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MESSAGGIO NATALIZIO DEL SANTO PADRE E BENEDIZIONE URBI ET ORBI, 25.12.2001


Alle ore 10.30 di oggi, Solennità del Natale del Signore, il Cardinale Virgilio Noè, Arciprete della Patriarcale Basilica Vaticana e Vicario Generale di Sua Santità per la Città del Vaticano, celebra in San Pietro - a nome del Papa - la Santa Messa del Giorno.

Alle ore 12 quindi, il Santo Padre Giovanni Paolo II, dalla Loggia centrale della Basilica Vaticana, rivolge il tradizionale messaggio natalizio ai fedeli presenti in Piazza San Pietro e a quanti lo ascoltano attraverso la radio e la televisione.
Questo il testo del Messaggio del Santo Padre per il Natale 2001:

Messaggio del Santo Padre

1. "Christus est pax nostra",

"Cristo è la nostra pace,

colui che ha fatto dei due un popolo solo" (Ef 2,14).

All'alba del nuovo millennio

iniziato con tante speranze,

ma ora minacciato da nubi tenebrose

di violenza e di guerra,

la parola dell'apostolo Paolo,

che ascoltiamo in questo Natale,

è un raggio di luce possente,

un grido di fiducia e di ottimismo.

Il Bimbo divino nato a Betlemme

reca in dono nelle sue piccole mani

il segreto della pace per l'umanità.

Egli è il Principe della pace!

Ecco il lieto annuncio, risonato quella notte a Betlemme,

e che voglio ripetere al mondo

in questo giorno benedetto.

"Vi annuncio una grande gioia,

che sarà di tutto il popolo:

oggi vi è nato nella città di Davide

un salvatore, che è il Cristo Signore" (Lc 2,10-11).

Quest'oggi la Chiesa fa eco agli angeli,

e rilancia il loro straordinario messaggio,

che sorprese per primi i pastori

sulle alture di Betlemme.

 

2. "Christus est pax nostra!"

Cristo, "il bambino avvolto in fasce,

che giace in una mangiatoia" (Lc 2,12),

proprio Lui è la nostra pace.

Un inerme Neonato nell'umiltà di una grotta

restituisce dignità a ogni vita che nasce,

dona speranza a chi giace nel dubbio e nello sconforto.

Egli è venuto per guarire i feriti della vita

e per ridare senso persino alla morte.

In quel Bambino, mite e indifeso,

che vagisce in una grotta fredda e nuda,

Dio ha distrutto il peccato,

e ha posto il germoglio di un'umanità nuova,

chiamata a portare a compimento

l'originario progetto della creazione

e a trascenderlo con la grazia della redenzione.

 

3. "Christus est pax nostra!"

Uomini e donne del terzo millennio,

voi che avete fame di giustizia e di pace,

accogliete il messaggio di Natale,

che si diffonde oggi nel mondo!

Gesù è nato per rinsaldare i legami

tra gli uomini e i popoli,

per renderli tutti, in se stesso, fratelli.

E' venuto per abbattere "il muro di separazione

che era frammezzo, cioè l'inimicizia" (Ef 2,14),

e per fare dell'umanità un'unica famiglia.

Sì, con certezza possiamo ripetere:

Oggi col Verbo incarnato è nata la pace!

Pace da implorare,

perché Dio solo ne è autore e garante.

Pace da costruire

in un mondo dove popoli e nazioni,

provati da tante e diverse difficoltà,

sperano in un'umanità

non solo globalizzata da interessi economici,

ma dallo sforzo costante

di una più giusta e solidale convivenza.

 

4. Accorriamo come i pastori a Betlemme,

sostiamo adoranti nella grotta,

fissando lo sguardo sul neonato Redentore.

In Lui possiamo riconoscere i tratti

di ogni piccolo essere umano che viene alla luce,

a qualunque razza e nazione appartenga:

è il piccolo palestinese e il piccolo israeliano;

è il bimbo statunitense ed è quello afghano;

è il figlio dell'hutu e il figlio del tutsi...

è il bimbo qualunque, che per Cristo è qualcuno.

Oggi il mio pensiero va a tutti i bambini del mondo:

tanti, troppi sono i bambini

che nascono condannati a patire senza colpa

le conseguenze di disumani conflitti.

Salviamo i bambini,

per salvare la speranza dell'umanità!

Ce lo chiede oggi con forza

quel Bimbo nato a Betlemme,

il Dio che si è fatto uomo,

per restituirci il diritto a sperare.

 

5. Imploriamo dal Cristo il dono della pace

per quanti sono provati da antichi e nuovi conflitti.

Ogni giorno porto nel cuore

i drammatici problemi della Terra Santa;

ogni giorno penso con apprensione

a quanti muoiono di freddo e di fame;

ogni giorno mi giunge accorato

il grido di chi, in tante parti del mondo,

invoca una più equa distribuzione delle risorse

e un’occupazione dignitosamente retribuita per tutti.

Che nessuno cessi di sperare

nella potenza dell'amore di Dio!

Cristo sia luce e sostegno

di chi crede ed opera, talora controcorrente,

per l'incontro, il dialogo, la cooperazione

tra le culture e le religioni.

Cristo guidi nella pace i passi

di chi instancabilmente si adopera

per il progresso della scienza e della tecnica.

Non si usino mai questi grandi doni di Dio

contro il rispetto e la promozione della dignità umana.

Mai si ponga il nome santo di Dio

a suggello dell'odio!

Mai se ne faccia ragione di intolleranza e di violenza!

Il volto dolce del Bambino di Betlemme

ricordi a tutti che abbiamo un unico Padre.

 

6. "Christus est pax nostra!"

Fratelli e Sorelle che mi ascoltate,

aprite il cuore a questo messaggio di pace,

apritelo a Cristo, Figlio della Vergine Maria,

a Colui che si è fatto "nostra pace"!

Apritelo a Colui che nulla ci toglie

se non il peccato,

e ci dona in cambio pienezza

di umanità e di gioia.

E Tu, adorato Bambino di Betlemme,

reca la pace in ogni famiglia e città,

in ogni nazione e continente.

Vieni, Dio fatto uomo!

Vieni ad essere il cuore del mondo rinnovato dall'amore!

Vieni dove maggiormente in pericolo

sono le sorti dell'umanità!

Vieni, e non tardare!

Tu sei "la nostra pace" (Ef 2,14)!

[02127-01.01] [Testo originale: Italiano]

Traduzione in lingua francese

1. «Le Christ est notre paix»,

«C’est lui, le Christ, qui est notre paix :

des deux, ... il a fait un seul peuple» (Ep 2, 14).

À l’aube du nouveau millénaire

qui avait commencé avec tant d’espérances,

mais qui est aujourd’hui menacé par de sombres nuages

de violence et de guerre,

la parole de l’Apôtre Paul,

que nous entendons en ce Noël,

est un rayon de vive lumière,

un cri de confiance et d’optimisme.

L’enfant divin né à Bethléem

nous apporte en ses petites mains

le secret de la paix pour l’humanité.

C’est lui le Prince de la paix !

Voici la joyeuse nouvelle qui a retenti cette nuit-là à Bethléem

et que je veux redire au monde

en ce jour béni.

Écoutons de nouveau les paroles de l’ange :

«Voici que je viens vous annoncer une bonne nouvelle,

une grande joie pour tout le peuple :

Aujourd’hui vous est né un Sauveur, dans la ville de David.

Il est le Messie, le Seigneur» (Lc 2, 10-11).

Aujourd’hui l’Église se fait l’écho des anges

et proclame leur message extraordinaire,

qui surprit en tout premier lieu les bergers

sur les hauteurs de Bethléem.

2. «Le Christ est notre paix» !

le Christ, «enfant emmailloté

et couché dans une mangeoire» (Lc 2, 12),

c’est vraiment lui qui est notre paix.

Un nouveau-né sans défense dans l’humilité d’une grotte

rend sa dignité à toute vie qui naît,

il donne l’espérance à ceux qui sont écrasés par le doute et le découragement.

Il est venu guérir les blessés de la vie

et redonner un sens même à la mort.

En cet enfant, doux et sans défense,

qui gémit dans une grotte froide et nue,

Dieu a détruit le péché

et il a déposé le germe d’une humanité nouvelle,

appelée à porter à son achèvement

le dessein originel de la création

et à le transcender par la grâce de la Rédemption.

3. «Le Christ est notre paix»!

Hommes et femmes du troisième millénaire,

vous qui avez faim de justice et de paix,

accueillez le message de Noël,

qui se répand aujourd’hui dans le monde !

Jésus est né pour raffermir les liens

entres les personnes et entre les peuples,

pour faire de tous, en lui, des frères.

Il est venu pour faire «tomber ce qui les séparait, le mur de la haine» (Ep2, 14)

et pour faire de l’humanité une unique famille.

Oui, avec assurance nous pouvons affirmer :

Aujourd’hui avec le Verbe Incarné la paix est née !

Paix qu’il faut implorer,

parce que Dieu seul en est l’auteur et le garant.

Paix qu’il faut construire

dans un monde où peuples et nations,

éprouvés par des difficultés nombreuses et diverses,

espèrent en une humanité

mondialisée non seulement par des intérêts économiques,

mais par l’effort constant

d’une convivialité plus juste et plus solidaire.

4. Hâtons-nous, comme les bergers, à Bethléem,

tenons-nous en adoration dans la grotte,

fixant le regard sur le Rédempteur nouveau-né !

En lui nous pouvons reconnaître les traits

de chaque petit être humain qui vient à la lumière,

quelles que soient la race et la nation auxquelles il appartient:

c’est le petit Palestinien et le petit Israélien ;

c’est l’enfant des États-Unis et l’enfant d’Afghanistan ;

c’est le fils du Hutu et le fils du Tutsi...

C’est donc tout enfant, qui pour le Christ est quelqu’un.

Aujourd’hui, ma pensée se tourne vers tous les enfants du monde :

nombreux, trop nombreux sont les enfants

qui dès leur naissance sont condamnés sans faute de leur part

à souffrir des conséquences de conflits inhumains.

Sauvons les enfants

pour sauver l’espérance de l’humanité !

Celui qui nous le demande aujourd’hui avec force,

c’est cet enfant né à Bethléem,

le Dieu qui s’est fait homme

pour nous redonner le droit d’espérer.


5. Nous implorons du Christ le don de la paix

pour tous ceux qui sont éprouvés par des conflits anciens ou nouveaux.

Tous les jours, je porte en mon cœur

les problèmes dramatiques de la Terre sainte;

tous les jours, je pense avec appréhension

à tous ceux qui meurent de froid et de faim;

tous les jours me parvient

le cri plein de tristesse de ceux qui,

dans de nombreuses parties du monde,

invoquent une plus équitable répartition des ressources

et un travail dignement rétribué pour tous.

Que personne ne cesse d’espérer

dans la puissance de l’amour de Dieu !

Que le Christ soit la lumière et le soutien

de ceux qui croient et qui agissent, parfois à contre-courant,

pour la rencontre, le dialogue et la coopération

entre les cultures et entre les religions !

Que le Christ guide dans la paix les pas

de ceux qui s’engagent inlassablement

pour le progrès des sciences et des techniques !

Que jamais ces grands dons de Dieu ne soient utilisés

contre le respect et la promotion de la dignité humaine !

Que jamais le saint Nom de Dieu ne soit utilisé

pour justifier la haine !

Que jamais on ne se fasse une raison de l’intolérance et de la violence !

Puisse le doux visage de l’enfant de Bethléem

rappeler à tous que nous n’avons qu’un seul Père !


6. «Le Christ est notre paix» !

Frères et sœurs qui m’écoutez,

ouvrez votre cœur à ce message de paix,

ouvrez-le au Christ, Fils de la Vierge Marie,

à Celui qui s’est fait «notre paix» !

Ouvrez-le à Celui qui ne nous enlève rien, sinon le péché,

et qui nous donne en échange la plénitude

de l’humanité et de la joie.

Et toi, adorable Enfant de Bethléem,

porte la paix à toute famille et à toute ville,

à toute nation et à tout continent.

Viens, Dieu fait homme !

Viens et sois le cœur d’un monde renouvelé par l’amour !

Viens là où les destinées de l’humanité

sont le plus menacées !

Viens, ne tarde pas !

Tu es «notre paix» (Ep 2, 14) !

[02127-03.01] [Texte original: Italien]

Traduzione in lingua inglese

1. "Christ is our peace",

"Christ is our peace;

he has made the two into one people" (cf. Eph 2:14).

At the dawn of the new millennium,

which began with so much hope

but is now threatened by dark clouds

of violence and war,

the words of the Apostle Paul

which we listen to this Christmas

are a powerful ray of light,

a cry of trust and optimism.

The Divine Child born in Bethlehem

brings in his little hands as a gift

the key to peace for mankind.

He is the Prince of Peace!

This is the joyful news which echoed that night in Bethlehem,

and which I wish to reaffirm before the world

on this blessed day.

Let us listen once more to the words of the angel:

"I bring you good news of a great joy

which will come to all the people;

for to you is born this day in the city of David

a Saviour, who is Christ the Lord" (Lk 2:10-11).

On this day the Church echoes the song of the angels

and repeats their astonishing message,

which first amazed the shepherds

on the hills above Bethlehem.

2. "Christ is our peace!"

Christ, "the babe wrapped in swaddling cloths

and lying in the manger" (Lk 2:12),

is indeed our peace.

A helpless Newborn Child in a lowly cave

restores dignity to every life being born,

and brings hope to those overcome by doubt and discouragement.

He has come to heal life’s wounds

and to restore meaning to death itself.

In that Child, meek and defenceless,

crying in a cold and bare cave,

God has destroyed sin,

and planted the seed of a new humanity,

called to bring to fulfilment

the original plan of creation

and to transcend it through the grace of redemption.

3. "Christ is our peace!"

Men and women of the third millennium,

you who hunger for justice and peace,

accept the message of Christmas,

which today rings out around the world!

Jesus was born to strengthen the bonds

uniting individuals and peoples,

to make them all, in himself, brothers and sisters.

He came to break down

"the dividing wall of hostility" (Eph 2:14)

and to make one family of all mankind.

Yes, we can repeat with certainty:

Today, in the Incarnate Word, peace is born!

Peace to be implored,

for God alone is its source and guarantee.

Peace to be forged

in a world in which peoples and nations,

burdened with so many and such varied difficulties,

hope for a new humanity

united not just by economic interests

but by the unceasing effort to bring about

a society that is more just and supportive.

4. Let us hasten like the shepherds to Bethlehem,

let us pause in adoration in the cave,

and gaze upon the Newborn Redeemer.

In him we can recognize the face

of every little child who is born,

of whatever race or nation:

the little Palestinian and the little Israeli;

the little American and the little Afghan;

the child of the Hutu and the child of the Tutsi...

whoever the child is, to Christ each one is special.

Today my thoughts go to all the children of the world:

so many, too many are the children

condemned from birth to suffer

through no fault of their own the effects of cruel conflicts.

Let us save the children,

in order to save the hope of humanity!

This is what we are urgently called to do

by that Child born in Bethlehem,

the God who became man,

to give us back the right to hope.

5. Let us beg from Christ the gift of peace

for all who are suffering as a result of conflicts old and new.

Day after day, I bear in my heart

the tragic problems of the Holy Land;

every day I think with anxiety

of all those who are dying of cold and hunger;

every day there reaches me the desperate cry

of those who, in so many parts of the world,

call for a fairer distribution of resources

and for gainful employment for all.

Let no one lose hope

in the power of God’s love!

May Christ be the light and support

of those who believe and work, sometimes in the face of opposition,

for encounter, dialogue and cooperation

between cultures and religions.

May Christ guide in peace the steps

of those who tirelessly devote themselves

to the progress of science and technology.

May these great gifts of God never be used

against respect for human dignity and its promotion!

May God’s holy name

never be used as a justification for hatred!

Let it never be used as an excuse for intolerance and violence!

May the gentle face of the Child of Bethlehem

remind everyone that we all have one Father.

6. Christ is our peace!

Brothers and Sisters, who are listening to me,

open your hearts to this message of peace,

open your hearts to Christ, the Son of the Virgin Mary,

to the One who became "our peace"!

Open them to the One who takes nothing away from us

except our sin,

and who gives us in return

the fullness of humanity and joy.

And You, the Child of Bethlehem whom we adore,

bring peace to every family and town,

to every nation and continent.

Come, God made man!

Come to be the heart of the world renewed by love!

Come where the fate of humanity

is most in peril!

Come and do not delay!

You are "our peace" (Eph 2:14)!

[02127-02.01] [Original text: Italian]

Traduzione in lingua tedesca

1. „Christus est pax nostra",

„Christus ist unser Friede. Er vereinigte sie zu einem Volk" (vgl. Eph 2,14).

Zu Beginn des neuen Millenniums,

das mit großen Hoffnungen begonnen hat,

aber sich nun von dunklen Wolken der Gewalt und des Krieges bedroht sieht,

ist das Wort des Apostels Paulus,

das wir an diesem Weihnachtsfest hören,

für uns ein heller Lichtstrahl und ein optimistischer Ruf des Vertrauens.

Das in Bethlehem geborene göttliche Kind

hält das Geheimnis des Friedens für die Menschheit

als Geschenk in seinen kleinen Händen.

Dieses Kind ist der Friedenfürst!

So lautet die frohe Botschaft, die damals in der Nacht von Bethlehem erklungen ist

und die ich heute an diesem gesegneten Tag

der Welt wieder zurufen möchte.

Hören wir noch einmal die Worte des Engels:

„Ich verkünde euch eine große Freude,

die dem ganzen Volk zuteil werden soll:

Heute ist euch in der Stadt Davids der Retter geboren;

er ist der Messias, der Herr" (Lk 2,10-11).

Die Kirche stimmt in den Ruf der Engel ein

und wiederholt die staunenswerte Botschaft,

die als erste die Hirten

auf den Berghöhen von Bethlehem überrascht hat.

2. „Christus est pax nostra!"

Christus, „das Kind, das, in Windeln gewickelt, in einer Krippe liegt" (Lk 2,12),

ja, Er ist unser Frieden.

Ein hilfloses neugeborenes Kind in einer schlichten Grotte

stellt für jedes Leben, das geboren wird, die Würde wieder her,

schenkt den Zweifelnden und Mutlosen wieder Hoffnung.

Er ist gekommen, um die Wunden des Lebens zu heilen

und sogar dem Tod einen Sinn zu verleihen.

In diesem sanftmütigen und schutzlosen Kind,

das in einer nackten, kalten Grotte weint,

hat Gott die Sünde ausgelöscht

und den Keim für eine neue Menschheit gelegt,

die berufen ist, den ursprünglichen Schöpfungsplan zur Vollendung zu bringen

und ihn mit der Gnade der Erlösung zu überhöhen.

3. „Christus est pax nostra!"

Männer und Frauen des dritten Jahrtausends,

die ihr hungert nach Gerechtigkeit und Frieden,

nehmt die Botschaft von Weihnachten auf, die sich heute in aller Welt ausbreitet!

Jesus ist geboren, um die Bande zwischen den Menschen und den Völkern zu festigen,

um alle in sich selbst zu Geschwistern zu machen.

Er ist gekommen,

„um die trennende Wand der Feindschaft niederzureißen" (Eph 2,14)

und um die Menschheit zu einer Familie zu vereinen.

Ja, wir können mit Sicherheit wiederholen:

Heute ist durch das Mensch gewordene Wort der Friede geboren!

Der Friede, den wir erflehen müssen,

weil Gott allein sein Urheber und Garant ist.

Der Friede, der in einer Welt aufzubauen ist,

in der Völker und Nationen

von vielen und verschiedenen Schwierigkeiten geprüft sind

und auf eine „globalisierte" Menschheit hoffen,

aber nicht nur nach wirtschaftlichen Interessen,

sondern durch das anhaltende Bemühen

um ein gerechteres und solidarischeres Zusammenleben.

4. Strömen wir herbei wie die Hirten in Bethlehem;

bleiben wir anbetend an der Grotte stehen

und schauen wir auf den neugeborenen Erlöser!

In Ihm können wir die Züge eines jeden kleinen Menschenwesens erkennen,

das zur Welt kommt,

welcher Rasse und Nation es auch angehören mag:

es ist das palästinensische Kind und das israelische Kind;

es ist das US-amerikanische Kind und das afghanische Kind;

es ist das Kind des Hutu und das Kind des Tutsi ...

Es ist irgendein Kind, das für Christus jemand Bestimmter ist.

Ich denke heute an alle Kinder in der Welt:

Viele, zu viele Kinder werden geboren und sind ohne eigene Schuld dazu verurteilt,

die Folgen unmenschlicher Konflikte zu erleiden.

Retten wir die Kinder, damit wir die Hoffnung der Menschheit retten!

Darum bittet uns heute dringend das Kind, das in Bethlehem geboren ist,

der Gott, der Mensch geworden ist,

um uns das Recht auf Hoffnung wiederzugeben.

5. Wir bitten Christus um das Geschenk des Friedens für alle,

die von alten und neuen Konflikten heimgesucht werden.

Jeden Tag trage ich die dramatischen Probleme des Heiligen Landes

in meinem Herzen;

jeden Tag denke ich mit Sorge an all jene,

die an Kälte und Hunger sterben;

jeden Tag erreicht mich bewegt der Schrei

von Menschen aus vielen Teilen der Welt,

die um eine gerechte Verteilung der Ressourcen

und um angemessene Bezahlung der Arbeit für alle bitten.

iemand gebe die Hoffnung auf die Macht der Liebe Gottes auf!

Christus sei das Licht und die Stütze aller, die glauben

und - manchmal gegen den Strom - für den Dialog, für die Begegnung

und die Zusammenarbeit zwischen den Kulturen und Religionen arbeiten.

Christus führe im Frieden die Schritte jener,

die sich unermüdlich für den Fortschritt von Wissenschaft und Technik einsetzen.

Niemals dürfen diese großen Geschenke Gottes

gegen die Achtung und die Förderung der Menschenwürde mißbraucht werden.

Nie darf der heilige Name Gottes den Haß besiegeln!

Nie darf man sich mit Intoleranz und Gewalt abfinden!

Das zarte Gesicht des Kindes von Bethlehem erinnert alle daran,

daß wir einen und denselben Vater haben.

6. „Christus est pax nostra!"

Brüder und Schwestern, die ihr mir zuhört,

öffnet euer Herz für diese Botschaft des Friedens,

öffnet es für Christus, den Sohn der Jungfrau Maria,

für den, der „unser Friede" geworden ist!

Öffnet es für den, der nichts sonst als die Sünde von uns nimmt

und uns im Gegenzug die Fülle des Menschseins und der Freude schenkt.

Und du, anbetungswürdiges Kind von Bethlehem,

bringe Frieden in die Familien und in jede Stadt,

in alle Nationen und in jeden Kontinent.

Komm, Mensch gewordener Gott!

Komm und sei das Herz der von der Liebe erneuerten Welt!

Komm dahin, wo das Los der Menschheit am meisten gefährdet ist!

Komm und säume nicht!

Du bist „unser Friede" (Eph 2,14)!

[02127-05.00] [Originalsprache: Italienisch]

Traduzione in lingua spagnola

1. "Christus est pax nostra",

"Cristo es nuestra paz.

Él ha hecho de los dos pueblos una sola cosa" (Ef 2, 14).

En el alba del nuevo milenio,

comenzado con tantas esperanzas,

pero ahora amenazado por nubes tenebrosas

de violencia y de guerra,

las palabras del apóstol Pablo

que escuchamos esta Navidad

es un rayo de luz penetrante,

un clamor de confianza y optimismo.

El divino Niño nacido en Belén

lleva en sus pequeñas manos, como un don,

el secreto de la paz para la humanidad.

¡Él es el Príncipe de la paz!

He aquí el gozoso anuncio que se oyó aquella noche en Belén,

y que quiero repetir al mundo

en este día bendito.

Escuchemos una vez más las palabras del ángel:

"os traigo la buena noticia,

la gran alegría para todo el pueblo:

hoy, en la ciudad de David,

os ha nacido un salvador: el Mesías, el Señor" (Lc 2, 10-11).

En el día de hoy, la Iglesia se hace eco de los ángeles,

y reitera su extraordinario mensaje,

que sorprendió en primer lugar a los pastores

en las alturas de Belén.

 

2. "Christus est pax nostra!"

Cristo, el "niño envuelto en pañales

y acostado en un pesebre" (Lc 2, 10-12),

Él es precisamente nuestra paz.

Un Niño indefenso, recién nacido en la humildad de una cueva,

devuelve la dignidad a cada vida que nace,

da esperanza a quien yace en la duda y en el desaliento.

Él ha venido para curar a los heridos de la vida

y para dar nuevo sentido incluso a la muerte.

En aquel Niño, dócil y desvalido,

que llora en una gruta fría y destartalada,

Dios ha destruido el pecado

y ha puesto el germen de una humanidad nueva,

llamada a llevar a término

el proyecto original de la creación

y a transcenderlo con la gracia de la redención.

 

3. "Christus est pax nostra!"

Hombres y mujeres del tercer milenio,

vosotros que tenéis hambre de justicia y de paz,

¡acoged el mensaje de Navidad

que se propaga hoy por todo el mundo!

Jesús ha nacido para consolidar las relaciones

entre los hombres y los pueblos,

y hacer de todos ellos hermanos en Él.

Ha venido para derribar "el muro que los separaba:

el odio" (Ef 2, 14),

y para hacer de la humanidad una sola familia.

Sí, podemos repetir con certeza:

¡Hoy, con el Verbo encarnado, ha nacido la paz!

Paz que se ha de implorar,

porque sólo Dios es su autor y garante.

Paz que se ha de construir

en un mundo en el que pueblos y naciones,

afectados por tantas y tan diversas dificultades,

esperan en una humanidad

no sólo globalizada por intereses económicos,

sino por el esfuerzo constante

en favor de una convivencia más justa y solidaria.

 

4. Como los pastores, acudamos a Belén,

quedémonos en adoración ante la gruta,

fijando la mirada en el Redentor recién nacido.

En Él podemos reconocer los rasgos

de cada pequeño ser humano que viene a la luz,

sea cual fuere su raza o nación:

es el pequeño palestino y el pequeño israelí;

es el bebé estadounidense y el afgano;

es el hijo del hutu y el hijo del tutsi...

es el niño cualquiera, que es alguien para Cristo.

Hoy pienso en todos los pequeños del mundo:

muchos, demasiados, son los niños

que nacen ya condenados a sufrir, sin culpa,

las consecuencias de conflictos inhumanos.

¡Salvemos a los niños,

para salvar la esperanza de la humanidad!

Nos lo pide hoy con fuerza

aquel Niño nacido en Belén,

el Dios que se hizo hombre,

para devolvernos el derecho de esperar.

 

5. Supliquemos a Cristo el don de la paz

para cuantos sufren a causa de conflictos, antiguos y nuevos.

Todos los días siento en mi corazón

los dramáticos problemas de Tierra Santa;

cada día pienso con preocupación

en cuantos mueren de hambre y de frío;

día tras día me llega, angustiado,

el grito de quien, en tantas partes del mundo,

invoca una distribución más ecuánime de los recursos

y un trabajo dignamente retribuido para todos.

¡Que nadie deje de esperar

en el poder del amor de Dios!

Que Cristo sea luz y sustento

de quien, a veces contracorriente, cree y actúa

en favor del encuentro, del diálogo, de la cooperación

entre las culturas y las religiones.

Que Cristo guíe en la paz los pasos

de quien se afana incansablemente

por el progreso de la ciencia y la técnica.

Que nunca se usen estos grandes dones de Dios

contra el respeto y la promoción de la dignidad humana.

¡Que jamás se utilice el nombre santo de Dios

para corroborar el odio!

¡Que jamás se haga de Él motivo de intolerancia y violencia!

Que el dulce rostro del Niño de Belén

recuerde a todos que tenemos un único Padre.

 

6. "Christus est pax nostra!"

Hermanos y hermanas que me escucháis,

abrid el corazón a este mensaje de paz,

abridlo a Cristo, Hijo de la Virgen María,

a Aquel que se ha hecho "nuestra paz".

Abridlo a Él, que nada nos quita

si no es el pecado,

y nos da en cambio

plenitud de humanidad y de alegría.

Y Tú, adorado Niño de Belén,

lleva la paz a cada familia y ciudad,

a cada nación y continente.

¡Ven, Dios hecho hombre!

¡Ven a ser el corazón del mundo renovado por el amor!

¡Ven especialmente allí donde más peligra

la suerte de la humanidad!

¡Ven, y no tardes!

¡Tú eres "nuestra paz"! (Ef 2,14).

[02127-04.01] [Texto original: Italiano]

Traduzione in lingua portoghese

1. «Christus est pax nostra»,

«Cristo é a nossa paz,

Ele que de dois povos fez um só» (Ef 2, 14).

No alvorecer do novo milénio,

iniciado com tantas esperanças

mas agora ameaçado por tenebrosas nuvens

de violência e de guerra,

a palavra do apóstolo Paulo,

que ouvimos neste Natal,

é um raio de luz poderosa

um grito de confiança e optimismo.

O Deus Menino nascido em Belém

traz de presente, nas suas mãozinhas,

o segredo da paz para a humanidade.

Ele é o Príncipe da paz!

Tal é a feliz notícia que ressoou naquela noite em Belém

e que desejo repetir a todo o mundo

neste dia abençoado.

Ouçamos de novo as palavras do anjo:

«Anuncio-vos uma grande alegria,

que o será para todo o povo:

Hoje, na cidade de David, nasceu-vos

um Salvador, que é o Messias Senhor» (Lc 2, 10-11).

No dia de hoje, a Igreja dá voz aos anjos

repetindo a sua mensagem extraordinária,

que teve como primeiros ouvintes os pastores

nas colinas de Belém.

 

2. «Christus est pax nostra

Cristo, o «Menino envolto em panos,

e deitado numa manjedoira» (Lc 2, 12),

é Ele mesmo a nossa paz.

Um inerme Recém-nascido na humildade duma gruta

devolve a dignidade a toda a vida que nasce,

dá esperança a quem jaz na dúvida e na desolação.

Ele veio para curar as feridas da vida

e, inclusive, dar sentido à morte.

Naquele Menino, humilde e indefeso,

que chora numa gruta fria e nua,

Deus destruiu o pecado,

e colocou o rebento duma humanidade nova,

chamada a levar a cumprimento

o projecto primordial da criação

e a sublimá-lo com a graça da redenção.

 

3. «Christus est pax nostra!»

Homens e mulheres do terceiro milénio,

vós que tendes fome de justiça e de paz,

acolhei a mensagem de Natal,

que hoje ressoa pelo mundo!

Jesus nasceu para revigorar os vínculos

entre os homens e os povos,

a fim de os tornar a todos irmãos, em Si próprio.

Veio para destruir «o muro de inimizade

que os separava» (Ef 2, 14),

e fazer da humanidade uma única família.

Sim! Podemos com toda a certeza repetir:

Hoje, com o Verbo encarnado, nasceu a paz!

Paz que é preciso implorar,

porque só Deus é o seu autor e garante.

Paz que é preciso construir

num mundo onde povos e nações,

atribulados por tantas dificuldades diversas,

anseiam por uma humanidade

globalizada não só nos seus interesses económicos

mas também no esforço constante

por uma convivência mais justa e solidária.

 

4. Corramos, como os pastores, a Belém,

detenhamo-nos em adoração na gruta,

fixando o olhar no Redentor recém-nascido.

N'Ele, podemos reconhecer os traços

de cada ser humano pequenino que vem à luz,

independentemente da raça e nação a que pertença:

é o pequenino palestiniano e o pequenino israelita;

é a criança americana e a criança afegã;

é o filho do hutu e o filho do tutsi...

seja a criança que for, para Cristo é sempre alguém.

Hoje tenho no pensamento todas as crianças do mundo:

há tantas, demasiadas, crianças

que nascem condenadas a sofrer, sem culpa,

as consequências de desumanos conflitos.

Salvemos as crianças,

para salvar a esperança da humanidade!

Reclama-o hoje intensamente

aquele Menino nascido em Belém,

o Deus que Se fez homem,

para nos devolver o direito de esperar.

 

5. Imploremos a Cristo o dom da paz

para quantos são vítimas de conflitos antigos e novos.

Todos os dias trago no coração

os problemas dramáticos da Terra Santa;

diariamente penso, com apreensão,

naqueles que morrem de frio e de fome;

cada dia chega-me, veemente,

o grito de quem, em tantas partes do mundo,

invoca uma distribuição mais equitativa dos recursos

e uma ocupação dignamente retribuída para todos.

Que ninguém deixe de esperar

na força do amor de Deus!

Cristo seja luz e apoio

de quem crê e actua, por vezes contra-corrente,

em prol do encontro, do diálogo, da cooperação

entre as culturas e as religiões.

Cristo guie, na paz, os passos

de quem incansavelmente se consagra

ao progresso da ciência e da técnica.

Que estes grandes dons de Deus nunca sejam usados

contra o respeito e a promoção da dignidade humana.

Que o santo nome de Deus jamais seja posto

como sigilo do ódio!

Que nunca sirva de razão para a intolerância e a violência!

O rosto encantador do Menino de Belém

lembre a todos que temos um único Pai.

 

6. «Christus est pax nostra!»

Irmãos e irmãs que me escutais,

abri o coração a esta mensagem de paz,

abri-o a Cristo, Filho da Virgem Maria,

Àquele que Se fez «nossa paz»!

Abri-o Àquele que nada nos tira

a não ser o pecado,

e, em troca, nos dá em plenitude

humanidade e alegria.

E Vós, adorável Menino de Belém,

dai a paz a cada família e cidade,

a cada nação e continente.

Vinde, ó Deus feito homem!

Vinde ser o coração do mundo renovado pelo amor!

Vinde às regiões onde correm maior perigo

os destinos da humanidade!

Vinde, não tardeis!

Vós sois «a nossa paz» (Ef 2, 14)!

[02127-06.01] [Texto original: Italiano]

Traduzione in lingua neerlandese

1. "Christus est pax nostra",

"Christus is onze vrede, Hij die de twee werelden één gemaakt heeft" (Ef 2,14).

Aan de dageraad van het nieuwe millennium, dat met zoveel hoop is begonnen, maar dat nu bedreigd wordt door donkere wolken van geweld en oorlog, is het woord van de apostel dat wij op deze Kerstdag horen een krachtige lichtstraal en een roep om vertrouwen en optimisme.

Het Goddelijke Kind, geboren te Betlehem brengt als geschenk in Zijn kleine handjes het geheim van de vrede voor de mensheid.

Hij is de Vredevorst !

Zie, dit is de Blijde Boodschap, welke die nacht in Betlehem heeft weerklonken, en die ik ten overstaan van de wereld herhaal op deze gezegende dag.

"Ik verkondig u een vreugdevolle boodschap die bestemd is voor het hele volk. Heden is u een Redder geboren, Christus de Heer, in de stad van David" (Lc 2,10-11).

Op deze dag herhaalt de Kerk de woorden van de engelen, en stuurt opnieuw hun buitengewone Boodschap, die als eersten de herders de heuvels van Betlehem heeft verrast, de wereld in.

 

2. "Christus est pax nostra !"

Christus, "het pasgeboren kind, in doeken gewikkeld en liggend in een kribbe" (Lc 2,12), juist Hij is onze vrede.

Een weerloos pasgeboren kind in de nederigheid van een grot, geeft de waardigheid terug aan ieder leven dat geboren wordt, en geeft hoop aan wie in twijfel en moedeloosheid verkeren.

Hij is gekomen om de degenen die gewond zijn aan het leven te genezen, en om zelfs aan de dood opnieuw een betekenis te geven. In dit Kind, zachtmoedig en weerloos, dat huilt in een koude en lege grot, heeft God de zonde tenietgedaan, en heeft Hij de kiem gelegd van een nieuwe mensheid, die geroepen is om het oorspronkelijke scheppingsplan te verwezenlijken, en om het te transcenderen met de genade van de verlossing.

 

3. "Christus est pax nostra !"

Mannen en vrouwen van het derde millennium, die hongeren en dorsten naar gerechtigheid en vrede, ontvangt de boodschap van Kerstmis, dat zich vandaag in de wereld verspreidt !

Jezus is geboren om de banden tussen mensen en volkeren te versterken, en om hen broeders en zusters van elkaar te maken.

Hij is gekomen om "de scheidsmuur neer te halen, door in zijn vlees de vijandschap te vernietigen" (Ef 2,14), en om van de mensheid één enkele familie te maken.

Vandaag is met de geboorte van het mensgeworden Woord ook de vrede geboren !

Een vrede die afgesmeekt moet worden, omdat alleen God er de Schepper van is, en er borg voor staat.

Een vrede die opgebouwd moet worden in een wereld waar volkeren en naties, beproefd door talrijke moeilijkheden van verschillende aard, hun hoop stellen op een mensheid die niet alleen verglobaliseerd is door economische belangen, maar ook door de constante inspanning voor een rechtvaardiger en meer solidair samenleven.

 

4. Laten wij ons haasten naar Betlehem, zoals de herders, en staan wij in aanbidding stil in de grot, terwijl wij onze blik richten op de pasgeboren Verlosser.

In Hem kunnen wij trekken herkennen van ieder mensenkind dat ter wereld komt, tot welk ras of natie hij ook behoort:

het Palestijnse kind en het Israelische kind;

het Amerikaanse kind en het Afghaanse kind;

het Hutu kind en het Tutsi kind ...

Ieder kind is iemand voor Christus.

Vandaag gaan mijn gedachten uit naar alle kinderen ter wereld: er zijn veel, teveel kinderen die geboren worden, en die veroordeeld zijn om schuldeloos te lijden onder de consequenties van onmenselijke conflicten.

Laten wij de kinderen redden, om de hoop van de mensheid te redden !

Vandaag vraagt het Kind, geboren te Betlehem en de God die mensgeworden is, met nadruk om ons het recht om te hopen weer terug te geven.

 

5. Laten wij wij Christus de gave van de vrede afsmeken voor allen die beproefd worden door oude en nieuwe conflicten.

Iedere dag draag ik de dramatische problemen van het Heilig Land in mijn hart; iedere dag denk ik met bezorgdheid aan allen die sterven van de honger en van de kou; iedere dag bereikt mij de droevige kreet van degenen die in vele delen van de wereld, vragen om een rechtvaardiger verdeling van de rijkdommen en passend betaald werk voor allen.

Dat niemand moge ophouden te hopen in de kracht van Gods liefde! Moge Christus het licht en de steun zijn van degenen die geloven in en werken voor de ontmoeting, de dialoog en de samenwerking tussen de culturen en de godsdiensten, al gaat dit af en toe tegen de stroom in.

Moge Christus de voetstappen leiden van degenen die zich onvermoeibaar inzetten voor de voortgang van wetenschap en techniek. Men moge deze grote gaven van God nooit ten nadele van het respect en de bevordering van de menselijke waardigheid gebruiken.

Gods heilige naam moge nooit aangewend worden ter bezegeling van de haat ! Nimmer moge er een motivering gezocht worden voor intolerantie en geweld !

Het zachtmoedige gelaat van het Kind van Betlehem moge allen in herinnering brengen dat wij één Vader hebben.

 

6. "Christus est pax nostra !"

Broeders en zusters die mij aanhoren, opent uw harten voor deze vredesboodschap, opent uw hart voor Christus, Zoon van de Maagd Maria, voor Hem die "onze vrede" is geworden !

Opent uw hart voor Hem die niets van ons wegneemt, behalve de zonde, en die ons in ruil daarvoor volheid van menszijn en vreugde schenkt.

En Gij, aanbeden Kind van Betlehem brengt vrede in ieder gezin en in iedere stad, in iedere natie en op ieder continent.

Kom, mensgeworden God !

Kom om het hart te zijn van de wereld die door de liefde vernieuwd wordt ! Kom daar waar het lot van de mensheid het meest in gevaar is ! Kom, en talm niet !

Gij zijt "onze vrede" (Ef 2,14)

[02127-AA.01] [Testo originale: Italiano]

Traduzione in lingua polacca

1. "Christus est pax nostra",

"Chrystus jest naszym pokojem.

On, który obie części ludzkości uczynił jednością" (Ef 2, 14).

O brzasku nowego milenium,

którego początek budził wielkie nadzieje,

a nad którym teraz zawisły czarne chmury

przemocy i wojny,

słowa apostoła Pawła,

które słyszymy w czasie tych świąt Bożego Narodzenia,

to promień potężnego światła,

wołanie pełne ufności i optymizmu.

Boże Dziecię narodzone w Betlejem

w swoich małych rączkach przynosi

ludzkości w darze

nadzieję na pokój.

Ono jest Księciem pokoju!

Oto radosna nowina

ogłoszona tamtej nocy w Betlejem,

którą pragnę powtórzyć światu

w tym błogosławionym dniu.

Posłuchajmy raz jeszcze słów anioła:

"Oto zwiastuję wam radość wielką,

która będzie udziałem całego narodu:

dziś w mieście Dawida narodził się wam Zbawiciel,

którym jest Mesjasz, Pan" (Łk 2, 10-11).

Dzisiaj Kościół podejmuje głos aniołów

i na nowo rozgłasza ich wspaniałe orędzie,

które jako pierwszych zdumiało pasterzy

na wyżynach Betlejem.

 

2. "Christus est pax nostra!"

Chrystus, „Niemowlę, owinięte w pieluszki

i leżące w żłobie" (Łk 2, 12),

właśnie On jest naszym pokojem.

Bezbronne Niemowlę w ubogiej stajence

przywraca godność każdemu życiu, jakie się rodzi,

daje nadzieję wątpiącym i przygnębionym.

Syn Boży przyszedł, aby uleczyć zranionych przez życie

i by nadać sens wszystkiemu, nawet śmierci.

W tym Dzieciątku, cichym i bezbronnym,

kwilącym w zimnej i pustej stajni,

Bóg zwyciężył grzech

i posiał ziarno nowej ludzkości,

w której wypełni się

pierwotny zamysł stwórczy,

i zostanie dopełniony przez łaskę odkupienia.

 

3. "Christus est pax nostra!"

Mężczyźni i kobiety trzeciego tysiąclecia,

którzy łakniecie sprawiedliwości i pokoju,

przyjmijcie orędzie Bożego Narodzenia,

które dziś rozlega się w świecie!

Jezus narodził się, aby umocnić więzi

między ludźmi i narodami,

aby w Nim wszyscy stali się braćmi.

Przyszedł, aby obalić „rozdzielający (...) mur - wrogość" (por. Ef 2, 14)

i zespolić ludzkość w jedną rodzinę.

Tak, z pewnością możemy powtarzać:

Dziś ze Słowem wcielonym narodził się pokój!

Pokój, o który trzeba prosić,

bo tylko Bóg jest jego sprawcą i gwarantem.

Pokój, który trzeba budować

w świecie, w którym ludy i narody,

doświadczające wielu różnych trudności,

żywią nadzieję, że rodziny ludzkiej

nie będą jednoczyły jedynie interesy ekonomiczne,

ale trwały wysiłek

na rzecz bardziej sprawiedliwego i solidarnego współistnienia.

 

4. Pospieszmy jak pasterze do Betlejem,

stańmy przed stajenką w postawie adoracji,

z uwielbieniem patrząc na nowo narodzonego Odkupieciela.

Możemy w nim rozpoznać rysy

każdego małego istnienia ludzkiego, jakie przychodzi na świat,

każdej rasy i narodowości:

maleńkiego Palestyńczyka i Izraelczyka;

niemowlęcia z Ameryki i z Afganistanu;

dziecka Hutu i dziecka Tutsi...

dziecka jakiegokolwiek, które dla Chrystusa jest kimś.

Dziś obejmuję moją myślą wszystkie dzieci świata:

wiele, zbyt wiele jest dzieci

które rodzą się i są skazane na niezawinione cierpienie,

będące konsekwencją nieludzkich konfliktów.

Ratujmy dzieci,

aby uratować nadzieję ludzkości!

O to prosi nas z mocą

Dziecię narodzone w Betlejem,

Bóg, który stał się człowiekiem,

aby przywrócić nam prawo do nadziei.

 

5. Błagajmy Chrystusa o dar pokoju

dla wszystkich doświadczanych przez dawne i nowe konflikty.

każdego dnia noszę w swym sercu

dramatyczne problemy Ziemi Świętej;

każdego dnia myślę z niepokojem

o tych, którzy umierają z zimna i głodu;

co dzień dociera do mnie

rozpaczliwe wołanie tych,

którzy w różnych częściach świata,

domagają się równiejszego podziału dóbr naturalnych

i godnie wynagradzanej pracy dla wszystkich.

Niechaj nikt nie traci nadziei

w moc miłości Boga!

Niech Chrystus będzie światłem i umocnieniem

dla każdego kto wierzy i działa, nieraz "pod prąd",

na rzecz spotkania, dialogu, współpracy

pomiędzy kulturami i religiami.

Chrystus niech kieruje w pokoju krokami

każdego kto niestrudzenie pracuje,

aby dokonywał się postęp nauki i techniki.

Niech te wielkie dary Boże nie będą nigdy używane

w sposób sprzeczny z szacunkiem dla godności ludzkiej i jej umacnianiem.

Niech święte imię Boga

nie będzie nigdy przywoływane, aby budzić nienawiść!

Niech nigdy nie usprawiedliwia nietolerancji i przemocy!

Słodkie oblicze Dzieciątka z Betlejem

niech przypomina wszystkim, że mamy jednego Ojca.

 

6. "Christus est pax nostra!"

Bracia i Siostry, którzy mnie słuchacie,

otwórzcie serca na to orędzie pokoju;

otwórzcie je Chrystusowi, Synowi Dziewicy Maryi,

Temu, który stał się "naszym pokojem"!

Otwórzcie je Temu, który niczego nam nie ujmuje

za wyjątkiem grzechu,

a daje nam w zamian pełnię

człowieczeństwa i radości.

Ty zaś, uwielbione Dziecię z Betlejem,

przynoś pokój każdej rodzinie i miastu,

każdemu narodowi i kontynentowi.

Przyjdź, Boże, któryś stał się człowiekiem!

Przyjdź, aby stać się sercem świata odnowionego w miłości!

Przyjdź zwłaszcza tam, gdzie są zagrożone

losy ludzkości!

Przyjdź, nie zwlekaj!

Ty jesteś "naszym pokojem" (Ef 2, 14)!

[02127-09.01] [Testo originale: Italiano]