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MESSAGGIO PREPARATO DAL SANTO PADRE GIOVANNI PAOLO II PER LA GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE 2005, 15.04.2005


MESSAGGIO PREPARATO DAL SANTO PADRE GIOVANNI PAOLO II PER LA GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE 2005

TESTO IN LINGUA ITALIANA 

TESTO IN LINGUA FRANCESE 

TESTO IN LINGUA INGLESE 

TESTO IN LINGUA SPAGNOLA

TESTO IN LINGUA PORTOGHESE 

TESTO IN LINGUA CINESE 

A titolo di documentazione si porta a conoscenza che in data 22 febbraio 2005, festa della Cattedra di San Pietro, il Papa Giovanni Paolo II aveva firmato l’annuale Messaggio per la Giornata Missionaria Mondiale, stabilendo che esso venisse reso pubblico in data odierna per consentire agli episcopati di diffonderlo in tempo utile per una adeguata preparazione della celebrazione di ottobre (quarta domenica del mese).
Ecco il testo, che ha come titolo: "Missione: Pane spezzato per la vita del mondo":

TESTO IN LINGUA ITALIANA

"Missione: Pane spezzato per la vita del mondo"

Carissimi Fratelli e Sorelle,

1. La Giornata Missionaria Mondiale, in quest'anno dedicato all'Eucaristia, ci aiuta a meglio comprendere il senso "eucaristico" della nostra esistenza, rivivendo il clima del Cenacolo, quando Gesù, alla vigilia della sua passione, offrì al mondo se stesso: "Nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me" (1 Cor 11,23-24).
Nella recente Lettera apostolica Mane nobiscum Domine ho invitato a contemplare Gesù "pane spezzato" per l'intera umanità. Seguendo il suo esempio, anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli, specialmente per i più bisognosi. L'Eucaristia porta "il segno dell'universalità", e in modo sacramentale prefigura quel che avverrà "quando tutti quelli che sono partecipi della natura umana, rigenerati in Cristo per mezzo dello, Spirito Santo, riflettendo insieme la gloria di Dio, potranno dire: «Padre nostro»" (Ad gentes, 7).- In tal modo l'Eucaristia, mentre fa comprendere pienamente il senso della missione, spinge ogni singolo credente e specialmente i missionari ad essere "pane spezzato per la vita del mondo".

L‘umanità ha bisogno di Cristo «pane spezzato»

2. Nella nostra epoca la società umana -sembra avvolta da folte tenebre, mentre è scossa da drammatici eventi e sconvolta da catastrofici disastri naturali. Ma, come "nella notte in cui veniva tradito" (1 Cor 11,23), anche oggi Gesù "spezza il pane" ( cfr Mt 26,26) per noi e nelle Celebrazioni eucaristiche offre Se stesso sotto il segno sacramentale del suo amore per tutti. Per questo ho voluto ricordare che "l'Eucaristia non è solo espressione di comunione nella vita della Chiesa; essa è anche progetto di solidarietà per l'intera umanità" (Mane nobiscum Domine, 27); è "pane del cielo" che, donando la vita eterna (cfr Gv 6,33), apre il cuore degli uomini a una grande speranza.
Lo stesso Redentore, che alla vista delle folle bisognose sentì compassione "perché erano stanche e sfinite, come pecore senza pastore" (Mt 9,36), presente nell'Eucaristia, continua nei secoli a manifestare compassione verso l'umanità povera e sofferente.
Ed è in suo nome che gli operatori pastorali e i missionari percorrono sentieri inesplorati per recare a tutti il "pane" della salvezza. Li anima la consapevolezza che uniti a Cristo, "centro non solo della storia della Chiesa, ma anche della storia dell'umanità ( cfr Ef 1,10; Col 1,15-20)" (.Mane nobiscum Domine, 6), è possibile soddisfare le attese più intime del cuore umano. Gesù solo può spegnere la fame di amore e la sete di giustizia degli uomini; solo Lui rende possibile a ogni persona la partecipazione alla vita eterna: " Io sono il pane vivo disceso dal cielo. Se uno .mangia di questo pane vivrà in eterno" ( Gv 6,51).

La Chiesa, insieme con Cristo, si fa "pane spezzato "

3. La Comunità ecclesiale quando celebra l'Eucaristia, in modo speciale la domenica, giorno del Signore, sperimenta alla luce della fede il valore dell'incontro con Cristo risorto, e prende sempre più coscienza che il Sacrificio eucaristico è "per tutti" (Mt 26,28). Se ci si nutre del Corpo e del Sangue del Signore crocifisso e risorto, non si può tenere solo per se questo "dono". Occorre, al contrario, diffonderlo. L'amore appassionato per Cristo porta al coraggioso annuncio di Cristo; annuncio che, con il martirio, diventa offerta suprema di amore a Dio e ai fratelli. L'Eucaristia spinge ad una generosa azione evangelizza1rice e ad un impegno fattivo nell'edificazione di una società più equa e fraterna.
Auspico di cuore che l'Anno dell'Eucaristia stimoli tutte le comunità cristiane ad andare incontro "con fraterna operosità a qualcuna delle tante povertà del nostro mondo" (Mane nobiscum Domine, 28). Questo, perché "dall'amore vicendevole e, in particolare, dalla sollecitudine per chi è nel bisogno saremo riconosciuti come veri discepoli di Cristo ( cfr Gv 13,35 ; Mt 25,31- 46). E' questo il criterio in base al quale sarà comprovata l'autenticità delle nostre celebrazioni eucaristiche" (Mane nobiscum Domine, 28).

I missionari, "pane spezzato " per la vita del mondo

4. Anche oggi Cristo comanda ai suoi discepoli: "Date loro voi stessi da mangiare" (Mt 14,16). In suo nome i missionari si recano in tante parti del mondo per annunciare e testimoniare il Vangelo. Essi fanno risuonare con la loro azione le parole del Redentore: " Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete" ( Gv 6,35); essi stessi si fanno "pane spezzato" per i fratelli, giungendo talvolta sino al sacrificio della vita.
Quanti martiri missionari in questo nostro tempo! Il loro esempio trascini tanti giovani sul sentiero dell'eroica fedeltà a Cristo! La Chiesa ha bisogno di uomini e di donne, che siano disposti a consacrarsi totalmente alla grande causa del Vangelo.
La Giornata Missionaria Mondiale costituisce un'opportuna circostanza per prendere consapevolezza dell'urgente necessità di partecipare alla missione evangelizzatrice in cui sono impegnate le Comunità locali e i molteplici Organismi ecclesiali e, in modo particolare, le Pontificie Opere Missionarie e gli Istituti Missionari. E' missione che, oltre alla preghiera e al sacrificio, attende anche un concreto sostegno materiale. Colgo ancora una volta l'occasione per mettere in luce il prezioso servizio che rendono le Pontificie Opere Missionarie e invito tutti a sostenerle con una generosa cooperazione spirituale e materiale.
La Vergine, Madre di Dio, ci aiuti a rivivere l'esperienza del Cenacolo, perché le nostre Comunità ecclesiali diventino autenticamente "cattoliche"; Comunità, cioè, dove la "spiritualità missionaria", che è "comunione intima con Cristo" (Redemptoris missio, 88), si pone in stretto rapporto con la "spiritualità eucaristica", che ha come modello Maria, "Donna eucaristica" (Ecclesia de Eucharistia, 53); Comunità che restano aperte alla voce, dello Spirito e alle necessità dell'umanità, Comunità dove i credenti, e specialmente i missionari, non esitano a farsi "pane spezzato per la vita del mondo".

A tutti la mia Benedizione!

Dal Vaticano, 22 Febbraio 2005, festa della Cattedra di San Pietro.

IOANNES PAULUS II

[00450-01.02] [Testo originale: Italiano]

TESTO IN LINGUA FRANCESE

"Mission : pain rompu pour la vie du monde"

Chers Frères et Sœurs,

1. La Journée missionnaire mondiale, consacrée cette année à l’eucharistie, nous aide à mieux comprendre le sens « eucharistique » de notre existence, en revivant l’atmosphère du Cénacle, quand Jésus, la veille de sa passion, s’offrit lui-même au monde : « la nuit où il fut livré, il prit du pain et, après avoir rendu grâce, le rompit et dit : Ceci est mon corps, qui est pour vous ; faites ceci en mémoire de moi » (1 Co 11, 23-24).
Dans la lettre apostolique récente Mane nobiscum Domine, j’ai invité à contempler Jésus « pain rompu » pour l’humanité entière. Suivant son exemple, nous devons nous aussi donner la vie pour nos frères, spécialement les plus nécessiteux. L’eucharistie porte « le signe de l’universalité », et préfigure de manière sacramentelle ce qui adviendra « quand tous ceux qui participent à la nature humaine, une fois qu’ils auront été régénérés dans le Christ par le Saint-Esprit, et reflétant ensemble la gloire de Dieu, pourront dire ‘notre Père’ » (Ad gentes, 7). De cette manière, l’eucharistie, tout en faisant comprendre pleinement le sens de la mission, pousse chaque croyant, et spécialement les missionnaires, à être « pain rompu pour la vie du monde ».

L’humanité a besoin du Christ « pain rompu »

2. À notre époque, la société humaine semble enveloppée de ténèbres épaisses, tandis qu’elle est secouée par des événements dramatiques et bouleversée par des désastres naturels catastrophiques. Mais comme « dans la nuit où il était livré » (1 Co 11,23), Jésus, aujourd’hui encore, « rompt le pain » (cf. Mt 26,26) pour nous et dans les célébrations eucharistiques, il s’offre lui-même sous le signe sacramentel de son amour pour tous. Voilà pourquoi j’ai voulu rappeler que  « l’eucharistie n’est pas seulement une expression de communion dans la vie de l’Église ; elle est aussi un projet de solidarité pour l’humanité tout entière » (Mane nobiscum Domine, 27) ; elle est le « pain du ciel » qui, en donnant la vie éternelle (cf. Jn 6,33), ouvre le cœur des hommes à une grande espérance.
Le Rédempteur lui-même qui, à la vue des foules eut pitié « car ces gens étaient las et prostrés comme des brebis qui n’ont pas de berger » (Mt 9,36), présent dans l’eucharistie, continue au long des siècles à manifester de la compassion envers l’humanité pauvre et souffrante.
Et c’est en son nom que les agents de la pastorale et les missionnaires parcourent des sentiers inexplorés pour apporter à tous le « pain » du salut. Ils sont animés par la certitude que, unis au Christ, « centre non seulement de l’histoire de l’Église, mais aussi de l’histoire de l’humanité (cf. Ep 1,10 ; Col 1, 15-20) (Mane nobiscum Domine, 6) », il est possible de satisfaire les attentes les plus profondes du cœur humain. Seul Jésus peut éteindre la soif d’amour et la soif de justice des hommes ; lui seul permet à chaque homme de participer à la vie éternelle : « Je suis le pain vivant, descendu du ciel. Qui mange ce pain, vivra à jamais » (Jn 6,51).

L’Église, avec le Christ, se fait « pain rompu »

3. Quand la communauté ecclésiale célèbre l’eucharistie, spécialement le dimanche, jour du Seigneur, elle expérimente, à la lumière de la foi, la valeur de la rencontre avec le Christ ressuscité et prend de plus en plus conscience que le sacrifice eucharistique est « pour tous » (Mt 26,28). Si on se nourrit du corps et du sang du Christ crucifié et ressuscité, on ne peut pas garder ce « don » pour soi uniquement. Il faut, au contraire, le partager. L’amour passionné envers le Christ porte à l’annonce courageuse du Christ, annonce qui, par le martyre, devient offrande suprême d’amour à Dieu et aux frères. L’eucharistie incite à une action évangélisatrice généreuse et à un engagement actif dans l’édification d’une société plus juste et fraternelle.
Je souhaite de tout cœur que l’Année eucharistique stimule toutes les communautés chrétiennes à lutter  « par des actions fraternelles contre telle ou telle forme des nombreuses pauvretés de notre monde » (Mane nobiscum Domine, 28). Et cela parce que « c’est à l’amour mutuel et, en particulier, à la sollicitude que nous manifesterons à ceux qui sont dans le besoin que nous serons reconnus comme de véritables disciples du Christ (cf. Jn 13,35 ; Mt 25, 31-4-). Tel est le critère qui prouvera l’authenticité de nos célébrations eucharistiques » (Mane nobiscum Domine, 28).

Les missionnaires, « pain rompu » pour la vie du monde

4. Aujourd’hui encore, le Christ recommande à ses disciples « donnez-leur vous-mêmes à manger » (Mt 14,16). En son nom, les missionnaires se rendent dans de nombreuses parties du monde pour annoncer et témoigner l’Évangile. Par leur action, ils font retentir les paroles du Rédempteur : « Je suis le pain de vie ; qui vient à moi n’aura jamais faim ; qui croit en moi n’aura jamais soif » (Jn 6,35) ; eux-mêmes se font « pain rompu » pour les frères, allant parfois jusqu’au sacrifice de leur vie.
Que de martyrs missionnaires en ce temps que nous vivons ! Leur exemple entraîne de nombreux jeunes sur le sentier de la fidélité héroïque au Christ ! L’Église a besoin d’hommes et de femmes prêts à se consacrer totalement à la grande cause de l’Évangile.
La Journée missionnaire mondiale
constitue une circonstance propice pour prendre conscience de la nécessité pressante de participer à la mission évangélisatrice dans laquelle sont engagées les communautés locales et les nombreuses organisations ecclésiales et, plus particulièrement, les Œuvres pontificales missionnaires et les instituts missionnaires. C’est une mission qui, outre la prière et le sacrifice, attend aussi un soutien matériel concret. Je saisis encore une fois l’occasion pour mettre en lumière le précieux service que rendent les Œuvres pontificales missionnaires et je vous invite tous à les soutenir par une généreuse coopération spirituelle et matérielle.
Que la Vierge, Mère de Dieu, nous aide à revivre l’expérience du Cénacle, afin que nos communautés ecclésiales deviennent authentiquement « catholiques », c’est-à-dire des communautés où la « spiritualité missionnaire », qui est « communion intime avec le Christ » (Redemptoris missio, 88) se situe dans un rapport étroit avec la « spiritualité eucharistique » qui a pour modèle Marie « femme eucharistique » (Ecclesia de Eucharistia, 53), des communautés qui sont ouvertes à la voix de l’Esprit et aux nécessités de l’humanité, des communautés où les croyants, et spécialement les missionnaires, n’hésitent pas à devenir « pain rompu pour la vie du monde ».

À tous ma bénédiction!

Cité du Vatican, 22 février 2005, fête de la Chaire de St Pierre

IOANNES PAULUS II

[00450-03.01] [Texte original: Français]

TESTO IN LINGUA INGLESE

"Mission: Bread broken for the life of the world"

 

My Dear Brothers and Sisters,

1. World Mission Sunday, in this year dedicated to the Eucharist, helps us to better understand the "eucharistic" sense of our life as we relive the emotion of the Upper Room when, on the eve of his passion, Jesus offered himself to the world: "on the night he was betrayed, he took bread, and, after he had given thanks, broke it and said: This is my body that is for you. Do this in memory of me". (1 Cor 11,23-24).
In my recent Apostolic Letter Mane nobiscum Domine I invited you to contemplate Jesus in the "breaking of the bread" offered for the whole of humanity. Following his example we too are called to offer our life for our brothers and sisters, especially those most in need. The Eucharist bears the "mark of universality" and prefigures in a sacramental way the time when "all who share one human nature, regenerated in Christ through the Holy Spirit and beholding the glory of God, will be able to say with one accord: «Our Father»" (Ad Gentes 7). In this way, while the Eucharist helps us to understand more fully the significance of mission, it leads every individual believer, the missionary in particular, to be "bread, broken for the life of the world".

Humanity has need of Christ "broken bread"

2. In our day human society appears to be shrouded in dark shadows while it is shaken by tragic events and shattered by catastrophic natural disasters. Nevertheless, as "on the night he was betrayed" (1 Cor 11,23), also today Jesus "breaks the bread" (cfr Mt 26,26) for us in our Eucharistic celebrations and offers himself under the sacramental sign of his love for all mankind. This is why I underlined that "the Eucharist is not merely an expression of communion in the Church's life; it is also a project of solidarity for all of humanity" (Mane nobiscum Domine, 27); it is "bread from heaven" which gives eternal life (cfr Jn 6,33) and opens the human heart to a great hope.
Present in the Eucharist, the same Redeemer who saw the needy crowds and was filled with compassion "because they were harassed and dejected, like sheep without a shepherd" (Mt 9,36), continues through the centuries to show compassion for humanity poor and suffering.
And it is in his name that pastoral workers and missionaries travel unexplored paths to carry the "bread" of salvation to all. They are spurred on by the knowledge that, united with Christ "centre not just of the history of the Church, but also the history of humanity (cfr Ef. 1,10; Col 1, 15-20)" (Mane nobiscum Domine, 6), it is possible to meet the deepest longings of the human heart. Jesus alone can satisfy humanity’s hunger for love and thirst for justice; He alone makes it possible for every human person to share in eternal life: "I am the living bread which has come down from heaven. Anyone who eats this bread will live for ever" (Jn 6,51).

The Church, one with Christ, becomes "broken bread"

3. When the ecclesial Community celebrates the Eucharist, especially on Sunday the Day of the Lord, it experiences in the light of the faith the value of the encounter with the Risen Christ and is ever more aware that the Sacrifice of the Eucharist is "for all" (Mt 26,28). We who nourish ourselves with the Body and Blood of the crucified and risen Lord, cannot keep this "gift" to ourselves; on the contrary we must share it. Passionate love for Christ leads to courageous proclamation of Christ; proclamation which, with martyrdom, becomes a supreme offering of love for God and for mankind. The Eucharist leads us to be generous evangelisers, actively committed to building a more just and fraternal world.
I sincerely hope the Year of the Eucharist will inspire every Christian community to respond with "fraternal solicitude to some of the many forms of poverty present in our world" (Mane nobiscum Domine 28), because "by our mutual love and, in particular, by our concern for those in need we will be recognised as true followers of Christ (cf. Jn 13:35; Mt 25:31-46). This will be the criterion by which the authenticity of our Eucharistic celebrations is judged." (Mane nobiscum Domine 28).

Missionaries, "bread broken" for the life of the world

4. Still today Christ urges his disciples: "Give them something to eat yourselves" (Mt 14,16). In his name missionaries all over the world proclaim and witness to the Gospel. Through their efforts there resound once again the words of the Redeemer: "I am the bread of life; he who comes to me will never be hungry; he who believes in me will never thirst" (Jn 6,35); they too become "bread broken" for their brothers, some even to the point of sacrificing their life.
How many missionary martyrs in our day! May their example draw numerous young men and women to tread the path of heroic fidelity to Christ! The Church has need of men and women willing to consecrate themselves wholly to the great cause of the Gospel.
World Mission Sunday
is an opportune occasion to increase our awareness of the urgent necessity to participate in the evangelising mission undertaken by the local Communities and many Church organizations, in particular the Pontifical Mission Societies and the Missionary Institutes. This mission requires the support not only of prayer and sacrifice, but also of concrete material offerings. I take this opportunity to recall once again the valuable service rendered by the Pontifical Mission Societies and I ask you all to support them generously with spiritual and material cooperation.
May the Virgin Mary, the Mother of God, help us relive the experience of the Upper Room so that our ecclesial Communities may become authentically "Catholic"; that is Communities where "missionary spirituality" which is "intimate communion with Christ" (Redemptoris missio, 88), is closely related to "eucharistic spirituality" of which the model is Mary, the "woman of the Eucharist" (Ecclesia de Eucharistia 53); Communities always open to the voice of the Sprit and to the needs of humanity, Communities where believers, missionaries in particular, do not hesitate to offer themselves as "bread, broken for the life of the world".

To all I impart my Apostolic Blessing!

From the Vatican 22nd February 2005, Feast of the Chair of Peter

IOANNES PAULUS II

[00450-02.01] [Original text: English]

TESTO IN LINGUA SPAGNOLA

"Misión: Pan partido para el mundo"

Queridos Hermanos y Hermanas:

1. En este año dedicado a la Eucaristía, la Jornada Misionera Mundial, nos ayuda a comprender mejor el sentido "eucarístico" de nuestra existencia, reviviendo el clima del Cenáculo, cuando Jesús, en la víspera de su pasión, se ofreció a sí mismo al mundo: "El Señor Jesús, la noche en que fue entregado, tomó pan, y después de dar gracias, lo partió y dijo: Este es mi cuerpo que se da por vosotros; haced esto en conmemoración mía" (1Cor 11, 23–24).
En la reciente Carta apostólica Mane nobiscum Domine he invitado a contemplar a Jesús «pan partido» para toda la humanidad. Siguiendo su ejemplo, también nosotros debemos dar la vida por los hermanos, especialmente los más necesitados. La Eucaristía conlleva "el signo de la universalidad", y de manera sacramental prefigura lo que sucederá "cuando todos los que participan de la naturaleza humana, regenerados en Cristo por el Espíritu Santo, contemplando unánimes la gloria de Dios, puedan decir: «Padre nuestro»" (Ad gentes, 7). De tal manera la Eucaristía, mientras hace comprender plenamente el sentido de la misión, anima a cada creyente, y especialmente a los misioneros, a ser "pan partido para la vida del mundo".

La humanidad tiene necesidad de Cristo «pan partido»

2. En nuestra época, la sociedad humana parece que está envuelta por espesas tinieblas, mientras es turbada por acontecimientos dramáticos y trastornada por catastróficos desastres naturales. Pero, como durante "la noche en que fue entregado" (1Cor 11, 23), también hoy Jesús "parte el pan" (Mt 26, 26) para nosotros, y en las Celebraciones eucarísticas se ofrece a sí mismo bajo el signo sacramental de su amor por todos. Por esto he querido recordar que "la Eucaristía no sólo es expresión de comunión en la vida de la Iglesia; es también proyecto de solidaridad para toda la humanidad" (Mane nobiscum Domine, 27); es "pan del cielo" que, dando la vida eterna (cfr. Jn 6, 33), abre el corazón de los hombres a una gran esperanza.
El mismo Redentor, que a la vista de la muchedumbre necesitada sintió compasión "porque estaban vejados y abatidos como ovejas que no tienen pastor" (Mt 9, 36), presente en la Eucaristía, continúa a lo largo de los siglos manifestando compasión hacia la humanidad que se encuentra en la pobreza y en el sufrimiento.
En su nombre, los agentes pastorales y los misioneros recorren caminos no explorados para llevar a todos el "pan" de la salvación. Les anima la conciencia de que unidos a Cristo "no sólo centro de la historia de la Iglesia, sino también de la historia de la humanidad (cfr. Ef 1, 10; Col 1, 15–20)" (Mane nobiscum Domine, 6), es posible satisfacer los anhelos más íntimas del corazón humano. Jesús solo puede apagar el hambre de amor y la sed de justicia de los hombres; sólo Él hace posible a cada persona la participación en la vida eterna: "Yo soy el pan vivo, bajado del cielo. Si uno come de este pan, vivirá para siempre" (Jn 6, 51).

La Iglesia, junto con Cristo, se hace "pan partido"

3. La Comunidad eclesial, cuando celebra la Eucaristía, de manera especial el domingo, día del Señor, experimenta a la luz de la fe, el valor del encuentro con Cristo resucitado, y adquiere cada vez más conciencia de que el Sacrificio eucarístico es "para todos" (Mt 26, 28). Si uno se alimenta del Cuerpo y de la Sangre del Señor crucificado y resucitado, no puede tener sólo para sí mismo este "don". Al contrario, es necesario difundirlo. El amor apasionado por Cristo conduce al anuncio valiente de Cristo; anuncio que, con el martirio, se convierte en ofrenda suprema de amor a Dios y a los hermanos. La Eucaristía apremia a una generosa acción evangelizadora y a un compromiso activo en la edificación de una sociedad más equitativa y fraterna.
De todo corazón, deseo que el Año de la Eucaristía motive a todas las comunidades cristianas a caminar "con generosidad fraterna" al encuentro de "alguna de las múltiples pobrezas de nuestro mundo" (Mane nobiscum Domine, 28). Esto, porque "por el amor mutuo y, en particular, por la atención a los necesitados se nos reconocerá como verdaderos discípulos de Cristo (cfr. Jn 13, 35; Mt 25, 31–46). En base a este criterio se comprobará la autenticidad de nuestras celebraciones eucarísticas" (Mane nobiscum Domine, 28).

Los misioneros, "pan partido" para la vida del mundo

4. También hoy Cristo manda a sus discípulos: "dadles vosotros de comer" (Mt 14, 16). En su nombre, los misioneros acuden a tantas partes del mundo para anunciar y ser testigos del Evangelio. Los misioneros hacen resonar, con su acción, las palabras del Redentor: "Yo soy el pan de la vida. El que venga a mí, no tendrá hambre, y el que crea en mí, no tendrá nunca sed" (Jn 6, 35); ellos mismo se hacen "pan partido" para los hermanos, llegando a veces hasta el sacrificio de la vida.
¡Cuántos misioneros mártires en este tiempo nuestro! ¡Que su ejemplo arrastre muchos jóvenes en el camino de la heroica fidelidad a Cristo! La Iglesia tiene necesidad de hombres y de mujeres que estén dispuestos a consagrarse totalmente a la gran causa del Evangelio.
La Jornada Misionera Mundial constituye una oportuna circunstancia para tomar conciencia de la urgente necesidad de participar en la misión evangelizadora en la que se encuentran comprometidas las Comunidades locales y tantos Organismos eclesiales y, de modo particular, las Obras Misionales Pontificias y los Institutos Misioneros. Es misión que, además de la oración y del sacrificio, espera también un apoyo material concreto. Una vez más aprovecho la ocasión para subrayar el precioso servicio que realizan las Obras Misionales Pontificias, e invito a todos a apoyarlas con una generosa cooperación espiritual y material.
Que la Virgen, Madre de Dios, nos ayude a revivir la experiencia del Cenáculo, para que nuestras comunidades eclesiales sean auténticamente "católicas"; es decir, Comunidades donde la "espiritualidad misionera", que es "comunión íntima con Cristo" (Redemptoris Missio, 88), se sitúa en íntima relación con la "espiritualidad eucarística", que tiene como modelo a María, "Mujer eucarística" (Ecclesia de Eucharistia, 53); Comunidades que permanecen abiertas a la voz del Espíritu y a las necesidades de la humanidad; Comunidades donde los creyentes, y especialmente los misioneros, no dudan en hacerse "pan partido para la vida del mundo".

¡A todos mi Bendición!

En el Vaticano, 22 de febrero de 2005, fiesta de la Cátedra de San Pedro.

IOANNES PAULUS II

[00450-04.02] [Texto original: Español]

TESTO IN LINGUA PORTOGHESE

«Missão: Pão partido para a vida do mundo»

Caríssimos Irmãos e Irmãs

1. O Dia Missionário Mundial, no corrente ano dedicado à Eucaristia, ajuda-nos a compreender melhor o sentido «eucarístico» da nossa existência, revivendo o clima do Cenáculo, quando Jesus, na vigília da sua paixão, se ofereceu a si mesmo ao mundo: «Na noite em que era entregue, tomou o pão e, tendo dado graças, partiu-o e disse: "Isto é o meu corpo, que é para vós; fazei isto em memória de mim"» (1 Cor 11, 23-24).
Na recente Carta Apostólica Mane nobiscum Domine, convidei a contemplar Jesus, «pão partido» para a humanidade inteira. Seguindo o seu exemplo, também nós devemos dar a vida pelos irmãos, especialmente pelos mais necessitados. A Eucaristia contém em si «o sinal da universalidade» e, de modo sacramental, prefigura aquilo que há-de acontecer, «quando os que participam da natureza humana, regenerados em Cristo pelo Espírito Santo, contemplando unanimemente a glória de Deus, puderem dizer: "Pai nosso"» (Ad gentes, 7). De tal forma, enquanto faz compreender plenamente o sentido da missão, a Eucaristia impele cada indivíduo crente, e de maneira especial os missionários, a ser «pão partido para a vida do mundo».

A humanidade tem necessidade de Cristo, «pão partido»

2. Na nossa época, a sociedade humana parece envolvida por trevas densas, enquanto é abalada por acontecimentos dramáticos e confundida por calamidades naturais catastróficas. Contudo, assim como fez «na noite em que era entregue» (1 Cor 11, 23), também hoje Jesus «parte o pão» (cf. Mt 26, 26) por nós e, nas Celebrações eucarísticas, oferece-se a si mesmo sob o sinal sacramental do seu amor por todos. Por isso, desejei recordar que «a Eucaristia não é expressão de comunhão apenas na vida da Igreja; é também projecto de solidariedade em prol da humanidade inteira» (Mane nobiscum Domine, 27); é «pão do céu» que, dando a vida eterna (cf. Jo 6, 33), abre o coração dos homens a uma grande esperança.
O próprio Redentor, que à vista da multidão necessitada sentiu compaixão, «pois ela estava cansada e abatida, como ovelhas sem pastor» (Mt 9, 36), presente na Eucaristia, continua ao longo dos séculos a manifestar compaixão pela humanidade pobre e sofredora.
E é em seu nome que os agentes no campo da pastoral e os missionários percorrem caminhos inexplorados, para levar o «pão» da salvação a todos. Eles são animados pela consciência de que, unidos a Cristo, «centro não só da história da Igreja, mas também da história da humanidade (cf. Ef 1, 10; Cl 1, 15-20)» (Mane nobiscum Domine, 6), é possível satisfazer as expectativas mais íntimas do coração humano. Somente Jesus pode saciar a fome de amor e a sede de justiça dos homens; somente Ele torna possível a cada pessoa a participação na vida eterna: «Eu sou o pão vivo, o que desceu do Céu: se alguém comer deste pão, viverá eternamente» (Jo 6, 51).

Juntamente com Cristo, a Igreja faz-se «pão partido»

3. Quando celebra a Eucaristia, de modo especial no domingo, dia do Senhor, a Comunidade eclesial experimenta à luz da fé o valor do encontro com Cristo crucificado e adquire cada vez mais consciência de que o Sacrifício eucarístico é «por muitos» (Mt 26, 28). Se nos alimentamos do Corpo e do Sangue do Senhor crucificado e ressuscitado, não podemos conservar este «dom» somente para nós. Pelo contrário, é necessário difundi-lo. O amor apaixonado por Cristo leva ao anúncio corajoso de Cristo; anúncio que, com o martírio, se torna oferta suprema de amor a Deus e aos irmãos. A Eucaristia leva a uma acção evangelizadora generosa e a um compromisso efectivo na edificação de uma sociedade mais equitativa e fraterna.
Formulo votos cordiais, a fim de que o Ano da Eucaristia estimule todas as comunidades cristãs a ir ao encontro, «com operosidade fraterna [...] das muitas pobrezas do nosso mundo» (Mane nobiscum Domine, 28). E isto porque «do amor mútuo e, em particular, da solicitude por quem passa necessidade, seremos reconhecidos como verdadeiros discípulos de Cristo (cf. Jo 13, 35; Mt 25, 31-46). Com base neste critério, será comprovada a autenticidade das nossas celebrações eucarísticas» (Mane nobiscum Domine, 28).

Os missionários, «pão partido» para a vida do mundo

4. Também hoje Cristo ordena aos seus discípulos: «Dai-lhes vós mesmos de comer» (Mt 14, 16). Em seu nome, os missionários partem rumo a muitas partes do mundo, para anunciar e dar testemunho do Evangelho. Com a sua acção, eles fazem ressoar as palavras do Redentor: «Eu sou o pão da vida. Quem vem a mim, não mais terá fome, e quem crê em mim jamais terá sede» (Jo 6, 35); eles mesmos tornam-se «pão partido» para os irmãos, chegando por vezes até ao sacrifício da vida.
Quantos mártires missionários, neste nosso tempo! O seu exemplo leve numerosos jovens a percorrer o caminho da fidelidade heróica a Cristo! A Igreja tem necessidade de homens e de mulheres que estejam dispostos a consagrar-se totalmente à grande causa do Evangelho.
O Dia Missionário Mundial constitui uma circunstância oportuna para tomar consciência da necessidade urgente de participar na missão evangelizadora, em que se encontram comprometidas as Comunidades locais e os numerosos Organismos eclesiais e, de modo particular, as Pontifícias Obras Missionárias e os Institutos Missionários. Trata-se de uma missão que, além da oração e do sacrifício, espera também um apoio material concreto. Uma vez mais, aproveito o ensejo para frisar o serviço prestado pelas Pontifícias Obras Missionárias e convido todos a assisti-las com uma cooperação espiritual e material generosa.
A Virgem, Mãe de Deus, nos ajude a reviver a experiência do Cenáculo, para que as nossas Comunidades eclesiais se tornem autenticamente «católicas»; ou seja, Comunidades em que a «espiritualidade missionária», que é «comunhão íntima com Cristo» (Redemptoris missio, 88), se põe em íntima relação com a «espiritualidade eucarística», que tem como modelo Maria, «mulher "eucarística"» (Ecclesia de Eucharistia, 53); Comunidades que permanecem abertas à voz do Espírito e às necessidades da humanidade; e Comunidades onde os fiéis, e especialmente os missionários, não hesitam em fazer-se «pão partido para a vida do mundo».

Concedo-vos a todos a minha Bênção!

Vaticano, 22 de Fevereiro de 2005, Festa da Cátedra de São Pedro.

IOANNES PAULUS II

[00450-06.01] [Texto original: Português]

TESTO IN LINGUA CINESE



[00450-XX.01][Testo originale: Cinese]

[B0217-XX.01]