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L’UDIENZA GENERALE, 11.05.2011


L’UDIENZA GENERALE

 

CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE  

SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE  

L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 10.30 in Piazza San Pietro dove il Santo Padre Benedetto XVI ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli provenienti dall’Italia e da ogni parte del mondo.

Nel discorso in lingua italiana, il Papa, che ha iniziato la settimana scorsa un nuovo ciclo di catechesi sulla preghiera, ha incentrato la sua meditazione sul senso religioso dell’uomo.

Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Santo Padre ha rivolto particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti.

L’Udienza Generale si è conclusa con la recita del Pater Noster e la Benedizione Apostolica impartita insieme a Vescovi presenti.

CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA  

Cari fratelli e sorelle,

oggi vorrei continuare a riflettere su come la preghiera e il senso religioso facciano parte dell’uomo lungo tutta la sua storia.

Noi viviamo in un’epoca in cui sono evidenti i segni del secolarismo. Dio sembra sparito dall’orizzonte di varie persone o diventato una realtà verso la quale si rimane indifferenti. Vediamo, però, allo stesso tempo, molti segni che ci indicano un risveglio del senso religioso, una riscoperta dell’importanza di Dio per la vita dell’uomo, un’esigenza di spiritualità, di superare una visione puramente orizzontale, materiale della vita umana. Guardando alla storia recente, è fallita la previsione di chi, dall’epoca dell’Illuminismo, preannunciava la scomparsa delle religioni ed esaltava una ragione assoluta, staccata dalla fede, una ragione che avrebbe scacciato le tenebre dei dogmatismi religiosi e avrebbe dissolto il "mondo del sacro", restituendo all’uomo la sua libertà, la sua dignità e la sua autonomia da Dio. L’esperienza del secolo scorso, con le due tragiche Guerre mondiali ha messo in crisi quel progresso che la ragione autonoma, l’uomo senza Dio sembrava poter garantire.

Il Catechismo della Chiesa Cattolica afferma: "Mediante la creazione Dio chiama ogni essere dal nulla all’esistenza. … Anche dopo aver perduto la somiglianza con Dio a causa del peccato, l’uomo rimane ad immagine del suo Creatore. Egli conserva il desiderio di colui che lo chiama all’esistenza. Tutte le religioni testimoniano questa essenziale ricerca da parte degli uomini" (n. 2566). Potremmo dire - come ho mostrato nella scorsa catechesi - che non c’è stata alcuna grande civiltà, dai tempi più lontani fino ai nostri giorni, che non sia stata religiosa.

L’uomo è per sua natura religioso, è homo religiosus come è homo sapiens e homo faber: "il desiderio di Dio – afferma ancora il Catechismo – è inscritto nel cuore dell’uomo, perché l’uomo è stato creato da Dio e per Dio" (n. 27). L’immagine del Creatore è impressa nel suo essere ed egli sente il bisogno di trovare una luce per dare risposta alle domande che riguardano il senso profondo della realtà; risposta che egli non può trovare in se stesso, nel progresso, nella scienza empirica. L’homo religiosus non emerge solo dai mondi antichi, egli attraversa tutta la storia dell’umanità. A questo proposito, il ricco terreno dell’esperienza umana ha visto sorgere svariate forme di religiosità, nel tentativo di rispondere al desiderio di pienezza e di felicità, al bisogno di salvezza, alla ricerca di senso. L’uomo "digitale" come quello delle caverne, cerca nell’esperienza religiosa le vie per superare la sua finitezza e per assicurare la sua precaria avventura terrena. Del resto, la vita senza un orizzonte trascendente non avrebbe un senso compiuto e la felicità, alla quale tendiamo tutti, è proiettata spontaneamente verso il futuro, in un domani ancora da compiersi. Il Concilio Vaticano II, nella Dichiarazione Nostra aetate, lo ha sottolineato sinteticamente: "Gli uomini attendono dalle varie religioni la risposta ai reconditi enigmi della condizione umana, che ieri come oggi turbano profondamente il cuore dell'uomo: la natura dell'uomo [- chi sono io? -]. il senso e il fine della nostra vita, il bene e il peccato, l'origine e lo scopo del dolore, la via per raggiungere la vera felicità, la morte, il giudizio e la sanzione dopo la morte, infine l'ultimo e ineffabile mistero che circonda la nostra esistenza, donde noi traiamo la nostra origine e verso cui tendiamo" (n. 1). L’uomo sa che non può rispondere da solo al proprio bisogno fondamentale di capire. Per quanto si sia illuso e si illuda tuttora di essere autosufficiente, egli fa l’esperienza di non bastare a se stesso. Ha bisogno di aprirsi ad altro, a qualcosa o a qualcuno, che possa donargli ciò che gli manca, deve uscire da se stesso verso Colui che sia in grado di colmare l’ampiezza e la profondità del suo desiderio.

L’uomo porta in sé una sete di infinito, una nostalgia di eternità, una ricerca di bellezza, un desiderio di amore, un bisogno di luce e di verità, che lo spingono verso l’Assoluto; l’uomo porta in sé il desiderio di Dio. E l’uomo sa, in qualche modo, di potersi rivolgere a Dio, sa di poterlo pregare. San Tommaso d’Aquino, uno dei più grandi teologi della storia, definisce la preghiera "espressione del desiderio che l’uomo ha di Dio". Questa attrazione verso Dio, che Dio stesso ha posto nell’uomo, è l’anima della preghiera, che si riveste poi di tante forme e modalità secondo la storia, il tempo, il momento, la grazia e persino il peccato di ciascun orante. La storia dell’uomo ha conosciuto, in effetti, svariate forme di preghiera, perché egli ha sviluppato diverse modalità d’apertura verso l’Altro e verso l’Oltre, tanto che possiamo riconoscere la preghiera come un’esperienza presente in ogni religione e cultura.

Infatti, cari fratelli e sorelle, come abbiamo visto mercoledì scorso, la preghiera non è legata ad un particolare contesto, ma si trova inscritta nel cuore di ogni persona e di ogni civiltà. Naturalmente, quando parliamo della preghiera come esperienza dell’uomo in quanto tale, dell’homo orans, è necessario tenere presente che essa è un atteggiamento interiore, prima che una serie di pratiche e formule, un modo di essere di fronte a Dio prima che il compiere atti di culto o il pronunciare parole. La preghiera ha il suo centro e affonda le sue radici nel più profondo della persona; perciò non è facilmente decifrabile e, per lo stesso motivo, può essere soggetta a fraintendimenti e a mistificazioni. Anche in questo senso possiamo intendere l’espressione: pregare è difficile. Infatti, la preghiera è il luogo per eccellenza della gratuità, della tensione verso l’Invisibile, l’Inatteso e l’Ineffabile. Perciò, l’esperienza della preghiera è per tutti una sfida, una "grazia" da invocare, un dono di Colui al quale ci rivolgiamo.

Nella preghiera, in ogni epoca della storia, l’uomo considera se stesso e la sua situazione di fronte a Dio, a partire da Dio e in ordine a Dio, e sperimenta di essere creatura bisognosa di aiuto, incapace di procurarsi da sé il compimento della propria esistenza e della propria speranza. Il filosofo Ludwig Wittgenstein ricordava che "pregare significa sentire che il senso del mondo è fuori del mondo". Nella dinamica di questo rapporto con chi dà senso all’esistenza, con Dio, la preghiera ha una delle sue tipiche espressioni nel gesto di mettersi in ginocchio. E’ un gesto che porta in sé una radicale ambivalenza: infatti, posso essere costretto a mettermi in ginocchio – condizione di indigenza e di schiavitù -, ma posso anche inginocchiarmi spontaneamente, dichiarando il mio limite e, dunque, il mio avere bisogno di un Altro. A lui dichiaro di essere debole, bisognoso, "peccatore". Nell’esperienza della preghiera la creatura umana esprime tutta la consapevolezza di sé, tutto ciò che riesce a cogliere della propria esistenza e, contemporaneamente, rivolge tutta se stessa verso l’Essere di fronte al quale sta, orienta la propria anima a quel Mistero da cui si attende il compimento dei desideri più profondi e l’aiuto per superare l’indigenza della propria vita. In questo guardare ad un Altro, in questo dirigersi "oltre" sta l’essenza della preghiera, come esperienza di una realtà che supera il sensibile e il contingente.

Tuttavia solo nel Dio che si rivela trova pieno compimento il cercare dell’uomo. La preghiera che è apertura ed elevazione del cuore a Dio, diviene così rapporto personale con Lui. E anche se l’uomo dimentica il suo Creatore, il Dio vivo e vero non cessa di chiamare per primo l’uomo al misterioso incontro della preghiera. Come afferma il Catechismo: "Questo passo d’amore del Dio fedele viene sempre per primo nella preghiera; il passo dell’uomo è sempre una risposta. A mano a mano che Dio si rivela e rivela l’uomo a se stesso, la preghiera appare come un appello reciproco, un evento di alleanza. Attraverso parole e atti, questo evento impegna il cuore. Si svela lungo tutta la storia della salvezza" (n. 2567).

Cari fratelli e sorelle, impariamo a sostare maggiormente davanti a Dio, a Dio che si è rivelato in Gesù Cristo, impariamo a riconoscere nel silenzio, nell’intimo di noi stessi, la sua voce che ci chiama e ci riconduce alla profondità della nostra esistenza, alla fonte della vita, alla sorgente della salvezza, per farci andare oltre il limite della nostra vita e aprirci alla misura di Dio, al rapporto con Lui, che è Infinito Amore. Grazie.

[00696-01.01] [Testo originale: Italiano]

SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE  

Sintesi della catechesi in lingua francese

Sintesi della catechesi in lingua inglese  

Sintesi della catechesi in lingua tedesca  

Sintesi della catechesi in lingua spagnola  

Sintesi della catechesi in lingua portoghese  

Sintesi della catechesi in lingua francese  

Chers frères et sœurs, je voudrais continuer aujourd’hui la catéchèse sur la manière dont la prière et le sens religieux habitent l’homme de tous les temps. Créé à l’image de Dieu, l’homme conserve en lui, malgré son péché, le désir de son Créateur. Il est par nature homo religiosus comme il est homo sapiens et faber. L’homme d’aujourd’hui comme l’homme préhistorique avant lui, cherche dans l’expérience religieuse les moyens pour dépasser sa finitude. Il porte en lui une soif d’infini, une nostalgie d’éternité, une recherche de beauté, un désir d’amour, un besoin de lumière et de vérité. Cette attraction vers Dieu est l’âme de la prière. La prière est une expérience présente dans toutes les religions, dans toutes les cultures et dans tout homme. Elle est d’abord une attitude intérieure, une manière d’être devant Dieu. Elle est le lieu de la gratuité, de la tension vers l’Invisible, l’Inattendu et l’Ineffable. « Prier, c’est sentir que le sens du monde est hors du monde ». Par l’agenouillement, une des expressions typiques de la prière, l’orant - l’homo orans - confesse son état de ‘pécheur’ et oriente tout son être vers le Mystère. L’essence de la prière se trouve dans le regard de l’homme vers le Dieu révélé en qui seul se réalise pleinement le désir humain. A l’amour fidèle de Dieu vers l’homme, celui-ci répond par la prière. Un rapport personnel entre eux s’établit : une alliance.

Je salue les pèlerins de langue française et les membres du Comité Directeur de la Fédération Internationale des Corps et Associations Consulaires ! Je vous exhorte tous à prier. Invitez également à prier vos enfants, vos parents et vos amis. Vous apprendrez à reconnaître dans le silence de votre cœur, la voix du Dieu d’amour révélé en Jésus-Christ. Avec ma bénédiction !

[00697-03.01] [Texte original: Français]

Sintesi della catechesi in lingua inglese  

Dear Brothers and Sisters,

In our catechesis on Christian prayer, we have seen how prayer is part of the universal human experience. Our own age, marked by secularism, rationalism and an apparent eclipse of God, is showing signs of a renewed religious sense and a recognition of the inadequacy of a purely horizontal, material vision of life. Man is made in the image of God; a desire for God is present in every heart and man in some way knows that he is capable of speaking to God in prayer. Saint Thomas Aquinas tells us that prayer is the expression of our desire for God, a desire which is itself God’s gift. Prayer is first and foremost a matter of the heart, where we experience God’s call and our dependence on his help to transcend our limitations and sinfulness. The posture of kneeling at prayer expresses this acknowledgment of our need and our openness to God’s gift of himself in a mysterious encounter of friendship. Let us resolve to pray more frequently, to listen in the silence of our hearts to God’s voice, and to grow in union with the God who has revealed himself in Jesus Christ, with the One who is infinite Love.

I offer a warm greeting to the Missionary Benedictine Sisters of Tutzing visiting Rome for a programme of spiritual renewal. Upon all the English-speaking pilgrims and visitors present at today’s Audience, especially those from England, Australia, India, Indonesia, Japan, Canada and the United States, I invoke an abundance of joy and peace in the Risen Christ!

[00698-02.01] [Original text: English]

Sintesi della catechesi in lingua tedesca  

Liebe Brüder und Schwestern!

In der heutigen Katechese möchte ich fortfahren, über die Bedeutung des Gebets für den Menschen zu sprechen. Wir leben heute einerseits in einer säkularen Welt, wo Gott aus dem Bewußtsein vieler Zeitgenossen zu verschwinden scheint. Zugleich sehen wir aber auch viele Zeichen, die das Wiedererwachen eines Sinnes für das Religiöse anzeigen. Vielen Menschen genügt eine bloß horizontale und materielle Sichtweise des Lebens nicht. Sie fragen nach mehr und erkennen, daß nur Gott die letzten Antworten geben kann. In der Begegnung mit Gott darf der Mensch erfahren, daß hier seine innerste Sehnsucht gestillt wird – eine Sehnsucht, die zu seinem Menschsein gehört. Denn »wir sind von Gott und für Gott erschaffen« (KKK 27). Der homo sapiens und der homo faber, der vernunftbegabte und der arbeitende Mensch, ist in seiner tiefen Verwirklichung immer auch ein religiöser Mensch und damit ein betender Mensch. Die Beziehung zu Gott besonders im Gebet eröffnet ihm den Zugang zum Wahren und Schönen; aber auch zum Unsichtbaren, Unerwarteten, Unaussprechlichen. Deshalb ist das Gebet für uns mitunter eine Herausforderung und zugleich eine Gnade, die der schenkt, an den wir uns wenden. Gott kommt uns selbst zuerst entgegen, indem er uns innerlich anrührt, uns irgendwie gegenwärtig ist, an sich erinnert, so daß wir nach ihm rufen, ihn kennen wollen. Unser Beten ist die Antwort auf sein Vorausgehen, auf seine Liebe. So wird das Gebet zum Ort des Dialogs, des liebenden Gesprächs, der Gemeinschaft mit Gott, der allein unsere Sehnsucht nach dem Unendlichen erfüllen kann.

Mit Freude grüße ich die deutschsprachigen Pilger und Besucher. Lernen wir wieder neu, vor Gott still zu werden und innezuhalten. Gerade in der Stille hören wir seine Stimme, die uns zur Quelle des Lebens ruft, um uns über alle Begrenzung hinauszuführen und auf die Größe Gottes hin zu öffnen, zur Gemeinschaft mit ihm, der die unendliche Liebe ist, nach der wir alle verlangen. Gott segne und begleite Euch alle!

[00699-05.01] [Originalsprache: Deutsch]

Sintesi della catechesi in lingua spagnola  

Queridos hermanos y hermanas:

Hoy quiero continuar la reflexión sobre la oración como algo intrínseco al hombre. Es verdad que Dios parece fuera del horizonte de muchos, pero al mismo tiempo, se ve un despertar del sentido religioso, que no ha desaparecido por más que tantos lo vaticinaban. Y es que el hombre, a pesar de haber perdido la semejanza con Dios por el pecado, conserva el deseo de Aquél que lo llama a la existencia. Todas la religiones testimonian esa búsqueda fundamental. Por eso no hay ninguna gran civilización que no haya sido religiosa. El hombre ha sido creado por Dios y para Dios. Tiene su imagen impresa en su ser y por eso anhela la luz que le permite responder al sentido profundo de la existencia, una respuesta que no está en las ciencias empíricas. Así, la oración es "expresión del deseo que el hombre tiene de Dios". No una mera fórmula, sino una actitud, un estar delante de Dios. Radicada en lo más profundo de cada uno, es el lugar de la gratuidad, de la tensión hacia lo Inefable. Es un desafío, pues en ella el hombre toma conciencia de sí mismo y de su situación ante Dios, se pone de rodillas, incluso físicamente, pero no a la fuerza, como el esclavo, sino espontáneamente, reconociéndose débil y pecador, y dirige su mirada hacía el Misterio con esperanza. Es a la vez un don, pues es ante el Dios que se revela donde la respuesta del hombre se convierte en relación íntima con Él.

Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española, en particular a los jóvenes de Guatapé, Colombia, así como a los grupos provenientes de España, México, Panamá, Argentina y otros países latinoamericanos. Os invito a que entrando en el silencio de vuestro interior aprendáis a reconocer la voz que os llama y os conduce a lo más intimo de vuestro ser, para abriros a Dios, que es Amor Infinito. Muchas gracias.

[00700-04.01] [Texto original: Español]

Sintesi della catechesi in lingua portoghese  

Queridos irmãos e irmãs,

Dando continuidade à reflexão sobre a oração, iniciada na semana passada, lembro que o homem é um ser religioso por natureza. Ele sente necessidade de sair de si mesmo ao encontro d’Aquele que é capaz de plenificar a grandeza e a profundidade do seu desejo: o homem tem em si o desejo de Deus. E, o homem sabe que pode dirigir-se a Deus, sabe que Lhe pode rezar. São Tomás de Aquino define a oração como «expressão do desejo que o homem tem de Deus». Esta atração, que o próprio Deus colocou no homem, é a alma da oração que depois se reveste de muitas formas e modalidades. Na dinâmica desta relação com Deus que dá sentido à existência, a oração tem uma das típicas expressões no gesto de ajoelhar, declarando ter necessidade d’Ele. Assim, a oração, que é abertura e elevação do coração a Deus, se torna relação pessoal com Aquele que nunca se esquece do homem, tomando Deus a iniciativa de chamá-lo ao misterioso encontro da oração.

Amados peregrinos de língua portuguesa, sede bem-vindos! A todos saúdo com grande afeto e alegria, particularmente aos fiéis brasileiros vindos das paróquias em Goiânia e Teresópolis, e aos grupos da Família Franciscana e de Schoenstatt. Aprendei a reconhecer no vosso íntimo a voz de Deus que, na oração, chama à profundidade da vossa existência, à fonte da vida e da salvação. Que Ele vos abençoe a vós e as vossas famílias!

[00701-06.01] [Texto original: Português]

SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE  

Saluto in lingua polacca

Saluto in lingua ungherese

Saluto in lingua croata

Saluto in lingua slovacca

Saluto in lingua ceca

Saluto in lingua ucraina

Saluto in lingua lituana  

Saluto in lingua italiana  

Saluto in lingua polacca  

Serdeczne pozdrowienie kieruję do Polaków. Moi drodzy, nasze życie wiary kształtuje się na modlitwie, gdy stajemy przed Bogiem, który objawił się w Jezusie Chrystusie, w milczeniu uczymy się wsłuchiwać w Jego głos, odkrywamy głębię Jego nieskończonej miłości, która nadaje sens naszemu istnieniu. Niech modlitwa wypełnia naszą codzienność. Niech Bóg wam błogosławi.

[Rivolgo un cordiale saluto ai polacchi. Carissimi, la nostra vita di fede si modella nella preghiera, quando sostiamo davanti a Dio che si è rivelato in Gesù Cristo, nel silenzio impariamo di ascoltare la sua voce, scopriamo le profondità del suo infinito amore che dà senso alla nostra esistenza. La preghiera riempia la nostra quotidianità. Dio vi benedica!]

[0702-09.001 [Testo originale: Polacco]

Saluto in lingua ungherese  

Isten hozta a magyar zarándokokat! Első helyen köszöntöm az egri főegyházmegye papjait, akik főpásztoruk, Ternyák Érsek Úr vezetésével érkeztek, továbbá a budapesti csoport tagjait és a bécsi Pázmáneum csoportját. Május hónapjában a Boldogságos Szűz Máriának, az Egyház Anyjának ajánlak Titeket. Szívesen adom Rátok és az Úr szőlőjében végzett munkátokra Apostoli Áldásomat. Dicsértessék a Jézus Krisztus!

[Un cordiale saluto ai pellegrini ungheresi, ai Sacerdoti dell'Arcidiocesi di Eger, accompagnati dal loro Pastore, Mons. Ternyák, qui presente, ai membri dei gruppi provenienti da Budapest e dal Pazmaneum di Vienna. Fratelli e sorelle, in questo mese mariano di maggio voglio affidarvi alla Madonna – Madre della Chiesa. Volentieri benedico tutti voi e il vostro lavoro nella vigna del Signore. Sia lodato Gesù Cristo!]

[00703-AA.01] [Testo originale: Ungherese]

Saluto in lingua croata  

S uskrsnom radošću od srca pozdravljam i blagoslivljam sve hrvatske hodočasnike, a osobito članove Zajednice Krvi Kristove. Želja je Uskrslog Gospodina da budemo misionari i svjedočimo Njegovu ljubav svakom stvorenju. Ne bojte se odgovoriti ovom pozivu. Hvaljen Isus i Marija!

[Nel clima della gioia pasquale di cuore saluto e benedico tutti i pellegrini Croati e in modo particolare i membri dell’Unione del Sangue di Cristo. Il desiderio del Signore Risorto è di essere missionari e testimoniare il Suo amore ad ogni creatura. Non abbiate paura di rispondere a questa chiamata. Siano lodati Gesù e Maria!]

[00704-AA.01] [Testo originale: Croato]

Saluto in lingua slovacca  

S láskou vítam slovenských pútnikov, osobitne z Detvy, Starej Ľubovne, Liptova, ako aj z Košíc: z Gymnázia svätej Edity Steinovej a z Gymnázia svätých Košických mučeníkov. Bratia a sestry, milí mladí, vaša návšteva Ríma - sídla Petrovho nástupcu - nech vo vás posilní povedomie, že aj vy patríte do Kristovej Cirkvi. S týmto želaním vás zo srdca žehnám. Pochválený buď Ježiš Kristus!

[Con affetto do il benvenuto ai pellegrini slovacchi, particolarmente a quelli provenienti da Detva, Stará Ľubovňa, Liptov come pure a quelli da Košice: dal Ginnasio S. Edith Stein e dal Ginnasio SS. Martiri di Košice. Fratelli e sorelle, cari giovani, la vostra visita a Roma - sede del Successore di Pietro - rafforzi in voi la coscienza della vostra appartenenza alla Chiesa di Cristo. Con questo auspicio di cuore vi benedico. Sia lodato Gesù Cristo!]

[00705-AA.01] [Testo originale: Slovacco]

Saluto in lingua ceca  

Srdečně zdravím poutníky z České republiky. V tomto velikonočním období rozjímáme o tajemství Vzkříšeného Krista. Ten, který nás znovu zrodil k novému životu, ať vás naplní veškerou milostí a nebeskou útěchou. Ze srdce vám žehnám! Chvála Kristu.

[Un cordiale benvenuto ai pellegrini della Repubblica ceca. In questo tempo pasquale contempliamo il mistero di Cristo Risorto. Egli, che ci ha rigenerati a vita nuova, vi ricolmi di ogni grazia e consolazione celeste. Vi benedico di cuore! Sia lodato Gesù Cristo!]

[00708-AA.01] [Testo originale: Ceco]

Saluto in lingua ucraina  

Щиро вітаю вірних з України. У цей Марійський місяць вручаю вас опіці Пречистої Діви, Мaтері Церкви. Нехай Вона перебуває з вами у цьому вашому паломництві. Від щирого серця уділяю всім вам та вашим родинам Апостольське благословення. Слава Ісусу Христу!

[Con affetto saluto i fedeli ucraini. In questo mese mariano vi affido alla Madonna, Madre della chiesa. Ella vi accompagni in questo vostro pellegrinaggio. Di cuore imparto a tutti voi e alle vostre famiglie la Benedizione Apostolica. Sia lodato Gesù Cristo!]

[00707-AA.01] [Testo originale: Ucraino]

Saluto in lingua lituana  

Su džiaugsmu sveikinu maldininkus iš Lietuvos! Brangūs bičiuliai, šį Marijai skirtą gegužės mėnesį, pavedu jus Bažnyčios Motinos globai. Ji tepadeda jums siekti teisingumo ir taikos. To linkėdamas, laiminu jus ir jūsų šeimas. Garbė Jėzui Kristui!

[Con gioia saluto i pellegrini dalla Lituania! Cari amici, in questo mese mariano di maggio voglio affidarvi alla Madonna – Madre della Chiesa. Ella vi accompagni nella ricerca della giustizia e della pace. Con questo auspicio benedico voi e le vostre famiglie. Sia lodato Gesù Cristo!]

[00709-AA.01] [Testo originale: Lituano]

Saluto in lingua italiana  

Rivolgo un cordiale benvenuto  ai pellegrini di lingua italiana. In particolare saluto i partecipanti al pellegrinaggio promosso dalla "Società Divine Vocazioni", in occasione della beatificazione del fondatore don Giustino Russolillo e li invito, sull’esempio del nuovo Beato, a proseguire nell’impegno di conformazione a Cristo, tendendo alla misura alta della vita cristiana, la santità. Saluto i fedeli della Diocesi di Gubbio, accompagnati dal loro Pastore Mons. Mario Ceccobelli e qui convenuti durante l’anno giubilare del patrono Sant’Ubaldo; a ciascuno auguro un generoso impegno di testimonianza cristiana per contribuire a diffondere il Vangelo in ogni ambito della società.

Mi rivolgo, infine, ai giovani, ai malati e agli sposi novelli, esortando tutti ad intensificare la pia pratica del santo Rosario, specialmente in questo mese di maggio dedicato alla Madre di Dio. Invito voi, cari giovani, a valorizzare questa tradizionale preghiera mariana, che aiuta a meglio comprendere e assimilare i momenti centrali della salvezza operata da Cristo. Esorto voi, cari malati, a rivolgervi con fiducia alla Madonna mediante questo pio esercizio, affidando a Lei tutte le vostre necessità. Auguro a voi, cari sposi novelli, di fare della recita del Rosario in famiglia un momento di crescita spirituale sotto lo sguardo della Vergine Maria.

[00706-01.01] [Testo originale: Italiano]

[B0283-XX.01]