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MESSAGGIO DEL SANTO PADRE AL PRIORE GENERALE DELL’ORDINE DEI FRATELLI DELLA BEATA VERGINE MARIA DEL MONTE CARMELO, 05.09.2007


MESSAGGIO DEL SANTO PADRE AL PRIORE GENERALE DELL’ORDINE DEI FRATELLI DELLA BEATA VERGINE MARIA DEL MONTE CARMELO

Pubblichiamo di seguito il Messaggio che il Santo Padre Benedetto XVI ha inviato al Rev.mo Padre Joseph Chalmers, Priore Generale dell’Ordine dei Fratelli della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo:

● MESSAGGIO DEL SANTO PADRE

Al Reverendissimo Padre
JOSEPH CHALMERS
Priore Generale
dell'Ordine dei Fratelli
della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo

Sono lieto di apprendere che codesto antico ed illustre Ordine si appresta a celebrare nel prossimo settembre il suo Capitolo Generale in occasione dell’ottavo centenario della consegna da parte di sant'Alberto, Patriarca di Gerusalemme (1205-1214), della formula vitæ a cui si ispirarono gli eremiti latini che presero dimora «accanto alla Fonte sul Monte Carmelo» (Regola carmelitana, 1). Si tratta del primo riconoscimento da parte della Chiesa di questo gruppo di uomini, che avevano lasciato tutto per vivere nell'ossequio di Gesù Cristo, imitando i sublimi esempi della Beata Vergine Maria e del profeta Elia. L'iter canonico si concluse con alcuni emendamenti, a cui seguì, nel 1247, l'approvazione della Regola da parte del mio Predecessore, Papa Innocenzo IV.

Per una felice coincidenza, quest'anno l'Ordine del Carmelo vive anche altre ricorrenze sentite come momenti di grazia, quali il settimo centenario del pio transito di sant'Alberto di Trapani, chiamato Pater Ordinis, e il quarto centenario dell'ingresso nella vita eterna di santa Maria Maddalena de' Pazzi, la Serafina del Carmelo. È pertanto per me motivo di intima gioia poter esprimere la mia partecipazione all’intensa esperienza spirituale che la Famiglia carmelitana vivrà in occasione del Capitolo.

I primi carmelitani si recarono sul Monte Carmelo perché credevano nell'amore di Dio che aveva tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito (cfr Gv 3,16). Essi, accogliendo la signoria del Cristo sulle loro vite, si resero disponibili ad essere trasformati dal suo amore. È, questa, la scelta di fondo davanti alla quale è posto ogni cristiano. Lo rilevavo nella mia prima Enciclica: «All'inizio dell'essere cristiano non c'è una decisione etica o una grande idea, bensì l'incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva» (Deus caritas est, 1). Se questa sfida vale per il cristiano, quanto maggiormente deve sentirsi da essa interpellato il carmelitano, la cui vocazione è la salita al monte della perfezione!

Sappiamo bene, tuttavia, che non è per nulla facile vivere fedelmente questa chiamata. In un certo senso, c'è bisogno di proteggersi con delle armature dalle insidie del mondo. Lo ricorda anche la Regola carmelitana: «I fianchi debbono cingersi col cingolo della castità; il petto deve fortificarsi con pensieri santi, perché sta scritto: "Il pensiero santo ti renderà incolume". Bisogna indossare la corazza della giustizia, in modo che abbiate ad amare il Signore Dio vostro con tutto il cuore, e con tutta l'anima e con tutta la forza, e il prossimo vostro come voi stessi. In tutte le cose deve impugnarsi lo scudo della fede, per mezzo del quale possiate spegnere tutti i dardi infuocati del maligno» (n. 18). E ancora: «La spada dello Spirito, che è la Parola di Dio, abiti in abbondanza nella vostra bocca e nei vostri cuori e tutte le cose che dovete fare, fatele nel nome del Signore» (n. 19). Molte donne e uomini hanno raggiunto la santità vivendo con fedeltà creativa i valori della Regola carmelitana. Guardando a loro, come a tutti gli altri discepoli che hanno seguito fedelmente Cristo, «per un motivo in più ci sentiamo spinti a ricercare la Città futura e insieme ci è insegnata la via sicurissima per la quale, tra le mutevoli cose del mondo, potremo arrivare alla perfetta unione con Cristo, cioè alla santità, secondo lo stato e la condizione propria di ciascuno» (Cost. Lumen gentium, 50).

Il tema della vostra assise capitolare - In obsequio Jesu Christi. Comunità orante e profetica in un mondo che cambia - ben evidenzia lo stile peculiare con il quale l'Ordine del Carmelo cerca di rispondere all'amore di Dio per mezzo di una vita intrisa di orazione, fraternità e spirito profetico. Nel cuore della vostra Regola c'è il precetto di convenire ogni mattina per la celebrazione eucaristica. È nell'Eucaristia, infatti, che «si rivela il disegno di amore che guida tutta la storia della salvezza... e l'intera vita divina ci raggiunge e si partecipa a noi nella forma del Sacramento» (Esortaz. ap. Sacramentum caritatis, 8). Di questo erano già pienamente consapevoli i primi carmelitani, che perseguivano la personale santificazione mediante la diuturna partecipazione al Banchetto eucaristico: infatti la celebrazione quotidiana dell'Eucaristia innesca «un processo di trasformazione della realtà, il cui termine ultimo sarà la trasfigurazione del mondo intero, fino a quella condizione in cui Dio sarà tutto in tutti (cfr 1 Cor 15,28)» (Ibid. n. 11).

Con lo sguardo fisso sul Cristo e confidando nell'aiuto dei santi che nel corso di questi otto secoli hanno incarnato i dettami della Regola del Carmelo, ciascun membro dell’Ordine dei Fratelli della B.M.V. del Monte Carmelo si senta chiamato ad essere testimone credibile della dimensione spirituale propria di ogni essere umano. I fedeli laici potranno così trovare nelle comunità carmelitane delle autentiche «"scuole" di preghiera, dove l'incontro con Cristo non si esprima soltanto in implorazione di aiuto, ma anche in rendimento di grazie, lode, adorazione, contemplazione, ascolto, ardore di affetti, fino ad un vero "invaghimento" del cuore» (Giovanni Paolo II, Lett. ap. Novo millennio ineunte, 6 gennaio 2001, 33). La Beata Vergine Maria, Madre e decoro del Carmelo, assista i Carmelitani e le Carmelitane, i membri del Terz'Ordine e quanti a vario titolo partecipano alla grande Famiglia del Carmelo, ed insegni loro ad obbedire alla Parola di Dio e a conservarla nei loro cuori, meditandola quotidianamente. Il profeta Elia li renda gelosi assertori del Dio vivente, e li guidi alla santa montagna ove sia loro dato di percepire la brezza leggera della Divina Presenza.

Con questi sentimenti, mentre invoco sull’intera Famiglia carmelitana l’abbondanza dei doni di una rinnovata Pentecoste che ne aumenti lo zelo per il Signore, a tutti imparto di cuore, con uno speciale pensiero per i Capitolari, l’Apostolica Benedizione.

Castel Gandolfo, 14 agosto 2007

BENEDICTUS PP. XVI

[01211-01.01] [Testo originale: Italiano]