Sala Stampa

www.vatican.va

Sala Stampa Back Top Print Pdf
Sala Stampa


VIAGGIO APOSTOLICO DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI A MADRID (SPAGNA) IN OCCASIONE DELLA XXVI GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ (18-21 AGOSTO 2011) (VII), 19.08.2011


INCONTRO UFFICIALE CON IL PRESIDENTE DEL GOVERNO, ALLA NUNZIATURA APOSTOLICA DI MADRID  

Alle ore 17.30, nella Nunziatura Apostolica di Madrid, ha luogo l’incontro ufficiale del Santo Padre Benedetto XVI con il Presidente del Governo, S.E. il Sig. José Luis Rodríguez Zapatero.
Il Presidente del Governo viene accolto al suo arrivo dal Cardinale Segretario di Stato Tarcisio Bertone e dal Nunzio Apostolico S.E. Mons. Renzo Fratini, che lo intrattengono per alcuni minuti in attesa dell’arrivo del Papa.
Nel Salone degli Ambasciatori avviene poi il colloquio privato tra il Santo Padre e il Presidente del Governo di Spagna.
L’incontro si conclude con lo scambio di doni e con la presentazione dei familiari e dei più stretti collaboratori.

[01192-01.01]

"VIA CRUCIS" CON I GIOVANI, NELLA PLAZA DE CIBELES DI MADRID

  DISCORSO DEL SANTO PADRE

  TRADUZIONE IN LINGUA ITALIANA  

  TRADUZIONE IN LINGUA FRANCESE  

  TRADUZIONE IN LINGUA INGLESE  

  TRADUZIONE IN LINGUA TEDESCA  

  TRADUZIONE IN LINGUA PORTOGHESE  

Alle ore 19 di oggi, il Santo Padre Benedetto XVI lascia la Nunziatura Apostolica di Madrid e si reca nella Plaza de Cibeles per la Via Crucis con i giovani.
Nel corso della celebrazione - che inizia alle ore 19.30 - un corteo di ragazzi porta la Croce dei giovani da una Stazione all’altra delle 14 di cui è composta la Via Crucis. Le Stazioni sono raffigurate da antichi gruppi scultorei provenienti da varie parti della Spagna. È esposto anche un quindicesimo gruppo scultoreo dedicato a Maria Addolorata, quello di María Santísima de Regla di Siviglia, alla quale il Papa rivolge la Sua preghiera conclusiva. Mentre il corteo procede di stazione in stazione, vengono recitate meditazioni appositamente scritte dalle Suore della Croce di Siviglia.
Dal palco allestito nella Plaza de Cibeles il Santo Padre pronuncia la preghiera iniziale e segue lo svolgimento della Via Crucis.
Al termine, il Papa pronuncia il discorso che riportiamo di seguito:

  DISCORSO DEL SANTO PADRE

Queridos jóvenes:

Con piedad y fervor hemos celebrado este Vía Crucis, acompañando a Cristo en su Pasión y Muerte. Los comentarios de las Hermanitas de la Cruz, que sirven a los más pobres y menesterosos, nos han facilitado adentrarnos en el misterio de la Cruz gloriosa de Cristo, que contiene la verdadera sabiduría de Dios, la que juzga al mundo y a los que se creen sabios (cf. 1 Co 1,17-19). También nos ha ayudado en este itinerario hacia el Calvario la contemplación de estas extraordinarias imágenes del patrimonio religioso de las diócesis españolas. Son imágenes donde la fe y el arte se armonizan para llegar al corazón del hombre e invitarle a la conversión. Cuando la mirada de la fe es limpia y auténtica, la belleza se pone a su servicio y es capaz de representar los misterios de nuestra salvación hasta conmovernos profundamente y transformar nuestro corazón, como sucedió a Santa Teresa de Jesús al contemplar una imagen de Cristo muy llagado (cf. Libro de la vida, 9,1).

Mientras avanzábamos con Jesús, hasta llegar a la cima de su entrega en el Calvario, nos venían a la mente las palabras de san Pablo: «Cristo me amó y se entregó por mí» (Gál 2,20). Ante un amor tan desinteresado, llenos de estupor y gratitud, nos preguntamos ahora: ¿Qué haremos nosotros por él? ¿Qué respuesta le daremos? San Juan lo dice claramente: «En esto hemos conocido el amor: en que él dio su vida por nosotros. También nosotros debemos dar nuestra vida por los hermanos» (1 Jn 3,16). La pasión de Cristo nos impulsa a cargar sobre nuestros hombros el sufrimiento del mundo, con la certeza de que Dios no es alguien distante o lejano del hombre y sus vicisitudes. Al contrario, se hizo uno de nosotros «para poder compadecer Él mismo con el hombre, de modo muy real, en carne y sangre… Por eso, en cada pena humana ha entrado uno que comparte el sufrir y padecer; de ahí se difunde en cada sufrimiento la con-solatio, el consuelo del amor participado de Dios y así aparece la estrella de la esperanza» (Spe salvi, 39).

Queridos jóvenes, que el amor de Cristo por nosotros aumente vuestra alegría y os aliente a estar cerca de los menos favorecidos. Vosotros, que sois muy sensibles a la idea de compartir la vida con los demás, no paséis de largo ante el sufrimiento humano, donde Dios os espera para que entreguéis lo mejor de vosotros mismos: vuestra capacidad de amar y de compadecer. Las diversas formas de sufrimiento que, a lo largo del Vía Crucis, han desfilado ante nuestros ojos son llamadas del Señor para edificar nuestras vidas siguiendo sus huellas y hacer de nosotros signos de su consuelo y salvación. «Sufrir con el otro, por los otros, sufrir por amor de la verdad y de la justicia; sufrir a causa del amor y con el fin de convertirse en una persona que ama realmente, son elementos fundamentales de la humanidad, cuya pérdida destruiría al hombre mismo» (ibid.).

Que sepamos acoger estas lecciones y llevarlas a la práctica. Miremos para ello a Cristo, colgado en el áspero madero, y pidámosle que nos enseñe esta sabiduría misteriosa de la cruz, gracias a la cual el hombre vive. La cruz no fue el desenlace de un fracaso, sino el modo de expresar la entrega amorosa que llega hasta la donación más inmensa de la propia vida. El Padre quiso amar a los hombres en el abrazo de su Hijo crucificado por amor. La cruz en su forma y significado representa ese amor del Padre y de Cristo a los hombres. En ella reconocemos el icono del amor supremo, en donde aprendemos a amar lo que Dios ama y como Él lo hace: esta es la Buena Noticia que devuelve la esperanza al mundo.

Volvamos ahora nuestros ojos a la Virgen María, que en el Calvario nos fue entregada como Madre, y supliquémosle que nos sostenga con su amorosa protección en el camino de la vida, en particular cuando pasemos por la noche del dolor, para que alcancemos a mantenernos como Ella firmes al pie de la cruz. Muchas gracias.

[01177-04.01] [Texto original: Español]

  TRADUZIONE IN LINGUA ITALIANA 

Cari giovani,

con devozione e fervore abbiamo celebrato questa Via Crucis, accompagnando Cristo nella sua Passione e Morte. I commenti delle Suore della Croce, che servono i più poveri e bisognosi, ci hanno aiutato ad addentrarci nel mistero della Croce gloriosa di Cristo, che contiene la vera sapienza di Dio, quella che giudica il mondo e quanti credono di essere sapienti (cfr 1 Cor 1,17-19). Ci ha aiutato in questo itinerario verso il calvario anche la contemplazione di queste straordinarie immagini del patrimonio religioso delle diocesi spagnole. Sono immagini nelle quali la fede e l’arte si armonizzano, per giungere al cuore dell’uomo ed invitarlo alla conversione. Quando lo sguardo della fede è limpido e autentico, la bellezza si pone al suo servizio ed è capace di raffigurare i misteri della nostra salvezza fino a commuoverci profondamente e trasformare il nostro cuore, come accadde a santa Teresa di Gesù nel contemplare un’immagine di Cristo pieno di piaghe (cfr Libro della vita, 9,1).

Mentre avanzavamo con Gesù, sino a giungere al vertice del suo consegnarsi sul Calvario, ci venivano alla mente le parole di san Paolo: «Cristo mi ha amato e ha dato la sua vita per me» (Gal 2,20). Davanti ad un amore così disinteressato, colmi di stupore e gratitudine, ci chiediamo ora: Che faremo noi per Lui? Quale risposta gli daremo? San Giovanni lo dice chiaramente: «Da questo abbiamo conosciuto l'amore: Egli ha dato la sua vita per noi; quindi anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli» (1 Gv 3,16). La passione di Cristo ci sospinge a caricare sulle nostre spalle la sofferenza del mondo, con la certezza che Dio non è qualcuno di distante o lontano dall’uomo e dalle sue vicissitudini. Al contrario, egli si fece uno di noi «per poter com-patire con l'uomo, in modo molto reale, in carne e sangue... Da lì in ogni sofferenza umana è entrato uno che condivide la sofferenza e la sopportazione; da lì si diffonde in ogni sofferenza la con-solatio, la consolazione dell'amore partecipe di Dio e così sorge la stella della speranza» (Spe salvi, 39).

Cari giovani, che l’amore di Dio per noi aumenti la vostra gioia e vi spinga a rimanere vicini ai meno favoriti. Voi che siete molto sensibili all’idea di condividere la vita con gli altri, non passate oltre davanti alla sofferenza umana, dove Dio vi attende affinché offriate il meglio di voi stessi: la vostra capacità di amare e di compatire. Le diverse forme di sofferenza che, lungo la Via Crucis, sono sfilate davanti ai nostri occhi sono chiamate del Signore per edificare la vita seguendo le sue orme e fare di noi i segni della sua consolazione e salvezza. «Soffrire con l'altro, per gli altri; soffrire per amore della verità e della giustizia; soffrire a causa dell'amore e per diventare una persona che ama veramente – questi sono elementi fondamentali di umanità, l'abbandono dei quali distruggerebbe l'uomo stesso» (Ibid.).

Auspico che sappiamo accogliere queste lezioni e metterle in pratica. Volgiamo lo sguardo perciò a Cristo, appeso sul ruvido legno, e chiediamogli che ci insegni questa sapienza misteriosa della croce, grazie alla quale l’uomo vive. La croce non fu l’esito di un insuccesso, bensì il modo di manifestare l’offerta di amore che giunge sino alla donazione più smisurata della propria vita. Il Padre volle amare gli uomini nell’abbraccio del suo Figlio crocifisso per amore. La croce nella sua forma e nel suo significato rappresenta questo amore del Padre e di Cristo per gli uomini. In essa riconosciamo l’icona dell’amore supremo, dove impariamo ad amare ciò che Dio ama e come Egli lo fa: questa è la Buona Novella che ridona la speranza al mondo.

Volgiamo ora i nostri occhi alla Vergine Maria, che nel Calvario ci fu consegnata come Madre, e supplichiamola di sostenerci con la sua amorevole protezione nel cammino della vita, in particolare quando attraversiamo la notte del dolore, affinché ci sforziamo di mantenerci come Lei saldi ai piedi della croce. Grazie.

[01177-01.01] [Testo originale: Spagnolo]

  TRADUZIONE IN LINGUA FRANCESE

Chers jeunes,

Nous avons célébré avec piété et ferveur ce chemin de croix en accompagnant le Christ dans sa passion et sa mort. Les commentaires des Hermanitas de la Cruz, qui servent les plus pauvres et ceux qui sont dans le besoin, nous ont permis d’entrer dans le mystère de la croix glorieuse du Christ, qui renferme la vraie sagesse de Dieu, celle qui juge le monde et ceux qui se croient sages (cf. 1 Cor 1, 17-19). La contemplation des extraordinaires imágenes provenant du patrimoine religieux des diocèses espagnols, nous a aidé également dans cet itinéraire vers le calvaire. Ce sont des imágenes où la foi et l’art s’harmonisent pour arriver au cœur de l’homme et pour l’inviter à la conversion. Quand le regard de la foi est limpide et authentique, la beauté se met à son service et elle est capable de représenter les mystères de notre salut jusqu’à nous émouvoir profondément, et de transformer notre cœur, comme cela est arrivé à sainte Thérèse d’Avila en contemplant une représentation du Christ blessé (cf. Libro de la vida 9, 1).

Pendant que nous avancions avec Jésus pour arriver au sommet du don de lui-même au calvaire, les paroles de saint Paul nous sont venus en mémoire : « Le Christ m’a aimé et il s’est livré pour moi » (Ga 2, 20). Devant un tel amour si désintéressé, pleins d’étonnement et de gratitude, nous nous demandons maintenant : Que ferons-nous nous-autres pour lui ? Quelle réponse lui donnerons-nous ? Saint Jean le dit clairement : « À ceci nous avons connu l’amour : celui-là a donné sa vie pour nous. Et nous devons, nous aussi, donner notre vie pour nos frères » (1 Jn 3 , 16). La passion du Christ nous pousse à charger sur nos épaules la souffrance du monde, avec la certitude que Dieu n’est pas quelqu’un qui est distant ou lointain de l’homme et de ses vicissitudes. Au contraire, il s’est fait l’un d’entre nous « pour pouvoir compatir avec l'homme de manière très réelle, dans la chair et le sang ... De là, dans toute souffrance humaine est entré quelqu'un qui partage la souffrance et la patience; de là se répand dans toute souffrance la con-solatio; la consolation de l'amour qui vient de Dieu et ainsi surgit l'étoile de l'espérance » (Spe salvi, 39).

Chers jeunes, que l’amour du Christ pour nous augmente votre joie et vous aide à être proches de ceux qui sont dans le besoin. Vous qui êtes très sensibles à l’idée de partager la vie avec les autres, ne passez pas à côté de la souffrance humaine, où Dieu espère en vous afin que vous puissiez donner le meilleur de vous-mêmes : votre capacité d’aimer et de compatir. Les diverses formes de souffrance qui, tout au long du chemin de croix, ont défilé devant vos yeux, sont des appels du Seigneur pour édifier nos vies en suivant ses traces et pour faire de nous des signes de sa consolation et de son salut : « Souffrir avec l'autre, pour les autres; souffrir par amour de la vérité et de la justice; souffrir à cause de l'amour et pour devenir une personne qui aime vraiment – ce sont des éléments fondamentaux d'humanité; leur abandon détruirait l'homme lui-même » (ibid.).

Sachons recevoir ces leçons et les mettre en pratique ! Pour cela, regardons vers le Christ, cloué sur un bois rude, et demandons-lui qu’il nous montre cette sagesse mystérieuse de la croix par laquelle l’homme vit. La croix n’a pas été le développement d’un échec, sinon la manière d’exprimer le don aimant qui arrive jusqu’à un don plus grand : celui de sa propre vie. Le Père a désiré aimer les hommes dans l’accolade de son Fils crucifié par amour. Par sa forme et sa signification, la croix représente cet amour du Père et du Christ pour les hommes. En elle, nous reconnaissons l’image de l’amour suprême, où nous apprenons à aimer ce que Dieu aime et comme il le fait : c’est elle la Bonne Nouvelle qui redonne l’espérance au monde.

Tournons maintenant nos yeux vers la Vierge Marie qui nous fut donnée pour mère au calvaire, et supplions-la de nous soutenir par sa protection aimante sur le chemin de la vie, en particulier quand nous passons à travers la nuit de la souffrance, afin que nous réussissions comme elle à demeurer fermes dans la foi au pied de la croix. Merci beaucoup.

[01177-03.01] [Texte original: Espagnol]

  TRADUZIONE IN LINGUA INGLESE

Dear Young People,

We have celebrated this Way of the Cross with fervour and devotion, following Christ along the path of his passion and death. The commentaries of the Little Sisters of the Cross, who serve the poor and most needy, have helped us enter into the mystery of Christ’s glorious Cross, wherein is found God’s true wisdom which judges the world and judges those who consider themselves wise (cf. 1 Cor 1:17-19). We have also been assisted on this journey to Calvary by our contemplation of these wonderful images from the religious patrimony of the Spanish dioceses. In these images, faith and art combine so as to penetrate our heart and summon us to conversion. When faith’s gaze is pure and authentic, beauty places itself at its service and is able to depict the mysteries of our salvation in such a way as to move us profoundly and transform our hearts, as Saint Teresa of Jesus herself experienced while contemplating an image of the wounded Christ (cf. Autobiography, 9:1).

As we were making our way with Jesus towards the place of his sacrifice on Mount Calvary, the words of Saint Paul came to mind: "Christ loved me and gave himself for me" (Gal 2:20). In the face of such disinterested love, we find ourselves asking, filled with wonder and gratitude: What can we do for him? What response shall we give him? Saint John puts it succinctly: "By this we know love, that he laid down his life for us; and we ought to lay down our lives for the brethren" (1 Jn 3:16). Christ’s passion urges us to take upon our own shoulders the sufferings of the world, in the certainty that God is not distant or far removed from man and his troubles. On the contrary, he became one of us "in order to suffer with man in an utterly real way — in flesh and blood ... hence in all human suffering we are joined by one who experiences and carries that suffering with us; hence con-solatio is present in all suffering, the consolation of God's compassionate love — and so the star of hope rises" (Spe Salvi, 39).

Dear young friends, may Christ’s love for us increase your joy and encourage you to go in search of those less fortunate. You are open to the idea of sharing your lives with others, so be sure not to pass by on the other side in the face of human suffering, for it is here that God expects you to give of your very best: your capacity for love and compassion. The different forms of suffering that have unfolded before our eyes in the course of this Way of the Cross are the Lord’s way of summoning us to spend our lives following in his footsteps and becoming signs of his consolation and salvation. "To suffer with the other and for others; to suffer for the sake of truth and justice; to suffer out of love and in order to become a person who truly loves — these are fundamental elements of humanity, and to abandon them would destroy man himself" (ibid.).

Let us eagerly welcome these teachings and put them into practice. Let us look upon Christ, hanging on the harsh wood of the Cross, and let us ask him to teach us this mysterious wisdom of the Cross, by which man lives. The Cross was not a sign of failure, but an expression of self-giving in love that extends even to the supreme sacrifice of one’s life. The Father wanted to show his love for us through the embrace of his crucified Son: crucified out of love. The Cross, by its shape and its meaning, represents this love of both the Father and the Son for men. Here we recognize the icon of supreme love, which teaches us to love what God loves and in the way that he loves: this is the Good News that gives hope to the world.

Let us turn our gaze now to the Virgin Mary, who was given to us on Calvary to be our Mother, and let us ask her to sustain us with her loving protection along the path of life, particularly when we pass through the night of suffering, so that we may be able to remain steadfast, as she did, at the foot of the Cross.  Thank you very much.

[01177-02.01] [Original text: Spanish]

  TRADUZIONE IN LINGUA TEDESCA

Liebe junge Freunde!

Mit Andacht und innerer Beteiligung sind wir diesen Kreuzweg gegangen und haben Christus in seinem Leiden und Sterben begleitet. Die Kommentare der Kreuzschwestern, die den Ärmsten und Bedürftigsten dienen, haben uns geholfen, uns in das Geheimnis des glorreichen Kreuzes Christi zu vertiefen, das die wahre Weisheit Gottes enthält, jene Weisheit, die über die Welt und über diejenigen urteilt, die sich für weise halten (vgl. 1 Kor 1,17-19). Auf diesem Weg zum Kalvarienberg hat uns auch die Betrachtung dieser außergewöhnlichen Bilder aus dem religiösen Erbe der spanischen Diözesen geholfen. Es sind Bilder, in denen der Glaube und die Kunst eine Harmonie bilden, um das Herz des Menschen zu erreichen und ihn zur Umkehr zu bewegen. Wenn der Blick des Glaubens rein und ehrlich ist, tritt die Schönheit in seinen Dienst und vermag die Geheimnisse unseres Heils so darzustellen, daß sie uns zutiefst erschüttern und unser Herz verwandeln, wie es der heiligen Teresa von Jesus bei der Betrachtung eines Bildes des über und über verwundeten Christus erging (vgl. Das Buch meines Lebens, 9,1).

Während wir mit Jesus vorangingen, bis wir den Gipfel seiner Selbsthingabe auf Golgota erreichten, kamen uns die Worte des heiligen Paulus in den Sinn: „Christus hat mich geliebt und sich für mich hingegeben" (vgl. Gal 2,20). Angesichts einer so selbstlosen Liebe fragen wir uns nun voller Staunen und Dankbarkeit: Was sollen wir für ihn tun? Welche Antwort sollen wir ihm geben? Der heilige Johannes sagt es deutlich: „Daran haben wir die Liebe erkannt, daß Er sein Leben für uns hingegeben hat. So müssen auch wir für die Brüder das Leben hingeben" (1 Joh 3,16). Die Passion Christi drängt uns, das Leiden der Welt auf unsere Schultern zu nehmen, in der Gewißheit, daß Gott nicht jemand ist, der dem Menschen und seinem Mißgeschick distanziert und fern gegenübersteht. Im Gegenteil, er wurde einer von uns, „um mit dem Menschen mit-leiden zu können, ganz real in Fleisch und Blut […]Von da aus ist in alles menschliche Leiden ein Mitleidender, Mittragender hineingetreten; in jedem Leiden ist von da aus die con-solatio, der Trost der mitleidenden Liebe Gottes anwesend und damit der Stern der Hoffnung aufgegangen" (Spe salvi, 39).

Liebe junge Freunde, möge die Liebe Gottes zu uns eure Freude mehren und euch drängen, den weniger Begünstigten nahe zu bleiben. Ihr, die ihr sehr empfänglich seid für die Idee, das Leben mit den anderen zu teilen, geht nicht am menschlichen Leiden vorbei, wo Gott auf euch wartet, damit ihr euer Bestes gebt: eure Fähigkeit zu lieben und mitzuleiden. Die verschiedenen Formen des Leidens, die auf dem Kreuzweg vor unseren Augen vorbeigezogen sind, sind Aufrufe des Herrn, das Leben zu entfalten, indem wir seinen Spuren folgen, und uns zu Zeichen seines Trostes und seines Heils zu machen. „Leiden mit dem anderen, für die anderen; leiden um der Wahrheit und der Gerechtigkeit willen; leiden aus Liebe und um ein wahrhaft Liebender zu werden – das sind grundlegende Elemente der Humanität, die abzustreifen den Menschen selbst zerstören würde" (ebd.)

Mögen wir verstehen, diese Lektionen anzunehmen und in die Tat umzusetzen. Wenden wir darum unseren Blick auf Christus, der am rauen Holze hängt, und bitten wir ihn, daß er uns diese geheimnisvolle Weisheit des Kreuzes lehre, dem der Mensch sein Leben verdankt. Das Kreuz war nicht das Ergebnis eines Mißerfolgs, sondern die Weise, das Liebesangebot auszudrücken, das bis zur unermeßlichsten Hingabe des eigenen Lebens reicht. Der Vater wollte die Menschen in der Umarmung seines um der Liebe willen gekreuzigten Sohnes lieben. Das Kreuz stellt in seiner Form und in seiner Bedeutung diese Liebe des Vaters und des Christus zu den Menschen dar. In ihm erkennen die Ikone der äußersten Liebe, wo wir lernen, zu lieben, was Gott liebt und wie er es tut: Das ist die Gute Nachricht, die der Welt wieder Hoffnung gibt.

Wenden wir nun unsere Augen der Jungfrau Maria zu, die uns auf dem Kalvarienberg als Mutter gegeben wurde, und flehen wir sie an, uns auf dem Lebensweg mit ihrem liebevollen Schutz zu unterstützen, besonders wenn wir durch die Nacht des Schmerzes gehen, damit wir uns anstrengen, wie sie standhaft am Fuß des Kreuzes auszuhalten. Vielen Dank.

[01177-05.01] [Originalsprache: Spanisch]

  TRADUZIONE IN LINGUA PORTOGHESE

Queridos jovens!

Com piedade e fervor, celebrámos esta Via-Sacra, acompanhando Cristo na sua Paixão e Morte. As reflexões das Irmãzinhas da Cruz, que servem aos mais pobres e desvalidos, facilitaram-nos a entrada nos mistérios da gloriosa Cruz de Cristo, que encerra a verdadeira sabedoria de Deus, aquela que julga o mundo e quantos se crêem sábios (cf. 1 Cor 1, 17-19). Neste itinerário para o Calvário, ajudou-nos também a contemplação destas imagens extraordinárias do património religioso das dioceses espanholas. São imagens onde se harmonizam a fé e a arte para chegar ao coração do homem e convidá-lo à conversão. Quando é límpido e autêntico o olhar da fé, a beleza coloca-se ao seu serviço e é capaz de representar os mistérios da nossa salvação a ponto de nos tocar profundamente e transformar o nosso coração, como sucedeu a Santa Teresa de Ávila ao contemplar uma imagem de Cristo coberto de chagas (cf. Livro da Vida, 9, 1).

À medida que íamos avançando com Jesus até chegar ao cimo da sua entrega no Calvário, vinham-nos à mente as palavras de São Paulo: «Cristo amou-me e a Si mesmo Se entregou por mim» (Gal 2, 20). À vista de um amor assim desinteressado, cheios de admiração e reconhecimento perguntamo-nos agora: Que havemos nós de fazer por Ele? Que resposta Lhe daremos? São João no-lo diz claramente: «Foi com isto que conhecemos o amor: Ele, Jesus, deu a sua vida por nós; assim também nós devemos dar a vida pelos nossos irmãos» (1 Jo 3, 16). A paixão de Cristo incita-nos a carregar sobre os nossos ombros o sofrimento do mundo, com a certeza de que Deus não é alguém distante ou alheio ao homem e às suas vicissitudes; pelo contrário, fez-Se um de nós «para poder padecer com o homem, de modo muito real, na carne e no sangue (…). A partir de lá entrou em todo o sofrimento humano alguém que partilha o sofrimento e a sua suportação; a partir de lá propaga-se em todo o sofrimento a con-solatio, a consolação do amor solidário de Deus, surgindo assim a estrela da esperança» (Spe salvi, 39).

Queridos jovens, que o amor de Cristo por nós aumente a vossa alegria e vos anime a permanecer junto dos menos favorecidos. Vós que sois tão sensíveis à ideia de partilhar a vida com os outros, não passeis ao largo quando virdes o sofrimento humano, pois é aí que Deus vos espera para dardes o melhor de vós mesmos: a vossa capacidade de amar e de vos compadecerdes. As diversas formas de sofrimento, que foram desfilando diante dos nossos olhos ao longo da Via-Sacra, são apelos do Senhor para edificarmos as nossas vidas seguindo os seus passos e para nos tornarmos sinais do seu conforto e salvação. «Sofrer com o outro, pelos outros; sofrer por amor da verdade e da justiça; sofrer por causa do amor e para se tornar uma pessoa que ama verdadeiramente: estes são elementos fundamentais de humanidade, o seu abandono destruiria o mesmo homem» (Ibid., 39).

Oxalá saibamos acolher estas lições e pô-las em prática. Com tal finalidade, olhemos para Cristo, suspenso no duro madeiro, e peçamos-Lhe que nos ensine esta misteriosa sabedoria da cruz, graças à qual vive o homem. A cruz não foi o desfecho de um fracasso, mas o modo de exprimir a entrega amorosa que vai até à doação máxima da própria vida. O Pai quis amar os homens no abraço do seu Filho crucificado por amor. Na sua forma e significado, a cruz representa esse amor do Pai e de Cristo pelos homens. Nela reconhecemos o ícone do amor supremo, onde aprendemos a amar o que Deus ama e como Ele o faz: esta é a Boa Nova que devolve a esperança ao mundo.

Voltemos agora os nossos olhos para a Virgem Maria, que nos foi entregue por Mãe no Calvário, e supliquemos-Lhe que nos apóie com a sua amorosa protecção no caminho da vida, particularmente quando passarmos pela noite da dor, para conseguirmos permanecer como Ela firmes ao pé da cruz.  Muito obrigado.

[01177-06.01] [Texto original: Espanhol]

Terminato il discorso, dopo la preghiera conclusiva dedicata alla Madonna, il Santo Padre Benedetto XVI rientra in auto alla Nunziatura Apostolica. Sulla strada del ritorno la papamobile percorre il Paseo de Recoletos, passando in rassegna le Stazioni della Via Crucis e le "Confraternite della Settimana Santa" delle città spagnole da cui provengono i gruppi scultorei.

[B0483-XX.02]