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L’UDIENZA GENERALE, 25.10.2006


L’UDIENZA GENERALE

CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE

SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE

L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 10.30 in Piazza San Pietro dove il Santo Padre ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli giunti dall’Italia e da ogni parte del mondo.

Nel discorso in lingua italiana, il Papa si è soffermato sulla figura di Paolo di Tarso.

Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Santo Padre Benedetto XVI ha rivolto particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti.

L’Udienza Generale si è conclusa con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica impartita insieme ai Vescovi presenti.

CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

Cari fratelli e sorelle,

abbiamo concluso le nostre riflessioni sui dodici Apostoli chiamati direttamente da Gesù durante la sua vita terrena. Oggi iniziamo ad avvicinare le figure di altri personaggi importanti della Chiesa primitiva. Anch’essi hanno speso la loro vita per il Signore, per il Vangelo e per la Chiesa. Si tratta di uomini e anche di donne, che, come scrive Luca nel Libro degli Atti, «hanno votato la loro vita al nome del Signore nostro Gesù Cristo» (15,26).

Il primo di questi, chiamato dal Signore stesso, dal Risorto, ad essere anch’egli un vero Apostolo, è senza dubbio Paolo di Tarso. Egli brilla come stella di prima grandezza nella storia della Chiesa, e non solo di quella delle origini. San Giovanni Crisostomo lo esalta come personaggio superiore addirittura a molti angeli e arcangeli (cfr Panegirico 7,3). Dante Alighieri nella Divina Commedia, ispirandosi al racconto di Luca negli Atti (cfr 9,15), lo definisce semplicemente «vaso di elezione» (Inf. 2,28), che significa: strumento prescelto da Dio. Altri lo hanno chiamato il "tredicesimo Apostolo" – e realmente egli insiste molto di essere un vero Apostolo, essendo stato chiamato dal Risorto -, o addirittura "il primo dopo l'Unico". Certo, dopo Gesù, egli è il personaggio delle origini su cui siamo maggiormente informati. Infatti, possediamo non solo il racconto che ne fa Luca negli Atti degli Apostoli, ma anche un gruppo di Lettere che provengono direttamente dalla sua mano e che senza intermediari ce ne rivelano la personalità e il pensiero. Luca ci informa che il suo nome originario era Saulo (cfr At 7,58; 8,1 ecc.), anzi in ebraico Saul (cfr At 9,14.17; 22,7.13; 26,14), come il re Saul (cfr At 13,21), ed era un giudeo della diaspora, essendo la città di Tarso situata tra l’Anatolia e la Siria. Ben presto era andato a Gerusalemme per studiare a fondo la Legge mosaica ai piedi del grande Rabbì Gamaliele (cfr At 22,3). Aveva imparato anche un mestiere manuale e ruvido, la lavorazione di tende (cfr At 18,3), che in seguito gli avrebbe permesso di provvedere personalmente al proprio sostentamento senza gravare sulle Chiese (cfr At 20,34; 1 Cor 4,12; 2 Cor 12,13-14).

Fu decisivo per lui conoscere la comunità di coloro che si professavano discepoli di Gesù. Da loro era venuto a sapere di una nuova fede, - un nuovo "cammino", come si diceva - che poneva al proprio centro non tanto la Legge di Dio, quanto piuttosto la persona di Gesù, crocifisso e risorto, a cui veniva ormai collegata la remissione dei peccati. Come giudeo zelante, egli riteneva questo messaggio inaccettabile, anzi scandaloso, e si sentì perciò in dovere di perseguitare i seguaci di Cristo anche fuori di Gerusalemme. Fu proprio sulla strada di Damasco, agli inizi degli anni ’30, che Saulo, secondo le sue parole, venne «ghermito da Cristo» (Fil 3,12). Mentre Luca racconta il fatto con dovizia di dettagli, - di come la luce del Risorto lo ha toccato e ha cambiato fondamentalmente tutta la sua vita – egli nelle sue Lettere va diritto all’essenziale e parla non solo di visione (cfr 1 Cor 9,1), ma di illuminazione (cfr 2 Cor 4,6) e soprattutto di rivelazione e di vocazione nell’incontro con il Risorto (cfr Gal 1,15-16). Infatti, si definirà esplicitamente «apostolo per vocazione» (cfr Rm 1,1; 1 Cor 1,1) o «apostolo per volontà di Dio» (2 Cor 1,1; Ef 1,1; Col 1,1), come a sottolineare che la sua conversione era non il risultato di uno sviluppo di pensieri, di riflessioni, ma il frutto di un intervento divino, di un’imprevedibile grazia divina. Da allora in poi, tutto ciò che prima costituiva per lui un valore divenne paradossalmente, secondo le sue parole, perdita e spazzatura (cfr Fil 3,7-10). E da quel momento tutte le sue energie furono poste al servizio esclusivo di Gesù Cristo e del suo Vangelo. Ormai la sua l'esistenza sarà quella di un Apostolo desideroso di «farsi tutto a tutti» (1 Cor 9,22) senza riserve.

Di qui deriva per noi una lezione molto importante: ciò che conta è porre al centro della propria vita Gesù Cristo, sicché la nostra identità sia contrassegnata essenzialmente dall’incontro, dalla comunione con Cristo e con la sua Parola. Alla sua luce ogni altro valore viene recuperato e insieme purificato da eventuali scorie. Un’altra fondamentale lezione offerta da Paolo è il respiro universale che caratterizza il suo apostolato. Sentendo acuto il problema dell'accesso dei Gentili, cioè dei pagani, a Dio, che in Gesù Cristo crocifisso e risorto offre la salvezza a tutti gli uomini senza eccezioni, dedicò se stesso a rendere noto questo Vangelo, letteralmente «buona notizia», cioè annuncio di grazia destinato a riconciliare l'uomo con Dio, con se stesso e con gli altri. Dal primo momento egli aveva capito che questa è una realtà che non concerneva solo i giudei o un certo gruppo di uomini, ma che aveva un valore universale e concerneva tutti, perché Dio è il Dio di tutti. Punto di partenza per i suoi viaggi fu la Chiesa di Antiochia di Siria, dove per la prima volta il Vangelo venne annunciato ai Greci e dove venne anche coniato il nome di «cristiani» (cfr At 11, 20.26), cioè di credenti Cristo. Di là egli puntò prima su Cipro e poi a più riprese sulle regioni dell'Asia Minore (Pisidia, Licaonia, Galazia), poi su quelle dell’Europa (Macedonia, Grecia). Più rilevanti furono le città di Efeso, Filippi, Tessalonica, Corinto, senza tuttavia dimenticare Beréa, Atene e Mileto.

Nell’apostolato di Paolo non mancarono difficoltà, che egli affrontò con coraggio per amore di Cristo. Egli stesso ricorda di aver agito «nelle fatiche… nelle prigionie… nelle percosse… spesso in pericolo di morte...: tre volte sono stato battuto con le verghe, una volta sono stato lapidato, tre volte ho fatto naufragio...; viaggi innumerevoli, pericoli dai fiumi, pericoli di briganti, pericoli dai miei connazionali, pericoli dai pagani, pericoli nella città, pericoli nel deserto, pericoli sul mare, pericoli da falsi fratelli; fatica e travaglio, veglie senza numero, fame e sete, frequenti digiuni, freddo e nudità; e oltre a tutto questo, il mio assillo quotidiano, la preoccupazione per tutte le Chiese» (2 Cor 11,23-28). Da un passaggio della Lettera ai Romani (cfr 15, 24.28) traspare il suo proposito di spingersi fino alla Spagna, alle estremità dell'Occidente, per annunciare il Vangelo dappertutto, fino ai confini della terra allora conosciuta. Come non ammirare un uomo così? Come non ringraziare il Signore per averci dato un Apostolo di questa statura? E’ chiaro che non gli sarebbe stato possibile affrontare situazioni tanto difficili e a volte disperate, se non ci fosse stata una ragione di valore assoluto, di fronte alla quale nessun limite poteva ritenersi invalicabile. Per Paolo, questa ragione, lo sappiamo, è Gesù Cristo, di cui egli scrive: «L'amore di Cristo ci spinge... perché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risuscitato per loro» (2 Cor 5,14-15), per noi, per tutti.

Di fatto, l’Apostolo renderà la suprema testimonianza del sangue sotto l'imperatore Nerone qui a Roma, dove conserviamo e veneriamo le sue spoglie mortali. Così scrisse di lui Clemente Romano, mio predecessore su questa Sede Apostolica negli ultimi anni del secolo I°: «Per la gelosia e la discordia Paolo fu obbligato a mostrarci come si consegue il premio della pazienza... Dopo aver predicato la giustizia a tutto il mondo, e dopo essere giunto fino agli estremi confini dell'Occidente, sostenne il martirio davanti ai governanti; così partì da questo mondo e raggiunse il luogo santo, divenuto con ciò il più grande modello di perseveranza» (Ai Corinzi 5). Il Signore ci aiuti a mettere in pratica l’esortazione lasciataci dall’Apostolo nelle sue Lettere: «Fatevi miei imitatori, come io lo sono di Cristo» (1 Cor 11,1).

[01510-01.01] [Testo originale: Italiano]

SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE

Sintesi della catechesi in lingua francese

Sintesi della catechesi in lingua inglese

Sintesi della catechesi in lingua tedesca

Sintesi della catechesi in lingua spagnola

Sintesi della catechesi in lingua portoghese

Sintesi della catechesi in lingua francese  

Chers Frères et Sœurs,

Après avoir achevé la présentation des douze Apôtres, nous découvrons d’autres personnages importants de l’Église primitive, dont Paul de Tarse est le plus connu. Le récit des Actes des Apôtres et un ensemble de Lettres nous révèlent la personnalité et la pensée de ce Juif de la diaspora, venu à Jérusalem pour étudier la Loi de Moïse chez le grand Rabbi Gamaliel. Sa rencontre avec les disciples de Jésus, mort et ressuscité, fut décisive. Considérant tout d’abord inacceptable leur message, il se mit à les persécuter. Puis, «saisi par le Christ» sur le chemin de Damas, «apôtre par la volonté de Dieu», il consacre alors toutes ses énergies au service du Christ et de l’Évangile. Il affronte courageusement les difficultés de l’apostolat, avec le désir d’annoncer l’Évangile jusqu’aux confins de l’Occident. Au temps de l’empereur Néron, l’Apôtre rendra le suprême témoignage du sang à Rome, où nous vénérons son corps.

Saint Paul nous enseigne qu’il est important de mettre Jésus Christ au centre de notre vie, pour qu’il marque notre être tout entier. L’Apôtre nous partage aussi son désir d’annoncer à tous sans exception l’Évangile, Bonne Nouvelle de grâce qui réconcilie l’homme avec Dieu, avec lui-même et avec les autres.

Je salue cordialement les pèlerins francophones présents ce matin, en particulier le groupe de pèlerins de Sion, accompagné par Monsieur le Cardinal Henri Schwery, Évêque émérite de Sion, et la Communauté du Séminaire pontifical français de Rome, venue à l’occasion du cent-cinquantième anniversaire de son installation Via Santa Chiara. À l’exemple de saint Paul, prenez le Christ pour modèle : lui seul vous rendra capables d’annoncer avec audace la Bonne Nouvelle du salut!

[01511-03.02] [Texte original: Français]

Sintesi della catechesi in lingua inglese

Dear Brothers and Sisters in Christ,

In our catechesis on the Church’s apostolic ministry, we now turn from the twelve Apostles called by Jesus during his earthly life to some other important figures of the early Church. Outstanding among these is Saint Paul, who has been called the "thirteenth Apostle". Paul was a devout follower of the Law, whose initial hostility to the Gospel suddenly melted when he encountered the Risen Lord on the road to Damascus. His own accounts of this dramatic conversion speak not only about his vision of Jesus, but also his call to be an apostle. From that moment on, Paul’s life was completely dedicated to the service of Christ. From Paul we learn to make Christ the centre of our lives and to see all things in the light of God’s universal, reconciling love. Paul’s zeal for the Gospel led him to preach the name of Jesus in Asia and Europe, and to face countless trials with courage and undying love for the Lord. Truly, the love of Christ impelled him (cf. 2 Cor 5:14), even to his death as a martyr here in Rome. Through the prayers of Saint Paul, may we respond joyfully to his challenge to become "imitators of me, as I am of Christ" (1 Cor 11:1)!

I am pleased to greet the many English-speaking pilgrims present, especially those from England, Ireland, Nigeria, South Africa, Tanzania, India, Indonesia, Japan and the United States of America. My special greetings go to the pilgrims from the Dioceses of Cheyenne and Wheeling-Charleston, led by their Bishops. I also greet the priests taking part in the Institute of Continuing Theological Education of the Pontifical North American College. I thank the Holy Rosary School Choir from Gauteng, South Africa, for their praise of God in song. Upon all of you I cordially invoke an abundance of joy and peace in the Lord.

[01512-02.02] [Original text: English]

Sintesi della catechesi in lingua tedesca

Liebe Brüder und Schwestern!

In den letzen Wochen habe ich an den Mittwochen der Reihe nach über die Zwölf von Jesus in seiner irdirschen Lebenszeit berufenen Apostol gesprochen und nun wenden wir uns anderen großen Gestalten der Urkirche zu, unter denen ohne Zweifel Paulus von Tarsus hervorragt, der vom auferstandenen Herrn selbst als Apostel berufen wurde. Seine Persönlichkeit und sein Denken kennen wir aus der Apostelgeschichte und vor allem aus seinen zahlreichen Briefen im Neuen Testament, in denen seine Gestalt uns ganz lebending wird. Paulus – ursprünglich hieß er Saul und war von Beruf Zeltmacher – stammte aus der Stadt Tarsus in der jüdischen Diaspora und hatte zu Füßen des berühmten Schriftgelehrten Rabbi Gamaliël in Jerusalem die Thora studiert und war also selbst Schriftgelehrter, Rabbi geworden. Als Eiferer für den Glauben der Väter verfolgte er zunächst die Anhänger Jesu. Doch die Begegnung mit dem auferstandenen Christus auf dem Weg nach Damaskus hat sein Leben von Grund auf verändert. Der Herr hat gerade ihn, den Verfolger der ersten Christen, zu seinem Werkzeug auserwählt, damit er das Evangelium zu den Völkern in die ganze Welt hinaus trage. Die Liebe Christi machte den Saulus zum Paulus; der so zum Apostel Berufene stellte sein ganzes Leben in den Dienst Jesu und der Frohen Botschaft. Unermüdlich und unter vielen Schwierigkeiten und Verfolgungen verkündete er auf seinen Missionsreisen den Heiden das Heil, das uns im gekreuzigten und auferstandenen Christus geschenkt ist. Diesen Glauben hat Paulus hier in Rom mit seinem Blutzeugnis besiegelt, und hier in San Paolo fuori le mura verehren wir auch seine Reliquien.

Einen herzlichen Willkommensgruß richte ich an alle Pilger und Besucher deutscher Sprache. Der Apostel Paulus hat alles aufgegeben für Christus, den er als den wirklichen Gewinn erkannt hat. Seine Einladung, die er nicht nur an die Leser seiner Briefe, sonder nan die Christen aller Zeiten gerichtet hat, wollen wir mit Gottes Hilfe aufnehmen: „Nehmt mich zum Vorbild, wie ich Christus zum Vorbild nehme" (1 Kor 11, 1). Die Begegnung mit den Heiligen hier in Rom stärke euren Glauben. Euch allen wünsche ich gesegnete Zeit!

[01513-05.02] [Originalsprache: Deutsch]

Sintesi della catechesi in lingua spagnola

Queridos hermanos y hermanas:

Con Pablo de Tarso iniciamos unas catequesis sobre otros personajes importantes de la Iglesia primitiva, que también dieron su vida por el Señor. Pablo estudió la ley mosaica en Jerusalén con el gran Rabino Gamaliel. Persiguió a los discípulos de Jesús, pues como judío celoso no aceptaba que tuvieran como núcleo de la nueva fe la persona de Cristo en lugar de la Ley de Dios. En el camino hacia Damasco, y tocado por la gracia divina, Saulo se convirtió poniendo a partir de entonces todas sus energías al servicio exclusivo de Jesucristo y del Evangelio. De Pablo aprendemos que la persona Jesús ha de ser el centro de la vida del cristiano. Así mismo tiempo, el Apóstol anuncia que en Cristo muerto y resucitado Dios ofrece la salvación a todos los hombres sin distinción. Partiendo de Antioquia, realizó varios viajes apostólicos, y en la carta a los Romanos expresa su deseo de llegar hasta España. En su apostolado afrontó con valentía muchas situaciones difíciles, hasta derramar su sangre aquí en Roma como supremo testimonio de amor a Cristo.

Me es grato saludar a los visitantes de lengua española, en particular a los sacerdotes latinoamericanos del curso de Espiritualidad y Animación Misionera, al grupo de Alianza de amor con el Sagrado Corazón de Jesús, a la peregrinación de la parroquia Santa Teresa del Niño Jesús, de Barcelona, y a la Adoración Nocturna de Villacarrillo, Jaén. Saludo también a los demás grupos parroquiales y asociaciones, así como a los peregrinos de México y del Perú. Os invito a seguir las enseñanzas de san Pablo: que el amor de Cristo nos impulse siempre a vivir no ya para nosotros mismos sino para Él que por nosotros murió y resucitó.

¡Que el Señor os bendiga a todos!

[01514-04.01] [Texto original: Español]

Sintesi della catechesi in lingua portoghese

Amados Irmãos e Irmãs,

Nossa Catequese de hoje considerou a São Paulo. A figura deste Apóstolo brilha pelo esplendor da sua obra, não somente por ter sido o artífice por excelência da expansão do cristianismo pelo mundo afora, mas por ter-nos ensinado a pôr Cristo no centro da nossa vida. Peçamos a Deus de imitá-lo, sabendo reproduzir em nossas vidas aquele motivo da sua entrega: «Tornai-vos os meus imitadores, como eu sou de Cristo» (1Cor 11,1).

Saúdo com especial afeto os peregrinos de língua portuguesa aqui presentes; a todos desejo felicidades, graça e paz. Aos portugueses de Faro e de Albufeira, e ao numeroso grupo de brasileiros faço votos de que prossigam na caminhada de fé, depositando sempre a esperança em Cristo ressuscitado. Que Deus vos abençoe!

[01515-06.01] [Texto original: Português]

SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE

Saluto in lingua polacca

Saluto in lingua ceca

Saluto in lingua slovacca

Saluto in lingua slovena

Saluto in lingua croata

Saluto in lingua italiana

Saluto in lingua polacca  

Pozdrawiam serdecznie obecnych tu Polaków. Witam Chór Papieskiej Akademii Teologicznej z Krakowa. Święty Paweł przypomina: „Miłość Chrystusa przynagla nas…aby ci, co żyją, już nie żyli dla siebie, lecz dla Tego, który za nich umarł i zmartwychwstał" (2 Kor 5,14-15). Niech to wezwanie znajduje swój konkretny wymiar w naszym codziennym życiu. Niech będzie pochwalony Jezus Chrystus.

[Saluto cordialmente tutti i polacchi qui presenti. Saluto il Coro dell’Accademia Teologica di Cracovia. San Paolo ci ricorda: "L’amore di Cristo ci spinge.. perché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risuscitato per loro" (2 Cor 5, 14-15). Vi auguro che questa affermazione trovi la sua concreta dimensione nella vita di tutti i giorni. Sia lodato Gesù Cristo.]

[01516-09.01] [Testo originale: Polacco]

Saluto in lingua ceca

Srdečně vítám poutníky z České republiky, zejména studenty biskupského gymnasia v Českých Budějovicích. Drazí, kéž vám vzor svatého Pavla pomůže nalézt radost z následování Krista ke štědré službě bližnímu. K tomu vám rád žehnám! Chvála Kristu!

[Un cordiale benvenuto ai pellegrini provenienti dalla Repubblica Ceca, in particolare agli studenti del Liceo vescovile di České Budějovice. Carissimi, possa l'esempio di San Paolo farvi riscoprire la gioia della sequela di Cristo, per un generoso servizio al prossimo. Con questi voti, volentieri vi benedico. Sia lodato Gesù Cristo!]

[01517-AA.01] [Testo originale: Ceco]

Saluto in lingua slovacca

Zo srdca pozdravujem pútnikov zo Zemplínskej Teplice a Sečoviec. Bratia a sestry, v týchto dňoch sme pozvaní viac uvažovať o misijnom poslaní Cirkvi. Aj vy ste povolaní evanjelizovať to prostredie, v ktorom žijete. Rád vás žehnám. Pochválený buď Ježiš Kristus!

[Saluto di cuore i pellegrini provenienti da Zemplínska Teplica e Sečovce. Fratelli e sorelle, in questi giorni siamo invitati a riflettere più intensamente sull’impegno missionario della Chiesa. Anche voi siete chiamati ad evangelizzare nell’ambiente in cui vivete. Volentieri vi benedico. Sia lodato Gesù Cristo!]

[01518-AA.01] [Testo originale: Slovacco]

Saluto in lingua slovena

Lepo pozdravljeni, romarji iz Slovenije, še posebej iz Slovenske Bistrice! Vaš obisk v mestu, ki sta ga posvetila apostola Peter in Pavel, naj vas utrdi v veri in zvestobi do Cerkve. Vam in vsem vašim dragim podeljujem svoj blagoslov!

[Rivolgo un cordiale saluto ai pellegrini sloveni, specialmente a voi che siete venuti da Slovenska Bistrica. Il vostro pellegrinaggio alla Città consacrata dai santi Apostoli Pietro e Paolo, rafforzi la vostra fede e la vostra fedeltà alla Chiesa. A voi e a tutti che vi sono cari, imparto la mia Benedizione!]

[01519-AA.01] [Testo originale: Sloveno]

Saluto in lingua croata

S radošću pozdravljam sve hrvatske hodočasnike, a na poseban način vjernike iz župe svetoga Jurja iz Gornje Stubice. Pohodeći pragove apostola Petra i Pavla, učvrstite svoju vjeru, ljubav za Crkvu i odlučnost za svetost života. Hvaljen Isus i Marija!

[Saluto con gioia i pellegrini croati, in modo particolare i fedeli della parrocchia di San Giorgio di Gornja Stubica. Visitando le tombe degli apostoli Pietro e Paolo, rinsaldate la vostra fede, l’amore per la Chiesa e la risolutezza per la santità della vita. Siano lodati Gesù e Maria!]

[01520-AA.01] [Testo originale: Croato]

Saluto in lingua italiana

Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare, saluto quelli provenienti da Santa Maria di Castellabate, accompagnati dal loro Vescovo Mons. Giuseppe Rocco Favale. Cari amici, vi esorto a vivere con entusiasmo la vostra vocazione cristiana. La Vergine Santa, così venerata nella vostra comunità, vi guidi e vi sostenga nei propositi di fedeltà al Vangelo. Saluto poi i rappresentanti del Centro Missionario Francescano delle Marche e li incoraggio nell’impegno di cooperazione missionaria e di solidarietà cristiana.

Il mio pensiero va infine ai giovani, ai malati e agli sposi novelli. Ieri la liturgia ci ha fatto ricordare il Vescovo sant’Antonio Maria Claret, che si adoperò con grande impegno per la salvezza delle anime. La sua gloriosa testimonianza evangelica sostenga voi, cari giovani, nell’impegno di quotidiana fedeltà a Cristo; incoraggi voi, cari ammalati, a seguire sempre Gesù nel cammino della prova e della sofferenza; aiuti voi, cari sposi novelli, a fare della vostra famiglia il luogo dell’incontro con Dio e i fratelli.

[01521-01.01] [Testo originale: Italiano]

[B0534-XX.01]