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L’UDIENZA GENERALE, 01.04.2009


L’UDIENZA GENERALE

CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE

SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE

L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 10.30 in Piazza S. Pietro dove il Santo Padre ha incontrato gruppi di fedeli e pellegrini provenienti dall’Italia e da ogni parte del mondo.
Nel discorso in lingua italiana il Papa si è soffermato sul Suo recente Viaggio Apostolico in Camerun e Angola.
Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Santo Padre ha rivolto particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti.
L’Udienza Generale si è concluso con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica impartita insieme ai Vescovi presenti.

CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

Cari fratelli e sorelle!

Come ho preannunciato domenica scorsa all’Angelus, quest’oggi mi soffermo a parlare del recente viaggio apostolico in Africa, il primo del mio pontificato in quel continente. Esso si è limitato al Camerun e all’Angola, ma idealmente con la mia visita ho voluto abbracciare tutti i popoli africani e benedirli nel nome del Signore. Ho sperimentato la tradizionale calorosa accoglienza africana, che mi è stata riservata dappertutto, e colgo volentieri questa occasione per esprimere nuovamente la mia viva gratitudine agli Episcopati dei due Paesi, ai Capi di Stato, a tutte le Autorità e a quanti in vario modo si sono prodigati per la riuscita di questa mia visita pastorale.

Il mio soggiorno in terra africana è iniziato il 17 marzo a Yaoundé, capitale del Camerun, dove sono venuto a trovarmi immediatamente nel cuore dell’Africa, e non solo geograficamente. Questo Paese infatti riassume molte caratteristiche di quel grande continente, prima fra tutte la sua anima profondamente religiosa, che accomuna tutti i numerosissimi gruppi etnici che lo popolano. In Camerun, oltre un quarto degli abitanti sono cattolici, e convivono pacificamente con le altre comunità religiose. Per questo il mio amato predecessore Giovanni Paolo II, nel 1995, scelse proprio la capitale di questa nazione per promulgare l’Esortazione apostolica Ecclesia in Africa, dopo la prima Assemblea sinodale dedicata appunto al continente africano. Questa volta, il Papa vi è tornato per consegnare l’Instrumentum laboris della seconda Assemblea sinodale per l’Africa, in programma a Roma per il prossimo ottobre e che avrà per tema: "La Chiesa in Africa a servizio della riconciliazione, della giustizia e della pace: «Voi siete il sale della terra … Voi siete la luce del mondo» (Mt 5,13-14)".

Negli incontri che, a due giorni di distanza, ho avuto con gli Episcopati, rispettivamente del Camerun e dell’Angola e São Tomé e Príncipe, ho voluto – tanto più in questo Anno Paolino – richiamare l’urgenza dell’evangelizzazione, che compete in primo luogo proprio ai Vescovi, sottolineando la dimensione collegiale, fondata sulla comunione sacramentale. Li ho esortati ad essere sempre di esempio per i loro sacerdoti e per tutti i fedeli, e a seguire attentamente la formazione dei seminaristi, che grazie a Dio sono numerosi, e dei catechisti, che diventano sempre più necessari per la vita della Chiesa in Africa. Ho incoraggiato i Vescovi a promuovere la pastorale del matrimonio e della famiglia, della liturgia e della cultura, anche per mettere in grado i laici di resistere all’attacco delle sette e dei gruppi esoterici. Li ho voluti confermare con affetto nell’esercizio della carità e nella difesa dei diritti dei poveri.

Ripenso poi alla solenne celebrazione dei Vespri che si è tenuta a Yaoundé, nella chiesa di Maria Regina degli Apostoli, Patrona del Camerun, un tempio grande e moderno, che sorge nel luogo in cui operarono i primi evangelizzatori del Camerun, i Missionari Spiritani. Nella vigilia della solennità di san Giuseppe, alla cui custodia premurosa Dio ha affidato i suoi tesori più preziosi, Maria e Gesù, abbiamo reso gloria all’unico Padre che è nei cieli, insieme ai rappresentanti delle altre Chiese e Comunità ecclesiali. Contemplando la figura spirituale di san Giuseppe, che ha consacrato la sua esistenza a Cristo e alla Vergine Maria, ho invitato i sacerdoti, le persone consacrate e i membri dei movimenti ecclesiali a restare sempre fedeli alla loro vocazione, vivendo alla presenza di Dio e nell’obbedienza gioiosa alla sua Parola.

Nella Nunziatura Apostolica di Yaoundé ho avuto l’opportunità di incontrare anche i rappresentanti della comunità musulmana in Camerun, ribadendo l’importanza del dialogo inter-religioso e della collaborazione tra cristiani e musulmani per aiutare il mondo ad aprirsi a Dio. E’ stato un incontro veramente molto cordiale.

Sicuramente uno dei momenti culminanti del viaggio è stata la consegna dell’Instrumentum laboris della II Assemblea sinodale per l’Africa, avvenuta il 19 marzo – giorno di San Giuseppe e mio onomastico - nello stadio di Yaoundé, al termine della solenne Celebrazione eucaristica in onore di san Giuseppe. Ciò è avvenuto nella coralità del popolo di Dio, "tra canti di gioia e di lode di una moltitudine in festa" – come dice il Salmo (42,5), del quale abbiamo fatto una concreta esperienza. L’Assemblea sinodale si svolgerà a Roma, ma essa è in un certo senso già iniziata nel cuore del continente africano, nel cuore della famiglia cristiana che là vive, soffre e spera. Per questo mi è parsa felice la coincidenza della pubblicazione dello "Strumento di lavoro" con la festa di san Giuseppe, modello di fede e di speranza come il primo patriarca Abramo. La fede nel "Dio vicino", che in Gesù ci ha mostrato il suo volto d’amore, è la garanzia di una speranza affidabile, per l’Africa e per il mondo intero, garanzia di un futuro di riconciliazione, di giustizia e di pace.

Dopo la solenne assemblea liturgica e la festosa presentazione del Documento di lavoro, nella Nunziatura Apostolica di Yaoundé ho potuto intrattenermi con i Membri del Consiglio Speciale per l’Africa del Sinodo dei Vescovi e vivere con essi un momento di intensa comunione: abbiamo insieme riflettuto sulla storia dell’Africa in una prospettiva teologica e pastorale. Era quasi come una prima riunione del Sinodo stesso, in un dibattito fraterno tra i diversi episcopati e il Papa sulle prospettive del Sinodo della riconciliazione e della pace in Africa. Il cristianesimo, infatti, - e questo si poteva vedere - ha affondato fin dalle origini profonde radici nel suolo africano, come attestano i numerosi martiri e santi, pastori, dottori e catechisti fioriti dapprima nel nord e poi, in epoche successive, nel resto del continente: pensiamo a Cipriano, ad Agostino, alla madre Monica, ad Atanasio; e poi ai martiri dell’Uganda, a Giuseppina Bakhita e a tanti altri. Nella stagione attuale, che vede l’Africa impegnata a consolidare l’indipendenza politica e la costruzione delle identità nazionali in un contesto ormai globalizzato, la Chiesa accompagna gli africani richiamando il grande messaggio del Concilio Vaticano II, applicato mediante la prima e, ora, la seconda Assemblea sinodale speciale. In mezzo ai conflitti purtroppo numerosi e drammatici che ancora affliggono diverse regioni di quel continente, la Chiesa sa di dover essere segno e strumento di unità e di riconciliazione, perché tutta l’Africa possa costruire insieme un avvenire di giustizia, di solidarietà e di pace, attuando gli insegnamenti del Vangelo.

Un segno forte dell’azione umanizzante del messaggio di Cristo è senz’altro il Centro Cardinal Léger di Yaoundé, destinato alla riabilitazione delle persone portatrici di handicap. Ne fu fondatore il Cardinale canadese Paul Émil Léger, che là volle ritirarsi dopo il Concilio, nel 1968, per lavorare tra i poveri. In quel Centro, successivamente ceduto allo Stato, ho incontrato numerosi fratelli e sorelle che versano in situazioni di sofferenza, condividendo con loro – ma anche attingendo da loro – la speranza che proviene dalla fede, anche in situazioni di sofferenza.

Seconda tappa – e seconda parte del mio viaggio – è stata l’Angola, Paese anch’esso per certi aspetti emblematico: uscito infatti da una lunga guerra interna, è ora impegnato nell’opera di riconciliazione e di ricostruzione nazionale. Ma come potrebbero essere autentiche questa riconciliazione e questa ricostruzione se avvenissero a scapito dei più poveri, che hanno diritto come tutti a partecipare alle risorse della loro terra? Ecco perché, con questa mia visita, il cui primo obiettivo è stato ovviamente di confermare nella fede la Chiesa, ho inteso anche incoraggiare il processo sociale in atto. In Angola si tocca veramente con mano quanto più volte i miei venerati Predecessori hanno ripetuto: tutto è perduto con la guerra, tutto può rinascere con la pace. Ma per ricostruire una nazione ci vogliono grandi energie morali. E qui, ancora una volta, risulta importante il ruolo della Chiesa, chiamata a svolgere una funzione educativa, lavorando in profondità per rinnovare e formare le coscienze.

Il Patrono della città di Luanda, capitale dell’Angola, è san Paolo: per questo ho scelto di celebrare l’Eucaristia con i sacerdoti, i seminaristi, i religiosi, i catechisti e gli altri operatori pastorali, sabato 21 marzo, nella chiesa dedicata all’Apostolo. Ancora una volta l’esperienza personale di san Paolo ci ha parlato dell’incontro con Cristo Risorto, capace di trasformare le persone e la società. Cambiano i contesti storici – e bisogna tenerne conto –, ma Cristo resta la vera forza di rinnovamento radicale dell’uomo e della comunità umana. Perciò ritornare a Dio, convertirsi a Cristo significa andare avanti, verso la pienezza della vita.

Per esprimere la vicinanza della Chiesa agli sforzi di ricostruzione dell’Angola e di tante regioni africane, a Luanda ho voluto dedicare due incontri speciali rispettivamente ai giovani e alle donne. Con i giovani, nello stadio, è stata una festa di gioia e di speranza, rattristata purtroppo dalla morte di due ragazze, rimaste schiacciate nella calca dell’ingresso. L’Africa è un continente molto giovane, ma troppi suoi figli, bambini e adolescenti hanno già subito gravi ferite, che solo Gesù Cristo, il Crocifisso-Risorto, può sanare infondendo in loro, con il suo Spirito, la forza di amare e di impegnarsi per la giustizia e la pace. Alle donne, poi, ho reso omaggio per il servizio che tante di loro offrono alla fede, alla dignità umana, alla vita, alla famiglia. Ho ribadito il loro pieno diritto ad impegnarsi nella vita pubblica, tuttavia senza che venga mortificato il loro ruolo nella famiglia, missione questa fondamentale da svolgere sempre in responsabile condivisione con tutti gli altri elementi della società e soprattutto con i mariti e padri. Ecco dunque il messaggio che ho lasciato alle nuove generazioni e al mondo femminile, estendendolo poi a tutti nella grande assemblea eucaristica di domenica 22 marzo, concelebrata con i Vescovi dei Paesi dell’Africa Australe, con la partecipazione di un milione di fedeli. Se i popoli africani – ho detto loro –, come l’antico Israele, fondano la loro speranza sulla Parola di Dio, ricchi del loro patrimonio religioso e culturale, possono realmente costruire un futuro di riconciliazione e di stabile pacificazione per tutti.

Cari fratelli e sorelle, quante altre considerazioni ho nel cuore e quanti ricordi mi riaffiorano alla mente pensando a questo viaggio! Vi chiedo di ringraziare il Signore per le meraviglie che Egli ha compiuto e che continua a compiere in Africa grazie all’azione generosa dei missionari, dei religiosi e delle religiose, dei volontari, dei sacerdoti, dei catechisti, in giovani comunità piene di entusiasmo e di fede. Vi domando pure di pregare per le popolazioni africane, a me molto care, perché possano affrontare con coraggio le grandi sfide sociali, economiche e spirituali del momento presente. Tutto e tutti affidiamo alla materna intercessione di Maria Santissima, Regina dell’Africa, e dei Santi e Beati africani.

[00494-01.01] [Testo originale: Italiano]

SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE

Sintesi della catechesi in lingua francese

Sintesi della catechesi in lingua inglese

Sintesi della catechesi in lingua tedesca

Sintesi della catechesi in lingua spagnola

Sintesi della catechesi in lingua francese 

Chers Frères et Sœurs,

Par mon récent voyage au Cameroun et en Angola, j’ai voulu aller à la rencontre de tous les peuples de l’Afrique. J’ai vivement apprécié le chaleureux accueil africain qui m’a été réservé et j’adresse à nouveau ma vive gratitude aux Épiscopats et aux Autorités de ces pays, ainsi qu’aux personnes qui ont œuvré à la réussite de ma visite. À Yaoundé, j’ai remis aux Présidents des Conférences épiscopales du continent l’Instrumentum laboris de la seconde Assemblée synodale pour l’Afrique qui aura lieu à Rome en octobre prochain. Avec les épiscopats du Cameroun, d’Angola, de São Tomé et Principé, j’ai rappelé aussi l’urgence de l’évangélisation. Une visite émouvante au Centre Cardinal Léger à Yaoundé m’a permis de partager avec les malades et les handicapés l’espérance qui provient de la foi. En Angola, où mon premier objectif était de confirmer l’Église dans la foi, j’ai aussi encouragé le processus de réconciliation et de reconstruction nationale en cours, après une longue guerre. Deux rencontres ont été particulièrement significatives, avec les jeunes et avec les femmes. Remerciez avec moi le Seigneur pour les merveilles qu’il a accomplies et qu’il continue d’accomplir en Afrique dans des communautés jeunes, pleines d’enthousiasme et de foi. Priez aussi pour les populations africaines, qui me sont très chères, afin qu’elles puissent affronter avec courage les grands défis sociaux, économiques et spirituels de notre temps.

Je suis heureux d’accueillir les pèlerins francophones. Je salue particulièrement les jeunes des lycées et collèges, ainsi que les diocésains d’Annecy et la paroisse Saint-Pierre et Saint-Paul de Montréal. Que la semaine sainte qui approche soit pour vous tous l’occasion de faire grandir votre foi dans le Christ mort et ressuscité. Que Dieu vous bénisse !

[00495-03.01] [Texte original: Français]

Sintesi della catechesi in lingua inglese

Dear Brothers and Sisters,

Today I wish to thank Almighty God for the many blessings which accompanied my first Apostolic Visit to Africa. I am deeply grateful to the leaders, local authorities and Bishops for the warm and enthusiastic welcome they extended to me. My stay began in Cameroon, where I had the pleasure of meeting various Catholic groups as well as representatives of the Muslim community. I was struck by the profound religious spirit of this nation and the desire of its citizens to live and work together in peace. My journey then took me to Angola, a country that continues to strive for reconciliation and reconstruction after a long civil war. I encouraged all Angolans to contribute to these tasks, especially by forming the consciences of young people. I am grateful for the opportunity to have met with seminarians, catechists, women’s groups, young people and many others during my sojourn in that country. A particularly significant moment of my visit was the presentation of the Instrumentum Laboris for the Second Special Assembly for Africa of the Synod of Bishops As the Church prepares for this important meeting dedicated to the theme "The Church in Africa in Service to Reconciliation, Justice and Peace", I ask you all to join me in praying that it will bear abundant fruit among the beloved people of this great continent.

I welcome all the English-speaking visitors present today, including the school and university groups from Denmark, England, and America. As Holy Week draws close, may your visit to Rome be a time of deep spiritual renewal. Upon all of you I invoke God’s abundant blessings of joy and peace.

[00496-02.01] [Original text: English]

Sintesi della catechesi in lingua tedesca

Liebe Brüder und Schwestern!

Bei der heutigen Audienz möchte ich Rückschau halten auf meine jüngste Reise nach Afrika. Die Stationen dieser Reise waren Kamerun und Angola, aber symbolisch galt mein Besuch allen Völkern des Kontinents. Überall durfte ich die für Afrika typische herzliche Aufnahme erfahren, und ich danke allen, die zum Gelingen der Reise beigetragen haben.

In Yaoundé, der Hauptstadt Kameruns, konnte ich den Bischöfen das Arbeitsdokument für die zweite Afrikasynode überreichen, die im Oktober hier in Rom stattfinden wird. Von Anfang an hat das Christentum seine Wurzeln in afrikanischen Boden eingesenkt. Der Glaube an Gott, der uns in Jesus Christus nahe ist und sein liebendes Angesicht gezeigt hat, gibt Afrika und der ganzen Welt sichere Hoffnung. Inmitten der leider zahlreichen Konflikte in Afrika ist es daher Aufgabe der Kirche, ein Werkzeug der Einheit und der Versöhnung zu sein, um vom Evangelium her gemeinsam eine Zukunft der Gerechtigkeit, der Solidarität und des Friedens aufzubauen. In Angola, das lange von Krieg heimgesucht war, wollte ich daran erinnern, daß Versöhnung und echter Wiederaufbau nur mit sozialer Gerechtigkeit einhergehen können. Zwei besondere Momente waren die Begegnungen mit den Frauen und mit den Jugendlichen. Afrika ist ein junger Kontinent, und das Treffen mit den jungen Menschen war ein Fest der Freude und Hoffnung. Im Dank für alles, was Gott in Afrika an Großem gewirkt hat und durch den Einsatz glaubensbegeisterter Gemeinden weiterhin wirkt, wollen wir die Menschen dieses Kontinents mit unserem Gebet unterstützen, daß sie die gegenwärtigen Herausforderungen mutig zu meistern vermögen.

Mit Freude heiße ich alle deutschsprachigen Besucher willkommen. Besonders grüße ich die Priester aus dem Erzbistum München und Freising in Begleitung von Weihbischof Siebler. Christus hat uns in seiner Kirche geeint. An uns liegt es, Salz der Erde und Licht der Welt sein, um seine Botschaft des Heils wirksam zu verkünden. Der Herr segne euch alle.

[00497-05.01] [Originalsprache: Deutsch]

Sintesi della catechesi in lingua spagnola

Queridos hermanos y hermanas:

Con mi reciente viaje apostólico en Camerún y Angola, he querido abrazar y bendecir a todos los pueblos africanos. En Camerún pude comprobar el alma religiosa de este gran Continente, y sus profundas raíces cristianas. A los obispos recordé la urgencia de la evangelización, y les animé a ser ejemplares, a promover la pastoral matrimonial y familiar, y al ejercicio de la caridad hacia los más pobres. A los sacerdotes, consagrados y fieles laicos, les invité a ser siempre fieles a su vocación. Uno de los momentos culminantes fue la entrega del Instrumentum laboris del segundo Sínodo para África. En Angola quise alentar el proceso de reconciliación y reconstrucción nacional, en el que la Iglesia está llamada a ocupar un papel importante. También rendí homenaje al servicio que las mujeres ofrecen a la fe, a la vida y a la familia. Los pueblos africanos, apoyándose en la Palabra de Dios y en su rico patrimonio religioso y cultural, podrán realmente construir un futuro de reconciliación y de paz. Demos gracias al Señor por las maravillas que ha hecho, y sigue haciendo, en África, y recemos para que se enfrenten con ánimo a los grandes desafíos del presente.

Saludo cordialmente a los fieles de lengua española, en particular, a los peregrinos y estudiantes venidos de España, México, Argentina y otros países latinoamericanos. Que vuestra peregrinación a Roma os confirme en la fe y el deseo de participar con un corazón renovado en el misterio pascual de Cristo. Que Dios os bendiga.

[00498-04.01] [Texto original: Español]

SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE

Saluto in lingua portoghese

Saluto in lingua polacca

Saluto in lingua slovacca

Saluto in lingua croata

Saluto in lingua italiana

Saluto in lingua portoghese 

A minha saudação amiga para os fiéis da diocese de Portalegre, para o grupo da escola do Olhão e demais peregrinos de língua portuguesa, nomeadamente de Angola e São Tomé e Príncipe, cujos compatriotas acabo de encontrar na minha Visita a África. No Sucessor de Pedro, viram personificada esta grande Família de Deus – a Igreja –, da qual todos os povos são chamados a fazer parte e à qual, por graça divina e adesão da fé, nós pertencemos. O anúncio desta verdade despertou neles a certeza de que nunca estão sozinhos; e recomeçaram a esperar e a sorrir. Amados peregrinos, peço-vos que rezeis pelos povos da África para enfrentarem com coragem os grandes desafios deste tempo. Presença consoladora junto à cruz de seus filhos é Maria Santíssima, a cuja materna protecção confio a vida e família deles e de cada um de vós, ao dar-vos a minha Bênção.

[00500-06.02] [Texto original: Português]

Saluto in lingua polacca

Witam serdecznie pielgrzymów polskich. Jutro przypada czwarta rocznica śmierci Sługi Bożego Jana Pawła II. Wiem, że tak licznie przybywacie do jego grobu. Niech spuścizna duchowa waszego Wielkiego Rodaka inspiruje wasze życie osobiste, rodzinne, społeczne i narodowe. Wraz z wami upraszam w modlitwie dar jego beatyfikacji. Niech będzie pochwalony Jezus Chrystus.

[Saluto cordialmente i pellegrini polacchi. Domani ricorre il quarto anniversario della morte del Servo di Dio Giovanni Paolo II. So che state arrivando in gran numero alla sua tomba. Che l’eredità spirituale del vostro Grande Connazionale ispiri la vostra vita personale, familiare, sociale e nazionale. Insieme con voi chiedo nella preghiera il dono della sua beatificazione. Sia lodato Gesù Cristo.]

[00501-09.01] [Testo originale: Polacco]

Saluto in lingua slovacca

S láskou pozdravujem slovenských pútnikov, osobitne z farnosti Bratislava-Lamač.

Bratia a sestry, Pôstna doba nás pobįda, aby sme uznali v Ježišovi Kristovi našu najväčšiu nįdej. Pozývam vás, aby ste boli vo svete vernými svedkami jeho Radostnej zvesti o vykúpení.Zo srdca žehnám vás i vaše rodiny. Pochvįlenż buļ Ježiš Kristus!

[Saluto con affetto i pellegrini slovacchi, particolarmente quelli provenienti dalla parrocchia di Bratislava-Lamač.

Fratelli e sorelle, il tempo della Quaresima ci esorta a riconoscere Gesù Cristo come nostra suprema speranza. Vi invito ad essere nel mondo testimoni fedeli della Buona Novella della redenzione. Di cuore benedico voi e le vostre famiglie. Sia lodato Gesù Cristo!]

[00502-AA.01] [Testo originale: Slovacco]

Saluto in lingua croata

Velika mi je radost pozdraviti hrvatske hodočasnike, a osobito vjernike iz župe Svetog Kaja iz Solina. Približavamo se Cvjetnici i spomenu Gospodinova ulaska u Jeruzalem. I on se približava nama. Neka njegova blizina i vama bude trajni razlog radosti kroz sve dane života. Hvaljen Isus i Marija!

[Con grande gioia saluto i pellegrini croati, particolarmente i fedeli della parrocchia di San Kajo di Solin. Ci avviciniamo alla Domenica delle Palme e alla memoria dell’entrata del Signore a Gerusalemme. Anche lui si avvicina a noi. La sua vicinanza sia anche per voi motivo costante di gioia per tutti i giorni della vita. Siano lodati Gesù e Maria!]

[00503-AA.01] [Testo originale: Croato]

Saluto in lingua italiana

Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare, saluto i fedeli di Genova che, guidati dal loro Arcivescovo, il Cardinale Angelo Bagnasco, sono venuti a ricambiare la mia visita alla loro Comunità diocesana: indimenticabile quella visita per me. Saluto i pellegrini delle Diocesi di Carpi, con il loro Pastore Mons. Elio Tinti, di Isernia-Venafro, accompagnati dal Vescovo Mons. Salvatore Visco, e i fedeli della parrocchia Sant’Anna in Nettuno, con il Vescovo di Albano, Mons. Marcello Semeraro. Saluto il pellegrinaggio delle Suore Calasanziane in occasione della chiusura dell’anno dedicato alla fondatrice la Beata Celestina Donati. Ringrazio tutti per la gradita presenza, ed assicuro la mia preghiera affinché si rafforzi in ciascuno il desiderio di testimoniare con ardore missionario Cristo e il suo Vangelo.

Rivolgo ora un pensiero speciale ai rappresentanti della "Fondazione Don Primo Mazzolari" di Bozzolo, guidati dal Vescovo di Mantova, Mons. Roberto Busti. Cari amici, il cinquantesimo anniversario della morte di don Mazzolari sia occasione opportuna per riscoprirne l’eredità spirituale e promuovere la riflessione sull’attualità del pensiero di un così significativo protagonista del cattolicesimo italiano del Novecento. Auspico che il suo profilo sacerdotale limpido di alta umanità e di filiale fedeltà al messaggio cristiano e alla Chiesa, possa contribuire a una fervorosa celebrazione dell’Anno Sacerdotale, che avrà inizio il 19 giugno prossimo.

Saluto infine i giovani, i malati, gli sposi novelli. Nell'imminenza della Settimana Santa, in cui ripercorreremo i momenti della passione, morte e risurrezione di Cristo, desidero invitarvi a compiere una pausa di intimo raccoglimento, per contemplare questo sommo Mistero, da cui scaturisce la nostra salvezza. Troverete in esso, cari giovani, la sorgente della gioia e voi, cari ammalati, la consolazione sentendo a voi vicino il volto sofferente del Salvatore. A voi, cari sposi novelli, auguro di andare avanti con fiducia nella strada comune appena intrapresa, sostenuti dalla gioia di Cristo crocifisso e risorto.

[00504-01.02] [Testo originale: Italiano]

[B0213-XX.02]