COMUNICATO: CONCERTO IN VATICANO SUL TEMA DELLA RICONCILIAZIONE TRA EBREI, CRISTIANI E MUSULMANI ● COMUNICATO CONGIUNTO DEL PONTIFICIO CONSIGLIO PER LA PROMOZIONE DELL’UNITÀ DEI CRISTIANI, DELLA COMMISSIONE DELLA SANTA SEDE PER I RAPPORTI RELIGIOSI CON L’EBRAISMO E DEL PONTIFICIO CONSIGLIO PER IL DIALOGO INTERRELIGIOSO
Il 17 gennaio 2004, nell'Aula. Paolo VI in Vaticano, il Maestro Gilbert Levine dirigerà la Pittsburgh Symphony Orchestra in un Concerto dedicato al tema della Riconciliazione tra Ebrei, Cristiani e Musulmani. Il Concerto, che intende affidare all'efficace e suggestivo mezzo musicale l'intento di promuovere l'impegno per una pacifica convivenza di tutti i figli di Abramo, è patrocinato dalla Commissione della Santa Sede per i Rapporti Religiosi con l'Ebraismo, dal Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani, e dal Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, i quali collaboreranno insieme per la realizzazione dell'evento e per diramare gli inviti a personalità e rappresentanti delle organizzazioni ebraiche internazionali, delle Chiese e Comunità ecclesiali, e dell'Islam.
Il programma del Concerto comprenderà:
Abraham, brano inedito per coro e orchestra, composto dal musicista John Harbison, liberamente ispirato ad un versetto della Genesi:
«Quando Abramo ebbe novantanove anni,
il Signore gli apparve e gli disse:
‘Io sono Dio onnipotente : cammina davanti a me e sii integro ...
e sarai padre di una moltitudine di popoli’» (Gn 17, 1.4).
La Sinfonia N. 2 di Gustav Mahler [Movimenti I, IV e V].
La corale sarà composta da cantori di Pittsburgh e di Ankara.
La realizzazione dell'evento sarà possibile grazie al generoso sostegno dei Cavalieri di Colombo, che hanno accettato di finanziare il Concerto.
Il Maestro Gilbert Levine aveva già diretto un Concerto in Vaticano, il 7 aprile del 1994, alla presenza di Papa Giovanni Paolo II, dedicato alla commemorazione della Shoah. Il Concerto del prossimo 17 gennaio, dilata, per così dire, l’orizzonte a quella moltitudine di popoli che, oggi più che mai, debbono trovare in sé ed irradiare la forza della fratellanza da cui scaturisce la pace.
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