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L’UDIENZA GENERALE, 24.03.2010


L’UDIENZA GENERALE

CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE  

SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE  

L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 10.30 in Piazza San Pietro dove il Santo Padre ha incontrato gruppi di pellegrini e di fedeli giunti dall’Italia e da ogni parte del mondo.

Nel discorso in lingua italiana, il Papa, continuando il ciclo di catechesi sulla cultura cristiana nel Medioevo, si è soffermato sulla figura di Sant’Alberto Magno.

Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Santo Padre Benedetto XVI ha rivolto particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti.

L’Udienza Generale si è conclusa con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica impartita insieme ai Vescovi presenti.

CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

Cari fratelli e sorelle,

uno dei più grandi maestri della teologia medioevale è sant’Alberto Magno. Il titolo di "grande" (magnus), con il quale egli è passato alla storia, indica la vastità e la profondità della sua dottrina, che egli associò alla santità della vita. Ma già i suoi contemporanei non esitavano ad attribuirgli titoli eccellenti; un suo discepolo, Ulrico di Strasburgo, lo definì "stupore e miracolo della nostra epoca".

Nacque in Germania all’inizio del XIII secolo, e ancora molto giovane si recò in Italia, a Padova, sede di una delle più famose università del Medioevo. Si dedicò allo studio delle cosiddette "arti liberali": grammatica, retorica, dialettica, aritmetica, geometria, astronomia e musica, cioè della cultura generale, manifestando quel tipico interesse per le scienze naturali, che sarebbe diventato ben presto il campo prediletto della sua specializzazione. Durante il soggiorno a Padova, frequentò la chiesa dei Domenicani, ai quali poi si unì con la professione dei voti religiosi. Le fonti agiografiche lasciano capire che Alberto maturò gradualmente questa decisione. Il rapporto intenso con Dio, l’esempio di santità dei Frati domenicani, l’ascolto dei sermoni del Beato Giordano di Sassonia, successore di san Domenico nella guida dell’Ordine dei Predicatori, furono i fattori decisivi che lo aiutarono a superare ogni dubbio, vincendo anche resistenze familiari. Spesso, negli anni della giovinezza, Dio ci parla e ci indica il progetto della nostra vita. Come per Alberto, anche per tutti noi la preghiera personale nutrita dalla Parola del Signore, la frequenza ai Sacramenti e la guida spirituale di uomini illuminati sono i mezzi per scoprire e seguire la voce di Dio. Ricevette l’abito religioso dal beato Giordano di Sassonia.

Dopo l’ordinazione sacerdotale, i Superiori lo destinarono all’insegnamento in vari centri di studi teologici annessi ai conventi dei Padri domenicani. Le brillanti qualità intellettuali gli permisero di perfezionare lo studio della teologia nell’università più celebre dell’epoca, quella di Parigi. Fin da allora sant’Alberto intraprese quella straordinaria attività di scrittore, che avrebbe poi proseguito per tutta la vita.

Gli furono assegnati compiti prestigiosi. Nel 1248 fu incaricato di aprire uno studio teologico a Colonia, uno dei capoluoghi più importanti della Germania, dove egli visse a più riprese, e che divenne la sua città di adozione. Da Parigi portò con sé a Colonia un allievo eccezionale, Tommaso d’Aquino. Basterebbe solo il merito di essere stato maestro di san Tommaso, per nutrire profonda ammirazione verso sant’Alberto. Tra questi due grandi teologi si instaurò un rapporto di reciproca stima e amicizia, attitudini umane che aiutano molto lo sviluppo della scienza. Nel 1254 Alberto fu eletto Provinciale della "Provincia Teutoniae" – teutonica - dei Padri domenicani, che comprendeva comunità diffuse in un vasto territorio del Centro e del Nord-Europa. Egli si distinse per lo zelo con cui esercitò tale ministero, visitando le comunità e richiamando costantemente i confratelli alla fedeltà, agli insegnamenti e agli esempi di san Domenico.

Le sue doti non sfuggirono al Papa di quell’epoca, Alessandro IV, che volle Alberto per un certo tempo accanto a sé ad Anagni - dove i Papi si recavano di frequente - a Roma stessa e a Viterbo, per avvalersi della sua consulenza teologica. Lo stesso Sommo Pontefice lo nominò Vescovo di Ratisbona, una grande e famosa diocesi, che si trovava, però, in un momento difficile. Dal 1260 al 1262 Alberto svolse questo ministero con infaticabile dedizione, riuscendo a portare pace e concordia nella città, a riorganizzare parrocchie e conventi, e a dare nuovo impulso alle attività caritative.

Negli anni 1263-1264 Alberto predicava in Germania ed in Boemia, incaricato dal Papa Urbano IV, per ritornare poi a Colonia e riprendere la sua missione di docente, di studioso e di scrittore. Essendo un uomo di preghiera, di scienza e di carità, godeva di grande autorevolezza nei suoi interventi, in varie vicende della Chiesa e della società del tempo: fu soprattutto uomo di riconciliazione e di pace a Colonia, dove l’Arcivescovo era entrato in duro contrasto con le istituzioni cittadine; si prodigò durante lo svolgimento del II Concilio di Lione, nel 1274, convocato dal Papa Gregorio X per favorire l’unione con i Greci, dopo la separazione del grande scisma d’Oriente del 1054; egli chiarì il pensiero di Tommaso d’Aquino, che era stato oggetto di obiezioni e persino di condanne del tutto ingiustificate.

Morì nella cella del suo convento della Santa Croce a Colonia nel 1280, e ben presto fu venerato dai confratelli. La Chiesa lo propose al culto dei fedeli con la beatificazione, nel 1622, e con la canonizzazione, nel 1931, quando il Papa Pio XI lo proclamò Dottore della Chiesa. Si trattava di un riconoscimento indubbiamente appropriato a questo grande uomo di Dio e insigne studioso non solo delle verità della fede, ma di moltissimi altri settori del sapere; infatti, dando uno sguardo ai titoli delle numerosissime opere, ci si rende conto che la sua cultura ha qualcosa di prodigioso, e che i suoi interessi enciclopedici lo portarono a occuparsi non solamente di filosofia e di teologia, come altri contemporanei, ma anche di ogni altra disciplina allora conosciuta, dalla fisica alla chimica, dall’astronomia alla mineralogia, dalla botanica alla zoologia. Per questo motivo il Papa Pio XII lo nominò patrono dei cultori delle scienze naturali ed è chiamato anche "Doctor universalis" proprio per la vastità dei suoi interessi e del suo sapere.

Certamente, i metodi scientifici adoperati da sant’Alberto Magno non sono quelli che si sarebbero affermati nei secoli successivi. Il suo metodo consisteva semplicemente nell’osservazione, nella descrizione e nella classificazione dei fenomeni studiati, ma così ha aperto la porta per i lavori futuri.

Egli ha ancora molto da insegnare a noi. Soprattutto, sant’Alberto mostra che tra fede e scienza non vi è opposizione, nonostante alcuni episodi di incomprensione che si sono registrati nella storia. Un uomo di fede e di preghiera, quale fu sant’Alberto Magno, può coltivare serenamente lo studio delle scienze naturali e progredire nella conoscenza del micro e del macrocosmo, scoprendo le leggi proprie della materia, poiché tutto questo concorre ad alimentare la sete e l’amore di Dio. La Bibbia ci parla della creazione come del primo linguaggio attraverso il quale Dio – che è somma intelligenza  – ci rivela qualcosa di sé. Il libro della Sapienza, per esempio, afferma che i fenomeni della natura, dotati di grandezza e bellezza, sono come le opere di un artista, attraverso le quali, per analogia, noi possiamo conoscere l’Autore del creato (cfr Sap. 13,5). Con una similitudine classica nel Medioevo e nel Rinascimento si può paragonare il mondo naturale a un libro scritto da Dio, che noi leggiamo in base ai diversi approcci delle scienze (cfr Discorso ai partecipanti alla Plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze, 31 Ottobre 2008). Quanti scienziati, infatti, sulla scia di sant’Alberto Magno, hanno portato avanti le loro ricerche ispirati da stupore e gratitudine di fronte al mondo che, ai loro occhi di studiosi e di credenti, appariva e appare come l’opera buona di un Creatore sapiente e amorevole! Lo studio scientifico si trasforma allora in un inno di lode. Lo aveva ben compreso un grande astrofisico dei nostri tempi, di cui è stata introdotta la causa di beatificazione, Enrico Medi, il quale scrisse: "Oh, voi misteriose galassie ..., io vi vedo, vi calcolo, vi intendo, vi studio e vi scopro, vi penetro e vi raccolgo. Da voi io prendo la luce e ne faccio scienza, prendo il moto e ne fo sapienza, prendo lo sfavillio dei colori e ne fo poesia; io prendo voi stelle nelle mie mani, e tremando nell’unità dell’essere mio vi alzo al di sopra di voi stesse, e in preghiera vi porgo al Creatore, che solo per mezzo mio voi stelle potete adorare" (Le opere. Inno alla creazione).

Sant’Alberto Magno ci ricorda che tra scienza e fede c’è amicizia, e che gli uomini di scienza possono percorrere, attraverso la loro vocazione allo studio della natura, un autentico e affascinante percorso di santità.

La sua straordinaria apertura di mente si rivela anche in un’operazione culturale che egli intraprese con successo, cioè nell’accoglienza e nella valorizzazione del pensiero di Aristotele. Ai tempi di sant’Alberto, infatti, si stava diffondendo la conoscenza di numerose opere di questo grande filosofo greco vissuto nel quarto secolo prima di Cristo, soprattutto nell’ambito dell’etica e della metafisica. Esse dimostravano la forza della ragione, spiegavano con lucidità e chiarezza il senso e la struttura della realtà, la sua intelligibilità, il valore e il fine delle azioni umane. Sant’Alberto Magno ha aperto la porta per la recezione completa della filosofia di Aristotele nella filosofia e teologia medioevale, una recezione elaborata poi in modo definitivo da S. Tommaso. Questa recezione di una filosofia, diciamo, pagana pre-cristiana fu un’autentica rivoluzione culturale per quel tempo. Eppure, molti pensatori cristiani temevano la filosofia di Aristotele, la filosofia non cristiana, soprattutto perché essa, presentata dai suoi commentatori arabi, era stata interpretata in modo da apparire, almeno in alcuni punti, come del tutto inconciliabile con la fede cristiana. Si poneva cioè un dilemma: fede e ragione sono in contrasto tra loro o no?

Sta qui uno dei grandi meriti di sant’Alberto: con rigore scientifico studiò le opere di Aristotele, convinto che tutto ciò che è realmente razionale è compatibile con la fede rivelata nelle Sacre Scritture. In altre parole, sant’Alberto Magno, ha così contribuito alla formazione di una filosofia autonoma, distinta dalla teologia e unita con essa solo dall’unità della verità. Così è nata nel XIII secolo una chiara distinzione tra questi due saperi, filosofia e teologia, che, in dialogo tra di loro, cooperano armoniosamente alla scoperta dell’autentica vocazione dell’uomo, assetato di verità e di beatitudine: ed è soprattutto la teologia, definita da sant’Alberto "scienza affettiva", quella che indica all’uomo la sua chiamata alla gioia eterna, una gioia che sgorga dalla piena adesione alla verità.

Sant’Alberto Magno fu capace di comunicare questi concetti in modo semplice e comprensibile. Autentico figlio di san Domenico, predicava volentieri al popolo di Dio, che rimaneva conquistato dalla sua parola e dall’esempio della sua vita.

Cari fratelli e sorelle, preghiamo il Signore perché non vengano mai a mancare nella santa Chiesa teologi dotti, pii e sapienti come sant’Alberto Magno e aiuti ciascuno di noi a fare propria la "formula della santità" che egli seguì nella sua vita: "Volere tutto ciò che io voglio per la gloria di Dio, come Dio vuole per la sua gloria tutto ciò che Egli vuole", conformarsi cioè sempre alla volontà di Dio per volere e fare tutto solo e sempre per la Sua gloria.

[00392-01.01] [Testo originale: Italiano]

SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE

Sintesi della catechesi in lingua francese

Sintesi della catechesi in lingua inglese  

Sintesi della catechesi in lingua tedesca  

Sintesi della catechesi in lingua spagnola  

Sintesi della catechesi in lingua portoghese  

Sintesi della catechesi in lingua francese  

Chers Frères et Sœurs,

Saint Albert le Grand fut l’un des grands maîtres de la théologie scolastique. Né en Allemagne au début du treizième siècle, il étudia d’abord à Padoue, où il fréquenta l’église des Dominicains chez lesquels il fit profession. Après son ordination sacerdotale, il fut envoyé à Paris pour perfectionner ses études de théologie. Il entreprit alors une extraordinaire activité d’écrivain. En 1254, il fut élu Provincial des Dominicains pour un vaste territoire d’Europe du Nord. Evêque de Ratisbonne de 1260 à 1262, il demandera ensuite au Pape d’être déchargé de ce ministère pour reprendre sa mission d’enseignement et d’étude. Homme de prière, de science et de charité, Albert jouissait d’une grande autorité dans la vie de l’Église et de la société de son temps. Il meurt en 1280 dans son couvent de Cologne. Albert le Grand nous rappelle qu’il n’y a pas d’opposition entre science et foi, et que ceux qui étudient les sciences de la nature peuvent parcourir un véritable chemin de sainteté. Il met en lumière le fait que la philosophie et la théologie ont des méthodes différentes, mais que leur dialogue coopère harmonieusement à la découverte de l’authentique vocation de l’homme. Prions pour que l’Église ne manque jamais de théologiens qui soient enracinés dans la prière, compétents et pleins de sagesse, et pour qu’en tout, nous sachions nous conformer à la volonté de Dieu pour ne rechercher que sa Gloire.

C’est avec joie que j’accueille ce matin les pèlerins francophones, en particulier les jeunes venus de France et le groupe du diocèse de Vannes. à tous je souhaite de vivre une fervente Semaine Sainte afin de découvrir toujours plus la profondeur de l’amour de Dieu pour les hommes. Que Dieu vous bénisse !

[00393-03.01] [Texte original: Français]

Sintesi della catechesi in lingua inglese

Dear Brothers and Sisters,

In our catechesis on the Christian culture of the Middle Ages, we now turn to Saint Albert, better known as Albertus Magnus, Albert the Great. A universal genius whose interests ranged from the natural sciences to philosophy and theology, Albert entered the Dominicans and, after studies in Paris, taught in Cologne. Elected provincial of the Teutonic province, he served as bishop of Regensburg for four years and then returned to teaching and writing. He played an important part in the Council of Lyons, and he worked to clarify and defend the teaching of Saint Thomas Aquinas, his most brilliant student. Albert was canonized and declared a Doctor of the Church by Pope Pius XI, and Pope Pius XII named him the patron of the natural sciences. Saint Albert shows us that faith is not opposed to reason, and that the created world can be seen as a "book" written by God and capable of being "read" in its own way by the various sciences. His study of Aristotle also brought out the difference between the sciences of philosophy and theology, while insisting that both cooperate in enabling us to discover our vocation to truth and happiness, a vocation which finds its fulfilment in eternal life.

I welcome all the English-speaking visitors, especially a group of priests, Religious and seminarians visiting from the Philippines. Upon all the English-speaking pilgrims and your families, I invoke God’s abundant blessings.

[00394-02.01] [Original text: English]

Sintesi della catechesi in lingua tedesca

Liebe Brüder und Schwestern!

In der Reihe der großen Glaubensgestalten des Mittelalters wenden wir uns heute einem bedeutenden Theologen der Scholastik zu: dem heiligen Albertus Magnus. Der Beiname „der Große" weist auf die Weite und Tiefe seines Wissens hin, die Albertus mit innerer Friedfertigkeit und einem überaus tugendhaften Leben verband. Er wurde um 1200 in Lauingen an der Donau geboren. Als junger Mann begab er sich zum Studium nach Padua, und hier begegnete er dem Ordensmeister der Dominikaner Jordan von Sachsen. Von ihm wie auch von der dominikanischen Spiritualität zutiefst beeindruckt, trat Albert 1223 in diesen Orden ein. Dort erkannte man schnell seine hohe Begabung und schickte ihn nach Lehrtätigkeiten an verschiedenen Ordensschulen zum Weiterstudium an die Universität von Paris, dem damals geistigen Zentrum des Abendlandes, wo er schließlich auch als Dozent wirkte. Später wurde er von der Ordensleitung beauftragt, ein Studium generale, eine Art theologische Hochschule, in Köln zu gründen. Bei dieser Aufgabe begleitete ihn sein Schüler Thomas von Aquin. Albertus wurde schließlich zum Provinzial der Ordensprovinz Teutonia gewählt, die damals ganz Mitteleuropa umfaßte. Seine Qualitäten wurden auch von Papst Alexander IV. erkannt, der ihn 1260 zum Bischof von Regensburg ernannte. Albertus gelang es mit unermüdlichem Eifer den Frieden in seinem Bistum herzustellen und die Verhältnisse in Klöstern und Pfarreien zu ordnen. Einige Zeit später legte er jedoch sein Amt nieder und kehrte nach Köln zurück. Im Alter war Albert noch an der Vorbereitung des Zweiten Konzils von Lyon beteiligt, bevor er 1280 in Köln verstarb. Albert widmete sich unter anderem der Zusammenschau von Wissen und Glauben, von Naturerkenntnis und Theologie. In der Theologie verbinden sich für Albert Verstand und Wille. Sie ist „affektive Wissenschaft": sie leitet das Streben der Menschen dahin, sich mit Gott zu vereinigen, dem Ursprung der Welt und dem Ziel alles geordneten Handelns.

Von Herzen heiße ich alle deutschsprachigen Gäste willkommen, heute besonders die Schulgemeinschaft aus Essen-Werden. Suchen wir wie der heilige Albert der Große Gott in seinem Wort, in der Schönheit der Natur und in der Liebe zu begegnen. Der Herr segne euch auf allen Wegen!

[00395-05.01] [Originalsprache: Deutsch]

Sintesi della catechesi in lingua spagnola

Queridos hermanos y hermanas

San Alberto Magno, uno de los más grandes maestros de la Escolástica, nació en Alemania a comienzos del siglo trece, y profesó como dominico en Padua. Enseñó en la universidad de París y luego en Colonia, llevando consigo a Santo Tomás de Aquino. Por sus dotes y preparación, el Papa Alejandro IV lo quiso como consultor suyo por algún tiempo, y después lo nombró obispo de Ratisbona. Poco después se le concedió volver a su actividad docente y, en esta condición, contribuyó al desarrollo del segundo Concilio de Lyon, y también a la clarificación de la doctrina de Santo Tomás frente a algunas objeciones. Murió en Colonia, en olor de santidad, en mil doscientos ochenta. En el siglo pasado fue proclamado Doctor de la Iglesia y nombrado Patrón de los estudiosos de las ciencias naturales. Un título que destaca su prodigiosa cultura en muchos ámbitos del saber, desde la teología a las ciencias naturales. Pero que muestra también que no hay oposición entre fe y ciencia, y que estudiando las leyes de la materia se puede llegar, por analogía, al autor de la creación: la fe y la razón no se excluyen, sino que se armonizan y complementan.

Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española, en particular al Cardenal Francisco Javier Errázuriz Ossa y al Presidente de la Conferencia Episcopal de Chile, Mons. Alejandro Goić Karmelić, con la Delegación venida para recibir una imagen de la Virgen del Carmen, que bendeciré como signo de afecto a los hijos de ese País, que celebra su bicentenario, y los acompañará en estos momentos de dificultad tras el reciente terremoto sufrido. Saludo también a los grupos venidos de España, México y otros países latinoamericanos. Muchas gracias.

[00396-04.01] [Texto original: Español]

Sintesi della catechesi in lingua portoghese

Queridos irmãos e irmãs,

Santo Alberto Magno nasceu no início do século XIII, professou na Ordem Dominicana e, recebida a Ordenação Sacerdotal, ensinou em vários centros de estudos teológicos anexos aos conventos da Ordem. Com rigor científico, estudou as obras de Aristóteles e delas extraiu o que era universalmente válido, mostrando a sua harmonia com as verdades da fé cristã. Um motivo para lhe tributarmos a mais viva admiração é ter sido o mestre de São Tomás de Aquino; entre estes dois grandes teólogos, instaurou-se uma relação de mútua amizade, saindo Alberto em campo quando foi preciso defender o pensamento de Tomás de objecções e condenações totalmente injustificadas. O título de "Magno", grande, com que Alberto passou à história, indica a vastidão e profundidade da sua doutrina, associada à santidade de vida. Tinha como regra de vida: «Querer para a glória de Deus tudo o que eu quero, tal como Deus quer para a sua glória tudo aquilo que Ele quer».

Amados peregrinos de língua portuguesa, a minha cordial saudação no Senhor Jesus! Como penhor da graça salvadora que Ele nos mereceu com a sua Cruz, desça sobre vós e vossas famílias a minha Bênção. Vivei em paz e encorajai-vos mutuamente no caminho da santidade. E o Deus do amor e da paz estará convosco!

[00397-06.01] [Texto original: Português]

SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE

Saluto in lingua polacca

Saluto in lingua ungherese

Saluto in lingua croata

Saluto in lingua italiana

Saluto in lingua polacca  

Drodzy bracia i siostry. Jutro przypada uroczystość Zwiastowania Pańskiego. W Polsce jest ona obchodzona również jako Dzień Świętości Życia. Tajemnica Wcielenia odsłania szczególną wartość i godność ludzkiego życia. Bóg dał nam ten dar i uświęcił, gdy Syn stał się człowiekiem i narodził się z Maryi. Trzeba strzec tego daru od poczęcia aż do naturalnej śmierci. Z całego serca jednoczę się z tymi, którzy podejmują różne inicjatywy na rzecz poszanowania życia i budzenia nowej społecznej wrażliwości. Niech wam Bóg błogosławi.

[Cari fratelli e sorelle. Domani ricorre la solennità dell’Annunciazione del Signore. In Polonia essa è celebrata anche come Giornata della Sacralità della Vita. Il mistero dell’Incarnazione svela il particolare valore e la dignità della vita umana. Dio ci ha dato questo dono e lo ha santificato, quando il Figlio si è fatto uomo ed è nato da Maria. Bisogna salvaguardare questo dono dal concepimento fino alla morte naturale. Con tutto il cuore mi unisco a coloro che intraprendono diverse iniziative a favore del rispetto per la vita e per la promozione della nuova sensibilità sociale. Dio vi benedica!]

[00398-09.01] [Testo originale: Polacco]

Saluto in lingua ungherese

Szeretettel köszöntöm a magyar híveket, különösen is a kolozsvári csoport tagjait. Hálásan köszönöm imáitokat. A nagyböjt kedvező időszak arra, hogy átalakítsuk életünket. Otthonaitokban és közösségeitekben legyen meg a kiengesztelődés és a kölcsönös jóakarat. Erre adom áldásomat. Dicsértessék a Jézus Krisztus!

[Un saluto cordiale rivolgo ai fedeli di lingua ungherese, specialmente ai membri del gruppo di Cluj-Napoca. Vi sono grato per le vostre preghiere. La Quaresima è il tempo opportuno per trasformare la nostra vita. Nelle vostre famiglie e nelle vostre comunità regni sempre lo spirito di riconciliazione e di reciproca benevolenza. Dio vi benedica. Sia lodato Gesù Cristo!]

[00399-AA.01] [Testo originale: Ungherese]

Saluto in lingua croata

S velikom radošću pozdravljam sve hrvatske hodočasnike, a na poseban način policajce iz Splita, liječnike i osoblje dječje bolnice iz Zagreba te nastavnike i gimnazijalce iz Mostara. Dok iščekujemo Kristov ulazak u Jeruzalem i njegovo predanje u volju Očevu, prepoznajmo koliko nas je ljubio te, slijedeći njegov primjer ljubimo svoju braću. Hvaljen Isus i Marija!

[Con grande gioia saluto tutti i pellegrini Croati, e in modo particolare i poliziotti di Split, i medici ed il personale dell’Ospedale per i fanciulli di Zagreb ed i docenti e studenti del Ginnasio di Mostar. Nell’attesa di rivivere l’entrata di Cristo a Gerusalemme ed il suo abbandono alla volontà del Padre, prendiamo coscienza di quanto egli ci ha amato e, a nostra volta, amiamo i nostri fratelli. Siano lodati Gesù e Maria!]

[00400-AA.01] [Testo originale: Croato]

Saluto in lingua italiana

Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare, saluto i diversi gruppi di religiose qui presenti, assicurando la mia preghiera per loro e per i rispettivi Istituti, affinché sappiano annunciare con rinnovata gioia Gesù Cristo, Salvatore del mondo. Saluto i sacerdoti, i diaconi e i seminaristi del Movimento dei Focolari, ed auspico di cuore che questa visita rinsaldi in ciascuno la fedeltà al Vangelo e l'amore alla Chiesa.

Saluto infine i giovani, i malati e gli sposi novelli. La Solennità dell'Annunciazione, che domani celebreremo, sia per tutti un invito a seguire l'esempio di Maria Santissima: per voi, cari giovani, si traduca in pronta disponibilità alla chiamata del Padre, perché possiate essere fermento evangelico nella società; per voi, cari ammalati, sia sprone a rinnovare l'accettazione serena e confidente della volontà divina e a trasformare la vostra sofferenza in mezzo di redenzione dell'intera umanità; il sì di Maria susciti in voi, cari sposi novelli, un sempre più generoso impegno nel costruire una famiglia fondata sul reciproco amore e sui perenni valori cristiani.

[00401-01.01] [Testo originale: Italiano]

[B0165-XX.01]