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L’UDIENZA GENERALE, 03.10.2012


L’UDIENZA GENERALE

CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE  

SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE  

APPELLO DEL SANTO PADRE  

L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 10.30 in Piazza San Pietro dove il Santo Padre Benedetto XVI ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli giunti dall’Italia e da ogni parte del mondo.

Nel discorso in lingua italiana il Papa ha incentrato la sua meditazione sulla natura ecclesiale della preghiera liturgica.

Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Santo Padre ha rivolto particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti. Quindi ha rivolto un appello alla preghiera per l’Anno della fede e per il Sinodo dei Vescovi sulla nuova evangelizzazione, alla vigilia del Suo pellegrinaggio al Santuario di Loreto.

L’Udienza Generale si è conclusa con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica.

CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA  

Cari fratelli e sorelle,

nella scorsa catechesi ho iniziato a parlare di una delle fonti privilegiate della preghiera cristiana: la sacra liturgia, che - come afferma il Catechismo della Chiesa Cattolica - è «partecipazione alla preghiera di Cristo, rivolta al Padre nello Spirito Santo. Nella liturgia ogni preghiera cristiana trova la sua sorgente e il suo termine» (n. 1073). Oggi vorrei che ci chiedessimo: nella mia vita, riservo uno spazio sufficiente alla preghiera e, soprattutto, che posto ha nel mio rapporto con Dio la preghiera liturgica, specie la Santa Messa, come partecipazione alla preghiera comune del Corpo di Cristo che è la Chiesa?

Nel rispondere a questa domanda dobbiamo ricordare anzitutto che la preghiera è la relazione vivente dei figli di Dio con il loro Padre infinitamente buono, con il Figlio suo Gesù Cristo e con lo Spirito Santo (cfr ibid., 2565). Quindi la vita di preghiera consiste nell’essere abitualmente alla presenza di Dio e averne coscienza, nel vivere in relazione con Dio come si vivono i rapporti abituali della nostra vita, quelli con i familiari più cari, con i veri amici; anzi quella con il Signore è la relazione che dona luce a tutte le altre nostre relazioni. Questa comunione di vita con Dio, Uno e Trino, è possibile perché per mezzo del Battesimo siamo stati inseriti in Cristo, abbiamo iniziato ad essere una sola cosa con Lui (cfr Rm 6,5).

In effetti, solo in Cristo possiamo dialogare con Dio Padre come figli, altrimenti non è possibile, ma in comunione col Figlio possiamo anche dire noi come ha detto Lui: «Abbà». In comunione con Cristo possiamo conoscere Dio come Padre vero (cfr Mt 11,27). Per questo la preghiera cristiana consiste nel guardare costantemente e in maniera sempre nuova a Cristo, parlare con Lui, stare in silenzio con Lui, ascoltarlo, agire e soffrire con Lui. Il cristiano riscopre la sua vera identità in Cristo, «primogenito di ogni creatura», nel quale sussistono tutte le cose (cfr Col 1,15ss). Nell’identificarmi con Lui, nell’essere una cosa sola con Lui, riscopro la mia identità personale, quella di vero figlio che guarda a Dio come a un Padre pieno di amore.

Ma non dimentichiamo: Cristo lo scopriamo, lo conosciamo come Persona vivente, nella Chiesa. Essa è il «suo Corpo». Tale corporeità può essere compresa a partire dalle parole bibliche sull’uomo e sulla donna: i due saranno una carne sola (cfr Gn 2,24; Ef 5,30ss.; 1 Cor 6,16s). Il legame inscindibile tra Cristo e la Chiesa, attraverso la forza unificante dell’amore, non annulla il «tu» e l’«io», bensì li innalza alla loro unità più profonda. Trovare la propria identità in Cristo significa giungere a una comunione con Lui, che non mi annulla, ma mi eleva alla dignità più alta, quella di figlio di Dio in Cristo: «la storia d’amore tra Dio e l’uomo consiste appunto nel fatto che questa comunione di volontà cresce in comunione di pensiero e di sentimento e, così, il nostro volere e la volontà di Dio coincidono sempre di più» (Enc. Deus caritas est, 17). Pregare significa elevarsi all’altezza di Dio, mediante una necessaria graduale trasformazione del nostro essere.

Così, partecipando alla liturgia, facciamo nostra la lingua della madre Chiesa, apprendiamo a parlare in essa e per essa. Naturalmente, come ho già detto, questo avviene in modo graduale, poco a poco. Devo immergermi progressivamente nelle parole della Chiesa, con la mia preghiera, con la mia vita, con la mia sofferenza, con la mia gioia, con il mio pensiero. E’ un cammino che ci trasforma.

Penso allora che queste riflessioni ci permettano di rispondere alla domanda che ci siamo fatti all’inizio: come imparo a pregare, come cresco nella mia preghiera? Guardando al modello che ci ha insegnato Gesù, il Padre nostro, noi vediamo che la prima parola è «Padre» e la seconda è «nostro». La risposta, quindi, è chiara: apprendo a pregare, alimento la mia preghiera, rivolgendomi a Dio come Padre e pregando-con-altri, pregando con la Chiesa, accettando il dono delle sue parole, che mi diventano poco a poco familiari e ricche di senso. Il dialogo che Dio stabilisce con ciascuno di noi, e noi con Lui, nella preghiera include sempre un «con»; non si può pregare Dio in modo individualista. Nella preghiera liturgica, soprattutto l’Eucaristia, e - formati dalla liturgia - in ogni preghiera, non parliamo solo come singole persone, bensì entriamo nel «noi» della Chiesa che prega. E dobbiamo trasformare il nostro «io» entrando in questo «noi».

Vorrei richiamare un altro aspetto importante. Nel Catechismo della Chiesa Cattolica leggiamo: «Nella liturgia della Nuova Alleanza, ogni azione liturgica, specialmente la celebrazione dell’Eucaristia e dei sacramenti, è un incontro tra Cristo e la Chiesa» (n. 1097); quindi è il «Cristo totale», tutta la Comunità, il Corpo di Cristo unito al suo Capo che celebra. La liturgia allora non è una specie di «auto-manifestazione» di una comunità, ma è invece l’uscire dal semplice «essere-se-stessi», essere chiusi in se stessi, e l’accedere al grande banchetto, l’entrare nella grande comunità vivente, nella quale Dio stesso ci nutre. La liturgia implica universalità e questo carattere universale deve entrare sempre di nuovo nella consapevolezza di tutti. La liturgia cristiana è il culto del tempio universale che è Cristo Risorto, le cui braccia sono distese sulla croce per attirare tutti nell’abbraccio dell’amore eterno di Dio. E’ il culto del cielo aperto. Non è mai solamente l’evento di una comunità singola, con una sua collocazione nel tempo e nello spazio. E’ importante che ogni cristiano si senta e sia realmente inserito in questo «noi» universale, che fornisce il fondamento e il rifugio all’«io», nel Corpo di Cristo che è la Chiesa.

In questo dobbiamo tenere presente e accettare la logica dell’incarnazione di Dio: Egli si è fatto vicino, presente, entrando nella storia e nella natura umana, facendosi uno di noi. E questa presenza continua nella Chiesa, suo Corpo. La liturgia allora non è il ricordo di eventi passati, ma è la presenza viva del Mistero Pasquale di Cristo che trascende e unisce i tempi e gli spazi. Se nella celebrazione non emerge la centralità di Cristo non avremo liturgia cristiana, totalmente dipendente dal Signore e sostenuta dalla sua presenza creatrice. Dio agisce per mezzo di Cristo e noi non possiamo agire che per mezzo suo e in Lui. Ogni giorno deve crescere in noi la convinzione che la liturgia non è un nostro, un mio «fare», ma è azione di Dio in noi e con noi.

Quindi, non è il singolo - sacerdote o fedele - o il gruppo che celebra la liturgia, ma essa è primariamente azione di Dio attraverso la Chiesa, che ha la sua storia, la sua ricca tradizione e la sua creatività. Questa universalità ed apertura fondamentale, che è propria di tutta la liturgia, è una delle ragioni per cui essa non può essere ideata o modificata dalla singola comunità o dagli esperti, ma deve essere fedele alle forme della Chiesa universale.

Anche nella liturgia della più piccola comunità è sempre presente la Chiesa intera. Per questo non esistono «stranieri» nella comunità liturgica. In ogni celebrazione liturgica partecipa assieme tutta la Chiesa, cielo e terra, Dio e gli uomini. La liturgia cristiana, anche se si celebra in un luogo e uno spazio concreto ed esprime il «sì» di una determinata comunità, è per sua natura cattolica, proviene dal tutto e conduce al tutto, in unità con il Papa, con i Vescovi, con i credenti di tutte le epoche e di tutti i luoghi. Quanto più una celebrazione è animata da questa coscienza, tanto più fruttuosamente in essa si realizza il senso autentico della liturgia.

Cari amici, la Chiesa si rende visibile in molti modi: nell’azione caritativa, nei progetti di missione, nell’apostolato personale che ogni cristiano deve realizzare nel proprio ambiente. Però il luogo in cui la si sperimenta pienamente come Chiesa è nella liturgia: essa è l’atto nel quale crediamo che Dio entra nella nostra realtà e noi lo possiamo incontrare, lo possiamo toccare. È l’atto nel quale entriamo in contatto con Dio: Egli viene a noi, e noi siamo illuminati da Lui. Per questo, quando nelle riflessioni sulla liturgia noi centriamo la nostra attenzione soltanto su come renderla attraente, interessante bella, rischiamo di dimenticare l’essenziale: la liturgia si celebra per Dio e non per noi stessi; è opera sua; è Lui il soggetto; e noi dobbiamo aprirci a Lui e lasciarci guidare da Lui e dal suo Corpo che è la Chiesa.

Chiediamo al Signore di imparare ogni giorno a vivere la sacra liturgia, specialmente la Celebrazione eucaristica, pregando nel «noi» della Chiesa, che dirige il suo sguardo non a se stessa, ma a Dio, e sentendoci parte della Chiesa vivente di tutti i luoghi e di tutti i tempi. Grazie.

[01261-01.01] [Testo originale: Italiano]

SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE  

Sintesi della catechesi in lingua francese

Sintesi della catechesi in lingua inglese  

Sintesi della catechesi in lingua tedesca  

Sintesi della catechesi in lingua spagnola  

Sintesi della catechesi in lingua portoghese  

Sintesi della catechesi in lingua francese  

Chers frères et sœurs, la prière est une communion de vie avec Dieu, Un et Trine, rendue possible par le baptême qui nous incorpore au Christ. Seul dans le Christ, nous pouvons dialoguer avec Dieu, en l’appelant Père. Notre union au Christ, le Fils de Dieu, nous aide à découvrir notre identité personnelle et à le connaître comme une Personne vivante dans l’Église, qui est son Corps. Nous apprenons à prier en nous adressant à Dieu, notre Père, et en priant avec les autres et avec l’Église. On ne peut pas prier Dieu d’une manière individualiste. Toute action liturgique, particulièrement la célébration de l’Eucharistie et des autres sacrements, est une rencontre entre le Christ et l’Église. C’est le « Christ total », le Corps du Christ uni à sa Tête, qui célèbre. La liturgie n’est pas l’œuvre d’un individu. Elle est l’action de Dieu en nous et avec nous, son action à travers l’Église, qui a son histoire, sa riche tradition et sa créativité. L’Église entière, le ciel et la terre, Dieu et les hommes, participent à toute célébration liturgique. Chers amis, la liturgie est l’acte par lequel Dieu vient à nous, nous illumine et où nous pouvons le toucher. Dieu en est le sujet. Ouvrons-nous à Lui et laissons-nous guider par Lui et par son Corps qui est l’Église.

Je salue cordialement les pèlerins francophones, en particulier ceux de Nancy, de Saint-Dié et de la Nouvelle-Calédonie. Je vous exhorte à vivre chaque jour la sainte liturgie, surtout la célébration eucharistique, comme des membres de l’Église vivante de tous les lieux et de tous les temps ! Bon pèlerinage et fructueux mois du Rosaire !

[01262-03.01] [Texte original: Français]

Sintesi della catechesi in lingua inglese  

Dear Brothers and Sisters in Christ,

Today, I would like to highlight the ecclesial nature of liturgical prayer. The liturgy is a "participation in Christ’s own prayer addressed to the Father in the Holy Spirit" (Catechism of the Catholic Church, 1073). The Church, as Christ’s Mystical Body and united with him, offers worship to the Father. By identifying ourselves with Christ in his prayer to the Father, we rediscover our deepest identity as Christians, as children of "Our Father who art in heaven". The liturgy is also an encounter of the whole Christ, that is, with Christ and his body the Church. Thus, the liturgy is a sharing in the prayer of the living, universal community of believers in Christ. Prayer becomes the habitual realization of the presence of God, as we make the words of the Churchour own, and learn to speak in her and through her. The Church is most truly itself in the liturgy, as it is the place where God comes to us and enters our lives. Let us remember that the liturgy is celebrated for God, not for us; it is his work; he is its subject. For our part, in the liturgy we must leave ourselves open to be guided by him and by his Body, the Church.

I greet all the English-speaking pilgrims present, including the Saint Hallvard Boys' choir from Oslo. I also welcome students from the Pontifical North American College, who are to be ordained deacon tomorrow. Dear ordinands, always be faithful heralds of the Gospel and generous witnesses to the love of Christ! Upon you and your loved ones, and indeed upon all present, I invoke God’s abundant blessings. Thank you!

[01263-02.01] [Original text: English]

Sintesi della catechesi in lingua tedesca  

Liebe Brüder und Schwestern!

In der Katechese am vergangenen Mittwoch habe ich begonnen, über die Liturgie als eine der bevorzugten Quellen und eine Schule des Gebetes zu sprechen. Liturgie ist, wie es der Katechismus sagt, »Beteiligung am Gebet, das Christus im Heiligen Geist an den Vater richtet. In ihr findet alles christliche Beten seine Quelle und seinen Abschluß« (KKK 1073). Das mag uns Anlaß sein, daß wir uns fragen, was für eine Rolle das liturgische Gebet in unserem eigenen persönlichen Leben spielt. Wir sind durch die Taufe, so sagt uns Paulus, gleichsam »in Christus« hineingenommen worden (vgl. Röm 6,5). Daher können wir mit ihm ein gemeinsames »Wir« bilden und zu Gott, dem Vater, »Vater« sagen. Und so geschieht es dann in der Liturgie, daß wir dort unsere Identität in Christus finden, daß er uns an sich zieht und daß wir mit ihm das Geheimnis seiner Liebe feiern und so dem lebendigen Gott begegnen. Wir entdecken in der Liturgie unsere Identität als Kinder, die auf Gott als Vater schauen. Dabei wollen wir bedenken, daß wir in der Kirche Christus als den heute Lebendigen kennenlernen. Die Kirche feiert nicht irgendwelche vergangenen Dinge, sondern in der Liturgie ist das Handeln Gottes gegenwärtig und begegnen wir der Gegenwart seines Handelns. Und Liturgie wiederum ist nicht eine Privatveranstaltung irgendeiner Gruppe, sondern sie ist die Gemeinschaft mit Christus. Sie umspannt Himmel und Erde, die Gläubigen aller Orte und aller Zeiten. Nie ist eine Gemeinde nur sie allein, die Liturgie »macht«. Die Liturgie wird uns geschenkt, sie ist gerade das Heraustreten aus dem, was wir selber machen, in die große Gemeinschaft aller Gläubigen, die große Gemeinschaft des Leibes Christi hinein, der alle Zeiten umspannt. Dies ist ihre Größe, und in sie müssen wir hineinwachsen, durch sie uns formen und führen und reinigen lassen und so dann wirklich zu Söhnen und Töchtern Gottes werden, die im lebendigen Du mit ihm stehen und von ihm her ihr Leben immer neu empfangen und verwandeln lassen.

Von Herzen grüße ich alle deutschsprachigen Pilger und Besucher. Die Kirche, so sagte ich, wird besonders in der Liturgie immer als ganze sichtbar, wie wenig Menschen auch da sein mögen. Denn sie kommt von Gott her und durch sie tritt Gott in unser Leben herein. Möge der Herr uns lehren, in der Liturgie, besonders in der Heilige Messe, im »Wir« der Kirche zu beten, das im »Vater unser« vorausgesetzt ist. Wir sagen nicht »mein Vater«, wir sagen »unser Vater«. Nur im Wir der Kinder sind wir Kinder und im Vater vereint. Liturgie möge uns in dieses »Wir« hineinziehen und uns so zu einer großen universalen Gemeinschaft machen, zu einem Werkzeug seines Friedens. Gerne segne ich euch alle und wünsche euch schöne Pilgerschaft hier in Rom!

[01264-05.01] [Originalsprache: Deutsch]

Sintesi della catechesi in lingua spagnola  

Queridos hermanos y hermanas:

Al preguntarnos por el puesto que tiene la oración litúrgica en nuestra vida, debemos recordar ante todo que la oración es la relación viva y filial con Dios; es estar habitualmente en presencia suya. Y esto es posible por el bautismo que nos une a Cristo, ya que sólo en Cristo podemos hablar con Dios como un hijo con su padre. Así, la oración es mirar constantemente a Cristo, hablar, estar y actuar con él. Pero a Cristo lo descubrimos como persona viva en la Iglesia. Ella es su cuerpo. En la liturgia de la Iglesia aprendemos a no rezar de modo individualista, sino que debemos entrar en el nosotros de la Iglesia que reza. Además, la liturgia no es el recuerdo de eventos pasados, sino la presencia viva del misterio pascual de Cristo, por encima del tiempo y el espacio. La liturgia no es obra nuestra, sino acción de Dios en nosotros y con nosotros. Es obra suya, él es el sujeto, y a nosotros toca abrirnos y dejarnos guiar por él, y por su cuerpo que es la Iglesia.

Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española, en particular a los sacerdotes del Pontificio Colegio Mexicano, así como a los grupos provenientes de España, México, Perú, Honduras, Chile, Argentina y otros países latinoamericanos. Pidamos al Señor que sepamos vivir cada día la liturgia, especialmente la eucaristía, como acción de Dios en nosotros, y sintiéndonos parte de la Iglesia viva. Muchas gracias.

[01265-04.01] [Texto original: Español]

Sintesi della catechesi in lingua portoghese  

Queridos irmãos e irmãs,

Orar é estar habitualmente na presença de Deus, viver a relação com Ele à semelhança das relações que temos com os nossos familiares e pessoas que nos são caras. Por meio da oração entramos numa relação viva de filhos de Deus com o Pai, por meio de Jesus Cristo, no Espírito Santo. Neste sentido, não podemos esquecer que a Igreja é o único lugar onde podemos encontrar a Cristo como Pessoa vivente, sobretudo nas celebrações litúrgicas. De fato, a liturgia, ao fazer presente e atual o Mistério pascal de Cristo, faz com que Deus entre na nossa realidade, permitindo-nos encontrá-Lo e, por assim dizer, tocá-lo. Assim, na liturgia aprendemos a fazer nossas as palavras que a Igreja dirige ao seu Senhor e Esposo, o que nos leva a compreender que a oração tem uma dimensão coletiva: não podemos nunca rezar a Deus de um modo individualista. Por isso a liturgia deve ser fiel às formas da Igreja Universal, não podendo ser modificada pelos indivíduos, sejam sacerdotes ou leigos, pois mesmo na celebração litúrgica da menor das comunidades, a Igreja inteira está presente.

Amados peregrinos vindos do Brasil e demais peregrinos de língua portuguesa: sede todos bem-vindos! Aprendei a viver bem a liturgia, pois esta é o caminho para dirigir o vosso olhar a Deus, superando todo individualismo e egoísmo, através da comunhão com a Igreja viva de todos os tempos e lugares. Que Deus vos abençoe! Obrigado!

[01266-06.01] [Texto original: Português]

SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE  

Saluto in lingua polacca

Saluto in lingua croata

Saluto in lingua slovacca

Saluto in lingua italiana

Saluto in lingua polacca

Witam polskich pielgrzymów. Szczególnie pozdrawiam kapłanów i wiernych Polskiej Misji Katolickiej z całych Niemiec, którzy przybyli w pielgrzymce dziękczynnej za pontyfikat i beatyfikację Jana Pawła II. Niech to wędrowanie będzie dla wszystkich tu obecnych czasem łaski i wzrastania w wierze! Niech Bóg wam błogosławi!

[Do il benvenuto ai pellegrini polacchi. In modo particolare saluto i sacerdoti e i fedeli della Missione Cattolica Polacca in Germania, che sono giunti qui per un pellegrinaggio di ringraziamento per il Pontificato e la beatificazione di Giovanni Paolo II. Questo cammino sia per tutti voi qui presenti tempo di grazia e di crescita nella fede. Dio vi benedica!]

[01268-09.01] [Testo originale: Polacco]

Saluto in lingua croata  

Od srca pozdravljam i blagoslivljam sve hrvatske hodočasnike, a osobito maturante katoličkih gimnazija u Požegi i Virovitici predvođene njihovim biskupom Antunom, kao i vjernike župe Uzvišenja Svetog Križa iz Rume u Srbiji te članove hrvatske katoličke zajednice iz Ludwigshafena. Dragi prijatelji, čuvajte živim plamen vjere, upaljen na vašem krštenju i podržavan primjerima svetih mučenika, kako bi i drugi vidjeli radost vašega života u Kristu. Hvaljen Isus i Marija!

[Di cuore saluto e benedico tutti i pellegrini Croati particolarmente gli studenti dei Ginnasi cattolici di Požega e Virovitica guidati da loro Vescovo Antun, come pure i fedeli dalla Parrocchia dell’Esaltazione della Santa Croce a Ruma in Serbia, e i membri della Comunità cattolica croata di Ludwigshafen. Cari amici, custodite viva la fiamma della fede, accesa nel vostro battesimo e sostenuta dagli esempi dei santi martiri, affinché gli altri possano vedere la gioia della vostra vita in Cristo. Siano lodati Gesù e Maria!]

[01269-AA.01] [Testo originale: Croato]

Saluto in lingua slovacca

S láskou vítam slovenských pútnikov, osobitne z Nitry a okolia. Bratia a sestry, posvätný ruženec je modlitbou spoločenstva. Pozývam vás posilňovať túto jednotu s Kristom, s jeho Matkou i medzi sebou navzájom. Všetkých vás zverujem materinskému príhovoru Panny Márie Ružencovej. S týmto želaním vás žehnám. Pochválený buď Ježiš Kristus!

[Con affetto do il benvenuto ai pellegrini slovacchi, specialmente a quelli provenienti da Nitra e dintorni. Fratelli e sorelle, il Santo Rosario è preghiera di comunione. Vi invito a rafforzare questa unione con Cristo, con sua Madre e con i fratelli. Vi affido tutti alla materna intercessione della Madonna del Rosario. Con questo augurio vi benedico. Sia lodato Gesù Cristo!]

[01270-AA.01] [Testo originale: Slovacco]

Saluto in lingua italiana  

Ora rivolgo un cordiale saluto a tutti i pellegrini di lingua italiana, in particolare ai fedeli dell’Arcidiocesi di Salerno, qui convenuti con il loro Pastore Mons. Luigi Moretti. Cari amici, mi unisco al vostro rendimento di grazie per la recente beatificazione del sacerdote don Mariano Arciero, instancabile apostolo del Vangelo, fervido testimone di carità e di umiltà. Il suo esempio illumini la vostra vita e vi sostenga nel vostro cammino di fede. Saluto i religiosi della Passione di Gesù Cristo – i Passionisti – che, durante la loro Assemblea Capitolare, sono venuti ad esprimere al Successore di Pietro sentimenti di affetto e di profonda comunione ecclesiale. Vi ringrazio, cari Fratelli, e vi incoraggio nel vostro apostolato.

Sono lieto di accogliere i sacerdoti e seminaristi, provenienti da varie Nazioni, studenti presso i Pontifici Collegi San Paolo apostolo e Maria Mater Ecclesiae. Nel rivolgervi i migliori auguri per il vostro impegno di studio, vi assicuro un particolare ricordo nella preghiera.

Infine il mio saluto va ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli. Cari giovani, ascoltate Cristo, parola di verità, e accogliete con prontezza il suo disegno sulla vostra vita. Voi, cari ammalati, sentite Gesù accanto a voi e testimoniate con la vostra speranza la forza vivificante della sua Croce. Voi, cari sposi novelli, con la grazia del sacramento, irrobustite di giorno in giorno il vostro amore e camminate sulla via della santità.

[01271-01.01] [Testo originale: Italiano]

APPELLO DEL SANTO PADRE  

Cari fratelli e sorelle, domani mi recherò in visita al Santuario di Loreto, nel 50° anniversario del celebre pellegrinaggio del Beato Papa Giovanni XXIII in quella località mariana, avvenuto una settimana prima dell’apertura del Concilio Vaticano II.

Vi chiedo di unirvi alla mia preghiera nel raccomandare alla Madre di Dio i principali eventi ecclesiali che ci apprestiamo a vivere: l’Anno della fede e il Sinodo dei Vescovi sulla nuova evangelizzazione. Possa la Vergine Santa accompagnare la Chiesa nella sua missione di annunciare il Vangelo agli uomini e alle donne del nostro tempo.

[01274-01.01] [Testo originale: Italiano]

[B0559-XX.01]