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L’UDIENZA GENERALE, 12.12.2007


L’UDIENZA GENERALE

CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE

SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE

L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 10.30 nell’Aula Paolo VI dove il Santo Padre ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli giunti dall’Italia e da ogni parte del mondo.

Nel discorso in lingua italiana, il Papa, continuando il ciclo di catechesi sui Padri Apostolici, si è soffermato sulla figura di San Paolino di Nola.

Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Santo Padre Benedetto XVI ha rivolto particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti.

L’Udienza Generale si è conclusa con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica impartita insieme ai Vescovi presenti.

CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

Cari fratelli e sorelle!

Il Padre della Chiesa a cui oggi volgiamo l’attenzione è san Paolino di Nola. Contemporaneo di sant’Agostino, al quale fu legato da viva amicizia, Paolino esercitò il suo ministero in Campania, a Nola, dove fu monaco, poi presbitero e Vescovo. Era però originario dell’Aquitania, nel sud della Francia, e precisamente di Bordeaux, dove era nato da famiglia altolocata. Qui ricevette una fine educazione letteraria, avendo come maestro il poeta Ausonio. Dalla sua terra si allontanò una prima volta per seguire la sua precoce carriera politica, che lo vide assurgere, ancora in giovane età, al ruolo di governatore della Campania. In questa carica pubblica fece ammirare le sue doti di saggezza e di mitezza. Fu in questo periodo che la grazia fece germogliare nel suo cuore il seme della conversione. Lo stimolo venne dalla fede semplice e intensa con cui il popolo onorava la tomba di un Santo, il martire Felice, nel Santuario dell’attuale Cimitile. Come responsabile della cosa pubblica, Paolino si interessò a questo Santuario e fece costruire un ospizio per i poveri e una strada per rendere più agevole l’accesso ai tanti pellegrini.

Mentre si adoperava per costruire la città terrena, egli andava scoprendo la strada verso la città celeste. L’incontro con Cristo fu il punto d’arrivo di un cammino laborioso, seminato di prove. Circostanze dolorose, a partire dal venir meno del favore dell’autorità politica, gli fecero toccare con mano la caducità delle cose. Una volta arrivato alla fede scriverà: "L’uomo senza Cristo è polvere ed ombra" (Carme X, 289). Desideroso di gettar luce sul senso dell’esistenza, si recò a Milano per porsi alla scuola di Ambrogio. Completò poi la formazione cristiana nella sua terra natale, ove ricevette il battesimo per le mani del Vescovo Delfino, di Bordeaux. Nel suo percorso di fede si colloca anche il matrimonio. Sposò infatti Terasia, una pia nobildonna di Barcellona, dalla quale ebbe un figlio. Avrebbe continuato a vivere da buon laico cristiano, se la morte del bimbo dopo pochi giorni non fosse intervenuta a scuoterlo, mostrandogli che altro era il disegno di Dio sulla sua vita. Si sentì in effetti chiamato a votarsi a Cristo in una rigorosa vita ascetica.

In pieno accordo con la moglie Terasia, vendette i suoi beni a vantaggio dei poveri e, insieme con lei, lasciò l’Aquitania per Nola, dove i due coniugi presero dimora accanto alla Basilica del protettore San Felice, vivendo ormai in casta fraternità, secondo una forma di vita alla quale anche altri si aggregarono. Il ritmo comunitario era tipicamente monastico, ma Paolino, che a Barcellona era stato ordinato presbitero, prese ad impegnarsi pure nel ministero sacerdotale a favore dei pellegrini. Ciò gli conciliò la simpatia e la fiducia della comunità cristiana, che, alla morte del Vescovo, verso il 409, volle sceglierlo come successore sulla cattedra di Nola. La sua azione pastorale si intensificò, caratterizzandosi per un’attenzione particolare verso i poveri. Lasciò l’immagine di un autentico Pastore della carità, come lo descrisse san Gregorio Magno nel capitolo III dei suoi Dialoghi, dove Paolino è scolpito nel gesto eroico di offrirsi prigioniero al posto del figlio di una vedova. L’episodio è storicamente discusso, ma rimane la figura di un Vescovo dal cuore grande, che seppe stare vicino al suo popolo nelle tristi contingenze delle invasioni barbariche.

La conversione di Paolino impressionò i contemporanei. Il suo maestro Ausonio, un poeta pagano, si sentì "tradito", e gli indirizzò parole aspre, rimproverandogli da un lato il "disprezzo", giudicato dissennato, dei beni materiali, dall’altro l’abbandono della vocazione di letterato. Paolino replicò che il suo donare ai poveri non significava disprezzo per i beni terreni, ma semmai una loro valorizzazione per il fine più alto della carità. Quanto agli impegni letterari, ciò da cui Paolino aveva preso congedo non era il talento poetico, che avrebbe continuato a coltivare, ma i moduli poetici ispirati alla mitologia e agli ideali pagani. Una nuova estetica governava ormai la sua sensibilità: era la bellezza del Dio incarnato, crocifisso e risorto, di cui egli si faceva adesso cantore. Non aveva lasciato, in realtà, la poesia, ma attingeva ormai dal Vangelo la sua ispirazione, come egli dice in questo verso: "Per me l’unica arte è la fede, e Cristo la mia poesia" ("At nobis ars una fides, et musica Christus": Carme XX, 32).

I suoi carmi sono canti di fede e di amore, nei quali la storia quotidiana dei piccoli e grandi eventi è colta come storia di salvezza, come storia di Dio con noi. Molti di questi componimenti, i cosiddetti "Carmi natalizi", sono legati all’annuale festa del martire Felice, che egli aveva eletto quale celeste Patrono. Ricordando san Felice, egli intendeva glorificare Cristo stesso, convinto com’era che l’intercessione del Santo gli avesse ottenuto la grazia della conversione: "Nella tua luce, gioioso, ho amato Cristo" (Carme XXI, 373). Questo stesso concetto egli volle esprimere ampliando lo spazio del Santuario con una nuova basilica, che fece decorare in modo che i dipinti, illustrati da opportune didascalie, costituissero per i pellegrini una catechesi visiva. Così egli spiegava il suo progetto in un Carme dedicato a un altro grande catecheta, san Niceta di Remesiana, mentre lo accompagnava nella visita alle sue Basiliche: "Ora voglio che tu contempli le pitture che si snodano in lunga serie sulle pareti dei portici dipinti… A noi è sembrata opera utile rappresentare con la pittura argomenti sacri in tutta la casa di Felice, nella speranza che, alla vista di queste immagini, la figura dipinta susciti l’interesse delle menti attonite dei contadini" (Carme XXVII, vv. 511.580-583). Ancora oggi si possono ammirare i resti di queste realizzazioni, che collocano a buon diritto il Santo nolano tra le figure di riferimento dell’archeologia cristiana.

Nell’asceterio di Cimitile la vita scorreva nella povertà, nella preghiera e tutta immersa nella "lectio divina". La Scrittura letta, meditata, assimilata, era la luce sotto il cui raggio il Santo nolano scrutava la sua anima nella tensione verso la perfezione. A chi rimaneva ammirato della decisione da lui presa di abbandonare i beni materiali, egli ricordava che tale gesto era ben lontano dal rappresentare già la piena conversione: "L’abbandono o la vendita dei beni temporali posseduti in questo mondo non costituisce il compimento, ma soltanto l’inizio della corsa nello stadio; non è, per così dire, il traguardo, ma solo la partenza. L’atleta infatti non vince allorché si spoglia, perché egli depone le sue vesti proprio per incominciare a lottare, mentre è degno di essere coronato vincitore solo dopo che avrà combattuto a dovere" (cfr Ep. XXIV, 7 a Sulpicio Severo).

Accanto all’ascesi e alla Parola di Dio, la carità: nella comunità monastica i poveri erano di casa. Ad essi Paolino non si limitava a fare l’elemosina: li accoglieva come fossero Cristo stesso. Aveva riservato per loro un reparto del monastero e, così facendo, gli sembrava non tanto di dare, ma di ricevere, nello scambio di doni tra l’accoglienza offerta e la gratitudine orante degli assistiti. Chiamava i poveri suoi "patroni" (cfr Ep. XIII,11 a Pammachio) e, osservando che erano alloggiati al piano inferiore, amava dire che la loro preghiera faceva da fondamento alla sua casa cfr Carme XXI, 393-394).

San Paolino non scrisse trattati di teologia, ma i suoi carmi e il denso epistolario sono ricchi di una teologia vissuta, intrisa di Parola di Dio, costantemente scrutata come luce per la vita. In particolare, emerge il senso della Chiesa come mistero di unità. La comunione era da lui vissuta soprattutto attraverso una spiccata pratica dell’amicizia spirituale. In questa Paolino fu un vero maestro, facendo della sua vita un crocevia di spiriti eletti: da Martino di Tours a Girolamo, da Ambrogio ad Agostino, da Delfino di Bordeaux a Niceta di Remesiana, da Vittricio di Rouen a Rufino di Aquileia, da Pammachio a Sulpicio Severo, e a tanti altri ancora, più o meno noti. Nascono in questo clima le intense pagine scritte ad Agostino. Al di là dei contenuti delle singole lettere, impressiona il calore con cui il Santo nolano canta l’amicizia stessa, quale manifestazione dell’unico corpo di Cristo animato dallo Spirito Santo. Ecco un brano significativo, agli inizi della corrispondenza tra i due amici: "Non c’è da meravigliarsi se noi, pur lontani, siamo presenti l’uno all’altro e senza esserci conosciuti ci conosciamo, poiché siamo membra di un solo corpo, abbiamo un unico capo, siamo inondati da un’unica grazia, viviamo di un solo pane, camminiamo su un’unica strada, abitiamo nella medesima casa" (Ep. 6, 2). Come si vede, una bellissima descrizione di che cosa significhi essere cristiani, essere Corpo di Cristo, vivere nella comunione della Chiesa. La teologia del nostro tempo ha trovato proprio nel concetto di comunione la chiave di approccio al mistero della Chiesa. La testimonianza di san Paolino di Nola ci aiuta a sentire la Chiesa, quale ce la presenta il Concilio Vaticano II, come sacramento dell’intima unione con Dio e così dell’unità di tutti noi e infine di tutto il genere umano (cfr Lumen gentium, 1). In questa prospettiva auguro a tutti voi un buon tempo di Avvento.

[01776-01.01] [Testo originale: Italiano]

SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE

Sintesi della catechesi in lingua francese

Sintesi della catechesi in lingua inglese

Sintesi della catechesi in lingua tedesca

Sintesi della catechesi in lingua spagnola

Sintesi della catechesi in lingua francese  

Chers Frères et Sœurs,

Un Père de l’Église retient ce matin toute notre attention, saint Paulin de Nole. Originaire de Bordeaux, il faisait partie d’une des plus riches familles. Après de brillantes études, il devint Gouverneur en Campanie. Voyant la foule se presser sur la tombe du martyr saint Félix, il se convertit. Il tomba en disgrâce auprès des responsables politiques, mais sa foi lui fit dire que « l’homme sans le Christ n’est que poussière et ombre » (Chant X, 289). Il se mit à l’école de saint Ambroise, puis compléta sa formation théologique à Bordeaux auprès de l’Évêque saint Delphin, de qui il reçut le Baptême. Il épousa une noble de Barcelone, Teresia, avec laquelle il eut un fils, qui mourut quelques jours après sa naissance. C’est alors qu’il se sentit appelé à suivre totalement le Christ dans une vie ascétique rigoureuse. Avec son épouse, il se retira à Nole, où ils vécurent en frère et sœur. Paulin fut ordonné prêtre à Barcelone. Vers 409, à la mort de l’Évêque de Nole, il fut choisi pour lui succéder. Il déploya son action pastorale notamment envers les pauvres. Il laisse l’image d’un authentique pasteur de la charité, donnant tous ses biens. De ses relations avec son précepteur Ausone, il garda le goût pour la poésie et les lettres. Mais c’est de l’Écriture qu’il tira son inspiration et la lumière pour son existence. La lectio divina le conduisait sur la voie de la perfection. Ses écrits sont des chants de foi et d’amour, et il en ressort aussi le sens de l’Église comme mystère d’unité, poussant les fidèles à l’amitié et à la communion spirituelle, sous la conduite de l’Esprit Saint. Le témoignage de Paulin de Nole nous aide aussi à comprendre ce que présente le Concile parlant de l’Église comme communion intime avec Dieu et de l’unité du genre humain.

Je suis heureux de vous accueillir chers pèlerins francophones. Que l’exemple de saint Paulin de Nole vous aide à grandir dans la foi et l’amour de Dieu en ce temps de l’Avent. Avec ma Bénédiction apostolique.

[01777-03.01] [Texte original: Français]

Sintesi della catechesi in lingua inglese

Dear Brothers and Sisters,

In our catechesis on the great teachers of the early Church, we now turn to Saint Paulinus, the Bishop of Nola in southern Italy. A native of Bordeaux in Gaul, Paulinus became the Roman governor of Campania, where, after encountering the depth of popular devotion to Saint Felix Martyr, he was led to embrace the Christian faith. After the tragic loss of their first child, he and his wife sold their goods and undertook a life of chastity and prayer. Ordained a priest and then Bishop of Nola, Paulinus distinguished himself by his charity to the poor during the troubled times of the barbarian invasions. A man of letters and a gifted poet, Paulinus placed his art at the service of Christ and the Church. In his poetry and his vast correspondence, Paulinus expressed his deep faith and his love of the poor. His letters to such contemporary churchmen as Saints Ambrose, Augustine, Jerome and Martin of Tours, reflect his asceticism, his deep sense of the Church’s communion and his cultivation of the practice of spiritual friendship as a means of experiencing that communion within the mystery of Christ’s mystical Body, enlivened by the Holy Spirit.

I am pleased to welcome all the English-speaking pilgrims and visitors present at today’s Audience, especially the newly professed Missionaries of Charity. In this Advent season, may your hearts be filled with hope as you prepare for the coming of our Saviour. Upon all of you, and upon those who have travelled here from Sweden, Malta, Australia, Singapore, Canada and the United States, I invoke God’s blessings of joy and peace.

[01778-02.01] [Original text: English]

Sintesi della catechesi in lingua tedesca

Liebe Brüder und Schwestern!

Im Mittelpunkt unserer heutigen Betrachtung steht der heilige Paulinus von Nola, ein Zeitgenosse und Freund des heiligen Augustinus. Paulinus entstammte einer vornehmen Familie aus Bordeaux und erhielt eine gute literarische Ausbildung. Früh schlug er die politische Laufbahn ein und wurde Statthalter in Kampanien. Dort wurde die Verehrung des Märtyrers Felix für ihn zu einem Schlüsselerlebnis auf seinem Weg zu einem echt christlichen Leben. Paulinus begab sich zunächst in die Schule des Ambrosius von Mailand, ehe er in seiner Heimat die Taufe empfing. Von mehreren Heimsuchungen getroffen beschlossen Paulinus und seine Frau Therasia, ihren Besitz zugunsten der Bedürftigen zu verkaufen und in Nola ein mönchisches Leben in Armut, Gebet und in der Betrachtung der Heiligen Schrift zu führen. Paulinus wurde Priester, kümmerte sich um Arme und Pilger und sorgte auch für die Erweiterung und Ausgestaltung des Heiligtums seines Schutzpatrons Felix. Um 409 wurde er schließlich zum Bischof von Nola gewählt, wo er bis zu seinem Tod im Jahre 431 wirkte. Mit seiner Bekehrung zum Mönchstum hat Paulinus sein Leben, besonders auch sein dichterisches Talent, ganz in den Dienst Christi gestellt. Die von ihm überlieferten Dichtungen sind Gesänge des Glaubens und der Liebe und zeugen ebenso wie sein umfangreiches Briefkorpus von einer gelebten, vom Wort Gottes durchtränkten Theologie. Gerade in seinen Briefen, durch die er wichtigen Gestalten seiner Zeit in geistlicher Freundschaft verbunden war, tritt die Kirche als Geheimnis der Einheit und Gemeinschaft zutage.

Mit Freude grüße ich alle deutschsprachigen Pilger und Besucher. „Der Mensch ohne Christus ist Staub und Schatten" (Carm. X, 289), schreibt Paulinus von Nola in einem seiner Gedichte. Durch den Glauben und in der Gemeinschaft der Kirche erfahren auch wir, daß Christus das Leben eines jeden von uns ist. Er ist die Hoffnung, die nicht trügt, sondern heilt und rettet. Der Herr begleite uns alle mit seiner Gnade und seiner Liebe.

[01779-05.01] [Originalsprache: Deutsch]

Sintesi della catechesi in lingua spagnola

Queridos hermanos y hermanas:

San Paulino de Nola se dedicó en un primer momento de su vida a la actividad política, destacando por su sabiduría y mansedumbre en su cargo como gobernador. El contacto con la fe sencilla e intensa del pueblo fue el comienzo de su camino de conversión, lleno de numerosas dificultades y pruebas. En Milán recibió de san Ambrosio su primera formación cristiana, bautizándose poco después. Más adelante, tras la muerte de su hijo recién nacido decidió, junto con su mujer, dar sus bienes a los pobres y fundar una comunidad monástica llevando una rigurosa vida de oración, meditación de la Escritura y caridad, acogiendo a los necesitados como si fueran el mismo Cristo. Asimismo, su labor como sacerdote y Obispo de Nola se caracterizó por una atención particular hacia los pobres y peregrinos, dejando la imagen de un Pastor siempre cercano a su pueblo en todas sus necesidades. Con su talento poético y su esmerada educación literaria escribió muchos cantos para exaltar la belleza del Dios encarnado, crucificado y resucitado. En sus escritos destaca sobre todo el sentido de la Iglesia como misterio de unidad.

Saludo cordialmente a los visitantes de lengua española. En particular, a las Siervas de María Ministras de los Enfermos, y a los distintos grupos venidos de España, México, Venezuela y de otros países latinoamericanos. Os animo a intensificar vuestra preparación para las Fiestas de Navidad siguiendo el ejemplo de oración y de caridad de san Paulino de Nola. Muchas gracias.

[01780-04.01] [Texto original: Español]

SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE

Saluto in lingua portoghese

Saluto in lingua polacca

Saluto in lingua slovacca

Saluto in lingua italiana

Saluto in lingua portoghese  

Ao saudar cordialmente os peregrinos e ouvintes de língua portuguesa, especialmente os que vieram de Portugal, dou-lhes as boas-vindas e faço votos por que todos vivam com alegria o tempo natalício que se avizinha, na prática das boas obras, especialmente nos seus lares, pelos caminhos da salvação de Cristo: muito Boas Festas e um Feliz Ano Novo, com a minha Bênção Apostólica!

[01781-06.01] [Texto original: Português]

Saluto in lingua polacca

Pozdrawiam obecnych tu Polaków. W adwentowej drodze na spotkanie z przychodzącym Chrystusem towarzyszy nam dziś św. Paulin z Noli. Daje przykład świętości nacechowanej ascezą, modlitwą i troską o ubogich i cierpiących. Jest to wskazanie zawsze aktualne. Niech na tej drodze Bóg błogosławi wam i waszym bliskim.

[Saluto i polacchi qui presenti. Nel cammino di avvento verso l’incontro con Cristo che viene ci accompagna oggi San Paolino di Nola. Ci dà un esempio di santità caratterizzata dall’ascesi, dalla preghiera e dalla cura per i poveri e sofferenti. E’ un’indicazione sempre attuale. In questo cammino Dio benedica voi e i vostri cari.]

[01782-09.01] [Testo originale: Polacco]

Saluto in lingua slovacca

S láskou pozdravujem slovenských pútnikov z Čadce – Kýčerky, Žiliny a Konskej. Bratia a sestry, prajem vám, aby ste prežívali tento Advent podľa vzoru Panny Márie v radostnom očakávaní Spasitel’a. Zo srdca žehnám vás i vašich drahých vo vlasti. Pochválený bud’ Ježiš Kristus!

[Saluto con affetto i pellegrini slovacchi da Čadca – Kíčerka, Žilina e Konská. Fratelli e sorelle, vi auguro di vivere questo tempo di Avvento come la Vergine Maria nella gioiosa attesa del Salvatore. Di cuore benedico voi ed i vostri cari in Patria. Sia lodato Gesù Cristo!]

[01783-AA.01] [Testo originale: Slovacco]

Saluto in lingua italiana

Rivolgo un cordiale saluto ai pellegrini di lingua italiana: grazie per la vostra presenza. In particolare, saluto i Militari del 6° Reggimento Genio Pionieri di Roma, e auguro a ciascuno di aderire sempre più a Cristo e al suo Vangelo. Saluto, poi, i rappresentanti della Federazione Italiana Panificatori e li ringrazio per il gradito dono dei panettoni destinati alle opere di carità del Papa: grazie di cuore.

Saluto, infine, i, giovani, i malati e gli sposi novelli. A voi, cari giovani, auguro di disporre i vostri cuori ad accogliere Gesù, che ci salva con la potenza del suo amore. A voi, cari malati, che nella vostra malattia sperimentate ancor più il peso della croce, le prossime feste natalizie apportino serenità e conforto. E voi, cari sposi novelli, che da poco tempo avete formato la vostra famiglia, crescete sempre più in quell'amore che Gesù nel suo Natale è venuto a donarci.

[01784-01.01] [Testo originale: Italiano]

[B0661-XX.01]