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L’UDIENZA GENERALE, 14.05.2008


L’UDIENZA GENERALE

CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE

SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE

APPELLO DEL SANTO PADRE

L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 10.30 in Piazza San Pietro dove il Santo Padre ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli giunti dall’Italia e da ogni parte del mondo.

Nel discorso in lingua italiana il Papa, riprendendo il ciclo di catechesi sui Padri della Chiesa, si è soffermato sulla figura dello Pseudo-Dionigi Aeropagita.

Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Santo Padre ha rivolto particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti. Quindi ha pronunciato un appello in favore delle popolazioni del Sichuan, in Cina, colpite da un devastante terremoto.

L’Udienza Generale si è conclusa con la recita del Pater Noster e la Benedizione Apostolica impartita insieme ai Vescovi presenti.

CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

Cari fratelli e sorelle,

oggi vorrei, nel corso delle catechesi sui Padri della Chiesa, parlare di una figura assai misteriosa: un teologo del sesto secolo, il cui nome è sconosciuto, che ha scritto sotto lo pseudonimo di Dionigi Areopagita. Con questo pseudonimo egli alludeva al passo della Scrittura che abbiamo adesso ascoltato, cioè alla vicenda raccontata da San Luca nel XVII capitolo degli Atti degli Apostoli, dove viene riferito che Paolo predicò in Atene sull'Areopago, per una élite del grande mondo intellettuale greco, ma alla fine la maggior parte degli ascoltatori si dimostrò disinteressata, e si allontanò deridendolo; tuttavia alcuni, pochi ci dice San Luca, si avvicinarono a Paolo aprendosi alla fede. L’evangelista ci dona due nomi: Dionigi, membro dell'Areopago, e una certa donna, Damaris.

Se l'autore di questi libri ha scelto cinque secoli dopo lo pseudonimo di Dionigi Areopagita vuol dire che sua intenzione era di mettere la saggezza greca al servizio del Vangelo, aiutare l'incontro tra la cultura e l'intelligenza greca e l'annuncio di Cristo; voleva fare quanto intendeva questo Dionigi, che cioè il pensiero greco si incontrasse con l'annuncio di San Paolo; essendo greco, farsi discepolo di San Paolo e così discepolo di Cristo.

Perché egli nascose il suo nome e scelse questo pseudonimo? Una parte di risposta è già stata detta: voleva proprio esprimere questa intenzione fondamentale del suo pensiero. Ma ci sono due ipotesi circa questo anonimato e pseudonimato. Una prima ipotesi dice: era una voluta falsificazione, con la quale, ridatando le sue opere al primo secolo, al tempo di San Paolo, egli voleva dare alla sua produzione letteraria un'autorità quasi apostolica. Ma migliore di questa ipotesi — che mi sembra poco credibile — è l'altra: che cioè egli volesse proprio fare un atto di umiltà. Non dare gloria al proprio nome, non creare un monumento per se stesso con le sue opere, ma realmente servire il Vangelo, creare una teologia ecclesiale, non individuale, basata su se stesso. In realtà riuscì a costruire una teologia che, certo, possiamo datare al sesto secolo, ma non attribuire a una delle figure di quel tempo: è una teologia un po' disindividualizzata, cioè una teologia che esprime un pensiero e un linguaggio comune. Era un tempo di acerrime polemiche dopo il Concilio di Calcedonia; lui invece, nella sua Settima Epistola, dice: «Non vorrei fare delle polemiche; parlo semplicemente della verità, cerco la verità». E la luce della verità da se stessa fa cadere gli errori e fa splendere quanto è buono. E con questo principio egli purificò il pensiero greco e lo mise in rapporto con il Vangelo. Questo principio, che egli afferma nella sua settima lettera, è anche espressione di un vero spirito di dialogo: cercare non le cose che separano, cercare la verità nella Verità stessa; essa poi riluce e fa cadere gli errori.

Quindi, pur essendo la teologia di questo autore, per così dire "soprapersonale", realmente ecclesiale, noi possiamo collocarla nel VI secolo. Perché? Lo spirito greco, che egli mise al servizio del Vangelo, lo incontrò nei libri di un certo Proclo, morto nel 485 ad Atene: questo autore apparteneva al tardo platonismo, una corrente di pensiero che aveva trasformato la filosofia di Platone in una sorta di religione, il cui scopo alla fine era di creare una grande apologia del politeisimo greco e ritornare, dopo il successo del cristianesimo, all’antica religione greca. Voleva dimostrare che, in realtà, le divinità erano le forze operanti nel cosmo. La conseguenza era che doveva ritenersi più vero il politeismo che il monoteismo, con un unico Dio creatore. Era un grande sistema cosmico di divinità, di forze misteriose, quello che mostrava Proclo, per il quale in questo cosmo deificato l'uomo poteva trovare l'accesso alla divinità. Egli però distingueva le strade per i semplici, i quali non erano in grado di elevarsi ai vertici della verità — per loro certi riti potevano anche essere sufficienti — e le strade per i saggi, che invece dovevano purificarsi per arrivare alla pura luce.

Questo pensiero, come si vede, è profondamente anticristiano. È una reazione tarda contro la vittoria del cristianesimo. Un uso anticristiano di Platone, mentre era già in corso un uso cristiano del grande filosofo. È interessante che questo Pseudo-Dionigi abbia osato servirsi proprio di questo pensiero per mostrare la verità di Cristo; trasformare questo universo politeistico in un cosmo creato da Dio, nell'armonia del cosmo di Dio dove tutte le forze sono lode di Dio, e mostrare questa grande armonia, questa sinfonia del cosmo che va dai serafini, agli angeli e arcangeli, all'uomo e a tutte le creature che insieme riflettono la bellezza di Dio e sono lode a Dio. Trasformava così l'immagine politeista in un elogio del Creatore e della sua creatura. Possiamo in questo modo scoprire le caratteristiche essenziali del suo pensiero: esso è innanzitutto una lode cosmica. Tutta la creazione parla di Dio ed è un elogio di Dio. Essendo la creatura una lode di Dio, la teologia dello Pseudo-Dionigi diventa una teologia liturgica: Dio si trova soprattutto lodandolo, non solo riflettendo; e la liturgia, non è qualcosa di costruito da noi, qualcosa di inventato per fare un'esperienza religiosa durante un certo periodo di tempo; essa è il cantare con il coro delle creature e l'entrare nella realtà cosmica stessa. E proprio così la liturgia, apparentemente solo ecclesiastica, diventa larga e grande, diventa unione di noi con il linguaggio di tutte le creature. Egli dice: non si può parlare di Dio in modo astratto; parlare di Dio è sempre – egli dice con parola greca – un «hymnein», un cantare per Dio con il grande canto delle creature, che si riflette e concretizza nella lode liturgica. Tuttavia, pur essendo la sua teologia cosmica, ecclesiale e liturgica, essa è anche profondamente personale. Egli creò la prima grande teologia mistica. Anzi la parola "mistica" acquisisce con lui un nuovo significato. Fino a quel tempo per i cristiani tale parola era equivalente alla parola "sacramentale", cioè quanto appartiene al «mysterion», al sacramento. Con lui la parola "mistica" diventa più personale, più intima: esprime il cammino dell'anima verso Dio. E come trovare Dio? Qui osserviamo di nuovo un elemento importante nel suo dialogo tra la filosofia greca e il cristianesimo, in particolare la fede biblica. Apparentemente quanto dice Platone e quanto dice la grande filosofia su Dio è molto più alto, è molto più vero; la Bibbia appare abbastanza "barbara", semplice, precritica si direbbe oggi; ma lui osserva che proprio questo è necessario, perché così possiamo capire che i più alti concetti su Dio non arrivano mai fino alla sua vera grandezza; sono sempre impropri. Queste immagini ci fanno, in realtà, capire che Dio è sopra tutti i concetti; nella semplicità delle immagini, noi troviamo più verità che nei grandi concetti. Il volto di Dio è la nostra incapacità di esprimere realmente che cosa Egli è. Così si parla — è lo stesso Pseudo-Dionigi a farlo — di una "teologia negativa". Possiamo più facilmente dire che cosa Dio non è, che non esprimere che cosa Egli è veramente. Solo tramite queste immagini possiamo indovinare il suo vero volto, e dall'altra parte questo volto di Dio è molto concreto: è Gesù Cristo. E benché Dionigi ci mostri, seguendo questo Proclo, l'armonia dei cori celesti, così che sembra che tutti dipendano da tutti, resta vero che il nostro cammino verso Dio resta molto lontano da Lui; lo Pseudo-Dionigi dimostra che alla fine la strada verso Dio è Dio stesso, il Quale si fa vicino a noi in Gesù Cristo.

E così una teologia grande e misteriosa diventa anche molto concreta sia nella interpretazione della liturgia sia nel discorso su Gesù Cristo: con tutto ciò, questo Dionigi Areopagita ebbe un grande influsso su tutta la teologia medievale, su tutta la teologia mistica sia dell'Oriente sia dell'Occidente, fu quasi riscoperto nel tredicesimo secolo soprattutto da San Bonaventura, il grande teologo francescano che in questa teologia mistica trovò lo strumento concettuale per interpretare l'eredità così semplice e così profonda di San Francesco: il Poverello con Dionigi ci dice alla fine, che l'amore vede più che la ragione. Dov'è la luce dell’amore non hanno più accesso le tenebre della ragione; l'amore vede, l'amore è occhio e l'esperienza ci dà più che la riflessione. Che cosa sia questa esperienza Bonaventura lo vide in San Francesco: è l’esperienza di un cammino molto umile, molto realistico, giorno per giorno, è questo andare con Cristo, accettando la sua croce. In questa povertà e in questa umiltà, nell’umiltà che si vive anche nella ecclesialità, c'è un’esperienza di Dio che è più alta di quella che si raggiunge mediante la riflessione: in essa, tocchiamo realmente il cuore di Dio.

Oggi esiste una nuova attualità di Dionigi Areopagita: egli appare come un grande mediatore nel dialogo moderno tra il cristianesimo e le teologie mistiche dell'Asia, la cui nota caratteristica sta nella convinzione che non si può dire chi sia Dio; di Lui si può parlare solo in forme negative; di Dio si può parlare solo col "non", e solo entrando in questa esperienza del "non" Lo si raggiunge. E qui si vede una vicinanza tra il pensiero dell'Areopagita e quello delle religioni asiatiche: egli può essere oggi un mediatore come lo fu tra lo spirito greco e il Vangelo.

Si vede così che il dialogo non accetta la superficialità. Proprio quando uno entra nella profondità dell'incontro con Cristo si apre anche lo spazio vasto per il dialogo. Quando uno incontra la luce della verità, si accorge che è una luce per tutti; scompaiono le polemiche e diventa possibile capirsi l'un l'altro o almeno parlare l'uno con l'altro, avvicinarsi. Il cammino del dialogo è proprio l'essere vicini in Cristo a Dio nella profondità dell'incontro con Lui, nell'esperienza della verità che ci apre alla luce e ci aiuta ad andare incontro agli altri: la luce della verità, la luce dell'amore. E in fin dei conti ci dice: prendete la strada dell'esperienza, dell'esperienza umile della fede, ogni giorno. Il cuore diventa allora grande e può vedere e illuminare anche la ragione perché veda la bellezza di Dio. Preghiamo il Signore perché ci aiuti anche oggi a mettere al servizio del Vangelo la saggezza dei nostri tempi, scoprendo di nuovo la bellezza della fede, l'incontro con Dio in Cristo.

[00729-01.01] [Testo originale: Italiano]

SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE

Sintesi della catechesi in lingua francese

Sintesi della catechesi in lingua inglese

Sintesi della catechesi in lingua tedesca

Sintesi della catechesi in lingua spagnola

Sintesi della catechesi in lingua francese  

Chers Frères et Sœurs,

Nous connaissons essentiellement le Pseudo-Denys l’Aréopagite par ses écrits, Les noms divins et La théologie mystique. Il semble que ce soit un auteur du début du sixième siècle, qui écrit de Syrie, d’où ses œuvres se sont diffusées d’abord en Grèce, pour acquérir une grande importance à la fin du Moyen-âge. Le Pseudo-Denys est conscient que la voie rationnelle ne suffit pas pour connaître Dieu. Le vrai théologien cherche d’abord à recueillir les noms que la Bible attribue à Dieu. La connaissance symbolique ouvre la voie à la rencontre et au dialogue avec Dieu. La spéculation laisse alors la place à la contemplation et la connaissance à l’expérience. Le théologien cherche à se purifier, pour devenir capable d’une illumination qui le pousse à s’engager sur le chemin de la perfection, dont le point d’arrivée est la divinisation.

La théologie apophatique du Pseudo-Denys consiste en une disposition intérieure qui refuse d’enfermer Dieu dans une théologie abstraite voulant adapter Dieu à la pensée humaine. Elle est une attitude existentielle, qui engage tout l’être et qui suppose un renouvellement intérieur. Cette démarche mystique a eu une influence certaine sur la théologie médiévale. L’actualité de l’enseignement du Pseudo-Denys réside avant tout dans son souci d’insérer la vraie foi dans le monde, dans le dialogue avec les cultures, pour en assumer les vraies valeurs, sans compromettre l’identité chrétienne.

Je suis heureux de vous accueillir chers pèlerins francophones, en particulier les jeunes des collèges du Vésinet et de Sallanches, du Lycée de Chateauneuf de Galaure et de l’École d’évangélisation de Paray-le-Monial. Que le don de l’Esprit Saint fasse de vous les messagers, pleins de joie, de la Bonne Nouvelle du salut. Avec ma Bénédiction apostolique.

[00730-03.01] [Texte original: Français]

Sintesi della catechesi in lingua inglese

Dear Brothers and Sisters,

In today’s catechesis we turn to the teaching of a sixth-century author whose writings have been attributed to the first-century disciple of Saint Paul, Dionysius the Areopagite. His two principal works, The Divine Names and Mystical Theology, strive to present a knowledge of God which surpasses rational understanding and culminates in spiritual perfection and transforming contemplation. Pseudo-Dionysius stresses the apophatic or "negative" understanding born of pondering God’s infinite transcendence and otherness. By contemplating what God is not, and by entering more deeply into the rich symbolic language of Scripture, we grow in our relationship with the One who reveals himself in hiddenness. Contemplation is thus an ascent leading from purification to illumination, perfection and union with God. In the West, Dionysius’ writings influenced the early scholastics and Saint Thomas, as well as Saint Teresa of Avila and Saint John of the Cross. His vision of a great cosmic harmony reflecting the beauty of the Creator and the love freely bestowed on us in Christ, can also inspire our efforts to work for unity, reconciliation and peace in our world.

I welcome all the English-speaking visitors present today, including the groups from England, Ireland, Japan, The Philippines, Trinidad and Tobago, and the United States of America. May your visit to Rome be a time of deep spiritual renewal. Upon all of you I invoke God’s abundant blessings of joy and peace.

[00731-02.01] [Original text: English]

Sintesi della catechesi in lingua tedesca

Liebe Brüder und Schwestern!

Im Mittelpunkt der heutigen Katechese steht der Kirchenschriftsteller Pseudo-Dionysius Areopagita. Der echte Name und die Lebensdaten dieses Autors sind nicht bekannt; lange Zeit wurde er mit dem in der Apostelgeschichte erwähnten Dionysius, dem Areopagit, gleichsetzt. Aus den unter seinem Namen überlieferten Schriften läßt sich aber schließen, daß der Verfasser wohl zu Beginn des 6. Jahrhunderts gelebt hat und vermutlich aus Syrien stammte. Seine Werke übten einen großen Einfluß auf spätere Theologen in Ost und West aus, vor allem auf die Mystiker des Mittelalters und der frühen Neuzeit. In den beiden Schriften „Über die Göttlichen Namen" und „Über die mystische Theologie" handelt unser Autor von der Frage der Erkennbarkeit Gottes und vom mystischen Aufstieg zu Gott. Auf zweifache Weise können wir von Gott sprechen: in bejahenden Aussagen, ausgehend von den göttlichen Namen der Bibel, oder in verneinenden Prädikaten, indem wir sagen, was Gott nicht ist. Beide Wege – die positive (kataphatische) und die negative (apophatische) Theologie – können letztendlich Gottes Wesen nicht erfassen, das alles menschliche Erkennen übersteigt. Diese heilige Unwissenheit führt hinein in eine Betrachtung über jedes Verständnis hinaus, zu einer symbolischen Erkenntnis in einer personalen Beziehung. Dazu muß der Gottsuchende gereinigt und zur Erleuchtung befähigt werden, die ihn auf dem Weg der Vollkommenheit antreibt, an deren Ende die Vergöttlichung steht. Wahre Theologie ist also nichts Abstraktes, es geht dabei um eine Glaubenserfahrung und persönliche Wandlung zum neuen Menschen.

Mit Freude grüße ich alle Pilger und Besucher aus den Ländern deutscher Sprache. Gott ist nicht bloßer Name oder Begriff, sondern eine Person, die Ursprung und Ziel allen Lebens ist. Reinigen wir unser Herz, um in eine lebendige Beziehung mit Gott eintreten zu können und so zu Boten seiner Liebe zu werden. Ich wünsche euch eine gute Zeit hier in Rom und begleite euch mit meinem Segen.

[00732-05.01] [Originalsprache: Deutsch]

Sintesi della catechesi in lingua spagnola

Queridos hermanos y hermanas:

Según el Pseudo-Dionisio Aeropagita, para conocer a Dios de modo completo, el verdadero teólogo intenta recoger en primer lugar todo lo que la Biblia dice sobre Él. Sin embargo, como ninguna calificación expresa plenamente el misterio de Dios, se llega a una teología llamada negativa, que afirma más bien lo que Él no es. Los conceptos son como imágenes útiles para contemplar lo que supera nuestro entendimiento y como signos de un encuentro personal con Dios, en el que la especulación deja el paso a la contemplación y el conocimiento a la experiencia. Esta vía negativa del Pseudo-Dionisio es una disposición interior que rechaza recluir a Dios en simples ideas, adaptando los misterios divinos al pensamiento humano. Es una actitud existencial que abarca toda la persona, pues la verdadera teología requiere una transformación del sujeto. Los escritos del Pseudo-Dionisio se difundieron rápidamente en el Oriente griego y entre los autores latinos de la Edad Media. El esfuerzo de Dionisio por insertar la verdadera fe en la cultura helenista de su época es de gran actualidad en nuestros días. También hoy, es necesario entrar en diálogo con las nuevas culturas para asumir lo que tienen de valor, pero sin comprometer por ello la identidad cristiana, fundada en la Revelación.

Saludo cordialmente a los visitantes de lengua española. En particular, a los peregrinos y grupos parroquiales venidos de Costa Rica, España, México, Perú y de otros países latinoamericanos. Que la visita a las tumbas de los Apóstoles acreciente en vosotros los deseos de conocer más a Cristo y renueve vuestros propósitos de llevar una vida cristiana cada vez más coherente y generosa. Que Dios os bendiga.

[00733-04.01] [Texto original: Español]

SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE

Saluto in lingua portoghese

Saluto in lingua polacca

Saluto in lingua romena

Saluto in lingua slovacca

Saluto in lingua croata

Saluto in lingua italiana

Saluto in lingua portoghese  

Amados Irmãos e Irmãs,

Saúdo os peregrinos de língua portuguesa, especialmente com um cordial abraço ao numeroso grupo de visitantes provindos do Brasil. Desejo a todos felicidades, paz e graça no Senhor! Faço votos de que a luz de Cristo ilumine sempre a vossa fé para que tenham uma vida digna, cristã e repleta de alegrias. Recebam a Bênção do Todo Poderoso que, de bom grado, estendo aos vossos familiares e amigos.

[00734-06.01] [Texto original: Português]

Saluto in lingua polacca

Pozdrawiam pielgrzymów z Polski, a szczególnie dzieci, które po raz pierwszy przystąpiły do Komunii św. Drogie dzieci, niech Pan Jezus zawsze mieszka w waszych sercach, aby były pełne Bożej miłości. Niech Jego obecność uświęca was i wasze rodziny. Serdecznie wam błogosławię.

[Saluto i pellegrini provenienti dalla Polonia, e in particolare i bambini che per la prima volta ricevono la Santa Comunione. Cari bambini, il Signore Gesù abiti sempre nei vostri cuori, affinché siano colmi dell’amore di Dio. La Sua presenza santifichi voi e le vostre famiglie. Vi benedico di cuore.]

[00735-09.01] [Testo originale: Polacco]

Saluto in lingua romena

Adresez un călduros salut pelerinilor români, în mod particular Seminarului Greco-Catolic din Cluj. Asigurându-vă pe voi şi pe toţi conaţionalii voştri că vă port în rugăciunile mele, invoc asupra fiecărui dintre voi Binecuvântarea mea Apostolică.

[Rivolgo un cordiale saluto ai pellegrini rumeni, in particolare al Seminario Greco-Cattolico di Cluj. Mentre assicuro per voi e per tutti i vostri connazionali un ricordo nella preghiera, invoco su ciascuno la mia Benedizione.]

[00736-AA.01] [Testo originale: Romeno]

Saluto in lingua slovacca

Zo srdca pozdravujem žiakov a pedagógov Základnej školy Jána Pavla Druhého z Bratislavy-Vajnor.

Bratia a sestry, minulú nedeľu sme slávili sviatok Zoslania Ducha Svätého na apoštolov. Prosme Boha o zoslanie darov jeho Ducha, aby sme odvážne svedčili o svojej kresťanskej viere.

S láskou žehnám vás i vašich drahých.

Pochválený buď Ježiš Kristus!

[Di cuore saluto gli allievi e insegnanti della Scuola elementare "Giovanni Paolo II" di Bratislava - Vajnory.

Fratelli e sorelle, domenica scorsa abbiamo celebrato la Solennità della Pentecoste. Preghiamo Dio che mandi i doni del suo Spirito perché possiamo divenire testimoni coraggiosi della nostra fede cristiana.

Con affetto benedico voi ed i vostri cari.

Sia lodato Gesù Cristo!]

[00737-AA.01] [Testo originale: Slovacco]

Saluto in lingua croata

Od srca pozdravljam sve hrvatske hodočasnike, a osobito krizmanike iz Hrvatske Katoličke Misije u Münchenu te visoke dužnosnike Ministarstva obrane Republike Hrvatske. Neka Kristova blizina i mir budu sigurnost i radost vaših života. Hvaljen Isus i Marija!

[Saluto di cuore i pellegrini croati, particolarmente i cresimandi della Missione Cattolica Croata di München e gli alti ufficiali del Ministero della Difesa della Repubblica di Croazia. La vicinanza e la pace di Cristo siano sicurezza e gioia per le vostre vite. Siano lodati Gesù e Maria!]

[00738-AA.01] [Testo originale: Croato]

Saluto in lingua italiana

Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare saluto le Suore Cappuccine di Madre Rubatto, che partecipano al loro Capitolo generale e le incoraggio a continuare nell’impegno di adesione a Cristo, testimoniando coraggiosamente il Vangelo secondo il carisma della venerata Fondatrice. Saluto con affetto i sacerdoti provenienti da Trento e da Torino ed assicuro la mia preghiera affinchè il loro ministero, sostenuto dalla grazia di Dio, sia sempre più fecondo.

Mi rivolgo, infine, ai giovani, ai malati e agli sposi novelli. La Liturgia odierna ricorda l’Apostolo Mattia, annoverato tra i Dodici per rendere testimonianza della risurrezione del Signore. Il suo esempio sostenga voi, cari giovani, nella costante ricerca di Cristo; incoraggi voi, cari malati, ad offrire le vostre sofferenze affinché il Regno di Dio si diffonda in tutto il mondo; ed aiuti voi, cari sposi novelli, ad essere testimoni dell'amore di Cristo nella vostra famiglia.

[00739-01.01] [Testo originale: Italiano]

APPELLO DEL SANTO PADRE

Il mio pensiero va, in questo momento, alle popolazioni del Sichuan e delle Province limitrofe in Cina, duramente colpite dal terremoto, che ha causato gravi perdite in vite umane, numerosissimi dispersi e danni incalcolabili. Vi invito ad unirvi a me nella fervida preghiera per tutti coloro che hanno perso la vita. Sono spiritualmente vicino alle persone provate da così devastante calamità: per esse imploriamo da Dio sollievo nella sofferenza. Voglia il Signore concedere sostegno a tutti coloro che sono impegnati nel far fronte alle esigenze immediate del soccorso.

[00740-01.02] [Testo originale: Italiano]

[B0319-XX.01]