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L’UDIENZA GENERALE, 27.04.2011


L’UDIENZA GENERALE

CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE  

SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE  

L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 10.30 in Piazza San Pietro dove il Santo Padre - proveniente in elicottero dalla residenza pontificia di Castel Gandolfo - ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli giunti dall’Italia e da ogni parte del mondo.

Nel discorso in lingua italiana il Papa ha incentrato la sua meditazione sul significato della risurrezione di Cristo.

Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Santo Padre ha rivolto particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti.

L’Udienza Generale si è conclusa con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica impartita insieme ai Vescovi presenti.

Al termine, il Santo Padre è rientrato a Castel Gandolfo.

CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

Cari fratelli e sorelle,

in questi primi giorni del Tempo Pasquale, che si prolunga fino a Pentecoste, siamo ancora ricolmi della freschezza e della gioia nuova che le celebrazioni liturgiche hanno portato nei nostri cuori. Pertanto, oggi vorrei riflettere con voi brevemente sulla Pasqua, cuore del mistero cristiano. Tutto, infatti, prende avvio da qui: Cristo risorto dai morti è il fondamento della nostra fede. Dalla Pasqua si irradia, come da un centro luminoso, incandescente, tutta la liturgia della Chiesa, traendo da essa contenuto e significato. La celebrazione liturgica della morte e risurrezione di Cristo non è una semplice commemorazione di questo evento, ma è la sua attualizzazione nel mistero, per la vita di ogni cristiano e di ogni comunità ecclesiale, per la nostra vita. Infatti, la fede nel Cristo risorto trasforma l’esistenza, operando in noi una continua risurrezione, come scriveva san Paolo ai primi credenti: «Un tempo infatti eravate tenebra, ora siete luce nel Signore. Comportatevi perciò come figli della luce; ora il frutto della luce consiste in ogni bontà, giustizia e verità» (Ef 5, 8-9).

Come possiamo allora far diventare "vita" la Pasqua? Come può assumere una "forma" pasquale tutta la nostra esistenza interiore ed esteriore? Dobbiamo partire dalla comprensione autentica della risurrezione di Gesù: tale evento non è un semplice ritorno alla vita precedente, come lo fu per Lazzaro, per la figlia di Giairo o per il giovane di Nain, ma è qualcosa di completamente nuovo e diverso. La risurrezione di Cristo è l’approdo verso una vita non più sottomessa alla caducità del tempo, una vita immersa nell’eternità di Dio. Nella risurrezione di Gesù inizia una nuova condizione dell’essere uomini, che illumina e trasforma il nostro cammino di ogni giorno e apre un futuro qualitativamente diverso e nuovo per l’intera umanità. Per questo, san Paolo non solo lega in maniera inscindibile la risurrezione dei cristiani a quella di Gesù (cfr 1Cor 15,16.20), ma indica anche come si deve vivere il mistero pasquale nella quotidianità della nostra vita.

Nella Lettera ai Colossesi, egli dice: «Se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo seduto alla destra di Dio, rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra» (3,1-2). A prima vista, leggendo questo testo, potrebbe sembrare che l'Apostolo intenda favorire il disprezzo delle realtà terrene, invitando cioè a dimenticarsi di questo mondo di sofferenze, di ingiustizie, di peccati, per vivere in anticipo in un paradiso celeste. Il pensiero del "cielo" sarebbe in tale caso una specie di alienazione. Ma, per cogliere il senso vero di queste affermazioni paoline, basta non separarle dal contesto. L'Apostolo precisa molto bene ciò che intende per «le cose di lassù», che il cristiano deve ricercare, e «le cose della terra», dalle quali deve guardarsi. Ecco anzitutto quali sono «le cose della terra» che bisogna evitare: «Fate morire – scrive san Paolo – ciò che appartiene alla terra: impurità, immoralità, passioni, desideri cattivi e quella cupidigia che è idolatria» (3,5-6). Far morire in noi il desiderio insaziabile di beni materiali, l’egoismo, radice di ogni peccato. Dunque, quando l'Apostolo invita i cristiani a distaccarsi con decisione dalle «cose della terra», vuole chiaramente far capire ciò che appartiene all’«uomo vecchio» di cui il cristiano deve spogliarsi, per rivestirsi di Cristo.

Come è stato chiaro nel dire quali sono le cose verso le quali non bisogna fissare il proprio cuore, con altrettanta chiarezza san Paolo ci indica quali sono le «cose di lassù», che il cristiano deve invece cercare e gustare. Esse riguardano ciò che appartiene all’«uomo nuovo», che si è rivestito di Cristo una volta per tutte nel Battesimo, ma che ha sempre bisogno di rinnovarsi «ad immagine di Colui che lo ha creato» (Col 3,10). Ecco come l’Apostolo delle Genti descrive queste «cose di lassù»: «Scelti da Dio, santi e amati, rivestitevi dunque di sentimenti di tenerezza, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di magnanimità, sopportandovi a vicenda e perdonandovi gli uni gli altri (...). Ma sopra tutte queste cose rivestitevi della carità, che le unisce in modo perfetto» (Col 3,12-14). San Paolo è dunque ben lontano dall'invitare i cristiani, ciascuno di noi, ad evadere dal mondo nel quale Dio ci ha posti. E’ vero che noi siamo cittadini di un'altra «città», dove si trova la nostra vera patria, ma il cammino verso questa meta dobbiamo percorrerlo quotidianamente su questa terra. Partecipando fin d'ora alla vita del Cristo risorto dobbiamo vivere da uomini nuovi in questo mondo, nel cuore della città terrena.

E questa è la via non solo per trasformare noi stessi, ma per trasformare il mondo, per dare alla città terrena un volto nuovo che favorisca lo sviluppo dell'uomo e della società secondo la logica della solidarietà, della bontà, nel profondo rispetto della dignità propria di ciascuno. L’Apostolo ci ricorda quali sono le virtù che devono accompagnare la vita cristiana; al vertice c'è la carità, alla quale tutte le altre sono correlate come alla fonte e alla matrice. Essa riassume e compendia «le cose del cielo»: la carità che, con la fede e la speranza, rappresenta la grande regola di vita del cristiano e ne definisce la natura profonda.

La Pasqua, quindi, porta la novità di un passaggio profondo e totale da una vita soggetta alla schiavitù del peccato ad una vita di libertà, animata dall’amore, forza che abbatte ogni barriera e costruisce una nuova armonia nel proprio cuore e nel rapporto con gli altri e con le cose. Ogni cristiano, così come ogni comunità, se vive l’esperienza di questo passaggio di risurrezione, non può non essere fermento nuovo nel mondo, donandosi senza riserve per le cause più urgenti e più giuste, come dimostrano le testimonianze dei Santi in ogni epoca e in ogni luogo. Sono tante anche le attese del nostro tempo: noi cristiani, credendo fermamente che la risurrezione di Cristo ha rinnovato l’uomo senza toglierlo dal mondo in cui costruisce la sua storia, dobbiamo essere i testimoni luminosi di questa vita nuova che la Pasqua ha portato. La Pasqua è dunque dono da accogliere sempre più profondamente nella fede, per poter operare in ogni situazione, con la grazia di Cristo, secondo la logica di Dio, la logica dell’amore. La luce della risurrezione di Cristo deve penetrare questo nostro mondo, deve giungere come messaggio di verità e di vita a tutti gli uomini attraverso la nostra testimonianza quotidiana.

Cari amici, Sì, Cristo è veramente risorto! Non possiamo tenere solo per noi la vita e la gioia che Egli ci ha donato nella sua Pasqua, ma dobbiamo donarla a quanti avviciniamo. E’ il nostro compito e la nostra missione: far risorgere nel cuore del prossimo la speranza dove c’è disperazione, la gioia dove c’è tristezza, la vita dove c’è morte. Testimoniare ogni giorno la gioia del Signore risorto significa vivere sempre in "modo pasquale" e far risuonare il lieto annuncio che Cristo non è un’idea o un ricordo del passato, ma una Persona che vive con noi, per noi e in noi, e con Lui, per e in Lui possiamo fare nuove tutte le cose (cfr Ap 21,5).

[00603-01.01] [Testo originale: Italiano]

SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE  

Sintesi della catechesi in lingua francese

Sintesi della catechesi in lingua inglese  

Sintesi della catechesi in lingua tedesca  

Sintesi della catechesi in lingua spagnola  

Sintesi della catechesi in lingua portoghese

Sintesi della catechesi in lingua francese  

Chers frères et sœurs, aujourd’hui je voudrais réfléchir avec vous sur Pâques, centre du mystère chrétien. En effet, le Christ ressuscité d’entre les morts est le fondement de notre foi. La Résurrection du Christ nous oriente vers une vie enracinée dans l’éternité de Dieu et ouvre un nouvel avenir pour l’humanité entière. En nous dépouillant du vieil homme qui est en nous, nous faisons mourir nos désirs insatiables de biens matériels et l’égoïsme, racine de tout péché. Devenus des hommes nouveaux par le baptême, nous revêtons le Christ pour vivre dans la charité. Le cœur tourné vers les réalités d’en haut, nous ne nous évadons pas du monde où Dieu nous a placés. Nous sommes appelés à lui donner un visage nouveau qui favorise le développement de l’homme et de la société, selon la logique de la solidarité, de la bonté et dans le respect de la dignité de chacun. La charité est le centre et la source de toutes les vertus, le résumé des réalités d’en haut. Pâques apporte la nouveauté du passage d’une vie sujette à l’esclavage du péché à une vie de liberté animée par l’amour qui abat toute barrière et construit une harmonie dans nos cœurs et dans nos relations. Chers amis, faisons revivre l’espérance là où il y a le désespoir, la joie là où il y a la tristesse, la vie là où il y a la mort.

Je salue avec joie les pèlerins francophones, particulièrement les séminaristes de Saint-Étienne, accompagnés de Mgr Dominique Lebrun ! Puissiez-vous être le ferment nouveau de notre monde, en apportant à tous les hommes la lumière de la Résurrection du Christ, qui est un message de vérité et de vie ! Bonne fête de Pâques à tous !

[00604-03.01] [Texte original: Français]

Sintesi della catechesi in lingua inglese 

Dear Brothers and Sisters,

In these first days of Easter the Church rejoices in Christ’s resurrection from the dead, which has brought new life to us and to our world. Saint Paul exhorts us to make this new life evident by putting to death the things of this earth and setting our hearts on the things that are on high, where Christ is seated at the right hand of the Father (cf. Col 3:1-2). Having put on Christ in Baptism, we are called to be renewed daily in the virtues which he taught us, especially charity which binds all the rest together in perfect harmony. By living this new life we are not only interiorly transformed, but we also change the world around us. Charity in fact brings that spiritual freedom which can break down any wall, and build a new world of solidarity, goodness and respect for the dignity of all. Easter, then, is a gift to be received ever anew in faith, so that we may become a constant leaven of life, justice and reconciliation in our world. As believers in the risen Lord, this is our mission: to awaken hope in place of despair, joy in place of sadness, and life in place of death. With Christ, through him and in him, let us strive to make all things new!

I welcome the newly-ordained deacons of the Pontifical Irish College, together with their families and friends. Dear young deacons: in fulfilling the ministry you have received, may you proclaim the Gospel above all by the holiness of your lives and your joyful service to God’s People in your native land. Upon all the English-speaking pilgrims present at today’s Audience, especially those from Sweden, Australia, the Philippines, Thailand and the United States, I invoke an abundance of joy and peace in the Risen Lord. Happy Easter!

[00605-02.01] [Original text: English]

Sintesi della catechesi in lingua tedesca

Liebe Brüder und Schwestern!

In diesen Tagen sind wir erfüllt von der Freude, die das Osterfest uns bereitet hat: Christus ist auferstanden! Die Feier seiner Auferstehung ist aber nicht nur die festliche Erinnerung an ein Ereignis der Vergangenheit. Sie bedeutet Vergegenwärtigung des Geheimnisses im Leben eines jeden Christen. Die Auferstehung Christi soll der Anfang eines Lebens sein, das nicht mehr der Vergänglichkeit der Zeit unterworfen, sondern in die Ewigkeit Gottes eingetaucht ist. Das Irdische in der Form des ungezügelten Verlangens nach materiellen Gütern und der Egoismus als Wurzel jeder Sünde sollen sterben. Wer Ostern feiert, erhält Geschmack am Himmlischen. Der neue mit Christus auferweckte Mensch wird nach Paulus durch folgende Eigenschaften charakterisiert: aufrichtiges Erbarmen, Güte, Demut, Milde, Geduld, Vergebung und vor allem das Band der Liebe, das alles zusammenhält und vollkommen macht (vgl. Kol 3,12-14). In diesen Spiegel sollten wir hineinschauen und danach immer wieder versuchen, uns zu formen. Als Christen glauben wir fest daran, daß die Auferstehung Jesu den Menschen innerlich neu macht, ohne ihn aus dieser Welt herauszunehmen, in die er hineingestellt ist, für die er Verantwortung trägt. In ihr müssen wir die österlichen Zeugen sein, die mit der Gnade Christi an Gott erinnern und gemäß der Logik Gottes und der Logik der Liebe handeln. Ostern ist ein Geschenk, das im Glauben immer mehr anzunehmen ist. Dann wird das Licht der Auferstehung die Welt durchdringen und als Botschaft der Wahrheit zu den Menschen kommen.

Von Herzen heiße ich alle deutschsprachigen Pilger und Besucher willkommen, heute besonders die Mitglieder und Gäste der Studentenverbindung Capitolina, die heuer ihr 25. Stiftungsfest feiert. Die beglückende Erfahrung, die uns der auferstandene Herr an Ostern geschenkt hat, können wir nicht für uns selbst behalten. Wir müssen sie als Hoffnung weitergeben, wo Hoffnungslosigkeit ist, als Freude, wo Traurigkeit herrscht, als Leben, wo Tod ist. Dazu schenke uns der Herr seine Gnade. – Euch allen wünsche ich eine gesegnete und frohe Osterzeit.

[00606-05.01] [Originalsprache: Deutsch]

Sintesi della catechesi in lingua spagnola

Queridos hermanos y hermanas:

Colmados con la frescura y la alegría de las celebraciones litúrgicas de este tiempo, deseo referirme brevemente a la Pascua. Cristo resucitado de entre los muertos es el fundamento de nuestra fe, que se irradia en toda la liturgia de la Iglesia, dando contenido y significado a la existencia.

La resurrección de Jesús es la plenitud de la vida no sometida ya a la caducidad del tiempo, sino inmersa en la eternidad de Dios. Inicia una nueva condición del ser hombres, que ilumina y transforma el camino de cada día y abre un futuro diverso y nuevo para toda la humanidad. La Pascua trae una vida de libertad animada por el amor, fuerza que derriba toda barrera y construye una nueva armonía en el propio corazón, en la relación con los demás y con las cosas. Queridos amigos, Cristo verdaderamente ha resucitado. La vida y la alegría que nos ha dado con su Pascua debemos darla a quienes están cerca. Tenemos como tarea y misión hacer resurgir la esperanza donde hay desesperanza, la alegría donde hay tristeza, la vida donde hay muerte. Hemos de vivir de "modo pascual" y hacer resonar el alegre anuncio que Cristo no es una idea o un recuerdo del pasado, sino una Persona que vive con nosotros, por nosotros y en nosotros, y con Él, por Él y en Él podemos hacer nuevas todas las cosas.

Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española, en particular a los sacerdotes y alumnos del Seminario Conciliar de Barcelona, así como a los grupos provenientes de España, Guinea Ecuatorial, Perú, México, Argentina y otros países Latinoamericanos. Les animo a que con el testimonio cotidiano de vida irradien la luz de la resurrección de Cristo, que penetra el mundo, y se hace mensaje de verdad y amor para todos los hombres. Muchas gracias.

[00607-04.01] [Texto original: Español]

Sintesi della catechesi in lingua portoghese

Queridos irmãos e irmãs,

A Páscoa é o centro do mistério cristão, pois tudo tem como ponto de partida a ressurreição de Cristo. Da Páscoa irradia, como de um centro luminoso, toda a liturgia da Igreja, que dela toma o seu conteúdo e significado. A celebração litúrgica da morte e ressurreição de Cristo não é uma simples comemoração, mas a atualização no mistério dessa realidade pela qual Cristo iniciou uma nova condição do nosso ser homens: uma vida imersa na eternidade de Deus. Por isso, toda a nossa existência deve assumir uma forma pascal, como ensina São Paulo na Carta aos Colossenses: "Se ressuscitastes com Cristo, buscai as coisas do alto" (3,1). Longe de significar um desprezo das realidades terrenas, o Apóstolo diz-nos que devemos buscar aquilo que pertence ao "homem novo", revestido de Cristo pelo Batismo, mas que tem necessidade incessante de se renovar à imagem d’Aquele que o criou. Cada cristão, bem como cada comunidade, que vive a experiência desta passagem de ressurreição, não pode deixar de converter-se em fermento novo no mundo, doando-se sem reservas às causas mais urgentes e justas, como demonstram os testemunhos dos Santos de todas as épocas e lugares.

Queridos peregrinos de língua portuguesa, particularmente os portugueses vindos de Lisboa e da Sertã e os brasileiros de Poços de Caldas, a minha saudação, com votos duma boa continuação de santa Páscoa! Não podemos guardar só para nós a vida e a alegria que Cristo nos deu com a sua Ressurreição, mas devemos transmiti-la a quantos se aproximam de nós. Assim, fareis surgir no coração dos outros a esperança, a felicidade e a vida! Sobre vós e vossas famílias, desça a minha Bênção Apostólica.

[00608-06.01] [Texto original: Português]

SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE  

Saluto in lingua polacca

○ Saluto in lingua croata

Saluto in lingua ceca

Saluto in lingua slovacca

Saluto in lingua slovena

Saluto in lingua lituana

Saluto in lingua ungherese

Saluto in lingua italiana

Saluto in lingua polacca 

Słowa serdecznego pozdrowienia kieruję do Polaków. Moi drodzy, bardzo dziękuję Wam za wszelkie wyrazy życzliwości, za nadsyłane życzenia na święta Wielkiej Nocy i z innych moich osobistych okazji, a szczególnie za dar modlitwy w mojej intencji. Z swej strony nieustannie zawierzam każdą i każdego z Was Bożej dobroci, wypraszam obfitość łask, i z serca wam błogosławię. Niech będzie pochwalony Jezus Chrystus.

[Rivolgo un cordiale saluto ai polacchi. Miei cari, Vi ringrazio tanto per tutti i segni di benevolenza, per gli auguri inviati in occasione della Pasqua e per le altre mie ricorrenze personali, e soprattutto per il dono della preghiera secondo le mie intenzioni. Da parte mia ininterrottamente affido ognuna e ognuno di Voi alla bontà di Dio, chiedendo un’abbondanza di grazie e vi benedico di cuore. Sia lodato Gesù Cristo!]

[00609-09.01] [Testo originale: Polacco]

Saluto in lingua croata

S uskrsnom radošću od srca pozdravljam i blagoslivljam sve hrvatske hodočasnike. Na uskrsno jutro učenici su, potaknuti viješću o Gospodinovom uskrsnuću, potrčali na grob i uvjerili se da je prazan. Dragi prijatelji, i vi koračajte ovim svijetom i svjedočite: Krist je živ, aleluja! Hvaljen Isus i Marija!

[Nel clima della gioia pasquale di cuore saluto e benedico tutti i pellegrini Croati. Nella mattina di Pasqua i discepoli, spinti dalla notizia della Risurrezione del Signore, sono corsi alla tomba e si sono resi conto che era vuota. Cari amici, anche voi camminate in questo mondo e testimoniate che Cristo è vivo, alleluia! Siano lodati Gesù e Maria!]

[00610-AA.01] [Testo originale: Croato]

Saluto in lingua ceca

Srdečně zdravím poutníky z České republiky! Drazí přátelé, kéž vám daruje Pán pravou radost a stále vás provází svými dary. S tímto přáním vám ze srdce žehnám. Chvála Kristu!

[Saluto i pellegrini della Repubblica ceca. Cari amici, il Signore infonda in voi la vera gioia della Risurrezione e vi accompagni sempre con i suoi doni. Con questi voti vi benedico di cuore! Sia lodato Gesù Cristo!]

[00611-AA.01] [Testo originale: Ceco]

Saluto in lingua slovacca

S láskou vítam slovenských pútnikov z Farnosti Narodenia Panny Márie v Novej Bani. Bratia a sestry, vaša návšteva Ríma počas Veľkonočnej oktávy nech je pre každého z vás príležitosťou na pravú duchovnú obnovu. Oslávený Pán nech vás sprevádza svojim pokojom. Rád vás žehnám. Pochválený buď Ježiš Kristus!

[Con affetto do il benvenuto ai pellegrini slovacchi provenienti dalla Parrocchia della Natività della Vergine Maria di Nová Baňa. Fratelli e sorelle, la vostra visita a Roma nell’Ottava di Pasqua sia per ognuno di voi occasione di autentico rinnovamento spirituale. Il Signore Risorto vi accompagni con la sua pace. Volentieri vi benedico. Sia lodato Gesù Cristo!]

[00612-AA.01] [Testo originale: Slovacco]

Saluto in lingua slovena

Lepo pozdravljam romarje iz Slovenije, še posebej iz Trzina in iz Dola pri Ljubljani! Veselje ob Jezusovi zmagi nad peklom je naša moč! Veselite se v Gospodu, da boste z Njim zmagovali nad grehom in tako postajali vedno bolj deležni Njegovega življenja. Naj bo z vami moj blagoslov!

[Rivolgo un caro saluto ai pellegrini provenienti dalla Slovenia, in particolare da Trzin e da Dol pri Ljubljani! La gioia della vittoria di Gesù sugli inferi è la nostra forza! Rallegratevi nel Signore, affinché possiate con Lui vincere il peccato e così diventare sempre più partecipi della Sua vita. Vi accompagni la mia benedizione!]

[00613-AA.01] [Testo originale: Sloveno]

Saluto in lingua lituana

Su meile kreipiuosi į maldininkus iš Lietuvos. Brangūs bičiuliai, Prisikėlęs Kristus tepripildo jūsų širdis savo meilės ir džiaugsmo. Jums, čia esantiems, ir visai lietuvių tautai suteikiu Apaštališkąjį Palaiminimą. Garbė Jėzui Kristui!

[Con affetto mi rivolgo ai pellegrini giunti dalla Lituania. Cari amici, Cristo Risorto riempia i vostri cuori del suo amore e della sua gioia! A voi qui presenti e all’intero popolo lituano imparto la Benedizione Apostolica. Sia lodato Gesù Cristo!]

[00614-AA.01] [Testo originale: Lituano]

Saluto in lingua ungherese

Isten hozta a magyar zarándokokat! Szeretettel köszöntelek Benneteket! Krisztus, aki a szent asszonyoknak és az apostoloknak kinyilvánította a feltámadás örömét, tegyen benneteket is a halálon aratott győzelmének hirdetőivé! Apostoli áldásom legyen veletek mindenkor. Dicsértessék a Jézus Krisztus!

[Un cordiale saluto ai pellegrini di lingua ungherese. Cristo, che ha rivelato alle pie donne ed ai suoi apostoli la gioia della risurrezione, vi renda arditi annunciatori della sua vittoria sulla morte! La benedizione apostolica vi accompagna sulle vostre vie. Sia lodato Gesù Cristo!]

[00615-AA.01] [Testo originale: Ungherese]

Saluto in lingua italiana

Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare saluto i Diaconi della Compagnia di Gesù, invocando sul loro itinerario formativo e apostolico l'abbondanza dei doni dello Spirito Santo. Saluto i fedeli di Lampedusa, accompagnati dal loro Pastore Mons. Francesco Montenegro, e li incoraggio a continuare nel loro apprezzato impegno di solidarietà verso i fratelli migranti, che trovano nella loro isola un primo asilo di accoglienza; in pari tempo auspico che gli organi competenti proseguano l’indispensabile azione di tutela dell’ordine sociale nell’interesse di ogni cittadino. Saluto i rappresentanti dell’Associazione Nazionale Vittime dell’Amianto e dell’Osservatorio Nazionale Amianto e li esorto a proseguire la loro importante attività a difesa dell’ambiente e della salute pubblica.

Il mio pensiero va infine ai malati, agli sposi novelli e ai giovani, specialmente ai numerosi adolescenti, provenienti dall'Arcidiocesi di Milano. Grazie per il vostro entusiasmo. Sento la gioia di Pasqua. Grazie. Cari giovani amici anche, a voi, come ai primi discepoli, Cristo risorto ripete: "Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi ... Ricevete lo Spirito Santo" (Gv 20, 21-22). Rispondetegli con gioia e con amore, grati per l'immenso dono della fede, e sarete ovunque autentici testimoni della sua gioia e della sua pace. Per voi, cari malati, la risurrezione di Cristo sia fonte inesauribile di conforto, di consolazione e di speranza. E voi, cari sposi novelli, rendete operante la presenza del Risorto nella vostra famiglia con la quotidiana preghiera, che alimenti il vostro amore coniugale.

[00616-01.01] [Testo originale: Italiano]

[B0242-XX.01]