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L’UDIENZA GENERALE, 02.06.2004


L’Udienza Generale si svolge alle ore 10.30 in Piazza San Pietro, dove il Santo Padre incontra gruppi di pellegrini e fedeli giunti dall’Italia e da ogni parte del mondo.

Nel discorso in lingua italiana, il Papa, continuando il ciclo di catechesi sulla Liturgia dei Vespri, commenta il Salmo 40 - Preghiera di un malato - Vespri del venerdì della 1a settimana (Lettura: Sal 40, 2.5-6.10.13-14.)

Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, Giovanni Paolo II rivolge particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti.

L’Udienza Generale si conclude con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica impartita insieme ai Vescovi presenti.

CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

1. Un motivo che ci spinge a capire e ad amare il Salmo 40 che ora abbiamo udito, è il fatto che Gesù stesso lo abbia citato: «Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto; ma si deve adempiere la Scrittura: colui che mangia il pane con me, ha levato contro di me il suo calcagno» (Gv 13,18).

È l’ultima sera della sua vita terrena e Gesù, nel Cenacolo, sta per offrire il boccone dell’ospite a Giuda, il traditore. Il suo pensiero corre a questa frase del Salmo, che è in realtà la supplica di un uomo infermo abbandonato dai suoi amici. In quell’antica preghiera Cristo trova sentimenti e parole per esprimere la sua profonda tristezza.

Noi ora cercheremo di seguire e illuminare la trama intera di questo Salmo, affiorato sulle labbra di una persona che soffre certo per la sua infermità, ma soprattutto per la crudele ironia dei suoi «nemici» (cfr Sal 40,6-9) e perfino per il tradimento di un «amico» (cfr v. 10).

2. Il Salmo 40 si apre con una beatitudine. Essa ha per destinatario l’amico vero, colui che «ha cura del debole»: egli sarà ricompensato dal Signore nel giorno della sua sofferenza, quando sarà lui ad essere «sul letto del dolore» (cfr vv. 2-4).

Il cuore della supplica è, però, nella parte successiva dove prende la parola il malato (cfr vv 5-10). Egli inizia il suo discorso chiedendo perdono a Dio, secondo la tradizionale concezione anticotestamentaria che ad ogni dolore faceva corrispondere una colpa: «Pietà di me, Signore; risanami; contro di te ho peccato» (v. 5; cfr Sal 37). Per l’antico ebreo la malattia era un appello alla coscienza per avviare una conversione.

Anche se si tratta di una visione superata da Cristo, Rivelatore definitivo (cfr Gv 9,1-3), la sofferenza in se stessa può nascondere un valore segreto e diventare una strada di purificazione, di liberazione interiore, di arricchimento dell’anima. Essa invita a vincere la superficialità, la vanità, l’egoismo, il peccato e ad affidarsi più intensamente a Dio e alla sua volontà salvifica.

3. Ma ecco entrare in scena i malvagi, coloro che sono venuti a visitare il malato non per confortarlo, bensì per attaccarlo (cfr vv. 6-9). Le loro parole sono aspre e colpiscono il cuore dell’orante, che esperimenta una cattiveria che non conosce pietà. La medesima esperienza compiranno molti poveri umiliati, condannati a stare soli e a sentirsi un peso per gli stessi familiari. E se ricevono talora qualche parola di consolazione, ne avvertono subito il tono falso e ipocrita.

Anzi, come si diceva, l’orante sperimenta l’indifferenza e durezza persino da parte degli amici (cfr v. 10), che si trasformano in figure ostili e odiose. Il Salmista applica loro il gesto dell’«alzare il calcagno», l’atto minaccioso di chi sta per calpestare un vinto o l’impulso del cavaliere che eccita il suo cavallo col tallone per fargli calpestare l’avversario.

L’amarezza è profonda, quando a colpirci è «l’amico» in cui si confidava, chiamato letteralmente in ebraico «l’uomo della pace». Il pensiero corre agli amici di Giobbe che da compagni di vita si trasformano in presenze indifferenti e ostili (cfr Gb 19,1-6). Nel nostro orante risuona la voce di una folla di persone dimenticate e umiliate nella loro infermità e debolezza, anche da parte di coloro che avrebbero dovuto sostenerle.

4. La preghiera del Salmo 40 non si spegne, però, su questo sfondo cupo. L’orante è certo che Dio si affaccerà al proprio orizzonte, rivelando ancora una volta il suo amore (cfr vv. 11-14). Sarà lui a offrire il sostegno e a prendere tra le braccia il malato, il quale ritornerà a «stare alla presenza» del suo Signore (v. 13), ossia – secondo il linguaggio biblico – a rivivere l’esperienza della liturgia nel tempio.

Il Salmo, segnato dal dolore, finisce dunque in uno squarcio di luce e di speranza. In questa prospettiva si riesce a capire come sant’Ambrogio, commentando la beatitudine iniziale (cfr v. 2), vi abbia visto profeticamente un invito a meditare sulla passione salvifica di Cristo che conduce alla risurrezione. Così infatti il Padre della Chiesa suggerisce di introdursi alla lettura del Salmo: «Beato chi pensa alla miseria e alla povertà di Cristo, che, da ricco che era, si è fatto povero per noi. Ricco nel suo Regno, povero nella carne, perché ha preso su di sé questa carne da poveri… Non ha patito dunque nella sua ricchezza, ma nella nostra povertà. E perciò a soffrire non è stata la pienezza della divinità…, ma la carne… Cerca dunque di penetrare il senso della povertà di Cristo, se vuoi essere ricco! Cerca di penetrare il senso della sua debolezza, se vuoi ottenere la salute! Cerca di penetrare il senso della sua croce, se vuoi non vergognartene; il senso della sua ferita, se vuoi sanare le tue; il senso della sua morte, se vuoi guadagnare la vita eterna; il senso della sua sepoltura, se vuoi trovare la risurrezione» (Commento a dodici salmi: Saemo, VIII, Milano-Roma 1980, pp. 39-41).

[00887-01.02] [Testo originale: Italiano]

SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE

Sintesi della catechesi in lingua francese

Sintesi della catechesi in lingua inglese

Sintesi della catechesi in lingua tedesca

Sintesi della catechesi in lingua spagnola

Sintesi della catechesi in lingua portoghese

Sintesi della catechesi in lingua francese  

Chers Frères et Sœurs,

Le Christ lui-même a cité le psaume 40 au Cénacle, le soir du Jeudi saint, pour signifier sa profonde tristesse au moment de la trahison de Judas. Le psaume exprime en effet la plainte d’un malade qui souffre bien sûr de son mal, mais surtout de l’ironie cruelle de ses ennemis et plus encore de la trahison de son ami, comme Job en avait fait l’expérience et comme peuvent le vivre tant de personnes oubliées et humiliées, dans leur infirmité et leur faiblesse, par ceux qui auraient dû les soutenir.

Pourtant, dans sa prière, le psalmiste ne s’en arrête pas là. Il est certain que Dieu se montrera, lui révélera une fois encore son amour, le soutiendra et le rétablira «pour toujours devant sa face». On comprend alors que saint Ambroise ait pu voir dans ce psaume une invitation à méditer sur la passion salvifique du Christ qui conduit à la résurrection.

Je salue cordialement les pèlerins de langue française présents ce matin, en particulier les membres de l’Institut européen des hautes études internationales de Nice, les pèlerins du diocèse de Douala au Cameroun, et les musiciens de Québec.

Que la lumière de l’Esprit Saint vous éclaire et vous fortifie pour être les témoins du Christ ressuscité !

[00888-03.02] [Texte original: Français]

Sintesi della catechesi in lingua inglese

Dear Brothers and Sisters,

Our meditation today centres on Psalm 40, a prayer of a sick and lonely man. It is, in fact, a psalm which Jesus cited at the Last Supper, about to be betrayed by one of his apostles.

Despite the evident note of sadness in the psalm, there is also an undercurrent of profound spiritual joy, recognizing that suffering can be a path to purification, to interior freedom and to enrichment of soul.

This is, for example, how the great Saint Ambrose interpreted the psalm, as a prophetic ray of light and hope for us all, calling us to meditate on the Passion of Our Lord who saves us from our sins and leads us to Resurrection with Him.

I extend a special welcome to the English-speaking pilgrims here today, including members of the Australia Youth Choir and other groups from England, Sri Lanka and the United States of America. Upon all of you I invoke the grace and peace of Our Lord, and I wish you a happy stay in Rome.

[00889-02.01] [Original text: English]

Sintesi della catechesi in lingua tedesca

Krankheit und Not sind Zeiten der Prüfung. Im Leid fühlt sich der Mensch allein und verlassen. Seine Hilflosigkeit, die Bosheit der Feinde und die Gleichgültigkeit der Freunde trüben seinen Lebensmut. Doch der Aufblick zu Christus schenkt neue Zuversicht. Der Herr hat alles Leiden auf sich genommen und durch seine Auferstehung überwunden.

Gott ruft uns dazu auf, nicht in unseren eigenen Sorgen zu verharren, sondern umzukehren und die Leiden der Bedürftigen mitzutragen: „Wohl dem, der sich der Schwachen annimmt, zur Zeit des Unheils wird der Herr ihn retten" (Ps 41, 2). In der Not führt Gott uns auf einen Weg der Läuterung und inneren Befreiung. So lädt er uns ein, uns inniger seinem Heilswillen anzuvertrauen. Dann bricht sich ein Lichtstrahl der göttlichen Hoffnung in unserem Leben Bahn.

Sehr herzlich heiße ich die Pilger und Besucher deutscher Sprache willkommen. Besonders grüße ich die Teilnehmer an der Ministrantenwallfahrt des Bistums Eichstätt und die Augsburger Domsingknaben. Nehmt euch der Schwachen an und richtet so euer Leben auf Christus aus. Seine Gegenwart erfülle euch mit Freude!

[00890-05.01] [Originalsprache: Deutsch]

Sintesi della catechesi in lingua spagnola

Queridos hermanos y hermanas:

Las palabras del Salmo que acabamos de proclamar, "el que come conmigo el pan, es el primero en traicionarme", pronunciadas también por Cristo durante la Última Cena, evocan sus sentimientos de profunda tristeza.

Expresan asimismo la amargura de un hombre enfermo abandonado por el amigo en quien confiaba. En su súplica resuenan las voces de tantas personas olvidadas y humilladas en sus enfermedades, de los pobres, de los débiles, de los condenados a estar solos y a sentirse, incluso, una carga para sus mismos familiares.

Pero Dios se revela siempre con su amor. Con Cristo, el sufrimiento puede llegar a ser camino de purificación, de liberación interior y de enriquecimiento del alma, pues es una invitación a superar la vanidad y el egoísmo y a confiar solamente en Dios y en su voluntad salvadora.

Saludo cordialmente a los peregrinos de España y de América Latina. Como expresa el Salmo meditado hoy, recordad siempre la bienaventuranza prometida a los que atienden a los pobres y cuidan a los enfermos, porque el Señor será su recompensa.

[00891-04.01] [Texto original: Español]

Sintesi della catechesi in lingua portoghese

Aos peregrinos vindos do Brasil e dos restantes países de língua portuguesa, com destaque para o grupo das Filhas de Maria Auxiliadora, dirijo uma afectuosa saudação de boas-vindas, agradecido pela sua presença e comunhão de oração. Sobre todos derrame o Espírito Santo seus dons, para que a vida de cada um não pare de florir e frutificar lá onde Deus o colocou. E mesmo quando a vida lhes fizer mal, não deixem de sorrir... ao menos para Deus, que tanto bem lhes quer.

[00892-06.02] [Texto original: Português]

SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE

Saluto in lingua ungherese

Saluto in lingua lituana

Saluto in lingua polacca

Saluto in lingua italiana

Saluto in lingua ungherese  

Szeretettel köszöntöm a magyar híveket, különösen a huszárokat, akikkel együtt megemlékezünk arról, hogy a magyar huszárok 190 éve kísérték vissza elôdömet péteri székéhez.

Isten hozott Benneteket!

Szívbôl adom apostoli áldásomat Mindannyiotokra.

Dicsértessék a Jézus Krisztus!

[Saluto cordialmente i fedeli ungheresi, specialmente gli ussari, con i quali ricordiamo che gli ussari ungheresi hanno accompagnato il mio predecessore 190 anni fa, in via di ritorno, alla sede petrina.

Di cuore imparto a tutti voi la Benedizione Apostolica.

Sia lodato Gesù Cristo!]

[00893-AA.02] [Testo originale: Ungherese]

Saluto in lingua lituana

Nuoširdžiai sveikinu piligrimus iš Lietuvos.

Tegul Viešpats nuolat apšviečia Jūsų širdis, kad su džiugesiu būtumėte Kristaus Evangelijos liudytojais!

Garbė Jėzui Kristui!

[Saluto cordialmente i pellegrini lituani.

Il Signore illumini costantemente i vostri cuori perché siate testimoni gioiosi del Vangelo di Cristo!

Sia lodato Gesù Cristo!]

[00894-AA.01] [Testo originale: Lituano]

Saluto in lingua polacca

Psalm, który dzisiaj rozważamy, jest modlitwą człowieka doświadczonego chorobą. Zgodnie ze starotesamentalnym przekonaniem, jakoby choroba była bezpośrednim skutkiem grzechu, prosi on Boga o zmiłowanie. Wyraża jednak wiarę, że Bóg podtrzymuje go dzięki jego prawości. Chory, którego modlitwę przytacza Psalm, uskarża się nie tyle na cierpienie fizyczne, ile na wyszydzenie ze strony wrogów i opuszczenie przez przyjaciół. Nie traci jednak ufności w Bogu. Wierzy, że jego cierpienie ma wartość w oczach Bożych i jest drogą do spotkania z Bogiem na wieki.

Pytanie o sens choroby i cierpienia pojawia się zawsze wtedy, gdy spada na człowieka ciężka dolegliwość. Rozważając słowa Psalmu w świetle Nowego Testamentu i zbawczego cierpienia Chrystusa, dochodzimy do wniosku, że choroba nie jest wynikiem grzechu. Jest doświadczeniem, w którym cierpiący może nawiązać szczególną więź z Bogiem, który wspiera go swoją łaską. Dla rodziny i przyjaciół chorego doświadczenie to jest wezwaniem do miłości, troski i serdecznego towarzyszenia

Serdecznie pozdrawiam wszystkich rodaków. W sposób szczególny pragnę pozdrowić pielgrzymów ze Słupska. Władzom i mieszkańcom tego miasta dziękuję za życzliwość i za przyznany mi tytuł honorowego obywatela tego miasta. Odwzajemniam tę życzliwość w modlitwie.

Pozdrawiam również grupę ze Związku Podhalan z Chicago wraz z Zarządem, przybyłą do Rzymu z okazji 75-lecia istnienia Związku. Dziękuję wam za wasz wkład w zachowanie chrześcijańskich korzeni polskiej kultury i tradycji pośród emigrantów w Ameryce.

Dzisiaj mija dwadzieścia pięć lat od dnia, w którym po raz pierwszy jako papież ucałowałem polską ziemię. Wciąż wracam myślami do tamtych dni i dziękuję za powiew Ducha Świętego, który przeszedł przez tę ziemię i dokonał głębokiej przemiany. Proszę Boga, aby błogosławił naszej Ojczyźnie i wszystkim Polakom.

Szczęść Boże!

[Il Salmo che meditiamo oggi è la preghiera di un uomo provato dalla malattia. In coerenza con la convinzione veterotestamentaria che la malattia sarebbe un immediato effetto del peccato, egli chiede che Dio abbia pietà di lui. E nello stesso tempo esprime la certezza che Dio lo sostiene grazie alla sua integrità. Il malato, la cui preghiera è espressa nel Salmo, si lamenta non tanto per il dolore fisico, ma piuttosto per gli scherni dei nemici e per l’abbandono da parte degli amici. Non perde però la fiducia in Dio. Crede che il suo dolore ha un valore agli occhi di Dio e si pone in cammino verso l’incontro con Dio per sempre.

La domanda sul senso della malattia e del dolore è sempre presente quando sull’uomo si abbatte la malattia. Riflettendo sulle parole del Salmo alla luce del Nuovo Testamento e della sofferenza salvifica di Cristo, giungiamo alla convinzione che la malattia non è un effetto del peccato. E’ un’esperienza, nella quale il malato può allacciare un particolare legame con Dio che lo sostiene con la sua grazia. Per la famiglia e gli amici del malato questa esperienza è una chiamata all’amore, alla sollecitudine ed al cordiale accompagnamento.

Saluto cordialmente tutti i miei connazionali. In modo particolare voglio salutare i pellegrini giunti da Słupsk. Ringrazio le Autorità e gli abitanti di quella città per la loro benevolenza e per avermi voluto dare il titolo di "cittadino onorario". Contraccambio questa loro benevolenza con la preghiera.

Saluto inoltre il gruppo dell’Associazione Podhale di Chicago con la presidenza, giunto a Roma in occasione del 75° della fondazione. Vi ringrazio per il vostro impegno per salvaguardare le radici cristiane della cultura e delle tradizioni polacche tra gli immigranti in America.

Cade oggi il 25° anniversario del giorno, in cui per la prima volta da Papa, ho baciato la terra polacca. Ritorno sempre con il pensiero a quei giorni e ringrazio Dio per il soffio delle Spirito Santo che è passato attraverso quella terra e ha suscitato un profondo cambiamento.

Chiedo a Dio che benedica la nostra Patria e tutti i polacchi. Dio vi benedica!]

[00895-09.01] [Testo originale: Polacco]

Saluto in lingua italiana

Rivolgo un cordiale pensiero ai pellegrini di lingua italiana. Nell’odierna Festa Nazionale della Repubblica, esprimo fervidi auguri all’intero popolo italiano e alle sue Autorità. Auspico inoltre che l’Italia, grazie all’apporto responsabile delle varie realtà sociali e di ogni cittadino, e restando ancorata ai grandi valori che stanno alla base della sua cultura, della sua arte e della sua tradizione religiosa, possa conoscere un futuro di speranza, aperto alla concordia, alla coesione interna e alla solidarietà.

Saluto ora i giovani, i malati e gli sposi novelli. All’inizio del mese di giugno, dedicato al Sacro Cuore di Gesù, vi invito a contemplare il mistero dell'Amore divino.

A voi, cari giovani, auguro di prepararvi, alla scuola del Cuore di Cristo, ad affrontare con serietà le responsabilità che vi attendono. A voi, cari malati, conceda il Signore di compiere la sua volontà, unendovi al suo sacrificio d’amore. E voi, cari sposi novelli, restate fedeli all'amore di Dio e rendete ad esso testimonianza con il vostro amore coniugale.

[00896-01.01] [Testo originale: Italiano]

[B0275-XX.01]