Sala Stampa

www.vatican.va

Sala Stampa Back Top Print Pdf
Sala Stampa


DISCORSO DEL SANTO PADRE AI VESCOVI DI HONG KONG E DI MACAU IN OCCASIONE DELLA VISITA "AD LIMINA APOSTOLORUM", 27.06.2008


DISCORSO DEL SANTO PADRE AI VESCOVI DI HONG KONG E DI MACAU IN OCCASIONE DELLA VISITA "AD LIMINA APOSTOLORUM"

TESTO IN LINGUA ITALIANA

TESTO IN LINGUA CINESE

TESTO IN LINGUA INGLESE  

TESTO IN LINGUA PORTOGHESE

Riportiamo di seguito il testo del discorso del Santo Padre ai Vescovi di Hong Kong (Cina) e di Macau (Cina), ricevuti questa mattina in udienza in occasione della Visita "ad Limina Apostolorum":

TESTO IN LINGUA ITALIANA

Cari Fratelli Vescovi!

Manda il tuo spirito e rinnova la faccia della terra (cfr Sal 104,30). Con queste parole vi porgo un cordiale benvenuto. Ringrazio il Cardinale Zen per i sentimenti di filiale devozione, che ha manifestato a nome di tutti. Accogliete l’espressione del mio affetto e l’assicurazione delle mie preghiere per voi e per quanti sono affidati alla vostra sollecitudine pastorale. In questo momento mi sono presenti i sacerdoti, i religiosi, le religiose e tutti i fedeli laici delle vostre due comunità diocesane. La visita ad limina Apostolorum è per voi occasione per rafforzare l'impegno a rendere Gesù sempre più visibile nella Chiesa e più conosciuto nella società mediante la testimonianza dell'amore e della verità del suo Vangelo.

Come ho scritto nella mia Lettera del 27 maggio 2007 alla Chiesa cattolica in Cina, l'invito che Gesù rivolse a Pietro, al fratello Andrea ed ai primi discepoli: «Prendi il largo e calate le reti per la pesca» (Lc 5,4) risuona oggi per noi e ci invita a fare memoria grata del passato, a vivere con passione il presente, ad aprirci con fiducia al futuro: "Gesù Cristo è lo stesso, ieri, oggi e sempre!" (Eb 13,8). Anche le vostre due Chiese particolari sono chiamate ad essere testimoni di Cristo, a guardare in avanti con speranza e a misurarsi — nell'annuncio del Vangelo — con le nuove sfide che le popolazioni di Hong Kong e di Macao devono affrontare (cfr n. 3).

Il Signore ha conferito a ogni uomo e a ogni donna il diritto di udire l’annuncio che Gesù Cristo «mi ha amato e ha dato se stesso per me» (Gal 2, 20). A questo diritto corrisponde un dovere di evangelizzare: «Non è infatti per me un vanto predicare il Vangelo; è un dovere per me: guai a me se non predicassi il Vangelo!» (1 Cor 9, 16; cfr Rm 10, 14). Nella Chiesa ogni attività ha una essenziale dimensione evangelizzatrice e non deve mai essere separata dall'impegno per aiutare tutti a incontrare Cristo nella fede, che è il primario obiettivo dell'evangelizzazione: «Il fatto sociale e il Vangelo sono semplicemente inscindibili tra loro. Dove portiamo agli uomini soltanto conoscenze, abilità, capacità tecniche e strumenti, là portiamo troppo poco» (Benedetto XVI, Omelia durante la Santa Messa nella spianata della "Neue Messe" a München [10 settembre 2006]: AAS 98 [2006], 710).

Oggi, la missione della Chiesa si svolge sullo sfondo della globalizzazione. Di recente ho osservato che le forze della globalizzazione vedono l'umanità sospesa fra due poli. Da una parte c'è la moltitudine di crescenti vincoli sociali e culturali che in generale promuovono un senso di solidarietà globale e di responsabilità condivisa per il bene dell'umanità. Dall'altra, appaiono segni inquietanti di una frammentazione e di un certo individualismo in cui domina il secolarismo, che spinge il trascendente e il senso del sacro ai margini ed eclissa la fonte stessa di armonia e unità nell'universo. Di fatto, gli aspetti negativi di questo fenomeno culturale evidenziano l'importanza di una solida formazione ed esortano a uno sforzo concertato per sostenere l'anima spirituale e morale delle vostre popolazioni.

Sono consapevole poi che anche nelle vostre due Diocesi, come nel resto della Chiesa, emerge la necessità di un'adeguata formazione permanente del clero. Di qui nasce l'invito, rivolto a voi Vescovi come responsabili delle comunità ecclesiali, a pensare specialmente al giovane clero che è sempre più sottoposto a nuove sfide pastorali, connesse con le esigenze del compito di evangelizzare una società così complessa com'è quella attuale. La formazione permanente dei sacerdoti « è un'esigenza intrinseca al dono e al ministero sacramentale ricevuto e si rivela necessaria in ogni tempo. Oggi però risulta essere particolarmente urgente, non solo per il rapido mutarsi delle condizioni sociali e culturali degli uomini e dei popoli entro cui si svolge il ministero presbiterale, ma anche per quella "nuova evangelizzazione" che costituisce il compito essenziale e indilazionabile della Chiesa alla fine del secondo millennio » (Giovanni Paolo II, Esort. ap. post-sinodale Pastores dabo vobis [25 marzo 1992], n. 70: AAS 84 [1992], 782). La vostra sollecitudine pastorale dovrà avere di mira, in una maniera speciale, anche tutte le persone consacrate, uomini e donne, che sono chiamate a rendere visibili nella Chiesa e nel mondo i tratti caratteristici di Gesù, vergine, povero e obbediente.

Cari Fratelli, ben sapete che le scuole cattoliche apportano un contributo notevole alla formazione intellettuale, spirituale e morale, delle nuove generazioni: è per questi aspetti cruciali della crescita della persona che i genitori, sia cattolici sia di altre tradizioni religiose, ricorrono alle scuole cattoliche. A questo proposito, desidero rivolgermi a tutti coloro, uomini e donne, che prestano un generoso servizio nelle scuole cattoliche delle vostre due Diocesi: essi sono chiamati a essere "testimoni di Cristo, epifania dell'amore di Dio nel mondo" e a possedere "il coraggio della testimonianza e la pazienza del dialogo" servendo "la dignità umana, l'armonia del creato, l'esistenza dei popoli e la pace" (Le persone consacrate e la loro missione nelle scuole, n. 1-2). È, quindi, della massima importanza rimanere vicini agli studenti e alle loro famiglie, curare la formazione dei giovani alla luce degli insegnamenti del Vangelo e seguire con sollecitudine le necessità spirituali di tutti nella comunità scolastica. Le scuole cattoliche delle vostre due Diocesi hanno contribuito in maniera rilevante allo sviluppo sociale e alla crescita culturale delle vostre popolazioni; oggi questi centri educativi incontrano nuove difficoltà: vi sono vicino e vi incoraggio ad adoperarvi affinché questo prezioso servizio non venga meno.

Nella vostra missione di Pastori traete conforto dal Paraclito, che difende, consiglia e protegge (cfr Gv 14, 16)! Incoraggiate i fedeli ad accogliere tutto ciò che lo Spirito genera! In varie occasioni ho ricordato che i movimenti ecclesiali e le nuove comunità sono il "segno luminoso della bellezza di Cristo, e della Chiesa, sua Sposa (cfr Messaggio ai partecipanti al Congresso del 22 maggio 2006). Rivolgendomi "ai cari amici dei movimenti", li esortavo a fare di essi sempre più "scuole di comunione, compagnie in cammino in cui si impara a vivere nella verità e nell’amore che Cristo ci ha rivelato e comunicato per mezzo della testimonianza degli apostoli, in seno alla grande famiglia dei suoi discepoli" (ibid.). Vi esorto ad andare incontro ai movimenti con molto amore, poiché essi sono una delle novità più importanti suscitate dallo Spirito Santo nella Chiesa per l’attuazione del Concilio Vaticano II (cfr. Discorso ai Vescovi partecipanti ad un seminario di studi, promosso dal Pontificio Consiglio per i Laici [17 maggio 2008]: L’Osservatore Romano, 18 maggio 2008, pag. 8). Prego al tempo stesso il Signore perché anche i movimenti pongano ogni impegno per armonizzare le loro attività con i programmi pastorali e spirituali delle Diocesi.

Vi ringrazio personalmente per l’affetto e per la devozione che avete manifestato alla Santa Sede in molte e diverse maniere. Mi congratulo con voi per le molteplici realizzazioni delle vostre così efficienti comunità diocesane e vi esorto ad un sempre maggiore impegno nel ricercare i mezzi più adatti per rendere il messaggio cristiano di amore più comprensibile nel mondo nel quale vivete: in tal modo voi contribuirete effettivamente a dimostrare a tutti i vostri fratelli e sorelle la perenne giovinezza e l’inesauribile capacità rinnovatrice del Vangelo di Cristo, testimoniando che si può essere autentici cinesi e autentici cattolici.

Incoraggio poi le vostre Diocesi a continuare a dare il loro contributo alla Chiesa nella Cina Continentale, sia nel mettere a disposizione il personale per la formazione sia nel sostenere iniziative benefiche di promozione umana e di assistenza. A questo riguardo come non ricordare il prezioso servizio, reso con generosità e con competenza dalla Caritas delle vostre due Diocesi! Non dimenticate, però, che Cristo è, anche per la Cina, un Maestro, un Pastore, un Redentore amoroso: la Chiesa non può tacere questa buona notizia.

Mi auguro, e chiedo al Signore, che arrivi presto il giorno in cui anche i vostri Confratelli della Cina Continentale possano venire a Roma in pellegrinaggio sulle tombe degli Apostoli Pietro e Paolo, in segno di comunione con il Successore di Pietro e con la Chiesa universale. Colgo volentieri l’occasione per inviare alla Comunità cattolica della Cina e a tutto il popolo di quel vasto Paese l’assicurazione delle mie preghiere e del mio affetto.

[01021-01.01] [Testo originale: Italiano]

 

TESTO IN LINGUA CINESE

 

 

[01021-AA.01] [Testo originale: Cinese]

 

TESTO IN LINGUA INGLESE

My dear Brother Bishops,

Send forth your Spirit and renew the face of the earth (cf. Ps 104:30). With these words I am pleased to extend a warm welcome to you. I thank His Eminence Cardinal Zen for the kind words of filial devotion which he expressed on your behalf. Please be assured of my personal affection and my prayers for you and for all who have been entrusted to your pastoral care. I am thinking at this moment of the priests, the religious men and women and all the lay faithful of your two diocesan communities. This Ad Limina Apostolorum visit is an occasion to renew your commitment to make Jesus ever more visible in the Church and better known in society by bearing witness to his love and the truth of his Gospel.

As I wrote in my letter of 27 May 2007 to the Catholic Church in China, referring to the invitation Duc in altum (cf. Lk 5:4) which Jesus offered to Peter, to his brother Andrew and to the first disciples, "these words ring out for us today, and they invite us to remember the past with gratitude, to live the present with enthusiasm and to look forward to the future with confidence: ‘Jesus Christ is the same yesterday and today and for ever’ (Heb 13:8)" (cf. No. 3). Your two particular Churches are also called to be witnesses to Christ, to look forward in hope and to announce the Gospel facing up to the new challenges that the people of Hong Kong and Macao must embrace.

The Lord has given every man and woman the right to hear the proclamation that Jesus Christ "loved me and gave himself for me" (Gal 2:20). Corresponding to this right is the duty to evangelize: "For I preach the Gospel, that gives me no ground for boasting. For necessity is laid upon me. Woe to me if I do not preach the Gospel!" (1 Cor 9:16; cf Rom 10:14). All of the Church’s activities are oriented towards evangelization and may not be separated from the commitment to assist everyone to encounter Christ in faith, which is the primary aim of evangelization: "Social issues and the Gospel are inseparable. When we bring people only knowledge, ability, technical competence and tools, we bring them too little" (Benedict XVI Homily during Holy Mass at Munich’s Neue Messe Esplanade [10 September 2006] AAS 98 [2006] 710).

The Church’s mission is taking place today in the context of globalization. I observed recently that the forces generated by globalization hold humanity suspended between two poles. On the one hand are the many social and cultural bonds which tend to promote attitudes of world-wide solidarity and shared responsibility for the good of mankind. On the other hand, there are worrying signs of fragmentation and individualism dominated by secularism which pushes the transcendent and the sense of the sacred to the margins and eclipses the very source of harmony and unity of the universe. The negative aspects of this cultural phenomenon draw attention to the need for a solid formation and call for concentrated efforts aimed at supporting the spiritual and moral ethos of your people.

I am aware that in both Dioceses, just as in the rest of the Church, an adequate ongoing formation of the clergy is needed. Hence the invitation extended to you as Bishops who are responsible for your ecclesial communities, to give special attention to young priests confronted with new pastoral challenges arising from the task of evangelizing a society as complex as today’s. Ongoing formation of the clergy "is an intrinsic requirement of the gift and sacramental ministry received; and it proves necessary in every age. It is particularly urgent today, not only because of rapid changes in the social and cultural conditions of individuals and peoples among whom the priestly ministry is exercised, but also because of that ‘new evangelization’ which constitutes the essential and pressing task of the Church at the end of the Second Millennium" (John Paul II, Post-Synodal Apostolic Exhortation Pastores Dabo Vobis [25 March 1992], 70: AAS [1992] 78). Your pastoral solicitude should embrace especially all consecrated men and women, called to render visible in the Church and in the world, the characteristic traits of Jesus, chaste, poor and obedient.

Dear Brothers, as you know, Catholic schools offer an important contribution to the intellectual, spiritual and moral formation of the new generations. This crucial aspect of personal growth is what motivates Catholic parents, and those from other religious traditions, to seek out Catholic schools. In this regard I wish to send greetings to all the men and women who offer generous service to the Catholic schools of both Dioceses. They are called to be "witnesses of Christ, epiphany of the love of God in the world" and to posses "the courage of witnessing and the patience of dialogue" serving "human dignity, the harmony of creation, the existence of peoples and peace" (Consecrated Persons and their mission in schools, 1-2). It is therefore of great importance to be close to students and to their families, to watch over the formation of the young in the light of Gospel teaching and to follow closely the spiritual needs of all who form part of the school community. The Catholic schools of your two dioceses have given significant impulse to the social development and cultural growth of your people. Today these educational centres face new difficulties; be assured that I am with you, and I encourage you to ensure that this important service will never fall by the wayside.

In your mission as Pastors, draw confidence from the Paraclete who defends, counsels and protects (cf. Jn 14:16)! Encourage the faithful to welcome all to which the Spirit gives birth! I have recalled on different occasions that ecclesial movements and new communities are a "luminous sign of the beauty of Christ and of the Church his Bride" (cf. Message to the Participants in the Congress of 22 May 2006). Addressing them as my "dear friends of the movements", I encouraged them to act so that they would always be "schools of communion, journeying together and learning the truth and the love that Jesus has revealed and communicated to us through the witness of the Apostles, in the great family of his disciples" (ibid.). I exhort you to support the movements with great love because they are one of the most important new realities fostered by the Spirit in the Church in order to put into practice the Second Vatican Council (cf. Address to the participants of a Seminar promoted by the Pontifical Council for the Laity [17 May 2008]). I pray too that the movements themselves will make every effort to harmonize their activities with the pastoral and spiritual programmes of the Dioceses.

I am personally grateful to you for the affection and devotion you have shown to the Holy See in different ways. As I congratulate you on the many achievements of your well organized Diocesan communities, I encourage you to even greater commitment in the search for adequate means of presenting the Christian message of love in a more comprehensible way to the world in which you live. By doing so you will effectively show to all your brothers and sisters the enduring youthfulness and inexhaustible capacity for renewal of the Gospel of Christ, and bear witness to the fact that one can be authentically Catholic and authentically Chinese at the same time.

I also encourage your Dioceses to continue your contribution to the life of the Church in mainland China, both by offering personnel for formation purposes and by supporting initiatives in the field of human promotion and assistance. In this regard I cannot but recognize the invaluable service which the charitable organization Caritas of both Dioceses has offered to the needy with such generosity and professionalism. We must never forget however that Christ is also for China a Teacher, Pastor and loving Redeemer. The Church must never allow this good news to remain unspoken.

I hope and pray to the Lord that the day will soon come when your Brother Bishops from mainland China come to Rome on pilgrimage to the tombs of the Apostles Peter and Paul, as a sign of communion with the Successor of Peter and the Universal Church. I willingly avail myself of the occasion to send to the Catholic community of China and to all the people of that vast country the assurance of my prayers and my affection.

[01021-02.01] [Original text: English]

 

TESTO IN LINGUA PORTOGHESE

Queridos Irmãos no Episcopado!

Valho-me destas palavras: Mandai, Senhor, o vosso Espírito e renovai a face da terra (cf. Sal 104, 30), para vos dar as minhas cordiais boas-vindas. Agradeço ao Cardeal Zen os sentimentos de filial veneração que houve por bem manifestar-me em nome de todos e que retribuo com a expressão da minha estima e a certeza das minhas orações por vós e quantos estão confiados à vossa solicitude pastoral. Recordo neste momento os sacerdotes, os religiosos, as religiosas e todos os fiéis leigos das vossas duas comunidades diocesanas. A visita ad limina Apostolorum é ocasião para reforçardes o vosso empenho de tornar Jesus cada vez mais visível na Igreja e mais conhecido na sociedade através do testemunho do amor e da verdade do seu Evangelho.

Como escrevi na minha Carta de 27 de Maio de 2007 à Igreja Católica na China, o convite que Jesus dirigiu a Pedro, a seu irmão André e aos primeiros discípulos: «Faz-te ao largo e lançai as redes para a pesca» (Lc 5, 4), ressoa hoje aos nossos ouvidos convidando-nos a lembrar com gratidão o passado, a viver com paixão o presente, a abrir-nos com confiança ao futuro: «Jesus Cristo é o mesmo ontem, hoje e sempre» (Heb 13, 8). Também as vossas duas Igrejas Particulares são chamadas a ser testemunhas de Cristo, a olhar em frente com esperança e a tomar consciência – no anúncio do Evangelho – dos novos desafios que as pessoas de Hong Kong e de Macau devem enfrentar (cf. n. 3).

A todo o homem e mulher foi-lhe concedido pelo Senhor o direito de ouvir o anúncio de que Jesus Cristo «me amou e Se entregou a Si mesmo por mim» (Gal 2, 20). A tal direito corresponde um dever de evangelizar: «Se anuncio o Evangelho, não tenho de que me gloriar, pois que me é imposta esta obrigação: Ai de mim se não evangelizar!» (1 Cor 9, 16; cf. Rom 10, 14). Na Igreja, toda a actividade tem uma dimensão evangelizadora que é essencial, pelo que não deve jamais ser dissociada do compromisso de ajudar a todos a encontrarem Cristo na fé, que é o objectivo primário da evangelização: «A questão social e o Evangelho são entre si inseparáveis. Onde dermos aos homens só conhecimentos, habilidade, capacidades técnicas e instrumentos, ali levaremos muito pouco» [Bento XVI, Homilia durante a Santa Missa na explanada da «Neue Messe» em München (10 de Setembro de 2006): AAS 98 (2006), 710].

Hoje, a missão da Igreja realiza-se no horizonte da globalização. Como ainda recentemente observei, as forças da globalização vêem a humanidade suspensa entre dois pólos: por um lado, há a mole crescente de vínculos sociais e culturais que geralmente promovem um sentido de solidariedade global e de compartilhada responsabilidade pelo bem da humanidade; mas, por outro, surgem sinais inquietantes de uma fragmentação e de um certo individualismo onde predomina o secularismo, que marginaliza o transcendente e o sentido do sagrado e eclipsa a própria fonte de harmonia e unidade no universo. De facto, os aspectos negativos deste fenómeno cultural põem em evidência a importância duma formação sólida e incitam a um esforço concertado para sustentar a alma espiritual e moral do vosso povo.

Nesta linha, sinto que nas vossas duas dioceses – como aliás no resto da Igreja – sobressai a necessidade duma adequada formação permanente do clero. Daí nasce o convite que vos faço a vós Bispos, enquanto responsáveis das comunidades eclesiais, para pensardes especialmente no clero jovem que se vê cada vez mais sujeito a novos desafios pastorais, relacionados com as exigências da tarefa de evangelizar uma sociedade tão complexa como é a actual. A formação permanente dos sacerdotes «é uma exigência intrínseca ao dom e ao ministério sacramental recebido e revela-se necessária em todos os tempos. Hoje, porém, ela é particularmente urgente, não só pela rápida mudança da condições sociais e culturais dos homens e dos povos, no meio dos quais se exerce o ministério pastoral, mas também por aquela "nova evangelização" que constitui a tarefa essencial e inadiável da Igreja no final do segundo milénio» [João Paulo II, Exort. ap. pós-sinodal Pastores dabo vobis (25 de Março de 1992), n. 70: AAS 84 (1992), 782]. A vossa solicitude pastoral deverá ter em vista igualmente, de maneira especial, todas as pessoas consagradas, homens e mulheres, que são chamadas a tornar visível na Igreja e no mundo os traços característicos de Jesus, virgem, pobre e obediente.

Queridos Irmãos, bem sabeis que as escolas católicas dão uma contribuição notável para a formação intelectual, espiritual e moral das novas gerações: é por estes aspectos cruciais do crescimento da pessoa que os pais, tanto católicos como de outras tradições religiosas, recorrem às escolas católicas. A tal respeito, desejo dirigir uma palavra a todos os homens e mulheres que prestam o seu serviço generoso nas escola católicas das vossas duas dioceses: eles são chamados a ser «testemunhas de Cristo, epifania do amor de Deus no mundo» e a possuir «a coragem do testemunho e a paciência do diálogo», servindo «a dignidade humana, a harmonia da criação, a existência dos povos e a paz» (As pessoas consagradas e a sua missão na escola, nn. 1-2). Por isso, é da máxima importância acompanhar os estudantes e suas famílias, cuidar da formação dos jovens à luz dos ensinamentos do Evangelho e atender com solicitude às necessidades espirituais de todos na comunidade escolar. As escolas católicas das vossas duas dioceses contribuíram de modo relevante para o progresso social e o crescimento cultural do vosso povo; actualmente estes centros educativos debatem-se com novas dificuldades: o Papa está convosco e encoraja-vos a fazerdes todo o possível para que este precioso serviço não venha a faltar.

Na vossa missão de Pastores, buscai o conforto do Paráclito, que defende, aconselha e protege (cf. Jo 14, 16)! Animai os fiéis a acolherem tudo aquilo que o Espírito gera! Já mais de uma vez pude recordar que os movimentos eclesiais e as novas comunidades são o «sinal luminoso da beleza de Cristo e da Igreja, sua Esposa» [cf. Mensagem aos partecipantes no Congresso (22 de Maio de 2006)]. Dirigindo-me aos «queridos amigos dos movimentos», exortava-os a fazerem com que os mesmos fossem cada vez mais «escolas de comunhão, companhias em caminho onde se aprende a viver na verdade e no amor que Cristo nos revelou e comunicou por meio do testemunho dos Apóstolos, no seio da grande família dos seus discípulos» (Ibid.). Exorto-vos a irdes ao encontro dos movimentos com muito amor, porque são uma das novidades mais importantes suscitadas pelo Espírito Santo na Igreja para a actuação do Concílio Vaticano II [cf. Discurso aos Bispos participantes num Seminário de Estudos promovido pelo Pontifício Conselho dos Leigos (17 de Maio de 2008): L’Osservatore Romano, 18 de Maio de 2008, pág. 8]. Ao mesmo tempo, peço ao Senhor para que também os movimentos ponham todo o empenho em harmonizar as suas actividades com os programas pastorais e espirituais das dioceses.

Agradeço-vos pessoalmente a estima e a união que de muitas e diversas formas tendes manifestado à Santa Sé. Alegro-me convosco pelas múltiplas e eficientes realizações das vossas comunidades diocesanas e exorto-vos a um empenho cada vez maior na busca dos meios mais apropriados para tornar a mensagem cristã de amor mais compreensível no mundo onde viveis: deste modo contribuireis efectivamente para demonstrar a todos os vossos irmãos e irmãs a perene juventude e a inexaurível capacidade renovadora do Evangelho de Cristo, testemunhando que se pode ser autênticos chineses e autênticos católicos.

Neste sentido, encorajo as vossas dioceses a continuarem a oferecer a própria contribuição à Igreja na China Continental, quer pondo à sua disposição pessoal para a formação quer sustentando iniciativas benéficas de promoção humana e de assistência. A propósito, como não mencionar aqui o precioso serviço prestado, com generosidade e competência, pela Caritas das vossas duas dioceses? Entretanto não esqueçam que, também para a China, Cristo é um Mestre, um Pastor, um Redentor amoroso: a Igreja não pode calar esta boa notícia.

Faço votos, e peço ao Senhor, que chegue depressa o dia em que também os vossos Irmãos no Episcopado da China Continental possam vir a Roma em peregrinação aos túmulos dos Apóstolos Pedro e Paulo, em sinal de comunhão com o Sucessor de Pedro e com a Igreja universal. Aproveito de boa vontade a ocasião para enviar à Comunidade católica da China e a todo o povo daquele vasto País a certeza das minhas orações e da minha estima.

[01021-06.01] [Texto original: Português]

[B0435-XX.02]