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L’UDIENZA GENERALE, 21.12.2011


L’UDIENZA GENERALE

CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE

SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE

L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 10.30 nell’Aula Paolo VI dove il Santo Padre Benedetto XVI ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli giunti dall’Italia e da ogni parte del mondo.
Nel discorso in lingua italiana, il Papa si è soffermato sul mistero del Natale ormai prossimo.
Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Santo Padre ha rivolto particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti.
L’Udienza Generale si è conclusa con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica impartita insieme ai Vescovi presenti.

CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

Cari fratelli e sorelle,

Sono lieto di accogliervi in Udienza generale a pochi giorni dalla celebrazione del Natale del Signore. Il saluto che corre in questi giorni sulle labbra di tutti è "Buon Natale! Auguri di buone feste natalizie!". Facciamo in modo che, anche nella società attuale, lo scambio degli auguri non perda il suo profondo valore religioso, e la festa non venga assorbita dagli aspetti esteriori, che toccano le corde del cuore. Certamente, i segni esterni sono belli e importanti, purché non ci distolgano, ma piuttosto ci aiutino a vivere il Natale nel suo senso più vero, quello sacro e cristiano, in modo che anche la nostra gioia non sia superficiale, ma profonda.

Con la liturgia natalizia la Chiesa ci introduce nel grande Mistero dell’Incarnazione. Il Natale, infatti, non è un semplice anniversario della nascita di Gesù, è anche questo, ma è di più, è celebrare un Mistero che ha segnato e continua a segnare la storia dell’uomo – Dio stesso è venuto ad abitare in mezzo a noi (cfr Gv 1,14), si è fatto uno di noi -; un Mistero che interessa la nostra fede e la nostra esistenza; un Mistero che viviamo concretamente nelle celebrazioni liturgiche, in particolare nella Santa Messa. Qualcuno potrebbe chiedersi: come è possibile che io viva adesso questo evento così lontano nel tempo? Come posso prendere parte fruttuosamente alla nascita del Figlio di Dio avvenuta più di duemila anni fa? Nella Santa Messa della Notte di Natale, ripeteremo come ritornello al Salmo Responsoriale queste parole: «Oggi è nato per noi il Salvatore». Questo avverbio di tempo, «oggi», ricorre più volte in tutte le celebrazioni natalizie ed è riferito all’evento della nascita di Gesù e alla salvezza che l’Incarnazione del Figlio di Dio viene a portare. Nella Liturgia tale avvenimento oltrepassa i limiti dello spazio e del tempo e diventa attuale, presente; il suo effetto perdura, pur nello scorrere dei giorni, degli anni e dei secoli. Indicando che Gesù nasce «oggi», la Liturgia non usa una frase senza senso, ma sottolinea che questa Nascita investe e permea tutta la storia, rimane una realtà anche oggi alla quale possiamo arrivare proprio nella liturgia. A noi credenti la celebrazione del Natale rinnova la certezza che Dio è realmente presente con noi, ancora "carne" e non solo lontano: pur essendo col Padre è vicino a noi. Dio, in quel Bambino nato a Betlemme, si è avvicinato all’uomo: noi Lo possiamo incontrare adesso, in un «oggi» che non ha tramonto.

Vorrei insistere su questo punto, perché l’uomo contemporaneo, uomo del "sensibile", dello sperimentabile empiricamente, fa sempre più fatica ad aprire gli orizzonti ed entrare nel mondo di Dio. La redenzione dell’umanità avviene certo in un momento preciso e identificabile della storia: nell’evento di Gesù di Nazaret; ma Gesù è il Figlio di Dio, è Dio stesso, che non solo ha parlato all’uomo, gli ha mostrato segni mirabili, lo ha guidato lungo tutta una storia di salvezza, ma si è fatto uomo e rimane uomo. L’Eterno è entrato nei limiti del tempo e dello spazio, per rendere possibile «oggi» l’incontro con Lui. I testi liturgici natalizi ci aiutano a capire che gli eventi della salvezza operata da Cristo sono sempre attuali, interessano ogni uomo e tutti gli uomini. Quando ascoltiamo o pronunciamo, nelle celebrazioni liturgiche, questo «oggi è nato per noi il Salvatore», non stiamo utilizzando una vuota espressione convenzionale, ma intendiamo che Dio ci offre «oggi», adesso, a me, ad ognuno di noi la possibilità di riconoscerlo e di accoglierlo, come fecero i pastori a Betlemme, perché Egli nasca anche nella nostra vita e la rinnovi, la illumini, la trasformi con la sua Grazia, con la sua Presenza.

Il Natale, dunque, mentre commemora la nascita di Gesù nella carne, dalla Vergine Maria - e numerosi testi liturgici fanno rivivere ai nostri occhi questo o quell’episodio -, è un evento efficace per noi. Il Papa san Leone Magno, presentando il senso profondo della Festa del Natale, invitava i suoi fedeli con queste parole: «Esultiamo nel Signore, o miei cari, e apriamo il nostro cuore alla gioia più pura, perché è spuntato il giorno che per noi significa la nuova redenzione, l’antica preparazione, la felicità eterna. Si rinnova infatti per noi nel ricorrente ciclo annuale l’alto mistero della nostra salvezza, che, promesso all’inizio e accordato alla fine dei tempi, è destinato a durare senza fine» (Sermo 22, In Nativitate Domini, 2,1: PL 54,193). E, sempre san Leone Magno, in un’altra delle sue Omelie natalizie, affermava: «Oggi l’autore del mondo è stato generato dal seno di una vergine: colui che aveva fatto tutte le cose si è fatto figlio di una donna da lui stesso creata. Oggi il Verbo di Dio è apparso rivestito di carne e, mentre mai era stato visibile a occhio umano, si è reso anche visibilmente palpabile. Oggi i pastori hanno appreso dalla voce degli angeli che era nato il Salvatore nella sostanza del nostro corpo e della nostra anima» (Sermo 26, In Nativitate Domini, 6,1: PL 54,213).

C’è un secondo aspetto al quale vorrei accennare brevemente: l’evento di Betlemme deve essere considerato alla luce del Mistero Pasquale: l’uno e l’altro sono parte dell’unica opera redentrice di Cristo. L’Incarnazione e la nascita di Gesù ci invitano già ad indirizzare lo sguardo verso la sua morte e la sua risurrezione: Natale e Pasqua sono entrambe feste della redenzione. La Pasqua la celebra come vittoria sul peccato e sulla morte: segna il momento finale, quando la gloria dell’Uomo-Dio splende come la luce del giorno; il Natale la celebra come l’entrare di Dio nella storia facendosi uomo per riportare l’uomo a Dio: segna, per così dire, il momento iniziale, quando si intravede il chiarore dell’alba. Ma proprio come l’alba precede e fa già presagire la luce del giorno, così il Natale annuncia già la Croce e la gloria della Risurrezione. Anche i due periodi dell’anno, in cui sono collocate le due grandi feste, almeno in alcune aree del mondo, possono aiutare a comprendere questo aspetto. Infatti, mentre la Pasqua cade all’inizio della primavera, quando il sole vince le dense e fredde nebbie e rinnova la faccia della terra, il Natale cade proprio all’inizio dell’inverno, quando la luce e il calore del sole non riescono a risvegliare la natura, avvolta dal freddo, sotto la cui coltre, però, pulsa la vita e comincia di nuovo la vittoria del sole e del calore.

I Padri della Chiesa leggevano sempre la nascita di Cristo alla luce dall’intera opera redentrice, che trova il suo vertice nel Mistero Pasquale. L’Incarnazione del Figlio di Dio appare non solo come l’inizio e la condizione della salvezza, ma come la presenza stessa del Mistero della nostra salvezza: Dio si fa uomo, nasce bambino come noi, prende la nostra carne per vincere la morte e il peccato. Due significativi testi di san Basilio lo illustrano bene. San Basilio diceva ai fedeli: «Dio assume la carne proprio per distruggere la morte in essa nascosta. Come gli antidoti di un veleno una volta ingeriti ne annullano gli effetti, e come le tenebre di una casa si dissolvono alla luce del sole, così la morte che dominava sull’umana natura fu distrutta dalla presenza di Dio. E come il ghiaccio rimane solido nell’acqua finché dura la notte e regnano le tenebre, ma subito si scioglie al calore del sole, così la morte che aveva regnato fino alla venuta di Cristo, appena apparve la grazia di Dio Salvatore e sorse il sole di giustizia, "fu ingoiata dalla vittoria" (1 Cor 15,54), non potendo coesistere con la Vita» (Omelia sulla nascita di Cristo, 2: PG 31,1461). E ancora san Basilio, in un altro testo, rivolgeva questo invito: «Celebriamo la salvezza del mondo, il natale del genere umano. Oggi è stata rimessa la colpa di Adamo. Ormai non dobbiamo più dire: "Sei in polvere e in polvere ritornerai" (Gn 3,19), ma: unito a colui che è venuto dal cielo, sarai ammesso in cielo" (Omelia sulla nascita di Cristo, 6: PG 31,1473).

Nel Natale noi incontriamo la tenerezza e l’amore di Dio che si china sui nostri limiti, sulle nostre debolezze, sui nostri peccati e si abbassa fino a noi. San Paolo afferma che Gesù Cristo «pur essendo nella condizione di Dio… svuotò se stesso, assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini» (Fil 2,6-7). Guardiamo alla grotta di Betlemme: Dio si abbassa fino ad essere adagiato in una mangiatoia, che è già preludio dell’abbassamento nell’ora della sua passione. Il culmine della storia di amore tra Dio è l’uomo passa attraverso la mangiatoia di Betlemme e il sepolcro di Gerusalemme.

Cari fratelli e sorelle, viviamo con gioia il Natale che si avvicina. Viviamo questo evento meraviglioso: il Figlio di Dio nasce ancora «oggi», Dio è veramente vicino a ciascuno di noi e vuole incontrarci, vuole portarci a Lui. Egli è la vera luce, che dirada e dissolve le tenebre che avvolgono la nostra vita e l’umanità. Viviamo il Natale del Signore contemplando il cammino dell’amore immenso di Dio che ci ha innalzati a Sé attraverso il Mistero di Incarnazione, Passione, Morte e Risurrezione del suo Figlio, poiché – come afferma sant’Agostino - «in [Cristo] la divinità dell’Unigenito si è fatta partecipe della nostra mortalità, affinché noi fossimo partecipi della sua immortalità» (Epistola 187,6,20: PL 33,839-840). Soprattutto contempliamo e viviamo questo Mistero nella celebrazione dell’Eucaristia, centro del Santo Natale; lì si rende presente in modo reale Gesù, vero Pane disceso dal cielo, vero Agnello sacrificato per la nostra salvezza.

Auguro a tutti voi e alle vostre famiglie di celebrare un Natale veramente cristiano, in modo che anche gli scambi di auguri in quel giorno siano espressione della gioia di sapere che Dio ci è vicino e vuole percorrere con noi il cammino della vita. Grazie.

[01831-01.01] [Testo originale: Italiano]

SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE

Sintesi della catechesi in lingua francese

Sintesi della catechesi in lingua inglese

Sintesi della catechesi in lingua tedesca

Sintesi della catechesi in lingua spagnola

Sintesi della catechesi in lingua portoghese

Sintesi della catechesi in lingua francese

Chers frères et sœurs, dans quelques jours, nous célébrerons Noël ! C’est l’occasion d’échanger des vœux. Ce geste a peu à peu perdu sa grande valeur religieuse. On s’arrête à l’émotion qui peut-être sincère, et aux signes extérieurs. Ceux-ci doivent surtout nous conduire à la dimension sacrée et chrétienne de Noël pour que notre joie ne soit pas superficielle mais profonde. Avec la liturgie de Noël, l’Église nous introduit dans le mystère de l’Incarnation. Ce n’est pas le simple anniversaire de la naissance de Jésus qui est célébré, mais un profond mystère qui continue de marquer l’histoire humaine aujourd’hui. Noël intéresse ma foi et mon existence. Comment est-ce possible ? La naissance de Jésus ‘aujourd’hui’ est un évènement qui pénètre toute l’histoire et le cosmos. Dans la tradition chrétienne, les années se comptent à partir de la naissance du Fils de Dieu. Depuis cet instant, Dieu s’est approché de l’homme. Dans l’Enfant de la crèche, nous pouvons le reconnaître et le rencontrer en un ‘aujourd’hui’ qui ne finit pas. La naissance de Jésus renvoie à sa passion et à sa résurrection, car le mystère de l’Incarnation et le mystère pascal font partie de l’unique œuvre rédemptrice du Christ. Il a pris notre chair pour vaincre la mort et le péché. A Noël, apparaît le Christ Sauveur, soleil de justice, qui dissipe les ténèbres du monde et de notre vie. Chers amis, accueillons la lumière apportée par cet Enfant pour qu’elle nous transforme.

Je salue les pèlerins francophones, particulièrement le groupe de Fréjus-Toulon avec leur évêque, Monseigneur Dominique Rey, et les étudiants lyonnais de l’Institut de formation de l’Oratoire. Puissions-nous fêter Noël en contemplant le chemin pris par l’amour infini de Dieu pour nous élever jusqu’à Lui. Joyeux et Saint Noël à tous, particulièrement aux enfants !

[01832-03.01] [Texte original: Français]

Sintesi della catechesi in lingua inglese

Dear Brothers and Sisters,

As Christmas approaches, I offer prayerful good wishes to you and your families for a spiritually fruitful celebration of the Lord’s birth. At Midnight Mass, we sing: "Today a Saviour is born for us". This "Today" evokes an eternal present, for the mystery of Christ’s coming transcends time and permeates all history. "Today" – every day - we are invited to discover the presence of God’s saving love in our midst. In the birth of Jesus, God comes to us and asks us to receive him, so that he can be born in our lives and transform them, and our world, by the power of his love. The Christmas liturgy also invites us to contemplate Christ’s birth against the backdrop of his paschal mystery. Christmas points beyond itself, to the redemption won for us on the Cross and the glory of the Resurrection. May this Christmas fill you with joy in the knowledge that God has drawn near to us and is with us at every moment of our lives.

I greet all the English-speaking visitors present, including the pilgrimage groups from Singapore and the United States. My special greetings and good wishes go to the Tenth World Congress of the International Association of Maternal and Neonatal Health. My greeting also goes to the primary school children from Korea. I welcome the alumni of the Pontifical North American College who are celebrating their fiftieth anniversary of ordination, and the students of Holy Spirit Seminary in Brisbane, Australia. Upon all of you and your families I invoke God’s abundant blessings. Merry Christmas!

[01833-02.01] [Original text: English]

Sintesi della catechesi in lingua tedesca

Liebe Brüder und Schwestern!

In wenigen Tagen feiern wir Weihnachten. Das Besondere dieses Festes besteht darin, daß es nicht nur ein Gedächtnis der Geburt Jesu vor etwas mehr als zweitausend Jahren darstellt, sondern ein Geheimnis feiert, das die Menschheit geprägt hat und noch prägt, ein Geheimnis, das Gegenwart in sich trägt: Wir feiern, daß Gott gekommen ist und nun da ist, um unter uns zu wohnen (vgl. Joh 1,14). Er ist einer von uns geworden und bleibt einer von uns. Er hat nicht nur durch Menschenworte gesprochen, er ist selbst Mensch geworden. Er macht es uns möglich, ihm heute zu begegnen. Er begibt sich auf Augenhöhe, wie bei den Hirten von Betlehem, die ihn im kleinen Kind in der armseligen Krippe als ihren Herrn erkannt haben. An Weihnachten tritt Gott konkret in die Geschichte dieser Erde, dieser Menschheit ein und wird Mensch, um den Menschen sozusagen hochzuheben, zu sich zurückzuführen. So steht dieses Werk von Anfang an auch in der Perspektive von Kreuz und Auferstehung. Die Erniedrigung in der Krippe ist ein Anfang, ein schon Hingehen auf das Leiden und Sterben des Erlösers zu. Das will uns sagen: Gott wird Mensch, um Tod und Sünde zu besiegen, um uns zu erneuern. Der Tod, der als eine Last auf der menschlichen Natur liegt, wird durch die Gegenwart Gottes auf der Erde besiegt, auch wenn sein Schatten bleibt. Das Innerste ist ihm genommen, weil die Tür zu Gott offensteht. Gott beugt sich über unsere Unvollkommenheit und Schwäche, er füllt sie aus mit der Kraft seiner Liebe, um uns in seiner Gegenwart zu vollenden.

Ganz herzlich grüße ich alle Pilger und Besucher deutscher Sprache. Von den Hirten wollen wir lernen, uns aufzumachen zu Gott und ihn in unser Leben hereinzulassen. Eine Lebenszeit, die wir Gott widmen und von ihm her unseren Mitmenschen zuwenden, ist nie verlorene Zeit. Euch allen wünsche ich eine gnadenreiche und frohe Weihnachtszeit.

[01834-05.01] [Originalsprache: Deutsch]

Sintesi della catechesi in lingua spagnola

Queridos hermanos y hermanas:

En la sociedad actual, donde por desgracia las fiestas que se avecinan están perdiendo progresivamente su valor religioso, es importante que los signos externos de estos días no nos alejen del significado genuino del misterio que celebramos. A saber: el Verbo de Dios se ha hecho carne y ha puesto su morada entre nosotros. Vivamos, por tanto, con gozo este hecho maravilloso. El Eterno ha entrado en los límites del espacio y el tiempo para hacer posible que hoy nos encontremos con Él. Dios está cerca de cada uno de nosotros y desea que lo descubramos, para que con su luz se disipen las tinieblas que encubren nuestra vida y la humanidad. Vivamos asimismo la Navidad contemplando con fervor el camino del inmenso amor de Dios, que nos atrae hacia Sí a través de la encarnación, pasión, muerte y resurrección de su Hijo. Sobre todo, vivamos este misterio en la Eucaristía, verdadero eje de la Navidad. En ella se hace realmente presente Jesús, Pan bajado del cielo y Cordero sacrificado por nuestra salvación.

Saludo a los peregrinos de lengua española, en particular a los grupos venidos de España y de los países latinoamericanos. Invito a todos a celebrar una Navidad auténticamente cristiana, con la alegría de saber que el Señor vino al mundo para salvarnos. Él quiere recorrer a nuestro lado el camino de la vida. Al Niño Dios pediré por todos, especialmente por quienes pasan por duras pruebas. Que en estos días santos, la caridad cristiana se muestre singularmente activa con los más necesitados. Para los pobres no puede haber dilación. Feliz Navidad. Muchas gracias.

[01835-04.01] [Texto original: Español]

Sintesi della catechesi in lingua portoghese

Amados irmãos e irmãs,

A celebração do Natal recorda-nos que, naquele Menino nascido em Belém, Deus Se aproximou de todos e cada um dos homens; e nós podemos encontrá-Lo agora, num «hoje» sem ocaso. É verdade que a redenção do homem se deu num período concreto da história, ou seja, na vida de Jesus de Nazaré. Mas, Jesus é o Filho eterno de Deus; o Eterno entrou no tempo e no espaço, para tornar possível o encontro com Ele «hoje». De facto, na liturgia, aquele acontecimento ultrapassa os confins do tempo e do espaço e torna-se presente hoje; o seu efeito perdura no decorrer dos dias, dos anos, dos séculos. Quando dizemos, na celebração litúrgica, «hoje nasceu o nosso Salvador», este termo «hoje» não é uma palavra vazia, mas significa que Deus nos dá a possibilidade de O reconhecer e acolher agora – como fizeram outrora os pastores em Belém –, para que nasça também na nossa vida e a renove, ilumine e transforme com a graça da sua presença.

Queridos peregrinos de língua portuguesa, desejo a todos vós e às vossas famílias um Natal verdadeiramente cristão, de tal modo que os votos de «Boas Festas», que ides trocar uns com os outros, sejam expressão da alegria que sentis por saber que Deus está no meio de nós e deseja percorrer connosco o caminho da vida. Para todos, um santo Natal e um bom Ano Novo, repleto das bênçãos do Deus Menino!

[01836-06.01] [Texto original: Português]

SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE

Saluto in lingua polacca

Saluto in lingua italiana

Saluto in lingua polacca

Z serdecznym pozdrowieniem zwracam się do polskich pielgrzymów. Życzę pełnych pokoju i radości świąt narodzenia Pańskiego. Niech Boże błogosławieństwo stale towarzyszy Wam, waszym rodzinom i wszystkim Waszym Rodakom. Niech będzie pochwalony Jezus Chrystus.

[Con un cordiale saluto mi rivolgo ai pellegrini polacchi. Vi auguro che le prossime feste del Natale del Signore vi portino pace e gioia. La benedizione di Dio accompagni sempre voi, le vostre famiglie e tutti i vostri connazionali. Sia lodato Gesù Cristo.]

[01837-09.01] [Testo originale: Polacco]

Saluto in lingua italiana

Nel clima di serena attesa, tipico di questi giorni prossimi alla solennità del Natale, mi è gradito salutare con grande affetto i pellegrini di lingua italiana. In particolare, la delegazione del comune di Bolsena con l’Arcivescovo Mons. Giovanni Marra, i rappresentanti della Fattoria Autonoma Tabacchi di Città di Castello e gli Zampognari di Bojano, che ringrazio per la bella musica.

Un saluto speciale rivolgo ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli. Cari giovani, specialmente voi alunni del liceo Braucci di Caivano, possiate accostarvi al mistero di Betlemme con gli stessi sentimenti di fede della Vergine Maria; sia dato a voi, cari ammalati, di attingere dal presepe quella gioia e quell'intima pace che Gesù viene a portare nel mondo; e voi, cari sposi novelli, vogliate contemplare con assiduità l'esempio della santa Famiglia di Nazaret, per improntare alle virtù in essa praticate il cammino di vita familiare da poco iniziato.
Nel ricambiare gli auguri, auspico per tutti un Santo Natale ricolmo di ogni bene.

[01838-01.01] [Testo originale: Italiano]

[B0762-XX.01]