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L’UDIENZA GENERALE, 04.04.2012


L’UDIENZA GENERALE

CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE

SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE

APPELLO DEL SANTO PADRE

L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 10.30 in Piazza San Pietro dove il Santo Padre ha incontrato gruppi di fedeli e pellegrini provenienti dall’Italia e da ogni parte del mondo.
Nel discorso in lingua italiana il Papa si è soffermato sul recente Viaggio Apostolico in Messico e a Cuba e sul mistero del Triduo Pasquale.
Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Santo Padre Benedetto XVI ha rivolto particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti.
Infine, il Papa ha rivolto un appello per la ricorrenza della VII Giornata internazionale sulla sensibilizzazione delle mine antipersona, promossa ogni anno il 4 aprile dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
L’Udienza Generale si è conclusa con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica.

CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

Cari fratelli e sorelle,

sono ancora vive in me le emozioni suscitate dal recente Viaggio apostolico in Messico e a Cuba, sul quale vorrei soffermarmi quest’oggi. Sorge spontaneo dal mio animo il rendimento di grazie al Signore: nella sua provvidenza, Egli ha voluto che mi recassi per la prima volta come Successore di Pietro in questi due Paesi, che conservano indelebile memoria delle visite compiute dal Beato Giovanni Paolo II. Il bicentenario dell’Indipendenza del Messico e di altri Paesi Latinoamericani, il ventennio dei rapporti diplomatici tra Messico e Santa Sede e il quarto centenario del rinvenimento dell’immagine della Vergine della Carità del Cobre nella Repubblica di Cuba sono state le occasioni del mio pellegrinaggio. Con esso ho voluto abbracciare idealmente l’intero Continente, invitando tutti a vivere insieme nella speranza e nell’impegno concreto di camminare uniti verso un futuro migliore. Sono grato ai Signori Presidenti del Messico e di Cuba, che con deferenza e cortesia mi hanno dato il loro benvenuto, come pure alle altre Autorità. Ringrazio di cuore gli Arcivescovi di León, di Santiago de Cuba e di La Habana e gli altri venerati Fratelli nell’episcopato, che mi hanno accolto con grande affetto, come pure ai loro collaboratori e a quanti si sono generosamente prodigati per questa mia visita pastorale. Sono stati giorni indimenticabili di gioia e di speranza, che rimarranno impressi nel mio cuore!

La prima tappa è stata León, nello Stato del Guanajuato, centro geografico del Messico. Qui una grande folla festante mi ha riservato una straordinaria e vivace accoglienza, come segno dell’abbraccio caloroso di un intero popolo. Fin dalla cerimonia di benvenuto ho potuto cogliere la fede e il calore dei sacerdoti, delle persone consacrate e dei fedeli laici. Alla presenza degli esponenti delle Istituzioni, di numerosi Vescovi e di rappresentanze della società, ho richiamato la necessità del riconoscimento e della tutela dei diritti fondamentali della persona umana, tra i quali spicca la libertà religiosa, assicurando la mia vicinanza a quanti soffrono a causa di piaghe sociali, di antichi e nuovi conflitti, della corruzione e della violenza. Ripenso con profonda gratitudine alla fila interminabile di gente lungo le strade, che mi ha accompagnato con entusiasmo. In quelle mani protese in segno di saluto e di affetto, in quei volti lieti, in quelle grida di gioia ho colto la tenace speranza dei cristiani messicani, speranza rimasta accesa nei cuori nonostante i momenti difficili delle violenze, che non ho mancato di deplorare e alle cui vittime ho rivolto un accorato pensiero, potendone confortare personalmente alcune. Nella stessa giornata ho incontrato tantissimi bambini e adolescenti, che sono il futuro della Nazione e della Chiesa. La loro inesauribile allegria, espressa con fragorosi canti e musiche, come pure i loro sguardi e i loro gesti, esprimevano il forte desiderio di tutti i ragazzi del Messico, dell’America Latina e dei Caraibi di poter vivere in pace, in serenità e armonia, in una società più giusta e riconciliata.

I discepoli del Signore devono far crescere la gioia di essere cristiani, la gioia di appartenere alla sua Chiesa. Da questa gioia nascono anche le energie per servire Cristo nelle situazioni difficili e di sofferenza. Ho ricordato questa verità all'immensa folla convenuta per la celebrazione eucaristica domenicale nel Parco del Bicentenario di León. Ho esortato tutti a confidare nella bontà di Dio onnipotente che può cambiare dal di dentro, dal cuore, le situazioni insopportabili e oscure. I messicani hanno risposto con la loro fede ardente e, nella loro adesione convinta al Vangelo, ho riconosciuto ancora una volta segni consolanti di speranza per il Continente. L’ultimo evento della mia Visita in Messico è stato, sempre a León, la celebrazione dei Vespri nella Cattedrale di Nostra Signora della Luce, con i Vescovi messicani e i rappresentanti degli Episcopati d’America. Ho manifestato la mia vicinanza al loro impegno di fronte alle varie sfide e difficoltà, e la mia gratitudine per quanti seminano il Vangelo in situazioni complesse e spesso non prive di limitazioni. Li ho incoraggiati ad essere Pastori zelanti e guide sicure, suscitando ovunque comunione sincera e adesione cordiale all’insegnamento della Chiesa. Ho lasciato quindi l’amata terra messicana dove ho sperimentato una devozione e un affetto speciali al Vicario di Cristo. Prima di partire, ho spronato il popolo messicano a rimanere fedele al Signore e alla sua Chiesa, ben ancorato alle proprie radici cristiane.

Il giorno seguente è iniziata la seconda parte del mio Viaggio apostolico con l’arrivo a Cuba, dove mi sono recato anzitutto per sostenere la missione della Chiesa cattolica, impegnata ad annunciare con gioia il Vangelo, nonostante la povertà di mezzi e le difficoltà ancora da superare perché la religione possa svolgere il proprio servizio spirituale e formativo nell’ambito pubblico della società. Questo ho voluto sottolineare giungendo a Santiago de Cuba, seconda città dell’Isola, non mancando di evidenziare le buone relazioni esistenti tra Stato e Santa Sede, finalizzate al servizio della presenza viva e costruttiva della Chiesa locale. Ho assicurato altresì che il Papa porta nel cuore le preoccupazioni e le aspirazioni di tutti i cubani, specialmente di quelli che soffrono per la limitazione della libertà.

La prima Santa Messa che ho avuto la gioia di celebrare in terra cubana si collocava nel contesto del IV centenario della scoperta dell’immagine della Vergine della Carità di El Cobre, patrona di Cuba. Si è trattato di un momento di forte intensità spirituale, con la partecipazione attenta e orante di migliaia di persone, segno di una Chiesa che viene da situazioni non facili, ma con una testimonianza vivace di carità e di presenza attiva nella vita della gente. Ai cattolici cubani che, insieme all’intera popolazione, sperano in un futuro sempre migliore, ho rivolto l’invito a dare nuovo vigore alla loro fede e a contribuire, con il coraggio del perdono e della comprensione, alla costruzione di una società aperta e rinnovata, dove vi sia sempre più spazio per Dio, perché quando Dio è estromesso, il mondo si trasforma in un luogo inospitale per l’uomo. Prima di lasciare Santiago de Cuba mi sono recato al Santuario di Nostra Signora della Carità in El Cobre, tanto cara al popolo cubano. Il pellegrinaggio dell’immagine della Madonna della Carità nelle famiglie dell’Isola ha suscitato grande entusiasmo spirituale, rappresentando un significativo evento di nuova evangelizzazione e un’occasione di riscoperta della fede. Alla Vergine Santa ho raccomandato soprattutto le persone che soffrono e i giovani cubani.

La seconda tappa cubana è stata L’Avana, capitale dell’Isola. I giovani, in particolare, sono stati i principali protagonisti dell’esuberante accoglienza nel percorso verso la Nunziatura, dove ho avuto l’opportunità di intrattenermi con i Vescovi del Paese per parlare delle sfide che la Chiesa cubana è chiamata ad affrontare, nella consapevolezza che la gente guarda ad essa con crescente fiducia. Il giorno seguente ho presieduto la Santa Messa nella Piazza principale de L’Avana, gremita di gente. A tutti ho ricordato che Cuba e il mondo hanno bisogno di cambiamenti, ma questi ci saranno solo se ognuno si apre alla verità integrale sull’uomo, presupposto imprescindibile per raggiungere la libertà, e decide di seminare attorno a sé riconciliazione e fraternità, fondando la propria vita su Gesù Cristo: Egli solo può disperdere le tenebre dell’errore, aiutandoci a sconfiggere il male e tutto ciò che ci opprime. Ho voluto altresì ribadire che la Chiesa non chiede privilegi, ma chiede di poter proclamare e celebrare anche pubblicamente la fede, portando il messaggio di speranza e di pace del Vangelo in ogni ambiente della società. Nell’apprezzare i passi finora compiuti in tal senso dalle Autorità cubane, ho sottolineato che è necessario proseguire in questo cammino di sempre più piena libertà religiosa.

Al momento di lasciare Cuba, decine di migliaia di cubani sono venute a salutarmi lungo la strada, nonostante la forte pioggia. Nella cerimonia di congedo ho ricordato che nell’ora presente le diverse componenti della società cubana sono chiamate ad uno sforzo di sincera collaborazione e di dialogo paziente per il bene della patria. In questa prospettiva, la mia presenza nell’Isola, come testimone di Gesù Cristo, ha voluto essere un incoraggiamento ad aprire le porte del cuore a Lui, che è fonte di speranza e di forza per far crescere il bene. Per questo ho salutato i cubani esortandoli a ravvivare la fede dei loro padri ed edificare un avvenire sempre migliore.

Questo Viaggio in Messico e a Cuba, grazie a Dio, ha avuto la desiderata riuscita pastorale. Possano il popolo messicano e quello cubano ricavarne frutti abbondanti per costruire nella comunione ecclesiale e con coraggio evangelico un futuro di pace e di fraternità.

Cari amici, domani pomeriggio, con la Santa Messa in Coena Domini, entreremo nel Triduo Pasquale, vertice di tutto l’Anno liturgico, per celebrare il Mistero centrale della fede: la passione, morte e risurrezione di Cristo. Nel Vangelo di san Giovanni, questo momento culminante della missione di Gesù viene chiamato la sua «ora», che si apre con l’Ultima Cena. L’Evangelista lo introduce così: «Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine» (Gv 13,1). Tutta la vita di Gesù è orientata a questa ora, caratterizzata da due aspetti che si illuminano reciprocamente: è l’ora del «passaggio» (metabasis) ed è l’ora dell’«amore (agape) fino alla fine». In effetti, è proprio l’amore divino, lo Spirito di cui Gesù è ricolmo, che fa «passare» Gesù stesso attraverso l’abisso del male e della morte e lo fa uscire nello «spazio» nuovo della risurrezione. E’ l’agape, l'amore, che opera questa trasformazione, così che Gesù oltre-passa i limiti della condizione umana segnata dal peccato e supera la barriera che tiene l’uomo prigioniero, separato da Dio e dalla vita eterna. Partecipando con fede alle celebrazioni liturgiche del Triduo Pasquale, siamo invitati a vivere questa trasformazione attuata dall’agape. Ognuno di noi è stato amato da Gesù «fino alla fine», cioè fino al dono totale di Sé sulla croce, quando gridò: «E’ compiuto!» (Gv 19,30). Lasciamoci raggiungere da questo amore, lasciamoci trasformare, perché veramente si realizzi in noi la risurrezione. Vi invito, quindi, a vivere con intensità il Triduo Pasquale e auguro a tutti una Santa Pasqua! Grazie.

[00446-01.01] [Testo originale: Italiano]

SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE

Sintesi della catechesi in lingua francese

Sintesi della catechesi in lingua inglese

Sintesi della catechesi in lingua tedesca

Sintesi della catechesi in lingua spagnola

Sintesi della catechesi in lingua portoghese

Sintesi della catechesi in lingua francese

Chers frères et sœurs, le Voyage apostolique au Mexique et à Cuba m’a laissé de fortes impressions. Le Seigneur a permis que je me rende sur ce continent pour encourager les peuples qui l’habitent à vivre dans l’espérance et à s’engager ensemble pour un avenir meilleur. Au Mexique, j’ai rappelé la nécessité de la reconnaissance des droits fondamentaux de la personne humaine, parmi lesquels se détache la liberté religieuse. À travers la joie exprimée, j’ai touché l’espérance tenace des chrétiens de ce pays, confrontés à la violence et à la corruption. Le disciple du Seigneur doit rayonner la joie d’être chrétien et d’appartenir à son Église. De cette joie jaillit l’énergie pour servir le Christ dans les situations difficiles. À Cuba, j’ai encouragé l’Église catholique à poursuivre sa mission d’annoncer l’Évangile. J’ai redit que Cuba et le monde ont besoin de changements. Ils seront possibles si chacun s’ouvre à la vérité intégrale sur l’homme, pour atteindre la liberté. Quand Dieu est exclu, le monde devient inhospitalier pour l’homme. Chers amis, nous allons entrer dans le Triduum pascal pour célébrer le Mystère central de la foi : la passion, la mort et la résurrection du Christ. Toute la vie de Jésus est tournée vers cette ‘Heure’, celle de ‘l’amour jusqu’à la fin’. Laissons-nous rejoindre par cet amour, laissons-nous transformer par lui pour que vraiment se réalise en nous la résurrection !

Je salue cordialement les pèlerins francophones, en particulier le groupe du Collège Saint-Joseph de Grandchamp et les étudiants belges de Neerpelt. Je vous invite à participer avec foi aux célébrations du Triduum pascal. Soyez sûrs de l’amour de Jésus pour chacun de vous. À tous, je souhaite une Sainte Pâque !

[00447-03.01] [Texte original: Français]

Sintesi della catechesi in lingua inglese

Dear Brothers and Sisters,

My recent Apostolic Journey to Mexico and Cuba sought to confirm the people of those countries, and all the peoples of Latin America, in their faith and in the hope which makes it possible to build a just and harmonious social order. At the liturgies in León, marked by an outpouring of devotion and spiritual joy, I encouraged the Mexican people to let their deep Christian roots inspire their efforts to overcome violence and to work for a better future. In Cuba, I wished to reaffirm the Church in her public witness to the Gospel and to support the aspirations of all Cubans to a renewed, reconciled and free society. From Santiago de Cuba, I went as a pilgrim to the shrine of Our Lady of Charity of El Cobre and then to Havana, where I prayed for a rebirth of faith, openness to God’s love and respect for the truth about our human dignity and freedom revealed in Christ. In these days, as we prepare to celebrate the saving events of Christ’s Passover from death to life in the sacred Triduum, may we open our hearts to God’s reconciling love revealed on the Cross. Let us allow that love to transform our lives, and enable us to celebrate with joy the mystery of the resurrection.

I offer a cordial welcome to all the English-speaking visitors present at today’s Audience, including the student groups from England, Ireland and the United States of America. I also greet the participants in the International Gathering of University Students. May your pilgrimage to Rome bear spiritual fruit in a deeper love of Christ and his Church. Upon you and your families I invoke the Lord’s blessings of wisdom, joy and peace. A happy and blessed Easter to all of you!

[00448-02.01] [Original text: English]

Sintesi della catechesi in lingua tedesca

Liebe Brüder und Schwestern!

Noch ganz erfüllt von den Eindrücken meiner Reise nach Mexiko und Kuba möchte ich heute ein wenig von den reichen und bewegenden Erlebnissen berichten. Der Empfang, den die Mexikaner dem Nachfolger Petri bereitet haben, war überwältigend. Die Menschen brachten spontan zum Ausdruck, was ich in der Predigt in León dann ausgeführt habe, daß nämlich die Jünger des Herrn die Freude des Christseins verströmen sollen, die Freude des Getragenseins von dem Glück, Christus zu kennen und zu seiner Kirche zu gehören. Aus dieser Freude kommt dann auch die Kraft, Christus in den manchmal bedrängenden Situationen menschlichen Lebens zu dienen. Bei León befindet sich auf dem Gipfel des Cubilete, dem geographischen Mittelpunkt Mexikos, das Christkönigsmonument. Es will uns Christen daran erinnern, den Herrn auch in die Mitte unseres persönlichen Lebens zu stellen. Sein Königreich ist nicht auf irdische Macht aufgebaut, es gründet in der größeren Kraft der Liebe Gottes, die Christus der Welt durch sein Opfer gebracht hat, und der Wahrheit, von der er Zeugnis gegeben hat. In Kuba konnte ich neben Santiago und Havanna auch das Heiligtum Unserer Lieben Frau von El Cobre besuchen, deren Gnadenbild vor 400 Jahren aufgefunden wurde. Der Fürsprache der Barmherzigen Jungfrau habe ich die Anliegen und Sorgen der Kubaner anvertraut, besonders die Leidenden wie auch die Kinder und die jungen Menschen. Als Pilger der Liebe habe ich an die Aufgabe einer stetigen Erneuerung unseres Denkens erinnert, die wir nur erreichen, wenn wir uns der umfassenden Wahrheit über den Menschen öffnen, die Christus selber ist. Nur aus ihr können Freiheit und Gerechtigkeit wie auch Versöhnung und Brüderlichkeit erwachsen.

Von Herzen grüße ich alle Pilger und Besucher deutscher Sprache. Die Kirche lädt uns ein, die kommenden Kartage und das Osterfest von innen her mitzufeiern und damit das Geheimnis der Erlösung durch Christus zu betrachten, uns von seiner Liebe berühren und umformen zu lassen und uns als neue Menschen unseren Mitmenschen zum Heil zuzuwenden. Gott schenke euch dazu seinen Segen und euch allen gesegnete Ostertage.

[00449-05.02] [Originalsprache: Deutsch]

Sintesi della catechesi in lingua spagnola

Queridos hermanos y hermanas:

Deseo hablar hoy sobre mi viaje apostólico a México y Cuba que realicé para confirmar en la fe, la esperanza y la caridad a los hijos e hijas de esos dos amados pueblos. Agradezco a las Autoridades de cada uno de esos países, así como a sus pastores y fieles, la acogida y muestras de bondad que me han dispensado en los días de mi visita, que nunca olvidaré.

En los diversos encuentros y celebraciones litúrgicas no dejé de exhortar a todos a crecer en la alegría de ser cristianos y pertenecer a la Iglesia, a la vez que hacía una encarecida exhortación a reconocer y tutelar los derechos fundamentales de la persona humana. Animé también a confiar en la bondad de Dios, que puede cambiar las situaciones insoportables y oscuras, alentando igualmente a vivir en el empeño concreto de caminar unidos hacia un futuro mejor.

En la oración pude encomendar de corazón al Señor y a la Virgen María las preocupaciones y aspiraciones de quienes en esas queridas Naciones sufren a causa de la violencia, la corrupción, la falta de libertad u otras plagas sociales.

Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española, en particular a los grupos provenientes de España, México, Colombia, Puerto Rico y otros países Latinoamericanos. Invito a todos a participar con devoción en las celebraciones litúrgicas de la pasión, muerte y resurrección de Cristo, para dejarnos alcanzar y transformar por su amor. Deseo a todos una Santa Pascua, colmada de los dones de Dios. Muchas gracias.

[00450-04.01] [Texto original: Español]

Sintesi della catechesi in lingua portoghese

Queridos irmãos e irmãs,

Queria compartilhar convosco algumas lembranças dos dias inesquecíveis, repletos de alegria e esperança, que vivi na minha recente viagem ao México e a Cuba. No México, primeira etapa da minha peregrinação, fui recebido por uma grande multidão que me ofereceu um acolhimento extraordinário e festivo. Nele, pude identificar a esperança tenaz dos cristãos mexicanos, apesar dos momentos de violência, que não deixei de deplorar. Durante a celebração eucarística, exortei os fiéis a crescerem na alegria de ser cristãos e pertencer à Igreja, para que pudessem servir a Cristo nas situações difíceis e no sofrimento. Em Cuba, quis assegurar que levo no coração as preocupações de todos os cubanos, principalmente daqueles que sofrem pela limitação da liberdade. Pedi aos católicos que dessem novo vigor à sua fé, contribuindo para a construção de uma sociedade renovada e aberta, onde haja sempre mais espaço para Deus. Só Ele pode afastar as trevas do erro, ajudando-nos a vencer o mal e tudo o que nos oprime. Por isso, a Igreja insiste na possibilidade de levar, a todos os âmbitos da sociedade, a mensagem de esperança e paz que o Evangelho encerra.

De coração dou as boas-vindas aos amados brasileiros e demais peregrinos de língua portuguesa. Amanhã tem início o Tríduo Pascal, onde celebraremos o mistério central da nossa fé: a paixão, morte e ressurreição de Cristo. Deixai-vos transformar pelo amor de Cristo, manifestado na sua Cruz, para que assim se realize em vós a ressurreição. Uma Santa Páscoa para todos!

[00451-06.01] [Texto original: Português]

SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE

Saluto in lingua polacca

Saluto in lingua ceca

Saluto in lingua croata

Saluto in lingua italiana

Saluto in lingua polacca

Serdecznie witam polskich pielgrzymów. Dziękuję wam za życzenia i za modlitwy, szczególnie podczas mojej niedawnej podróży apostolskiej oraz w tych dniach, w których przeżywamy tajemnice męki, śmierci i zmartwychwstania Syna Bożego. Niech udział w liturgii triduum paschalnego pozwoli nam doświadczyć ogromu Bożej miłości. Niech Bóg wam błogosławi!

[Do un cordiale benvenuto ai pellegrini polacchi. Vi ringrazio per gli auguri e per le preghiere, soprattutto durante il mio recente viaggio apostolico e in questi giorni, nei quali viviamo i misteri della passione, della morte e della risurrezione del Figlio di Dio. La partecipazione alla liturgia del triduo pasquale ci permetta di sperimentare l’immensità dell’amore Divino. Dio vi benedica!]

[00452-09.01] [Testo originale: Polacco]

Saluto in lingua ceca

Srdečně zdravím české poutníky, zejména mladé z farnosti svatého Jana Bosca z Vídně. V těchto dnech si připomínáme Kristovo utrpení, smrt a vzkříšení. Ať roste vaše touha svědčit o Jeho lásce k lidstvu.

[Rivolgo un cordiale saluto ai pellegrini di lingua ceca, specialmente ai giovani della parrocchia San Giovanni Bosco di Vienna. Il mistero della passione, morte e risurrezione di Cristo, che ricordiamo in questi giorni, accresca in voi il desiderio di testimoniare ovunque il Suo amore per l’umanità.]

[00453-AA.01] [Testo originale: Ceco]

Saluto in lingua croata

S radošću pozdravljam i blagoslivljam sve hrvatske hodočasnike, a osobito bogoslove iz Sarajeva. Dragi prijatelji, pogledajte koliko nas je Krist ljubio darujući svoj život da bismo mi živjeli. Utisnite u srce tu Njegovu ljubav kao svoje najveće blago. Hvaljen Isus i Marija!

[Con gioia saluto e benedico tutti i pellegrini croati, particolarmente i seminaristi di Sarajevo. Cari amici, guardate quanto ci ha amato Cristo da dare la sua vita affinché noi viviamo. Imprimete nel cuore questo Suo amore come il vostro più grande tesoro. Siano lodati Gesù e Maria!]

[00454-AA.01] [Testo originale: Croato]

Saluto in lingua italiana

Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare, saluto gli universitari, provenienti da diversi Paesi, che partecipano al congresso internazionale promosso dalla Prelatura dell’Opus Dei. Cari amici, siete venuti a Roma in occasione della Settimana Santa per una esperienza di fede, di amicizia e di arricchimento spirituale. Vi invito a dedicare questi giorni all’approfondimento della conoscenza di Gesù, rispondendo alla chiamata d’amore che Egli rivolge a ciascuno. A tale proposito mi piace ricordare quanto scriveva San Josemaría Escrivá: «Tutto quello che si fa per amore acquista bellezza e grandezza».

Saluto, inoltre, i Religiosi dell’Ordine dei Ministri degli Infermi e il gruppo "Monfortiana" di Verona. Tutti ringrazio per la loro visita, augurando a ciascuno che questi giorni della Settimana Santa siano occasione propizia per rafforzare la fede e l'adesione al Vangelo.

Rivolgo infine il mio cordiale pensiero ai giovani, agli ammalati ed agli sposi novelli. La contemplazione della passione, morte e risurrezione di Gesù, cari giovani, vi renda sempre più saldi nella testimonianza cristiana. E voi, cari ammalati, traete dalla Croce di Cristo il sostegno quotidiano per superare i momenti di prova e di sconforto. A voi, cari sposi novelli, venga dal mistero pasquale, che in questi giorni contempliamo, un incoraggiamento a fare della vostra famiglia un luogo di amore fedele e fecondo.

[00455-01.01] [Testo originale: Italiano]

APPELLO DEL SANTO PADRE

Oggi ricorre la Giornata internazionale per la sensibilizzazione sul problema delle mine antipersona, alle cui vittime, insieme alle loro famiglie, esprimo la mia vicinanza. Incoraggio tutti coloro che si impegnano per liberare l’umanità da questi terribili e subdoli ordigni, i quali, come disse il Beato Giovanni Paolo II in occasione dell’entrata in vigore della Convenzione per il loro bando, impediscono agli uomini di «camminare assieme sui sentieri della vita senza temere le insidie di distruzione e di morte» (Angelus, 28 febbraio 1999).

[00456-01.01] [Testo originale: Italiano]

[B0200-XX.01]