraternidade e de paz que me apraz registrar como um dos mais belos dons do evento jubilar" e expressando "sentidos votos de uma solução solícita e justa para os problemas ainda inconclusos naqueles lugares santos, amados simultaneamente por judeus, cristãos e muçulmanos" (Novo Millennio Ineunte 13).

O Papa Bento nos oferece exemplos admiráveis do mesmo olhar compassivo. Prova encorajadora disso a Visita pastoral de setembro passado no Líbano para a publicação da Exortação Apostólica Ecclesia in Medio Oriente; a reiterada recordação no Angelus, nas Audiências, nos Discursos com Personalidades e Instituições; a intenção de oração indicada para toda a Igreja em janeiro de 2013 "para que as comunidades cristãs do Oriente Médio, frequentemente discriminadas, recebam do Espírito Santo a força da fidelidade e da perseverança"; o convite a dois jovens libaneses maronitas a escrever a Via Sacra da próxima Sexta-Feira Santa.

Os cristãos que vivem em Israel e Palestina, Chpre, Líbano, Jordânia, Síria, Egito, formando no sentido mais amplo a Terra de Jesus, devem encontra em nós o mesmo olhar de fé.

Com grata maravilha reconhecemos quanto a generosa solicitude dos católicos tem realizado até agora. Isto consente manter os Lugares Santos, e as comunidades que lá se encontram. Juntamente com os institutos religiosos masculinos e femininos, elas oferecem os primeiros socorros nas catastróficas conseqüências causadas pela guerra e em quaisquer outras emergências. São elas, com uma qualificada rede pastoral, escolar e sanitária, a se distinguirem na assistência às famílias, de modo particular para salvar a vida rejeitada, atendendo aos anciães, enfermos, aos deficientes, a quem se encontra sem trabalho, aos jovens em busca de futuro, sempre atuando em defesa dos direitos humanos, inclusive a liberdade religiosa. Se a isto se acrescenta o louvável esforço ecumênico e inter-religioso, come o empenho em conter o incessante êxodo dos fiéis da pátria mãe oriental e a proximidade em relação aos prófugos e refugiados, se compõe o "específico cristão" que faz daquela região, para além de todo o seu sofrimento, um Lugar onde Deus é incessantement glorificado para que abençoe a humanidade.

A Congregação para as Igrejas Orientais dirige, pois, o seu convicto apelo a confirmar a caridade eclesial a favor da Terra Santa. Juntamente com o Santo Padre, agradece pastores e fieis pelo abraço orante e solidário que junto da Cruz do Senhor, hão de reservar-lhe, partilhando a gratidão do Supremo Pastor à Igreja que naquela área dá prova de tão sofrido testemunho e cuja fidelidade recorda a todos a consoladora promessa do Ressuscitado: "Eu vos disse estas coisas para que a minha alegria esteja em vós e a vossa alegria seja plena" (Jo 15,11).

Com meus mais fraternos votos pascais

Leonardo Card. Sandri
Prefeito

 a Cyril Vasil’, S.I. 
Arcebispo Secretario

[00325-06.01] [Texto original: Português]

RAPPORTO SOMMARIO DELLA CUSTODIA DI TERRA SANTA SU PROGETTI E OPERE REALIZZATI CON LA COLLETTA 2011/2012

La Custodia di Terra Santa prosegue incessantemente il suo cammino secolare nella conservazione e tutela dei luoghi santi della Terra di Gesù, per mantenere viva la liturgia nei luoghi di culto, assistendo i Pellegrini ed intensificando le opere apostoliche a sostegno delle comunità cristiane; essa ha prestato nel 2011/2012 una particolare attenzione alla programmazione e all’esecuzione dei seguenti progetti e opere:

A - LUOGHI SANTI

1. Betlemme

Chiesa Parrocchiale di Santa Caterina e Santuario: Progettazione dell’ampliamento della Chiesa.

 

2. Gerusalemme

Convento San Salvatore

Magnificat – Scuola di musica

- Ristrutturazione completa della scuola e installazione del nuovo sistema di climatizzazione e ventilazione.

- Realizzazione di due nuove aule adiacenti all’aula magna.

- Ristrutturazione dei bagni nel Convento delle Suore e imbiancatura di tutte le stanze.

Getsemani

- Installato il muro esterno in pietra e la recinzione in acciaio, come disposto dall’autorità dei Parchi Nazionali.

- Manutenzione del tetto della Basilica, per evitare le infiltrazioni d’acqua (prima fase dei lavori).

- Avvio del progetto di restauro dei mosaici del soffitto della Basilica.

Convento Betfage

Convento delle Palme, in ricordo dell’entrata trionfale di Gesù a Gerusalemme.

- Conclusa la ristrutturazione del Convento delle Palme a Betfage, con particolare riguardo all’area esterna, dove sono accolti i pellegrini soprattutto durante la Domenica delle Palme.

Convento del Cenacolo

- Conclusa la ristrutturazione integrale del convento, con raddoppiamento della capacità di accoglienza dei pellegrini per la celebrazione eucaristica.

 

3. Nazareth

Basilica dell’Annunciazione

- Conclusione delle opere di rifacimento dell’impianto idraulico della Basilica per l’impermeabilizzazione e la protezione della grotta dall’umidità.

- Sviluppo e manutenzione di una parte dell’area esterna della basilica.

 

4. Magdala

- Proseguono i lavori di conservazione dell’area archeologica, dove sono stati ritrovati importanti resti. E’ stato necessario rimuovere le pavimentazioni di mosaico, che dovranno essere protette adeguatamente dagli agenti atmosferici. E’ in fase di allestimento un percorso di visita, all’interno del sito, per consentire ai pellegrini di approfondire la vita quotidiana della città, al tempo di Gesù.

- In fase di progettazione lo sviluppo dell’area archeologica che include uffici e servizi per i pellegrini e visitatori.

- Creazione di una carta topografica di tutta l’area archeologica.

 

5. Cafarnao

- Terminata la fase di progettazione, sono ora in corso i lavori di conservazione dell’area archeologica e di ristrutturazione dei mosaici.

 

6. Monte Tabor

- Progettazione del nuovo parcheggio (1250 m2) per l’accoglienza dei pellegrini e turisti locali.

 

7. Nain

Santuario di Nain (Gesù risuscita il figlio della vedova)

- Terminata la demolizione delle case a ridosso della chiesa, per l’avvio della ricostruzione del nuovo convento per le suore e per il restauro della Chiesa.

 

8. Sefforis

Luogo dell’infanzia di Maria SSma

- Lavori di manutenzione e ricostruzione del muro di recinzione della basilica crociata e restauro di alcune stanze nel convento per i religiosi del Verbo Incarnato.

 

9. Monte Nebo (Giordania)

Santuario Memoriale di Mosè

- Seconda fase dei lavori di rifacimento e conservazione dei mosaici del Santuario memoriale del Profeta Mosè.

- Prosecuzione dei lavori del progetto "Nuova copertura per il Memoriale di Mose".

- Ristrutturazione dei muri antichi della parte archeologica del sito.

- Studio topografico dell’area del Monte Nebo e progettazione di uno schema urbano (landscape) per il passaggio dei turisti.

 

B - COMUNITÀ LOCALE

1. Opere in favore dei giovani

- Borse di Studio: finanziamento di 420 Borse di Studio Universitarie per la durata di quattro anni, distribuite nelle diverse università: Betlemme, Università Ebraica a Gerusalemme e Haifa, Bir Zeit, Amman e altre.

- Imprese Artigiane: progetto di sostegno ogni anno a 10 piccole imprese artigiane con l’acquisto di pezzi di ricambio, apparecchiature per la produzione, ausili per la messa in sicurezza delle attività.

 

2. Attività per le famiglie (Betlemme)

Prosecuzione dei progetti:

- Sostegno del Consultorio familiare parrocchiale che supporta a livello assistenziale i bisogni principali delle famiglie.

- Casa Francescana del Fanciullo: rivolto a più di 20 ragazzi di età compresa tra 6 e 12 anni, provenienti da famiglie povere e in difficoltà. I ragazzi oltre all’accoglienza e all’assistenza allo studio, sono seguiti da un educatore, un assistente sociale e uno psicologo.

- Assistenza Medica: rivolto alle famiglie in gravi difficoltà economiche, con la copertura parziale o completa delle spese mediche.

Abitazioni: restauro delle case appartenenti alle famiglie più bisognose, effettuato per opera di personale locale senza impiego. Oltre all’aiuto alle famiglie, sono assicurati periodicamente centinaia di posti di lavoro.

 

3. Comunità parrocchiali

Betlemme

- Terminati i lavori degli spazi destinati ai laboratori artigianali di legno d’ulivo e madreperla presso il St. Francis Millenuim Center.

- Avvio della costruzione del cimitero a Betlemme (capacità 720 posti).

Gerusalemme

Avviati i lavori di costruzione delle nuove aree sportive nel centro parrocchiale di Biet Hanina: un campo da calcio, due campi da pallacanestro e una sala interna con i relativi servizi.

Cana

- Progetto di costruzione del centro parrocchiale e della scuola per la popolazione cristiana locale: pagamento dei permessi di costruzione e degli scavi archeologici previ alla costruzione.

Giaffa - Chiesa di S. Antonio

- Prosecuzione dei lavori di restauro dell’intero complesso degli ambienti della Parrocchia Latina.

Nazareth

- Conclusa la realizzazione di campi di calcio e spazi ricreativi per i bambini della parrocchia locale.

Scuole

Gerusalemme

- Consolidamento del piazzale pericolante e ristrutturazione dei locali sottostanti presso "Terra Sancta School for Girls".

Gerico

- Costruzione di una nuova scuola più grande, per soddisfare le numerose richieste.

Amman (Giordania)

- Realizzazione di un centro sportivo presso la "Terra Santa School" di Amman.

 

4. Costruzione di appartamenti per i poveri e per le giovani coppie

Gerusalemme:

- Ristrutturazione di circa 52 abitazioni nella città vecchia e sistemazione di 26 case dall’esterno per impedire le filtrazioni d’acqua

(http://www.jerusalemstonesofmemory.org).

- Manutenzione ordinaria e straordinaria delle infrastrutture nei complessi residenziali: St. Anton Building Project, St. Paul Building Project, St. Francis Building Project, St. James Building Project.

Betlemme:

- Manutenzione ordinaria e straordinaria dei complessi residenziali: Jesus the Child Building project, St. Catherine building project, St. Francis Building project.

 

5. Altre opere culturali

- Ogni anno la Custodia di Terra Santa sostiene economicamente la Facoltà di Scienze Bibliche e di Archeologia dello Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme con l’offerta di circa 30 borse di studio a studenti provenienti da diverse diocesi, per tutta la durata degli studi. Quest’anno, per lo Studium sono anche stati realizzati alcuni lavori di adeguamento particolari:

- Terminate le prime due fasi di ampliamento della Biblioteca. Il progetto include l’installazione di un ascensore per l’accessibilità ai locali, oltre alla fornitura degli scaffali mobili e fissi.

- Avvio dei lavori della terza fase di ampliamento al piano superiore, con la suddivisione in due sezioni.

- Franciscan Media Center: nuova forma di comunicazione attraverso un sito web aggiornato, con l’ausilio di network televisivi per diffondere in tempo reale fatti ed eventi legati ai Luoghi Santi del culto cristiano.

- Magnificat: in pochi anni di attività è diventata una scuola di musica in grado di preparare diversi studenti provenienti da culture diverse. Promuove attività di ricerca e manifestazioni culturali a livello locale e internazionale.

- Continua l’opera di diffusione dei Testi Sacri (per la prima volta è stata stampata e distribuita in Terra Santa la copia della Sacra Bibbia in arabo) e delle opere edite dalla Custodia di Terra Santa grazie alla tipografia di Betfage – Franciscan Print Press.

Oltre alle opere realizzate e progettate in Israele e nei Territori Palestinesi, è stata rivolta particolare attenzione ai cristiani del Libano e soprattutto della Siria, che vivono attualmente una situazione fragile e di necessità, attraverso l’invio costante di sostegno materiale.

[00326-01.01] [Testo originale: Italiano]

[B0125-XX.01]