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L’UDIENZA GENERALE, 30.01.2008


L’UDIENZA GENERALE

CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE

SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE

L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 10.30 nell’Aula Paolo VI dove il Santo Padre ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli giunti dall’Italia e da ogni parte del mondo.
Nel discorso in lingua italiana, il Santo Padre Benedetto XVI, riprendendo il ciclo di catechesi sui Padri Apostolici, si è soffermato ancora sulla figura di Sant’Agostino.
Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Papa ha rivolto particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti.
L’Udienza Generale si è conclusa con la recita del Pater Noster e la Benedizione Apostolica impartita insieme ai Vescovi presenti.

CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

Cari amici,

dopo la Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani ritorniamo oggi alla grande figura di sant'Agostino. Il mio caro Predecessore Giovanni Paolo II gli ha dedicato nel 1986, cioè nel sedicesimo centenario della sua conversione, un lungo e denso documento, la Lettera apostolica Augustinum Hipponensem. Il Papa stesso volle definire questo testo "un ringraziamento a Dio per il dono fatto alla Chiesa, e per essa all'umanità intera, con quella mirabile conversione". (AAS, 74, 1982, p. 802) Sul tema della conversione vorrei tornare in una prossima Udienza. È un tema fondamentale non solo per la sua vita personale, ma anche per la nostra. Nel Vangelo di domenica scorsa il Signore stesso ha riassunto la sua predicazione con la parola: "Convertitevi". Seguendo il cammino di sant'Agostino, potremmo meditare su che cosa sia questa conversione: è una cosa definitiva, decisiva, ma la decisione fondamentale deve svilupparsi, deve realizzarsi in tutta la nostra vita.

La catechesi oggi è dedicata invece al tema fede e ragione, che è un tema determinante, o meglio, il tema determinante per la biografia di sant'Agostino. Da bambino aveva imparato da sua madre Monica la fede cattolica. Ma da adolescente aveva abbandonato questa fede perché non poteva più vederne la ragionevolezza e non voleva una religione che non fosse anche per lui espressione della ragione, cioè della verità. La sua sete di verità era radicale e lo ha condotto quindi ad allontanarsi dalla fede cattolica. Ma la sua radicalità era tale che egli non poteva accontentarsi di filosofie che non arrivassero alla verità stessa, che non arrivassero fino a Dio. E a un Dio che non fosse soltanto un'ultima ipotesi cosmologica, ma che fosse il vero Dio, il Dio che dà la vita e che entra nella nostra stessa vita. Così tutto l'itinerario intellettuale e spirituale di sant'Agostino costituisce un modello valido anche oggi nel rapporto tra fede e ragione, tema non solo per uomini credenti ma per ogni uomo che cerca la verità, tema centrale per l'equilibrio e il destino di ogni essere umano. Queste due dimensioni, fede e ragione, non sono da separare né da contrapporre, ma piuttosto devono sempre andare insieme. Come ha scritto Agostino stesso dopo la sua conversione, fede e ragione sono "le due forze che ci portano a conoscere" (Contra Academicos, III, 20, 43). A questo proposito rimangono giustamente celebri le due formule agostiniane (Sermones, 43, 9) che esprimono questa coerente sintesi tra fede e ragione: crede ut intelligas ("credi per comprendere") — il credere apre la strada per varcare la porta della verità — ma anche, e inseparabilmente, intellige ut credas ("comprendi per credere"), scruta la verità per poter trovare Dio e credere.

Le due affermazioni di Agostino esprimono con efficace immediatezza e con altrettanta profondità la sintesi di questo problema, nella quale la Chiesa cattolica vede espresso il proprio cammino. Storicamente questa sintesi va formandosi, prima ancora della venuta di Cristo, nell'incontro tra fede ebraica e pensiero greco nel giudaismo ellenistico. Successivamente nella storia questa sintesi è stata ripresa e sviluppata da molti pensatori cristiani. L'armonia tra fede e ragione significa soprattutto che Dio non è lontano: non è lontano dalla nostra ragione e dalla nostra vita; è vicino ad ogni essere umano, vicino al nostro cuore e vicino alla nostra ragione, se realmente ci mettiamo in cammino.

Proprio questa vicinanza di Dio all’uomo fu avvertita con straordinaria intensità da Agostino. La presenza di Dio nell’uomo è profonda e nello stesso tempo misteriosa, ma può essere riconosciuta e scoperta nel proprio intimo: non andare fuori – afferma il convertito – ma "torna in te stesso; nell’uomo interiore abita la verità; e se troverai che la tua natura è mutabile, trascendi te stesso. Ma ricordati, quando trascendi te stesso, che tu trascendi un’anima che ragiona. Tendi dunque là dove si accende la luce della ragione" (De vera religione, 39, 72). Proprio come egli stesso sottolinea, con un’affermazione famosissima, all’inizio delle Confessiones, autobiografia spirituale scritta a lode di Dio: "Ci hai fatti per te e inquieto è il nostro cuore, finché non riposa in te" (I, 1, 1).

La lontananza di Dio equivale allora alla lontananza da se stessi: "Tu infatti – riconosce Agostino (Confessiones, III, 6, 11) rivolgendosi direttamente a Dio – eri all’interno di me più del mio intimo e più in alto della mia parte più alta", interior intimo meo et superior summo meo; tanto che – aggiunge in un altro passo ricordando il tempo antecedente la conversione – "tu eri davanti a me; e io invece mi ero allontanato da me stesso, e non mi ritrovavo; e ancora meno ritrovavo te" (Confessiones, V, 2, 2). Proprio perché Agostino ha vissuto in prima persona questo itinerario intellettuale e spirituale, ha saputo renderlo nelle sue opere con tanta immediatezza, profondità e sapienza, riconoscendo in due altri celebri passi delle Confessiones (IV, 4, 9 e 14, 22) che l’uomo è "un grande enigma" (magna quaestio) e "un grande abisso" (grande profundum), enigma e abisso che solo Cristo illumina e salva. Questo è importante: un uomo che è lontano da Dio è anche lontano da sé, alienato da se stesso, e può ritrovare se stesso solo incontrandosi con Dio. Così arriva anche a sé, al suo vero io, alla sua vera identità.

L’essere umano – sottolinea poi Agostino nel De civitate Dei (XII, 27) – è sociale per natura ma antisociale per vizio, ed è salvato da Cristo, unico mediatore tra Dio e l’umanità e "via universale della libertà e della salvezza", come ha ripetuto il mio predecessore Giovanni Paolo II (Augustinum Hipponensem, 21): al di fuori di questa via, che mai è mancata al genere umano – afferma ancora Agostino nella stessa opera – "nessuno è stato mai liberato, nessuno viene liberato, nessuno sarà liberato" (De civitate Dei, X, 32, 2). In quanto unico mediatore della salvezza, Cristo è capo della Chiesa e a essa è misticamente unito al punto che Agostino può affermare: "Siamo diventati Cristo. Infatti se egli è il capo, noi le sue membra, l’uomo totale è lui e noi" (In Iohannis evangelium tractatus, 21, 8).

Popolo di Dio e casa di Dio, la Chiesa nella visione agostiniana è dunque legata strettamente al concetto di Corpo di Cristo, fondata sulla rilettura cristologica dell’Antico Testamento e sulla vita sacramentale centrata sull’Eucaristia, nella quale il Signore ci dà il suo Corpo e ci trasforma in suo Corpo. È allora fondamentale che la Chiesa, popolo di Dio in senso cristologico e non in senso sociologico, sia davvero inserita in Cristo, il quale – afferma Agostino in una bellissima pagina – "prega per noi, prega in noi, è pregato da noi; prega per noi come nostro sacerdote, prega in noi come nostro capo, è pregato da noi come nostro Dio: riconosciamo pertanto in lui la nostra voce e in noi la sua" (Enarrationes in Psalmos, 85, 1).

Nella conclusione della lettera apostolica Augustinum Hipponensem Giovanni Paolo II ha voluto chiedere allo stesso santo che cosa abbia da dire agli uomini di oggi e risponde innanzi tutto con le parole che Agostino affidò a una lettera dettata poco dopo la sua conversione: "A me sembra che si debbano ricondurre gli uomini alla speranza di trovare la verità" (Epistulae, 1, 1); quella verità che è Cristo stesso, Dio vero, al quale è rivolta una delle preghiere più belle e più famose delle Confessiones (X, 27, 38): "Tardi ti ho amato, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amato! Ed ecco tu eri dentro e io fuori, e lì ti cercavo, e nelle bellezze che hai creato, deforme, mi gettavo. Eri con me, ma io non ero con te. Da te mi tenevano lontano quelle cose che, se non fossero in te, non esisterebbero. Hai chiamato e hai gridato e hai rotto la mia sordità, hai brillato, hai mostrato il tuo splendore e hai dissipato la mia cecità, hai sparso il tuo profumo e ho respirato e aspiro a te, ho gustato e ho fame e sete, mi hai toccato e mi sono infiammato nella tua pace".

Ecco, Agostino ha incontrato Dio e durante tutta la sua vita ne ha fatto esperienza al punto che questa realtà – che è innanzi tutto incontro con una Persona, Gesù – ha cambiato la sua vita, come cambia quella di quanti, donne e uomini, in ogni tempo hanno la grazia di incontrarlo. Preghiamo che il Signore ci dia questa grazia e ci faccia trovare così la sua pace.

[00147-01.01] [Testo originale: Italiano]

SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE

Sintesi della catechesi in lingua francese

Sintesi della catechesi in lingua inglese

Sintesi della catechesi in lingua tedesca

Sintesi della catechesi in lingua spagnola

Sintesi della catechesi in lingua francese

Chers Frères et Sœurs,

En 1986, le Pape Jean-Paul II a écrit une Lettre apostolique sur saint Augustin. Il y soulignait en particulier que l’Évêque d’Hippone était un homme de passion et de foi, tout en ne renonçant jamais à la raison. Son itinéraire intellectuel et spirituel est un modèle de la relation entre foi et raison. Des formules expriment bien l’harmonie qui doit exister entre les deux : « Crois pour comprendre » et aussi, inséparablement : « Comprends pour croire » ! Cette harmonie signifie que Dieu est proche de tout homme, proche de son cœur comme de sa raison.

Pour Augustin, la présence de Dieu dans l’homme est profonde et mystérieuse. Mais elle peut être reconnue par l’homme au plus profond de lui-même. Car « dans l’homme intérieur habite la vérité ». De plus, l’être humain est social par nature et antisocial par vice, et il est sauvé par le Christ, unique médiateur entre Dieu et l’humanité, chemin universel de liberté et de salut. Hors de ce chemin, « personne n’a jamais été libéré, personne n’est libéré, personne ne sera libéré ».

En achevant sa Lettre apostolique, Jean-Paul II ajoutait qu’Augustin avait voulu « ramener les hommes à l’espérance de trouver la vérité », vérité qui est le Christ lui-même. Sa rencontre avec Jésus a changé sa vie, comme elle change la vie de tous ceux qui ont la grâce de le rencontrer.

Je souhaite la bienvenue aux pèlerins de langue française, et je salue particulièrement les membres de la Congrégation de Saint-Victor et les jeunes. À la suite de saint Augustin, je vous encourage à aimer et à servir toujours davantage l’Église, pour trouver des réponses aux questions des hommes de notre temps. Avec ma Bénédiction apostolique.

[00148-03.01] [Texte original: Français]

Sintesi della catechesi in lingua inglese

Dear Brothers and Sisters,

As we continue our catechesis on Saint Augustine of Hippo, I wish today to consider some of the teachings of this great Doctor of the Church. A passionate believer, he recognized the importance of bringing together faith and reason. It was he who taught that we should believe in order to understand, and understand in order to believe. God makes himself known to our reason, although he always transcends what we can know through reason alone. As Augustine beautifully expressed it, God is "more intimately present to me than my inmost being" and "higher than the highest element in me." Saint Augustine taught that by belonging to the Church, we are so closely united to Christ that we "become" Christ, the head whose members we are. As our head, Christ prays in us, yet he also prays for us as our priest, and we pray to him as our God. If we ask what particular message Saint Augustine has for the men and women of today, it is perhaps his emphasis on our need for truth. Listen to the way he describes his own search for God’s truth: "You were within me and I sought you outside, in the beautiful things that you had made. You were with me, but I was not with you. You called me, you cried out and broke open my deafness. I tasted you, and now I hunger and thirst for you." Let us pray that we too may discover the joy of knowing God’s truth.

I am pleased to welcome all the English-speaking pilgrims and visitors present at today’s Audience, including groups from England, Scotland, Hong Kong and the United States of America. I greet especially the representatives of the Pontifical Mission Societies and the group who are preparing to be ordained deacons. Upon all of you, and upon your families and loved ones, I invoke God’s blessings of joy and peace.

[00149-02.01] [Original text: English]

Sintesi della catechesi in lingua tedesca

Liebe Brüder und Schwestern!

In den vergangenen Mittwochskatechesen haben wir uns mit der außergewöhnlichen Gestalt des heiligen Augustinus, seinem Leben und einigen seiner Werke befaßt. Heute wollen wir weitere Aspekte seines reichen Denkens betrachten. Eine Frage, die Augustinus zeit seines Lebens sehr beschäftigt hat, war die des Verhältnisses zwischen Glaube und Vernunft. Er betonte, daß der Glaube der Vernunft niemals entbehren dürfe, aber auch umgekehrt die Vernunft den Glauben braucht. Der Einklang zwischen Glaube und Vernunft ist nötig, um in der Erkenntnis Gottes voranzuschreiten und das Ziel des ewigen Heils zu erreichen. Die innere Wechselbeziehung von Glaube und Vernunft läßt uns bewußt werden, daß Gott im Innersten unseres Ichs erkannt und gefunden werden kann. Das ist die andere große Frage, die Augustinus unaufhörlich bewegt hat: die Beziehung zwischen Gott und Mensch. In den Bekenntnissen stellt er sich die zweifache Frage: „Was bist du mir, Gott? … Was bin ich dir?" In seinem Innersten, dort wo die Wahrheit und die Liebe Raum finden, erfährt der Mensch die Gegenwart Gottes. „Du aber warst noch innerer als mein Innerstes und höher als mein Höchstes" (Conf. III,6,11). In einer ähnlich intensiven Weise ist Christus, der einzige Mittler des Heils, in der Kirche gegenwärtig. Deshalb liebt Augustinus das Bild der Kirche als Leib Christi. Sie ist der Ort einer inneren Gemeinschaft mit Christus: „Er betet für uns als unser Priester, er betet in uns als unser Haupt, wir beten zu ihm als unseren Gott. In ihm wollen wir unsere Stimme hören und seine Stimme in uns" (En. Ps. 85,1). Der ganze Christus, Christus und die Kirche, sind eine einzige mystische Person, die den Menschen das Heil bringt.

Ganz herzlich grüße ich die Pilger und Besucher deutscher Zunge, insbesondere die Bereichsverantwortlichen für die Vorbereitung meines Apostolischen Besuchs in Mariazell im letzten Jahr. „Du hast uns auf dich hin geschaffen, und unruhig ist unser Herz, bis es Ruhe findet dir". Dieses Gebet des heiligen Augustinus zu Gott begleite auch euch bei all eurem Tun. Der Heilige Geist schenke euch seine Liebe!

[00150-05.01] [Originalsprache: Deutsch]

Sintesi della catechesi in lingua spagnola

Queridos hermanos y hermanas:

La catequesis de hoy trata algunos aspectos del inmenso legado de San Agustín, reconocido por la Iglesia como uno de sus maestros más autorizados, como lo puso de manifiesto el Papa Juan Pablo II en la Carta Apostólica dedicada al Santo en la conmemoración de su conversión, siendo, además, un Padre de la Iglesia muy apreciado también por mí. El itinerario intelectual y espiritual de Agustín representa un modelo de la relación armónica que debe existir entre la fe y la razón. Esta armonía significa ante todo que Dios está cerca de todo ser humano, cerca de su corazón y de su razón. Esta presencia misteriosa de Dios puede ser reconocida en el interior del hombre, porque, como decía Agustín con una expresión muy conocida: "Nos has hecho, Señor, para ti y nuestro corazón está inquieto hasta que descanse en ti". El hombre, añade el Santo, es un grande enigma y un abismo que sólo Cristo es capaz de iluminar y colmar. Además, en cuanto único mediador de la salvación, Cristo es cabeza de la Iglesia, y está unido místicamente a ella. Ante la pregunta ¿qué es lo que san Agustín puede decir al hombre de hoy?, se podría contestar con estas palabras de una carta escrita después de su conversión: "Me parece que se debe llevar a los hombres a la esperanza de encontrar la verdad"; esa verdad que es Cristo mismo.

Saludo cordialmente a los visitantes de lengua española. En particular, a los distintos grupos de estudiantes y peregrinos venidos de Argentina, Chile, España y de otros países latinoamericanos. Siguiendo el ejemplo y las enseñanzas de san Agustín, os animo a buscar a Cristo con todas las fuerzas, para encontrar en Él la verdad de vuestras vidas. ¡Muchas gracias!

[00151-04.01] [Texto original: Español]

SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE

Saluto in lingua polacca

Saluto in lingua italiana

Saluto in lingua polacca

Pozdrawiam obecnych tu Polaków. Święty Augustyn uczy nas umiłowania Boga. W znanej modlitwie wyznaje: „Późno Cię ukochałem! Z dala od Ciebie trzymały mnie stworzenia… Twoje światło usunęło moją ślepotę… poczułem i chłonę Ciebie… płonę pragnieniem Twojego pokoju" (por. Wyznania X, 27, 38). Niech ta modlitwa obudzi i w nas pragnienie poznania Boga. Niech będzie pochwalony Jezus Chrystus.

[Saluto tutti i Polacchi qui presenti. Sant’Agostino ci insegna l’amicizia con Dio. Nella famosa preghiera confida: "Tardi ti ho amato! Da te mi tenevano lontano quelle cose (che, se non fossero in te, non esisterebbero). Hai mostrato il tuo splendore e hai dissipato la mia cecità… mi hai toccato e mi sono infiammato nella tua pace" (cfr. Confessiones X, 27, 38). Possa questa preghiera risvegliare anche in noi la voglia di conoscere Dio. Sia lodato Gesù Cristo.]

[00152-09.01] [Testo originale: Polacco]

Saluto in lingua italiana

Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare, saluto i Vescovi qui convenuti in occasione del 40° anniversario di fondazione della Comunità di Sant’Egidio, assicurando il mio orante ricordo affinché si rafforzi in ciascuno il fermo desiderio di annunciare a tutti Gesù Cristo, unico Salvatore del mondo. Saluto con particolare affetto i fedeli della Parrocchia di Santa Caterina di Nardò – dove mi dicono che c’è un bellissimo mare - , con un pensiero speciale per i giovani musicisti. Cari amici, vi ringrazio per la vostra presenza ed auspico che questo incontro possa accrescere in ciascuno il desiderio di testimoniare con gioia il Vangelo nella vita di ogni giorno. Vi accompagno con la mia preghiera, affinché possiate edificare ogni vostro progetto sulle solide basi della fedeltà a Dio. Saluto poi gli Operatori Caritas della diocesi di Sabina-Poggio Mirteto e li incoraggio a proseguire con generosità la loro opera in favore dei più bisognosi.

Mi rivolgo, infine, ai giovani, ai malati e agli sposi novelli.

Ricorre domani la memoria liturgica di san Giovanni Bosco, sacerdote ed educatore. Guardate a lui, cari giovani, specialmente voi cresimandi di Serroni di Battipaglia, come a un autentico maestro di vita. Voi, cari ammalati, apprendete dalla sua esperienza spirituale a confidare in ogni circostanza in Cristo crocifisso. E voi, cari sposi novelli, ricorrete alla sua intercessione per assumere con impegno generoso la vostra missione di sposi.

[00153-01.01] [Testo originale: Italiano]

[B0064-XX.01]