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VISITA DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI A VIGEVANO E PAVIA (21-22 APRILE 2007) (I), 21.04.2007


SALUTO DEL PAPA AI GIOVANI E AGLI AMMALATI A VIGEVANO 

Alle 15.30 di oggi il Santo Padre Benedetto XVI parte in aereo dall’aeroporto di Ciampino (Roma) per la Visita Pastorale a Vigevano e Pavia.
Dopo lo scalo tecnico a Milano-Linate, l’arrivo in elicottero allo stadio "Dante Merlo" di Vigevano, dove sono riuniti i ragazzi delle Scuole e delle Società sportive locali, è previsto per le ore 16.50.
Quindi, dopo l’accoglienza delle Autorità politiche, civili ed ecclesiastiche, il Santo Padre si trasferisce in "papamobile" al centro della città. Lungo il tragitto, il corteo passa davanti al Monastero di clausura delle Adoratrici Perpetue del Santissimo Sacramento che salutano il Papa dal sagrato della chiesa.
Alle 17.15 il Santo Padre arriva in Vescovado e dal balcone centrale si affaccia su Piazza Sant’Ambrogio dove sono presenti i giovani e gli ammalati.
Qui, introdotto dall’indirizzo di omaggio del Sindaco di Vigevano, Prof. Ambrogio Cotta Ramusino, il Santo Padre Benedetto XVI pronuncia le parole di saluto che riportiamo di seguito:

 SALUTO DEL SANTO PADRE

Cari fratelli e sorelle,

sono lieto di trovarmi tra voi, e vi ringrazio per la vostra cordiale e festosa accoglienza. Scendendo dall’elicottero, quasi ho udito l’eco delle campane di tutte le chiese della Diocesi che a mezzogiorno hanno suonato a festa per rivolgermi un corale saluto. Vi sono riconoscente anche per questo gesto di affetto. Il mio primo incontro è stato con i ragazzi delle scuole e delle società sportive, venuti ad accogliermi nello stadio comunale. Lungo il percorso, poi, ho visto tanta gente. Grazie a tutti e a ciascuno. Qui a Vigevano, l’unica Diocesi della Lombardia non visitata dal mio venerato Predecessore Giovanni Paolo II, ho voluto dare inizio a questo mio pellegrinaggio pastorale in Italia. Così, è come se riprendessi il cammino da lui percorso per continuare a proclamare agli uomini e alle donne dell’amata Italia l’annuncio, antico e sempre nuovo, che risuona con particolare vigore in questo tempo pasquale: Cristo è risorto! Cristo è vivo! Cristo è con noi oggi e sempre!

Saluto il Sindaco di questa Città, che ringrazio per le cortesi parole di benvenuto che mi ha indirizzato a nome della comunità civica. Un grazie di cuore esprimo a quanti hanno cooperato in diversi modi per la preparazione e la realizzazione di questa mia visita, alla quale vi siete predisposti specialmente con la preghiera. Un pensiero speciale dirigo alle Suore Adoratrici Perpetue del Santissimo Sacramento, che ho poc’anzi incontrato; la loro orante presenza costituisce per l’intera Diocesi un perenne richiamo a considerare sempre di più l’importanza dell’Eucaristia, centro e culmine della vita della Chiesa. A queste care Sorelle che hanno consacrato tutta la loro esistenza al Signore giungano il mio incoraggiamento e la mia riconoscenza. Saluto poi gli ammalati e, mentre mi rivolgo a voi qui presenti, estendo il mio pensiero a coloro che nei paesi e nelle città della Diocesi soffrono, sono in difficoltà o si ritrovano emarginati. La materna protezione della Vergine Santa sia per ciascuno sostegno e conforto nella prova.

Un saluto speciale rivolgo adesso a voi, cari giovani raccolti in questa piazza, mentre spiritualmente abbraccio tutti i giovani vigevanesi e lomellini. Cari amici, Cristo risorto rinnova a ciascuno di voi il suo invito a seguirlo. Non esitate a fidarvi di Lui: incontratelo, ascoltatelo, amatelo con tutto il vostro cuore; nell’amicizia con Lui sperimenterete la vera gioia che dà senso e valore all’esistenza.

Cari fratelli e sorelle, avrei volentieri aderito all’invito di prolungare il mio soggiorno nella vostra Diocesi, ma non mi è possibile, ed allora permettete che stringa in un grande abbraccio ogni abitante di questa Città e dei Vicariati di Mortara, Garlasco, Mede e Cava Manara. Tra poco, riuniti tutti spiritualmente attorno all’altare per la solenne Concelebrazione eucaristica, pregheremo perché il Signore risorto faccia sì che la visita del Successore di Pietro susciti in ogni membro della vostra Comunità diocesana un rinnovato fervore spirituale. Con questo augurio a tutti imparto di cuore una speciale Benedizione Apostolica.

[00569-01.02] [Testo originale: Italiano]

● CONCELEBRAZIONE EUCARISTICA NELLA PIAZZA DUCALE DI VIGEVANO

Alle ore 17.30 di questo pomeriggio, il Santo Padre presiede la Celebrazione Eucaristica nella Piazza Ducale di Vigevano insieme ai Vescovi della Lombardia e ai Sacerdoti della Diocesi.
Nel corso della Santa Messa, introdotta dall’indirizzo di omaggio del Vescovo di Vigevano, S.E. Mons. Claudio Baggini, il Papa pronuncia l’omelia che riportiamo di seguito:

 OMELIA DEL SANTO PADRE

Cari fratelli e sorelle,

"Gettate la rete… e troverete!" (Gv 21,6).

Abbiamo riascoltato queste parole di Gesù nel brano evangelico appena proclamato. Esse sono inserite nel racconto della terza apparizione del Risorto ai discepoli presso le rive del mare di Tiberiade, che narra la pesca miracolosa. Dopo lo "scandalo" della Croce essi erano tornati alla loro terra e al loro lavoro di pescatori, cioè a quelle attività che svolgevano prima di incontrare Gesù. Erano tornati alla vita di prima e questo fa intendere il clima di dispersione e di smarrimento che regnava nella loro comunità (cfr Mc 14,27; Mt 26,31). Era difficile per i discepoli comprendere ciò che era avvenuto. Ma, mentre tutto sembrava finito, di nuovo, come sulla via di Emmaus, è ancora Gesù a venire verso i suoi amici. Stavolta li incontra sul mare, luogo che richiama alla mente le difficoltà e le tribolazioni della vita; li incontra sul far del mattino, dopo un’inutile fatica durata l’intera notte. La loro rete è vuota. In certo modo, ciò appare come il bilancio della loro esperienza con Gesù: lo avevano conosciuto, gli erano stati accanto, ed Egli aveva loro promesso tante cose. Eppure ora si ritrovavano con la rete vuota di pesci.

Ma ecco che all’alba Gesù va loro incontro; essi però non lo riconoscono subito (cfr v. 4). L’"alba" nella Bibbia indica spesso il momento di interventi straordinari di Dio. Nel Libro dell’Esodo, ad esempio, "alla veglia del mattino" il Signore interviene "dalla colonna di fuoco e di nube" per salvare il suo popolo in fuga dall’Egitto (cfr Es 14,24). Ed ancora, è sul far del giorno che Maria Maddalena e le altre donne accorse al sepolcro incontrano il Signore risorto. Anche nel brano evangelico che stiamo meditando è ormai passata la notte e ai discepoli provati dalla fatica, delusi per non aver pescato nulla, il Signore dice: "Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete!" (v. 6). Normalmente i pesci cadono nella rete durante la notte, quando è buio, e non di mattina, quando l’acqua è ormai trasparente. I discepoli però si fidarono di Gesù e il risultato fu una pesca miracolosamente abbondante, tanto che non riuscivano più a tirare su la rete per la grande quantità di pesci raccolti (cfr v. 6). A questo punto Giovanni, illuminato dall’amore, si rivolge a Pietro e dice: "E’ il Signore!" (v. 7). Lo sguardo perspicace del discepolo che Gesù amava – icona del credente – riconosce il Maestro presente sulla riva del lago. "E’ il Signore!": questa sua spontanea professione di fede è anche per noi un invito a proclamare che Cristo risorto è il Signore della nostra vita.

Cari fratelli e sorelle, possa questa sera la Chiesa che è in Vigevano ripetere con l’entusiasmo di Giovanni: Gesù Cristo "è il Signore!". E possa la vostra Comunità diocesana ascoltare il Signore che, per bocca mia, vi ripete: "Getta la rete, Chiesa di Vigevano, e troverai!". Sono venuto infatti tra voi soprattutto per incoraggiarvi ad essere ardimentosi testimoni di Cristo. E’ la fiduciosa adesione alla sua parola che renderà fruttuosi i vostri sforzi pastorali. Quando il lavoro nella vigna del Signore sembra risultare vano, come la fatica notturna degli Apostoli, non bisogna dimenticare che Gesù è in grado di ribaltare tutto in un momento. La pagina evangelica, che abbiamo ascoltato, ci ricorda, da una parte, che dobbiamo impegnarci nelle attività pastorali come se il risultato dipendesse totalmente dai nostri sforzi. Dall’altra, ci fa comprendere, però, che il vero successo della nostra missione totalmente è dono della Grazia. Nei misteriosi disegni della sua sapienza, Dio sa quando è il tempo di intervenire. Ed allora, come la docile adesione alla parola del Signore fece sì che si riempisse la rete dei discepoli, così in ogni tempo, anche nel nostro, lo Spirito del Signore può rendere efficace la missione della Chiesa nel mondo.

Cari fratelli e sorelle, con grande gioia mi trovo in mezzo a voi: vi ringrazio e saluto tutti cordialmente. Vi saluto come rappresentanti del Popolo di Dio raccolto in questa Chiesa particolare, che ha il suo centro spirituale nella Cattedrale, sul cui sagrato stiamo celebrando l’Eucaristia. Saluto con affetto il vostro Vescovo, Mons. Claudio Baggini, e lo ringrazio per le cordiali parole che mi ha rivolto all’inizio della Celebrazione; con lui saluto il Metropolita, Cardinale Dionigi Tettamanzi, i Vescovi lombardi e gli altri Presuli. Rivolgo uno speciale e caloroso saluto ai sacerdoti, complimentandomi per la generosità con cui svolgono il loro servizio ecclesiale, senza badare a fatiche e disagi. Estendo il mio saluto alle persone consacrate, agli operatori pastorali, a tutti i fedeli laici, la cui preziosa collaborazione è indispensabile per la vita delle varie comunità. Non può mancare un affettuoso pensiero per i seminaristi, che sono la speranza della Diocesi. Un saluto deferente va poi alle Autorità civili, alle quali sono grato per il significativo messaggio di cortesia che la loro presenza esprime. Il mio pensiero si dirige, infine, ai fedeli riuniti nelle varie parrocchie per seguire questo incontro mediante la televisione e a quanti partecipano a questa assemblea eucaristica nelle piazze e nelle strade adiacenti a questa suggestiva Piazza Ducale, a cui fa da sfondo l’artistica facciata del Duomo. Essa è stata ideata dall’illustre Vescovo di Vigevano Mons. Juan Caramuel, scienziato di fama europea, di cui avete ricordato solennemente nei mesi scorsi il 4° centenario della nascita. Questa facciata, dalla singolare architettura, congiunge armoniosamente il tempio alla piazza e al castello con la sua torre, simboleggiando così la sintesi mirabile di una tradizione in cui si intrecciano le due dimensioni essenziali della vostra Città: quella civile e quella religiosa.

"Gettate la rete… e troverete!" (Gv 21,6). Cara Comunità ecclesiale di Vigevano, che cosa significa in concreto l'invito di Cristo a "gettare la rete"? Significa in primo luogo, come per i discepoli, credere in Lui e fidarsi della sua parola. Anche a voi, come a loro, Gesù chiede di seguirlo con fede sincera e salda. Ponetevi pertanto in ascolto della sua parola e meditatela ogni giorno. Questo docile ascolto trova per voi concreta attuazione nelle decisioni dell’ultimo vostro Sinodo diocesano, conclusosi nel 1999. Al termine di quel cammino sinodale, l’amato Giovanni Paolo II, che vi incontrò il 17 aprile 1999 in un’Udienza speciale, ebbe ad esortarvi a "prendere il largo e a non avere paura di inoltrarvi in mare aperto" (Insegnamenti, XXII, 1, 1999, p. 764). Mai si spenga nei vostri cuori l’entusiasmo missionario suscitato nella vostra Comunità diocesana da quella provvidenziale Assise, ispirata e voluta dal compianto Vescovo Mons. Giovanni Locatelli, il quale aveva ardentemente auspicato una visita del Papa a Vigevano. Seguendo gli orientamenti fondamentali del Sinodo e le direttive del vostro attuale Pastore, restate uniti tra di voi ed apritevi ai vasti orizzonti dell'evangelizzazione.

Vi sia di costante guida questa parola del Signore: "Tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri" (Gv 13,35). Portare i pesi gli uni degli altri, condividere, collaborare, sentirsi corresponsabili è lo spirito che deve costantemente animare la vostra Comunità. Questo stile di comunione esige il contributo di tutti: del Vescovo e dei sacerdoti, dei religiosi e delle religiose, dei fedeli laici, delle associazioni e dei vari gruppi di impegno apostolico. Le singole parrocchie, come tessere di un mosaico, in piena sintonia tra loro, formeranno una Chiesa particolare viva, organicamente inserita nell’intero Popolo di Dio. Un contributo indispensabile possono offrire all’evangelizzazione le associazioni, le comunità ed i gruppi laicali, sia per la formazione che per l'animazione spirituale, caritativa, sociale e culturale, operando sempre in armonia con la pastorale diocesana e secondo le indicazioni del Vescovo. Vi incoraggio poi a proseguire nel prendervi cura dei giovani, sia dei "vicini" come pure di quelli che chiamiamo "lontani". In questa prospettiva, non stancatevi di promuovere in modo organico e capillare una pastorale vocazionale che aiuti i giovani nella ricerca di un significato vero da dare alla propria esistenza. E che dire infine della famiglia? E’ l’elemento portante della vita sociale, per cui solo lavorando in favore delle famiglie si può rinnovare il tessuto della comunità ecclesiale - vedo che siamo d'accordo - e della stessa società civile.

Questa vostra Terra è ricca di tradizioni religiose, di fermenti spirituali e di un’operosa vita cristiana. Nel corso dei secoli la fede ne ha forgiato il pensiero, l’arte e la cultura, promuovendo solidarietà e rispetto della dignità umana. Espressione quanto mai eloquente di questo vostro ricco patrimonio cristiano sono le esemplari figure di sacerdoti e di laici i quali, con una proposta di vita radicata nel Vangelo e nell’insegnamento della Chiesa, hanno testimoniato, specialmente nella temperie sociale della fine dell’‘800 e dei primi decenni del ‘900, gli autentici valori evangelici, come valido sostegno di una convivenza libera e giusta, attenta in modo particolare ai più bisognosi. Questa luminosa eredità spirituale, riscoperta ed alimentata, non può non rappresentare un sicuro punto di riferimento per un efficace servizio all’uomo del nostro tempo e per un cammino di civiltà e di autentico progresso.

"Gettate la rete… e troverete!". Questo comando di Gesù è stato docilmente accolto dai santi e la loro esistenza ha sperimentato il miracolo di una pesca spirituale abbondante. Penso in modo speciale ai celesti vostri Patroni: sant’Ambrogio, san Carlo Borromeo, il beato Matteo Carreri. Penso pure a due illustri figli di questa Terra, dei quali è in corso la causa di beatificazione: il venerabile Francesco Pianzola, sacerdote animato da ardente spirito evangelico, che seppe andare incontro alle povertà spirituali del suo tempo con un coraggioso stile missionario, attento ai più lontani e particolarmente ai giovani; e il Servo di Dio Teresio Olivelli, laico di Azione Cattolica, morto a soli 29 anni nel campo di concentramento di Hersbruck, vittima sacrificale di una brutale violenza, alla quale egli oppose tenacemente l’ardore della carità. Queste due eccezionali figure di fedeli discepoli di Cristo costituiscono un segno eloquente delle meraviglie operate dal Signore nella Chiesa vigevanese. Rispecchiatevi in questi modelli, che rendono manifesta l'azione della Grazia e sono per il Popolo di Dio un incoraggiamento a seguire Cristo sul sentiero esigente della santità.

Cari fratelli e sorelle della diocesi di Vigevano! Il mio pensiero va, infine, alla Madre di Dio, che voi venerate con il titolo di Madonna della Bozzola. A Lei affido ogni vostra Comunità, perché ottenga una rinnovata effusione dello Spirito Santo su questa cara Diocesi. La faticosa ma sterile pesca notturna dei discepoli è ammonimento perenne per la Chiesa di tutti i tempi: da soli, senza Gesù, non possiamo fare nulla! Nell’impegno apostolico non bastano le nostre forze: senza la Grazia divina il nostro lavoro, pur ben organizzato, risulta inefficace. Preghiamo insieme perché la vostra Comunità diocesana sappia accogliere con gioia il mandato di Cristo e con rinnovata generosità sia pronta a "gettare" le reti. Sperimenterà allora certamente una pesca miracolosa, segno della potenza dinamica della parola e della presenza del Signore, che incessantemente conferisce al suo popolo una "rinnovata giovinezza dello Spirito" (Colletta).

Conclusa la Celebrazione Eucaristica, il Santo Padre entra nella Cattedrale di Sant’Ambrogio e saluta i Membri del Consiglio Pastorale. Quindi, dopo aver salutato in Vescovado le Autorità locali e i Rappresentanti del Consorzio Calzaturiero, il Papa si trasferisce in auto allo Stadio "Dante Merlo" di Vigevano da dove parte in elicottero alla volta di Pavia.

[00574-01.02] [Testo originale: Italiano]

SALUTO DEL SANTO PADRE AI GIOVANI DELLA DIOCESI DI PAVIA

L’arrivo in elicottero allo Stadio "P. Fortunati" di Pavia è previsto per le ore 20. Qui, dopo l’accoglienza delle Autorità politiche, civili ed ecclesiastiche, il Santo Padre Benedetto XVI si reca in auto al centro della città.
Alle 20.15, in Piazza Duomo, dove si trovano riuniti i Giovani della Diocesi, dopo i saluti del Sindaco di Pavia, On. Piera Capitelli e del Rappresentante del Governo Italiano, On.le Clemente Mastella, Ministro della Giustizia, il Papa pronuncia le parole che pubblichiamo di seguito:

 SALUTO DEL SANTO PADRE

Cari fratelli e sorelle,

dopo aver trascorso questo pomeriggio a Vigevano, eccomi ora tra voi, a Pavia, in questa piazza, con il maestoso e imponente Duomo del XV secolo che le fa da sfondo. In questa chiesa sono da secoli custodite gelosamente, come in uno scrigno, le spoglie di san Siro, primo Vescovo del III-IV secolo. In questo momento tali reliquie sono provvisoriamente ospitate nella chiesa del Carmine. Ringrazio tutti voi per avermi atteso e per avermi accolto con grande calore. In questo nostro primo incontro, desidero salutare la Signora Sindaco e il Ministro Mastella, ai quali sono grato per le cordiali parole rivoltemi. Saluto pure le altre Autorità civili presenti. Un saluto particolare desidero rivolgere al Pastore della Diocesi, il Vescovo Giovanni Giudici, e, insieme con lui, saluto i sacerdoti, le religiose e i religiosi e quanti attivamente si dedicano al lavoro pastorale.

Una parola particolarmente affettuosa desidero indirizzare specialmente a voi, cari giovani, convenuti così numerosi per questo mio primo contatto con la vostra Diocesi. Di essa voi rappresentate la speranza e il futuro: sono per questo felice di iniziare la mia prima visita proprio con voi. Grazie per la numerosa presenza. Vengo tra voi questa sera per rinnovarvi un annuncio che è sempre giovane, per affidarvi un messaggio che, quando viene accolto, cambia l’esistenza, la rinnova e la riempie. La Chiesa proclama questo messaggio con particolare gioia in questo tempo pasquale: Cristo risorto è vivo tra noi! Anche oggi! Quanti vostri coetanei nel corso della storia, cari giovani, lo hanno incontrato e sono diventati suoi amici; lo hanno seguito fedelmente e ne hanno testimoniato l’amore con la propria vita!

Ed allora non abbiate paura di donare la vostra esistenza a Cristo: Egli non delude mai le nostre attese, perché sa che cosa c’è nel nostro cuore. Seguendolo con fedeltà non sarà difficile per voi trovare la risposta alle domande che portate nell’animo: "Che cosa debbo fare? Quale compito mi attende nella vita?". La Chiesa, che ha bisogno del vostro impegno per recare specialmente ai vostri coetanei l’annuncio evangelico, vi sostiene nel cammino di conoscenza della fede e dell’amore per Dio e per i fratelli. La società, che in questo nostro tempo è segnata da innumerevoli mutamenti sociali, attende il vostro apporto per costruire una comune convivenza meno egoista e più solidale, realmente animata dai grandi ideali della giustizia, della libertà e della pace.

Ecco la vostra missione, cari giovani amici! Lavoriamo per la giustizia, per la pace, per la solidarietà, per la vera libertà. Il Cristo risorto vi accompagni e insieme con Lui la Vergine Maria, sua e nostra Madre. Con il suo esempio e la sua costante intercessione la Madonna vi aiuti a non scoraggiarvi nei momenti dell’insuccesso e a confidare sempre nel Signore. Vi ringrazio ancora una volta di cuore per questa vostra presenza e vi benedico tutti con affetto. Buona notte e arrivederci a domani!

Al termine, il Papa si reca in Episcopio per la cena ed il pernottamento.

[00575-01.02] [Testo originale: Italiano]

[B0211-XX.02]