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CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE DEL CONGRESSO INTERNAZIONALE "ONTOGENESI E VITA UMANA"(ROMA, 15-17 NOVEMBRE 2007), 06.11.2007


CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE DEL CONGRESSO INTERNAZIONALE "ONTOGENESI E VITA UMANA"(ROMA, 15-17 NOVEMBRE 2007)

INTERVENTO DI S.E. MONS. GIANFRANCO RAVASI

INTERVENTO DEL PROF. PIETRO RAMELLINI

INTERVENTO DEL PROF. GIUSEPPE NOIA

INTERVENTO DI PADRE RAFAEL PASCUAL

Alle ore 11.30 di questa mattina, nell’Aula Giovanni Paolo II della Sala Stampa della Santa Sede, ha luogo la Conferenza Stampa di presentazione del Congresso Internazionale "Ontogenesi e vita umana", che si tiene a Roma dal 15 al 17 novembre, presso il Pontificio Ateneo "Regina Apostolorum".

L’evento fa parte del progetto STOQ (Science, Theology and the Ontological Quest), che coinvolge sei università pontificie romane (Lateranense, Gregoriana, "Regina Apostolorum", Salesiana, Santa Croce e San Tommaso), coordinate dal Pontificio Consiglio della Cultura, con il supporto della John Templeton Foundation e di altre istituzioni.

Prendono parte alla Conferenza Stampa: S.E. Mons. Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, il Prof. Pietro Ramellini, Docente del Master in Scienza e Fede presso il Pontificio Ateneo "Regina Apostolorum", il Prof. Giuseppe Noia, Docente di Medicina dell’Età Prenatale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, e Padre Rafael Pascual, Decano della Facoltà di Filosofia del Pontificio Ateneo "Regina Apostolorum".

Ne pubblichiamo di seguito gli interventi:

INTERVENTO DI S.E. MONS. GIANFRANCO RAVASI

Il Progetto STOQ

Il Congresso Internazionale sull’Ontogenesi e la vita umana nasce all’interno del Progetto STOQ (Science, Theology and the Ontological Quest), che, iniziato nel 2003 con un impegno del Pontificio Consiglio della Cultura e tre Università Pontificie Romane Laterano, Gregoriana e "Regina Apostolorum", oggi coinvolge altre tre università: Santa Croce, Angelicum, e Salesiana, e assume una forma ben articolata di insegnamento, ricerca e divulgazione. Queste tre parole indicano un preciso e costante indirizzo delle istituzioni coinvolte e ridistribuito in tre livelli diversi ma complementari.

Il primo e più fondamentale è il livello dell’insegnamento, con lo scopo di formare persone specializzate nel campo del dialogo tra scienza e fede, tramite programmi di studio (graduate studies) all’interno di ogni singola Università finalizzati al conseguimento di un titolo (Licenza o Master), con la possibilità di scambio di crediti accademici tra le diverse Università coinvolte nel progetto. I programmi sono destinati, sia agli studenti di filosofia e teologia delle Facoltà romane, laici ed ecclesiastici, sia a universitari con una solida formazione scientifica, che desiderino una conoscenza approfondita delle implicazioni filosofiche e teologiche della scienza moderna.

Il secondo livello è quello della ricerca, secondo diverse aree di specializzazione, distribuita secondo le varie università: "i problemi di una fondazione della filosofia della scienza e della natura", la formalizzazione sistematica del rapporto fra discipline scientifiche e umanistiche, con particolare attenzione ad una "Antropologia per il Terzo Millennio", ai "Rapporti fra Teologia, Filosofia e Scienze della vita", e ai risvolti etici, ossia la bioetica – campo privilegiato della ricerca dell’Università Pontificia "Regina Apostolorum", dove si svolgerà Congresso Internazionale sull’Ontogenesi e vita umana.

Nel terzo livello il progetto prevede la realizzazione di un insieme coordinato di attività di divulgazione utilizzando moderni mezzi di comunicazione, senza tralasciare la stampa cartacea. I risultati di programmi di ricerca, infatti, vengono pubblicati in una serie STOQ che oltre ad essere un contributo nelle ricerche, hanno un forte valore simbolico. È sufficiente ricordare che due volumi pubblicati in serie STOQ, nati nel contesto di dibattito e di ricerca dell’Università Pontificia "Regina Apostolorum", sono stati dedicati al complesso fenomeno della vita: Life and Organisms, e The Organism in Interdisciplinary Context, e possono essere considerati un’introduzione e una preparazione all’attuale Congresso Internazionale.

Questo triplice indirizzo è arricchito da altre iniziative, come la definizione di programmi congiunti con altre Università Statali e private, con la possibilità di ottenere un doppio riconoscimento; borse di studio per la realizzazione di tesi dottorali (– già in atto); l’organizzazione dei Congressi Internazionali, di cui il primo è stato realizzato nel 2005 alla Pontificia Università Lateranense toccando l’affascinante tema dell’Infinito in Scienza, Filosofia e Teologia. Il congresso attuale si terrà alla Pontificia Università "Regina Apostolorum", e verterà sull’Ontogenesi e la vita umana, un tema di grande importanza prevedendo la partecipazione di scienziati, giuristi, teologi e filosofi, da tutto il mondo per discutere insieme su alcune questioni della massima attualità nel campo del dialogo tra Scienza e Religione. Nel 2009, poi, in occasione del bicentenario dalla nascita di Darwin, e del centocinquantesimo della pubblicazione di Origine delle Specie, si terrà, alla Pontificia Università Gregoriana, un altro congresso dedicato al discusso problema dell’evoluzionismo: Evolution and Evolution Theories.

Non è possibile omettere il fatto che un sostanziale aiuto nello svolgere delle attività del Progetto STOQ è fornito grazie ad un impegno economico da parte della John Templeton Foundation, dell’Associazione "Scienza e Fede" e altri, che ci permettono di trovare continuità nel Progetto stimolandoci sempre più nell’impegno a favore delle iniziative intraprese.

I primi obiettivi raggiunti

Nei primi cinque anni della sua esistenza il progetto STOQ ha permesso di partecipare alle diverse iniziative a 650 studenti di 56 paesi, con conseguimento di 11 tesi di dottorato e decine di tesine di licenza, con più di 70 conferenze pubbliche e 12 workshop, insieme al citato primo Congresso Internazionale del 2005. Sono state coinvolte più di tremila persone di diversi paesi del mondo, mentre attualmente il numero stimato degli studenti partecipanti al Progetto è salito a 1400, senza considerare gli ospiti, i liberi partecipanti alle conferenze pubbliche, ai diversi workshop. La Conferenza Internazionale sull’Ontogenesi e vita umana, ospitata nelle aule della Pontificia Università "Regina Apostolorum", sarà aperta a scienziati, ricercatori, studenti e le persone interessate, e sarà trasmessa agli altri centri di ricerca e studio attraverso videoconferenze.

Lo scopo

Lo scopo ultimo del progetto, erede dei lavori della Commissione Galileo, nella sua ultima parte affidati alla guida del Cardinale Poupard, è contribuire al dialogo fra aree di ricerca e di studio che, nell’epoca moderna, si sono poco a poco separate. Si tratta di istituire ponti stabili e scambi fruttuosi tra scienza, filosofia e teologia, mediante il dialogo dei loro rispettivi cultori. Invitando ad insegnare ed a iniziare alla ricerca scientifica nelle facoltà di filosofia e teologia delle Università Pontificie scienziati provenienti da tutto il mondo, la Chiesa intende fornire un esempio fattivo di dialogo nelle facoltà scientifiche delle università private e statali, nel mostrando apertura verso i cultori di discipline filosofiche e teologiche. Il Progetto intende collocare questo dialogo al centro dell’interesse del dibattito culturale del mondo cattolico, cominciando dalla formazione degli studenti delle Università Pontificie Romane e proponendo un percorso di studio che si può definire un nuovo quadrivio per il Terzo Millennio. Il contributo delle persone e delle istituzioni coinvolte consiste, infatti, nell’impegno costante per la promozione di una mentalità nuova, aperta al dialogo tra scienza e fede, rispondendo all’esigenza, sempre più presente, di approfondimento e di specializzazione nei campi della ricerca scientifica, arricchiti da una riflessione filosofica e teologica, la cui mancanza si è avvertita per molto tempo nella cultura dominante.

[01553-01.01]

INTERVENTO DEL PROF. PIETRO RAMELLINI

Come un fiume carsico che scorra silenzioso ma gonfio di acque al di sotto dei nostri paesaggi culturali, il concetto di genesi attraversa e sottostà a tutte le discipline, sia teoretiche sia pratiche, della conoscenza umana.

Da un punto di vista generale, sia la biologia sia la biofilosofia dovrebbero essere particolarmente interessate ad esso, dal momento che così tanti fenomeni del mondo vivente sono legati ad un processo di genesi: dalla genetica alla filogenesi, dall'ontogenesi all'epigenesi, orme e tracce di concetti genetici e genesici sono diffuse pressoché ovunque. Tuttavia, è un fatto che una riflessione esplicita sulla genesi in biologia è stata raramente portata avanti dai teorici, fossero essi biologi generali o biofilosofi.

Pertanto, sembra che il nostro tempo sia davvero propizio per mettersi sulle tracce del concetto di genesi, accertandone la portata e l'estensione nel campo della biologia, e chiarendo vari punti teorici che lo riguardano. Da una prima indagine sulla letteratura rilevante, emerge così che non meno di sei diverse letture del termine 'genesi' sono state proposte dagli specialisti: 'genesi biologica' può ad esempio riferirsi al primo apparire di una qualche entità biologica, al suo cambiamento nel corso del tempo, agli agenti che determinano tale cambiamento in accordo con le leggi naturali, e così via.

Dal momento che la Conferenza STOQ è focalizzata sull'ontogenesi della vita umana, va poi riservata una speciale attenzione a qualsiasi tipo di genesi che abbia luogo durante lo sviluppo umano; in particolare, si può argomentare che la genesi di un organismo umano (nel senso del suo venire all'esistenza) avvenga istantaneamente, collocandosi in qualche punto tra il contatto dei gameti umani e l'incorporazione dello spermatozoo all'interno dell'ovocita.

Infine, qualche parola va anche spesa riguardo al posto che il concetto di genesi occupa, o dovrebbe occupare, nel sistema concettuale della biologia contemporanea. Come si è detto sopra, sembra che oggi l'importanza di tale concetto venga largamente sottostimata; una ragione di questo atteggiamento può essere che i biologi e i biofilosofi semplicemente non si accorgono di quanti termini e concetti biologici trovano la loro radice etimologica e teorica in un qualche tipo di genesi; un altro motivo è il timore che si faccia un'indebita confusione tra genesi caratterizzate da meccanismi causali completamente diversi, come è accaduto in passato nella comparazione tra ontogenesi (sviluppo dell'organismo) e filogenesi (evoluzione della stirpe).

Utilizzando una serie di metafore botaniche, si può dire che il concetto di genesi ha oggi lo statuto di un concetto-radice, visto che giace e si nasconde al di sotto di così tanta biologia; inoltre, si tratta di un concetto-gemma, poiché moltissime ramificazioni nei più vari campi della biologia gemmano da esso, che i teorici ne siano consapevoli o meno; infine, è un concetto-dormiente, perché come le gemme invernali attende che si risvegli l'interesse teorico nei suoi confronti.

Una volta riconosciuto il suo statuto epistemologico, si apre davanti a noi un intero campo di riflessioni: quanto profonde sono le radici del concetto, e quanto si estendono i suoi polloni? Si tratta di radici e gemme che contattano e si fondono con altri concetti genesici al di fuori della biologia? Oppure le genesi biologiche germinano e fioriscono in uno splendido isolamento concettuale?

Come ognuno può vedere, molto lavoro può essere condotto per coltivare questi intriganti campi interdisciplinari, in completa sintonia con il carattere squisitamente multidisciplinare, interdisciplinare e transdisciplinare del nostro progetto STOQ.

Le ragioni del Convegno possono così sintetizzarsi:

- un'occasione di riflessione comune tra esperti su un tema di grande rilevanza sia scientifica sia sociale;

- la sensibilizzazione di un più vasto uditorio relativamente al tema prescelto;

- la pubblicazioni di atti scientifici e di materiali divulgativi, per fornire a tutti gli interessati la possibilità di approfondire le tematiche trattate;

- la proposta di un metodo di lavoro interdisciplinare e interuniversitario, capace di gestire la complessità e la vastità dei problemi in gioco;

- la ricerca di un dialogo fruttuoso e costruttivo tra discipline epistemologicamente distanti e talora poco inclini a scambi di idee e opinioni.

L'idea è nata considerando l'importanza attuale del tema dello sviluppo umano. Come è noto, infatti, negli ultimi decenni questo problema, ed in particolare la questione dell'identità e dello statuto dell'embrione umano, ha sollevato numerosi e scottanti dibattiti bioetici, con importanti ripercussioni sulla vita sociale e politica di molte nazioni.

I contenuti del Convegno saranno organizzati intorno a quattro aree tematiche:

a) aspetti biologici

b) aspetti biomedici

c) aspetti filosofici e teologici

d) aspetti bioetici e giuridici.

Al termine di ciascuna giornata si terranno tavole rotonde, nelle quali i partecipanti avranno l'opportunità di intervenire in un dibattito aperto su questi argomenti.

La specificità maggiore del Convegno risiede probabilmente nello sforzo di coordinare l'attività di diverse Università sia laiche sia religiose, coinvolgendo esperti di fama internazionale e collaborando con la Pontificia Accademia per la Vita e con il Pontificio Consiglio per la Cultura; in questo senso, l'Ateneo Pontificio 'Regina Apostolorum' di Roma si è mosso come polo di riferimento per le tematiche biologiche e biomediche del Progetto STOQ (Science, Theology and the Ontological Quest), con l'aiuto finanziario della John Templeton Foundation.

L'aspettativa più importante è quella di promuovere il dialogo tra studiosi di diverso orientamento e di diverse scuole di pensiero, animati tuttavia da uno sforzo comune per la ricerca della verità, e di una verità profondamente rivolta e orientata all'umanità e alla sua promozione.

Con il termine ontogenesi i biologi intendono, in generale, la genesi di un organismo vivente, dalla sua origine, attraverso il suo continuo cambiamento e sviluppo, eventualmente fino allo stadio adulto e oltre. Si tratta quindi di uno dei tanti esempi di genesi biologica, un tema che attraversa tutti i più importanti aspetti dello studio del vivente, dalla filogenesi alla genetica, dalla biogenesi alla generazione, e così via.

[01554-01.01]

INTERVENTO DEL PROF. GIUSEPPE NOIA

Lo stato di salute della donna e i primi otto giorni dell’embrione

Inquadrare questo aspetto significa rivisitare temporalmente le tre fasi esistenziali di ogni donna: l'infanzia, l'adolescenza e l'età adulta, come tre barche che solcano lo stesso mare, separate da una sequenza temporale, ma sulla stessa rotta della vita. Lo sguardo iniziale ci fa cogliere ciò che l'informazione, attraverso i media ci fornisce:

A) l'infanzia deturpata (pedofilia, violenza intrafamiliare, che vedono le bambine coinvolte nel 60% dei casi, la prostituzione minorile di bambine oggetto del turismo sessuale e di minori usate nel fenomeno dell'immigrazione clandestina).

B) l'adolescenza malata di progettualità e di ideali, in continua fuga dal criterio di responsabilità nell'uso del corpo, degli affetti e della sessualità per rifugiarsi nell' "oggi e subito", un "carpe diem" misero, pieno di solitudine e individualismo, senza radici col passato e proiezioni nel futuro. Una adolesceza malata dentro ma anche nel fisico: l'aumento delle malattie a trasmissione sessuale con i rischi dell'aumento della sterilità (da infezioni di clamidia e micloplasma), aumento della prevalenza di tumori al collo dell'utero (legate all'infezione da papillomavirus) e infine il rischio della vita stessa (7000 giovani ogni anno contraggono l' HIV).
Un'adolescenza in cui viene inoculato il falso concetto del "sesso sicuro" ma che sicuro non è (vedi sopra) e quando si verifica la gravidanza indirizza verso la "soluzione dell'aborto volontario", che soluzione non è e non sarà mai (negli ultimi 3 anni gli aborti volontari sono aumentati nella fascia di età fra 15 e 19 anni). Esso aggiungerà dolore e sofferenza psicologica per tutta la vita. In definitiva il pianeta adolescenza può essere paragonato a Pinocchio (adolescenza); Geppetto, la Fata Turchina e il Grillo Parlante potremmo immaginarceli come le agenzie educative buone e normali mentre Lucignolo, il Gatto e la Volpe e Mangiafuoco ecc. ecc... sarebbero le "agenzie educative alternative" (TV, internet, la stampa alternativa, il branco, il mondo della trasgressione e delle vecchie e nuove dipendenze come alcool, droga, farmaci e playstation, la tecnologia del virtuale e l'esoterismo).

C) un'età adulta gravata pesantemente da una ipermedicalizzazione della gravidanza e del parto con un aumento inverosimile di diagnosi prenatali e di tagli cesari, un aumento della sterilità e della infertilità (nel contesto attuale la donna passa la prima parte della sua vita a non avere figli e la seconda parte ad averlo a tutti i costi!), una richiesta sempre maggiore di interruzioni di gravidanza falsamente sicure e non medicalizzate come la pillola del giorno dopo e la pillola del mese dopo (RU486).

A questo panorama globale di desolazione e di attacchi alla salute della donna si può rispondere fornendo esempi di medicina della speranza affinché si muovano reali politiche a difesa della donna, della sua vita procreativa e della famiglia. All'informazione bisogna rispondere con la conoscenza, perché l'informazione spesso è superficiale e frettolosa mentre la conoscenza usa il tempo per elaborare e pensare seriamente, soffre "la riflessione" perché la posta in gioco è molto importante: la verità sulla persona umana. I "benpensanti", scrive Ravasi, sono quelli che cercano l’audience e cavalcano la moda, l'onda del consenso; "coloro che pensano bene" , invece, non hanno la necessità dell'apparire e dello ‘scoop’ ma impegnano la propria vita a cercare in profondità la verità sulla persona umana e quindi devono andare, oggi, controcorrente. "Se vuoi trovare la sorgente, devi andare controcorrente" (Giovanni Paolo II, Trittico Romano, 2002). È questa la sorgente importante: la verità sulla persona umana, la sua dignità, la sua sacralità sono gli elementi per i quali si va controcorrente.

L'Organizzazione Mondiale della Sanità ritiene che nei prossimi anni la depressione diventerà la prima causa d'invalidità al mondo con gravi ripercussioni sia sul piano del lavoro che del mondo familiare. In Italia undici milioni di persone sono colpite da varie tipologie di depressione; il 70% sono donne e di queste il 40% sono casalinghe, con disagi psicologici di varia entità: di queste il 5% è affetto da depressione maggiore con un picco intorno ai 40 anni. Come tutti sanno la depressione predispone al consumo di alcool e droghe, a forme di dipendenza di vario ordine e grado, fra cui la bulimia. Pensare che tutto un mondo di veri e propri attacchi alla salute della donna, dall'infanzia all'adolescenza sino alla vita adulta, non possa colpire profondamente l'anima e la mente delle donne non è reale: è il cuore delle donne, è la mente delle donne, in definitiva è l'anima delle donne che viene colpita dalla cultura della morte. Si può rispondere con una cultura della speranza: la scienza della procreazione ha scoperto il protagonismo biologico dell'embrione. Helen Pearson ha scritto su NATURE nel 2002: "Your destiny from day one" ("Il tuo destino dal giorno uno"). Il ‘giorno uno’ è il giorno dell'embrione unicellulare (lo zigote) che attraverso un protagonismo biologico realmente e scientificamente evidente si presenta con le sue cinque caratteristiche: 1- L'identità umana (46 cromosomi); 2- La sua individualità e unicità (modelli matematici ne hanno dichiarato la fondatezza); 3- La sua autonomia biologica (noi tutti siamo vissuti per circa 8 giorni, dal concepimento fino all'impianto, senza fonti ossigenative dirette ma utilizzando l'energia trasformata dal materiale tubarico che circondava le nostre cellule iniziali); 4- L'assunzione del piano-programma genomico con una "capacità manageriale" eccezionale tra gli esseri viventi, con gradualità, continuità e coordinazione; 5- Il cross-talk (colloquio incrociato con la madre) ai fini dell'impianto e della tolleranza immunologica. Giustamente il British Medical Journal, nell'editoriale del novembre 2000, affermava: "l'embrione non è passivo: è un attivo direttore d'orchestra del suo impianto e del suo destino futuro". Questa affermazione, al di là delle sue implicazioni poetiche che vedono l'embrione, e quindi ciascuno di noi, dirigere la sinfonia della vita fatta di luce, di sole, di sentimenti, di gioia, di dolore come le varie parti di uno spartito assolutamente unico nel teatro della storia dell'umanità, ha profonde implicazioni scientifico-biologiche che spiegano le osservazioni scientifiche cui sono pervenuti molti studiosi negli ultimi 20 anni. Il protagonismo biologico dell'embrione e la sua relazionalità con la madre fatta di messaggi ormonali, immunologici, biochimici sono le condizioni indispensabili perché si abbia un "buon impianto" e dal "buon impianto" si avrà una normale "trofoblastizzazione", vale a dire la formazione di una placenta che permetterà lo scambio ottimale di ossigeno e nutrizionali importanti per la crescita dell'embrione e del feto. Un peso normale alla nascita (3200-3500 gr) quindi dipende dalla placenta e a sua volta la buona placentazione dipende dall'impianto. I dati relativi ad alcune patologie dell'infanzia ci dicono che esiste un fenomeno di catch up growth per cui bambini nati sottopeso alla nascita diventano obesi nella prima infanzia (obesity rebound) (Jaquet et Al. 2005). In questi bambini è spesso presente una insulino-resistenza e in un gruppo di adolescenti studiati (nati sottopeso) il rischio di sindrome metabolica (condizione patologica gravata da problemi vascolari di diversa entità) fino a una età di 22 anni è circa 9 volte superiore rispetto ad altri adolescenti di peso normale. La sindrome metabolica, a sua volta, è presente nel 37% di ragazze adolescenti che hanno un disturbo endocrino che viene definito sindrome dell'ovaio policistico. Secondo altri autori (Hergaz et Al. 2005) nelle bambine sottopeso si ha un 10% di sindrome dell'ovaio policistico all'adolescenza e una precoce androgenizzazione nel 5% dei casi. Nella vita più adulta anche i disturbi del comportamento alimentare vengono correlati con bassi pesi alla nascita. Infine una reale prevalenza maggiore di patologie circolatorie, dislipidemie, diabete e diverse alterazioni vascolari è stata riscontrata in adulti che avevano avuto un basso peso alla nascita. La conclusione è facilmente intuibile: il protagonismo biologico dell'embrione non è solo un'evidenza della relazione che si instaura subito dopo il concepimento ma è espressione di un momento importantissimo che validerà la salute e la vita futura dell'essere umano: "your destiny from day one" una frase apparentemente sibillina se letta in maniera puntiforme ma se la collochiamo nella visione della continuità biologica dell'embrione la comprendiamo nella sua reale scientificità e la possiamo unire all'affermazione fatta nell'editoriale del British Medical Journal: "l'embrione non è passivo: è un attivo direttore d'orchestra del suo impianto e del suo destino futuro".

[01571-01.01] [Testo originale: Italiano]

INTERVENTO DI PADRE RAFAEL PASCUAL

Quest’anno l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum ha ricevuto l’incarico e la responsabilità, di organizzare il secondo Congresso STOQ, dopo quello realizzato due anni fa nella Pontificia Università Lateranense sul tema dell’infinito nella scienza, la filosofia e la teologia.

Sebbene l’Ateneo sia la più giovane istituzione universitaria nell’ambito delle università pontificie di Roma, si è distinto in questi anni per il suo dinamismo nelle iniziative intraprese e per l’impegno accademico. È stato il primo ad istituire un Master in scienza e fede, che adesso si trova al sesto anno di attività. D’altra parte, sin dall’inizio ha fatto parte nel Progetto STOQ, nato nel 2003, insieme alla Pontificia Università Gregoriana e la Pontificia Università Lateranense, sotto gli auspici del Pontificio Consiglio della Cultura, e con il supporto della John Templeton Foundation.

Il Progetto STOQ si è prefissato di organizzare ogni due anni un congresso presso una delle istituzioni associate. Per l’anno 2007, il tema scelto è quello dell’ontogenesi: "Ontogenesi e vita umana". E ciò per due motivi: prima di tutto perché l’Ateneo offre come campo specifico di ricerca all’interno del Progetto STOQ quello delle scienze della vita, grazie al fatto di avere una facoltà di bioetica, la prima al mondo. In secondo luogo, perché vogliamo sviluppare le tematiche scaturite da un altro congresso internazionale, da noi organizzato cinque anni fa, sul tema dell’evoluzione, come crocevia di scienza, filosofia e teologia, i cui atti furono pubblicati tre anni or sono.

Proprio durante quel congresso abbiamo ravvisato il bisogno di affrontare il tema dell’origine del singolo organismo, in cui si ha un processo di sviluppo che è stato interpretato da certi autori come analogo o parallelo a quello dell’evoluzione delle specie. Infatti, secondo quello che si conosce come la legge biogenetica fondamentale, l’ontogenesi sarebbe una ricapitolazione della filogenesi. Con tutti i limiti e le precauzioni da prendere al riguardo, non ci sono dubbi che lo studio dell’ontogenesi possa essere significativo per capire meglio che cosa sia la vita, e come questa abbia potuto evolversi. Uno dei nuovi sviluppi di ricerca per cercare di spiegare i processi evolutivi si trova proprio nello studio dello sviluppo degli organismi, quello che oggi si conosce come evo-devo (dall’inglese: evolutionary developmental biology, ovvero biologia evoluzionistica dello sviluppo).

D’altra parte, lo studio della vita umana dal punto di vista della sua origine individuale acquista un interesse particolare nel mondo odierno, nel quale ci troviamo ad affrontare tutte le questioni bioetiche riguardanti la fecondazione artificiale, la clonazione, la manipolazione genetica di diverso genere, la sperimentazione con cellule staminali embrionarie, l’ibridazione embrionale, e così via.

In questo modo, ci disponiamo inoltre a continuare queste ricerche con il prossimo congresso STOQ, che sarà organizzato dalla Pontificia Università Gregoriana, nel marzo del 2009, su "Evoluzione e teorie evolutive", in occasione del 150 anniversario della pubblicazione del libro L’origine delle specie di Charles Darwin.

[01555-01.01] [Testo originale: Italiano]

[B0577-XX.04]