Sala Stampa

www.vatican.va

Sala Stampa Back Top Print Pdf
Sala Stampa


MESSAGGIO PASQUALE DEL SANTO PADRE E BENEDIZIONE "URBI ET ORBI", 08.04.2012


Alle ore 12, dalla loggia centrale della Basilica Vaticana, il Santo Padre Benedetto XVI rivolge ai fedeli presenti in Piazza San Pietro ed a quanti lo ascoltano attraverso la radio e la televisione il Messaggio che riportiamo di seguito:

MESSAGGIO DEL SANTO PADRE

Cari fratelli e sorelle di Roma e del mondo intero!

«Surrexit Christus, spes mea» – «Cristo, mia speranza, è risorto» (Sequenza pasquale).

Giunga a tutti voi la voce esultante della Chiesa, con le parole che l’antico inno pone sulle labbra di Maria Maddalena, la prima ad incontrare Gesù risorto il mattino di Pasqua. Ella corse dagli altri discepoli e, col cuore in gola, annunciò loro: "Ho visto il Signore!" (Gv 20,18). Anche noi, che abbiamo attraversato il deserto della Quaresima e i giorni dolorosi della Passione, oggi diamo spazio al grido di vittoria: "E’ risorto! E’ veramente risorto!".

Ogni cristiano rivive l’esperienza di Maria di Magdala. E’ un incontro che cambia la vita: l’incontro con un Uomo unico, che ci fa sperimentare tutta la bontà e la verità di Dio, che ci libera dal male non in modo superficiale, momentaneo, ma ce ne libera radicalmente, ci guarisce del tutto e ci restituisce la nostra dignità. Ecco perché la Maddalena chiama Gesù "mia speranza": perché è stato Lui a farla rinascere, a donarle un futuro nuovo, un’esistenza buona, libera dal male. "Cristo mia speranza" significa che ogni mio desiderio di bene trova in Lui una possibilità reale: con Lui posso sperare che la mia vita sia buona e sia piena, eterna, perché è Dio stesso che si è fatto vicino fino ad entrare nella nostra umanità.

Ma Maria di Magdala, come gli altri discepoli, ha dovuto vedere Gesù rifiutato dai capi del popolo, catturato, flagellato, condannato a morte e crocifisso. Dev’essere stato insopportabile vedere la Bontà in persona sottoposta alla cattiveria umana, la Verità derisa dalla menzogna, la Misericordia ingiuriata dalla vendetta. Con la morte di Gesù, sembrava fallire la speranza di quanti confidavano in Lui. Ma quella fede non venne mai meno del tutto: soprattutto nel cuore della Vergine Maria, la madre di Gesù, la fiammella è rimasta accesa in modo vivo anche nel buio della notte. La speranza, in questo mondo, non può non fare i conti con la durezza del male. Non è soltanto il muro della morte a ostacolarla, ma più ancora sono le punte acuminate dell’invidia e dell’orgoglio, della menzogna e della violenza. Gesù è passato attraverso questo intreccio mortale, per aprirci il passaggio verso il Regno della vita. C’è stato un momento in cui Gesù appariva sconfitto: le tenebre avevano invaso la terra, il silenzio di Dio era totale, la speranza una parola che sembrava ormai vana.

Ed ecco, all’alba del giorno dopo il sabato, il sepolcro viene trovato vuoto. Poi Gesù si mostra alla Maddalena, alle altre donne, ai discepoli. La fede rinasce più viva e più forte che mai, ormai invincibile, perché fondata su un’esperienza decisiva: «Morte e vita si sono affrontate / in un prodigioso duello. / Il Signore della vita era morto, / ma ora, vivo, trionfa». I segni della risurrezione attestano la vittoria della vita sulla morte, dell’amore sull’odio, della misericordia sulla vendetta: «La tomba del Cristo vivente, / la gloria del Cristo risorto, / e gli angeli suoi testimoni, / il sudario e le sue vesti».

Cari fratelli e sorelle! Se Gesù è risorto, allora – e solo allora – è avvenuto qualcosa di veramente nuovo, che cambia la condizione dell’uomo e del mondo. Allora Lui, Gesù, è qualcuno di cui ci possiamo fidare in modo assoluto, e non soltanto confidare nel suo messaggio, ma proprio in Lui, perché il Risorto non appartiene al passato, ma è presente oggi, vivo. Cristo è speranza e conforto in modo particolare per le comunità cristiane che maggiormente sono provate a causa della fede da discriminazioni e persecuzioni. Ed è presente come forza di speranza mediante la sua Chiesa, vicino ad ogni situazione umana di sofferenza e di ingiustizia.

Cristo Risorto doni speranza al Medio Oriente, affinché tutte le componenti etniche, culturali e religiose di quella Regione collaborino per il bene comune ed il rispetto dei diritti umani. In Siria, in particolare, cessi lo spargimento di sangue e si intraprenda senza indugio la via del rispetto, del dialogo e della riconciliazione, come è auspicato pure dalla comunità internazionale. I numerosi profughi, provenienti da quel Paese e bisognosi di assistenza umanitaria, trovino l’accoglienza e la solidarietà che possano alleviare le loro penose sofferenze. La vittoria pasquale incoraggi il popolo iracheno a non risparmiare alcuno sforzo per avanzare nel cammino della stabilità e dello sviluppo. In Terra Santa, Israeliani e Palestinesi riprendano con coraggio il processo di pace.

Il Signore, vittorioso sul male e sulla morte, sostenga le comunità cristiane del Continente africano, dia loro speranza per affrontare le difficoltà, le renda operatrici di pace e artefici dello sviluppo delle società a cui appartengono.

Gesù Risorto conforti le popolazioni sofferenti del Corno d’Africa e ne favorisca la riconciliazione; aiuti la Regione dei Grandi Laghi, il Sudan ed il Sud Sudan, donando ai rispettivi abitanti la forza del perdono. Al Mali, che attraversa un delicato momento politico, Cristo Glorioso conceda pace e stabilità. Alla Nigeria, che in questi ultimi tempi è stata teatro di sanguinosi attacchi terroristici, la gioia pasquale infonda le energie necessarie per riprendere a costruire una società pacifica e rispettosa della libertà religiosa di tutti i suoi cittadini.

Buona Pasqua a tutti!

[00468-01.02] [Testo originale: Italiano]

TRADUZIONE IN LINGUA FRANCESE

Chers frères et sœurs de Rome et du monde entier !

« Surrexit Christus, spes mea » - « Le Christ, mon espérance, est ressuscité » (Séquence pascale).

Que parvienne à vous tous la voix joyeuse de l’Église, par les paroles que l’ancien hymne met sur les lèvres de Marie Madeleine, la première à rencontrer Jésus ressuscité le matin de Pâques. Elle courut chez les autres disciples et, le cœur tout battant, elle leur annonça : « J’ai vu le Seigneur ! » (Jn 20, 18). Nous aussi, qui avons traversé le désert du Carême et les jours douloureux de la Passion, faisons place aujourd’hui au cri de victoire : « Il est ressuscité ! Il est vraiment ressuscité ! ».

Tout chrétien revit l’expérience de Marie de Magdala. C’est une rencontre qui change la vie : la rencontre avec un Homme unique, qui nous fait expérimenter toute la bonté et la vérité de Dieu, qui nous nous libère du mal, non pas d’une manière superficielle, momentanée, mais il nous en libère radicalement, nous guérit de tout et nous restitue notre dignité. Voici pourquoi Madeleine appelle Jésus « mon espérance » : car c’est Lui qui l’a fait renaître, lui a donné un nouvel avenir, une existence bonne, libérée du mal. « Le Christ, mon espérance » signifie que tout mon désir de bien trouve en Lui une possibilité réelle : avec Lui, je peux espérer que ma vie sera bonne, et qu’elle sera pleine, éternelle, car c’est Dieu-même qui s’est fait proche jusqu’à entrer dans notre humanité.

Toutefois, comme les autres disciples, Marie de Magdala a dû voir Jésus rejeté par les chefs du peuple, arrêté, flagellé, condamné à mort et crucifié. Voir la Bonté en personne soumise à la méchanceté humaine, la Vérité raillée par le mensonge, la Miséricorde insultée par la vengeance, a dû être insupportable. Avec la mort de Jésus, l’espérance de ceux qui avaient mis leur confiance en Lui semblait perdue. Mais cette foi ne s’est jamais évanouie totalement : surtout dans le cœur de la Vierge Marie, la Mère de Jésus, la petite flamme est restée allumée d’une manière vive, même dans l’obscurité de la nuit. Dans ce monde, l’espérance ne peut pas ne pas tenir compte de la dureté du mal. Ce n’est pas seulement le mur de la mort qui lui fait obstacle, mais plus encore, ce sont les pointes acérées de la jalousie et de l’orgueil, du mensonge et de la violence. Jésus est passé par cet enlacement mortel, pour nous ouvrir le passage vers le Royaume de la vie. Il y eut un moment où Jésus apparaissait vaincu : les ténèbres avaient couvert la terre, le silence de Dieu était total et l’espérance, une parole qui semblait désormais vaine.

Et voici qu’à l’aube du jour après le sabbat, on a trouvé le sépulcre vide. Jésus se montre ensuite à Madeleine, aux autres femmes, aux disciples. La foi renaît plus vive et plus forte que jamais, désormais invincible, car fondée sur une expérience décisive : « La mort et la vie s’affrontèrent / en un duel prodigieux. / Le Maître de la vie mourut ; vivant, il règne ». Les signes de la résurrection attestent la victoire de la vie sur la mort, de l’amour sur la haine, de la miséricorde sur la vengeance : « Le sépulcre du Christ vivant, / la gloire du Christ ressuscité, / et les anges ses témoins, / le suaire et ses vêtements ».

Chers frères et sœurs ! Si Jésus est ressuscité, alors – et seulement alors – est arrivé quelque chose de vraiment nouveau, qui change la condition de l’homme et du monde. Alors Lui, Jésus, est quelqu’un en qui nous pouvons avoir absolument confiance, et non pas seulement dans son message, mais vraiment en Lui, parce que le Ressuscité n’appartient pas au passé, mais Il est présent aujourd’hui, vivant. Le Christ est espérance et réconfort particulièrement pour les communautés chrétiennes qui sont les plus éprouvées par des discriminations et des persécutions à cause de leur foi. Et par son Église, Il est présent comme force d’espérance, proche de toutes les situations humaines de souffrance et d’injustice.

Puisse le Christ ressuscité donner espérance au Moyen-Orient, afin que toutes les composantes ethniques, culturelles et religieuses de cette Région collaborent pour le bien commun et le respect des droits humains. En Syrie, particulièrement, que cesse l’effusion de sang et que soit entrepris sans délai le chemin du respect, du dialogue et de la réconciliation, comme le souhaite la communauté internationale. Que les nombreux réfugiés, provenant de ce pays et ayant besoin d’aide humanitaire, trouvent l’accueil et la solidarité qui puissent soulager leurs pénibles souffrances. Que la victoire pascale encourage le peuple irakien à ne ménager aucun effort pour avancer sur le chemin de la stabilité et du développement. Qu’en Terre Sainte, Israéliens et Palestiniens reprennent avec courage le processus de paix.

Puisse le Seigneur, victorieux du mal et de la mort, soutenir les communautés chrétiennes du Continent africain, leur donner espérance pour affronter les difficultés, les rendre promotrices de paix et artisanes du développement des sociétés auxquelles elles appartiennent.

Puisse Jésus Ressuscité réconforter les populations de la Corne de l’Afrique en proie à la souffrance et favoriser leur réconciliation ; qu’il aide la Région des Grands Lacs, le Soudan et le Sud-Soudan, en donnant à leurs habitants la force du pardon. Au Mali, qui traverse un délicat moment politique, puisse le Christ Glorieux accorder la paix et la stabilité. Au Nigeria qui, ces derniers temps, a été le théâtre d’attaques terroristes sanglantes, que la joie pascale donne les énergies nécessaires pour recommencer à construire une société pacifique et respectueuse de la liberté religieuse de tous ses citoyens.

Bonne fête de Pâques à tous !

[00468-03.02] [Texte original: Italien]

TRADUZIONE IN LINGUA INGLESE

Dear Brothers and Sisters in Rome and throughout the world!

"Surrexit Christus, spes mea" – "Christ, my hope, has risen" (Easter Sequence).

May the jubilant voice of the Church reach all of you with the words which the ancient hymn puts on the lips of Mary Magdalene, the first to encounter the risen Jesus on Easter morning. She ran to the other disciples and breathlessly announced: "I have seen the Lord!" (Jn 20:18). We too, who have journeyed through the desert of Lent and the sorrowful days of the Passion, today raise the cry of victory: "He has risen! He has truly risen!"

Every Christian relives the experience of Mary Magdalene. It involves an encounter which changes our lives: the encounter with a unique Man who lets us experience all God’s goodness and truth, who frees us from evil not in a superficial and fleeting way, but sets us free radically, heals us completely and restores our dignity. This is why Mary Magdalene calls Jesus "my hope": he was the one who allowed her to be reborn, who gave her a new future, a life of goodness and freedom from evil. "Christ my hope" means that all my yearnings for goodness find in him a real possibility of fulfilment: with him I can hope for a life that is good, full and eternal, for God himself has drawn near to us, even sharing our humanity.

But Mary Magdalene, like the other disciples, was to see Jesus rejected by the leaders of the people, arrested, scourged, condemned to death and crucified. It must have been unbearable to see Goodness in person subjected to human malice, truth derided by falsehood, mercy abused by vengeance. With Jesus’ death, the hope of all those who had put their trust in him seemed doomed. But that faith never completely failed: especially in the heart of the Virgin Mary, Jesus’ Mother, its flame burned even in the dark of night. In this world, hope can not avoid confronting the harshness of evil. It is not thwarted by the wall of death alone, but even more by the barbs of envy and pride, falsehood and violence. Jesus passed through this mortal mesh in order to open a path to the kingdom of life. For a moment Jesus seemed vanquished: darkness had invaded the land, the silence of God was complete, hope a seemingly empty word.

And lo, on the dawn of the day after the Sabbath, the tomb is found empty. Jesus then shows himself to Mary Magdalene, to the other women, to his disciples. Faith is born anew, more alive and strong than ever, now invincible since it is based on a decisive experience: "Death with life contended: combat strangely ended! Life’s own champion, slain, now lives to reign". The signs of the resurrection testify to the victory of life over death, love over hatred, mercy over vengeance: "The tomb the living did enclose, I saw Christ’s glory as he rose! The angels there attesting, shroud with grave-clothes resting".

Dear brothers and sisters! If Jesus is risen, then – and only then – has something truly new happened, something that changes the state of humanity and the world. Then he, Jesus, is someone in whom we can put absolute trust; we can put our trust not only in his message but in Jesus himself, for the Risen One does not belong to the past, but is present today, alive. Christ is hope and comfort in a particular way for those Christian communities suffering most for their faith on account of discrimination and persecution. And he is present as a force of hope through his Church, which is close to all human situations of suffering and injustice.

May the risen Christ grant hope to the Middle East and enable all the ethnic, cultural and religious groups in that region to work together to advance the common good and respect for human rights. Particularly in Syria, may there be an end to bloodshed and an immediate commitment to the path of respect, dialogue and reconciliation, as called for by the international community. May the many refugees from that country who are in need of humanitarian assistance find the acceptance and solidarity capable of relieving their dreadful sufferings. May the paschal victory encourage the Iraqi people to spare no effort in pursuing the path of stability and development. In the Holy Land, may Israelis and Palestinians courageously take up anew the peace process.

May the Lord, the victor over evil and death, sustain the Christian communities of the African continent; may he grant them hope in facing their difficulties, and make them peacemakers and agents of development in the societies to which they belong.

May the risen Jesus comfort the suffering populations of the Horn of Africa and favour their reconciliation; may he help the Great Lakes Region, Sudan and South Sudan, and grant their inhabitants the power of forgiveness. In Mali, now experiencing delicate political developments, may the glorious Christ grant peace and stability. To Nigeria, which in recent times has experienced savage terrorist attacks, may the joy of Easter grant the strength needed to take up anew the building of a society which is peaceful and respectful of the religious freedom of all its citizens.

Happy Easter to all!

[00468-02.02] [Original text: Italian]

TRADUZIONE IN LINGUA TEDESCA

Liebe Brüder und Schwestern aus Rom und der ganzen Welt!

» Surrexit Christus, spes mea « - » Auferstanden ist Christus, meine Hoffnung « (Ostersequenz).

Möge euch alle die jubelnde Stimme der Kirche erreichen, mit den Worten, die der alte Hymnus Maria Magdalena in den Mund legt, der ersten, die dem auferstandenen Jesus begegnete. Sie eilte zu den anderen Jüngern, und während ihr das Herz im Halse schlug, verkündete sie ihnen: „Ich habe den Herrn gesehen!" (Joh 20,18). Auch wir, die wir die Wüste der Fastenzeit und die schmerzlichen Tage der Passion durchlebt haben, geben heute dem Siegesruf Raum: „Er ist auferstanden! Er ist wahrhaft auferstanden!"

Für jeden Christen wiederholt sich die Erfahrung, die Maria Magdalena machte. Es ist eine Begegnung, die das Leben verwandelt: die Begegnung mit einem einzigartigen Menschen, der uns die ganze Güte und Wahrheit Gottes spüren läßt, der uns nicht oberflächlich und vorübergehend, sondern tiefgreifend vom Bösen befreit, uns völlig heilt und uns unsere Würde zurückgibt. Das ist es, warum Maria Magdalena Jesus „meine Hoffnung" nennt: weil er es war, der sie zu neuem Leben erweckte, ihr eine neue Zukunft schenkte, ein gutes Leben, frei vom Bösen. „Christus, meine Hoffnung" bedeutet, daß all meine Sehnsucht nach dem Guten in ihm eine reale Möglichkeit findet: Mit ihm kann ich hoffen, daß mein Leben gut sei, daß es erfüllt und ewig sei, denn Gott selbst ist uns so nahegekommen, daß er sich in unser Menschsein hineinbegeben hat.

Doch Maria Magdalena hat wie die anderen Jünger mit ansehen müssen, wie Jesus von den führenden Männern des Volkes abgelehnt wurde, gefangengenommen, gegeißelt, zum Tode verurteilt und gekreuzigt wurde. Es muß unerträglich gewesen sein zu sehen, wie die Güte in Person der menschlichen Schlechtigkeit unterworfen wurde, die Wahrheit von der Lüge verhöhnt und die Barmherzigkeit von der Rache geschmäht wurde. Mit dem Tod Jesu schien die Hoffnung aller, die auf ihn vertrauten, zu scheitern. Doch gänzlich verlöschte jener Glaube nie: Vor allem im Herzen der Jungfrau Maria, der Mutter Jesu, brannte das Flämmchen auch im Dunkel der Nacht lebendig weiter. Die Hoffnung muß in dieser Welt unweigerlich mit der Härte des Bösen rechnen. Nicht nur die Mauer des Todes steht ihr im Weg, mehr noch behindern sie die spitzen Stiche von Neid, Hochmut, Lüge und Gewalt. Jesus hat dieses tödliche Flechtwerk durchquert, um uns den Weg in das Reich des Lebens zu bahnen. Einen Moment gab es, in dem er besiegt zu sein schien: Finsternis war über die Welt hereingebrochen, Gott hatte sich völlig in Schweigen gehüllt, Hoffnung schien nur noch ein leeres Wort zu sein.

Aber siehe da, im Morgengrauen des Tages nach dem Sabbat ist das Grab leer. Und dann zeigt sich Jesus der Maria Magdalena, den anderen Frauen und den Jüngern. Da flammt der Glaube wieder auf, lebendiger und stärker denn je, jetzt unbezwingbar, denn er gründet sich auf eine ausschlaggebende Erfahrung: » Tod und Leben rangen / in wundersamem Zweikampf. / Der Fürst des Lebens starb, / als Lebender herrscht er jetzt. « Die Zeichen der Auferstehung bestätigen den Sieg des Lebens über den Tod, der Liebe über den Haß, der Barmherzigkeit über die Rache: » das Grab des auferstandenen Christus / die Herrlichkeit des Auferstandenen / und die Engel als Zeugen, / das Schweißtuch und die Leinentücher «.

Liebe Brüder und Schwestern! Wenn Jesus auferstanden ist, dann – und nur dann – ist etwas wirklich Neues geschehen, das die Lage des Menschen und der Welt verändert. Dann ist er – Jesus – jemand, dem wir unumschränkt vertrauen können, nicht nur seiner Botschaft, sondern ihm selbst, denn der Auferstandene gehört nicht der Vergangenheit an, sondern er ist gegenwärtig, heute, und lebt. Christus ist Hoffnung und Ermutigung besonders für die christlichen Gemeinschaften, die aufgrund des Glaubens am meisten unter Diskriminierung und Verfolgung zu leiden haben. Und als Kraft der Hoffnung ist er durch seine Kirche gegenwärtig, ist er jeder menschlichen Situation von Leid und Ungerechtigkeit nahe.

Möge der auferstandene Christus dem Mittleren Osten Hoffnung geben, damit alle ethnischen, kulturellen und religiösen Gemeinschaften jener Region für das Gemeinwohl und für die Achtung der Menschenrechte zusammenarbeiten. Besonders in Syrien sollte das Blutvergießen enden und unverzüglich der Weg der Achtung, des Dialogs und der Versöhnung eingeschlagen werden, was auch dem Wunsch der Internationalen Gemeinschaft entspricht. Mögen die zahlreichen Flüchtlinge, die aus jenem Land kommen und humanitärer Hilfe bedürfen, die Aufnahme und die Solidarität erfahren, die imstande sind, ihre schmerzlichen Leiden zu mindern. Der österliche Sieg ermutige das irakische Volk, keine Anstrengung zu scheuen, um auf dem Weg der Stabilität und der Entwicklung voranzuschreiten. Im Heiligen Land mögen Israeliten und Palästinenser mutig den Friedensprozeß wieder aufnehmen.

Der Herr, der über das Böse und den Tod gesiegt hat, stehe den christlichen Gemeinschaften des afrikanischen Kontinents bei, er schenke ihnen Hoffnung, um die Schwierigkeiten zu bewältigen, mache sie zu Friedensstiftern und lasse sie entscheidend zur Entwicklung der Gesellschaften beitragen, denen sie angehören.

Der auferstandene Jesus stärke die leidenden Bevölkerungen am Horn von Afrika und begünstige ihre Versöhnung; er helfe der Region der ostafrikanischen Seen, dem Sudan und dem Süd-Sudan, indem er den jeweiligen Einwohnern die Kraft zum Verzeihen schenke. Dem Staat Mali, der einen politisch heiklen Moment erlebt, schenke der glorreiche Christus Frieden und Stabilität. Nigeria war in letzter Zeit Schauplatz blutiger terroristischer Überfälle; möge die österliche Freude ihm die nötigen Energien spenden, um den Aufbau einer friedlichen Gesellschaft wieder aufzunehmen, die die Religionsfreiheit aller ihrer Bürger respektiert.

Allen wünsche ich frohe Ostern!

[00468-05.03] [Originalsprache: Italienisch]

TRADUZIONE IN LINGUA SPAGNOLA

Queridos hermanos y hermanas de Roma y del mundo entero

«Surrexit Christus, spes mea» – «Resucitó Cristo, mi esperanza» (Secuencia pascual).

Llegue a todos vosotros la voz exultante de la Iglesia, con las palabras que el antiguo himno pone en labios de María Magdalena, la primera en encontrar en la maña de Pascua a Jesús resucitado. Ella corrió hacia los otros discípulos y, con el corazón sobrecogido, les anunció: «He visto al Señor» (Jn 20,18). También nosotros, que hemos atravesado el desierto de la Cuaresma y los días dolorosos de la Pasión, hoy abrimos las puertas al grito de victoria: «¡Ha resucitado! ¡Ha resucitado verdaderamente!».

Todo cristiano revive la experiencia de María Magdalena. Es un encuentro que cambia la vida: el encuentro con un hombre único, que nos hace sentir toda la bondad y la verdad de Dios, que nos libra del mal, no de un modo superficial, momentáneo, sino que nos libra de él radicalmente, nos cura completamente y nos devuelve nuestra dignidad. He aquí porqué la Magdalena llama a Jesús «mi esperanza»: porque ha sido Él quien la ha hecho renacer, le ha dado un futuro nuevo, una existencia buena, libre del mal. «Cristo, mi esperanza», significa que cada deseo mío de bien encuentra en Él una posibilidad real: con Él puedo esperar que mi vida sea buena y sea plena, eterna, porque es Dios mismo que se ha hecho cercano hasta entrar en nuestra humanidad.

Pero María Magdalena, como los otros discípulos, han tenido que ver a Jesús rechazado por los jefes del pueblo, capturado, flagelado, condenado a muerte y crucificado. Debe haber sido insoportable ver la Bondad en persona sometida a la maldad humana, la Verdad escarnecida por la mentira, la Misericordia injuriada por la venganza. Con la muerte de Jesús, parecía fracasar la esperanza de cuantos confiaron en Él. Pero aquella fe nunca dejó de faltar completamente: sobre todo en el corazón de la Virgen María, la madre de Jesús, la llama quedó encendida con viveza también en la oscuridad de la noche. En este mundo, la esperanza no puede dejar de hacer cuentas con la dureza del mal. No es solamente el muro de la muerte lo que la obstaculiza, sino más aún las puntas aguzadas de la envidia y el orgullo, de la mentira y de la violencia. Jesús ha pasado por esta trama mortal, para abrirnos el paso hacia el reino de la vida. Hubo un momento en el que Jesús aparecía derrotado: las tinieblas habían invadido la tierra, el silencio de Dios era total, la esperanza una palabra que ya parecía vana.

Y he aquí que, al alba del día después del sábado, se encuentra el sepulcro vacío. Después, Jesús se manifiesta a la Magdalena, a las otras mujeres, a los discípulos. La fe renace más viva y más fuerte que nunca, ya invencible, porque fundada en una experiencia decisiva: «Lucharon vida y muerte / en singular batalla, / y, muerto el que es Vida, triunfante se levanta». Las señales de la resurrección testimonian la victoria de la vida sobre la muerte, del amor sobre el odio, de la misericordia sobre la venganza: «Mi Señor glorioso, / la tumba abandonada, / los ángeles testigos, / sudarios y mortaja».

Queridos hermanos y hermanas: si Jesús ha resucitado, entonces – y sólo entonces – ha ocurrido algo realmente nuevo, que cambia la condición del hombre y del mundo. Entonces Él, Jesús, es alguien del que podemos fiarnos de modo absoluto, y no solamente confiar en su mensaje, sino precisamente en Él, porque el resucitado no pertenece al pasado, sino que está presente hoy, vivo. Cristo es esperanza y consuelo de modo particular para las comunidades cristianas que más pruebas padecen a causa de la fe, por discriminaciones y persecuciones. Y está presente como fuerza de esperanza a través de su Iglesia, cercano a cada situación humana de sufrimiento e injusticia.

Que Cristo resucitado otorgue esperanza a Oriente Próximo, para que todos los componentes étnicos, culturales y religiosos de esa Región colaboren en favor del bien común y el respeto de los derechos humanos. En particular, que en Siria cese el derramamiento de sangre y se emprenda sin demora la vía del respeto, del diálogo y de la reconciliación, como auspicia también la comunidad internacional. Y que los numerosos prófugos provenientes de ese país y necesitados de asistencia humanitaria, encuentren la acogida y solidaridad que alivien sus penosos sufrimientos. Que la victoria pascual aliente al pueblo iraquí a no escatimar ningún esfuerzo para avanzar en el camino de la estabilidad y del desarrollo. Y, en Tierra Santa, que israelíes y palestinos reemprendan el proceso de paz.

Que el Señor, vencedor del mal y de la muerte, sustente a las comunidades cristianas del Continente africano, las dé esperanza para afrontar las dificultades y las haga agentes de paz y artífices del desarrollo de las sociedades a las que pertenecen.

Que Jesús resucitado reconforte a las poblaciones del Cuerno de África y favorezca su reconciliación; que ayude a la Región de los Grandes Lagos, a Sudán y Sudán del Sur, concediendo a sus respectivos habitantes la fuerza del perdón. Y que a Malí, que atraviesa un momento político delicado, Cristo glorioso le dé paz y estabilidad. Que a Nigeria, teatro en los últimos tiempos de sangrientos atentados terroristas, la alegría pascual le infunda las energías necesarias para recomenzar a construir una sociedad pacífica y respetuosa de la libertad religiosa de todos sus ciudadanos.

Feliz Pascua a todos.

[00468-04.02] [Texto original: Italiano]

TRADUZIONE IN LINGUA PORTOGHESE

Amados irmãos e irmãs de Roma e do mundo inteiro!

«Surrexit Christus, spes mea – Ressuscitou Cristo, minha esperança» (Sequência Pascal).

A todos vós chegue a voz jubilosa da Igreja, com as palavras que um antigo hino coloca nos lábios de Maria Madalena, a primeira que encontrou Jesus ressuscitado na manhã de Páscoa. Ela correu ao encontro dos outros discípulos e, emocionada, anunciou-lhes: «Vi o Senhor!» (Jo 20, 18). Hoje também nós, depois de termos atravessado o deserto da Quaresma e os dias dolorosos da Paixão, damos largas ao brado de vitória: «Ressuscitou! Ressuscitou verdadeiramente!»

Todo o cristão revive a experiência de Maria de Magdala. É um encontro que muda a vida: o encontro como um Homem único, que nos faz sentir toda a bondade e a verdade de Deus, que nos liberta do mal, não de modo superficial e passageiro mas liberta-nos radicalmente, cura-nos completamente e restitui-nos a nossa dignidade. Eis o motivo por que Madalena chama Jesus «minha esperança»: porque foi Ele que a fez renascer, que lhe deu um futuro novo, uma vida boa, liberta do mal. «Cristo minha esperança» significa que todo o meu desejo de bem encontra n’Ele uma possibilidade de realização: com Ele, posso esperar que a minha vida se torne boa e seja plena, eterna, porque é o próprio Deus que Se aproximou até ao ponto de entrar na nossa humanidade.

Entretanto Maria de Magdala, tal como os outros discípulos, teve de ver Jesus rejeitado pelos chefes do povo, preso, flagelado, condenado à morte e crucificado. Deve ter sido insuportável ver a Bondade em pessoa sujeita à maldade humana, a Verdade escarnecida pela mentira, a Misericórdia injuriada pela vingança. Com a morte de Jesus, parecia falir a esperança de quantos confiavam n’Ele. Mas esta fé nunca desfalece de todo: sobretudo no coração da Virgem Maria, a mãe de Jesus, a pequena chama continuou acesa e viva mesmo na escuridão da noite. A esperança, neste mundo, não pode deixar de contar com a dureza do mal. Não é apenas o muro da morte a criar-lhe dificuldade, mas também e mais ainda as aguilhoadas da inveja e do orgulho, da mentira e da violência. Jesus passou através desta trama mortal, para nos abrir a passagem para o Reino da vida. Houve um momento em que Jesus aparecia derrotado: as trevas invadiram a terra, o silêncio de Deus era total, a esperança parecia reduzida a uma palavra vã.

Mas eis que, ao alvorecer do dia depois do sábado, encontram vazio o sepulcro. Depois Jesus manifesta-Se a Madalena, às outras mulheres, aos discípulos. A fé renasce mais viva e mais forte do que nunca, e já invencível porque fundada sobre uma experiência decisiva: «Morte e vida combateram, / mas o Príncipe da vida / reina vivo após a morte». Os sinais da ressurreição atestam a vitória da vida sobre a morte, do amor sobre o ódio, da misericórdia sobre a vingança: «Vi o túmulo de Cristo, / redivivo e glorioso; / vi os Anjos que o atestam, / e a mortalha com as vestes».

Amados irmãos e irmãs! Se Jesus ressuscitou, então – e só então – aconteceu algo de verdadeiramente novo, que muda a condição do homem e do mundo. Então Ele, Jesus, é alguém de quem nos podemos absolutamente fiar, confiando não apenas na sua mensagem mas n’Ele mesmo, porque o Ressuscitado não pertence ao passado, mas está presente e vivo hoje. Cristo é esperança e conforto de modo particular para as comunidades cristãs que mais são provadas com discriminações e perseguições por causa da fé. E, através da sua Igreja, está presente como força de esperança em cada situação humana de sofrimento e de injustiça.

Cristo Ressuscitado dê esperança ao Médio Oriente, para que todas as componentes étnicas, culturais e religiosas daquele Região colaborem para o bem comum e o respeito dos direitos humanos. De forma particular cesse, na Síria, o derramamento de sangue e adopte-se, sem demora, o caminho do respeito, do diálogo e da reconciliação, como é vivo desejo também da comunidade internacional. Os numerosos prófugos, originários de lá e necessitados de assistência humanitária, possam encontrar o acolhimento e a solidariedade que mitiguem as suas penosas tribulações. Que a vitória pascal encoraje o povo iraquiano a não poupar esforços para avançar no caminho da estabilidade e do progresso. Na Terra Santa, israelitas e palestinos retomem, com coragem, o processo de paz.

Vitorioso sobre o mal e sobre a morte, o Senhor sustente as comunidades cristãs do Continente Africano, conceda-lhes esperança para enfrentarem as dificuldades e torne-as obreiras de paz e artífices do progresso das sociedades a que pertencem.

Jesus Ressuscitado conforte as populações atribuladas do Corno de África e favoreça a sua reconciliação; ajude a Região dos Grandes Lagos, o Sudão e o Sudão do Sul, concedendo aos respectivos habitantes a força do perdão. Ao Mali, que atravessa um delicado momento político, Cristo Glorioso conceda paz e estabilidade. À Nigéria, que, nestes últimos tempos, foi palco de sangrentos ataques terroristas, a alegria pascal infunda as energias necessárias para retomar a construção duma sociedade pacífica e respeitadora da liberdade religiosa de todos os seus cidadãos.

Boa Páscoa para todos!

[00468-06.02] [Texto original: Italiano]

TRADUZIONE IN LINGUA POLACCA

Drodzy bracia i siostry w Rzymie i na całym świecie!

Surrexit Christus, spes mea - „Zmartwychwstał Chrystus, moja nadzieja" (Sekwencja paschalna).

Niech do każdego z was dotrze radosny głos Kościoła, wraz ze słowami, które starożytny hymn wkłada w usta Marii Magdaleny – pierwszej, która spotkała zmartwychwstałego Jezusa w poranek wielkanocny. Pobiegła do innych uczniów i z duszą na ramieniu powiedziała im: „Widziałam Pana!" (J 20, 18). Także my, którzy przeszliśmy przez pustynię Wielkiego Postu i bolesne dni Męki Pańskiej wznosimy dziś okrzyk zwycięstwa: „Zmartwychwstał! Prawdziwie zmartwychwstał!".

Każdy chrześcijanin ponownie przeżywa doświadczenie Marii Magdaleny. Jest to doświadczenie zmieniające życie: to spotkanie z wyjątkowym Człowiekiem, który pozwala nam doświadczyć całego Bożego dobra i prawdy, który nas wyzwala, nie w sposób powierzchowny, chwilowy, ale wyzwala radykalnie, uzdrawia i przywraca nam godność. Dlatego Maria Magdalena nazywa Jezusa „moją nadzieją": bo to On ją odrodził, dał jej nową przyszłość, dobre życie, wolne od zła. „Chrystus moja nadzieja" oznacza, że każde moje pragnienie dobra w Nim znajduje realną możliwość: z Nim mogę ufać, że moje życie będzie dobre i pełne, wieczne, bo to sam Bóg stał się bliskim, aż do przyjęcia naszego człowieczeństwa.

Jednak Maria Magdalena, podobnie jak inni uczniowie musiała widzieć, jak Jezus był odrzucony przez przywódców ludu, pojmany, biczowany, skazany na śmierć i ukrzyżowany. Musiało być straszne widzieć, jak uosobiona Dobroć została poddana ludzkiej niegodziwości, Prawda wyszydzeniu przez kłamstwo, Miłosierdzie znieważone przez zemstę. Ze śmiercią Jezusa, wydawało się, że zawiodła nadzieja tych, którzy Jemu ufali. Jednak ta wiara nigdy całkiem się nie zachwiała: szczególnie w sercu Maryi Panny, Matki Jezusa, płomień nadal świecił bardzo jasno nawet w ciemności nocy. Nadzieja na tym świecie nie może nie rozliczyć się z zawziętością zła. Przeszkadza w tym nie tylko mur śmierci, ale jeszcze bardziej ostre ukłucia zawiści i pychy, fałszu i przemocy. Jezus przeszedł przez tę śmiertelną intrygę, aby nam otworzyć przejście do Królestwa życia. Była taka chwila, kiedy Jezus zdawał się być pokonany: ciemności wtargnęły na ziemię, było całkowite milczenie Boga, a nadzieja słowem, które wydawało się daremne.

I oto w dzień po szabacie o świcie znajdują puszy grób. Następnie Jezus ukazuje się Marii Magdalenie, innym kobietom, uczniom. Wiara odradza się bardziej żywa i silniejsza niż kiedykolwiek, teraz niezwyciężona, ponieważ budowana na decydującym doświadczeniu: „Śmierć zwarła się z życiem i w boju, o dziwy, choć poległ Wódz życia, króluje dziś żywy". Znaki zmartwychwstania świadczą o zwycięstwie życia nad śmiercią, miłości nad nienawiścią, miłosierdzia nad zemstą: „Żywego już Pana widziałam grób pusty i świadków anielskich, i odzież, i chusty".

Drodzy bracia i siostry! Jeśli Jezus zmartwychwstał, to wówczas – i tylko wówczas – wydarzyło się coś naprawdę nowego, co zmienia kondycję człowieka i świata. Tak więc On, Jezus, jest kimś, komu możemy absolutnie ufać i nie tylko ufać w Jego orędzie, ale właśnie Jemu samemu, ponieważ Zmartwychwstały nie należy do przeszłości, ale jest obecny teraz, żyjący. Chrystus jest nadzieją i pociechą zwłaszcza dla wspólnot chrześcijańskich, które w sposób szczególny zostały doświadczone z powodu swej wiary przez dyskryminacje i prześladowania. Jest On obecny jako siła nadziei poprzez swój Kościół, blisko każdej ludzkiej sytuacji cierpienia i niesprawiedliwości.

Niech Zmartwychwstały Chrystus da nadzieję Bliskiemu Wschodowi, aby wszystkie grupy etniczne, kulturowe i religijne tego regionu współpracowały dla dobra wspólnego i poszanowania praw człowieka. Zwłaszcza w Syrii, niech nie będzie przelewu krwi i niech zostanie bezzwłocznie podjęta droga poszanowania, dialogu i pojednania, jak tego również pragnie wspólnota międzynarodowa. Niech liczni uchodźcy pochodzący z tego kraju i potrzebujący pomocy humanitarnej znajdą przyjęcie i solidarność, które mogą łagodzić ich bolesne cierpienia. Niech paschalne zwycięstwo zachęci naród iracki, by nie szczędził wysiłków na drodze do stabilności i rozwoju. Niech w Ziemi Świętej, Izraelczycy i Palestyńczycy odważnie wznowią proces pokojowy.

Niech Pan zwycięzca nad złem i śmiercią wspiera wspólnoty chrześcijańskie kontynentu afrykańskiego, obdarzy je nadzieją, by stawiały czoło trudnościom, uczyni je wprowadzającymi pokój i twórcami rozwoju społeczeństw, do których należą.

Niech Zmartwychwstały Jezus pocieszy cierpiącą ludność Rogu Afryki i sprzyja jej pojednaniu; niech dopomoże regionowi Wielkich Jezior, Sudanowi i Sudanowi Południowemu, obdarzając ich mieszkańców siłą przebaczenia. Niech chwalebny Chrystus w przeżywającym trudne chwile polityczne Mali udzieli pokoju i stabilności. Nigerii, która w minionych miesiącach był terenem krwawych ataków terrorystycznych niech wielkanocna radość da siły niezbędne do ponownego podjęcia budowy społeczeństwa pokojowego, szanującego wolność religijną swoich obywateli.

Wesołych Świąt dla wszystkich!

[00468-09.01] [Testo originale: Italiano]

[B0208-XX.02]