Sala Stampa

www.vatican.va

Sala Stampa Back Top Print Pdf
Sala Stampa


UDIENZA AI MEMBRI DEL SOVRANO MILITARE ORDINE DI MALTA, 09.02.2013


Alle ore 12 di questa mattina, nella Basilica Vaticana, al termine della Celebrazione Eucaristica presieduta dal Cardinale Segretario di Stato Tarcisio Bertone, il Santo Padre Benedetto XVI incontra i Membri del Sovrano Militare Ordine di Malta (S.M.O.M.) in occasione del IX centenario del riconoscimento ufficiale dell’Istituzione ospitaliera, avvenuto mediante la Bolla Piae postulatio voluntatis del 15 febbraio 1113.

Pubblichiamo di seguito il discorso che il Papa rivolge ai presenti:

DISCORSO DEL SANTO PADRE

Cari fratelli e sorelle!

Sono lieto di accogliere e di salutare ciascuno di voi, Cavalieri e Dame, Cappellani e volontari, del Sovrano Militare Ordine di Malta. Saluto, in modo speciale, il Gran Maestro Sua Altezza Eminentissima Fra’ Matthew Festing, ringraziandolo per le cordiali espressioni che mi ha rivolto a nome di tutti voi; ringrazio anche per l’offerta che avete voluto consegnarmi e che ho destinato ad un’opera di carità. Il mio affettuoso pensiero va ai Cardinali e ai Fratelli nell’Episcopato e nel Presbiterato, in particolare al mio Segretario di Stato, che ha presieduto poc’anzi l’Eucaristia, e al Cardinale Paolo Sardi, Patrono dell’Ordine, che ringrazio per la premura con la quale si adopera per consolidare lo speciale vincolo che vi lega alla Chiesa cattolica e in modo peculiare alla Santa Sede. Con riconoscenza saluto l’Arcivescovo Angelo Acerbi, vostro Prelato. Un saluto, infine, ai Diplomatici, come pure a tutte le alte Personalità e le Autorità qui presenti.

L’occasione di questo incontro è data dal nono centenario del solenne privilegio Pie postulatio voluntatis del 15 febbraio 1113, con cui Papa Pasquale II poneva la neonata "fraternità ospedaliera" di Gerusalemme, intitolata a San Giovanni Battista, sotto la tutela della Chiesa, e la rendeva sovrana, costituendola in un Ordine di diritto ecclesiale, con facoltà di eleggere liberamente i suoi superiori, senza interferenza da parte di altre autorità laiche o religiose. Questa importante ricorrenza riveste uno speciale significato nel contesto dell’Anno della Fede, durante il quale la Chiesa è chiamata a rinnovare la gioia e l’impegno di credere in Gesù Cristo, unico Salvatore del mondo. Al riguardo, anche voi siete chiamati ad accogliere questo tempo di grazia per approfondire la conoscenza del Signore e per far risplendere la verità e la bellezza della fede, con la testimonianza della vostra vita e del vostro servizio, nell’oggi del nostro tempo.

Il vostro Ordine, fin dagli inizi, si è distinto per la fedeltà alla Chiesa e al Successore di Pietro, come anche per la sua irrinunciabile fisionomia spirituale, caratterizzata dall’alto ideale religioso. Continuate a camminare su questa strada, testimoniando in modo concreto la forza trasformante della fede. Per fede gli Apostoli lasciarono ogni cosa per seguire Gesù, e poi andarono nel mondo intero, attuando il mandato di portare il Vangelo ad ogni creatura; senza alcun timore annunciarono a tutti la forza della croce e la gioia della Risurrezione di Cristo, di cui furono diretti testimoni. Per fede i martiri donarono la loro vita, mostrando la verità del Vangelo che li aveva trasformati e resi capaci di giungere fino al dono più grande, frutto dell’amore, con il perdono dei propri persecutori. E per fede, nel corso dei secoli, i membri del vostro Ordine si sono prodigati, prima nell’assistenza degli infermi in Gerusalemme e poi nel soccorso dei pellegrini in Terrasanta esposti a gravi pericoli, scrivendo luminose pagine di carità cristiana e di tutela della cristianità. Nel XIX secolo l’Ordine si aprì a nuovi e più ampi spazi di attività in campo assistenziale e a servizio degli ammalati e dei poveri, ma senza mai rinunciare agli ideali originari, specialmente quello dell’intensa vita spirituale dei singoli membri. In questa direzione deve proseguire il vostro impegno con un’attenzione del tutto particolare alla consacrazione religiosa – quella dei Professi - che costituisce il cuore dell’Ordine. Non dovete dimenticare mai le vostre radici, quando il beato Gerardo e i suoi compagni si consacrarono con i voti al servizio dei poveri, e il privilegio Pie postulatio voluntatis sancì la loro vocazione. I membri della neonata istituzione si configuravano così con i tratti della vita religiosa: l’impegno per raggiungere la perfezione cristiana mediante la professione dei tre voti, il carisma a cui consacrarsi e la fraternità tra i membri. La vocazione del professo, anche oggi, deve essere oggetto di grande cura, unita all’attenzione per la vita spirituale di tutti.

In questo senso, il vostro Ordine, rispetto ad altre realtà impegnate in ambito internazionale nell’assistenza ai malati, nella solidarietà e nella promozione umana, si distingue per l’ispirazione cristiana che costantemente deve orientare l’impegno sociale dei suoi membri. Sappiate conservare e coltivare questo vostro carattere qualificante ed operate con rinnovato ardore apostolico, sempre in atteggiamento di profonda sintonia con il Magistero della Chiesa. La vostra preziosa e benefica opera, articolata in vari ambiti e svolta in diverse parti del mondo, concentrata in particolare nel servizio al malato con strutture ospedaliere e sanitarie, non è semplice filantropia, ma espressione efficace e testimonianza viva dell’amore evangelico.

Nella Sacra Scrittura il richiamo all’amore del prossimo è legato al comandamento di amare Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze (cfr Mc 12,29-31). Di conseguenza, l’amore del prossimo corrisponde al mandato e all’esempio di Cristo, se si fonda su un vero amore verso Dio. È così possibile per il cristiano, attraverso la sua dedizione, far sperimentare agli altri la tenerezza provvidente del Padre celeste, grazie ad una sempre più profonda conformazione a Cristo. Per dare amore ai fratelli è necessario attingerlo alla fornace della carità divina, mediante la preghiera, il costante ascolto della Parola di Dio e un’esistenza incentrata sull’Eucaristia. La vostra vita di ogni giorno dev’essere penetrata dalla presenza di Gesù, sotto il cui sguardo siete chiamati a porre anche le sofferenze degli ammalati, la solitudine degli anziani, le difficoltà dei disabili. Andando incontro a queste persone, voi servite Cristo: «Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me» (Mt 25, 40), dice il Signore.

Cari amici, continuate ad operare nella società e nel mondo lungo le strade maestre indicate dal Vangelo: la fede e la carità, per ravvivare la speranza. La fede, quale testimonianza di adesione a Cristo e di impegno nella missione evangelica, che vi stimola ad una presenza sempre più viva nella comunità ecclesiale e ad una sempre più consapevole appartenenza al Popolo di Dio; la carità, quale espressione di fraternità in Cristo, attraverso le opere di misericordia per gli ammalati, i poveri, i bisognosi di amore, di conforto e di assistenza, gli afflitti dalla solitudine, dallo smarrimento e dalle nuove povertà materiali e spirituali. Tali ideali sono bene espressi nel vostro motto: «Tuitio fidei et Obsequium pauperum». Queste parole ben sintetizzano il carisma del vostro Ordine che, come soggetto di diritto internazionale, non ambisce ad esercitare poteri ed influenze di carattere mondano, ma desidera svolgere in piena libertà la propria missione per il bene integrale dell’uomo, spirito e corpo, guardando sia ai singoli che alla comunità, soprattutto a coloro che più hanno bisogno di speranza e di amore.

La Vergine Santa - la Beata Vergine di Fileremo - sostenga con la sua materna protezione i vostri propositi e i vostri progetti; il vostro celeste protettore San Giovanni Battista e il beato Gerardo, i Santi e Beati dell’Ordine vi accompagnino con la loro intercessione. Da parte mia, vi assicuro di pregare per voi qui presenti, per tutti i membri dell’Ordine, come pure per i numerosi e benemeriti volontari, tra i quali il nutrito gruppo dei bambini, e per quanti vi affiancano nelle vostre attività, mentre con affetto vi imparto una speciale Benedizione Apostolica, che estendo volentieri alle vostre famiglie. Grazie.

[00237-01.01] [Testo originale: Italiano]

TRADUZIONE IN LINGUA FRANCESE  

Chers Frères et Sœurs,

Je suis heureux de vous accueillir et de saluer chacun de vous, Chevaliers et Dames, Chapelains et volontaires de l’Ordre Souverain Militaire de Malte. Je salue de façon particulière Son Eminence le Prince et Grand Maitre Fra’ Matthew Festing, en le remerciant pour les paroles cordiales qu’il m’a adressées en votre nom à tous. Je vous remercie également du don que vous avez voulu me faire et que je destine à une œuvre de charité. Mon affectueuse pensée rejoint Messieurs les Cardinaux et mes Frères dans l’Episcopat et dans le Sacerdoce, particulièrement le Cardinal Secrétaire d’Etat qui a présidé il y a peu l’Eucharistie et le Cardinal Sardi, Patron de l’Ordre, que je remercie pour le soin avec lequel il se consacre à renforcer le lien spécial qui vous lie à l’Eglise catholique et au Saint-Siège en particulier. Je salue avec gratitude Monseigneur Angelo Acerbi, votre Prélat. Enfin, j’adresse un salut aux Diplomates comme aussi à toutes les hautes Personnalités et Autorités ici présentes.

L’occasion de cette rencontre nous est offerte par la célébration du neuvième centenaire de la concession du privilège solennel Piae postulatio voluntatis, le 15 février 1113, par lequel le Pape Pascal II mettait la toute jeune « fraternité hospitalière » de Jérusalem, dédiée à Saint Jean-Baptiste, sous la tutelle de l’Eglise et la rendait souveraine en la constituant en un Ordre de droit ecclésial avec la faculté d’élire librement ses supérieurs, sans interférence de la part d’autres autorités laïques ou religieuses. Cet important anniversaire revêt une signification spéciale dans le contexte de l’Année de la Foi durant laquelle l’Eglise est appelée à renouveler la joie et l’engagement à croire en Jésus-Christ, unique Sauveur du monde.

A cet égard, vous êtes appelés, vous-aussi, à accueillir ce temps de grâce pour mieux connaître le Seigneur et pour faire resplendir la vérité et la beauté de la foi par le témoignage de votre vie et de votre service dans l’aujourd’hui de notre temps.

Votre Ordre, depuis sa fondation, s’est distingué par sa fidélité à l’Eglise et au Successeur de Pierre tout comme par sa physionomie spirituelle constitutive, caractérisée par un idéal religieux élevé. Continuez à cheminer sur cette voie en témoignant de façon concrète de la force transformante de la foi. En raison de la foi, les Apôtres abandonnèrent tout pour suivre Jésus et allèrent ensuite par le monde entier, obéissant ainsi au commandement qu’ils avaient reçu d’annoncer l’Evangile à toute créature ; sans aucune crainte ils annoncèrent à tous la force de la croix et la joie de la résurrection du Christ dont ils furent les témoins directs. En raison de la foi les martyrs donnèrent leur vie, montrant la vérité de l’Evangile qui les avait transformés et rendus capables d’aller jusqu’au don suprême, fruit de l’amour, en pardonnant à leurs persécuteurs. En raison de la foi aussi, au cours des siècles, les membres de votre Ordre se sont consacrés d’abord à l’assistance des malades à Jérusalem puis à secourir les pèlerins de Terre Sainte exposés à de graves dangers, en écrivant des pages lumineuses de charité chrétienne et de défense de la chrétienté. Au XIXème siècle, l’Ordre s’ouvrit à des champs d’activités plus vastes dans le domaine de l’assistance et dans celui du service des malades et des pauvres mais sans jamais renoncer à ses idéaux originels, en particulier à celui d’une vie spirituelle intense de chacun de ses membres. C’est dans cette direction que doit se poursuivre votre engagement avec une attention particulière à la consécration religieuse – celle des Profès – qui constitue le cœur de l’Ordre.

N’oubliez jamais vos racines, lorsque le bienheureux Gérard et ses compagnons se consacrèrent par des vœux au service des pauvres, et que le privilège Piae Postulatio voluntatis ratifia leur vocation. Les membres de la toute nouvelle institution s’assimilaient ainsi aux traits de la vie religieuse : l’engagement pour atteindre à la perfection chrétienne à travers la profession des trois vœux, le charisme auquel se consacrer et la fraternité entre ses membres. La vocation du profès, encore aujourd’hui, doit être l'objet d’un grand soin avec la préoccupation pour la vie spirituelle de tous.

En cela, votre Ordre, en regard d’autres réalités engagées dans le domaine international en faveur de l’assistance aux malades, de la solidarité et de la promotion humaine, se distingue par son inspiration chrétienne qui doit toujours orienter l’engagement social de ses membres. Sachez conserver et cultiver ce caractère qui vous est propre et travailler avec une ardeur apostolique renouvelée, dans une attitude toujours en syntonie avec le Magistère de l’Église. Votre œuvre précieuse et bénéfique, déployée en différents secteurs et réalisée en différentes parties du monde, centrée en particulier sur le service du malade au travers de structures hospitalières et sanitaires, n'est pas une simple philanthropie mais l'expression efficace et le témoignage vivant de l'amour évangélique.

Dans la Sainte Ecriture, le rappel de l'amour du prochain est lié au commandement d'aimer Dieu de tout son cœur, de toute son âme et de toutes ses forces (cf. Mc 12, 29 -31). Par conséquent, l'amour du prochain correspond au commandement du Christ et à son exemple, s'il se fonde sur un amour véritable envers Dieu. Il est ainsi possible pour le chrétien, par son engagement, de faire expérimenter aux autres la tendresse bienveillante du Père céleste grâce à une conformation toujours plus profonde au Christ. Pour donner l'amour a ses frères, il est nécessaire de le recueillir au feu de la charité divine, par la prière, l'écoute constante de la Parole de Dieu et une existence centrée sur l'Eucharistie. Votre vie quotidienne doit être pénétrée de la présence de Jésus, sous le regard de qui vous êtes appelés à mettre aussi les souffrances des malades, la solitude des anciens, les difficultés des infirmes. Allant à la rencontre de ces personnes, vous servez le Christ : « chaque fois que vous l'avez fait à l'un de ces petits qui sont mes frères, c'est à moi que vous l'avez fait. Mt 25,40), dit le Seigneur.

Chers amis, continuez à opérer dans la société et dans le monde au long des grandes voies balisées par l'Evangile : la foi, c'est-à-dire le témoignage d'adhésion au Christ et d'engagement pour la mission évangélique, qui vous stimule pour acquérir une présence toujours plus vivante dans la communauté ecclésiale et vous conduise à une conscience toujours plus forte de votre appartenance au Peuple de Dieu ; la charité, c'est-à-dire l'expression de fraternité dans le Christ au travers des œuvres de miséricorde pour les malades, les pauvres, ceux qui ont besoin d'amour, de compassion et d'assistance, les affligés par la solitude, par le désarroi et les nouvelles pauvretés matérielles et spirituelles. Ces idéaux sont bien exprimés par votre devise : « Tuitio fidei et Obsequium Pauperum ». Ces mots synthétisent bien le charisme de votre Ordre qui, en tant que sujet international, ne vise pas à exercer quelque pouvoir ou influence de nature mondaine, mais désire exercer en pleine liberté sa mission propre pour le bien intégral de l'homme, qui est esprit et corps, attentif à chacun comme à la communauté, surtout à ceux qui ont le plus besoin d'espérance et d'amour.

Que la Vierge Sainte – la Bienheureuse Vierge de Filerme – soutienne de sa maternelle protection vos intentions et vos projets ; que votre protecteur céleste Saint Jean-Baptiste et le bienheureux Gérard, les saints et bienheureux de l'Ordre vous accompagnent par leur intercession. Pour ma part, je vous assure de ma prière pour vous tous ici présents, pour tous les membres de l'Ordre, comme pour tous les nombreux et méritants volontaires et pour tous ceux qui vous épaulent dans vos activités. Avec affection je vous donne ma Bénédiction Apostolique spéciale que j'étends volontiers à vos familles. Merci.

[00237-03.01] [Texte original: Italien]

TRADUZIONE IN LINGUA INGLESE  

Dear Brothers and Sisters!

I am happy to welcome and to greet each one of you, Knights and Dames, chaplains and volunteers, of the Sovereign Military Order of Malta. I greet in a special way the Grand Master, His Most Eminent Highness Fra’ Matthew Festing, and I thank him for his kind words addressed to me in the name of all of you; I also thank you for the gift you wished to offer me, which I will dedicate to a work of charity. My affectionate thoughts go to the Cardinals and to my brother bishops and priests, in particular to my Secretary of State, who has just presided at the Eucharist, and to Cardinal Paolo Sardi, Patron of the Order, whom I thank for the care with which he strives to strengthen the special bond that joins you to the Catholic Church and most particularly to the Holy See. With gratitude, I greet Archbishop Angelo Acerbi, your Prelate. A final word of greeting goes to the diplomats and to all the high dignitaries and authorities who are present.

The occasion that brings us together is the ninth centenary of the solemn privilege Pie Postulatio Voluntatis of 15 February 1113, by which Pope Paschal II placed the newly created "hospitaller fraternity" of Jerusalem, dedicated to Saint John the Baptist, under the protection of the Church, and gave it sovereign status, constituting it as an Order in church law, with the faculty freely to elect its superiors without interference from other lay or religious authorities. This important event takes on a special meaning in the context of the Year of Faith, during which the Church is called to renew the joy and the commitment of believing in Jesus Christ, the one Saviour of the world. In this regard, you too are called to welcome this time of grace, so as to deepen your knowledge of the Lord and to cause the truth and beauty of the faith to shine forth, through the witness of your lives and your service, in this present time.

Your Order, from its earliest days, has been marked by fidelity to the Church and to the Successor of Peter, and also for its unrenounceable spiritual identity, characterized by high religious ideals. Continue to walk along this path, bearing concrete witness to the transforming power of faith. By faith the Apostles left everything to follow Jesus, and then went out to the whole world, in fulfilment of his command to bring the Gospel to every creature; fearlessly they proclaimed to all people the power of the cross and the joy of the resurrection of Christ, which they had witnessed directly. By faith, the martyrs gave their lives, demonstrating the truth of the Gospel which had transformed them and made them capable of attaining to the highest gift, the fruit of love: that of forgiving their persecutors. And by faith, down the centuries, the members of your Order have given themselves completely, firstly in the care of the sick in Jerusalem and then in aid to pilgrims in the Holy Land who were exposed to grave dangers: their lives have added radiant pages to the annals of Christian charity and protection of Christianity. In the nineteenth century, the Order opened up to new and more ample forms of apostolate in the area of charitable assistance and service of the sick and the poor, but without ever abandoning the original ideals, especially that of the intense spiritual life of individual members. In this sense, your commitment must continue with a very particular attention to the religious consecration – of the professed members – which constitutes the heart of the Order. You must never forget your roots, when Blessed Gérard and his companions consecrated themselves with vows to the service of the poor, and their vocation was sanctioned by the privilege Pie Postulatio Voluntatis. The members of the newly created institute were thus configured with the features of religious life: commitment to attain Christian perfection by profession of the three vows, the charism for which they were consecrated, and fraternity among the members. The vocation of the professed members, still today, must be the object of great attention, combined with attention to the spiritual life of all.

In this sense, your Order, compared with other organizations that are committed in the international arena to the care of the sick, to solidarity and to human promotion, is distinguished by the Christian inspiration that must constantly direct the social engagement of its members. Be sure to preserve and cultivate this your qualifying characteristic and work with renewed apostolic ardour, maintaining an attitude of profound harmony with the Magisterium of the Church. Your esteemed and beneficent activity, carried out in a variety of fields and in different parts of the world, and particularly focused on care of the sick through hospitals and health-care institutes, is not mere philanthropy, but an effective expression and a living testimony of evangelical love.

In Sacred Scripture, the summons to love of neighbour is tied to the commandment to love God with all our heart, all our soul and all our strength (cf Mk 12:29-31). Thus, love of neighbour – if based on a true love for God – corresponds to the commandment and the example of Christ. It is possible, then, for the Christian, through his or her dedication, to bring others to experience the bountiful tenderness of our heavenly Father, through an ever deeper conformation to Christ. In order to offer love to our brothers and sisters, we must be afire with it from the furnace of divine charity: through prayer, constant listening to the word of God, and a life centred on the Eucharist. Your daily life must be imbued with the presence of Jesus, under whose gaze you are called to place the sufferings of the sick, the loneliness of the elderly, the difficulties of the disabled. In reaching out to these people, you are serving Christ: "as you did it to one of the least of these my brethren, you did it to me" (Mt 25:40), says the Lord.

Dear friends, continue working in society and in the world along the elevated paths indicated by the Gospel – faith and charity, for the renewal of hope: faith, as testimony of adherence to Christ and of commitment to the Gospel mission, which inspires you to an ever more vital presence in the ecclesial community and to an ever more conscious membership of the people of God; charity, as an expression of fraternity in Christ, through works of mercy for the sick, the poor, those in need of love, comfort and assistance, those who are afflicted by loneliness, by a sense of bewilderment and by new material and spiritual forms of poverty. These ideals are aptly expressed in your motto: "Tuitio fidei et obsequium pauperum". These words summarize well the charism of your Order which, as a subject of international law, aims not to exercise power and influence of a worldly character, but in complete freedom to accomplish its own mission for the integral good of man, spirit and body, both individually and collectively, with special regard to those whose need of hope and love is greater.

May the Holy Virgin, Our Lady of Philermos, support your plans and projects with her maternal protection; may your heavenly protector Saint John the Baptist and Blessed Gérard, as well as the saints and blesseds of the Order, accompany you with their intercession. For my part, I promise to pray for all those present here, for all the members of the Order, as well as the numerous worthy volunteers, including a significant number of children, and for all who work alongside you. Affectionately, I impart to you a special Apostolic Blessing, which I willingly extend to your families. Thank you.

[00237-02.01] [Original text: Italian]

TRADUZIONE IN LINGUA TEDESCA

Liebe Brüder und Schwestern!

Mit Freude empfange und begrüße ich jeden einzelnen von Ihnen, Ritter und Damen, Kapläne und Freiwillige des Souveränen Malteserordens. Mein besonderer Gruß gilt dem Fürsten und Großmeister, Seiner Hoheit und Eminenz Fra’ Matthew Festing, dem ich für die freundlichen Worte danke, die er in Ihrer aller Namen an mich gerichtet hat. Zugleich danke ich für die großherzige Gabe, die Sie mir überreichten und die ich für einen karitativen Zweck bestimmt habe. Herzlich wende ich mich an die Kardinäle und die Mitbrüder im bischöflichen und priesterlichen Dienst, insbesondere an meinen Staatssekretär, der eben der Eucharistiefeier vorgestanden hat, und an Kardinal Paolo Sardi, den Patron des Ordens, dem ich für die aufmerksame Sorge danke, mit der er sich dafür einsetzt, die speziellen Bande zu festigen, die Sie an die katholische Kirche und in besonderer Weise an den Heiligen Stuhl binden. Dankbar begrüße ich Erzbischof Angelo Acerbi, Ihren Prälaten. Und schließlich grüße ich die Diplomaten sowie alle hier anwesenden hohen Persönlichkeiten und Autoritäten.

Der Anlaß dieser Begegnung ist das neunhundertjährige Jubiläum des feierlichen Privilegs Pie postulatio voluntatis vom 15. Februar 1113, mit dem Papst Paschalis II. die nach dem heiligen Johannes dem Täufer benannte junge „Hospitalsbruderschaft" von Jerusalem unter den Schutz der Kirche stellte und ihr die Souveränität zuerkannte, indem er sie als Orden kirchlichen Rechts konstituierte mit der Befugnis, ihre Oberen frei zu wählen, ohne Einmischung anderer weltlicher oder religiöser Autoritäten. Dieser wichtige Jahrestag erhält eine spezielle Bedeutung im Kontext des Jahres des Glaubens, in dem die Kirche aufgerufen ist, die Freude und das Engagement zu erneuern, an Jesus Christus, den einzigen Retter der Welt zu glauben. In diesem Zusammenhang sind auch Sie aufgerufen, diese Zeit der Gnade zu ergreifen, um Ihre Erkenntnis des Herrn zu vertiefen und die Wahrheit und Schönheit des Glaubens durch das Zeugnis Ihres Lebens und Ihres Dienstes im Heute unserer Zeit erstrahlen zu lassen.

Ihr Orden hat sich von Anfang an durch seine Treue zur Kirche und zum Nachfolger Petri wie auch durch seinen von einem hohen religiösen Ideal gekennzeichneten Charakter hervorgetan. Gehen Sie auch weiterhin voran auf diesem Weg, indem Sie die verwandelnde Kraft des Glaubens konkret bezeugen. Aufgrund des Glaubens verließen die Apostel alles, um Jesus zu folgen, und gingen dann in die ganze Welt hinaus, indem sie ihren Auftrag erfüllten, allen Geschöpfen das Evangelium zu bringen. Ohne jede Furcht verkündeten sie allen die Kraft des Kreuzes und die Freude der Auferstehung Christi, deren unmittelbare Zeugen sie waren. Aufgrund des Glaubens haben die Märtyrer ihr Leben hingegeben und so die Wahrheit des Evangeliums gezeigt, das sie verwandelt und befähigt hatte, ihren Verfolgern zu verzeihen und damit bis zur größten Hingabe zu gelangen, die Frucht der Liebe ist. Und aufgrund des Glaubens haben sich die Mitglieder Ihres Ordens im Laufe der Jahrhunderte aufopferungsvoll der Pflege der Kranken in Jerusalem gewidmet und dann der Hilfe für die Pilger im Heiligen Land, die ernsten Gefahren ausgesetzt waren. Damit haben sie leuchtende Beispiele christlicher Nächstenliebe und des Schutzes der Christenheit hinterlassen. Im 19. Jahrhundert öffnete sich der Orden neuen und ausgedehnteren Arbeitsfeldern auf dem Gebiet der Fürsorge und des Dienstes an Kranken und Armen, ohne jedoch jemals auf die ursprünglichen Ideale, vor allem auf das des intensiven geistlichen Lebens der einzelnen Mitglieder, zu verzichten. In dieser Richtung müssen Ihre Bemühungen voranschreiten, unter ganz besonderer Beachtung der Ordensweihe – jener der Professen –, die das Herz des Ordens bildet. Niemals dürfen Sie diese Ihre Wurzeln vergessen: als der selige Gerhard und seine Kameraden sich mit den Gelübden dem Dienst an den Armen weihten und das Privileg Pie postulatio voluntatis ihre Berufung bestätigte. So gestalteten die Mitglieder der neu entstandenen Einrichtung ihr Leben nach den Merkmalen des Ordenslebens: das Streben nach christlicher Vollkommenheit durch das Ablegen der drei Gelübde, das Charisma, dem sie sich verpflichteten, und die Brüderlichkeit unter den Mitgliedern. Die Berufung des Professen muß auch heute Gegenstand besonderer Pflege sein, wobei zugleich auf das geistliche Leben aller zu achten ist.

In diesem Sinn unterscheidet sich Ihr Orden im Vergleich zu anderen Einrichtungen, die sich auf internationaler Ebene in der Krankenpflege, für die Solidarität und für den menschlichen Fortschritt einsetzen, durch die christliche Grundorientierung, die für den sozialen Einsatz seiner Mitglieder ständig richtungweisend sein muß. Bewahren und pflegen Sie diese Ihre besondere Eigenart und handeln Sie mit erneuertem apostolischem Eifer, immer in der Haltung tiefer Übereinstimmung mit dem Lehramt der Kirche. Ihr wertvolles und wohltätiges Wirken, das in mehrere Bereiche gegliedert ist, sich in verschiedenen Teilen der Welt vollzieht und mit Krankenhäusern und Sanitätseinrichtungen besonders auf den Dienst am Kranken konzentriert ist, ist nicht bloße Philanthropie, sondern wirkungsvoller Ausdruck und lebendiges Zeugnis der im Evangelium verkündeten Liebe.

In der Heiligen Schrift ist der Aufruf zur Nächstenliebe mit dem Gebot verbunden, Gott zu lieben mit ganzem Herzen, mit ganzer Seele und mit aller Kraft (vgl. Mk 12,29-31). Folglich entspricht die Nächstenliebe dem Auftrag und dem Beispiel Christi, wenn sie auf einer wahren Liebe zu Gott beruht. So ist es dem Christen möglich, durch die eigene Hingabe, dank einer immer tieferen Gleichgestaltung mit Christus, die anderen die fürsorglich zärtliche Liebe des himmlischen Vaters spüren zu lassen. Um den Mitmenschen Liebe zu schenken, muß man sie durch Gebet, ständiges Hinhören auf das Wort Gottes und ein Leben, in dessen Mittelpunkt die Eucharistie steht, aus der Feuersglut der göttlichen Liebe schöpfen. Ihr Alltagsleben muß durchdrungen sein von der Gegenwart Jesu, vor dessen Augen Sie auch die Leiden der Kranken, die Einsamkeit der Alten, die Schwierigkeiten der Behinderten zu tragen gerufen sind. Indem Sie diesen Menschen entgegenkommen, dienen Sie Christus: »Was ihr für einen meiner geringsten Brüder getan habt, das habt ihr mir getan« (Mt 25,40), sagt der Herr.

Liebe Freunde, folgen Sie mit Ihrem Wirken in der Gesellschaft und in der Welt weiter den vom Evangelium angezeigten Wegen, nämlich denen des Glaubens und der Liebe, um die Hoffnung neu aufleben zu lassen. Glaube als Zeugnis einer inneren Zustimmung zu Christus und eines Engagements in der Sendung des Evangeliums, das Sie zu einer immer lebendigeren Gegenwart in der kirchlichen Gemeinschaft und zu einer immer bewußteren Zugehörigkeit zum Volk Gottes anspornt; Liebe als Ausdruck einer Brüderlichkeit in Christus durch die Werke der Barmherzigkeit gegenüber den Kranken, den Armen, gegenüber denen, die der Liebe, des Trostes und der Fürsorge bedürfen, gegenüber denen, die unter Einsamkeit, Verwirrung und unter neuen Formen materieller und geistlicher Armut leiden. Diese Ideale sind in Ihrem Motto gut zum Ausdruck gebracht: »Tuitio fidei et Obsequium pauperum«. Diese Worte fassen das Charisma Ihres Ordens gut zusammen, der als Völkerrechtssubjekt nicht danach strebt, weltliche Macht und weltlichen Einfluß auszuüben, sondern die ihm eigene Sendung für das ganzheitliche Wohl des Menschen an Geist und Leib in völliger Freiheit entfalten und dabei sowohl die einzelnen als auch die Gemeinschaft im Blick haben möchte, vor allem diejenigen, die am meisten der Hoffnung und der Liebe bedürfen.

Maria – die selige Jungfrau von Fileremo – unterstütze Ihre Vorhaben und Ihre Pläne mit ihrem mütterlichen Schutz; Ihr himmlischer Schutzpatron, der heilige Johannes der Täufer und der selige Gerhard sowie die Heiligen und Seligen des Ordens mögen Sie mit ihrer Fürsprache begleiten. Ich meinerseits versichere Ihnen, für Sie, die Sie hier zugegen sind, für alle Mitglieder des Ordens wie auch für die zahlreichen verdienstvollen Freiwilligen – darunter die ansehnliche Gruppe der Kinder – und für alle, die Ihre Aktivitäten unterstützen, zu beten. Von Herzen erteile ich Ihnen den Apostolischen Segen, in den ich gerne Ihre Familien einbeziehe. Danke.

[00237-05.01] [Originalsprache: Italienisch]

TRADUZIONE IN LINGUA SPAGNOLA  

Queridos hermanos y hermanas

Me es grato recibirles y saludarles a todos, Caballeros y Damas, Capellanes y voluntarios de la Soberana y Militar Orden de Malta. Saludo de modo especial al Gran Maestro, Su Alteza Eminentísima Fray Matthew Festing, agradeciendo las amables palabras que me ha dirigido en nombre de todos vosotros; muchas gracias también por el donativo que me habéis ofrecido, y que he destinado a una obra de caridad. Deseo expresar mi afecto a los Cardenales y a los Hermanos en el episcopado y en el presbiterado, en particular a mi Secretario de Estado, que hace poco ha presidido la Eucaristía, así como al cardenal Paolo Sardi, patrono de la Orden, y al cual agradezco la solicitud con que se dedica a consolidar el vínculo especial que os une a la Iglesia Católica, y de una manera particular a la Santa Sede. Saludo con reconocimiento a vuestro Prelado, el Señor Arzobispo Mons. Angelo Acerbi. Saludo, en fin, a los diplomáticos, y también a las altas personalidades y autoridades que están presentes.

El motivo de este encuentro lo ofrece el IX centenario del solemne privilegio Pie postulatio voluntatis, del 15 de febrero de 1113, con el cual el Papa Pascual II puso a la recién nacida «hermandad hospitalaria» de Jerusalén, con el título de San Juan Bautista, bajo la tutela de la Iglesia, haciéndola soberana, constituyéndola como una Orden de derecho eclesial, con el derecho a elegir libremente a sus superiores sin interferencia por parte de otras autoridades laicas o religiosas. Esta importante conmemoración adquiere un especial significado en el contexto del Año de la fe, durante el cual la Iglesia está llamada a renovar la alegría y el compromiso de creer en Jesucristo, único Salvador del mundo. En este sentido, también vosotros estáis llamados a acoger este tiempo de gracia para profundizar en el conocimiento del Señor y para hacer resplandecer la verdad y la belleza de la fe, mediante el testimonio de vuestra vida y vuestro servicio en el hoy de nuestro tiempo.

Desde sus comienzos, vuestra Orden se ha distinguido por la fidelidad a la Iglesia y al Sucesor de Pedro, así como por su irrenunciable perfil espiritual, caracterizado por el elevado ideal religioso. Seguid avanzado por este camino, dando testimonio de manera concreta de la fuerza transformadora de la fe. Por la fe, los Apóstoles dejaron todo para seguir a Jesús, y después fueron por el mundo entero, cumpliendo con el mandato de llevar el evangelio a toda criatura; anunciaron a todos sin temor la fuerza de la cruz y la alegría de la resurrección de Cristo, de la cual fueron testigos directos. Por la fe, los mártires dieron su vida, mostrando la verdad del evangelio que les había transformado y hecho capaces de llegar hasta la entrega más grande, fruto del amor, perdonando a sus propios perseguidores. Y por la fe, a través de los siglos, los miembros de vuestra Orden se han prodigado primero en asistir a los enfermos en Jerusalén, y después en socorrer a los peregrinos en Tierra Santa, expuestos a graves peligros, escribiendo así páginas brillantes de caridad cristiana y defensa del cristianismo. En el siglo XIX, la Orden se abrió a nuevos y más amplios campos de actividad en el ámbito asistencial y de servicio a los enfermos y los pobres, pero sin renunciar nunca a los ideales originarios, especialmente el de la intensa vida espiritual de cada uno de sus miembros. En esta dirección debe continuar vuestro compromiso, con una atención muy especial a la consagración religiosa —la de los profesos— que constituye el corazón de la Orden. Nunca debéis olvidar vuestras raíces, cuando el Beato Gerardo y sus compañeros se consagraron con los votos para el servicio a los pobres, y el privilegio Pie postulatio voluntatis corroboró su vocación. Los miembros de la institución recién constituida se configuraban así con los rasgos de la vida religiosa: el compromiso de alcanzar la perfección cristiana mediante la profesión de los tres votos, el carisma al que se consagran y la fraternidad entre los miembros. La vocación del profeso debe ser objeto de gran atención también hoy, unida al cuidado de la vida espiritual de todos.

En este sentido, respecto a otras organizaciones comprometidas en el ámbito internacional en la asistencia a los enfermos, en la solidaridad y la promoción humana, vuestra Orden se distingue por la inspiración cristiana que debe orientar constantemente el compromiso social de sus miembros. Conservad y cultivad este rasgo característico, y actuad con renovado ardor apostólico, siempre con una actitud de profunda sintonía con el Magisterio de la Iglesia. Vuestra preciosa obra benéfica, articulada en varios campos, y que se lleva a cabo en diversas partes del mundo, concentrada principalmente en el servicio al enfermo con estructuras hospitalarias y sanitarias, no es simple filantropía, sino la expresión eficaz y el testimonio vivo del amor evangélico.

En la Sagrada Escritura, la llamada al amor del prójimo está unida al mandamiento de amar a Dios con todo el corazón, con toda el alma y con todas las fuerzas (cf. Mc 12,29-31). Por consiguiente, el amor al prójimo responde al mandato y al ejemplo de Cristo si se funda en un verdadero amor a Dios. Así es posible para el cristiano hacer experimentar a los demás a través de su entrega la ternura providente del Padre celestial, gracias a una configuración cada vez más profunda con Cristo. Para dar amor a los hermanos, es necesario tomarlo del fuego de la caridad divina, mediante la oración, la escucha asidua de la Palabra de Dios y una vida centrada en la Eucaristía. Vuestra vida cotidiana ha de estar impregnada de la presencia de Jesús, ante cuya mirada estáis llamados a poner también el sufrimiento de los enfermos, la soledad de los ancianos o las dificultades de las personas con discapacidad. Saliendo al encuentro de estas personas, servís a Cristo: «Os aseguro que cada vez que lo hicisteis con uno de éstos mis humildes hermanos, conmigo lo hicisteis» (Mt 25,40), dice el Señor.

Queridos amigos, seguid actuando en la sociedad y en el mundo por las vías maestras indicadas por el evangelio: la fe y la caridad, para reavivar la esperanza. La fe, como el testimonio de adhesión a Cristo y de compromiso con la misión evangélica, que os impulsa a una presencia cada vez más viva en la comunidad eclesial y a una pertenencia más consciente al Pueblo de Dios; la caridad, como expresión de fraternidad en Cristo, mediante las obras de misericordia con los enfermos, los pobres, los necesitados de amor, de consuelo y ayuda, con los afligidos por la soledad, la desorientación y las nuevas formas de pobreza material y espiritual. Estos ideales están bien expresados en vuestro lema: «Tuitio fidei et Obsequium pauperum». Son palabras que sintetizan bien el carisma de vuestra Orden, la cual, como sujeto de derecho internacional, no aspira a ejercer poder e influencia de carácter humano, sino que desea desarrollar con plena libertad su propia misión para el bien integral del hombre, cuerpo y alma, con la atención puesta tanto en cada persona como en la comunidad, y sobre todo en quienes están más necesitados de esperanza y de amor.

Que la Santísima Virgen María —la bienaventurada Virgen de Filermo— sustente con su materna protección vuestros propósitos y proyectos; que vuestro celestial protector, san Juan Bautista, así como el beato Gerardo y los Santos y Beatos de la Orden, os acompañen con su intercesión. Por mi parte, os aseguro mis oraciones por los que estáis aquí, por todos los miembros de la Orden, así como por los numerosos y beneméritos voluntarios, incluido el nutrido grupo de niños, y por cuantos os apoyan en vuestras actividades, a la vez que os imparto con afecto una especial Bendición Apostólica, que complacido hago extensiva a vuestras familias.

Gracias.

[00237-04.01] [Texto original: Italiano]

TRADUZIONE IN LINGUA PORTOGHESE  

Queridos Irmãos e Irmãs!

Com alegria, acolho e saúdo a cada um de vós, Cavaleiros e Damas, Capelães e voluntários, da Ordem Soberana Militar de Malta. Saúdo de modo especial Sua Alteza Eminentíssima o Grão-Mestre Frei Matthew Festing, agradecendo-lhe as amáveis palavras que me dirigiu em nome de todos vós; agradeço também a oferta monetária que me quisestes entregar e que destinei a uma obra de caridade. Dirijo uma saudação afectuosa aos Cardeais e aos Irmãos no Episcopado e no Presbiterado, nomeadamente ao meu Secretário de Estado, que acaba de presidir à Eucaristia, e ao Cardeal Paolo Sardi, Patrono da Ordem, a quem agradeço a solicitude com que se empenha na consolidação do vínculo especial que vos une à Igreja Católica e de modo peculiar à Santa Sé. Com gratidão, saúdo D. Angelo Acerbi, vosso Prelado. Por fim, saúdo os membros do Corpo Diplomático, bem como todas as altas personalidades e autoridades aqui presentes.

Este encontro é motivado pela passagem do nono centenário do solene privilégio Pie postulatio voluntatis, de 15 de Fevereiro de 1113, pelo qual o Papa Pascoal II colocava a recém-nascida «fraternidade hospitalar» de Jerusalém, dedicada a São João Baptista, sob a tutela da Igreja e a tornava soberana, constituindo-a como Ordem de direito eclesial com a faculdade de eleger livremente os seus superiores, sem interferência da parte de outras autoridades seculares ou religiosas. Esta importante ocorrência reveste-se de um significado especial no contexto do Ano da Fé, durante o qual a Igreja é chamada a renovar a alegria e o compromisso de acreditar em Jesus Cristo, único Salvador do mundo. A este respeito, também vós sois chamados a acolher este tempo de graça, para aprofundar o conhecimento do Senhor e fazer resplandecer a verdade e a beleza da fé, através do testemunho da vossa vida e do vosso serviço nos dias de hoje.

A vossa Ordem distinguiu-se, desde o início, pela sua fidelidade à Igreja e ao Sucessor de Pedro, bem como pela sua irrenunciável fisionomia espiritual, caracterizada por um alto ideal religioso. Continuai a caminhar por esta estrada, testemunhando concretamente a força transformadora da fé. Pela fé, os Apóstolos deixaram tudo para seguir Jesus, e depois foram pelo mundo inteiro, cumprindo o mandato de levar o Evangelho a toda a criatura; sem medo algum, anunciaram a todos a força da cruz e a alegria da ressurreição de Cristo, das quais tinham sido testemunhas directas. Pela fé, os mártires deram a sua vida, mostrando a verdade do Evangelho que os transformara e fizera capazes de chegar até ao dom maior, fruto do amor, com o perdão dos seus próprios perseguidores. E pela fé, ao longo dos séculos, os membros da vossa Ordem prodigalizaram-se, primeiro, na assistência dos doentes em Jerusalém e, depois, no amparo dos peregrinos na Terra Santa, expostos a graves perigos, escrevendo gloriosas páginas de caridade cristã e defesa da cristandade. No século XIX, a Ordem abriu-se a espaços novos e mais amplos de actividade no campo da assistência e ao serviço dos doentes e dos pobres, mas sem nunca renunciar aos ideais originários, mormente ao duma intensa vida espiritual de cada um dos seus membros. E o vosso empenho deve prosseguir na mesma direcção, com uma atenção muito particular à consagração religiosa – a dos Professos – que constitui o coração da Ordem. Não deveis esquecer jamais as vossas raízes, quando o Beato Geraldo e os seus companheiros se consagraram com os votos ao serviço dos pobres, tendo o privilégio Pie postulatio voluntatis sancionado a sua vocação. Assim os membros da recém-nascida instituição apresentavam-se com os traços da vida religiosa: o empenho por alcançar a perfeição cristã através da profissão dos três votos, o carisma a que se consagravam e a fraternidade entre os membros. Também hoje a vocação do professo deve ser objecto de grande solicitude, naturalmente sem descuidar a vida espiritual de todos.

Neste sentido, quando comparada com outras realidades comprometidas internacionalmente na assistência aos doentes, na solidariedade e na promoção humana, a vossa Ordem distingue-se pela inspiração cristã que deve orientar constantemente o compromisso social dos seus membros. Sabei preservar e cultivar este vosso carácter qualificativo e trabalhai com renovado ardor apostólico, sempre numa atitude de profunda sintonia com o Magistério da Igreja. A vossa obra preciosa e benfazeja, articulada em vários âmbitos e realizada em diversas partes do mundo, concentrada de modo particular no serviço ao doente através de estruturas hospitalares e sanitárias, não é simples filantropia mas expressão eficaz e testemunho vivo de amor evangélico.

Na Sagrada Escritura, o apelo ao amor do próximo está ligado com o mandamento de amar a Deus com todo o coração, com toda a alma e com todas as forças (cf. Mc 12, 29-31). Por conseguinte, o amor do próximo corresponde ao mandato e ao exemplo de Cristo, se estiver fundado num verdadeiro amor a Deus. Assim o cristão, com a própria dedicação, pode fazer experimentar aos outros a ternura providente do Pai celeste, graças a uma conformação cada vez mais profunda a Cristo. Entretanto para dar amor aos irmãos, é necessário tirá-lo da fornalha da caridade divina por meio da oração, da escuta assídua da Palavra de Deus e de uma vida centrada na Eucaristia. A vossa vida de cada dia deve estar permeada pela presença de Jesus, sob cujo olhar sois chamados a colocar também os sofrimentos dos doentes, a solidão dos idosos, as dificuldades dos deficientes. Indo ao encontro destas pessoas, vós servis Cristo: «Sempre que fizerdes isto a um destes meus irmãos mais pequeninos, a Mim mesmo o fizestes» (Mt 25, 40), diz o Senhor.

Queridos amigos, continuai a trabalhar na sociedade e no mundo ao longo das estradas-mestras indicadas pelo Evangelho: a fé e a caridade, para reavivar a esperança. A fé, como testemunho de adesão a Cristo e de compromisso na missão evangélica, que vos estimula a uma presença sempre mais viva na comunidade eclesial e a uma pertença cada vez mais consciente ao Povo de Deus; a caridade, como expressão de fraternidade em Cristo, através das obras de misericórdia a favor dos doentes, dos pobres, dos necessitados de amor, conforto e assistência, dos atribulados pela solidão, a desorientação e as novas pobrezas materiais e espirituais. Estes ideais estão bem expressos no vosso lema: «Tuitio fidei et obsequium pauperum». Nestas palavras, está bem sintetizado o carisma da vossa Ordem que, como sujeito de direito internacional, não aspira a exercer poderes nem influências de carácter mundano, mas deseja desempenhar com plena liberdade a sua missão em prol do bem integral do homem, espírito e corpo, atendendo tanto aos indivíduos como à comunidade, sobretudo àqueles que mais precisam de esperança e de amor.

A Santíssima Virgem – a Bem-aventurada Virgem de Filermo – sustente com a sua protecção materna os vossos propósitos e projectos; o vosso protector celeste São João Baptista e o Beato Geraldo, os Santos e Beatos da Ordem vos acompanhem com a sua intercessão. Quanto a mim, asseguro-vos a minha oração por vós aqui presentes, por todos os membros da Ordem, bem como pelos numerosos e beneméritos voluntários, incluindo o consistente grupo das crianças, e por quantos vos coadjuvam nas vossas actividades, ao mesmo tempo que de coração vos concedo, extensiva às vossas famílias, uma especial Bênção Apostólica.

[00237-06.01] [Texto original: Italiano]

TRADUZIONE IN LINGUA POLACCA  

Drodzy bracia i siostry!

Z radością witam i pozdrawiam każdego z was, kawalerów i damy, kapelanów i wolontariuszy Suwerennego Rycerskiego Zakonu Maltańskiego. Szczególnie pozdrawiam Wielkiego Mistrza, Jego Wysokość Fra Matthew Festinga, dziękując mu za uprzejme słowa, skierowane do mnie w imieniu was wszystkich; dziękuję również za ofiarę, jaką zechcieliście mi przekazać, a którą przeznaczyłem na dzieło miłosierdzia. Serdeczne pozdrowienia kieruję do kardynałów i braci w biskupstwie i kapłaństwie, a zwłaszcza do mojego Sekretarza Stanu, który niedawno przewodniczył Eucharystii i do kardynała Paolo Sardiego, Patrona Zakonu, któremu dziękuję za troskę o wzmocnienie szczególnej więzi łączącej was z Kościołem katolickim, a zwłaszcza ze Stolicą Apostolską. Z wdzięcznością pozdrawiam abpa Angelo Acerbi, waszego Prałata. Pozdrawiam też przedstawicieli korpusu dyplomatycznego, a także wszystkie obecne tutaj wybitne osobistości i przedstawicieli władz.

Okazją do dzisiejszego spotkania jest dziewięćsetlecie uroczystego przywileju Pie postulatio voluntatis z 15 lutego 1113 r. Na jego mocy papież Paschalis II brał pod opiekę Kościoła nowo utworzone bractwo szpitalne pod wezwaniem św. Jana Chrzciciela i czynił je suwerennym, ustanawiając jako Zakon w prawie kościelnym z uprawnieniami swobodnego wybierania swych przełożonych, bez ingerencji innych władz świeckich lub kościelnych. To ważne wydarzenie nabiera szczególnego znaczenia w kontekście Roku Wiary, podczas którego Kościół jest wezwany do odnowienia radości i zaangażowania wiary w Jezusa Chrystusa, jedynego Zbawiciela świata. Także i wy jesteście powołani do przyjęcia tego czasu łaski, aby pogłębić znajomość Pana i sprawiać, aby przez świadectwo waszego życia i służbę w naszych czasach promieniowały prawda i piękno wiary.

Wasz Zakon od samego początku wyróżniał się wiernością Kościołowi i Następcy Piotra, a także swoją niezaprzeczalną tożsamością duchową, charakteryzującą się wzniosłym ideałem religijnym. Nadal podążajcie tą drogą, konkretnie świadcząc o przemieniającej mocy wiary. Ze względu na wiarę apostołowie opuścili wszystko, aby pójść za Jezusem, a następnie poszli na cały świat, realizując nakaz niesienia Ewangelii wszelkiemu stworzeniu. Odważnie głosili wszystkim moc Krzyża i radość zmartwychwstania Chrystusa, których byli bezpośrednimi świadkami. Ze względu na wiarę męczennicy oddali swe życie, ukazując prawdę Ewangelii, która ich przekształciła i uzdolniła do osiągnięcia największego daru, owocu miłości, przebaczając swoim prześladowcom. To właśnie ze względu na wiarę, na przestrzeni wieków, członkowie waszego Zakonu poświęcali się najpierw opiece nad chorymi w Jerozolimie, a następnie pomocy narażonym na poważne niebezpieczeństwa pielgrzymom w Ziemi Świętej, kreśląc wspaniałe karty miłosierdzia chrześcijańskiego i opieki nad dziedzictwem chrześcijańskim. W XIX wieku Zakon otworzył się na nowe i bardziej rozległe obszary działalności charytatywnej oraz służby chorym i ubogim, nie rezygnując jednak nigdy z pierwotnych ideałów, zwłaszcza intensywnego życia duchowego poszczególnych swych członków. W tym kierunku muszą nadal zmierzać wasze wysiłki, zwracając szczególną uwagę na konsekrację zakonną profesów, stanowiącą serce Zakonu. Nigdy nie wolno wam zapomnieć o korzeniach, wyrastających z faktu, że błogosławiony Gerard i jego towarzysze poświęcili się na mocy ślubów służbie biednym, zaś przywilej Pie postulatio voluntatis usankcjonował ich powołanie. Tożsamość członków nowo założonej instytucji tworzyła się w oparciu o właściwości życia zakonnego: zobowiązanie do osiągnięcia doskonałości chrześcijańskiej poprzez profesję trzech ślubów, charyzmat, któremu należało się poświęcić i braterstwo między członkami. Także dziś powołanie profesa musi być obiektem wielkiej troski połączonej z dbałością o życie duchowe wszystkich.

W ten sposób Wasz Zakon, w porównaniu z innymi instytucjami zaangażowanymi na arenie międzynarodowej w pomoc chorym, w solidarność i rozwój człowieka, wyróżnia się inspiracją chrześcijańską, która nieustannie musi ukierunkowywać zaangażowanie społeczne waszych członków. Umiejcie zachowywać i pielęgnować ten wasz szczególny charakter przez działanie z odnowioną gorliwością apostolską, zawsze w postawie głębokiej zgody z Magisterium Kościoła. Wasza cenna i dobroczynna praca, wyrażająca się w różnych obszarach i prowadzona w różnych częściach świata, skoncentrowana głównie na służbie chorym w szpitalach i placówkach zdrowotnych nie jest zwykłą filantropią, ale skutecznym wyrazem i żywym świadectwem ewangelicznej miłości.

W Piśmie Świętym wezwanie do miłości bliźniego jest związane z przykazaniem miłości Boga z całego serca, z całej duszy i ze wszystkich sił (por. Mk 12, 29-31). Tak więc miłość bliźniego odpowiada nakazowi i przykładowi Chrystusa, jeśli budowana jest na prawdziwej miłości Boga. W ten sposób chrześcijanin może poprzez swoje poświęcenie sprawić, że inni będą mogli doświadczyć opatrznościowej czułości Ojca Niebieskiego, dzięki coraz głębszemu upodobnieniu się do Chrystusa. Aby braci obdarzyć miłością, trzeba jej zaczerpnąć z pieca miłości Bożej, przez modlitwę, nieustanne słuchanie Słowa Bożego i życie skoncentrowane na Eucharystii. Wasze codzienne życie musi być przeniknięte obecnością Jezusa, przed którego oczy macie przynosić także cierpienia chorych, samotność osób starszych, trudności niepełnosprawnych. Wychodząc naprzeciw tym osobom służycie Chrystusowi: „Wszystko, co uczyniliście jednemu z tych braci moich najmniejszych, Mnieście uczynili" (Mt 25, 40).

Drodzy przyjaciele, nadal działajcie w społeczeństwie i w świecie, podążając najwspanialszymi drogami wskazanymi przez Ewangelię: wiary i miłości, aby ożywić nadzieję. Wiary jako świadectwa wierności Chrystusowi i zaangażowania w misję Ewangelii, pobudzającej was do coraz żywszej obecności we wspólnocie kościelnej i do coraz bardziej świadomej przynależności do Ludu Bożego. Miłości, jako wyrazu braterstwa w Chrystusie, poprzez dzieła miłosierdzia na rzecz chorych, biednych, potrzebujących miłości, pociechy i pomocy, osób dotkniętych samotnością, zgubieniem oraz nowymi formami ubóstwa materialnego i duchowego. Ideały te są dobrze wyrażone w waszym motto „Tuitio fidei et obsequium pauperum". Słowa te dobrze streszczają charyzmat waszego Zakonu, który jako podmiot prawa międzynarodowego, nie dąży do sprawowania władzy i wpływów o charakterze doczesnym, lecz pragnie wypełniać całkowicie swobodnie swoją misję na rzecz integralnego dobra człowieka, ducha i ciała, troszcząc się zarówno o pojedyncze osoby jak i wspólnoty, a zwłaszcza o tych, którzy najbardziej potrzebują nadziei i miłości.

Niech wasze zamiary i plany wspiera swoją macierzyńską ochroną Najświętsza Maryja Panna – Matka Boża z góry Filermo. Niech wam towarzyszą swoim wstawiennictwem wasz niebieski patron św. Jan Chrzciciel i błogosławiony Gerard, święci i błogosławieni Zakonu. Ze swej strony zapewniam o mojej modlitwie za was tutaj obecnych, za wszystkich członków Zakonu, jak również za wielu zasłużonych wolontariuszy, w tym dużą grupę dzieci, jak i za tych, którzy wam towarzyszą w waszej działalności, udzielając wam równocześnie z miłością specjalnego Apostolskiego Błogosławieństwa, którym chętnie obejmuję wasze rodziny.

[00237-09.01] [Testo originale: Italiano]

[B0084-XX.02]