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L’UDIENZA GENERALE, 05.12.2001


L’UDIENZA GENERALE

CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE

SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE

APPELLO DEL SANTO PADRE PER LA TERRA SANTA

L’Udienza Generale di questa mattina si svolge alle ore 10.30 nell’Aula Paolo VI dove il Santo Padre incontra gruppi di pellegrini e di fedeli giunti dall’Italia e da ogni parte del mondo.
Nel discorso in lingua italiana il Papa, continuando il ciclo di catechesi sul Salterio, commenta il Salmo 117, Canto di gioia e di vittoria - Lodi Domenica 2a Settimana (Lettura: Sal 117, 1-2.19-20.22.24).
Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, Giovanni Paolo II rivolge particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti.
Prima di concludere l’Udienza Generale con la recita del Pater Noster e la Benedizione Apostolica, il Santo Padre rivolge un appello per la Terra Santa.

CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

1. Quando il cristiano, in sintonia con la voce orante di Israele, canta il Salmo 117 che abbiamo appena sentito risuonare, prova dentro di sé un fremito particolare. Egli trova, infatti, in questo inno di forte impronta liturgica due frasi che echeggeranno all’interno del Nuovo Testamento con una nuova tonalità. La prima è costituita dal v. 22: "La pietra scartata dai costruttori è divenuta testata d’angolo". Questa frase è citata da Gesù, che la applica alla sua missione di morte e di gloria, dopo aver narrato la parabola dei vignaioli omicidi (cfr Mt 21, 42). La frase è richiamata anche da Pietro negli Atti degli Apostoli: "Questo Gesù è la pietra che, scartata da voi, costruttori, è diventata testata d’angolo. In nessun altro c’è salvezza; non vi è infatti altro nome dato agli uomini sotto il cielo nel quale è stabilito che possiamo essere salvati" (At 4, 11-12). Commenta Cirillo di Gerusalemme: "Uno solo diciamo il Signore Gesù Cristo, affinché la filiazione sia unica; uno solo diciamo, perché tu non pensi che ve ne sia un altro… Infatti è chiamato pietra, non inanimata né tagliata da mani umane, ma pietra angolare, perché colui che avrà creduto in essa non rimarrà deluso" (Le Catechesi, Roma 1993, pp. 312-313).

La seconda frase che il Nuovo Testamento desume dal Salmo 117 è proclamata dalla folla nel solenne ingresso messianico di Cristo in Gerusalemme: "Benedetto colui che viene nel nome del Signore!" (Mt 21, 9; cfr Sal 117, 26). L’acclamazione è incorniciata da un "Osanna" che riprende l’invocazione ebraica hoshiac na’, "deh, salvaci!".

2. Questo splendido inno biblico è collocato all’interno della piccola raccolta di Salmi, dal 112 al 117, detta lo "Hallel pasquale", cioè la lode salmica usata dal culto ebraico per la Pasqua e anche per le principali solennità dell’anno liturgico. Il filo conduttore del Salmo 117 può essere considerato il rito processionale, scandito forse da canti per il solista e per il coro, sullo sfondo della città santa e del suo tempio. Una bella antifona apre e chiude il testo: "Celebrate il Signore perché è buono, eterna è la sua misericordia" (vv. 1.29).

La parola "misericordia" traduce la parola ebraica hesed, che designa la fedeltà generosa di Dio nei confronti del suo popolo alleato e amico. A cantare questa fedeltà sono coinvolte tre categorie di persone: tutto Israele, la "casa di Aronne", cioè i sacerdoti, e "chi teme Dio", una locuzione che indica i fedeli e successivamente anche i proseliti, cioè i membri delle altre nazioni desiderosi di aderire alla legge del Signore (cfr vv. 2-4).

3. La processione sembra snodarsi per le vie di Gerusalemme, perché si parla delle "tende dei giusti" (cfr v. 15). Si leva, comunque, un inno di ringraziamento (cfr vv. 5-18), il cui messaggio è essenziale: anche quando si è nell’angoscia bisogna conservare alta la fiaccola della fiducia, perché la mano potente del Signore conduce il suo fedele alla vittoria sul male e alla salvezza.

Il poeta sacro usa immagini forti e vivaci: gli avversari crudeli sono paragonati ad uno sciame d’api o a un fronte di fiamme che avanza riducendo tutto in cenere (cfr v. 12). Ma la reazione del giusto, sostenuto dal Signore, è veemente; per tre volte si ripete: "Nel nome del Signore li ho sconfitti" e il verbo ebraico evidenzia un intervento distruttivo nei confronti del male (cfr vv. 10.11.12). Alla radice, infatti, c’è la destra potente di Dio, cioè la sua opera efficace, e non certo la mano debole e incerta dell’uomo. Ed è per questo che la gioia per la vittoria sul male si apre ad una professione di fede molto suggestiva: "Mia forza e mio canto è il Signore, egli è stato la mia salvezza" (v. 14).

4. La processione sembra essere giunta al tempio, alle "porte della giustizia" (v. 19), cioè alla porta santa di Sion. Qui si intona un secondo canto di ringraziamento, che è aperto da un dialogo tra l’assemblea e i sacerdoti per essere ammessi al culto. "Apritemi le porte della giustizia: entrerò a rendere grazie al Signore", dice il solista a nome dell’assemblea processionale. "È questa la porta del Signore, per essa entrano i giusti" (v. 20), rispondono altri, probabilmente i sacerdoti.

Una volta entrati si può dar voce all’inno di gratitudine al Signore, che nel tempio si offre come "pietra" stabile e sicura su cui edificare la casa della vita (cfr Mt 7, 24-25). Una benedizione sacerdotale scende sui fedeli, che sono entrati nel tempio per esprimere la loro fede, elevare la loro preghiera e celebrare il culto.

5. L’ultima scena che si apre davanti ai nostri occhi è costituita da un rito gioioso di danze sacre, accompagnate da un festoso agitare di fronde: "Ordinate il corteo con rami frondosi fino ai lati dell’altare" (v. 27). La liturgia è gioia, incontro di festa, espressione dell’intera esistenza che loda il Signore. Il rito delle fronde fa pensare alla solennità ebraica delle Capanne, memoria del pellegrinaggio di Israele nel deserto, solennità nella quale si compiva una processione con rami di palme, mirto e salice.

Questo stesso rito evocato dal Salmo si ripropone al cristiano nell’ingresso di Gesù in Gerusalemme, celebrato nella liturgia della Domenica delle Palme. Cristo è osannato come "figlio di Davide" (cfr Mt 21, 9) dalla folla che, "venuta per la festa… prese dei rami di palme e uscì incontro a lui gridando: Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore, il re d’Israele!" (Gv 12, 12-13). In quella celebrazione festosa che, però, prelude all’ora della passione e morte di Gesù, si attua e comprende in senso pieno anche il simbolo della pietra angolare, proposto in apertura, acquisendo un valore glorioso e pasquale.

Il Salmo 117 rincuora i cristiani a riconoscere nell’evento pasquale di Gesù "il giorno fatto dal Signore", in cui "la pietra scartata dai costruttori è divenuta testata d’angolo". Col Salmo essi possono quindi cantare pieni di gratitudine: "Mia forza e mio canto è il Signore, egli è stato la mia salvezza" (v. 14); "Questo è il giorno fatto dal Signore, rallegriamoci ed esultiamo in esso" (v. 24).

[01985-01.01] [Testo originale: Italiano]

SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE

Sintesi della catechesi in lingua francese

Sintesi della catechesi in lingua inglese

Sintesi della catechesi in lingua tedesca

Sintesi della catechesi in lingua spagnola

Sintesi della catechesi in lingua portoghese

Sintesi della catechesi in lingua francese  

Chers Frères et Sœurs,

Quand le chrétien entonne le psaume 117, il ressent une émotion particulière. Car on y trouve deux phrases qui résonnent avec une tonalité nouvelle dans le Nouveau Testament. La première : «La pierre qu’ont rejetée les bâtisseurs est devenue la pierre d’angle» : parole citée par Jésus, qui l’applique à son mystère pascal, et reprise par Pierre dans les Actes des Apôtres : «Ce Jésus, il est la pierre que vous aviez rejetée, vous les bâtisseurs, et il est devenu la pierre d’angle». La seconde est celle que proclame la foule, à l’entrée messianique de Jésus à Jérusalem, le jour des Rameaux : «Béni soit celui qui vient au nom du Seigneur !».
Cette hymne splendide, qui fait partie des psaumes du Hallel, la louange pascale de la liturgie juive, a pour fil conducteur le rite d’une procession, scandée par les chants alternés du soliste et du chœur. C’est l’occasion de rendre grâce à Dieu pour son amour et de trouver confiance en lui : «Ma force et mon chant, c’est le Seigneur, il est pour moi le salut». Quand s’ouvrent les portes de justice, celles du Temple, la louange redouble pour célébrer «l’œuvre du Seigneur, la merveille devant nos yeux».
C’est dans la Pâque de Jésus que nous, chrétiens, nous reconnaissons cette merveille, «le jour que fit le Seigneur, jour de fête et de joie !».

Je vous salue, pèlerins de langue française présents à cette audience. Dans un monde marqué par la souffrance et le désarroi, soyez les témoins de la tendresse de Dieu. À tous, j’accorde de grand cœur la Bénédiction apostolique.

[01986-03.01] [Texte original: Français]

Sintesi della catechesi in lingua inglese

Dear Brothers and Sisters,

Psalm One Hundred and Seventeen is part of the Jewish Hallel, that part of the Psalter used at Passover. It has a special significance for Christians, because it contains two phrases well known in the New Testament. The first of them is: "The stone rejected by the builders has become the corner-stone" – words used by Jesus to speak of his own Death and Resurrection. The second is the cry: "Blessed is he who comes in the name of the Lord!" – used by the crowd to acclaim Jesus as he entered Jerusalem a few days before his Passion, Death and Resurrection. Originally, the Psalm accompanied a procession of pilgrims to Jerusalem, with the Temple as their final goal. As they journey, the pilgrims sing the praises of God for his mighty protection; and the climax of this thanksgiving comes in the Temple, where the liturgy celebrates the whole of human life as praise of God. The ancient pilgrimage looks to the great Passover from death to life, which is the heart of the Christian experience, and which comes to its fullness in the eternal liturgy of heaven.

I warmly welcome the English-speaking pilgrims and visitors here today, especially the groups from Korea, Cameroon and the United States of America. In these days of Advent, as we look to the birth of the Prince of Peace, I ask you to join me in praying for peace in the world. God bless you all!

[01987-02.01] [Original text: English]

Sintesi della catechesi in lingua tedesca

Liebe Schwestern und Brüder!

Der Psalm, den wir heute gehört haben, rührt unsere Herzen an. Mancher Vers trägt eine solche Schwere an Bedeutung in sich, daß er uns nicht kalt lassen kann.
Da ist zuerst der Jubelruf: "Der Stein, den die Bauleute verworfen haben, er ist zum Eckstein geworden". An einem Stein kann man sich stoßen, an einen Stein kann man sich aber auch klammern, um festen Stand und sicheren Tritt zu finden. Für uns Christen ist Jesus ein solcher Haltegriff. Er ist zum Eckstein des Lebens geworden.
Deshalb nimmt es nicht Wunder, daß wir ihn mit "Hosianna" willkommen heißen: "Gepriesen sei, der da kommt im Namen des Herrn". In der Tat: Jesus Christus ist die Tür zum Leben. Durch sie treten die Gerechten ins wahre Leben ein.
Nicht nur am Palmsonntag, sondern auch im Advent hat dieser Prozessionspsalm seinen besonderen Platz. "Macht hoch die Tür, die Tor' macht weit! Es kommt der Herr der Herrlichkeit!".

Ganz herzlich begrüße ich die Pilger und Besucher aus den Ländern deutscher Sprache. Die Zeit vor Weihnachten lädt euch ein, die Türen eures Herzens für das Kommen des Herrn zu öffnen. Mit diesem Wunsch erteile ich euch, euren Lieben daheim und allen, die mit uns über Radio Vatikan und das Fernsehen verbunden sind, den Apostolischen Segen.

[01988-05.02] [Originalsprache: Deutsch]

Sintesi della catechesi in lingua spagnola

Queridos hermanos y hermanas:

En el salmo 117, que hemos escuchado antes, hay dos frases que resuenan en el Nuevo Testamento; una es "La piedra que desecharon los constructores es ahora la piedra angular"; la otra es "Bendito el que viene en el nombre del Señor". Este salmo pertenece a lo que se llama el "Hallel pascual", la alabanza salmódica que se usaba en el culto hebreo para la noche de Pascua y las grandes solemnidades. Es como un canto procesional que, con la Ciudad Santa de Jerusalén como telón de fondo, ensalza la misericordia divina: "Cantad al Señor porque es bueno, porque es eterna su misericordia".
La misericordia aquí es entendida como la fidelidad generosa de Dios para con su pueblo. Por eso se invita a todo Israel, a la casa de Aarón, es decir, los sacerdotes y, finalmente, a todos los fieles, a unirse a la oración. Recorriendo como en una peregrinación los diversos versículos, este salmo invita a los cristianos a reconocer en el misterio pascual de Jesús "el día que hizo el Señor", y a manifestarlo como verdadera roca de salvación para todo el género humano.

Saludo con afecto a todos los presentes de lengua española. En especial, al Grupo Cultural "Lo Rat Penat", de Valencia, a los alumnos del Colegio Sagrado Corazón, de Logroño, y a los alumnos de la Escuela de Cadetes del Servicio Penitenciario de la Provincia de Buenos Aires, así como a los demás peregrinos de España y América latina. Muchas gracias por vuestra atención.

[01989-04.01] [Texto original: Español]

Sintesi della catechesi in lingua portoghese

Caríssimos Irmãos e Irmãs:

«Dai graças ao Senhor , porque ele é bom, / porque eterno é seu amor. Diga a casa de Israel:/ Eterno é seu amor! (...) Digam os que temem o Senhor:/ Eterno é seu amor!» (Sal 118[117],1-4)
Consta que Jesus cantou este salmo ao finalizar a Última Ceia. A liturgia de ação de graças da Nova Aliança, inaugurada com a Eucaristia, encontrou na expressão deste Salmo uma admirável conclusão. Ao considerar estas primeiras estrofes, nos sentimos convidados a cantar, como novo Israel em união com o Redentor, o amor imperecível que o Pai sente pelo seu Filho, que Se fez obediente com o fim de expressar este amor.

Saúdo cordialmente quantos me escutam, nomeadamente os peregrinos portugueses vindos do Porto. Desejo-lhes todo o bem, com as graças e luzes do Espírito Santo, em frutuosa preparação espiritual de um santo Natal. Com a minha Bênção Apostólica.

[01990-06.01] [Texto original: Português]

SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE

Saluto in lingua croata

Saluto in lingua slovacca

Saluto in lingua italiana

Saluto in lingua croata  

Draga braćo i sestre, Euharistija je sakramenat ljubavi i vidljivi znak jedinstva onih koji su, posvećeni jednim jedinim krštenjem i pomazani Duhom Svetim, okupljeni oko biskupa, njihova pastira, i svećenikâ, njegovih suradnikâ u služenju Crkvi. Ona je životna snaga Crkve i očituje njezinu narav.
Pozdravljam hodočasnike iz Mostarsko-duvanjske biskupije i ostale hrvatske hodočasnike. Svima udjeljujem apostolski blagoslov.
Hvaljen Isus i Marija!

[Cari Fratelli e Sorelle, l'Eucaristia è sacramento di amore e segno visibile dell'unità di quanti, consacrati in un solo Battesimo e unti dallo Spirito Santo, sono riuniti intorno al Vescovo, loro pastore, ed ai sacerdoti, suoi collaboratori nel ministero ecclesiale. Essa è forza vitale della Chiesa e ne manifesta la natura.
Saluto i pellegrini provenienti dalla Diocesi di Mostar-Duvno e gli altri pellegrini croati. A tutti imparto la Benedizione Apostolica.
Siano lodati Gesù e Maria!]

[01991-AA.01] [Testo originale: Croato]

Saluto in lingua slovacca

Srdečne pozdravujem skupinu pútnikov z Bratislavy.
Drahí bratia a sestry, minulú nedel’u sme vstúpili do Adventného obdobia. Preživajte tento čas prípravy ako Nepoškvrnená Panna v radostnom očakávaní Vykupitel’a, ktorý prichádza.
Prijmite moje Apoštolské požehnanie, ktoré rád udel’ujem vám i vašim drahým doma.
Pochválený bud’ Ježiš Kristus!

[Saluto cordialmente il gruppo dei pellegrini provenienti da Bratislava.
Cari fratelli e sorelle, domenica scorsa siamo entrati nel tempo liturgico dell’Avvento. Vivete questo tempo di attesa gioiosa del Redentore che viene, sull’esempio della Vergine Immacolata.
Volentieri imparto la Benedizione Apostolica a voi ed ai vostri cari.
Sia lodato Gesù Cristo!]

[01992-AA.01] [Testo originale: Slovacco]

Saluto in lingua italiana

Rivolgo ora un cordiale saluto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare, saluto i numerosi fedeli di Benevento, accompagnati dal loro Arcivescovo Mons. Serafino Sprovieri e anche dal Cardinale Giuseppe Caprio, venuti a Roma a conclusione dell’Anno sul "discepolato", che ha visto la diocesi riflettere sulla testimonianza dell’Apostolo san Bartolomeo. Saluto, poi, il Corpo di Polizia Municipale di Civitavecchia e i rappresentanti di codesta Amministrazione Comunale, accompagnati dal loro Pastore Mons. Girolamo Grillo. Estendo il mio pensiero all’associazione culturale "Arycanda", all’Avis di Vittorio Veneto e alla società sportiva "Sempione 82".
Saluto, inoltre, le "Ancelle dell’Amore Misericordioso", che, hanno voluto visitarmi durante il loro capitolo elettivo, e le incoraggio a progredire nella loro fedeltà al Vangelo e alla Chiesa.
Saluto cordialmente gli ufficiali allievi dell’Accademia della Guardia di Finanza.

Saluto, infine, i giovani, i malati e gli sposi novelli.
Il tempo di Avvento, da poco iniziato, ci presenta in questi giorni l’esempio fulgido della Vergine Immacolata. Sia lei a guidarvi, cari giovani, nel vostro spirituale cammino di adesione a Cristo. Per voi, cari malati, sia sostegno di rinnovata speranza. Mentre guidi voi, cari sposi novelli, a scoprire sempre più l’amore di Cristo.

[01993-01.01] [Testo originale: Italiano]

APPELLO DEL SANTO PADRE PER LA TERRA SANTA

Sento il bisogno di esprimere il mio sentito cordoglio per le nuove vittime dell’assurda violenza che continua a insanguinare la regione medio-orientale. Ancora una volta ripeto con animo accorato che la violenza mai risolve i conflitti, ma soltanto ne accresce le drammatiche conseguenze.

Lancio un nuovo pressante appello alla Comunità internazionale, affinché con sempre maggiore determinazione e coraggio aiuti Israeliani e Palestinesi a spezzare questa inutile spirale di morte. Siano ripresi immediatamente i negoziati, perché si possa finalmente giungere alla tanto desiderata pace.

[01996-01.01] [Testo originale: Italiano]