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L’UDIENZA GENERALE, 25.04.2012


L’UDIENZA GENERALE

CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE  

SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE  

L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 10.30 in Piazza San Pietro dove il Santo Padre Benedetto XVI ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli giunti dall’Italia e da ogni parte del mondo.
Nel discorso in lingua italiana il Papa, continuando la catechesi sulla preghiera negli Atti degli Apostoli, ha incentrato la sua meditazione sul primato della preghiera e dell’annuncio della Parola di Dio (cfr At 6,1-7).
Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Santo Padre ha rivolto particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti.
L’Udienza generale si è conclusa con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica impartita insieme ai Vescovi presenti.

CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

Cari fratelli e sorelle,

nella scorsa catechesi, ho mostrato che la Chiesa, fin dagli inizi del suo cammino, si è trovata a dover affrontare situazioni impreviste, nuove questioni ed emergenze a cui ha cercato di dare risposta alla luce della fede, lasciandosi guidare dallo Spirito Santo. Oggi vorrei soffermarmi a riflettere su un’altra di queste situazioni, su un problema serio che la prima comunità cristiana di Gerusalemme ha dovuto fronteggiare e risolvere, come ci narra san Luca nel capitolo sesto degli Atti degli Apostoli, circa la pastorale della carità verso le persone sole e bisognose di assistenza e aiuto. La questione non è secondaria per la Chiesa e rischiava in quel momento di creare divisioni all’interno della Chiesa; il numero dei discepoli, infatti, andava aumentando, ma quelli di lingua greca iniziavano a lamentarsi contro quelli di lingua ebraica perché le loro vedove venivano trascurate nella distribuzione quotidiana (cfr At 6,1). Di fronte a questa urgenza che riguardava un aspetto fondamentale nella vita della comunità, cioè la carità verso i deboli, i poveri, gli indifesi, e la giustizia, gli Apostoli convocano l’intero gruppo dei discepoli. In questo momento di emergenza pastorale risalta il discernimento compiuto dagli Apostoli. Essi si trovano di fronte all’esigenza primaria di annunciare la Parola di Dio secondo il mandato del Signore, ma - anche se è questa l'esigenza primaria della Chiesa - considerano con altrettanta serietà il dovere della carità e della giustizia, cioè il dovere di assistere le vedove, i poveri, di provvedere con amore alle situazioni di bisogno in cui si vengono a trovare i fratelli e le sorelle, per rispondere al comando di Gesù: amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi (cfr Gv 15,12.17). Quindi le due realtà che devono vivere nella Chiesa - l'annuncio della Parola, il primato di Dio, e la carità concreta, la giustizia -, stanno creando difficoltà e si deve trovare una soluzione, perché ambedue possano avere il loro posto, la loro relazione necessaria. La riflessione degli Apostoli è molto chiara, dicono, come abbiamo sentito: «Non è giusto che noi lasciamo da parte la Parola di Dio per servire alle mense. Dunque, fratelli, cercate fra voi sette uomini di buona reputazione, pieni di Spirito e di sapienza, ai quali affideremo questo incarico. Noi, invece, ci dedicheremo alla preghiera e al servizio della Parola» (At 6,2-4).

Due cose appaiono: primo, esiste da quel momento nella Chiesa, un ministero della carità. La Chiesa non deve solo annunciare la Parola, ma anche realizzare la Parola, che è carità e verità. E, secondo punto, questi uomini non solo devono godere di buona reputazione, ma devono essere uomini pieni di Spirito Santo e di sapienza, cioè non possono essere solo organizzatori che sanno «fare», ma devono «fare» nello spirito della fede con la luce di Dio, nella sapienza nel cuore, e quindi anche la loro funzione - benché soprattutto pratica - è tuttavia una funzione spirituale. La carità e la giustizia non sono solo azioni sociali, ma sono azioni spirituali realizzate nella luce dello Spirito Santo. Quindi possiamo dire che questa situazione viene affrontata con grande responsabilità da parte degli Apostoli, che prendono questa decisione: vengono scelti sette uomini; gli Apostoli pregano per chiedere la forza dello Spirito Santo; e poi impongono loro le mani perché si dedichino in modo particolare a questa diaconia della carità. Così, nella vita della Chiesa, nei primi passi che essa compie, si riflette, in un certo modo, quanto era avvenuto durante la vita pubblica di Gesù, in casa di Marta e Maria a Betania. Marta era tutta presa dal servizio dell’ospitalità da offrire a Gesù e ai suoi discepoli; Maria, invece, si dedica all’ascolto della Parola del Signore (cfr Lc 10,38-42). In entrambi i casi, non vengono contrapposti i momenti della preghiera e dell’ascolto di Dio, e l’attività quotidiana, l’esercizio della carità. Il richiamo di Gesù: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno, Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta» (Lc 10,41-42), come pure la riflessione degli Apostoli: «Noi… ci dedicheremo alla preghiera e al servizio della Parola» (At 6,4), mostrano la priorità che dobbiamo dare a Dio, Non vorrei entrare adesso nell'interpretazione di questa pericope Marta-Maria. In ogni caso non va condannata l'attività per il prossimo, per l'altro, ma va sottolineato che deve essere penetrata interiormente anche dallo spirito della contemplazione. D'altra parte, sant'Agostino dice che questa realtà di Maria è una visione della nostra situazione del cielo, quindi sulla terra non possiamo mai averla completamente, ma un po' di anticipazione deve essere presente in tutta la nostra attività. Deve essere presente anche la contemplazione di Dio. Non dobbiamo perderci nell'attivismo puro, ma sempre lasciarci anche penetrare nella nostra attività dalla luce della Parola di Dio e così imparare la vera carità, il vero servizio per l'altro, che non ha bisogno di tante cose - ha bisogno certamente delle cose necessarie - ma ha bisogno soprattutto dell'affetto del nostro cuore, della luce di Dio.

Sant’Ambrogio, commentando l’episodio di Marta e Maria, così esorta i suoi fedeli e anche noi: «Cerchiamo di avere anche noi ciò che non ci può essere tolto, porgendo alla parola del Signore una diligente attenzione, non distratta: capita anche ai semi della parola celeste di essere portati via, se sono seminati lungo la strada. Stimoli anche te, come Maria, il desiderio di sapere: è questa la più grande, più perfetta opera» E aggiunge che anche «la cura del ministero non distragga dalla conoscenza della parola celeste», dalla preghiera (Expositio Evangelii secundum Lucam, VII, 85: PL 15, 1720). I Santi, quindi, hanno sperimentato una profonda unità di vita tra preghiera e azione, tra l’amore totale a Dio e l’amore ai fratelli. San Bernando, che è un modello di armonia tra contemplazione ed operosità, nel libro De consideratione, indirizzato al Papa Eugenio III per offrigli alcune riflessioni circa il suo ministero, insiste proprio sull’importanza del raccoglimento interiore, della preghiera per difendersi dai pericoli di una attività eccessiva, qualunque sia la condizione in cui ci si trova e il compito che si sta svolgendo. San Bernardo afferma che le troppe occupazioni, una vita frenetica, spesso finiscono per indurire il cuore e far soffrire lo spirito (cfr II, 3).

E’ un prezioso richiamo per noi oggi, abituati a valutare tutto con il criterio della produttività e dell’efficienza. Il brano degli Atti degli Apostoli ci ricorda l’importanza del lavoro - senza dubbio viene creato un vero e proprio ministero -, dell’impegno nelle attività quotidiane che vanno svolte con responsabilità e dedizione, ma anche il nostro bisogno di Dio, della sua guida, della sua luce che ci danno forza e speranza. Senza la preghiera quotidiana vissuta con fedeltà, il nostro fare si svuota, perde l’anima profonda, si riduce ad un semplice attivismo che, alla fine, lascia insoddisfatti. C’è una bella invocazione della tradizione cristiana da recitarsi prima di ogni attività, che dice così: «Actiones nostras, quæsumus, Domine, aspirando præveni et adiuvando prosequere, ut cuncta nostra oratio et operatio a te semper incipiat, et per te coepta finiatur», cioè: «Ispira le nostre azioni, Signore, e accompagnale con il tuo aiuto, perché ogni nostro parlare ed agire abbia sempre da te il suo inizio e in te il suo compimento». Ogni passo della nostra vita, ogni azione, anche della Chiesa, deve essere fatta davanti a Dio, alla luce della sua Parola.

Nella catechesi del mercoledì scorso avevo sottolineato la preghiera unanime della prima comunità cristiana di fronte alla prova e come, proprio nella preghiera, nella meditazione sulla Sacra Scrittura essa ha potuto comprendere gli eventi che stavano accadendo. Quando la preghiera è alimentata dalla Parola di Dio, possiamo vedere la realtà con occhi nuovi, con gli occhi della fede e il Signore, che parla alla mente e al cuore, dona nuova luce al cammino in ogni momento e in ogni situazione. Noi crediamo nella forza della Parola di Dio e della preghiera. Anche la difficoltà che stava vivendo la Chiesa di fronte al problema del servizio ai poveri, alla questione della carità, viene superata nella preghiera, alla luce di Dio, dello Spirito Santo. Gli Apostoli non si limitano a ratificare la scelta di Stefano e degli altri uomini. ma «dopo aver pregato, imposero loro le mani» (At 6,6). L’Evangelista ricorderà nuovamente questi gesti in occasione dell’elezione di Paolo e Barnaba, dove leggiamo: «dopo aver digiunato e pregato, imposero loro le mani e li congedarono» (At 13,3). Conferma di nuovo che il servizio pratico della carità è un servizio spirituale. Ambedue le realtà devono andare insieme.

Con il gesto dell’imposizione delle mani, gli Apostoli conferiscono un ministero particolare a sette uomini, perché sia data loro la grazia corrispondente. La sottolineatura della preghiera – «dopo aver pregato», dicono – è importante perché evidenzia proprio la dimensione spirituale del gesto; non si tratta semplicemente di conferire un incarico come avviene in un’organizzazione sociale, ma è un evento ecclesiale in cui lo Spirito Santo si appropria di sette uomini scelti dalla Chiesa, consacrandoli nella Verità che è Gesù Cristo: è Lui il protagonista silenzioso, presente nell’imposizione delle mani affinché gli eletti siano trasformati dalla sua potenza e santificati per affrontare le sfide pratiche, le sfide pastorali. E la sottolineatura della preghiera ci ricorda inoltre che solo dal rapporto intimo con Dio coltivato ogni giorno nasce la risposta alla scelta del Signore e viene affidato ogni ministero nella Chiesa.

Cari fratelli e sorelle, il problema pastorale che ha indotto gli Apostoli a scegliere e ad imporre le mani su sette uomini incaricati del servizio della carità, per dedicarsi loro stessi alla preghiera e all’annuncio della Parola, indica anche a noi il primato della preghiera e della Parola di Dio, che, tuttavia, produce poi anche l'azione pastorale. Per i Pastori questa è la prima e più preziosa forma di servizio verso il gregge loro affidato. Se i polmoni della preghiera e della Parola di Dio non alimentano il respiro della nostra vita spirituale, rischiamo di soffocare in mezzo alle mille cose di ogni giorno: la preghiera è il respiro dell’anima e della vita. E c’è un altro prezioso richiamo che vorrei sottolineare: nel rapporto con Dio, nell’ascolto della sua Parola, nel dialogo con Dio, anche quando ci troviamo nel silenzio di una chiesa o della nostra stanza, siamo uniti nel Signore a tanti fratelli e sorelle nella fede, come un insieme di strumenti che, pur nella loro individualità, elevano a Dio un’unica grande sinfonia di intercessione, di ringraziamento e di lode. Grazie.

[00533-01.02] [Testo originale: Italiano]

SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE

Sintesi della catechesi in lingua francese

Sintesi della catechesi in lingua inglese  

Sintesi della catechesi in lingua tedesca  

Sintesi della catechesi in lingua spagnola  

Sintesi della catechesi in lingua portoghese  

Sintesi della catechesi in lingua francese

Chers frères et sœurs,

l’Église doit affronter des situations imprévues dès le début. Les Actes des apôtres racontent comment la première communauté chrétienne dut résoudre le problème de la pastorale de la charité envers des personnes dans le besoin, particulièrement les veuves. Face à l’urgence de cet aspect de la vie communautaire, les Apôtres prennent ensemble la décision de choisir sept hommes qui exerceront la diaconie de la charité, pour qu’eux-mêmes puissent ‘se consacrer à la prière et au service de la Parole’. Ils montrent ainsi la priorité à donner à Dieu, à la prière personnelle ou communautaire. Sans elle, on risque de s’agiter et de se préoccuper inutilement au plan ecclésial et pastoral. Prière et service de la Parole sont liés. La vie des Saints manifeste l’unité profonde entre la prière et l’action, entre l’amour total pour Dieu et celui pour les frères. Trop d’occupations, une vie frénétique finissent souvent par endurcir le cœur. Chers amis, ce rappel est précieux  aujourd’hui alors que nous évaluons tout à l’aune de la productivité et de l’efficacité ! Le travail est important, mais nous avons aussi besoin de Dieu, de sa lumière. Sans la prière quotidienne, l’activisme nous guette. La prière est la respiration de l’âme et de la vie.

Je salue les pèlerins francophones, particulièrement les nombreux groupes diocésains et paroissiaux accompagnés par leurs Évêques respectifs, ainsi que les catéchistes de Strasbourg et tous les jeunes français et suisses venus à Rome. Puissiez-vous redécouvrir le goût de la prière pour répondre chaque jour à l’appel du Seigneur. Bon pèlerinage à tous !

[00534-03.01] [Texte original: Français]

Sintesi della catechesi in lingua inglese

Dear Brothers and Sisters,

In our catechesis on Christian prayer, we now consider the decision of the early Church to set aside seven men to provide for the practical demands of charity (cf. Acts 6:1-4). This decision, made after prayer and discernment, provided for the needs of the poor while freeing the Apostles to devote themselves primarily to the word of God. It is significant that the Apostles acknowledge the importance of both prayer and works of charity, yet clearly give priority to prayer and the proclamation of the Gospel. In every age the saints have stressed the deep vital unity between contemplation and activity. Prayer, nourished by faith and enlightened by God’s word, enables us to see things in a new way and to respond to new situations with the wisdom and insight bestowed by the Holy Spirit. In our own daily lives and decisions, may we always draw fresh spiritual breath from the two lungs of prayer and the word of God; in this way, we will respond to every challenge and situation with wisdom, understanding and fidelity to God’s will.

I greet all the English-speaking pilgrims and visitors present at today’s Audience, including those from England, Finland, Sweden, Nigeria, India, Indonesia, Malaysia, the Philippines and the United States of America. Upon you and your families I cordially invoke the joy and peace of the Risen Lord.

[00535-02.01] [Original text: English]

Sintesi della catechesi in lingua tedesca

Liebe Brüder und Schwestern!

In der letzten Katechese vorigen Mittwoch habe ich am Beispiel der ersten christlichen Gemeinde von Jerusalem gezeigt, wie die Kirche auf neue Situationen immer wieder aus dem Licht des Glaubens nach Antworten sucht und Antworten findet. Die Apostelgeschichte berichtet uns da von der Situation der Verfolgung, auf die Antwort zu finden ist. Heute möchte ich eine andere Situation beleuchten, nämlich das Problem, das das Wachstum der Urgemeinde mit sich brachte. Es gab die Gefahr der Spaltung zwischen aramäisch und griechisch sprechenden Gläubigen, denn die Bedürftigen der griechisch sprechenden Gläubigen fühlten sich vernachlässigt bei der Zuteilung der guten Gaben. In dieser Situation einer drohenden Spaltung riefen die Apostel die Jünger zusammen, um diese für das Leben der Kirche grundlegende Frage zu entscheiden. Sie selber, die Apostel, wollten gemäß dem Auftrag des Herrn dem Gebet und der Verkündigung des Wortes Gottes den ersten Platz geben. Die ebenfalls wichtige Aufgabe der Sorge um die Notleidenden, die sie nicht angemessen mitbewältigen konnten, vertrauten sie daraufhin »sieben Männern von gutem Ruf und voll Geist und Weisheit« (Apg 6,3) an. Diese Begebenheit aus der Apostelgeschichte unterstreicht die Wichtigkeit der Arbeit und der täglichen Aufgaben, besonders die Wichtigkeit der Gerechtigkeit, des Einsatzes für die Armen und Bedürftigen als eine wirkliche Priorität der heiligen Kirche; sie zeigt aber auch, daß wir zuallererst Gott brauchen. Auch diese sieben Männer, die dafür eingeteilt sind, für die Gerechtigkeit zwischen den Volksgruppen und für die Liebe zu den Armen zu sorgen, müssen Menschen voll Weisheit und Heiligem Geist sein. Es dürfen nicht bloße Macher sein; es müssen Menschen sein, die mit dem Licht des Glaubens, vom Herzen her sehen und handeln. Diese Begebenheit aus der Apostelgeschichte unterstreicht also dieses und zeigt uns, daß ohne die Fähigkeit, innezuhalten und auf den Herrn zu hören und in Dialog mit ihm zu treten, wir Gefahr laufen, uns vergebens Sorgen über Probleme und Schwierigkeiten zu machen, daß wir dann den Maßstab der Gerechtigkeit nicht mehr finden und die Liebe veräußerlicht und bloßer Aktivismus wird. Der hl. Bernhard hat einmal gesagt, daß zu viele Besorgnisse und ein hektisches Leben zunächst gemeint sind, um das Gute zu tun, dann aber doch zur Verhärtung des Herzens führen. Ohne das treue tägliche Gebet, ohne das innere In-Kontakt-Sein mit Gott wird die noch so gut gemeinte Aktivität leer, läßt uns leer zurück und dient auch den anderen nicht. Der Gebetsschatz der Kirche kennt eine schöne Anrufung am Beginn jeder Tätigkeit, die so lautet: »Herr, komm unserem Beten und Arbeiten mit deiner Gnade zuvor und begleite es, damit alles, was wir beginnen, bei dir seinen Anfang nehme und in dir zu Ende komme.«

Ganz herzlich grüße ich alle deutschsprachigen Pilger und Besucher, insbesondere die Gruppe der Hörer des Bayerischen Rundfunks. Inmitten der Herausforderungen des täglichen Miteinanders haben die Apostel den Vorrang Gottes betont. Auch wir wollen die Prioritäten richtig setzen, damit das Gebet und das Wort Gottes der Atem unserer Seele und unseres Lebens sein können und wir nicht unter den vielen Alltagsdingen ersticken und die Maßstäbe verlieren und selber leer werden. Der Herr schenke uns allen dazu seinen Segen.

[00536-05.01] [Originalsprache: Deutsch]

Sintesi della catechesi in lingua spagnola

Queridos hermanos y hermanas:

La Iglesia de los comienzos se encontró con el problema de atender a los necesitados de la comunidad, que los Apóstoles afrontaron bajo la guía del Espíritu Santo, a quien invocan en la oración. La decisión fue instituir un grupo de siete varones de buena reputación, que se ocuparan de ejercer más específicamente el servicio de la caridad para con los menesterosos, esencial para la Iglesia. Así, los Apóstoles podrían centrarse en la oración y el servicio de la Palabra, propio de su ministerio, sin la presión de otras actividades que los pudieran distraer. La oración es del todo prioritaria para la comunidad cristiana que, de este modo, sigue alimentándose de su fuente de vida y, por decirlo así, pone en manos del Espíritu Santo la verdadera y última guía del Pueblo de Dios. Por eso, la actividad pastoral en la Iglesia comienza y termina siempre con la plegaria, que da sentido, fuerza y esperanza a todo nuestro actuar. Sin ello, se corre el riesgo de olvidar el alma profunda de nuestras ocupaciones para convertirlas en mero activismo, dictado por nuestros criterios y sentimientos.

Saludo con afecto a los peregrinos de lengua española, en particular a los grupos venidos de España, México, Guatemala, Venezuela y otros países latinoamericanos. Invito a todos a participar en la apasionante tarea de edificar la Iglesia de Cristo en todas sus facetas, no solamente con buena voluntad, sino santificando con la oración cada uno de los pasos de nuestro hacer. Muchas gracias.

[00537-04.01] [Texto original: Español]

Sintesi della catechesi in lingua portoghese

Queridos irmãos e irmãs,

A Igreja, desde o início, se deparou com situações imprevistas, às quais procurou dar resposta à luz da fé, guiada pelo Espírito Santo. Assim, com o crescimento do número dos discípulos, os fiéis de língua grega começaram a queixar-se que as suas viúvas estavam sendo deixadas de lado. Os Apóstolos, embora cientes de que a prioridade da sua missão era o anúncio da Palavra de Deus, todavia não ignoravam a necessidade de dar assistência aos fracos, pobres e indefesos, segundo o mandato de Jesus: "amai-vos uns aos outros como eu vos amei". Por isso, foram escolhidos sete homens de boa fama para o serviço da caridade, ao passo que os Apóstolos se dedicariam inteiramente à oração e ao serviço da Palavra. Este exemplo nos ensina que, no meio das atividades de cada dia, não devemos perder de vista a prioridade da nossa relação com Deus na oração. Num mundo acostumado a avaliar tudo segundo os critérios da produtividade e eficiência, é importante lembrar que, sem a oração, a nossa atividade se esvazia, convertendo-se em puro ativismo, que nos deixa insatisfeitos. A oração deve ser para nós como que a respiração da alma e da vida.

Uma saudação cordial aos diversos grupos de brasileiros e demais peregrinos de língua portuguesa, nomeadamente aos fiéis da Diocese de Serrinha acompanhados do seu Bispo, Dom Ottorino Assolari. No meio dos inúmeros afazeres diários, é justamente na oração, alimentada pela Palavra de Deus, que encontrareis novas luzes para vos guiar em cada momento e situação. E que Deus vos abençoe a vós e vossas famílias.

[00538-06.01] [Texto original: Português]

SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE

Saluto in lingua polacca

Saluto in lingua croata

Saluto in lingua slovacca

Saluto in lingua ungherese

Saluto in lingua italiana

Saluto in lingua polacca

Serdecznie pozdrawiam obecnych tu polskich pielgrzymów. Moi drodzy, modlitwa i słuchanie Słowa Bożego są oddechem duszy i źródłem życia duchowego. Jest to też fundament i przejaw jedności wszystkich, którzy wielbią Boga, dziękują i proszą z wiarą i miłością. Niech Wasze pielgrzymowanie będzie szkołą modlitwy i medytacji! Niech Bóg Wam błogosławi!

[Saluto cordialmente i pellegrini polacchi qui presenti. Carissimi, la preghiera e l’ascolto della Parola di Dio sono il respiro dell’anima e la fonte della vita spirituale. E’ anche questo il fondamento e l’espressione dell’unione di tutti coloro che alzano a Dio la lode, il ringraziamento e l’intercessione con fede e amore. Il vostro pellegrinare sia una scuola di preghiera e di meditazione! Dio vi benedica!]

[00539-09.01] [Testo originale: Polacco]

Saluto in lingua croata

Od srca pozdravljam i blagoslivljam sve hrvatske hodočasnike, a osobito vjernike iz župe Blažene Djevice Marije Kraljice apostola te dječji zbor „Klinci s Ribnjaka" zajedno s gradonačelnikom grada Zagreba. Dragi prijatelji, molitvom i pjesmom hrabro svjedočite uskrsnu radost. Hvaljen Isus i Marija!

[Di cuore saluto e benedico tutti i pellegrini croati, particolarmente i fedeli della parrocchia "Beata Vergine Maria Regina degli Apostoli" e il coro di voci bianche "Klinci s Ribnjaka", insieme con il Sindaco di Zagabria. Cari amici, con la preghiera e con il canto testimoniate coraggiosamente la gioia pasquale. Siano lodati Gesù e Maria!]

[00540-AA.01] [Testo originale: Croato]

Saluto in lingua slovacca

S láskou vítam slovenských pútnikov, osobitne z Košíc, Prešova a Žiliny. Bratia a sestry, budúcu nedeľu budeme sláviť Deň modlitby za duchovné povolania. Proste Krista, Dobrého Pastiera, aby stále posielal nových pracovníkov do svojej služby. Ochotne žehnám vás i vašich drahých.

Pochválený buď Ježiš Kristus!

[Con affetto do il benvenuto ai pellegrini slovacchi, particolarmente a quelli provenienti da Košice, Prešov e Žilina. Fratelli e sorelle, domenica prossima celebreremo la Giornata di preghiera per le Vocazioni. Domandate a Cristo, Buon Pastore, di mandare sempre nuovi operai al suo servizio. Volentieri benedico voi ed i vostri cari. Sia lodato Gesù Cristo!]

[00541-AA.01] [Testo originale: Slovacco]

Saluto in lingua ungherese

Isten hozta a magyar zarándokokat! Szeretettel köszöntelek Benneteket, különösen is azokat, akik Belgiumból érkeztek. Amint egykor az apostolok, Ti is örömmel és bátran hirdessétek a feltámadott Krisztust! Szívből adom rátok apostoli áldásomat. Dicsértessék a Jézus Krisztus!

[Un saluto cordiale ai fedeli di lingua ungherese, specialmente ai membri del gruppo arrivato da Belgio. Come un tempo gli apostoli, anche voi lieti e coraggiosi annunciate il Cristo risorto. Di cuore vi benedico! Sia lodato Gesù Cristo!]

[00542-AA.01] [Testo originale: Ungherese]

Saluto in lingua italiana

Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare, saluto i fedeli di Bari, accompagnati dall’Arcivescovo Mons. Francesco Cacucci, che ricordano il quarto Centenario di fondazione del Seminario diocesano, per il quale auspico una feconda prosecuzione dell’opera formativa a servizio dei candidati al sacerdozio. Saluto i partecipanti al pellegrinaggio delle Suore Minime della Passione, guidato dall’Arcivescovo di Cosenza-Bisignano Mons. Salvatore Nunnari, e li esorto, sull’esempio della Beata Elena Aiello, a continuare il cammino di fede e di carità. Saluto le famiglie con vittime di incidenti stradali e, mentre assicuro la mia preghiera per quanti hanno perso la vita sulle strade, ricordo il dovere di guidare sempre con prudenza e senso di responsabilità. Saluto i partecipanti al corso «Progetto Policoro» e faccio voti che esso, alla luce dei valori evangelici, possa sostenere quanti si adoperano in favore delle problematiche lavorative delle giovani generazioni. Saluto con affetto il gruppo Guide e Scout d’Europa Cattolici, di Mortara: cari amici, testimoniate con gioia la fede in Gesù Cristo che vi chiama a edificare insieme con i vostri Pastori la sua Chiesa.

Rivolgo, infine, il mio pensiero ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli. Cari giovani, ponetevi alla scuola di Cristo per imparare a seguire fedelmente le sue orme. Voi, cari ammalati, accogliete con fede le vostre prove e vivetele in unione a quelle di Cristo. A voi, cari sposi novelli, auguro di diventare servitori generosi del Vangelo della vita.

[00543-01.01] [Testo originale: Italiano]

[B0232-XX.02]