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CAPPELLA PAPALE PER LE ESEQUIE DEL CARDINALE GIOVANNI CHELI, 09.02.2013


Alle ore 17 di oggi, all’Altare della Cattedra della Basilica Vaticana, hanno luogo le Esequie del Card. Giovanni Cheli, del Titolo dei Santi Cosma e Damiano, Presidente emerito del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, deceduto ieri 8 febbraio.

La Liturgia Esequiale è presieduta, a nome del Santo Padre, dal Cardinale Decano del Collegio Cardinalizio, Angelo Sodano, insieme con i Cardinali e gli Arcivescovi e Vescovi.

Riportiamo di seguito l’omelia che il Card. Angelo Sodano pronuncia dopo la proclamazione del Santo Vangelo:

● OMELIA DEL CARD. ANGELO SODANO 

Nel solco delle Beatitudini la testimonianza del Card. Cheli

Signori Cardinali e cari Concelebranti, Signori Ambasciatori e distinte Autorità, parenti e amici del compianto Cardinale, Fratelli e Sorelle nel Signore!

Ieri, nel cuore della notte, il Signore è venuto a chiamare a sé la bell’anima del nostro caro Cardinale Giovanni Cheli. Egli chiudeva così i suoi occhi a questo mondo e li apriva alla luce dell’eternità.

Nella sua lunga giornata terrena egli aveva ripetuto sovente le parole del Salmista: "Il tuo volto, o Signore, io cerco… Non nascondermi il tuo volto… O Dio della mia salvezza" (Sal 27, 8-9). E nella notte passata, egli poteva veder realizzata la ricerca quotidiana della sua vita.

Noi oggi vogliamo dargli l’estremo saluto, ringraziando il Padre che sta nei cieli per avercelo dato ed affidandolo poi nelle sue mani misericordiose.

Lo facciamo con quest’Eucarestia, che ho l’onore di presiedere a nome del Santo Padre Benedetto XVI, che mi ha espressamente incaricato di volerlo rappresentare. Il nostro amato Pontefice nutriva per il nostro caro Cardinale sentimenti di profonda stima e gratitudine per il suo lungo e generoso servizio prestato alla Santa Sede. In questo momento Egli si unisce a noi in profonda preghiera.

1) Il nostro ringraziamento

Miei Fratelli, in primo luogo noi oggi vogliamo ringraziare il Signore per il dono che Egli ha fatto alla Sua Chiesa, dandole un sacerdote, un Vescovo ed un Cardinale, quale è stato il nostro caro Confratello.

Personalmente poi ero molto unito a lui, perché ambedue ci eravamo preparati al sacerdozio nello stesso Seminario di Asti, in Piemonte. Quand’egli fu ordinato sacerdote nella nostra bella Cattedrale astense, nel 1942, io ero ancora in Liceo, ma da allora seguii sempre con profonda edificazione il suo impegno apostolico, prima in diocesi e poi al servizio della Santa Sede.

Nella nostra diocesi egli è rimasto famoso per alcune sue opere di carità, durante la guerra mondiale, come quando organizzò una rete di ascolto della Radio Vaticana che trasmetteva alcune notizie sui prigionieri di guerra e poi con una rete di amici le trasmetteva alle rispettive famiglie. Come quando alla fine della guerra nel 1945 organizzò la Pontificia Opera di Assistenza prodigandosi poi per assistere i prigionieri di guerra, che malati e sbandati ritornavano in patria.

E ricordo quanti viaggi egli fece con alcuni vecchi camions a Pescantina, Verona, ove arrivano i primi treni dal Brennero, per vedere di accogliere, di assistere subito e poi trasportare a casa coloro che tanto avevano sofferto nei campi di concentramento!

E quindi nella nostra diocesi d’origine, il nome del Cardinale Cheli vive in perpetua benedizione. E ne possono fare fede tanto l’attuale Vescovo Mons. Ravinale che ha voluto unirsi a noi come il suo predecessore il Cardinale Severino Poletto. Ambedue sono oggi con noi e mi è caro salutarli di cuore. Quest’impegno di carità, di misericordia verso il prossimo fu sempre una caratteristica della sua vita e anche nelle sue successive missioni quando lavorò qui prima in Nunziatura in Italia ma poi in Guatemala come in Spagna. Fu così anche nel suo lungo servizio alla Santa Sede nella Segreteria di Stato, nelle Nazioni Unite, ed infine nuovamente qui a Roma al servizio dei migranti nel Pontificio Consiglio.

In sintesi, egli fece suo l’ideale apostolico di Paolo, che così scriveva ai Corinti: "E’ la carità di Cristo che ci spinge"! (2 Cor 5, 14).

2) Il nostro suffragio

Miei fratelli, v’è poi un altro motivo che ci porta stasera ad innalzare al Padre che sta nei Cieli la nostra umile preghiera. E’ la necessità del suffragio. A questo dovere ci ha richiamato la prima lettura che or ora è stata proclamata. Il libro dei Maccabei infatti ci ha ricordato come già nell’Antico Testamento, un secolo e mezzo avanti Cristo, il popolo d’Israele avesse coscienza del dovere di pregare per i defunti. Molti soldati d’Israele, erano infatti caduti in battaglia, lottando contro i tentativi di paganizzazione della Palestina compiuti dai sovrani greci, dopo Alessandro Magno. Ed ecco che i soldati fanno una colletta, la inviano a Gerusalemme perché là nel tempio si offrisse un sacrificio per i defunti, e dice il testo che abbiamo ascoltato: "compiendo così un’azione molto buona e nobile perché i morti fossero assolti dai loro peccati".

Ed è con questo spirito che noi cristiani tanto più che abbiamo chiara l’idea della vita eterna stasera offriamo al Padre celeste questo sacrificio eucaristico, perché Dio nella Sua grande misericordia accolga subito fra le sue braccia questo suo generoso apostolo.

3) La testimonianza del Cardinale

E prima di concludere, miei fratelli, vorrei anche invitarvi a raccogliere il messaggio che il Cardinale Cheli ci ha lasciato. E’ la continua ricerca di quelle Beatitudini evangeliche, che Cristo ci ha promesso nel noto discorso della montagna. Quelle otto Beatitudini sono state le stelle ispiratrici della vita di tanti ministri del Signore e lo furono pure nella lunga esistenza di don Giovanni, fino a quando, all’età veneranda di quasi 95 anni, egli rese la sua bell’anima a Dio.

Come non ricordare in questo momento di preghiera e di meditazione la beatitudine promessa ai misericordiosi, considerando tutto il suo servizio in favore dei sofferenti in tempo di guerra, nel servizio alla Santa Sede, al servizio di tanti emigranti, in cerca d’aiuto?

Come dimenticare il suo lungo impegno per la pace e la riconciliazione dei popoli, nella ventina d’anni di lavoro che ha svolto, prima in Segreteria di Stato accanto all’indimenticabile Card. Casaroli e poi nelle Organizzazioni delle Nazioni Unite a New York?

Il suo esempio di Apostolo della pace, di uomo delle beatitudini, ci sarà di stimolo, per continuare su tale cammino.

4) Conclusione

Questi sono i pensieri cari amici del Cardinale, che mi sono sgorgati dal cuore in questo momento di preghiera.

Al termine della Santa Messa, ci uniremo poi al bel canto della liturgia: "In Paradisum deducant te Angeli…", in Paradiso ti accompagnino gli Angeli e ti ricevano in coro i santi ed i martiri!

Lo accolga in particolare Maria Santissima, che noi ad Asti veneriamo con il bel titolo di "Porta del Paradiso"!

Caro Confratello Giovanni, Maria ti spalanchi la porta del cielo e ti introduca nella compagnia degli Angeli e dei Santi! E così sia!

[00239-01.01] [Testo originale: Italiano]

[B0086-XX.02]