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MESSAGGIO DEL SANTO PADRE IN OCCASIONE DELLA 16a GIORNATA MONDIALE DEL MALATO, 19.01.2008


MESSAGGIO DEL SANTO PADRE IN OCCASIONE DELLA 16a GIORNATA MONDIALE DEL MALATO

MESSAGGIO DEL SANTO PADRE

TRADUZIONE IN LINGUA FRANCESE

TRADUZIONE IN LINGUA INGLESE

TRADUZIONE IN LINGUA SPAGNOLA

Pubblichiamo di seguito il Messaggio del Santo Padre Benedetto XVI in occasione della 16a Giornata Mondiale del Malato (11 febbraio 2008), che quest’anno sarà celebrata a livello diocesano, sul tema "L’Eucaristia, Lourdes e la cura pastorale dei malati":

MESSAGGIO DEL SANTO PADRE

Cari fratelli e sorelle!

1. L’11 febbraio, memoria della Beata Maria Vergine di Lourdes, si celebra la Giornata Mondiale del Malato, occasione propizia per riflettere sul senso del dolore e sul dovere cristiano di farsene carico in qualunque situazione esso si presenti. Quest’anno tale significativa ricorrenza si collega a due eventi importanti per la vita della Chiesa, come si comprende già dal tema scelto "L’Eucaristia, Lourdes e la cura pastorale dei malati": il 150° anniversario delle apparizioni dell’Immacolata a Lourdes, e la celebrazione del Congresso Eucaristico Internazionale a Québec, in Canada. In tal modo viene offerta una singolare opportunità per considerare la stretta connessione che esiste tra il Mistero eucaristico, il ruolo di Maria nel progetto salvifico e la realtà del dolore e della sofferenza dell’uomo.

I 150 anni dalle apparizioni di Lourdes ci invitano a volgere lo sguardo verso la Vergine Santa, la cui Immacolata Concezione costituisce il dono sublime e gratuito di Dio ad una donna, perché potesse aderire pienamente ai disegni divini con fede ferma e incrollabile, nonostante le prove e le sofferenze che avrebbe dovuto affrontare. Per questo Maria è modello di totale abbandono alla volontà di Dio: ha accolto nel cuore il Verbo eterno e lo ha concepito nel suo grembo verginale; si è fidata di Dio e, con l’anima trafitta dalla spada del dolore (cfr Lc 2,35), non ha esitato a condividere la passione del suo Figlio rinnovando sul Calvario ai piedi della Croce il "sì" dell’Annunciazione. Meditare sull’Immacolata Concezione di Maria è pertanto lasciarsi attrarre dal «sì» che l’ha congiunta mirabilmente alla missione di Cristo, redentore dell’umanità; è lasciarsi prendere e guidare per mano da Lei, per pronunciare a propria volta il "fiat" alla volontà di Dio con tutta l’esistenza intessuta di gioie e tristezze, di speranze e delusioni, nella consapevolezza che le prove, il dolore e la sofferenza rendono ricco di senso il nostro pellegrinaggio sulla terra.

2. Non si può contemplare Maria senza essere attratti da Cristo e non si può guardare a Cristo senza avvertire subito la presenza di Maria. Esiste un legame inscindibile tra la Madre e il Figlio generato nel suo seno per opera dello Spirito Santo, e questo legame lo avvertiamo, in maniera misteriosa, nel Sacramento dell’Eucaristia, come sin dai primi secoli i Padri della Chiesa e i teologi hanno messo in luce. "La carne nata da Maria, venendo dallo Spirito Santo, è il pane disceso dal cielo", afferma sant’Ilario di Poitiers, mentre nel Sacramentario Bergomense, del sec. IX, leggiamo: "Il suo grembo ha fatto fiorire un frutto, un pane che ci ha riempito di angelico dono. Maria ha restituito alla salvezza ciò che Eva aveva distrutto con la sua colpa". Osserva poi san Pier Damiani: "Quel corpo che la beatissima Vergine ha generato, ha nutrito nel suo grembo con cura materna, quel corpo dico, senza dubbio e non un altro, ora lo riceviamo dal sacro altare, e ne beviamo il sangue come sacramento della nostra redenzione. Questo ritiene la fede cattolica, questo fedelmente insegna la santa Chiesa". Il legame della Vergine Santa con il Figlio, Agnello immolato che toglie i peccati del mondo, si estende alla Chiesa Corpo mistico di Cristo. Maria - nota il Servo di Dio Giovanni Paolo II - è "donna eucaristica" con l’intera sua vita per cui la Chiesa, guardando a Lei come a suo modello, "è chiamata ad imitarla anche nel suo rapporto con questo Mistero santissimo" (Enc. Ecclesia de Eucharistia, 53). In questa ottica si comprende ancor più perché a Lourdes al culto della Beata Vergine Maria si unisce un forte e costante richiamo all’Eucaristia con quotidiane Celebrazioni eucaristiche, con l’adorazione del Santissimo Sacramento e la benedizione dei malati, che costituisce uno dei momenti più forti della sosta dei pellegrini presso la grotta di Massabielle.

La presenza a Lourdes di molti pellegrini ammalati e di volontari che li accompagnano aiuta a riflettere sulla materna e tenera premura che la Vergine manifesta verso il dolore e le sofferenza dell’uomo. Associata al Sacrificio di Cristo, Maria, Mater Dolorosa, che ai piedi della Croce soffre con il suo divin Figlio, viene sentita particolarmente vicina dalla comunità cristiana che si raccoglie attorno ai suoi membri sofferenti, i quali recano i segni della passione del Signore. Maria soffre con coloro che sono nella prova, con essi spera ed è loro conforto sostenendoli con il suo materno aiuto. E non è forse vero che l’esperienza spirituale di tanti ammalati spinge a comprendere sempre più che "il divin Redentore vuole penetrare nell’animo di ogni sofferente attraverso il cuore della sua Madre santissima, primizia e vertice di tutti i redenti"? (Giovanni Paolo II, Lett. ap. Salvifici doloris, 26).

 3. Se Lourdes ci conduce a meditare sull’amore materno della Vergine Immacolata per i suoi figli malati e sofferenti, il prossimo Congresso Eucaristico Internazionale sarà occasione per adorare Gesù Cristo presente nel Sacramento dell’altare, a Lui affidarci come a Speranza che non delude, Lui accogliere quale farmaco dell’immortalità che sana il fisico e lo spirito. Gesù Cristo ha redento il mondo con la sua sofferenza, con la sua morte e risurrezione e ha voluto restare con noi quale "pane della vita" nel nostro pellegrinaggio terreno. "L’Eucaristia dono di Dio per la vita del mondo": questo è il tema del Congresso Eucaristico che sottolinea come l’Eucaristia sia il dono che il Padre fa al mondo del proprio unico Figlio, incarnato e crocifisso. E’ Lui che ci raduna intorno alla mensa eucaristica, suscitando nei suoi discepoli un’attenzione amorevole per i sofferenti e gli ammalati, nei quali la comunità cristiana riconosce il volto del suo Signore. Come ho rilevato nell’Esortazione apostolica post-sinodale Sacramentum caritatis, "le nostre comunità, quando celebrano l’Eucaristia, devono prendere sempre più coscienza che il sacrificio di Cristo è per tutti e pertanto l’Eucaristia spinge ogni credente in Lui a farsi ‘pane spezzato’ per gli altri" (n. 88). Siamo così incoraggiati ad impegnarci in prima persona a servire i fratelli, specialmente quelli in difficoltà, poiché la vocazione di ogni cristiano è veramente quella di essere, insieme a Gesù, pane spezzato per la vita del mondo.

 4. Appare pertanto chiaro che proprio dall’Eucaristia la pastorale della salute deve attingere la forza spirituale necessaria a soccorrere efficacemente l’uomo e ad aiutarlo a comprendere il valore salvifico della propria sofferenza. Come ebbe a scrivere il Servo di Dio Giovanni Paolo II nella già citata Lettera apostolica Salvifici doloris, la Chiesa vede nei fratelli e nelle sorelle sofferenti quasi molteplici soggetti della forza soprannaturale di Cristo (cfr n. 27). Unito misteriosamente a Cristo, l’uomo che soffre con amore e docile abbandono alla volontà divina diventa offerta vivente per la salvezza del mondo. L’amato mio Predecessore affermava ancora che "quanto più l’uomo è minacciato dal peccato, quanto più pesanti sono le strutture del peccato che porta in sé il mondo d’oggi, tanto più grande è l’eloquenza che la sofferenza umana in sé possiede. E tanto più la Chiesa sente il bisogno di ricorrere al valore delle sofferenze umane per la salvezza del mondo" (ibid.). Se pertanto a Québec si contempla il mistero dell’Eucaristia dono di Dio per la vita del mondo, nella Giornata Mondiale del Malato, in un ideale parallelismo spirituale, non solo si celebra l’effettiva partecipazione della sofferenza umana all’opera salvifica di Dio, ma se ne possono godere, in certo senso, i preziosi frutti promessi a coloro che credono. Così il dolore, accolto con fede, diventa la porta per entrare nel mistero della sofferenza redentrice di Gesù e per giungere con Lui alla pace e alla felicità della sua Risurrezione.

 5. Mentre rivolgo il mio saluto cordiale a tutti gli ammalati e a quanti se ne prendono cura in diversi modi, invito le comunità diocesane e parrocchiali a celebrare la prossima Giornata Mondiale del Malato valorizzando appieno la felice coincidenza tra il 150° anniversario delle apparizioni di Nostra Signora a Lourdes e il Congresso Eucaristico Internazionale. Sia occasione per sottolineare l’importanza della Santa Messa, dell’Adorazione eucaristica e del culto dell’Eucaristia, facendo in modo che le Cappelle nei Centri sanitari diventino il cuore pulsante in cui Gesù si offre incessantemente al Padre per la vita dell’umanità. Anche la distribuzione ai malati dell’Eucaristia, fatta con decoro e spirito di preghiera, è vero conforto per chi soffre afflitto da ogni forma di infermità.

La prossima Giornata Mondiale del Malato sia inoltre propizia circostanza per invocare, in modo speciale, la materna protezione di Maria su quanti sono provati dalla malattia, sugli agenti sanitari e sugli operatori della pastorale sanitaria. Penso, in particolare, ai sacerdoti impegnati in questo campo, alle religiose e ai religiosi, ai volontari e a chiunque con fattiva dedizione si occupa di servire, nel corpo e nell’anima, gli ammalati e i bisognosi. Affido tutti a Maria, Madre di Dio e Madre nostra, Immacolata Concezione. Sia Lei ad aiutare ciascuno nel testimoniare che l’unica valida risposta al dolore e alla sofferenza umana è Cristo, il quale risorgendo ha vinto la morte e ci ha donato la vita che non conosce fine. Con questi sentimenti, di cuore imparto a tutti una speciale Benedizione Apostolica.

 Dal Vaticano, 11 gennaio 2008

 BENEDICTUS PP. XVI

[00080-01.01] [Testo originale: Italiano]

TRADUZIONE IN LINGUA FRANCESE

Chers frères et sœurs,

1. Le 11 février, fête de la bienheureuse Vierge Marie de Lourdes, est célébrée la Journée mondiale du Malade, occasion propice pour réfléchir sur le sens de la douleur et sur le devoir chrétien de l’assumer dans n’importe quelle circonstance où elle se présente. Cette année, cette célébration significative est unie à deux événements importants pour la vie de l’Église, comme on peut déjà le comprendre par le thème choisi : « L’Eucharistie, Lourdes et le soin pastoral des malades » : le 150e anniversaire des apparitions de l’Immaculée à Lourdes et la célébration du Congrès eucharistique international à Québec, au Canada. De cette manière, une opportunité particulière est offerte pour considérer la relation étroite entre le mystère eucharistique, le rôle de Marie dans le plan salvifique et la réalité de la douleur et de la souffrance de l’homme.

Les 150 ans des apparitions de Lourdes nous invitent à tourner le regard vers la Vierge sainte, dont l’immaculée conception constitue le don sublime et gratuit de Dieu à une femme, afin qu’elle pût adhérer pleinement aux desseins divins avec une foi ferme et inébranlable, malgré les épreuves et les souffrances qu’elle aurait dû affronter. Voilà pourquoi Marie est le modèle de l’abandon total à la volonté de Dieu : elle a accueilli le Verbe éternel dans son cœur et l’a conçu dans son sein virginal ; elle a eu confiance en Dieu et, l’âme transpercée d’une épée de douleur (cf. Lc 2,35), elle n’a pas hésité à partager la passion de son Fils, en renouvelant sur le Calvaire, au pied de la croix, le « oui » de l’annonciation. Méditer sur l’immaculée conception de Marie signifie donc se laisser attirer par le « oui » qui l’a unie admirablement à la mission du Christ, rédempteur de l’humanité ; c’est se laisser prendre par la main et guider par elle, pour prononcer à son tour le « fiat » à la volonté de Dieu, avec toute l’existence traversée de joies et de tristesses, d’espérances et de déceptions, en sachant que les épreuves, la douleur et la souffrance enrichissent notre pèlerinage sur la terre.

2. On ne peut contempler Marie sans être attiré par le Christ et on ne peut regarder le Christ sans percevoir immédiatement la présence de Marie. Il y a un lien inséparable entre la Mère et le Fils engendré dans son sein par l’œuvre de l’Esprit Saint, et ce lien nous le sentons, de manière mystérieuse, dans le sacrement de l’eucharistie, comme les Pères de l’Église et les théologiens l’ont mis en lumière dès les premiers siècles. « La chair née de Marie, venant de l’Esprit Saint, est le pain descendu du ciel », déclare saint Hilaire de Poitiers, tandis que dans le Sacramentaire « Bergomense » du IXème siècle, nous lisons : « Son sein a fait mûrir un fruit, un pain nous a rempli du don angélique. Marie a rendu au salut ce qu’Ève avait détruit par sa faute ». Saint Pierre Damien observe ensuite : « Ce corps que la très bienheureuse Vierge a engendré, a nourri dans son sein avec une sollicitude maternelle, ce corps dis-je, celui-là et pas un autre, nous le recevons à présent du saint autel et nous en buvons le sang comme sacrement de notre rédemption. Voilà ce que croit la foi catholique, ce qu’enseigne fidèlement la sainte Église ». Le lien de la Vierge sainte avec le Fils, agneau immolé qui enlève les péchés du monde, s’étend à l’Église, corps mystique du Christ. Marie, observe le Serviteur de Dieu Jean-Paul II, est « femme eucharistique » à travers toute sa vie et l’Église, la considérant comme son modèle, « est appelée à l’imiter également dans son rapport avec ce très saint mystère » (Ecclesia de Eucharistia, 53). Dans cette optique, on comprend encore mieux pourquoi à Lourdes, au culte de la bienheureuse Vierge Marie est associé un rappel fort et constant à l’eucharistie par des célébrations eucharistiques quotidiennes, par l’adoration du très saint sacrement et la bénédiction des malades, qui constitue un des temps les plus forts de la halte des pèlerins près de la grotte de Massabielle.

La présence à Lourdes de nombreux pèlerins malades et de bénévoles qui les accompagnent aide à réfléchir sur la bienveillance maternelle et tendre que manifeste la Vierge envers la douleur et la souffrance de l’homme. Associée au sacrifice du Christ, Marie, Mater Dolorosa, qui, au pied de la croix souffre avec son divin Fils, est particulièrement proche de la communauté chrétienne qui se rassemble autour de ses membres souffrants, qui portent les signes de la passion du Seigneur. Marie souffre avec ceux qui sont dans l’épreuve, elle espère avec eux et est leur réconfort en les soutenant de son aide maternelle. Et n’est-il pas vrai que l’expérience spirituelle de tant de malades incite à comprendre toujours plus que « le divin Rédempteur veut pénétrer dans l’âme de toute personne qui souffre, par l’intermédiaire du cœur de sa très sainte Mère, prémices et sommet de tous les rachetés ? » (Jean-Paul II, Salvifici doloris, 26).

3. Si Lourdes nous conduit à méditer sur l’amour maternel de la Vierge immaculée pour ses enfants malades et ceux qui souffrent, le prochain Congrès eucharistique international sera l’occasion d’adorer Jésus-Christ présent dans le sacrement de l’autel, de nous confier à lui comme l’espérance qui ne déçoit pas, de l’accueillir comme remède de l’immortalité qui guérit le corps et l’esprit. Jésus-Christ a racheté le monde par sa souffrance, par sa mort et sa résurrection et il a voulu rester avec nous comme « pain de la vie » dans notre pèlerinage terrestre. « L’Eucharistie don de Dieu pour la vie du monde » : voilà le thème du Congrès eucharistique qui souligne que l’eucharistie est le don de son Fils unique, incarné et crucifié, que le Père fait au monde. C’est lui qui nous réunit autour de la table eucharistique, en suscitant chez ses disciples une attention bienveillante envers les malades et ceux qui souffrent ; en eux, la communauté chrétienne reconnaît le visage du Seigneur. Comme je l’ai souligné dans l’exhortation apostolique post-synodale Sacramentum caritatis, « nos communautés, quand elles célèbrent l’eucharistie, doivent prendre toujours plus conscience que le sacrifice du Christ est pour tous, et que l’eucharistie presse alors toute personne qui croit en lui à se faire « pain rompu » pour les autres » (n.88). Ainsi, nous sommes encouragés à nous engager à la première personne à servir les frères, surtout ceux qui sont en difficulté, puisque la vocation de tout chrétien est d’être vraiment, avec Jésus, pain rompu pour la vie du monde.

4. Donc, il apparaît clairement que la pastorale de la santé doit puiser dans l’eucharistie la force spirituelle et nécessaire pour secourir efficacement l’homme et l’aider à comprendre la valeur salvifique de sa souffrance. Comme l’écrivit le Serviteur de Dieu Jean-Paul II dans la lettre apostolique déjà citée Salvifici doloris, l’Église voit dans les frères et les sœurs qui souffrent un peu comme de nombreux sujets de la force surnaturelle du Christ (cf. n.27). Uni mystérieusement au Christ, l’homme qui souffre avec amour et abandon docile à la volonté divine devient offrande vivante pour le salut du monde. Mon prédécesseur bien-aimé déclarait encore que : « Plus l’homme est menacé par le péché, plus sont lourdes les structures du péché que le monde actuel porte en lui-même, et plus est éloquente la souffrance humaine en elle-même. Et plus aussi l’Église éprouve le besoin de recourir à la valeur des souffrances humaines pour le salut du monde » (ibid.). Donc, si à Québec, on contemple le mystère de l’eucharistie don de Dieu pour la vie du monde, dans la Journée mondiale du Malade, dans un parallélisme spirituel idéal, non seulement on célèbre la participation effective de la souffrance humaine à l’œuvre salvifique de Dieu, mais dans un certain sens, on peut bénéficier également des précieux fruits promis à ceux qui croient. Ainsi, la douleur, acceptée avec foi, devient la porte pour entrer dans le mystère de la souffrance rédemptrice de Jésus et pour atteindre avec lui la paix et le bonheur de sa résurrection.

5. Tandis que j’adresse mon salut cordial à tous les malades et à ceux qui en prennent soin de diverses manières, j’invite les communautés diocésaines et paroissiales à célébrer la prochaine Journée mondiale du Malade en mettant pleinement en valeur l’heureuse coïncidence du 150e anniversaire des apparitions de Notre Dame à Lourdes et le Congrès eucharistique international. Que ce soit l’occasion de souligner l’importance de la sainte messe, de l’adoration eucharistique et du culte de l’eucharistie, en faisant en sorte que les chapelles dans les centres de santé deviennent le cœur battant où Jésus s’offre sans cesse au Père, pour la vie de l’humanité. De même, la distribution de l’eucharistie aux malades, effectuée avec respect et esprit de prière, est un véritable réconfort pour ceux qui souffrent et sont atteints de toute forme de maladie.

En outre, que la prochaine Journée mondiale du Malade soit une circonstance propice pour invoquer, de manière spéciale, la protection maternelle de Marie sur tous ceux qui sont éprouvés par la maladie, sur les personnels de santé et sur les ministres de la pastorale de la santé. Je pense plus particulièrement aux prêtres engagés dans ce domaine, aux religieuses et aux religieux, aux bénévoles et à quiconque s’occupe de servir avec beaucoup de dévouement, dans le corps et l’âme, les malades et les nécessiteux. Je les confie tous à Marie, Mère de Dieu et notre Mère, immaculée conception. Qu’elle aide chacun à témoigner que la seule réponse valable à la douleur et à la souffrance humaine est le Christ, qui en ressuscitant a vaincu la mort et nous a donné la vie qui n’a pas de fin. Avec ces sentiments, j’impartis de tout cœur, une bénédiction apostolique spéciale à tous.

Du Vatican, le 11 janvier 2008

BENEDICTUS PP. XVI

[00080-03.01] [Texte original: Italien]

TRADUZIONE IN LINGUA INGLESE

Dear Brothers and Sisters!

1. On 11 February, the memorial of the Blessed Mary Virgin of Lourdes, the World Day of the Sick will be celebrated, a propitious occasion to reflect on the meaning of pain and the Christian duty to take responsibility for it in whatever situation it arises. This year this significant day is connected to two important events for the life of the Church, as one already understands from the theme chosen ‘The Eucharist, Lourdes and Pastoral Care for the Sick’: the one hundred and fiftieth anniversary of the apparitions of the Immaculate Mary at Lourdes, and the celebration of the International Eucharistic Congress at Quebec in Canada. In this way, a remarkable opportunity to consider the close connection that exists between the Mystery of the Eucharist, the role of Mary in the project of salvation, and the reality of human pain and suffering, is offered to us.

The hundred and fifty years since the apparitions of Lourdes invite us to turn our gaze towards the Holy Virgin, whose Immaculate Conception constitutes the sublime and freely-given gift of God to a woman so that she could fully adhere to divine designs with a steady and unshakable faith, despite the tribulations and the sufferings that she would have to face. For this reason, Mary is a model of total self-abandonment to the will of God: she received in her heart the eternal Word and she conceived it in her virginal womb; she trusted to God and, with her soul pierced by a sword (cf. Lk 2:35), she did not hesitate to share the passion of her Son, renewing on Calvary at the foot of the Cross her ‘Yes’ of the Annunciation. To reflect upon the Immaculate Conception of Mary is thus to allow oneself to be attracted by the ‘Yes’ which joined her wonderfully to the mission of Christ, the redeemer of humanity; it is to allow oneself to be taken and led by her hand to pronounce in one’s turn ‘fiat’ to the will of God, with all one’s existence interwoven with joys and sadness, hopes and disappointments, in the awareness that tribulations, pain and suffering make rich the meaning of our pilgrimage on the earth.

2. One cannot contemplate Mary without being attracted by Christ and one cannot look at Christ without immediately perceiving the presence of Mary. There is an indissoluble link between the Mother and the Son, generated in her womb by work of the Holy Spirit, and this link we perceive, in a mysterious way, in the Sacrament of the Eucharist, as the Fathers of the Church and theologians pointed out from the early centuries onwards. ‘The flesh born of Mary, coming from the Holy Spirit, is bread descended from heaven’, observed St. Hilary of Poitiers. In the Bergomensium Sacramentary of the ninth century we read: ‘Her womb made flower a fruit, a bread that has filled us with an angelic gift. Mary restored to salvation what Eve had destroyed by her sin’. And St. Pier Damiani observed: ‘That body that the most blessed Virgin generated, nourished in her womb with maternal care, that body I say, without doubt and no other, we now receive from the sacred altar, and we drink its blood as a sacrament of our redemption. This is what the Catholic faith believes, this the holy Church faithfully teaches’. The link of the Holy Virgin with the Son, the sacrificed Lamb who takes away the sins of the world, is extended to the Church, the mystic Body of Christ. Mary, observes the Servant of God John Paul II, is a ‘woman of the Eucharist’ in her whole life, as a result of which the Church, seeing Mary as her model, ‘is also called to imitate her in her relationship with this most holy mystery’ (Encyclical Ecclesia de Eucharistia, n. 53). In this perspective one understands even further why in Lourdes the cult of the Blessed Virgin Mary is joined to a strong and constant reference to the Eucharist with daily Celebrations of the Eucharist, with adoration of the Most Holy Sacrament, and with the blessing of the sick, which constitutes one of the strongest moments of the visit of pilgrims to the grotto of Massabielle.

The presence of many sick pilgrims in Lourdes, and of the volunteers who accompany them, helps us to reflect on the maternal and tender care that the Virgin expresses towards human pain and suffering. Associated with the Sacrifice of Christ, Mary, Mater Dolorosa, who at the foot of the Cross suffers with her divine Son, is felt to be especially near by the Christian community, which gathers around its suffering members, who bear the signs of the passion of the Lord. Mary suffers with those who are in affliction, with them she hopes, and she is their comfort, supporting them with her maternal help. And is it not perhaps true that the spiritual experience of very many sick people leads us to understand increasingly that ‘the Divine Redeemer wishes to penetrate the soul of every sufferer through the heart of his holy Mother, the first and the most exalted of all the redeemed’? (John Paul II, Apostolic Letter, Salvifici doloris, n. 26).

3. If Lourdes leads us to reflect upon the maternal love of the Immaculate Virgin for her sick and suffering children, the next International Eucharistic Congress will be an opportunity to worship Jesus Christ present in the Sacrament of the altar, to entrust ourselves to him as Hope that does not disappoint, to receive him as that medicine of immortality which heals the body and the spirit. Jesus Christ redeemed the world through his suffering, his death and his resurrection, and he wanted to remain with us as the ‘bread of life’ on our earthly pilgrimage. ‘The Eucharist, Gift of God for the Life of the World’: this is the theme of the Eucharistic Congress and it emphasises how the Eucharist is the gift that the Father makes to the world of His only Son, incarnated and crucified. It is he who gathers us around the Eucharistic table, provoking in his disciples loving care for the suffering and the sick, in whom the Christian community recognises the face of its Lord. As I pointed out in the Post-Synodal Exhortation Sacramentum caritatis, ‘Our communities, when they celebrate the Eucharist, must become ever more conscious that the sacrifice of Christ is for all, and that the Eucharist thus compels all who believe in him to become "bread that is broken" for others’ (n. 88). We are thus encouraged to commit ourselves in the first person to helping our brethren, especially those in difficulty, because the vocation of every Christian is truly that of being, together with Jesus, bread that is broken for the life of the world.

4. It thus appears clear that it is specifically from the Eucharist that pastoral care in health must draw the necessary spiritual strength to come effectively to man’s aid and to help him to understand the salvific value of his own suffering. As the Servant of God John Paul II was to write in the already quoted Apostolic Letter Salvifici doloris, the Church sees in her suffering brothers and sisters as it were a multiple subject of the supernatural power of Christ (cf. n. 27). Mysteriously united to Christ, the man who suffers with love and meek self-abandonment to the will of God becomes a living offering for the salvation of the world. My beloved Predecessor also stated that ‘The more a person is threatened by sin, the heavier the structures of sin which today’s world brings with it, the greater is the eloquence which human suffering possesses in itself. And the more the Church feels the need to have recourse to the value of human sufferings for the salvation of the world’ (ibidem). If, therefore, at Quebec the mystery of the Eucharist, the gift of God for the life of the world, is contemplated during the World Day of the Sick in an ideal spiritual parallelism, not only will the actual participation of human suffering in the salvific work of God be celebrated, but the valuable fruits promised to those who believe can in a certain sense be enjoyed. Thus pain, received with faith, becomes the door by which to enter the mystery of the redemptive suffering of Jesus and to reach with him the peace and the happiness of his Resurrection.

5. While I extend my cordial greetings to all sick people and to all those who take care of them in various ways, I invite the diocesan and parish communities to celebrate the next World Day of the Sick by appreciating to the full the happy coinciding of the one hundred and fiftieth anniversary of the apparitions of Our Lady at Lourdes with the International Eucharistic Congress. May it be an occasion to emphasise the importance of the Holy Mass, of the Adoration of the Eucharist and of the cult of the Eucharist, so that chapels in our health-care centres become a beating heart in which Jesus offers himself unceasingly to the Father for the life of humanity! The distribution of the Eucharist to the sick as well, done with decorum and in a spirit of prayer, is true comfort for those who suffer, afflicted by all forms of infirmity.

May the next World Day of the Sick be, in addition, a propitious circumstance to invoke in a special way the maternal protection of Mary over those who are weighed down by illness; health-care workers; and workers in pastoral care in health! I think in particular of priests involved in this field, women and men religious, volunteers and all those who with active dedication are concerned to serve, in body and soul, the sick and those in need. I entrust all to Mary, the Mother of God and our Mother, the Immaculate Conception. May she help everyone in testifying that the only valid response to human pain and suffering is Christ, who in resurrecting defeated death and gave us the life that knows no end. With these feelings, from my heart I impart to everyone my special Apostolic Blessing.

From the Vatican, 11 January 2008

BENEDICTUS PP. XVI

[00080-02.01] [Original text: Italian]

TRADUZIONE IN LINGUA SPAGNOLA

¡Queridos hermanos y hermanas!

1. El 11 de febrero, conmemoración de la Beata María Virgen de Lourdes, se celebra la Jornada Mundial del Enfermo, ocasión propicia para reflexionar en torno al sentido del dolor cristiano y sobre el deber cristiano de ocuparnos de él bajo cualquier situación que se presente. Dicha significativa celebración está relacionada este año con dos acontecimientos importantes para la vida de la Iglesia, como lo manifiesta claramente el tema escogido "La Eucaristía, Lourdes y el cuidado pastoral de los enfermos": el 150° aniversario de las apariciones de la Inmaculada en Lourdes y la celebración del Congreso Eucarístico Internacional en Quebec, Canadá. De este modo, se brinda una oportunidad especial para considerar la estrecha relación que existe entre el Misterio eucarístico, el papel de María en el proyecto salvífico y la realidad del dolor y del sufrimiento humano.

Los 150 años de las apariciones de Lourdes nos invitan a dirigir nuestra mirada hacia la Virgen Santísima, cuya Inmaculada Concepción constituye el don sublime y gratuito de Dios a una mujer, a fin de que adhiriese totalmente a los designios divinos con una fe firme e inquebrantable, no obstante las pruebas y los sufrimientos que habría tenido que afrontar. Por esta razón, María es modelo de abandono total a la voluntad de Dios: acogió en su corazón el Verbo eterno y lo concibió en su seno virginal; se fió de Dios y, con el alma atravesada por la espada del dolor (cfr Lc 2,35), no vaciló en compartir la pasión de su Hijo renovando en el Calvario a los pies de la Cruz el "sí" de la Anunciación. Meditar sobre la Inmaculada Conepción de María es, pues, dejararse atraer por el «sí» que la unió admirablemente a la misión de Cristo, Redentor de la humanidad, y dejarse tomar y guíar de la mano por Ella, para pronunciar también nosotros el "fiat" a la voluntad de Dios con toda nuestra existencia entretejida de gozos y tristezas, de esperanzas y desilusiones, con la convicción de que las pruebas, el dolor y el sufrimiento enriquecen de sentido nuestra peregrinación en la tierra.

2. No se puede contemplar a María sin ser atraidos por Cristo y no se puede mirar a Cristo sin advertir de inmediato la presencia de María. Existe un vínculo inseparable entre la Madre y el Hijo generado en su seno por obra del Espíritu Santo, y este vínculo lo advertimos, de modo misterioso, en el Sacramento de la Eucaristía, tal como lo han puesto de relieve los Padres de la Iglesia y los teólogos. "La carne nacida de María, que viene del Espíritu Santo, es el pan que ha descendido del cielo", afirma san Hilario de Poitiers, mientras que en el Sacramentario Bergomense del siglo IX leemos: "Su seno ha hecho florecer un fruto, un pan que nos ha llenado de un don angelical. María ha restituido a la salvación lo que Eva había destruido con su culpa". Del mismo modo, Pier Damiani observa: "El cuerpo que la Beatísima Virgen generó y nutrió en su seno con cuidado materno, ese cuerpo digo, sin duda y no otro, ahora lo recibimos del sagrado altar, y bebemos la sangre como sacramento de nuestra redención. Esto cree la fe católica, esto enseña fielmente la santa Iglesia". El vínculo de la Virgen Santa con su Hijo, Cordero inmolado que quita los pecados del mundo, se extiende a la Iglesia Cuerpo místico de Cristo. María – afirma el Siervo de Dios Juan Pablo II – es "mujer eucarística" con toda su vida por lo que la Iglesia, contemplándola como su modelo "está llamada a imitarla también en su relación con este Misterio santísimo" (Enc. Ecclesia de Eucharistia, 53). En esta óptica se comprende aún más porqué en Lourdes al culto de la Beata Virgen María se une un fuerte y constante llamado a la Eucaristía mediante celebraciones eucarísticas cotidianas, con la adoración del Santísimo Sacramento y la bendición de los enfermos, que constituye uno de los momentos más fuertes cuando los peregrinos se detienen en la gruta de Massabielle.

La presencia en Lourdes de numerosos peregrinos enfermos y de voluntarios que los acompañan nos ayuda a reflexionar sobre la solicitud materna y tierna que la Virgen manifiesta hacia el dolor y el sufrimiento del hombre. Asociada al Sacrificio de Cristo, María, Mater Dolorosa, que a los pies de la Cruz sufre con su Hijo divino, es sentida cercana especialmente por la comunidad cristiana que se reune alrededor de sus miembros que sufren, los mismos que llevan consigo los signos de la pasión del Señor. María sufre con los que están en la prueba, con ellos espera y es su consuelo sosteniéndolos con su ayuda materna. ¿No es quizá verdad que la experiencia espiritual de muchos enfermos anima a comprender cada vez más que "el divino Redentor quiere penetrar en el ánimo de todo paciente a través del corazón de su Madre Santísima, primicia y vértice de todos los redimidos"? (Juan Pablo II, Carta. ap. Salvifici doloris, 26).

3. Si Lourdes nos lleva a meditar en el amor materno de la Virgen Inmaculada por sus hijos enfermos y los que sufren, el próximo Congreso Eucarístico Internacional será ocasión para adorar a Jesucristo presente en el Sacramento del altar, a El confiarnos como Esperanza que no defrauda, El acoge como medicamento de la inmortalidad que sana el físico y el espíritu. Jesucristo ha redimido el mundo con su sufrimiento, con su muerte y resurrección y ha querido permanecer con nosotros como "pan de la vida" en nuestra peregrinación terrena. "La Eucaristía don de Dios para la vida del mundo": este es el tema del Congreso Eucarístico y subraya que la Eucaristía es el don que el Padre hace al mundo de su Hijo unigénito, encarnado y crucificado. Es El que nos reune alrededor de la mesa eucarística, suscitando en sus discípulos una amorosa solicitud por los que sufren y los enfermos, en los cuales la comunidad cristiana reconoce el rostro de su Señor. Como he manifestado en la Exhortación apostólica post-sinodal Sacramentum caritatis, "nuestras comunidades, cuando celebran la Eucaristía, han de ser cada vez más conscientes de que el sacrificio de Cristo es para todos y que, por eso, la Eucaristía impulsa a todo el que cree en Él a hacerse ‘pan partido’ para los demás" (n. 88). De este modo estamos animados a comprometernos en primera persona para servir a los hermanos, especialmente a los que se encuentran en dificultad, ya que la vocación de cada cristiano es ser realmente, con Jesús, pan partido por la vida del mundo.

4. Por consiguiente, es claro que precisamente de la Eucaristía la pastoral de la salud debe obtener la fuerza espiritual que necesita para socorrer eficazmente al hombre y ayudarlo a comprender el valor salvífico de su sufrimiento. Como escribió el Siervo de Dios Juan Pablo II en la Carta apostólica Salvifici doloris, la Iglesia ve en los hermanos y en las hermanas que sufren como un sujeto múltiple de la fuerza sobrenatural de Cristo (cfr n. 27). Unido misteriosamente a Cristo, el hombre que sufre con amor y se abandona dócilmente a la voluntad divina se convierte en ofrenda viviente por la salvación del mundo. Mi amado Predecesor afirmaba también que "cuanto más se siente amenazado por el pecado, cuanto más pesadas son las estructuras del pecado que lleva en sí el mundo de hoy, tanto más grande es la elocuencia que posee en sí el sufrimiento humano. Y tanto más la Iglesia siente la necesidad de recurrir al valor de los sufrimientos humanos para la salvación del mundo" (ibid.). Por tanto, si en Quebec se contempla el misterio de la Eucaristía don de Dios para la vida del mundo, en la Jornada Mundial del Enfermo, en un ideal paralelismo espiritual, no sólo se celebra la efectiva participación del sufrimiento humano en la obra salvífica de Dios, sino en cierto sentido se pueden gozar los preciosos frutos prometidos a los que creen. De modo que el dolor, acogido con fe, se convierte en la puerta para entrar en el misterio del sufrimiento redentor de Jesús y para llegar con El a la paz y a la felicidad de su Resurrección.

5. Al mismo tiempo que dirijo mi saludo cordial a todos los enfermos y a los que de muchos modos se ocupan de ellos, invito a las comunidades diocesanas y parroquiales a celebrar la próxima Jornada Mundial del Enfermo valorando plenamente la feliz coincidencia entre el 150º aniversario de las apariciones de Nuestra Señora en Lourdes y el Congreso Eucarístico Internacional. Sea una ocasión para subrayar la importancia de la santa Misa, de la Adoración eucarística y del culto de la Eucaristía, de modo que las Capillas en los Centros sanitarios se conviertan en el corazón pulsante en el que Jesús se ofrece incesantemente al Padre por la vida de la humanidad. También la distribución de la Eucaristía a los enfermos, hecha con decoro y espíritu de oración, es una verdadera consolación para el que sufre por las aflicciones de toda enfermedad.

La próxima Jornada Mundial del Enfermo constituya también una circunstancia propicia para invocar de modo especial la protección materna de María a los que están probados por la enfermedad, a los agentes sanitarios y a los agentes de la pastoral sanitaria. Pienso de modo especial en los sacerdotes comprometidos en este campo, en las religiosas y en los religiosos, en los voluntarios y en todos los que con eficaz entrega sirven, en el cuerpo y en el alma, a los enfermos y a los necesitados. Confío todos a María, Madre de Dios y Madre nuestra, Inmaculada Concepción. Ella ayude para que cada uno atestigue que la única respuesta válida al dolor y al sufrimiento humano es Cristo que, resucitando ha vencido la muerte y nos ha donado la vida que no conoce término. Con estos sentimientos, de corazón imparto a todos una especial Bendición Apostólica.

Desde el Vaticano, 11 de enero de 2008

BENEDICTUS PP. XVI

[00080-04.01] [Texto original: Italiano]

[B0035-XX.02]