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CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE DI DUE DOCUMENTI DEL PONTIFICIO CONSIGLIO DELLE COMUNICAZIONI SOCIALI: "ETICA IN INTERNET" E "CHIESA E INTERNET", 28.02.2002


CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE DI DUE DOCUMENTI DEL PONTIFICIO CONSIGLIO DELLE COMUNICAZIONI SOCIALI: "ETICA IN INTERNET" E "CHIESA E INTERNET"

INTERVENTO DI S.E. MONS. JOHN PATRICK FOLEY

INTERVENTO DI S.E. MONS. PIERFRANCO PASTORE

Alle ore 10.45 di questa mattina, nell’Aula Giovanni Paolo II della Sala Stampa della Santa Sede, si svolge la Conferenza Stampa di presentazione di due Documenti del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali: "Etica in Internet" e "Chiesa e Internet".
Intervengono alla Conferenza Stampa: S.E. Mons. John Patrick Foley, Presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali e S.E. Mons. Pierfranco Pastore, Segretario del medesimo Pontificio Consiglio.
Ne pubblichiamo di seguito gli interventi:

INTERVENTO DI S.E. MONS. JOHN PATRICK FOLEY

Testo in lingua italiana

Testo in lingua inglese

Testo in lingua italiana 

"Etica in Internet"

Signore e signori della stampa,

è per me un piacere essere ancora una volta qui con voi per presentare un altro dei nostri documenti sull’etica nei mezzi della comunicazione sociale.

Come ricorderete, durante il Grande Giubileo dell’Anno 2000, il nostro Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali ha pubblicato "Etica nelle Comunicazioni Sociali", che era stato molto richiesto dopo il nostro documento "Etica nella Pubblicità", pubblicato il 22 febbraio 1997, cinque anni fa. I documenti a vostra disposizione sono anch’essi datati 22 febbraio, ricorrenza della Cattedra di San Pietro; speravamo di rilasciarli il 26 febbraio, ma – come sapete – in quello stesso giorno è stato indetto un Concistoro e abbiamo dovuto posticipare questa conferenza stampa.

Nelle discussioni relative alla preparazione di un documento su Internet, del quale ci sono state richieste da tutto il mondo, i nostri membri e consultori – molti dei quali sono qui tra voi oggi – hanno deciso che dovevamo pubblicare non soltanto un testo su "Etica in Internet", ma anche su "La Chiesa ed Internet" – su come la Chiesa stessa può utilizzare Internet nella propria missione.

A questo punto, vorrei rivolgere un riconoscimento speciale ad uno dei nostri consultori, Russell Shaw, che è stato prima Segretario dell’ufficio di comunicazioni sociali nell’allora Conferenza Cattolica degli Stati Uniti, poi Direttore dell’ufficio di comunicazioni sociali dei Cavalieri di Colombo. Poiché la lingua originale di questi due documenti è l’inglese, il Sig. Shaw, nel corso delle due precedenti Assemblee Plenarie del nostro Pontificio Consiglio (1999 e 2001), ha preso ampiamente nota delle varie proposte, dei commenti, delle osservazioni espresse su una bozza del testo e, successivamente, ha raccolto tutte le risposte arrivate per posta che gli abbiamo inviato ed ha incorporato il tutto nei documenti con uno stile uniforme – come aveva già fatto per "Etica nella pubblicità", "Etica nelle comunicazioni sociali" e per buona parte di "Aetatis Novae", la nostra istruzione pastorale sulle comunicazioni sociali, pubblicata nel 1992. Siamo in debito con Russell Shaw, non soltanto per il suo lavoro, ma per l’alto livello di professionalità che continua ad esercitare come giornalista e per la sua analisi percettiva della Chiesa e della società. Grazie sig. Shaw.

Desideriamo inoltre esprimere la nostra gratitudine alla Segreteria di Stato e alla Congregazione per la Dottrina della Fede, che hanno dato il benestare ai nostri documenti in tempo record, perché potessimo pubblicarli durante l’Assemblea Plenaria del nostro Pontificio Consiglio di quest’anno.

Poiché abbiamo due documenti sul tema di Internet, S.E. Mons. Pierfranco Pastore, Segretario del nostro Pontificio Consiglio, introdurrà il documento su "La Chiesa ed Internet", mentre io parlerò di "Etica in Internet".

Le nostre presentazioni saranno molto brevi, poiché dobbiamo lasciarvi alle 11.45 per andare con i nostri membri e consultori alla Congregazione per il Clero per una video conferenza via Internet, in collegamento con i cinque continenti.

Perché c’era bisogno di un documento su "Etica in Internet"?

Penso che il secondo paragrafo del nostro documento lo spiega a sufficienza:

"Non c’è bisogno di grandi sforzi di immaginazione per considerare la terra come un globo ronzante di trasmissioni elettroniche, un pianeta blaterante, annidato nel silenzio dello spazio. In conseguenza di ciò, le persone sono più felici e migliori? Questa è la questione etica che si pone."

Questo documento osserva che i principi di base per Internet sono gli stessi validi per le altre forme della comunicazione: "la persona umana e la comunità umana sono il fine e la misura dell’utilizzo dei mezzi della comunicazione sociale; la comunicazione può essere fatta da persone a persone per lo sviluppo integrale delle persone".

Il nostro documento cita un passaggio molto interessante tratto dalla istruzione pastorale "Communio et Progressio", pubblicata più di trent’anni fa: "i mass media hanno la capacità di far sì che tutti gli uomini, in ogni luogo della terra «diventino partecipi dei gravi problemi e delle difficoltà che incombono su ciascun individuo e su tutta la società»", e certamente Internet può fare questo.

Il documento osserva inoltre che tra i problemi di Internet ci sono le questioni etiche circa "la riservatezza, la sicurezza e la confidenzialità dei dati, il diritto d’autore e la proprietà intellettuale, la pornografia, siti che incitano all’odio, la diffusione di pettegolezzi e di diffamazioni mascherati da notizie e molto altro.".

Il documento nota giustamente che "comunque non pensiamo che Internet sia solo fonte di problemi, piuttosto lo consideriamo fonte di benefici per la razza umana, benefici che si realizzeranno pienamente solo dopo la soluzione dei problemi esistenti."

In altre parole, Internet è un’opportunità, una sfida, non una minaccia.

Riguardo le opportunità e le sfide che Internet offre alla Chiesa, potrete ascoltare ora S.E. Mons. Pastore.

Grazie.

[00310-01.01] [Testo originale: Italiano]

Testo in lingua inglese

"Ethics in Internet"

Ladies and gentlemen of the press:

It is a pleasure to be with you once again to introduce another of our documents on ethics in the media.

As you may recall, during the Great Jubilee of the Year 2000, our Pontifical Council for Social Communications published "Ethics in Communications", for which there had been great demand after our document on "Ethics in Advertising", published on February 22, 1997, five years ago. The documents you have or will have in hand are also dated February 22, the Feast of the Chair of St. Peter; we had hoped to release them on February 26, but -- as you know -- a consistory was scheduled for that date, and so we had to postpone this conference.

In the discussions regarding a study of Internet, for which there had also been requests from around the world, our members and consultors -- many of whom are here present among you today -- decided that we should publish a document not only on "Ethics in Internet", but also a document on "The Church and Internet" -- that is, how the Church itself can use Internet in its own mission.

At this time, I want to give special recognition to one of our consultors, Russell Shaw, formerly the secretary for communications of the then United States Catholic Conference, and later the director of communications for the Knights of Columbus. Because the original language of these two documents is English, Mr. Shaw, over the course of several Plenary Meetings of our Council, took extensive notes of the various proposals, comments and amendments and then took the results of the mailed responses which we sent to him and incorporated all of these into documents with a consistent style -- just as he had done for our documents on "Ethics in Advertising" and "Ethics in Communications", and indeed also for much of "Aetatis Novae", our pastoral instruction on communications published in 1992.

We owe a great debt of gratitude to Russell Shaw, not only for his work for us but for the high level of professionalism he continues to exercise as a journalist and as a perceptive analyst regarding the Church and society. Thank you, Mr. Shaw.

We wish to express special thanks also to the Secretariat of State and to the Congregation for the Doctrine of the Faith which gave approval to our documents in record time, making it possible for us to publish them during this Plenary Meeting of our Council.

Since we now have two documents on the subject of the Internet, Bishop Pierfranco Pastore, secretary of our Council, will introduce the document on "The Church and Internet", while I will speak of "Ethics in Internet".

Our presentations will be very brief, because we must leave you at 11:45 to go with our members and consultors to the Congregation for Clergy for a video conference on theology linking all the continents of the world through the medium of -- you guessed it -- Internet.

Why do we need a document on "Ethics and Internet"?

The second paragraph of our document probably says it best:

"Today it takes no great stretch of the imagination to envisage the earth as an interconnected globe humming with electronic transmissions -- a chattering planet nestled in the provident silence of space. The ethical question is whether this is contributing to authentic human development and helping individuals and peoples to be true to their transcendent destiny."

This document notes that the basic principles for the Internet are the same as those for other forms of communication: "The human person and the human community are the end and measure of the use of the media of social communication; communication should be by persons to persons for the integral development of persons".

Our document cites a most interesting passage from our pastoral instruction "Communio et Progressio", published more than thirty years ago: "Media have the ability to make every person everywhere 'a partner in the business of the human race'" -- and Internet can certainly do that.

While the document notes that some of the problems of Internet include questions of "privacy, the security and confidentiality of data, copyright and intellectual property law, pornography, hate sites, the dissemination of rumor and character assassination under the guise of news, and much else". There is also the problem of the economic and cultural divide -- a so-called "digital divide" between the technology-rich and the information-rich and those who are poor, also in these key areas of modern development.

The document justly notes, however, "Fundamentally, ... we do not view the Internet only as a source of problems; we see it as a source of benefits to the human race. But the benefits can be fully realized only if the problems are solved."

In other words, Internet is an opportunity and a challenge and not a threat.

Regarding the opportunities and challenges Internet offers to the Church, you will now hear from Bishop Pastore.

Thank you.

[00310-02.01] [Original text: English]

INTERVENTO DI S.E. MONS. PIERFRANCO PASTORE

"La Chiesa e Internet"

Internet: una sfida, non una minaccia per la Chiesa. Si, è con questo stato d'animo, con questo spirito che mi accingo, cari amici, ad introdurvi brevemente alla lettura del 2° Documento che oggi il PCCS offre, tramite voi, all'attenzione dell'opinione pubblica.

Non vi paia troppo azzardata una simile affermazione né troppo, per così dire, coraggiosa. Neppure se il vostro pensiero corre, in questo momento, ai mille modi, alle mille e mille occasioni nelle quali Internet viene usata per il male.

La Chiesa non può arretrare, in questa situazione, su tranquille posizioni di irresponsabilità, limitandosi alla riprovazione e al biasimo. E mentre invita le persone e i gruppi che, a diverso titolo, si rapportano a questa realtà, ad individuare modi, regole sagge e sistemi che ne permettano un uso informato e disciplinato per scopi moralmente buoni (cf. Etica in Internet, n. 15), è chiamata a ricordare, con coraggio, a tutti gli uomini di buona volontà che Internet è un "dono di Dio" e, come tale può e deve essere usata per il bene, può essere strumento di bene.

Molti sono gli aspetti trattati nel documento che vi sto presentando che meriterebbero particolare sottolineatura; ma il tempo a disposizione non è molto. Mi limito, dunque, a tre brevi considerazioni:

1. Trovate nel testo numerose citazioni di precedenti documenti del magistero che trattano di comunicazione sociale. È il desiderio di offrire ai lettori un quadro d'insieme di come in questi ultimi decenni il tema, sempre di grande attualità, è stato trattato. Uno sguardo d'insieme che presenta, anche a chi non conosce o non ha sottomano tutti i testi, le varie sfaccettature del problema.

2. Tra i molti aspetti specifici che delineano, nel documento, il rapporto Chiesa-Internet, mi limito a richiamare la vostra attenzione su quanto si afferma al n. 6; mi sembra di notevole rilevanza:

"La Chiesa deve tener presente la natura speciale di Internet quale mezzo diretto, immediato, interattivo e partecipativo. L’interattività bidirezionale di Internet sta già facendo svanire la vecchia distinzione fra chi comunica e chi riceve la comunicazione, e sta creando una situazione nella quale, almeno potenzialmente, tutti possono fare entrambe le cose." (omissis) In casa nostra, "è nuova la tecnologia, ma non l’idea. Il Concilio Vaticano II ha affermato che i membri della Chiesa dovrebbero manifestare ai loro Pastori «le loro necessità e i loro desideri, con quella libertà e fiducia che si addice ai figli di Dio e ai fratelli in Cristo»; infatti, nella misura della scienza, della competenza e del prestigio di cui godono «essi hanno il diritto, anzi anche il dovere, di far conoscere il loro parere su ciò che riguarda il bene della Chiesa». (omissis) Sebbene le verità di fede «non possano in nessun caso essere lasciate alla arbitraria interpretazione dei singoli», la Costituzione Pastorale "Communio et Progressio" ha osservato che «vastissima è la zona di ricerca, nella quale può attuarsi questo dialogo interno». (omissis) Internet è un efficace strumento tecnologico per comprendere e "dar corpo" a questo concetto".

Tra i problemi che Internet può creare, e di fatto crea, vi è poi la proliferazione di siti Web che si definiscono cattolici. Il documento afferma in proposito al n. 8:

"Come abbiamo detto, i gruppi legati alla Chiesa dovrebbero essere presenti in modo creativo su Internet. Parimenti, hanno diritto di esservi presenti anche individui e gruppi non ufficiali, ben motivati e ben informati, che agiscono di propria iniziativa. Tuttavia è motivo di confusione, come minimo, non distinguere dalle posizioni autentiche della Chiesa, interpretazioni dottrinali eccentriche, pratiche devozionali stravaganti e proclami ideologici che recano l’etichetta «cattolico». Suggeriamo un approccio a questo problema."

Mi pare anche utile richiamare la vostra attenzione sui suggerimenti concreti e sulle parole di incoraggiamento che il documento presenta, al n. 11, ai diversi gruppi interessati al problema: responsabili ecclesiali, agenti pastorali, educatori e catechisti, genitori, bambini e giovani, tutte le persone di buona volontà.

3. Ed infine una considerazione che penso utile per dare completezza alle tematiche che abbiamo trattato, ponendole nel giusto contesto. Il documento che avete nelle mani non tratta di "Chiesa e informatica" ma di "Chiesa e Internet". È opportuno precisarlo per sottolineare che la Chiesa non identifica l'uso dell'informatica con l'uso di Internet. Internet non esaurisce i modi d'uso che la Chiesa fa dell'informatica per adempiere il suo compito di evangelizzazione. La Chiesa si sforza anche di animare la creazione di reti locali. La RIIAL (Rete Informatica della Chiesa in America Latina), ne è una prova concreta e convincente. Essa non si identifica con Internet anche se ne usa le interconnessioni a tutto vantaggio dell'economia di progettazione e della facilità della gestione per un ulteriore sviluppo, e, innanzitutto, a tutto vantaggio dell'evangelizzazione.

Ho terminato. Permettetemi di concludere con le stesse parole che troviamo al n. 10 del documento che abbiamo trattato.

Sono parole semplici ma decise. Sono il succo del discorso:

"È importante (anche) che le persone, a tutti i livelli ecclesiali, utilizzino Internet in modo creativo per adempiere alle proprie responsabilità e per svolgere la propria azione di Chiesa. Tirarsi indietro timidamente per paura della tecnologia o per qualche altro motivo non è accettabile, soprattutto in considerazione delle numerose possibilità positive che Internet offre."

Grazie.

[00311-01.01] [Testo originale: Italiano]