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L’UDIENZA GENERALE, 11.01.2006


L’Udienza Generale di questa mattina si svolge alle ore 10.30 nell’Aula Paolo VI dove il Santo Padre incontra gruppi di pellegrini e fedeli provenienti dall’Italia e da ogni parte del mondo.

Nel discorso in lingua italiana, riprendendo il ciclo di catechesi sui Salmi e i Cantici, il Santo Padre commenta il Salmo 143,1-8 - Preghiera del Re per la vittoria e per la pace - Vespri del Giovedì della 4a Settimana (Lettura: Sal 143,1-4).

Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Papa rivolge particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti.

L’Udienza Generale si conclude con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica impartita insieme ai Vescovi presenti.

CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

1. Il nostro itinerario nel Salterio usato dalla Liturgia dei Vespri giunge ora a un inno regale, il Salmo 143, del quale è stata proclamata la prima parte: la Liturgia, infatti, propone questo canto suddividendolo in due momenti.

La prima parte (cfr vv. 1-8) rivela in modo netto la caratteristica letteraria di questa composizione: il Salmista ricorre a citazioni di altri testi salmici articolandoli in un nuovo progetto di canto e di preghiera.

Proprio perché il Salmo è di epoca successiva, è facile pensare che il re che viene esaltato abbia ormai i contorni non più del sovrano davidico, essendo la regalità ebraica conclusa con l’esilio babilonese del VI secolo a.C., bensì egli rappresenti la figura luminosa e gloriosa del Messia, la cui vittoria non è più un evento bellico-politico, ma un intervento di liberazione contro il male. Al «messia» - vocabolo ebraico che indica il «consacrato», come lo era il sovrano - subentra, così, il «Messia» per eccellenza, che, nella rilettura cristiana, ha il volto di Gesù Cristo, «figlio di Davide, figlio di Abramo» (Mt 1,1).

2. L’inno si apre con una benedizione, ossia con un’esclamazione di lode rivolta al Signore, celebrato con una piccola litania di titoli salvifici: egli è la roccia sicura e stabile, è la grazia amorosa, è la fortezza protetta, il rifugio difensivo, la liberazione, lo scudo che tiene lontano ogni assalto del male (cfr Sal 143,1-2). C’è anche l’immagine marziale del Dio che addestra alla lotta il suo fedele così che sappia affrontare le ostilità dell’ambiente, le potenze oscure del mondo.

Davanti al Signore onnipotente l’orante, pur nella sua dignità regale, si sente debole e fragile. Egli emette, allora, una professione di umiltà che è formulata, come si diceva, con le parole dei Salmi 8 e 38. Egli, sente, infatti, di essere «come un soffio», simile a un’ombra passeggera, esile e inconsistente, immerso nel flusso del tempo che scorre, segnato dal limite che è proprio della creatura (cfr Sal 143,4).

3. Ecco, allora, la domanda: perché Dio si cura e si dà pensiero di questa creatura così misera e caduca? A questo interrogativo (cfr v. 3) risponde la grandiosa irruzione divina, la cosiddetta teofania che è accompagnata da un corteo di elementi cosmici e di eventi storici, orientati a celebrare la trascendenza del Re supremo dell’essere, dell’universo e della storia.

Ecco monti che fumano in eruzioni vulcaniche (cfr v. 5), folgori che sono simili a saette che disperdono i malvagi (cfr v. 6), ecco le «grandi acque» oceaniche che sono simbolo del caos dal quale è però salvato il re ad opera della stessa mano divina (cfr v. 7). Sullo sfondo rimangono gli empi che dicono «menzogne» e «giurano il falso» (cfr vv. 7-8), una raffigurazione concreta, secondo lo stile semitico, dell’idolatria, della perversione morale, del male che veramente si oppone a Dio e al suo fedele.

4. Noi ora, per la nostra meditazione, ci soffermeremo inizialmente sulla professione di umiltà che il Salmista compie e ci affideremo alle parole di Origene, il cui commento al nostro testo è giunto a noi nella versione latina di san Girolamo. «Il Salmista parla della fragilità del corpo e della condizione umana», perché «quanto alla condizione umana, l'uomo è un nulla. "Vanità delle vanità, tutto è vanità", disse l'Ecclesiaste». Ma torna allora la domanda stupita e riconoscente: «"Signore, che cos'è l'uomo per esserti manifestato a lui?"... Grande felicità per l'uomo, conoscere il proprio Creatore. In questo noi ci differenziamo dalle fiere e dagli altri animali, perché sappiamo di avere il nostro Creatore, mentre essi non lo sanno». Vale la pena meditare un po’ queste parole di Origene, che vede la differenza fondamentale tra l’uomo e gli altri animali nel fatto che l’uomo è capace di conoscere Dio, il suo Creatore, che l’uomo è capace della verità, capace di una conoscenza che diventa relazione, amicizia. E’ importante, nel nostro tempo, che noi non dimentichiamo Dio, insieme con tutte le altre conoscenze che abbiamo acquisito nel frattempo, e sono tante! Esse diventano tutte problematiche, a volte pericolose, se manca la conoscenza fondamentale che dà senso e orientamento a tutto: la conoscenza di Dio Creatore.

Ritorniamo a Origene. Egli dice: «Non potrai salvare questa miseria che è l'uomo, se tu stesso non la prendi su di te. "Signore, piega il tuo cielo e scendi". La tua pecora sbandata non potrà guarire se non sarà messa sulle tue spalle... Queste parole sono rivolte al Figlio: "Signore, piega il tuo cielo e scendi"... Sei disceso, hai abbassato i cieli e hai steso la tua mano dall'alto, e ti sei degnato di prendere su di te la carne dell'uomo, e molti credettero in te» (Origene - Gerolamo, 74 omelie sul libro dei Salmi, Milano 1993, pp. 512-515). Per noi cristiani Dio non è più, come nella filosofia precedente il cristianesimo, una ipotesi ma è una realtà, perché Dio "ha piegato il cielo ed è sceso". Il cielo è Egli stesso, ed è sceso in mezzo a noi. Giustamente Origene vede nella parabola della pecorella smarrita, che il pastore prende sulle sue spalle, la parabola dell’Incarnazione di Dio. Sì, nell’Incarnazione Egli è sceso e ha preso sulle sue spalle la nostra carne, noi stessi. Così la conoscenza di Dio è divenuta realtà, è divenuta amicizia, comunione. Ringraziamo il Signore perché "ha piegato il suo cielo ed è sceso", ha preso sulle sue spalle la nostra carne e ci porta sulle strade della nostra vita.

Il Salmo, partito dalla nostra scoperta di essere deboli e lontani dallo splendore divino, giunge alla fine a questa grande sorpresa dell’azione divina: accanto a noi c’è Dio-Emmanuele, che per il cristiano ha il volto amoroso di Gesù Cristo, Dio fatto uomo, fattosi uno di noi.

[00044-01.02] [Testo originale: Italiano]

SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE

Sintesi della catechesi in lingua francese

Sintesi della catechesi in lingua inglese

Sintesi della catechesi in lingua tedesca

Sintesi della catechesi in lingua spagnola

Sintesi della catechesi in lingua francese

Chers Frères et Sœurs,

Dans le Psaume 143, le roi bénit le Seigneur, le louant comme le rocher sûr et stable, la forteresse, le bouclier qui protège des assauts du mal. L’écriture tardive du Psaume fait voir dans ce roi non plus le souverain davidique, mais la figure lumineuse et glorieuse du Messie, c’est-à-dire du «Consacré», qui vient libérer l’homme du mal. La relecture chrétienne fera reconnaître en Jésus Christ, «fils de David, fils d’Abraham» (Mt 1,1), le «Messie» par excellence.

«Qu’est ce que l’homme, pour que tu le connaisses, Seigneur» ! Face à Dieu qui, dans une impressionnante théophanie, se manifeste comme Roi de l’univers et de l’histoire, le souverain se sent petit et faible, marqué par ses limites de créature. Mais, commentera Origène, le Seigneur est descendu, il a abaissé les cieux et il a daigné prendre sur lui la chair de l’homme, et beaucoup crurent en lui. Proche de nous, il y a Dieu-Emmanuel, que nous reconnaissons dans le visage amoureux de Jésus Christ, Dieu fait homme.

Je salue cordialement les pèlerins francophones présents ce matin, en particulier les diacres et les jeunes prêtres du Séminaire de Lille, ainsi que les groupes de jeunes. Que votre pèlerinage à Rome ravive votre foi et ouvre vos cœurs à l’espérance, pour accueillir chaque jour dans vos vies l’Emmanuel, le Prince de la Paix !

[00045-03.02] [Texte original: Français]

Sintesi della catechesi in lingua inglese

Dear Brothers and Sisters,

Today’s catechesis centres on Psalm 143, which takes the form of a King’s prayer for victory and peace. It opens with praises to God, expressed through a litany of salvific titles recalling the Lord as a fortress, a shield and a place of refuge.

Notwithstanding his royal dignity, the King feels his weaknesses and fragility, and recognises his life as one that "fades like a shadow". In humility he ponders: Lord, what is man that you care for him? His questioning evokes a plethora of images of divine interventions, while illustrating how the transcendence of the supreme King of the Universe saves mankind from idolatry, moral perversion and evil.

Reflecting on this Psalm, Origen draws to our attention the great happiness we gain through knowing our Creator. Indeed, it is this knowledge which distinguishes us from other creatures. God - Emmanuel is with us! Let us rejoice in our privilege to recognise the Lord and to encounter his loving face!

I extend a warm welcome to the English-speaking pilgrims and visitors here today, including groups from Finland, Japan, and the United States of America. Upon you and your loved ones at home, I invoke the joy and peace of Christ our Lord! I wish to offer my heartfelt greetings to the students and teachers of the Ecumenical Institute of Bossey in Switzerland. I hope that your visit to the tombs of the Apostles Peter and Paul, together with your meetings, will be a stimulus to strengthen your commitment to the vital task of promotion of unity among Christians.

[00046-02.01] [Original text: English]

Sintesi della catechesi in lingua tedesca

Liebe Brüder und Schwestern!

Im festen Vertrauen auf Gottes erbarmende Liebe stimmt der Beter von Psalm 144 dankbar einen Lobpreis des Allerhöchsten an. Er weiß sich unter dem Schutz des Herrn. Dies drückt der Psalmist in einer ganzen Reihe von Ehrentiteln aus: Der Herr ist sein Fels, seine Burg und Festung, sein Retter und Schild (vgl. VV. 1-2). Vor der Größe und Güte Gottes erkennt der Gläubige zugleich die eigene Schwachheit: „Der Mensch gleicht einem Hauch, seine Tage sind wie ein flüchtiger Schatten" (V. 4).

Diese demütige Erkenntnis führt aber zu einer neuen Einsicht: Gott kommt den Menschen entgegen! Der Schöpfer trägt Sorge für seine Geschöpfe. Er sendet seinen Sohn vom Himmel herab – als Mensch unter die Menschen. Im Staunen vor der Güte und Menschenfreundlichkeit Gottes lobpreisen wir Christen den Herrn als den Emmanuel. Er ist in der Tat der „Gott mit uns", der sich im liebenden Antlitz Jesu Christi, unseres Erlösers, offenbart.

Von Herzen heiße ich alle deutschsprachigen Pilger und Besucher willkommen. Gott will allen Menschen nahe sein. Seine liebende Nähe wird besonders auch in einer wahren und echten Gemeinschaft sichtbar. Liebe Freunde, tragt in eurer Umgebung dazu bei, daß Gemeinschaft wachsen und sich entfalten kann. Der Heilige Geist geleite euch auf allen Wegen.

[00047-05.01] [Originalsprache: Deutsch]

Sintesi della catechesi in lingua spagnola

Queridos hermanos y hermanas:

El salmo proclamado hoy comienza con una exclamación de alabanza dirigida al Señor mediante una serie de títulos salvíficos: roca segura, baluarte protegido, refugio que me defiende... Sin embargo, el orante, a pesar de su dignidad de rey, se siente débil y frágil delante del Señor, como una sombra que pasa, por lo cual hace una verdadera profesión de humildad. Y es aquí donde surge la pregunta: ¿Por qué Dios se preocupa e interesa por una criatura tan pobre y caduca?

Orígenes, en su comentario, contesta a esta pregunta de la siguiente manera: Señor, «no podrás salvar esta miseria que es el hombre, si tú mismo no la tomas sobre ti... Has descendido, has abajado los cielos y has extendido tu mano desde lo alto, y te has dignado asumir la carne del hombre, y muchos creyeron en ti». De esta manera el salmo, que empieza reconociendo nuestra debilidad, llega a un final sorprendente: junto a nosotros está el Emmanuel, que para el cristiano tiene el rostro amoroso de Jesucristo, Dios hecho hombre.

Saludo cordialmente a los visitantes y peregrinos venidos de España y de Latinoamérica. Conscientes de la dignidad de ser hijos de Dios, os animo a vivir vuestra vida cristiana con alegría y fidelidad a vuestros compromisos bautismales.

[00048-04.01] [Texto original: Español]

SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE

Saluto in lingua portoghese

Saluto in lingua polacca

Saluto in lingua croata

Saluto in lingua italiana

Saluto in lingua portoghese

Saúdo com viva satisfação o grupo de peregrinos de língua portuguesa e, de modo especial, os juristas brasileiros aqui presentes. Faço votos que a oportunidade de visitar o túmulo dos Apóstolos vos sirva de estímulo para uma renovada confiança na Lei de Deus e nos princípios que dela derivam. A todos desejo muita paz e alegria no Espírito Santo. Que o Senhor vos abençoe!

[00049-06.02] [Texto original: Português]

Saluto in lingua polacca

Witam serdecznie pielgrzymów z Polski i z innych krajów. Szczególnie pozdrawiam Regionalny Zespół Pieśni i Tańca „Pilsko", któremu życzę wielu sukcesów w pracy artystycznej. Wszystkim tu obecnym składam życzenia owocnego pobytu w Rzymie i dobrego Nowego Roku. Proszę was o przekazanie moich pozdrowień waszym rodzinom i parafiom. Niech będzie pochwalony Jezus Chrystus.

[Do il mio cordiale benvenuto ai pellegrini provenienti dalla Polonia e dai diversi paesi. Saluto in modo particolare il gruppo folcloristico "Pilsko" ai quali auguro i migliori successi nel loro lavoro artistico. A tutti i presenti auguro un fruttuoso soggiorno a Roma e un prosperoso Anno Nuovo. Vi chiedo anche di trasmettere il mio affettuoso saluto alle vostre famiglie e alle vostre parrocchie. Sia lodato Gesù Cristo.]

[00050-09.02] [Testo originale: Polacco]

Saluto in lingua croata

Pozdravljam sve hrvatske hodočasnike, a osobito časne sestre Službenice milosrđa te prosvjetne djelatnike iz Zagreba! Gospodin koji nas je obradovao svojim pohodom neka Vas sačuva postojanima u živoj vjeri i djelotvornoj ljubavi. Hvaljen Isus i Marija!

[Saluto i pellegrini croati, particolarmente le suore Ancelle della Carità e gli educatori di Zagabria! Il Signore che ci ha rallegrato con la sua venuta, vi custodisca saldi nella viva fede e nell’amore operoso! Siano lodati Gesù e Maria!]

[00051-AA.01] [Testo originale: Croato]

Saluto in lingua italiana

Rivolgo un cordiale saluto ai pellegrini di lingua italiana. Grazie per il vostro entusiasmo, grazie per la gioia della fede! In particolare, saluto i rappresentanti della Federazione Italiana Comunità Terapeutiche, che ricorda il 25E anniversario di attività, ed auguro loro di proseguire con entusiasmo nell’opera di sostegno e di recupero di quanti sono vittime della droga e dell’emarginazione.

Saluto poi il gruppo dell’Opera Romana Pellegrinaggi e i giovani del Movimento dei Focolari.

Il mio pensiero va infine ai giovani, ai malati e agli sposi novelli. La festa del Battesimo del Signore, che ha chiuso il tempo natalizio, vi sia di stimolo, cari amici, perchè nel ricordo del vostro battesimo siate pronti a testimoniare con gioia la fede in Cristo in ogni situazione, nella salute e nella malattia, in famiglia, nel lavoro e in tutti gli ambienti.

[00052-01.01] [Testo originale: Italiano]

[B0019-XX.01]