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L’UDIENZA GENERALE, 25.01.2012


L’UDIENZA GENERALE

CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE

SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE

L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 10.30 nell’Aula Paolo VI dove il Santo Padre ha incontrato gruppi di fedeli e pellegrini provenienti dall’Italia e da ogni parte del mondo.
Nel discorso in lingua italiana, il Papa ha incentrato la sua meditazione sulla "Preghiera sacerdotale" di Gesù all’Ultima cena (cfr Gv 17,1-26).
Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Santo Padre Benedetto XVI ha rivolto particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti.
L’Udienza Generale si è conclusa con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica.

CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

Cari fratelli e sorelle,

nella Catechesi di oggi concentriamo la nostra attenzione sulla preghiera che Gesù rivolge al Padre nell'«Ora» del suo innalzamento e della sua glorificazione (cfr Gv 17,1-26). Come afferma il Catechismo della Chiesa Cattolica: «La tradizione cristiana a ragione la definisce la "preghiera sacerdotale" di Gesù. E' quella del nostro Sommo Sacerdote, è inseparabile dal suo Sacrificio, dal suo "passaggio" [pasqua] al Padre, dove egli è interamente "consacrato" al Padre» (n. 2747).

Questa preghiera di Gesù è comprensibile nella sua estrema ricchezza soprattutto se la collochiamo sullo sfondo della festa giudaica dell’espiazione, lo Yom kippùr. In quel giorno il Sommo Sacerdote compie l’espiazione prima per sé, poi per la classe sacerdotale e infine per l’intera comunità del popolo. Lo scopo è quello di ridare al popolo di Israele, dopo le trasgressioni di un anno, la consapevolezza della riconciliazione con Dio, la consapevolezza di essere popolo eletto, «popolo santo» in mezzo agli altri popoli. La preghiera di Gesù, presentata nel capitolo 17 del Vangelo secondo Giovanni, riprende la struttura di questa festa. Gesù in quella notte si rivolge al Padre nel momento in cui sta offrendo se stesso. Egli, sacerdote e vittima, prega per sé, per gli apostoli e per tutti coloro che crederanno in Lui, per la Chiesa di tutti i tempi (cfr Gv 17,20).

La preghiera che Gesù fa per se stesso è la richiesta della propria glorificazione, del proprio «innalzamento» nella sua «Ora». In realtà è più di una domanda e della dichiarazione di piena disponibilità ad entrare, liberamente e generosamente, nel disegno di Dio Padre che si compie nell’essere consegnato e nella morte e risurrezione. Questa "Ora" è iniziata con il tradimento di Giuda (cfr Gv 13,31) e culminerà nella salita di Gesù risorto al Padre (Gv 20,17). L’uscita di Giuda dal cenacolo è commentata da Gesù con queste parole: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui» (Gv 13,31). Non a caso, Egli inizia la preghiera sacerdotale dicendo: «Padre, è venuta l’ora: glorifica il Figlio tuo perché il Figlio glorifichi te» (Gv 17,1). La glorificazione che Gesù chiede per se stesso, quale Sommo Sacerdote, è l'ingresso nella piena obbedienza al Padre, un'obbedienza che lo conduce alla sua più piena condizione filiale: «E ora, Padre, glorificami davanti a te con quella gloria che io avevo presso di te prima che il mondo fosse» (Gv 17,5). Sono questa disponibilità e questa richiesta il primo atto del sacerdozio nuovo di Gesù che è un donarsi totalmente sulla croce, e proprio sulla croce - il supremo atto di amore – Egli è glorificato, perché l'amore è la gloria vera, la gloria divina.

Il secondo momento di questa preghiera è l’intercessione che Gesù fa per i discepoli che sono stati con Lui. Essi sono coloro dei quali Gesù può dire al Padre: «Ho manifestato il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a me, ed essi hanno osservato la tua parola» (Gv 17,6). «Manifestare il nome di Dio agli uomini» è la realizzazione di una presenza nuova del Padre in mezzo al popolo, all’umanità. Questo "manifestare" è non solo una parola, ma è realtà in Gesù; Dio è con noi, e così il nome - la sua presenza con noi, l’essere uno di noi - è "realizzato". Quindi questa manifestazione si realizza nell’incarnazione del Verbo. In Gesù Dio entra nella carne umana, si fa vicino in modo unico e nuovo. E questa presenza ha il suo vertice nel sacrificio che Gesù realizza nella sua Pasqua di morte e risurrezione.

Al centro di questa preghiera di intercessione e di espiazione a favore dei discepoli sta la richiesta di consacrazione; Gesù dice al Padre: «Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Consacrali nella verità. La tua parola è verità. Come tu hai mandato me nel mondo, anche io ho mandato loro nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità» (Gv 17,16-19). Domando: cosa significa «consacrare» in questo caso? Anzitutto bisogna dire che «Consacrato» o «Santo», è propriamente solo Dio. Consacrare quindi vuol dire trasferire una realtà – una persona o cosa – nella proprietà di Dio. E in questo sono presenti due aspetti complementari: da una parte togliere dalle cose comuni, segregare, "mettere a parte" dall’ambiente della vita personale dell’uomo per essere donati totalmente a Dio; e dall’altra questa segregazione, questo trasferimento alla sfera di Dio, ha il significato proprio di «invio», di missione: proprio perché donata a Dio, la realtà, la persona consacrata esiste «per» gli altri, è donata agli altri. Donare a Dio vuol dire non essere più per se stessi, ma per tutti. E’ consacrato chi, come Gesù, è segregato dal mondo e messo a parte per Dio in vista di un compito e proprio per questo è pienamente a disposizione di tutti. Per i discepoli, sarà continuare la missione di Gesù, essere donato a Dio per essere così in missione per tutti. La sera di Pasqua, il Risorto, apparendo ai suoi discepoli, dirà loro: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi» (Gv 20,21).

Il terzo atto di questa preghiera sacerdotale distende lo sguardo fino alla fine del tempo. In essa Gesù si rivolge al Padre per intercedere a favore di tutti coloro che saranno portati alla fede mediante la missione inaugurata dagli apostoli e continuata nella storia: «Non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in me mediante la loro parola». Gesù prega per la Chiesa di tutti i tempi, prega anche per noi (Gv 17,20). Il Catechismo della Chiesa Cattolica commenta: «Gesù ha portato a pieno compimento l'opera del Padre, e la sua preghiera, come il suo Sacrificio, si estende fino alla consumazione dei tempi. La preghiera dell'Ora riempie gli ultimi tempi e li porta verso la loro consumazione» (n. 2749).

La richiesta centrale della preghiera sacerdotale di Gesù dedicata ai suoi discepoli di tutti i tempi è quella della futura unità di quanti crederanno in Lui. Tale unità non è un prodotto mondano. Essa proviene esclusivamente dall'unità divina e arriva a noi dal Padre mediante il Figlio e nello Spirito Santo. Gesù invoca un dono che proviene dal Cielo, e che ha il suo effetto – reale e percepibile – sulla terra. Egli prega «perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato» (Gv 17,21). L'unità dei cristiani da una parte è una realtà segreta che sta nel cuore delle persone credenti. Ma, al tempo stesso, essa deve apparire con tutta la chiarezza nella storia, deve apparire perché il mondo creda, ha uno scopo molto pratico e concreto deve apparire perché tutti siano realmente una sola cosa. L'unità dei futuri discepoli, essendo unità con Gesù - che il Padre ha mandato nel mondo -, è anche la fonte originaria dell'efficacia della missione cristiana nel mondo.

«Possiamo dire che nella preghiera sacerdotale di Gesù si compie l'istituzione della Chiesa... Proprio qui, nell'atto dell'ultima cena, Gesù crea la Chiesa. Perché, che altro è la Chiesa se non la comunità dei discepoli che, mediante la fede in Gesù Cristo come inviato del Padre, riceve la sua unità ed è coinvolta nella missione di Gesù di salvare il mondo conducendolo alla conoscenza di Dio? Qui troviamo realmente una vera definizione della Chiesa. La Chiesa nasce dalla preghiera di Gesù. E questa preghiera non è soltanto parola: è l'atto in cui egli «consacra» se stesso e cioè «si sacrifica» per la vita del mondo (cfr Gesù di Nazaret, II, 117s).

Gesù prega perché i suoi discepoli siano una cosa sola. In forza di tale unità, ricevuta e custodita, la Chiesa può camminare «nel mondo» senza essere «del mondo» (cfr Gv 17,16) e vivere la missione affidatale perché il mondo creda nel Figlio e nel Padre che lo ha mandato. La Chiesa diventa allora il luogo in cui continua la missione stessa di Cristo: condurre il «mondo» fuori dall’alienazione dell’uomo da Dio e da se stesso, fuori dal peccato, affinché ritorni ad essere il mondo di Dio.

Cari fratelli e sorelle, abbiamo colto qualche elemento della grande ricchezza della preghiera sacerdotale di Gesù, che vi invito a leggere e a meditare, perché ci guidi nel dialogo con il Signore, ci insegni a pregare. Anche noi, allora, nella nostra preghiera, chiediamo a Dio che ci aiuti ad entrare, in modo più pieno, nel progetto che ha su ciascuno di noi; chiediamoGli di essere «consacrati» a Lui, di appartenerGli sempre di più, per poter amare sempre di più gli altri, i vicini e i lontani; chiediamoGli di essere sempre capaci di aprire la nostra preghiera alle dimensioni del mondo, non chiudendola nella richiesta di aiuto per i nostri problemi, ma ricordando davanti al Signore il nostro prossimo, apprendendo la bellezza di intercedere per gli altri; chiediamoGli il dono dell’unità visibile tra tutti i credenti in Cristo - lo abbiamo invocato con forza in questa Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani - preghiamo per essere sempre pronti a rispondere a chiunque ci domandi ragione della speranza che è in noi (cfr 1Pt 3,15). Grazie.

[00092-01.01] [Testo originale: Italiano]

SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE

Sintesi della catechesi in lingua francese

Sintesi della catechesi in lingua inglese

Sintesi della catechesi in lingua tedesca

Sintesi della catechesi in lingua spagnola

Sintesi della catechesi in lingua portoghese

Sintesi della catechesi in lingua francese

Chers frères et sœurs, nous méditons sur la « Prière sacerdotale » de Jésus qu’il a adressée à son Père à l’Heure de sa passion. Son fondement est la fête juive de l’Expiation, -le Yom kippùr-, qui redonnait au peuple d’Israël la conscience de demeurer parmi les autres peuples, le peuple élu et saint. Jésus se présente à son Père comme prêtre et victime. Il prie pour lui-même, pour sa glorification en demandant d’abord la pleine obéissance au Père. Puis, il prie pour ses disciples qui doivent poursuivre la mission de manifester le nom de Dieu aux hommes. En Jésus, Dieu s’est fait proche de l’humanité d’une manière nouvelle. Et Jésus demande que ses disciples soient comme lui, consacrés. Être consacré, c’est être mis à part pour être tout entier donné à Dieu ; c’est aussi être envoyé, car celui qui est consacré existe pour le monde, pour les hommes, et il est à la disposition de tous. Jésus demande surtout l’unité future de tous ceux qui croiront en lui. Cette unité découle de l’unité divine qui vient à nous du Père par le Fils et dans l’Esprit Saint. Réalité qui habite le cœur des croyants, l’unité en Jésus est la source de l’efficacité de leur mission dans le monde. L’Église naît de la prière de Jésus. En vertu d’une telle unité, reçue et gardée, l’Église chemine dans le monde sans être du monde. Par l’Église, le Christ continue sa mission qui est de conduire l’homme à Dieu.

Je salue les pèlerins francophones, particulièrement le groupe Notre Dame de l’Écoute de Paris. Chers amis, puisse la méditation de la Prière sacerdotale de Jésus nous aider à entrer, comme lui, dans le projet de Dieu sur nous et à élargir notre prière aux dimensions du monde. Demandons-lui de lui appartenir toujours plus pour pouvoir aimer les autres et témoigner de l’espérance qui est en nous. Bon pèlerinage à tous !

[00093-03.01] [Texte original: Français]

Sintesi della catechesi in lingua inglese

Dear Brothers and Sisters,

In our continuing catechesis on Christian prayer, we now turn to the priestly prayer which Jesus offered at the Last Supper (cf. Jn 17:1-26). Against the backdrop of the Jewish feast of expiation Yom Kippur, Jesus, priest and victim, prays that the Father will glorify him in this, the hour of his sacrifice of reconciliation. He asks the Father to consecrate his disciples, setting them apart and sending them forth to continue his mission in the world. Christ also implores the gift of unity for all those who will believe in him through the preaching of the apostles. His priestly prayer can thus be seen as instituting the Church, the community of the disciples who, through faith in him, are made one and share in his saving mission. In meditating upon the Lord’s priestly prayer, let us ask the Father for the grace to grow in our baptismal consecration and to open our own prayers to the needs of our neighbours and the whole world. Let us also pray, as we have just done in the Week of Prayer for Christian Unity, for the gift of the visible unity of all Christ’s followers, so that the world may believe in the Son and in the Father who sent him.

I offer a warm welcome to the students of the Bossey Graduate School of Ecumenical Studies in Switzerland, and I offer prayerful good wishes for their work. Upon all the English-speaking pilgrims and visitors present at today’s Audience I cordially invoke God’s blessings of joy and peace!

[00094-02.01] [Original text: English]

Sintesi della catechesi in lingua tedesca

Liebe Brüder und Schwestern!

Wir stehen in einer Reihe von Katechesen über das Gebet, und in diesem Rahmen möchte ich heute auf das Letzte Abendmahl zurückkommen. Der Evangelist Johannes hat uns hier eine Kostbarkeit des Betens Jesu überliefert, das sogenannte »hohepriesterliche Gebet«. Bei seinem Abschiedsmahl betet Jesus stellvertretend für die Jünger, wie die Hohenpriester es nach dem Gesetz des Mose am Versöhnungstag im Tempel für das Volk Israel getan haben. Das Gebet unseres Hohenpriesters Jesus ist nicht von seinem Handeln, von seiner Hingabe und von seinem »Übergang« (Pascha), dem Gehen zum Vater, zu trennen, das sich im Kreuz vollzieht. Drei Momente treten beim »hohepriesterlichen Gebet« Jesu hervor. Zunächst bittet Jesus um Verherrlichung. Es ist der Glanz Gottes, der sich auf seinen Sohn legen soll in der Stunde, in der dieser den Willen des Vaters tut. Die Verherrlichung Jesu wird offenbar im Gehorsam gegenüber dem Willen des Vaters und in seiner Hingabe für die Welt. Dieser Glanz Gottes, die Herrlichkeit besteht in der Liebe Gottes, die in ihm im Kreuz gegenwärtig wird. Weil das Kreuz Akt der höchsten Liebe für uns ist, ist es zugleich die höchste Verherrlichung Jesu Christi, der wahre Glanz, das Leuchten Gottes. Ein zweiter Aspekt ist dann die Fürsprache für seine Jünger. Er bittet den Vater, seine Gefährten zu heiligen. Als Geheiligte, als Boten des göttlichen Glanzes werden sie in die Welt gesandt. Als Geheiligte werden sie dem Heiligen, Gott, übergeben, um von ihm her für alle da sein zu können. Und schließlich bittet der Herr über den Augenblick hinaus in einem dritten Moment, daß sich die göttliche Güte auch auf alle die richte, die durch das Wort der Jünger an ihn glauben werden. Er bittet für die Kirche aller Zeiten. Er bittet vor allem darum, daß sie eins seien und daß in dieser Einheit, die aus dem In-Sein in Christus allein kommen kann, der Welt die Sendung Christi sichtbar werde und so Kirche weiter wachsen könne. Das Gebet Jesu ist nicht nur ein Wort; es ist Tun, es ist die Realität seiner eigenen Hingabe, er betet, und das heißt, er gibt sich dem Vater für uns hin und verändert so die Welt und schafft so die Kirche. Das Beten Jesu ist ein Tun, in dem er sich hinschenkt für die Welt. Daraus entspringt die Kirche als die Gemeinschaft derer, die auf das Wort der Apostel hin an Christus glauben.

Ganz herzlich grüße ich alle Pilger und Besucher deutscher Sprache. Nehmen wir Christus als unseren Herrn und Bruder an, von dem wir unsere Einheit empfangen und der uns hinausführt, um der Welt die Liebe und die Treue Gottes zu bezeugen. Der Herr schenke euch gesegnete Tage hier in Rom.

[00095-05.01] [Originalsprache: Deutsch]

Sintesi della catechesi in lingua spagnola

Queridos hermanos y hermanas:

La catequesis de hoy está dedicada a la oración sacerdotal que el Señor pronuncia antes de su Pasión. En ella, y evocando la fiesta judía del Yom kippùr, Jesús se presenta como Sumo Sacerdote que pide por sí mismo, por los sacerdotes y por el pueblo y, a la vez, como la víctima que se ofrece al Padre en expiación. En primer lugar, pide para Él la glorificación, invocando al Padre para que acepte su sacrificio. Después, intercede por los discípulos, consagrándolos enteramente a Dios para enviarlos a la misión que les confía. Por último, Jesús ora por todos aquellos que creerán mediante este envío, que se prolonga en la historia. Suplica para ellos la unidad, entendida como don de Dios que sólo puede tener lugar en la comunión trinitaria. De ese modo, inaugura la Iglesia que se define como pueblo enviado, consagrado, llamado al conocimiento de Dios y nacido en la cruz.

Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española, en particular, a los grupos provenientes de España, México, Chile y otros países latinoamericanos. Invito a todos a orar como nos enseña Jesús, pidiendo a Dios que manifieste su voluntad en nuestras vidas, nos consagre y abra nuestro corazón al mundo y a la misión. Que el don de la unidad que esta Semana hemos suplicado con insistencia nos ayude a dar razón de nuestra esperanza ante los que nos rodean. Muchas gracias.

[00096-04.01] [Texto original: Español]

Sintesi della catechesi in lingua portoghese

Queridos irmãos e irmãs,

A chamada «Oração Sacerdotal» de Jesus na Última Ceia é inseparável do seu Sacrifício, no qual Se consagra inteiramente ao Pai. Sacerdote e vítima, Cristo reza por Si mesmo, pelos Apóstolos e pela Igreja de todos os tempos. Para Si próprio, pede uma obediência total ao Pai, que O conduza à plena condição filial. Para os Apóstolos, pede a consagração na verdade, para continuarem a missão d’Ele; para isso, devem ser consagrados, isto é, segregados do mundo, colocando-se à disposição de Deus para a missão que lhes está reservada, e, deste modo, postos à disposição de todos. Finalmente Jesus estende o olhar até ao fim dos tempos e reza pela Igreja, pedindo a unidade de todos os cristãos: «Que eles sejam todos um, como Tu, Pai, o és em Mim e Eu em Ti» (Jo 17, 21). Assim a Igreja continua a missão de Cristo: conduzir o mundo para fora do pecado, que aliena o homem de Deus e de si mesmo, para que volte a ser o mundo de Deus.

A minha saudação amiga para os fiéis de Santa Maria dos Pobres de Paranoá e demais peregrinos de língua portuguesa, propondo-vos como modelo de vida o Apóstolo São Paulo, cuja conversão hoje recordamos num abraço ideal que se alarga a todos os cristãos na conclusão do Oitavário de Oração pela sua Unidade. Que os vossos corações, fortes na fé, possam servir sempre os amorosos desígnios de Deus. Sobre vós e vossas famílias, desça a minha Bênção.

[00097-06.01] [Texto original: Português]

SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE

Saluto in lingua polacca

Saluto in lingua slovacca

Saluto in lingua italiana

Saluto in lingua polacca

Pozdrawiam serdecznie pielgrzymów polskich. Dzisiaj w święto Nawrócenia Świętego Pawła Apostoła kończymy Tydzień Modlitw o Jedność Chrześcijan. Nawrócenie Apostoła Narodów pod Damaszkiem jest dowodem, że ostatecznie Bóg sam decyduje o losach swego Kościoła. Prośmy Go o łaskę jedności, która domaga się także naszego nawrócenia, dochowania wierności prawdzie i miłości Boga. Z serca wam błogosławię.

[Saluto cordialmente i pellegrini polacchi. Oggi, con la Festa della Conversione di San Paolo, chiudiamo la Settimana di Preghiera per l’unità dei Cristiani. La conversione, nei pressi di Damasco, dell’Apostolo delle Genti è la prova che, in definitiva, è Dio stesso a decidere delle sorti della Sua Chiesa. Invochiamolo per ottenere la grazia dell’unità, la quale esige anche la nostra conversione personale, rimanendo fedeli alla verità e all’amore di Dio. Vi benedico di cuore.]

[00098-09.01] [Testo originale: Polacco]

Saluto in lingua slovacca

Zo srdca pozdravujem slovenských pútnikov, osobitne z Bardejova, z Prešova a z Univerzity Komenského z Bratislavy. Bratia a sestry, dnes sa končí Oktáva modlitieb za jednotu kresťanov. Pozývam vás k intenzívnym modlitbám k Pánovi, aby sa naplnili Kristove slová „Aby všetci boli jedno". Rád vás žehnám. Pochválený buď Ježiš Kristus!

[Saluto di cuore i pellegrini slovacchi, particolarmente quelli provenienti da Bardejov, Prešov e dall’Università Komenský di Bratislava. Fratelli e sorelle, oggi termina l’Ottavario di preghiera per l’unità dei cristiani. Vi invito ad elevare intense preghiere al Signore affinché si realizzi la parola di Cristo "Perché siano una cosa sola". Volentieri vi benedico. Sia lodato Gesù Cristo!]

[00099-AA.01] [Testo originale: Slovacco]

Saluto in lingua italiana

Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. Saluto le associazioni, i cori e gli studenti, in particolare quelli dell’Istituto Ecumenico Universitario di Bossey presenti per la visita di studio a Roma. Un caloroso saluto ai gruppi parrocchiali, in particolare a quello di San Nicola in Ozieri, dove viene intitolata una Piazza a Don Luigi Giussani e inaugurato oggi un Centro Culturale di educazione alla fede cristiana. A tutti l’auspicio che l’odierna Festa della Conversione di San Paolo stimoli ciascuno ad approfondire la Parola di Dio per poter annunciare, con il dialogo e con la testimonianza, che Gesù è il Salvatore.

Infine, un pensiero affettuoso ai giovani, ai malati e agli sposi novelli. La Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, che oggi si conclude, ci offre l’opportunità di riflettere sulla nostra appartenenza a Cristo e alla Chiesa. Cari giovani, fidatevi degli insegnamenti della Chiesa, finalizzati alla vostra crescita integrale. Cari ammalati, offrite le vostre sofferenze per la causa dell’unità della Chiesa di Cristo. E voi, cari sposi novelli, educate i vostri figli secondo la logica dell’amore gratuito, sul modello dell’amore di Dio per l’umanità.

[00100-01.01] [Testo originale: Italiano]

[B0042-XX.01]