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L’UDIENZA GENERALE, 11.04.2007


L’UDIENZA GENERALE

CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE

SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE

L’Udienza Generale di questa mattina, mercoledì nell’Ottava di Pasqua, si è svolta alle ore 10.30 in Piazza San Pietro dove il Santo Padre - proveniente in elicottero dalla residenza estiva di Castel Gandolfo - ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli giunti dall’Italia e da ogni parte del mondo.

Nel discorso in lingua italiana, il Papa ha incentrato la meditazione sul significato della Pasqua.

Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Santo Padre ha rivolto particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti.

Il Papa ha concluso l’Udienza Generale con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica impartita insieme ai Vescovi presenti.

Al termine il Santo Padre è rientrato a Castel Gandolfo.

CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

Cari fratelli e sorelle!

Ci ritroviamo quest’oggi, dopo le solenni celebrazioni della Pasqua per il consueto incontro del mercoledì, ed è mio desiderio anzitutto rinnovare a ciascuno di voi i più fervidi voti augurali. Vi ringrazio per la vostra presenza così numerosa e ringrazio il Signore per il bel sole che oggi ci dà. Nella Veglia pasquale è risuonato questo annuncio: "Il Signore è davvero risorto, alleluia!". Ora è Lui stesso a parlarci: "Non morirò – proclama – resterò in vita". Ai peccatori dice: "Ricevete la remissione dei peccati. Sono io, infatti, la vostra remissione". A tutti infine ripete: "Sono io la Pasqua della salvezza, l’Agnello immolato per voi, io il vostro riscatto, io la vostra vita, io la vostra risurrezione, io la vostra luce, io la vostra salvezza, io il vostro re. Io vi mostrerò il Padre". Così si esprime uno scrittore del II secolo, Melitone di Sardi, interpretando con realismo le parole e il pensiero del Risorto (Sulla Pasqua, 102-103).

In questi giorni, la liturgia ricorda diversi incontri che Gesù ebbe dopo la sua risurrezione: con Maria Maddalena e le altre donne andate al sepolcro di buon mattino, il giorno dopo il sabato; con gli Apostoli riuniti increduli nel Cenacolo; con Tommaso e altri discepoli. Queste diverse sue apparizioni costituiscono anche per noi un invito ad approfondire il fondamentale messaggio della Pasqua; ci stimolano a ripercorrere l’itinerario spirituale di quanti hanno incontrato Cristo e lo hanno riconosciuto in quei primi giorni dopo gli eventi pasquali.

L’evangelista Giovanni narra che Pietro e lui stesso, udita la notizia data da Maria Maddalena, erano corsi, quasi a gara, verso il sepolcro (cfr Gv 20, 3s). I Padri della Chiesa hanno visto in questo loro rapido affrettarsi verso la tomba vuota un’esortazione a quell’unica competizione legittima tra credenti: la gara nella ricerca di Cristo. E che dire di Maria Maddalena? Piangente resta accanto alla tomba vuota con l’unico desiderio di sapere dove abbiano portato il suo Maestro. Lo ritrova e lo riconosce quando viene da Lui chiamata per nome (cfr Gv 20,11-18). Anche noi, se cerchiamo il Signore con animo semplice e sincero, lo incontreremo, anzi sarà Lui stesso a venirci incontro; si farà riconoscere, ci chiamerà per nome, ci farà cioè entrare nell’intimità del suo amore.

Quest’oggi, Mercoledì fra l’Ottava di Pasqua, la liturgia ci fa meditare su un altro singolare incontro del Risorto, quello con i due discepoli di Emmaus (cfr Lc 24,13-35). Mentre sconsolati per la morte del loro Maestro ritornavano a casa, il Signore si fece loro compagno di cammino senza che essi lo riconoscessero. Le sue parole, a commento delle Scritture che lo riguardavano, resero ardenti i cuori dei due discepoli che, giunti a destinazione, gli chiesero di restare con loro. Quando, alla fine, Egli "prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro"(v. 30), i loro occhi si aprirono. Ma in quello stesso istante Gesù si sottrasse alla loro vista. Lo riconobbero dunque quando Egli scomparve. Commentando questo episodio evangelico, sant’Agostino osserva: "Gesù spezza il pane, lo riconoscono. Allora noi non diciamo più che non conosciamo il Cristo! Se crediamo, lo conosciamo! Anzi, se crediamo, lo abbiamo! Avevano il Cristo alla loro tavola, noi lo abbiamo nella nostra anima!". E conclude: "Avere Cristo nel proprio cuore è molto di più che averlo nella propria dimora: Infatti il nostro cuore è più intimo a noi che la nostra casa" (Discorso 232,VII,7). Cerchiamo realmente di portare Gesù nel cuore.

Nel prologo degli Atti degli Apostoli, san Luca afferma che il Signore risorto "si mostrò (agli apostoli) vivo, dopo la sua passione, con molte prove, apparendo loro per quaranta giorni" (1, 3). Occorre capire bene: quando l’autore sacro dice che "si mostrò vivo" non vuole dire che Gesù fece ritorno alla vita di prima, come Lazzaro. La Pasqua che noi celebriamo, osserva san Bernardo, significa "passaggio" e non "ritorno", perché Gesù non è tornato nella situazione precedente, ma "ha varcato una frontiera verso una condizione più gloriosa", nuova e definitiva. Per questo, egli aggiunge, "ora, il Cristo è veramente passato a una vita nuova" (cfr Discorso sulla Pasqua).

A Maria Maddalena il Signore aveva detto: "Non trattenermi, perché non sono ancora salito al Padre" (Gv 20,17). Un’espressione che ci sorprende, soprattutto se confrontata con quanto invece avviene con l’incredulo Tommaso. Lì, nel Cenacolo, fu il Risorto stesso a presentare le mani e il costato all’Apostolo perché li toccasse e da questo traesse la certezza che era proprio Lui (cfr Gv 20,27). In realtà, i due episodi non sono in contrasto; al contrario, l’uno aiuta a comprendere l’altro. Maria Maddalena vorrebbe riavere il suo Maestro come prima, ritenendo la croce un drammatico ricordo da dimenticare. Ormai però non c’è più posto per un rapporto con il Risorto che sia meramente umano. Per incontrarlo non bisogna tornare indietro, ma porsi in modo nuovo in relazione con Lui: bisogna andare avanti! Lo sottolinea san Bernardo: Gesù "ci invita tutti a questa vita nuova, a questo passaggio… Noi non vedremo il Cristo voltandoci indietro" (Discorso sulla Pasqua). E’ ciò che è avvenuto con Tommaso. Gesù gli mostra le sue ferite non per dimenticare la croce, ma per renderla anche nel futuro indimenticabile.

E’ verso il futuro, infatti, che lo sguardo è ormai proiettato. Compito del discepolo è di testimoniare la morte e la risurrezione del suo Maestro e la sua vita nuova. Per questo Gesù invita l’incredulo suo amico a "toccarlo": lo vuole rendere testimone diretto della sua risurrezione. Cari fratelli e sorelle, anche noi, come Maria Maddalena, Tommaso e gli altri apostoli, siamo chiamati ad essere testimoni della morte e risurrezione di Cristo. Non possiamo conservare per noi la grande notizia. Dobbiamo recarla al mondo intero: "Abbiamo visto il Signore!" (Gv 20,25). Ci aiuti la Vergine Maria a gustare pienamente la gioia pasquale, perché, sostenuti dalla forza dello Spirito Santo, diventiamo capaci di diffonderla a nostra volta dovunque viviamo ed operiamo. Ancora una volta, Buona Pasqua a tutti voi!

[00510-01.01] [Testo originale: Italiano]

SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE

Sintesi della catechesi in lingua francese

Sintesi della catechesi in lingua inglese

Sintesi della catechesi in lingua tedesca

Sintesi della catechesi in lingua spagnola

Sintesi della catechesi in lingua francese  

Chers Frères et Sœurs,

«Le Seigneur est vraiment ressuscité, alléluia!». En ce temps de Pâques, je voudrais redire à chacun mes vœux les plus fervents. Durant ces jours, la liturgie nous rappelle les rencontres que Jésus a faites après sa résurrection. Elles constituent une invitation à parcourir l’itinéraire spirituel de ceux qui ont rencontré le Christ et qui l’ont reconnu dans les jours qui ont suivi l’événement pascal. Pierre et Jean, qui courent au tombeau, nous appellent, comme eux, à chercher le Seigneur avec un cœur simple et sincère. Aujourd’hui, mercredi dans l’octave de Pâques, le récit des disciples d’Emmaüs nous montre le Seigneur cheminant avec ces disciples découragés et se faisant reconnaître à eux dans le partage du pain. Rappelons-nous aussi Marie-Madeleine à qui le Seigneur avait dit : «Cesse de me tenir, je ne suis pas encore monté vers le Père» (Jn 20, 17). Pour rencontrer le Christ, il ne faut pas regarder en arrière, mais se mettre de manière nouvelle en relation avec lui. Regardons enfin ce qui arriva à Thomas. Jésus lui montre ses blessures, non pour oublier la croix, mais pour la rendre toujours inoubliable. Et Jésus invite l’incrédule à le «toucher»: il veut qu’il soit un témoin direct de sa résurrection. Comme Marie-Madeleine, comme Thomas et les autres apôtres, nous sommes appelés à être des témoins de la mort et de la résurrection du Christ. Nous ne pouvons pas garder pour nous cette bonne nouvelle!

Je salue cordialement les pèlerins francophones présents ce matin, en particulier les prêtres et les séminaristes du diocèse de Beauvais, avec Mgr Jean-Paul James, leur évêque, ainsi que le groupe de confirmands du diocèse de Versailles et les servants de Messe du diocèse d’Angers. Que la Vierge Marie vous aide à goûter vraiment la joie pascale pour que, soutenus par la force de l’Esprit Saint, vous soyez capables de la répandre à votre tour là où vous vivez et travaillez! Joyeuses fêtes de Pâques à tous!

[00511-03.01] [Texte original: Français]

Sintesi della catechesi in lingua inglese

Dear Brothers and Sisters,

In this Easter Octave, the liturgy speaks to us of the appearances of the Risen Lord to the disciples. The Fathers of the Church give us many valuable insights into these stories, which help us to understand more profoundly the great truth of the Resurrection. When Peter and John go running to the tomb, each trying to arrive there first, they show us the one form of competition that is legitimate between believers: zeal in the search for Christ. The disciples on the road to Emmaus recognize the Lord because they see him at table with them. We recognize him, because we are granted an even more intimate encounter with him: we see him in our hearts. To Mary Magdalen, the Lord says: Do not touch me, because I have not yet ascended to the Father. This is surprising, since to Thomas, he actually says: "Put your finger here, place your hand in my side." But there is an important difference here. Mary Magdalen wanted to embrace the Lord as if nothing had happened, as if he had returned to the same life that he had lived before. No, he has passed through death to a new life, and the wounds of his Passion are the sign of that definitive victory over death.

I greet all the English-speaking visitors present at today’s Audience, including the groups from Britain and Ireland, Sweden, Australia and the United States. I extend a special welcome the newly ordained deacons and the Golden Jubilarians from Ireland. I pray that the Risen Lord will fill your hearts with joy and that he will inspire you to proclaim to the world the good news of the Lord’s Resurrection! Happy Easter to you all!

[00512-02.01] [Original text: English]

Sintesi della catechesi in lingua tedesca

Liebe Brüder und Schwestern!

In diesen österlichen Tagen stellt uns die Liturgie verschiedene Begegnungen mit dem auferstandenen Herrn vor Augen. Im Johannesevangelium hören wir von dem Lauf — dem »Wettlauf« — des Apostels Petrus und des Jüngers, den Jesus liebte, zum Grab. Die Kirchenväter sahen darin eine Aufforderung zum »Wetteifern« der Gläubigen in der Suche nach Christus. Maria von Magdala findet und erkennt den Herrn, als er sie beim Namen ruft. So finden auch wir den Herrn, wenn wir wirklich auf der Suche sind nach ihm. Er selbst kommt uns dann entgegen und gibt sich uns zu erkennen, indem er uns inwendig bei unserem Namen ruft. Schließlich heute die Geschichte von den Jüngern von Emmaus, die verzweifelt von Jerusalem weggehen, mit denen er als Weggefährte geht, denen er das Herz brennend macht, indem er die Schrift zu verstehen lehrt, und denen er sich beim Brotbrechen zu erkennen gibt. »Sie konnten ihn erkennen«, sagt Augustinus, »weil sie ihn zu Tisch geladen hatten, weil sie ihm ihre Liebe zeigten«.

Jesus Christus zeigt sich den Seinen als der, der lebt. Aber er ist nicht einfach in das vorige Leben zurückgekehrt wie Lazarus, in ein Leben, das dann wieder irgendwann mit dem Tod endet, sondern er ist in ein neues, definitives Leben hinübergegangen. Sein Leben, sein neues, ist nicht Rückkehr, sondern Übergang, Weg ins Neue. Und das bedeutet, daß auch wir nicht erkennen, indem wir rückwärts gehen, sondern indem wir mit ihm vorwärts gehen, die neue Beziehung zu ihm suchen, die aus dem Glauben an die Auferstehung kommt. Bei Thomas ist das so dargestellt: Während Maria Magdalena ihn festzuhalten, ins vorige Leben zurückzunehmen versucht und ihr gesagt wird: Du kannst mich nicht festhalten, weil ich nur im Aufstieg zum Vater überhaupt zu berühren bin, reicht er Thomas die Wundmale dar, damit er sieht, daß er als Auferstandener die Wundmale mit sich genommen hat und immerfort unsere Leiden versteht und als Auferstandener sie zu Gott hin trägt. So hat Thomas über das menschliche Wiedererkennen hinaus ihn als den erkannt, der er eigentlich ist: »Mein Herr und mein Gott« (Joh 20,28). Wir bitten darum, daß wir im Glauben und in der Liturgie ihn so berühren und dann ihn auch so erkennen – »mein Herr und mein Gott.«

In österlicher Freude heiße ich alle Pilger und Besucher aus Deutschland, Bayern, Österreich, aus der Schweiz und aus den Niederlanden willkommen. Es sind so viele Gruppen, daß ich nicht anfangen kann, einzelne zu nennen, aber ihr werdet mir verzeihen, wenn ich drei Gruppen doch besonders nenne: nämlich das Chiemgau-Gymnasium in Traunstein, aus dem ich komme, das Münchner Priesterseminar, über dessen Anwesenheit ich mich besonders freue, und das Salzburger Priesterseminar, das ich immer als nachbarlich und heimatlich empfunden habe. Als Getaufte sind wir alle berufen, Zeugen des Todes und der Auferstehung Christi zu sein und die Botschaft von Ostern in die ganze Welt hinauszutragen. Von Herzen wünsche ich allen eine gnadenvolle Osterzeit. Der auferstandene Herr Jesus Christus erfülle euch mit seiner Freude und seinem Frieden.

[00513-05.01] [Originalsprache: Deutsch]

Sintesi della catechesi in lingua spagnola

Queridos hermanos y hermanas:

En este miércoles después de la Pascua, renuevo a todos mi felicitación pascual.

La liturgia de estos días recuerda los diversos encuentros de Jesús después de la resurrección y nos ayuda a profundizar en el significado de la Pascua. Así, sus apariciones nos enseñan que a Cristo se le reconoce cuando Él llama por nombre y entra por iniciativa propia en el corazón de cada uno; pero este reconocerlo no es volverlo a tener como antes, como si nada hubiera pasado y la Cruz no hubiera existido. Cristo no vuelve a la vida anterior, sino que entra en una vida realmente nueva, una vida gloriosa a la cual nos invita. La Pascua es un paso adelante, no un retorno.

Por eso no lo reconoceremos mirando hacia atrás, sino abriéndonos a la presencia nueva de Cristo en lo más íntimo nuestro ser, en el momento en que se hace pan compartido con nosotros, como ocurrió con los discípulos de Emaús. De este modo gustaremos la alegría de la Pascua y nos haremos gozosos portadores por todo el mundo de esa inefable noticia.

Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española, en especial al grupo del Seminario de Pamplona, a la Agencia para la Reeducación y Reinserción, de Madrid, así como a los grupos de las diversas Parroquias y Colegios de España, y a los demás peregrinos de Argentina y otros países latinoamericanos. Invito a todos a dejar que Cristo resucitado entre en vuestros corazones y nazca así, en cada persona y en el mundo entero, la vida nueva que ha ganado para nosotros.

Gracias por vuestra visita y, una vez más, Felices Pascuas.

[00514-04.01] [Texto original: Español]

SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE

Saluto in lingua portoghese

Saluto in lingua polacca

Saluto in lingua croata

Saluto in lingua italiana

Saluto in lingua portoghese  

Amados Irmãos e Irmãs:

As minhas saudações cordiais e votos de felicidades, alegria e paz em Jesus Cristo, nossa Páscoa aos presentes vindos do Brasil e a todos os peregrinos de língua portuguesa.

Grato pela vossa presença, quero encorajar a fé que vos trouxe a Roma, a vossa fé pascal; que ela se traduza em boas obras, dando testemunho de que "ressuscitastes" com Cristo, para uma "vida nova" como batizados. E que Nossa Senhora seja para todos amparo na fidelidade a Deus e ao próximo! Que Deus vos abençoe!

[00515-06.01] [Texto original: Português]

Saluto in lingua polacca

Pozdrawiam Polaków. Bardzo dziękuję za świąteczne życzenia i pamięć w modlitwie. Niech dobry Bóg wynagradza wszystkim za życzliwość i wielkoduszność. Serdecznie wam błogosławię.

[Saluto i polacchi. Tante grazie per gli auguri inviatimi in occasione della Pasqua e per le preghiere. Il buon Dio ricompensi a tutti la loro benevolenza e magnanimità. Vi benedico di cuore.]

[00516-09.01] [Testo originale: Polacco]

Saluto in lingua croata

Posebno pozdravljam sve hrvatske hodočasnike! Uskrsli Gospodin, koji je pobijedio smrt i pomirio nas s Ocem, ukazao se učenicima, učvrstio ih u vjeri i učinio ih svojim svjedocima. Neka njegovo uskrsnuće i blizina i vama budu trajni razlog radosti kroz sve dane života. Hvaljen Isus i Marija!

[Rivolgo un saluto speciale ai pellegrini croati! Il Signore risorto, che ha vinto la morte e ci ha riconciliato con il Padre, è apparso ai discepoli, li ha confermati nella fede e li ha fatti suoi testimoni. La sua risurrezione e la sua vicinanza siano anche per voi motivo costante di gioia per tutti i giorni della vita. Siano lodati Gesù e Maria!]

[00517-AA.01] [Testo originale: Croata]

Saluto in lingua italiana

Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare, saluto i sacerdoti di Bergamo, i diaconi della Compagnia di Gesù e i Seminaristi di Catania. Su ognuno di voi, cari amici, invoco una copiosa effusione di doni celesti, a conferma dei vostri generosi propositi di amore a Cristo e alla Chiesa. Saluto poi, i fedeli delle Diocesi della Basilicata, qui convenuti in occasione della visita ad limina dei loro Vescovi. Cari fratelli e sorelle, esorto voi tutti a tenere sempre salda la vostra vita sulla roccia dell’indefettibile Parola di Dio, per esserne fedeli annunciatori agli uomini del nostro tempo. Le feste pasquali, che abbiamo solennemente celebrato, vi siano di stimolo ad aderire sempre più al Signore crocifisso e risorto e vi spingano a partecipare con generosità alla missione delle vostre rispettive comunità cristiane.

Il mio pensiero va infine ai malati, agli sposi novelli e ai giovani, specialmente ai numerosi adolescenti, provenienti dall’arcidiocesi di Milano. Cari giovani amici anche, a voi, come ai primi discepoli, Cristo risorto ripete: "Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi... Ricevete lo Spirito Santo" (Gv 20,21-22). Rispondetegli con gioia e con amore, grati per l’immenso dono della fede, e sarete ovunque autentici testimoni della sua gioia e della sua pace. Per voi, cari malati, la risurrezione di Cristo sia fonte inesauribile di conforto e di speranza. E voi, cari sposi novelli, rendete operante la presenza del Risorto nella vostra famiglia con la quotidiana preghiera, che alimenti il vostro amore coniugale.

[00518-01.01] [Testo originale: Italiano]

[B0187-XX.01]