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CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE DELLA ISTITUZIONE DELLA "CATTEDRA PAOLO VI" PRESSO LA LUMSA (LIBERA UNIVERSITÀ DEGLI STUDI MARIA SS. ASSUNTA DI ROMA), 18.05.2012


CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE DELLA ISTITUZIONE DELLA "CATTEDRA PAOLO VI" PRESSO LA LUMSA (LIBERA UNIVERSITÀ DEGLI STUDI MARIA SS. ASSUNTA DI ROMA)

INTERVENTO DELL’EM.MO CARD. GIOVANNI BATTISTA RE

INTERVENTO DEL PROF. GIUSEPPE DALLA TORRE

INTERVENTO DELL’AVV. MICHELE BONETTI

INTERVENTO DEL DOTT. SERGIO GATTI

Alle ore 11.30 di questa mattina, nell’Aula Giovanni Paolo II della Sala Stampa della Santa Sede, si tiene la conferenza stampa per presentare l’istituzione di una Cattedra intitolata a Papa Paolo VI, nell’ambito di un corso di Storia Contemporanea, presso la LUMSA (Libera Università degli Studi Maria SS. Assunta di Roma).
La nuova Cattedra intende dare un ulteriore contributo a promuovere lo studio e la conoscenza di Giovanni Battista Montini - Paolo VI e in particolare del ruolo che egli ha avuto, sia nell’ambito ecclesiale che nella comunità civile italiana, nella storia del Novecento.
Intervengono alla conferenza stampa: l’Em.mo Card. Giovanni Battista Re; il Chiar.mo Prof. Giuseppe Dalla Torre, Rettore Magnifico della LUMSA; l’Avv. Michele Bonetti, Vicesegretario generale aggiunto e componente del Comitato Esecutivo dell’Istituto Paolo VI (Brescia); il Dott. Sergio Gatti, Direttore Generale Federcasse.
Ne pubblichiamo di seguito gli interventi:

INTERVENTO DELL’EM.MO CARD. GIOVANNI BATTISTA RE

Ritengo molto felice l’iniziativa dell’Università LUMSA di inserire nell’ambito di un corso di Storia Contemporanea una cattedra su Giovanni Battista Montini: l’incidenza infatti della sua opera sul piano della storia, sia come sacerdote che si occupava della FUCI, sia come Sostituto della Segreteria di Stato e poi come Arcivescovo di Milano e Papa, non si è né attenuata né scolorita con il passare del tempo, ma è andata crescendo. Papa Montini è stato uno dei grandi protagonisti del XX secolo.

Paolo VI resta nella storia, innanzi tutto, per la sua guida del Concilio Vaticano II. Il merito di avere voluto e aperto il Concilio è di Papa Giovanni XXIII. Ma poi toccò a Paolo VI portarlo avanti con mano esperta, sicura, rispettosa dei Padri, ma ferma.

Il Papa Benedetto XVI, che partecipò al Concilio come perito, ha affermato che "è quasi sovrumano il modo con cui Paolo VI guidò il Concilio": seppe rispettare la volontà dei Padri Conciliari, ma intervenne come Papa là dove era necessario intervenire. Paolo VI guidò l’Assise ecumenica con grande saggezza e lungimiranza. Nessuno, né tra i progressisti né tra i conservatori, trovò qualche posizione non imparziale nei suoi interventi. Con i suoi suggerimenti Paolo VI aiutò a fare migliorare i vari testi, così che al momento delle votazioni vi fu praticamente sempre l’unanimità o quasi. La sua decisione poi di pubblicare la famosa Nota praevia circa il tema della collegialità e del primato petrino favorì l’affermarsi di una interpretazione autorevole e giusta della questione. Ciò suscitò il consenso generale, così che, mentre prima i Padri erano divisi nelle loro opinioni, poi votarono tutti a favore del testo della Lumen gentium.

Paolo VI resterà nei secoli anche come un Papa che ha amato e stimato il suo tempo, ed ha guardato al mondo moderno con simpatia, cercando la riconciliazione fra epoca moderna e fede cristiana.

Pochi come lui hanno saputo interpretare le ansie, le inquietudini, le ricerche e le fatiche dell’uomo contemporaneo.

Come Papa compì gesti che rimangono nella storia e, siccome furono posti in essere per la prima volta da un Pontefice, possono essere considerati in qualche modo come altrettanti "primati". Egli infatti fu il primo Papa a prendere l’aereo; fu il primo Papa a tornare in Palestina; fu il primo Papa che rinunciò alla tiara, donandola perché il ricavato fosse destinato ai poveri; fu il primo Papa a recarsi all’ONU; fu il Papa che abolì la corte pontificia, dando uno stile di vita più semplice alla Casa Pontificia.

La ricerca storica che sarà fatta in occasione di questo corso che viene istituito alla LUMSA servirà anche a mettere in luce due capitoli poco noti della vita di Giovanni Battista Montini cioè:

1) l’opera di formazione dei membri della FUCI;

2) l’enorme attività di carità e di aiuto umano e sociale, da lui organizzata e presieduta, durante la guerra 1940 - 45;

Si tratta di due capitoli importanti, sui quali non voglio ora entrare perché il discorso sarebbe troppo lungo. Mi limito a due rilievi:

1) Negli anni in cui era Assistente della FUCI, scrivendo a Mons. Giuseppe De Luca, Mons. Montini diceva: "Tu scegli i libri; io scelgo le anime". Montini aveva un’innata passione per la formazione delle persone: formazione religiosa, ma anche la formazione all’impegno civile, sociale e in qualche senso anche politico (cosa questa, che gli veniva un po’ dalla sua stessa famiglia).

De Gasperi, dopo la fine della guerra, trovò personaggi di alto valore culturale, sociale e politico che collaborarono con lui alla ricostruzione dell’Italia perché Mons. Montini, per un aspetto, Padre Agostino Gemelli per l’altro, mediante l’Università cattolica, avevano preparato una classe dirigente all’altezza dei tempi.

2) È ancor meno nota l’opera caritativa che il Sostituto Montini svolse durante gli anni della guerra,

- sia mediante la Commissione Soccorsi, da lui creata in Vaticano per i contratti con i prigionieri;

- sia prodigandosi anche personalmente senza sosta per sfamare ebrei e rifugiati politici nascosti nei conventi e in case religiose.

Lo fece in attuazione della volontà di Pio XII, ma la sollecitudine e la dedizione con cui si buttò in quest’opera, chiedendo aiuto alle nazioni non in guerra che inviarono navi cariche di viveri a Civitavecchia, meritano apprezzamento e ammirazione. La "Cattedra Montini" avrà anche la funzione di aiutare a non dimenticare.

[00680-01.01] [Testo originale: Italiano]

INTERVENTO DEL PROF. GIUSEPPE DALLA TORRE

La istituzione di una cattedra universitaria intitolata a Giovanni Battista Montini-Paolo VI, da parte di una Università cattolica qual è la Lumsa, per di più nata a cresciuta sub umbra Petri, non è solo un atto simbolico. Non è neppure solo una memoria dei rapporti intensi stretti, già in giovane età, da chi si vuole celebrare con la fondatrice delle Missionarie della Scuola, madre Luigia Tincani, la quale insieme al Card. Giuseppe Pizzardo dette vita, nel 1939, al nostro Ateneo.

Nelle intenzioni degli organi accademici che l’hanno voluta – Dipartimento di scienze umane, Senato accademico e Consiglio di Amministrazione – l’iniziativa ha un significato che concretamente tocca ciò che è proprio dell’Accademia: l’allargamento continuo delle conoscenze e la loro trasmissione alle più giovani generazioni.

Per più aspetti la figura di Giovanni Battista Montini sollecita la ricerca e lo studio, in particolare nella peculiare prospettiva della scienza storica, che tende a ricostruire unitariamente la vita, l’azione, le opere, il pensiero di una persona, collocata nel grande flusso che segna il divenire delle cose umane. La storia, come le altre forme di sapere scientifico, è espressione tipica dell’essere umano; ma sotto certi profili appare come una forma tra le più alte, nella misura in cui è segno di autocomprensione dell’individuo, di una comunità di uomini, dell’intera società umana, che fornisce senso al trascorrere del tempo.

Dal punto di vista storico, la figura di Montini si presta a una molteplicità di letture. Certamente innanzitutto nella storia della Chiesa, e non solo per l’enorme rilievo che ha avuto il suo pontificato per rapporto al Concilio Vaticano II. Non si deve dimenticare al riguardo che se a Giovanni XXIII va il grandissimo merito di aver pensato e voluto la grande assise conciliare, così come di averla avviata nel clima di fiducia, di ottimismo, di fervente speranza segnalato sin dalle espressioni iniziali dell’allocuzione Gaudet mater Ecclesia (11 ottobre 1962), a Paolo VI va il merito, altrettanto grandissimo, di aver sostanzialmente realizzato il Concilio, oltre che ad averne guidato le prime, incisive attualizzazioni. La sua figura è certamente saliente nella storia della Chiesa del Novecento: per lo sviluppo della autocoscienza teologica, per le forme di vita nella comunità ecclesiale, per l’idea del rapporto tra Chiesa e mondo, per la promozione del laicato e della sua peculiare responsabilità nell’opera apostolica, fino alla maturazione di percorsi di spiritualità e di esperienze di santità.

Centrale è poi, dal punto di vista della storia del cristianesimo, il ruolo del Papa nel grande moto verso l’unità che contraddistingue – e non solo in casa cattolica – il ventesimo secolo. La sollecitazione ecumenica che viene dai vari documenti del Concilio esprime anche l’ansia e la passione che spingono il Pontefice, che quei documenti studia, annota, approva, dopo aver suggerito approfondimenti ed orientamenti, ed indicato le prospettive da percorrere.

Ma anche per la storia politica e civile del secolo che abbiamo appena alle spalle Montini ha avuto un ruolo di primo piano. Della grande stagione di quella che ora in Italia, con una certa sommarietà, viene definita come la Prima Repubblica, fu certamente – ed a cominciare da molto prima di essere elevato al Pontificato – uno dei massimi artefici: per una certa idea di impegno politico del laicato cattolico, per un chiaro sentire di una autentica laicità delle istituzioni pubbliche, per il sostegno dato alla giovane e fragile Repubblica in passaggi complessi e delicati della sua vita e del suo sviluppo.

In diversa prospettiva lo stesso può dirsi per la scena europea e mondiale, grazie al lavoro intessuto dalle stanze della Segreteria di Stato già nell’età delle grandi dittature, poi durante l’immane conflitto mondiale, quindi nei tentativi di ricostruire i rapporti internazionali basati sul rispetto della dignità di ogni persona umana e dei suoi inalienabili diritti, su relazioni ispirate a principi di giustizia e di solidarietà, cioè sull’obbiettivo di una pace pensata secondo la grande tradizione cristiana, e non come espressione dell’affermazione della volontà del più forte.

Per tutte queste ragioni la Lumsa ha inteso inserire la istituenda cattedra nel settore scientifico-disciplinare della storia contemporanea, in cui la storia della Chiesa non può non avere una sua significativa presenza nel contesto di un più largo angolo di visuale.

Ma in questa sede, parlandosi della istituzione di una cattedra dedicata a Montini, non si può sottacere il suo impegno di pensiero e di azione per l’Università, per la elevazione della cultura, per il valore della ricerca scientifica, per il ritrovamento del senso originario dell’istituzione accademica, nata non a caso nell’Europa cristiana dell’età di mezzo e partendo proprio da quei saperi che per primi hanno forgiato una metodologia scientifica, vale a dire i saperi teologici. Il senso originario che è dato dal convergere delle varie conoscenze verso una "unità di pensiero", come intitolava un contributo montiniano sulla rivista Studium negli anni ’30; dal pluriversum all’universum, che persegue un quadro unitario del sapere nella difesa della ragione ed al tempo stesso della fede. La sua idea di Università può essere comparata a quella del grande convertito dell’Ottocento: John Henry Newmann.

A ben riflettere quelle parole, vergate quasi un secolo fa, appaiono quanto mai attuali per aiutare a mantenere la rotta della navicella universitaria, mentre la contemporaneità può disorientare e sospingere altrove. Quel riferimento all’ "unità di pensiero" come proprium dell’Università appare attuale, per rapporto ad una realtà nella quale l’iper specializzazione e la frammentazione dei saperi ha investito lo stesso patrimonio genetico dell’istituzione accademica, dato, appunto, dal volgere ad unità la molteplicità delle scienze.

È un riferimento che acquista poi un senso particolare e particolarmente rilevante per una Università, qual è la nostra, che ha una profonda vocazione umanistica.

Ora, si dirà, tutte queste cose sono note. È vero: ma solo fino ad un certo punto, perché le più giovani generazioni non ne sanno nulla, o quasi. Soprattutto sono cose note per spunti e frammenti, per memorie sparse, per ricordi di sopravvissuti che giorno dopo giorno scompaiono, per sondaggi scientifici particolari e parziali, condotti su fonti inevitabilmente limitate. Oggi, invece, si cominciano a aprire gli archivi fondamentali, le fonti di conoscenza si moltiplicano ed un immane lavoro di ricerca attende gli studiosi.

Dunque l’istituzione di una cattedra universitaria intitolata a Giovanni Battista Montini-Paolo VI ha un doppio e chiaro significato progettuale: favorire un programma di indagini sistematiche sui diversi aspetti della poliedrica figura del sacerdote bresciano e contestualmente, com’è proprio di ogni comunità accademica, promuovere la conoscenza di questo gigante ai giovani di oggi, facendoli partecipare alla affascinante avventura della scoperta di sempre nuovi orizzonti.

[00681-01.01] [Testo originale: Italiano]

INTERVENTO DELL’AVV. MICHELE BONETTI

L’Istituto Paolo VI di Brescia e il ‘Progetto per l’istituzione di una Cattedra in
Storia della Chiesa contemporanea intitolata
a Giovanni Battista Montini – Paolo VI’ presso la L.U.M.S.A.

Non è casuale che l’Istituto Paolo VI di Brescia si faccia copromotore, presso la L.U.M.S.A. di Roma, di una cattedra intitolata a Papa Montini. E’ il doveroso omaggio di un’istituzione bresciana ad un grande figlio della sua tradizione. Una tale iniziativa ben si innesta in un tessuto culturale che viene da lontano e che costituisce la cifra di una terra che ha saputo formare coscienze alte. Infatti, la mirabile figura di Papa Paolo VI si staglia, nel panorama della storia della Chiesa e dell’umanità, non solo come dono singolare, in sé, ma anche come frutto della fede che la cattolicità bresciana, in cui è nato, ha saputo testimoniare.

Una figura, dunque, che si impone per le sue qualità, ma che dà pure conto della educazione al senso religioso delle cose, che ha respirato nella vita delle persone e delle istituzioni bresciane.

La terra natale di Papa Montini si è caratterizzata e si caratterizza tuttora per una singolare sintonia, di operatività e di spiritualità: l’impegno di donne e uomini - laici, religiosi e presbiteri -, in sinergia, a maturare e coltivare una presenza nel mondo fatta di responsabilità individuale e di responsabilità collettiva. La responsabilità collettiva si esprime anche in ciò che, a Brescia, si chiamano le "nostre istituzioni". "Nostre" non nel senso possessivo del termine, quanto nell’accezione di adesione ideale.

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Così, tra le "nostre istituzioni", il 29 giugno 1977, è sorta l’Opera per l’Educazione Cristiana (O.E.C.), fondazione di culto e religione, eretta con decreto dell’Ordinario diocesano e riconosciuta agli effetti civili con decreto del Presidente della Repubblica del luglio del 1978. Essa si colloca all’interno della storia del movimento cattolico bresciano, nel contesto della missione educativa che ne anima tante iniziative. La sua denominazione richiama quella adottata a suo tempo, per l’Opera da Lui promossa, dal Beato Giuseppe Tovini, della cui memoria è stato custode il servo di Dio Vittorino Chizzolini, animatore dell’Editrice La Scuola, altra perla del mondo bresciano.

Statutariamente, lo scopo dell’Opera è di «contribuire alla diffusione della fede cristiana nel campo della cultura, dell’educazione e della istruzione» e di sostenere a questo fine le «attività volte all’approfondimento e alla diffusione della cultura cristiana». Fra i vari settori di interesse - l’ambito formativo, quello editoriale, quello partecipativo - spicca la promozione dell’Istituto Paolo VI.

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L’Istituto Paolo VI è sorto all’indomani della morte del Papa bresciano (il 6 agosto 1978) quale Centro Internazionale di documentazione e studi.

Esso ebbe all’origine lo stimolo d’un Comitato d’onore i cui autorevoli Componenti ne approvarono la costituzione.

Entrò subito in funzione un Comitato Scientifico che vide riunirsi esperti qualificati nelle varie materie attinenti allo scopo che i promotori si erano prefissi: la creazione di un plesso di ricerca scientifica circa il pensiero e l’opera di Giovanni Battista Montini-Paolo VI (nato a Concesio-Brescia, il 26 settembre 1897): Sacerdote, dotto diplomatico nella Segreteria di Stato Vaticana, di cui fu Sostituto dal dicembre 1937, poi (dalla fine 1954) Arcivescovo della Diocesi ambrosiana, quindi (dal 21 giugno 1963) Sommo Pontefice della Chiesa universale; ma Egli fu altresì uomo di acuta intelligenza e pastore di intima ed alta ispirazione religiosa, eminente ecclesiastico, pensatore appassionato e colto immerso nella problematica non solo culturale, ma pure nelle vicende storiche che andavano segnando – nel XX secolo – la vita nazionale e quella mondiale; rivelando Egli, allora, una vocazione in special modo volta alla educazione della gioventù, con particolare dedizione per la formazione di un ceto intellettuale socialmente impegnato - specie nel contesto italiano - ad ispirazione cattolica. Con un’impronta unica, capace di generare un approccio alla vita e alle cose qualificabile come "linea montiniana"

*

Si avviò così, con l’Istituto Paolo VI, un disegno operativo che vide crescere, gradualmente, una realtà istituzionale nella quale oggi si ritrovano:

- un Archivio, con oltre centomila documenti, in rilevantissima parte costituiti da scritti di Montini-Paolo VI e moltissimi originali autografi. Sono altresì accolti documenti attinenti al suo pensiero e alla sua opera, oltre che fondi riguardanti personalità a lui correlate;

- una Biblioteca specializzata, che accoglie i diecimila volumi già della biblioteca personale di Giovanni Battista Montini, nonché 23.000 volumi acquisiti dall’Istituto (dal suo inizio in poi), sempre relativi all’"età montiniana" ed agli eventi che alla stessa possono ricondursi;

- sono stati altresì proposti e svolti undici "Colloqui Internazionali di Studio" [a Brescia, Milano, Roma: su "Ecclesiam Suam"; "Giovanni Battista Montini, Arcivescovo di Milano e il Concilio Ecumenico Vaticano II. Preparazione e primo periodo"; "Paolo VI e i problemi ecclesiologici al Concilio"; "Paolo VI e il rapporto Chiesa-mondo al Concilio"; "Paolo VI e la collegialità episcopale"; "L'esortazione apostolica di Paolo VI ‘Evangelii nuntiandi’. Storia, contenuti e ricezione"; "Paolo VI e l'ecumenismo"; "I viaggi apostolici di Paolo VI"; "‘Dignitatis Humanae’: la libertà religiosa in Paolo VI"; "La trasmissione della fede. L’impegno di Paolo VI"; "Verso la civiltà dell’amore. Paolo VI e la costruzione della comunità umana"] e venti "Giornate di Studio" [in tutt’Europa, in America del Nord, in America Latina, in Terrasanta; la prossima sarà in Africa], volte all’approfondimento del pensiero e dell’opera montiniana;

- parallela è l’attività editoriale, che si è voluto facesse capo alla "Editrice Studium" di Roma, a suo tempo fondata da Montini, quand’era Assistente Nazionale della FUCI (Federazione Universitaria Cattolica Italiana). Le pubblicazioni sinora edite superano la settantina, e sono in lingua italiana, inglese, francese, tedesca e spagnola;

- infine, l’Istituto bandisce, ogni cinque anni, il "Premio Internazionale Paolo VI", assegnato a «personalità o ad istituzioni la cui opera abbia contribuito in modo rilevante alla cultura di ispirazione religiosa». Il conferimento dei Premi è stato solennemente sancito in apposite udienze dai Papi Giovanni Paolo II e Benedetto XVI [destinatari sono stati: nell’ambito degli studi teologici, Hans Urs von Balthasar; nell’ambito della musica, Olivier Messiaen; nell’ambito dell’ecumenismo, Oscar Cullmann; nell’ambito della promozione dei diritti umani e lo sviluppo dei popoli, Jean Vanier; nell’ambito della filosofia, Paul Ricoeur; nell’ambito dell’educazione, "Sources Chrétiennes"].

Deve sottolinearsi il fatto che tutta l’attività dell’Istituto Paolo VI è compiuta secondo un metodo di rigorosa ricerca scientifica, quindi senza intenti di mera agiografia.

L’Istituto è in rapporto, nel mondo, con oltre cinquemila corrispondenti, tra cui le maggiori Università e Istituzioni accademiche o di studi d’ogni orientamento e indirizzo culturale.

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Nel 1988 pervenne all’Istituto - e per esso all’Opera per l’Educazione Cristiana - una cospicua donazione di opere d’arte, per disposizione di S.E. Mons. Pasquale Macchi, segretario particolare di Papa Paolo VI e suo esecutore testamentario. L’Istituto, per non estendere la sua operatività diretta oltre gli ambiti originari suindicati, promosse allora la costituzione di un apposito ente, denominato "Associazione Arte e Spiritualità. Centro studi ‘Paolo VI’ sull’arte moderna e contemporanea", chiamando a farne parte personalità ed istituzioni disponibili ad un impegno per la distinta valorizzazione culturale e museale di questo complesso di beni.

L’Associazione ottenne - a sua volta - il riconoscimento della personalità giuridica da parte della Regione Lombardia ed opera con suoi organi amministrativi, sulla base di apposito Statuto.

Le opere d’arte pervenute da Papa Montini, cui se ne sono col tempo aggiunte altre, dono di artisti e benefattori, sono state affidate alla citata Associazione: si tratta, oggi, di oltre settemila opere - dipinti, sculture, formelle, disegni -, costituenti un complesso espositivo di particolare pregio, che rimanda al Papa bresciano ed alla sua rinnovata "amicizia" con gli artisti.

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Nel 1997 l’ing. Vittorio Montini, cugino di Paolo VI, morendo il 15 agosto, lasciò in legato all’Istituto, la casa ove era nato Giovanni Battista, il futuro Pontefice, affinché - e a condizione che - esso concorresse con tale realtà a onorarne la memoria.

Il Consiglio Direttivo dell’Opera per l’Educazione Cristiana valutò la situazione così determinatasi, e deliberò di accettare il legato, atteso il significato altamente morale e simbolico che vi era correlato. Ma, ritenendo che, per l’intangibilità oggettiva, sotto il profilo edilizio, della Casa Natale, la si dovesse tuttavia conservare e tutelare - nella sua struttura, oltre che per l’arredo e la sua funzionalità -, dispose la progettazione, nella succitata adiacenza, di una nuova Sede, ove accogliere, oltre l’Istituto, il complesso delle opere d’arte pervenute in donazione.

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Si è così giunti alla progettazione (commissionata all’Architetto Piero Cadeo di Brescia), e quindi all’attuazione, del complesso denominato "Centro Internazionale di Studi Paolo VI", con sede in Concesio (Brescia), via Guglielmo Marconi 15.

Esso abbraccia tre "corpi di fabbrica" coordinati tra loro, ma ben differenziati:

1) la sede dell’O.E.C., e con essa quella dell’Istituto, con Archivio, Biblioteca, Uffici;

2) la sede dell’"Arte e Spiritualità" (con ampia adeguata ubicazione del museo, in cui le opere, di sapore montiniano, respirano col garbo loro dovuto);

3) un Auditorium (destinato all’accoglienza di iniziative culturali correlabili alle attività dell’Istituto e della detta Associazione, aperto convenzionalmente altresì a compatibili iniziative degli enti territoriali locali, pubblici e privati).

Il complesso è funzionalmente operativo in tutte le sue parti.

L’inaugurazione ufficiale è avvenuta in data 8 novembre 2009, alla presenza del Santo Padre Benedetto XVI, che ha pronunciato parole alte e indimenticabili circa la giovinezza del messaggio cristiano di cui Papa Montini ha saputo dare conto e circa la responsabilità a indagare la via di fede che Paolo VI ha indicato.

* * *

In questo contesto d’ispirazione si colloca il nostro concorso all’iniziativa che oggi viene qui presentata, che guarda in modo particolare al ruolo che a Roma Paolo VI ha avuto, sia nell’ambito ecclesiale, sia nella comunità civile della storia del Novecento. Ciò, perché la "linea montiniana" nelle cose del mondo possa essere sempre più e sempre meglio riscoperta, a partire dall’approfondimento ed all’interessamento di giovani energie, che una cattedra accademica intitolata a Papa Montini ha l’onore e l’onere di coltivare.

[00682-01.02] [Testo originale: Italiano]

INTERVENTO DEL DOTT. SERGIO GATTI

Il sistema del Credito Cooperativo italiano (BCC – Credito Cooperativo) sosterrà, per un triennio, la nuova Cattedra in Storia della Chiesa contemporanea della Università Lumsa, intitolata alla figura di Giovanni Battista Montini – Papa Paolo VI.

Il Credito Cooperativo è convinto della necessità di approfondire, nell’attuale momento storico, la figura e l’opera di Papa Montini in rapporto all’evoluzione della società e della politica italiana. Montini fu il Papa che concluse il Concilio Vaticano II (di cui quest’anno si celebra il 50°Anniversario) anticipando, all’interno della Chiesa, i grandi temi che, in pochi anni, sarebbero diventati fondamentali per gli equilibri sociali ed economici dell’intero pianeta: la necessità di uno sviluppo sostenibile ed attento ai più deboli - ovunque nel mondo; la priorità della salvaguardia della vita umana di fronte alle derive del razionalismo e del materialismo; la costante attenzione ai temi della buona politica e del bene comune, minacciati dall’indebolimento dell’etica individuale e, negli ultimi anni, dalla violenza del terrorismo.

Montini è stato un Papa che ha vissuto direttamente, in piena consapevolezza, un periodo storico complesso, cercando di decodificare la realtà alla luce del Vangelo con una visione del mondo aperta, nella quale i laici avrebbero dovuto assumere un ruolo sempre più significativo. Da qui l’importanza e l’attualità del Suo Magistero, in grado ancora oggi di aiutare a "comprendere" il presente ed avere dei punti di riferimento costanti.

Il Credito Cooperativo è un sistema di oltre 400 Banche di Credito Cooperativo e Casse Rurali (BCC), presenti sul territorio italiano con oltre 4.400 sportelli. Sono Banche cooperative, mutualistiche, autonome. Inserite in un sistema a rete che ne valorizza la vocazione localistica. Le loro origini, storicamente, si rifanno ai principi guida del cattolicesimo sociale inscritti nella Enciclica Rerum Novarum di Papa Leone XIII. La formula cooperativa ne enfatizza gli elementi di democrazia e solidarietà economica, rivelatisi essenziali, dallo scoppio della crisi, per proseguire nella costante azione delle BCC a favore di famiglie ed imprese. Nella Enciclica Caritas in veritate di Papa Benedetto XVI sono indicate come "espressione di amore intelligente".

[00683-01.01] [Testo originale: Italiano]

[B0287-XX.02]