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L’UDIENZA GENERALE, 09.01.2013


L’UDIENZA GENERALE

CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE

SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE

L’Udienza Generale di questa mattina è si svolta alle ore 10.30 nell’Aula Paolo VI dove il Santo Padre ha incontrato gruppi di fedeli e pellegrini provenienti dall’Italia e da ogni parte del mondo.
Nel discorso in lingua italiana il Papa, si è soffermato ancora sul tempo liturgico del Natale e sul Mistero dell’incarnazione.
Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Santo Padre Benedetto XVI ha rivolto particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti.
L’Udienza Generale si è conclusa con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica.

CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

Cari fratelli e sorelle,

in questo tempo natalizio ci soffermiamo ancora una volta sul grande mistero di Dio che è sceso dal suo Cielo per entrare nella nostra carne. In Gesù, Dio si è incarnato, è diventato uomo come noi, e così ci ha aperto la strada verso il suo Cielo, verso la comunione piena con Lui.

In questi giorni, nelle nostre chiese è risuonato più volte il termine "Incarnazione" di Dio, per esprimere la realtà che celebriamo nel Santo Natale: il Figlio di Dio si è fatto uomo, come recitiamo nel Credo. Ma che cosa significa questa parola centrale per la fede cristiana? Incarnazione deriva dal latino "incarnatio". Sant'Ignazio di Antiochia - fine del primo secolo - e, soprattutto, sant’Ireneo hanno usato questo termine riflettendo sul Prologo del Vangelo di san Giovanni, in particolare sull’espressione: "Il Verbo si fece carne" (Gv 1,14). Qui la parola "carne", secondo l'uso ebraico, indica l’uomo nella sua integralità, tutto l'uomo, ma proprio sotto l’aspetto della sua caducità e temporalità, della sua povertà e contingenza. Questo per dirci che la salvezza portata dal Dio fattosi carne in Gesù di Nazaret tocca l’uomo nella sua realtà concreta e in qualunque situazione si trovi. Dio ha assunto la condizione umana per sanarla da tutto ciò che la separa da Lui, per permetterci di chiamarlo, nel suo Figlio Unigenito, con il nome di "Abbà, Padre" ed essere veramente figli di Dio. Sant’Ireneo afferma: «Questo è il motivo per cui il Verbo si è fatto uomo, e il Figlio di Dio, Figlio dell’uomo: perché l’uomo, entrando in comunione con il Verbo e ricevendo così la filiazione divina, diventasse figlio di Dio» (Adversus haereses, 3,19,1: PG 7,939; cfr Catechismo della Chiesa Cattolica, 460).

"Il Verbo si fece carne" è una di quelle verità a cui ci siamo così abituati che quasi non ci colpisce più la grandezza dell’evento che essa esprime. Ed effettivamente in questo periodo natalizio, in cui tale espressione ritorna spesso nella liturgia, a volte si è più attenti agli aspetti esteriori, ai "colori" della festa, che al cuore della grande novità cristiana che celebriamo: qualcosa di assolutamente impensabile, che solo Dio poteva operare e in cui possiamo entrare solamente con la fede. Il Logos, che è presso Dio, il Logos che è Dio, il Creatore del mondo, (cfr Gv 1,1), per il quale furono create tutte le cose (cfr 1,3), che ha accompagnato e accompagna gli uomini nella storia con la sua luce (cfr 1,4-5; 1,9), diventa uno tra gli altri, prende dimora in mezzo a noi, diventa uno di noi (cfr 1,14). Il Concilio Ecumenico Vaticano II afferma: «Il Figlio di Dio … ha lavorato con mani d’uomo, ha pensato con mente d’uomo, ha agito con volontà d’uomo, ha amato con cuore d’uomo. Nascendo da Maria Vergine, egli si è fatto veramente uno di noi, in tutto simile a noi fuorché nel peccato» (Cost. Gaudium et spes, 22). E’ importante allora recuperare lo stupore di fronte a questo mistero, lasciarci avvolgere dalla grandezza di questo evento: Dio, il vero Dio, Creatore di tutto, ha percorso come uomo le nostre strade, entrando nel tempo dell’uomo, per comunicarci la sua stessa vita (cfr 1 Gv 1,1-4). E lo ha fatto non con lo splendore di un sovrano, che assoggetta con il suo potere il mondo, ma con l’umiltà di un bambino.

Vorrei sottolineare un secondo elemento. Nel Santo Natale di solito si scambia qualche dono con le persone più vicine. Talvolta può essere un gesto fatto per convenzione, ma generalmente esprime affetto, è un segno di amore e di stima. Nella preghiera sulle offerte della Messa dell’aurora della Solennità di Natale la Chiesa prega così: «Accetta, o Padre, la nostra offerta in questa notte di luce, e per questo misterioso scambio di doni trasformaci nel Cristo tuo Figlio, che ha innalzato l’uomo accanto a te nella gloria». Il pensiero della donazione, quindi, è al centro della liturgia e richiama alla nostra coscienza l’originario dono del Natale: in quella notte santa Dio, facendosi carne, ha voluto farsi dono per gli uomini, ha dato se stesso per noi; Dio ha fatto del suo Figlio unico un dono per noi, ha assunto la nostra umanità per donarci la sua divinità. Questo è il grande dono. Anche nel nostro donare non è importante che un regalo sia costoso o meno; chi non riesce a donare un po’ di se stesso, dona sempre troppo poco; anzi, a volte si cerca proprio di sostituire il cuore e l’impegno di donazione di sé con il denaro, con cose materiali. Il mistero dell’Incarnazione sta ad indicare che Dio non ha fatto così: non ha donato qualcosa, ma ha donato se stesso nel suo Figlio Unigenito. Troviamo qui il modello del nostro donare, perché le nostre relazioni, specialmente quelle più importanti, siano guidate dalla gratuità dell'amore.

Vorrei offrire una terza riflessione: il fatto dell’Incarnazione, di Dio che si fa uomo come noi, ci mostra l’inaudito realismo dell’amore divino. L’agire di Dio, infatti, non si limita alle parole, anzi potremmo dire che Egli non si accontenta di parlare, ma si immerge nella nostra storia e assume su di sé la fatica e il peso della vita umana. Il Figlio di Dio si è fatto veramente uomo, è nato dalla Vergine Maria, in un tempo e in un luogo determinati, a Betlemme durante il regno dell’imperatore Augusto, sotto il governatore Quirino (cfr Lc 2,1-2); è cresciuto in una famiglia, ha avuto degli amici, ha formato un gruppo di discepoli, ha istruito gli Apostoli per continuare la sua missione, ha terminato il corso della sua vita terrena sulla croce. Questo modo di agire di Dio è un forte stimolo ad interrogarci sul realismo della nostra fede, che non deve essere limitata alla sfera del sentimento, delle emozioni, ma deve entrare nel concreto della nostra esistenza, deve toccare cioè la nostra vita di ogni giorno e orientarla anche in modo pratico. Dio non si è fermato alle parole, ma ci ha indicato come vivere, condividendo la nostra stessa esperienza, fuorché nel peccato. Il Catechismo di san Pio X, che alcuni di noi hanno studiato da ragazzi, con la sua essenzialità, alla domanda: «Per vivere secondo Dio, che cosa dobbiamo fare?», dà questa risposta: «Per vivere secondo Dio dobbiamo credere le verità rivelate da Lui e osservare i suoi comandamenti con l'aiuto della sua grazia, che si ottiene mediante i sacramenti e l'orazione». La fede ha un aspetto fondamentale che interessa non solo la mente e il cuore, ma tutta la nostra vita.

Un ultimo elemento propongo alla vostra riflessione. San Giovanni afferma che il Verbo, il Logos era fin dal principio presso Dio, e che tutto è stato fatto per mezzo del Verbo e nulla di ciò che esiste è stato fatto senza di Lui (cfr Gv 1,1-3). L’Evangelista allude chiaramente al racconto della creazione che si trova nei primi capitoli del Libro della Genesi, e lo rilegge alla luce di Cristo. Questo è un criterio fondamentale nella lettura cristiana della Bibbia: l’Antico e il Nuovo Testamento vanno sempre letti insieme e a partire dal Nuovo si dischiude il senso più profondo anche dell’Antico. Quello stesso Verbo, che esiste da sempre presso Dio, che è Dio Egli stesso e per mezzo del quale e in vista del quale tutto è stato creato (cfr Col 1,16-17), si è fatto uomo: il Dio eterno e infinito si è immerso nella finitezza umana, nella sua creatura, per ricondurre l’uomo e l’intera creazione a Lui. Il Catechismo della Chiesa Cattolica afferma: «La prima creazione trova il suo senso e il suo vertice nella nuova creazione in Cristo, il cui splendore supera quello della prima» (n. 349). I Padri della Chiesa hanno accostato Gesù ad Adamo, tanto da definirlo «secondo Adamo» o l’Adamo definitivo, l’immagine perfetta di Dio. Con l’Incarnazione del Figlio di Dio avviene una nuova creazione, che dona la risposta completa alla domanda «Chi è l’uomo?». Solo in Gesù si manifesta compiutamente il progetto di Dio sull’essere umano: Egli è l’uomo definitivo secondo Dio. Il Concilio Vaticano II lo ribadisce con forza: «In realtà solamente nel mistero del Verbo incarnato trova vera luce il mistero dell’uomo... Cristo, nuovo Adamo, manifesta pienamente l’uomo all’uomo e gli svela la sua altissima vocazione» (Cost. Gaudium et spes, 22; cfr Catechismo della Chiesa Cattolica, 359). In quel bambino, il Figlio di Dio contemplato nel Natale, possiamo riconoscere il vero volto, non solo di Dio, ma il vero volto dell’essere umano; e solo aprendoci all’azione della sua grazia e cercando ogni giorno di seguirlo, noi realizziamo il progetto di Dio su di noi, su ciascuno di noi.

Cari amici, in questo periodo meditiamo la grande e meravigliosa ricchezza del Mistero dell’Incarnazione, per lasciare che il Signore ci illumini e ci trasformi sempre più a immagine del suo Figlio fatto uomo per noi.

[00029-01.01] [Testo originale: Italiano]

SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE

Sintesi della catechesi in lingua francese

Sintesi della catechesi in lingua inglese

Sintesi della catechesi in lingua tedesca

Sintesi della catechesi in lingua spagnola

Sintesi della catechesi in lingua portoghese

 Sintesi della catechesi in lingua francese

Chers frères et sœurs,

Le mot ‘incarnation’ retentit souvent dans nos églises, en ce temps de Noël. Mais quel est son sens ? Pour l’expliquer, saint Ignace d’Antioche et surtout saint Irénée partent du Prologue de Saint Jean qui dit : « Le Verbe s’est fait chair » (1, 14). Le mot ‘chair’ indique l’homme dans son intégralité. Dieu a pris notre humanité pour nous donner sa divinité et nous permettre d’être ses fils. Voici le grand don de Noël : en son Fils, Dieu s’est donné lui-même pour nous. Il nous montre ainsi le modèle du don. Celui-ci ne doit pas se réduire au matériel. La personne qui est incapable de donner un peu d’elle-même, donne toujours trop peu. Notre foi ne concerne pas seulement notre esprit et notre cœur, mais toute notre vie. Le Verbe incarné était au commencement auprès de Dieu. Par lui, tout a été créé. Son Incarnation réalise une nouvelle création. Le Christ est le Nouvel Adam qui révèle pleinement l’homme à l’homme et lui montre son vrai visage et sa vocation. Chers amis, en ce temps de Noël, méditons la grande richesse du Mystère de l’Incarnation. Laissons Dieu nous transformer toujours plus en image de son Fils fait homme pour nous.

Je salue avec joie les pèlerins francophones, particulièrement les élèves qui ont le voyage à Rome pour me rencontrer ! L’Incarnation de Jésus est centrale dans notre foi. Laissez-vous toucher par la grandeur de cet événement, plutôt que par les aspects extérieurs de la fête. Bon pèlerinage !

[00030-03.02] [Texte original: Français]

Sintesi della catechesi in lingua inglese

Dear Brothers and Sisters,

In this Christmas season, we celebrate the "Incarnation" –the mystery of the Son of God who "became flesh" (cf. Jn 1:14) for our salvation, so that we might become, in him, adoptive sons and daughters of our heavenly Father. In the Child of Bethlehem, God gives us the greatest gift possible, the gift of himself. For our sake, God became one of us, sharing our human existence to the fullest and giving us in exchange a share in his own divine life. This great mystery reveals the reality and depth of God’s love for us. It also invites us to respond to him in a faith which accepts the truth of his word and shapes our daily lives. In contemplating the mystery of the Incarnation, we see in Christ the new Adam, the perfect man who inaugurates the new creation, restores our likeness to God and reveals our sublime human dignity and vocation (cf. Gaudium et Spes, 22). As we continue to reflect on this great mystery in these final days of Christmastide, may we rejoice ever more fully in the light of the Lord’s glory and be ever better conformed to the image of the Son of God made man.

I greet all the English-speaking visitors present, including the pilgrimage groups from Nigeria, Taiwan and Brazil. My cordial greeting goes to the Conference of Roman Catholic Cathedral Musicians from the United States. I also thank the choirs, including those from Saint Joseph University and from the Archdiocese of Los Angeles, for their praise of God in song. Upon all of you I invoke the Lord’s blessings of joy and peace!

[00031-02.01] [Original text: English]

Sintesi della catechesi in lingua tedesca

Liebe Brüder und Schwestern!

Was Weihnachten eigentlich ist, das eigentliche Zentrum von Weihnachten, hat der hl. Johannes im ersten Kapitel seines Evangeliums in einer großartigen und unerschöpflichen Form ausgedrückt mit dem Satz: »Das Wort ist Fleisch geworden« (Joh 1,14). Das Wort, der ewige Sinn, der alles trägt und hält, ist einer unter anderen geworden, ist eingetreten in diese Geschichte. Das Wort »Fleisch«, hebräischem Sprachgebrauch gemäß, besagt hier den Menschen in seiner Ganzheit – Leib und Seele und alles, was den Menschen ausmacht –, aber doch mit Betonung auf der Zerbrechlichkeit, der Armseligkeit dieses unseres Menschseins. Gott nimmt den Menschen an, wird einer von uns, sozusagen zu einem heiligen Tausch, damit wir Kinder Gottes werden können. Und dabei zeigt uns der Herr zugleich, was eigentlich Schenken bedeutet. Weihnachten ist nicht umsonst das Fest des Schenkens; es ist zuallererst das Fest, in dem Gott uns zeigt, wie man schenkt. Er schenkt nicht etwas, er schenkt sich selbst ganz. Und ein Geschenk, in dem nicht etwas von uns selbst enthalten wäre, in dem wir nur Teures geben würden, aber nicht unser Herz investieren, wäre kein wirkliches Geschenk. Und zugleich offenbart uns die Menschwerdung Gottes, daß die Liebe Gottes nicht nur aus Worten, aus einer ewigen Gesinnung besteht, sondern aus Taten und Leiden. Er nimmt das ganze Menschsein mit all seiner Last und Mühsal, mit seiner Schönheit und Größe, aber auch mit allem Armseligen bis in die kleinen Dinge des Alltags hinein auf sich. Er trägt Leben und Schicksal eines Menschen ganz. Er kennt Armut, Not, Flucht, Verfolgung – bis hin zum Tod am Kreuz. Und hier wird er unser Erlöser. Sein Leben soll uns Beispiel sein, sagen, was glauben, was Christsein heißt: nicht nur irgendwelche fromme Gedanken oder manchmal schöne Gefühle haben, sondern glauben heißt, mit der Ganzheit seines Lebens, mit Taten und Leiden sich in dieses Geheimnis Gottes hineinbegeben, sich von ihm führen lassen. Und endlich ist Christus der Sinn und der Höhepunkt der ganzen Schöpfung. Der hl. Paulus schreibt: »Alles ist durch ihn und auf ihn hin geschaffen« (Kol 1,16). Die Kirchenväter haben im Anschluß an Paulus Jesus und Adam gern gegenübergestellt. Christus ist der neue endgültige Mensch, in dem wirklich das Bild-Gottes-Sein voll ausgeprägt ist, und mit ihm beginnt ein neues Menschsein, in das wir hineintreten durch Taufe und Glaube.

Mit Freude grüße ich die deutschsprachigen Pilger und Besucher. Im göttlichen Kind, das uns Maria, die Jungfrau, geboren hat, können wir erkennen, was der Mensch wahrhaft ist und sein soll. Öffnen wir ihm also unser Herz, dann kann der Plan der göttlichen Liebe in uns wirklich und die Welt wahrhaft gut werden. Danke.

[00032-05.02] [Originalsprache: Deutsch]

Sintesi della catechesi in lingua spagnola

Queridos hermanos y hermanas:

Con la palabra «encarnación» se quiere expresar el misterio del Verbo, el Hijo de Dios, que se ha hecho carne. En Jesús, Dios ha asumido la condición humana en su integridad para sanarla completamente. Como dice san Ireneo, el Hijo de Dios se ha hecho hombre para que el hombre llegase a ser hijo de Dios. En la encarnación también Dios no da solo alguna cosa sino que se da a sí mismo, entregándonos a su propio Hijo por nosotros. Así también nosotros, debemos actuar en nuestras relaciones movidos por la gratuidad y el amor. Otro aspecto importante de la encarnación es el extraordinario realismo del amor de Dios, que quiere entrar en nuestra historia cargando sobre sí el peso de la vida humana. Nos enseña que nuestra fe no tiene que ver solo con la inteligencia y el corazón, sino que ha de tocar y orientar toda nuestra vida concreta. Por último, el Hijo de Dios encarnado nos muestra quién es el hombre, el verdadero rostro del ser humano, y cómo siguiéndolo cada día realizamos el proyecto de Dios sobre nosotros.

Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española, en particular a los grupos provenientes de España, México y otros países latinoamericanos. Exhorto a todos a meditar el misterio de la encarnación para que el Señor os ilumine y os transforme cada vez más en imagen de su Hijo hecho hombre por nosotros. Que Dios os bendiga.

[00033-04.01] [Texto original: Español]

Sintesi della catechesi in lingua portoghese

Queridos irmãos e irmãs,

O Filho Unigénito de Deus encarnou e fez-Se homem, para nos tornar participantes da sua natureza divina. Entre os usos e costumes do período natalício, conta-se a troca de presentes em sinal de amizade e estima. Pois bem! Na Noite de Natal, vimos Jesus assumir a nossa humanidade, para nos dar a sua divindade: ao fazer-Se carne, quis dar-Se a Si mesmo aos homens. Jesus é o presente maior. Quem não consegue dar algo de si mesmo, dá sempre demasiado pouco! Por vezes, procura-se compensar ou substituir com coisas materiais o compromisso de nos darmos a nós próprios. O mistério da encarnação mostra que Deus não procede assim; não Se limita a dar-nos coisas, mas quis dar-Se a Si mesmo no seu Filho Unigénito. Ele fez-Se verdadeiramente um de nós, para nos comunicar a sua própria vida; e fê-lo, não com a investida de um soberano que subjuga o mundo com o seu poder, mas com a humildade dum Menino. Em Jesus, manifesta-se plenamente o homem ao homem.

Uma cordial saudação a todos os peregrinos de língua portuguesa, a quem agradeço a presença e desejo a riqueza imensa e inesgotável que é Cristo, o Deus feito homem. Revesti-vos de Cristo! E, com Ele, o vosso Ano Novo não poderá deixar de ser feliz. Sobre vós e vossas famílias, desça a minha Bênção.

[00034-06.01] [Texto original: Português]

SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE

Saluto in lingua polacca

Saluto in lingua araba

Saluto in lingua croata

Saluto in lingua italiana

Saluto in lingua polacca

Witam serdecznie przybyłych na audiencję Polaków. Boże Narodzenie i Objawienie Pańskie pomagają nam zrozumieć tajemnicę Boga, który „dla nas ludzi i dla naszego zbawienia zstąpił z nieba". W Słowie, które stało się człowiekiem, w narodzonym Dzieciątku Jezus, Bóg objawił nam swoją dobroć i miłość. Odpowiedzmy na nie głęboką wiarą, naszą miłością, oddaniem się Bogu i pełnieniem na co dzień Jego woli. Z serca wam błogosławię.

[Saluto cordialmente i Polacchi venuti a quest’Udienza. Il Santo Natale e l’Epifania del Signore ci aiutano a comprendere il mistero di Dio che "per noi e per la nostra salvezza discese dal cielo". Nel Verbo che si è fatto uomo, nel Bambino Gesù che è nato, Dio ci ha rivelato la sua bontà e il suo amore. Rispondiamo ad esse con la nostra profonda fede, con il nostro amore, con la dedizione a Dio, compiendo ogni giorno la sua volontà.]

[00035-09.01] [Testo originale: Polacco]

Saluto in lingua araba 

 البَابَا يُصْلِي مِنْ أَجَلِ جَمِيعِ النَّاطِقينَ بِاللُّغَةِ العَرَبِيَّةِ. لِيُبَارِك الرَّبّ جَمِيعَكُمْ.

[Il Papa prega per tutte le persone di lingua araba. Dio vi benedica tutti.]

[00036-08.01] [Testo originale: Arabo]

Saluto in lingua croata

Srdačno pozdravljam hrvatske hodočasnike, osobito učenice ženske klasične gimnazije svetoga Vinka u Zagrebu. Slijedeći primjer velikih svjedoka vjere vašega naroda, budite vjerni svojim krsnim obećanjima. Hvaljen Isus i Marija!

[Rivolgo un cordiale saluto ai pellegrini croati, specialmente alle alunne del liceo classico femminile delle Suore di San Vincenzo di Zagabria. Seguendo l’esempio dei grandi testimoni della fede del vostro popolo, siate fedeli alle vostre promesse battesimali. Siano lodati Gesù e Maria!]

[00037-AA.01] [Testo originale: Croato]

Saluto in lingua italiana

Porgo un caloroso benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare, saluto il gruppo della Parrocchia San Paolo in Pagliare del Tronto e i sacerdoti e religiosi della Diocesi di Andria. Tutti esorto a vivere con generosità il proprio impegno ecclesiale stimolati anche dall’Anno della fede, perché il Signore riempia i cuori della gioia che solo Lui può donare.

Un saluto speciale rivolgo ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli. Domenica prossima celebreremo la Festa del Battesimo del Signore, occasione propizia per ripensare la propria appartenenza a Cristo nella fede della Chiesa. Cari giovani, riscoprite quotidianamente la grazia che proviene dal Sacramento ricevuto. Voi, cari ammalati, attingete dal Battesimo la forza per affrontare momenti di dolore e di sconforto. E voi, cari sposi novelli, sappiate tradurre gli impegni del Battesimo nel vostro cammino di vita familiare. Il Signore vi benedica tutti.

[00038-01.02] [Testo originale: Italiano]

[B0013-XX.01]