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UDIENZA AI PARTECIPANTI ALLA 33A CONFERENZA DELL’ORGANIZZAZIONE DELLE NAZIONI UNITE PER L’ALIMENTAZIONE E L’AGRICOLTURA (F.A.O.), 24.11.2005


UDIENZA AI PARTECIPANTI ALLA 33A CONFERENZA DELL’ORGANIZZAZIONE DELLE NAZIONI UNITE PER L’ALIMENTAZIONE E L’AGRICOLTURA (F.A.O.)

DISCORSO DEL SANTO PADRE

TRADUZIONE IN LINGUA ITALIANA

A fine mattinata, nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico Vaticano, il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto in Udienza i partecipanti alla 33a Conferenza dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (F.A.O.). 
A guidare la Delegazione il Presidente della Conferenza, S.E. il Sig. Cao Duc Phat e il Direttore Generale della F.A.O., Sig. Jacques Diouf.
Erano inoltre presenti: il Primo Ministro del Belize, S.E. il Sig. W. Musa e il Primo Ministro di Grenada, S.E. il Sig. Keith Mitchell, accompagnati dall’Osservatore Permanente della Santa Sede presso la F.A.O. Mons. Renato Volante.
Pubblichiamo di seguito il discorso che il Papa ha loro rivolto:

DISCORSO DEL SANTO PADRE

Your Excellencies, Prime Ministers,
Mr. President,
Mr. Director General,
Distinguished Ladies and Gentlemen!

I am pleased to welcome the representatives of the Member States, on the occasion of the Thirty-third Conference of the United Nations Food and Agriculture Organization. This is our first meeting and it allows me to see at close hand your efforts in the service of a great ideal: that of liberating humanity from hunger. To all I offer a respectful greeting, particularly the Director General, Mr Jacques Diouf. I offer him my heartfelt good wishes at the beginning of his new mandate.

Today’s meeting is an appropriate occasion to express my sincere appreciation for the programmes which FAO, in its diverse agencies, has carried out for the past sixty years, defending with competence and professionalism the cause of man, beginning precisely with the basic right of each person to be "free of hunger". Humanity is presently experiencing a worrisome paradox: side by side with ever new and positive advances in the areas of the economy, science and technology, we are witnessing a continuing increase of poverty. I am certain that the experience which you have accumulated in these years can help to develop a method adequate to the task of combatting hunger and poverty, one shaped by that concrete realism which has always characterized the work of your distinguished Organization. In recent years FAO has worked for broader cooperation and has seen in the "dialogue of cultures" a specific means of ensuring greater development and secure access to food. Today more than ever, there is a need for concrete, effective instruments for eliminating the potential for conflict between different cultural, ethnic and religious visions. There is a need to base international relations on respect for the person and on the cardinal principles of peaceful coexistence, fidelity to commitments undertaken and mutual acceptance by the peoples who make up the one human family. There is likewise a need to recognize that technical progress, necessary as it is, is not everything. True progress is that alone which integrally safeguards the dignity of the human being and which enables each people to share its own spiritual and material resources for the benefit of all.

Here I wish to mention the importance of helping native communities, all too often subjected to undue appropriations aimed at profit, as your Organization recently pointed out in its Guidelines on the Right to Food. Also, it must not be forgotten that, while some areas are subject to international measures and controls, millions of people are condemned to hunger, even outright starvation, in areas where violent conflicts are taking place, conflicts which public opinion tends to neglect because they are considered internal, ethnic or tribal. Yet these conflicts have seen human lives systematically eliminated, while people have been uprooted from their lands and at times forced, in order to flee certain death, to leave their precarious settlements in refugee camps.

An encouraging sign is the initiative of FAO to convene its Member States to discuss the issue of agrarian reform and rural development. This is not a new area, but one in which the Church has always shown interest, out of particular concern for small rural farmers who represent a significant part of the active population especially in developing countries. One course of action might be to ensure that rural populations receive the resources and tools which they need, beginning with education and training, as well as organizational structures capable of safeguarding small family farms and cooperatives (cf. Gaudium et Spes, 71).

In a few days many of the participants in this Conference will be meeting in Hong Kong for negotiations on international commerce, particularly with regard to farm products. The Holy See is confident that a sense of responsibility and solidarity with the most disadvantaged will prevail, so that narrow interests and the logic of power will be set aside. It must not be forgotten that the vulnerability of rural areas has significant repercussions on the subsistence of small farmers and their families if they are denied access to the market. A consistent course of action would call for recognizing the essential role of the rural family as a guardian of values and a natural agent of solidarity in relationships between the generations. Consequently, support should also be given to the role of rural women and at the same time to children for whom not only nutrition but also basic education must be assured.

Ladies and Gentlemen, conscious of the great complexity of your work, I nonetheless offer these reflections for your consideration, since I am convinced that the hearts of all need to be increasingly open to the many people in our world who lack their daily bread. The work of this Conference will show the strength of the growing conviction that what is needed is a courageous struggle against hunger. May Almighty God illuminate your deliberations and grant you the strength needed to persevere in your indispensable efforts to serve the common good. To all I renew my cordial good wishes for the full success of the work of your Conference.

[01505-02.02] [Original text: English]

TRADUZIONE IN LINGUA ITALIANA

Signori Primi Ministri,
Signor Presidente,
Signor Direttore Generale,
Illustri Signori, Gentili Signore!

Sono lieto di porgere un cordiale benvenuto a tutti voi, Rappresentanti degli Stati membri della FAO, che partecipate ai lavori della 33ª Conferenza dell’Organizzazione. E’ la prima volta che vi incontro ed è per me l’occasione di conoscere da vicino il vostro lavoro a servizio di un grande ideale: liberare l’umanità dalla fame. A tutti il mio deferente pensiero. Saluto poi il Direttore Generale, Signor Jacques Diouf. Porgo un sincero augurio per l’inizio del suo nuovo mandato.

L’odierna circostanza mi è particolarmente propizia per esprimere sincero apprezzamento per le iniziative che la FAO, nelle sue diverse componenti, svolge da sessant’anni, difendendo con competenza e professionalità la causa dell’uomo a partire proprio dal basilare diritto di ogni persona ad essere "libera dalla fame". L’umanità vive in questo tempo uno dei paradossi più preoccupanti: da una parte si raggiungono sempre nuovi e positivi traguardi in campo economico, scientifico e tecnologico, ma dall’altra si constata la crescita continua della povertà. Sono certo che l’esperienza da voi sinora accumulata può aiutare a far emergere una metodologia atta ad affrontare con successo la lotta alla fame e alla povertà con quel concreto realismo che ispira gli interventi della vostra benemerita Organizzazione. Essa, in questi anni, ha scelto di aprire nuovi orizzonti all’attività di cooperazione individuando nel "dialogo tra le culture" un mezzo capace di favorire migliori condizioni di sviluppo e di sicurezza alimentare. Oggi più che mai c’è bisogno di strumenti in grado di vincere le ricorrenti tentazioni di conflitto tra diverse visioni culturali, etniche e religiose. Occorre fondare i rapporti internazionali sul rispetto della persona e dei principi cardine della convivenza, sulla fedeltà ai patti e sul reciproco accogliersi dei popoli come membra dell’unica famiglia umana. Occorre riconoscere che il progresso tecnico, pur necessario, non è tutto; vero progresso è solo quello che salvaguarda la dignità dell’essere umano nella sua interezza e consente ad ogni popolo di condividere le proprie risorse spirituali e materiali, a beneficio di tutti.

In questo contesto, vorrei ricordare quanto sia importante aiutare le comunità indigene, troppo spesso oggetto di indebite appropriazioni finalizzate al profitto, come ha di recente sottolineato la vostra Organizzazione nel delineare le Direttive sul diritto all’alimentazione (Guidelines on the Right to Food). Non va poi dimenticato che mentre alcune aree vengono sottoposte a misure e controlli internazionali, milioni di persone sono condannate alla fame, fino al rischio della vita, in zone dove sono in atto sanguinosi conflitti dimenticati dall’opinione pubblica perché ritenuti interni o etnici e tribali. Essi registrano sistematiche eliminazioni di vite umane, lo sradicamento di persone dalla loro terra, le quali sono talora costrette, per sfuggire ad una morte sicura, a lasciare le precarie dimore dei campi profughi.

Infonde poi rinnovata fiducia l’iniziativa della FAO di convocare i suoi Stati membri per discutere sul tema della riforma agraria e dello sviluppo rurale. Si tratta di un ambito non nuovo e verso il quale la Chiesa ha da sempre rivolto la sua attenzione preoccupandosi in particolare dei piccoli agricoltori rurali che rappresentano una parte rilevante della popolazione attiva, specialmente nei Paesi in via di sviluppo. Forse una strada da percorrere potrebbe essere quella di assicurare alle popolazioni rurali le risorse e gli strumenti indispensabili, ad iniziare dai mezzi di formazione e di educazione insieme a strutture organizzative che tutelino la piccola azienda agricola familiare e le forme cooperative (cfr Gaudium et spes, 71).

Tra pochi giorni ad Hong Kong molti dei partecipanti ai vostri lavori saranno chiamati al tavolo dei negoziati riguardanti il commercio internazionale e, in particolare, dei prodotti agricoli. La Santa Sede auspica che a prevalere, responsabilmente, sia il senso di solidarietà verso chi è più svantaggiato e che si abbandonino interessi locali e logiche di potenza. Non si può dimenticare che la vulnerabilità del mondo rurale ha ripercussioni sulla sussistenza individuale e delle famiglie dei piccoli agricoltori, se è loro negato l’accesso al mercato. Operare coerentemente significa, pertanto, riconoscere il ruolo insostituibile della famiglia rurale, custode di valori e veicolo naturale di solidarietà nei rapporti tra generazioni. Per questo va anche sostenuto il ruolo della donna rurale, come pure vanno assicurati ai fanciulli, oltre alla nutrizione, gli elementi di base per la loro educazione.

Signore e Signori, queste riflessioni, che mi sono permesso di offrire alla vostra considerazione, pur tenendo ben presenti le tante difficoltà esistenti, scaturiscono dalla convinzione che nel cuore di tutti debba esserci una concreta disponibilità verso quanti nel mondo mancano del pane quotidiano. I vostri sforzi stanno a testimoniare quanto sia già forte la convinzione di dover coraggiosamente lottare contro la fame. Possa l’Onnipotente illuminare le vostre decisioni e farvi perseverare in questa insostituibile ricerca di servizio al bene comune. A tutti rinnovo il mio saluto augurando pieno successo ai lavori della vostra Conferenza.

[01505-01.01] [Testo originale: Inglese]

[B0595-XX.01]