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L’UDIENZA GENERALE, 29.12.2010


L’UDIENZA GENERALE

CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE 

SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE 

L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 10.30 nell’Aula Paolo VI dove il Santo Padre Benedetto XVI ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli giunti dall’Italia e da ogni parte del mondo.
Nel discorso in lingua italiana, il Papa si è soffermato sulla figura di Santa Caterina da Bologna (1413-1463).
Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Santo Padre ha rivolto particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti.
L’Udienza Generale si è conclusa con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica.

CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA 

Cari fratelli e sorelle,

in una recente catechesi ho parlato di santa Caterina da Siena. Oggi vorrei presentarvi un’altra Santa, meno conosciuta, che porta lo stesso nome: santa Caterina da Bologna, donna di vasta cultura, ma molto umile; dedita alla preghiera, ma sempre pronta a servire; generosa nel sacrificio, ma colma di gioia nell’accogliere con Cristo la croce.

Nasce a Bologna l'8 settembre 1413, primogenita di Benvenuta Mammolini e di Giovanni de’ Vigri, patrizio ferrarese ricco e colto, Dottore in Legge e pubblico Lettore a Padova, dove svolgeva attività diplomatica per Niccolò III d'Este, marchese di Ferrara. Le notizie sull’infanzia e la fanciullezza di Caterina sono scarse e non tutte sicure. Da bambina vive a Bologna, nella casa dei nonni; qui viene educata dai parenti, soprattutto dalla mamma, donna di grande fede. Si trasferisce con lei a Ferrara quando aveva circa dieci anni ed entra alla corte di Niccolò III d’Este come damigella d’onore di Margherita, figlia naturale di Niccolò. Il marchese sta trasformando Ferrara in una splendida città, chiamando artisti e letterati di vari Paesi. Promuove la cultura e, benché conduca una vita privata non esemplare, cura molto il bene spirituale, la condotta morale e l’educazione dei sudditi.

A Ferrara Caterina non risente degli aspetti negativi, che comportava spesso la vita di corte; gode dell'amicizia di Margherita e ne diventa la confidente; arricchisce la sua cultura: studia musica, pittura, danza; impara a poetare, a scrivere composizioni letterarie, a suonare la viola; diventa esperta nell’arte della miniatura e della copiatura; perfeziona lo studio del latino. Nella vita monastica futura valorizzerà molto il patrimonio culturale e artistico acquisito in questi anni. Apprende con facilità, con passione e con tenacia; mostra grande prudenza, singolare modestia, grazia e gentilezza nel comportamento. Una nota, comunque, la contraddistingue in modo assolutamente chiaro: il suo spirito costantemente rivolto alle cose del Cielo. Nel 1427, a soli quattordici anni, anche in seguito ad alcuni eventi familiari, Caterina decide di lasciare la corte, per unirsi a un gruppo di giovani donne provenienti da famiglie gentilizie che facevano vita comune, consacrandosi a Dio. La madre, con fede, acconsente, benché avesse altri progetti su di lei.

Non conosciamo il cammino spirituale di Caterina prima di questa scelta. Parlando in terza persona, ella afferma che è entrata al servizio di Dio "illuminata dalla grazia divina […] con retta coscienza e grande fervore", sollecita notte e giorno alla santa orazione, impegnandosi a conquistare tutte le virtù che vedeva in altri, "non per invidia, ma per piacere di più a Dio in cui aveva posto tutto il suo amore" (Le sette armi spirituali, VII, 8, Bologna 1998, p. 12). Notevoli sono i suoi progressi spirituali in questa nuova fase della vita, ma grandi e terribili sono pure le prove, le sofferenze interiori, soprattutto le tentazioni del demonio. Attraversa una profonda crisi spirituale fino alle soglie della disperazione (cfr ibid., VII, p. 12-29). Vive nella notte dello spirito, percossa pure dalla tentazione dell’incredulità verso l’Eucaristia. Dopo tanto patire, il Signore la consola: in una visione le dona la chiara conoscenza della presenza reale eucaristica, una conoscenza così luminosa che Caterina non riesce ad esprimere con le parole (cfr ibid., VIII, 2, p. 42-46). Nello stesso periodo una prova dolorosa si abbatte sulla comunità: sorgono tensioni tra chi vuole seguire la spiritualità agostiniana e chi è più orientata verso la spiritualità francescana.

Tra il 1429 e il 1430 la responsabile del gruppo, Lucia Mascheroni, decide di fondare un monastero agostiniano. Caterina, invece, con altre, sceglie di legarsi alla regola di santa Chiara d’Assisi. E’ un dono della Provvidenza, perché la comunità abita nei pressi della chiesa di Santo Spirito annessa al convento dei Frati Minori che hanno aderito al movimento dell'Osservanza. Caterina e le compagne possono così partecipare regolarmente alle celebrazioni liturgiche e ricevere un’adeguata assistenza spirituale. Hanno pure la gioia di ascoltare la predicazione di san Bernardino da Siena (cfr ibid., VII, 62, p. 26). Caterina narra che, nel 1429 - terzo anno dalla sua conversione - va a confessarsi da uno dei Frati Minori da lei stimati, compie una buona Confessione e prega intensamente il Signore di donarle il perdono di tutti i peccati e della pena ad essi connessa. Dio le rivela in visione di averle perdonato tutto. È un’esperienza molto forte della misericordia divina, che la segna per sempre, dandole nuovo slancio nel rispondere con generosità all’immenso amore di Dio (cfr ibid., IX, 2, p. 46-48).

Nel 1431 ha una visione del giudizio finale. La terrificante scena dei dannati la spinge a intensificare preghiere e penitenze per la salvezza dei peccatori. Il demonio continua ad assalirla ed ella si affida in modo sempre più totale al Signore e alla Vergine Maria (cfr. ibid., X, 3, p. 53-54). Negli scritti, Caterina ci lascia alcune note essenziali di questo misterioso combattimento, da cui esce vittoriosa con la grazia di Dio. Lo fa per istruire le sue consorelle e coloro che intendono incamminarsi nella via della perfezione: vuole mettere in guardia dalle tentazioni del demonio, che si nasconde spesso sotto sembianze ingannatrici, per poi insinuare dubbi di fede, incertezze vocazionali, sensualità.

Nel trattato autobiografico e didascalico, Le sette armi spirituali, Caterina offre, al riguardo, insegnamenti di grande saggezza e di profondo discernimento. Parla in terza persona nel riportare le grazie straordinarie che il Signore le dona e in prima persona nel confessare i propri peccati. Dal suo scritto traspare la purezza della sua fede in Dio, la profonda umiltà, la semplicità di cuore, l’ardore missionario, la passione per la salvezza delle anime. Individua sette armi nella lotta contro il male, contro il diavolo: 1. avere cura e sollecitudine nell'operare sempre il bene; 2. credere che da soli non potremo mai fare qualcosa di veramente buono; 3. confidare in Dio e, per amore suo, non temere mai la battaglia contro il male, sia nel mondo, sia in noi stessi; 4. meditare spesso gli eventi e le parole della vita di Gesù, soprattutto la sua passione e morte; 5. ricordarsi che dobbiamo morire; 6. avere fissa nella mente la memoria dei beni del Paradiso; 7. avere familiarità con la Santa Scrittura, portandola sempre nel cuore perché orienti tutti i pensieri e tutte le azioni. Un bel programma di vita spirituale, anche oggi, per ognuno di noi!

In convento, Caterina, nonostante fosse abituata alla corte ferrarese, svolge mansioni di lavandaia, cucitrice, fornaia, ed è addetta alla cura degli animali. Compie tutto, anche i servizi più umili, con amore e con pronta obbedienza, offrendo alle consorelle una testimonianza luminosa. Ella vede, infatti, nella disobbedienza quell’orgoglio spirituale che distrugge ogni altra virtù. Per obbedienza accetta l’ufficio di maestra delle novizie, nonostante si ritenga incapace di svolgere l’incarico, e Dio continua ad animarla con la sua presenza e i suoi doni: è, infatti, una maestra saggia e apprezzata.

In seguito le viene affidato il servizio del parlatorio. Le costa molto interrompere spesso la preghiera per rispondere alle persone che si presentano alla grata del monastero, ma anche questa volta il Signore non manca di visitarla ed esserle vicino. Con lei il monastero è sempre più un luogo di preghiera, di offerta, di silenzio, di fatica e di gioia. Alla morte dell'abbadessa, i superiori pensano subito a lei, ma Caterina li spinge a rivolgersi alle Clarisse di Mantova, più istruite nelle costituzioni e nelle osservanze religiose. Pochi anni dopo, però, nel 1456, al suo monastero è richiesto di creare una nuova fondazione a Bologna. Caterina preferirebbe terminare i suoi giorni a Ferrara, ma il Signore le appare e la esorta a compiere la volontà di Dio andando a Bologna come abbadessa. Si prepara al nuovo impegno con digiuni, discipline e penitenze. Si reca a Bologna con diciotto consorelle. Da superiora è la prima nella preghiera e nel servizio; vive in profonda umiltà e povertà. Allo scadere del triennio di abbadessa è felice di essere sostituita, ma dopo un anno deve riprendere le sue funzioni, perché la nuova eletta è diventata cieca. Sebbene sofferente e con gravi infermità che la tormentano, svolge il suo servizio con generosità e dedizione.

Ancora per un anno esorta le consorelle alla vita evangelica, alla pazienza e alla costanza nelle prove, all’amore fraterno, all'unione con lo Sposo divino, Gesù, per preparare, così, la propria dote per le nozze eterne. Una dote che Caterina vede nel saper condividere le sofferenze di Cristo, affrontando, con serenità, disagi, angustie, disprezzo, incomprensione (cfr Le sette armi spirituali, X, 20, p. 57-58). All’inizio del 1463 le infermità si aggravano; riunisce le consorelle un’ultima volta nel Capitolo, per annunciare loro la sua morte e raccomandare l'osservanza della regola. Verso la fine di febbraio è colta da forti sofferenze che non la lasceranno più, ma è lei a confortare le consorelle nel dolore, assicurandole del suo aiuto anche dal Cielo. Dopo aver ricevuto gli ultimi Sacramenti, consegna al confessore lo scritto Le sette armi spirituali ed entra in agonia; il suo viso si fa bello e luminoso; guarda ancora con amore quante la circondano e spira dolcemente, pronunciando tre volte il nome di Gesù: è il 9 marzo 1463 (cfr I. Bembo, Specchio di illuminazione. Vita di S. Caterina a Bologna, Firenze 2001, cap. III). Caterina sarà canonizzata dal Papa Clemente XI il 22 maggio 1712. La città di Bologna, nella cappella del monastero del Corpus Domini, custodisce il suo corpo incorrotto.

Cari amici, santa Caterina da Bologna, con le sue parole e con la sua vita, è un forte invito a lasciarci guidare sempre da Dio, a compiere quotidianamente la sua volontà, anche se spesso non corrisponde ai nostri progetti, a confidare nella sua Provvidenza che mai ci lascia soli. In questa prospettiva, santa Caterina parla con noi; dalla distanza di tanti secoli, è, tuttavia, molto moderna e parla alla nostra vita. Come noi soffre la tentazione, soffre le tentazioni dell'incredulità, della sensualità, di un combattimento difficile, spirituale. Si sente abbandonata da Dio, si trova nel buio della fede. Ma in tutte queste situazioni tiene sempre la mano del Signore, non Lo lascia, non Lo abbandona. E camminando con la mano nella mano del Signore, va sulla via giusta e trova la via della luce. Così, dice anche a noi: coraggio, anche nella notte della fede, anche in tanti dubbi che ci possono essere, non lasciare la mano del Signore, cammina con la tua mano nella sua mano, credi nella bontà di Dio; così è andare sulla via giusta! E vorrei sottolineare un altro aspetto, quello della sua grande umiltà: è una persona che non vuole essere qualcuno o qualcosa; non vuole apparire; non vuole governare. Vuole servire, fare la volontà di Dio, essere al servizio degli altri. E proprio per questo Caterina era credibile nell’autorità, perché si poteva vedere che per lei l'autorità era esattamente servire gli altri. Chiediamo a Dio, per l’intercessione della nostra Santa il dono di realizzare il progetto che Egli ha su di noi, con coraggio e generosità, perché solo Lui sia la salda roccia su cui si edifica la nostra vita. Grazie.

[01855-01.01] [Testo originale: Italiano]

SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE

Sintesi della catechesi in lingua francese

Sintesi della catechesi in lingua inglese 

Sintesi della catechesi in lingua tedesca

Sintesi della catechesi in lingua spagnola

Sintesi della catechesi in lingua portoghese 

Sintesi della catechesi in lingua francese 

Chers frères et sœurs,

Catherine de Bologne est née le 8 septembre 1413. Très jeune, à la cour de Ferrare, elle acquit une vaste culture artistique et littéraire. Pieuse, serviable et pleine de joie dans l’accueil du Christ et de sa croix, Catherine, ‘illuminée par la grâce divine’, quittera très jeune la cour pour s’adjoindre à un groupe de jeunes femmes consacrées à Dieu. Par la suite, avec quelques compagnes elle optera pour la règle de Sainte Claire d’Assise. Ses progrès spirituels seront accompagnés de souffrances intérieures, de crises profondes et de tentations du démon. Dans son ouvrage, Les sept armes spirituelles, transparaissent la pureté de sa foi en Dieu, sa profonde humilité, sa simplicité, son ardeur missionnaire et sa passion pour le salut des âmes. Au couvent elle accomplira les services les plus humbles, avec amour et obéissance, offrant à ses sœurs un lumineux témoignage. En 1456, Catherine deviendra Abbesse d’une nouvelle fondation, à Bologne. Elle y exhortera ses sœurs à la vie évangélique, à la patience dans les épreuves, à l’amour fraternel et à l’amour pour Jésus, l’Époux divin. Chers amis, le témoignage de Sainte Catherine nous invite à accomplir toujours la volonté de Dieu, à nous confier à sa Providence et à redécouvrir la valeur de l’obéissance.

Je salue cordialement les pèlerins de langue française, particulièrement ceux venus d’Étampes et du Chesnay. Comme Sainte Catherine de Bologne, cherchez vous aussi à réaliser avec courage et générosité le projet que Dieu a sur vous, parce que lui seul est le rocher inébranlable sur lequel édifier votre vie. Bonne année nouvelle à tous !

[01856-03.01] [Texte original: Français]

Sintesi della catechesi in lingua inglese 

Dear Brothers and Sisters,

Our catechesis today deals with Saint Catherine of Bologna, a Poor Clare abbess of the fifteenth century and a woman of great wisdom and culture. Born of noble stock, Catherine spent her childhood at the court of Ferrara. At fourteen she joined a group of other young women devoted to the common life and eventually became a Poor Clare. In her spiritual journey, Catherine endured her own dark night of the soul, experiencing doubts and temptation, but also great consolations. In her treatise The Seven Spiritual Weapons, she writes of the many graces she received and lists the most effective means of resisting the temptations of the devil. She also relates the visions which led her to understand both the severity of the Last Judgment and, at the same time, God’s infinite mercy. Catherine’s entire life was a model of humility and obedience; indeed, she saw all disobedience as a sign of that spiritual pride which destroys all virtue. May the example and prayers of Saint Catherine of Bologna inspire in us humble obedience to God’s will in our daily efforts to remain faithful to his plan for our lives.

I greet the seminarians of the American College of Louvain and I offer prayerful good wishes for your studies. May this pilgrimage to Rome be a source of spiritual enrichment as you prepare for priestly ministry in the United States. I thank the choirs for their praise of God in song. Upon all the English-speaking visitors present at today’s Audience I cordially invoke the joy and peace of Christ our newborn Saviour.

[01857-02.01] [Original text: English]

Sintesi della catechesi in lingua tedesca

Liebe Brüder und Schwestern!

Heute möchte ich euch eine weitere große Frauengestalt der Kirche vorstellen: die heilige Katharina von Bologna. Sie wurde im Jahr 1413 geboren und wuchs in einer reichen und gebildeten Familie auf. Sie erhielt durch ihre gläubige Mutter eine ausgezeichnete Erziehung und erwarb sich als Hofdame unter Nikolaus III. d’Este in Ferrara eine weitreichende Bildung an Literatur, Kunst und Musik. In dieser Zeit aber hat sie den Entschluß gefaßt, sich ganz Gott zu weihen und einer Klostergemeinschaft beizutreten. Ihre gläubige Mutter stimmte zu, obgleich sie andere Pläne für ihre Tochter hatte. Katharina begann das Ordensleben mit großem Eifer, aber sehr bald stellten sich schwere Prüfungen ein. Sie erlebte eine geistliche Nacht, in der selbst ihr Glaube an die Gegenwart des Herrn in der heiligen Eucharistie bedrängt war. Ihr Leiden und ihre Treue im Gebet wurden von Gott mit der Gnade einer tiefen Erkenntnis gerade in bezug auf dieses Sakrament belohnt. Sie besaß fortan eine Klarheit über die wunderbare Gegenwart Christi im Sakrament der Eucharistie, die sie nicht in Worte fassen konnte. Sie hat in der Folgezeit ihr Hauptwerk Die sieben geistlichen Waffen verfaßt, in dem man das reichhaltige geistliche Leben dieser Frau bewundern kann, die hier sozusagen die Instrumente des rechten Lebens auch für heute angibt: besonders die Heilige Schrift lieben, diese ständig vor Augen haben, mit dem Leben Jesu umgehen, auf den Herrn vertrauen und so fort. Die gebildete Ordensfrau, die in Bologna ein neues Klarissinnenkloster gründete und ihm als Äbtissin vorstand, war vor allem in den niedrigen Diensten ihren Mitschwestern ein Vorbild. Ausgezehrt, aber erfüllt von der Freude, die ein mit Christus verbundenes Leben schenkt, starb sie am 9. März 1463, nachdem sie dreimal den Namen Jesu, ihres himmlischen Bräutigams, angerufen hatte.

Mit Freude grüße ich die deutschsprachigen Pilger und Besucher, ganz besonders die Seminaristen des Collegium Orientale aus Eichstätt, und ich danke für den Gesang, den wir eben hören durften. Das Leben der heiligen Katharina von Bologna zeigt uns, daß Gott den Menschen auch in Schwierigkeiten nie allein läßt und daß er ihn in seinem Heilswillen zum Guten führt, daß er freilich von uns auch das Mitkämpfen erwartet, das Festhalten und die Treue zu ihm in den Schwierigkeiten. Euch und euren Familien wünsche ich ein gesegnetes neues Jahr.

[01858-05.01] [Originalsprache: Deutsch]

Sintesi della catechesi in lingua spagnola

Queridos hermanos y hermanas:

Quisiera hoy recordar con vosotros la figura de Santa Catalina de Bolonia, nacida en mil cuatrocientos trece en el seno de una noble familia. A los diez años se trasladó a Ferrara, donde recibió una esmerada educación. Cuatro años después, decidió dejar la corte para consagrarse a Dios en una comunidad de piadosas muchachas. Dos años después, la responsable del grupo funda un monasterio de agustinas. Catalina y algunas otras, en cambio, prefieren seguir la espiritualidad franciscana, transformando la comunidad en un monasterio de Clarisas. Tuvo frecuentes visiones y éxtasis, pero también tentaciones y dudas Por obediencia, acepta el encargo de Maestra de novicias, ejerciendo este oficio con sabiduría. Años más tarde, es trasladada a Bolonia como abadesa de un nuevo monasterio, en el que edifica a sus hermanas por su espíritu de oración y servicio. La única obra que se conserva de ella se titula Las siete armas espirituales. Murió en mil cuatrocientos sesenta y tres y fue canonizada por Clemente Once en mil setecientos doce.

Saludo con afecto a los peregrinos de lengua española, en particular a los fieles de la Parroquia de Nuestra Señora de Guadalupe, de Valdivia, a los miembros de la Escolanía de Loyola, de Pamplona, y a los demás grupos procedentes de España, Méjico, Argentina y otros países latinoamericanos. Que, a ejemplo de Santa Catalina de Bolonia, os dejéis guiar siempre por Dios, confiando en su bondad, que nunca nos abandona. Deseo a todos un Año lleno de las bendiciones del Señor. Muchas gracias.

[01859-04.01] [Texto original: Español]

Sintesi della catechesi in lingua portoghese 

Queridos irmãos e irmãs,

O século XV conheceu uma mulher de vasta cultura, mas muito humilde: Santa Catarina de Bolonha, cidade onde nasceu e onde voltou na fase final da vida, para fundar um mosteiro da sua Família Religiosa, inspirada na regra de Santa Clara de Assis. Catarina deixou-nos um belo programa de vida espiritual, na sua obra As Sete Armas Espirituais, que são: procurar solicitamente cumprir o bem; acreditar que, sozinhos, não poderemos jamais fazer algo de verdadeiramente bom; confiar em Deus e, por amor d’Ele, nunca temer a batalha contra o mal, tanto fora como dentro de nós mesmos; meditar muitas vezes nos factos e nas palavras da vida de Jesus, sobretudo na sua paixão e morte; recordar-nos que temos de morrer; manter viva na mente a lembrança dos bens do Paraíso; ter familiaridade com a Sagrada Escritura, trazendo-a sempre no coração, para que oriente todos os nossos pensamentos e acções.

Amados peregrinos de língua portuguesa, que viestes junto do túmulo de São Pedro renovar a vossa profissão de fé: a minha saudação de boas vindas para todos vós, em particular para o grupo de Escuteiros de Penedono, desejando-vos abundantes dons de graça e paz do Deus Menino, que imploro para vós e vossas famílias com a minha Bênção Apostólica.

[01860-06.01] [Texto original: Português]

SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE 

Saluto in lingua polacca

Saluto in lingua croata

Saluto in lingua italiana

Saluto in lingua polacca 

Serdecznie pozdrawiam Polaków. Siostry i Bracia! Oktawa Bożego Narodzenia i kończący się rok zachęcają nas do refleksji nad tajemnicą narodzin Chrystusa i zbawienia człowieka. Niech Jezus, Zbawiciel świata znajdzie godne miejsce w naszych sercach, niech je napełni miłością, dobrem i pokojem. Życzę wszystkim radości świętowania i z serca błogosławię wam tu obecnym i waszym bliskim.

[Saluto cordialmente i Polacchi. Sorelle e fratelli! L’ottava di Natale e l’anno che volge al termine ci esortano alla riflessione sul mistero della nascita di Cristo e sulla salvezza dell’uomo. Gesù, Salvatore del mondo trovi sempre un posto degno nei nostri cuori e li colmi d’amore, di bene e di pace. A tutti auguro la gioia delle feste e di cuore benedico voi qui presenti e i vostri cari.]

[01861-09.01] [Testo originale: Polacco]

Saluto in lingua croata 

Upućujem srdačan pozdrav svim hrvatskim hodočasnicima, a osobito mladim košarkašima iz Zagreba! Dragi prijatelji, neka svjetlo Božićnoga otajstva uvijek prosvjetljuje vaš život, a Božji blagoslov uđe u vaše obitelji. Hvaljen Isus i Marija!

[Rivolgo un cordiale saluto a tutti i pellegrini Croati, in modo particolare ai giovani cestiti di Zagreb. Cari amici, la luce del mistero di Natale illumini sempre la vostra vita, e la benedizione di Dio entri nelle vostre famiglie. Siano lodati Gesù e Maria!]

[01862-AA.01] [Testo originale: Croato]

Saluto in lingua italiana 

Cari fratelli e sorelle,

Rivolgo il mio cordiale saluto alla comunità dei Legionari di Cristo, come pure ai numerosi membri del movimento "Regnum Christi", venuti da diversi Paesi. Saluto le Missionarie Secolari Scalabriniane, che festeggiano i 50 anni del loro Istituto, nato dal carisma del beato vescovo Giovanni Battista Scalabrini per seminare il Vangelo tra i migranti. Tra i pellegrini di lingua italiana, saluto in particolare i giovani della Prelatura di Pompei, le Ancelle del Sacro Cuore di Gesù e i vari gruppi parrocchiali. Grazie per la vostra cordialità!

Saluto infine i giovani, i malati e gli sposi novelli. A voi, cari giovani, auguro di camminare sempre nella via dell’umiltà, che il Figlio di Dio ha scelto per Sé venendo nel mondo. Voi, malati, possiate sentire il conforto della sua presenza, specialmente nei momenti più difficili. E voi, cari sposi novelli, siate sempre guidati dall’esempio della santa Famiglia e sostenuti dalla sua intercessione. Auguri a tutti!

[01863-01.01] [Testo originale: Italiano]

[B0810-XX.02]