Sala Stampa

www.vatican.va

Sala Stampa Back Top Print Pdf
Sala Stampa


L’UDIENZA GENERALE, 21.11.2001


L’UDIENZA GENERALE

CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE

SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE

L’Udienza Generale di questa mattina si svolge alle ore 10.30 nell’Aula Paolo VI dove il Santo Padre incontra gruppi di pellegrini e di fedeli giunti dall’Italia e da ogni parte del mondo.

Nel discorso in lingua italiana, il Papa, continuando il ciclo di catechesi sul Salterio, commenta il Cantico: Es 15,1-4a. 8-13. 17-18 Inno di vittoria per il passaggio del Mar Rosso - Lodi Sabato 1a Settimana (Lettura: Es 15,1-4a.13.17).

Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, Giovanni Paolo II rivolge particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti.

L’Udienza Generale si conclude con la recita del Pater Noster e la Benedizione Apostolica impartita insieme ai Vescovi presenti.

CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

1. Questo inno di vittoria (cfr Es 15,1-18), proposto alle Lodi del sabato della prima settimana, ci riporta a un momento-chiave della storia della salvezza: all’evento dell’Esodo, quando Israele fu salvato da Dio in una situazione umanamente disperata. I fatti sono noti: dopo la lunga schiavitù in Egitto, ormai in cammino verso la terra promessa, gli Ebrei erano stati raggiunti dall’esercito del faraone, e nulla li avrebbe sottratti all’annientamento, se il Signore non fosse intervenuto con la sua mano potente. L’inno indugia a descrivere la tracotanza dei disegni del nemico armato: "inseguirò, raggiungerò, spartirò il bottino…" (Es 15,9).

Ma cosa può anche il più grande esercito, di fronte all’onnipotenza divina? Dio comanda al mare di aprire un varco per il popolo aggredito e di richiudersi al passaggio degli aggressori: "Soffiasti con il tuo alito: li coprì il mare, sprofondarono come piombo in acque profonde" (Es 15,10).

Sono immagini forti, che vogliono dare la misura della grandezza di Dio, mentre esprimono lo stupore di un popolo che quasi non crede ai suoi occhi, e si scioglie a una sola voce in un canto commosso: "Mia forza e mio canto è il Signore, egli mi ha salvato. È il mio Dio e lo voglio lodare, è il Dio di mio padre e lo voglio esaltare!" (Es 15,2).

2. Il Cantico non parla soltanto della liberazione ottenuta; ne indica anche lo scopo positivo, il quale non è altro che l’ingresso nella dimora di Dio per vivere nella comunione con Lui: "Guidasti con il tuo favore questo popolo che hai riscattato, lo conducesti con forza alla tua santa dimora" (Es 15,13). Così compreso, questo evento non solo fu alla base dell’alleanza tra Dio e il suo popolo, ma divenne come il "simbolo" di tutta la storia della salvezza. Tante altre volte Israele sperimenterà situazioni analoghe, e l’Esodo si riattualizzerà puntualmente. In modo speciale quell’evento prefigura la grande liberazione che Cristo realizzerà con la sua morte e risurrezione.

Per questo il nostro inno risuona a titolo speciale nella liturgia della Veglia pasquale, per illustrare con l’intensità delle sue immagini ciò che si è compiuto in Cristo. In lui siamo stati salvati non da un oppressore umano, ma da quella schiavitù di Satana e del peccato, che fin dalle origini pesa sul destino dell’umanità. Con lui l’umanità si rimette in cammino, sul sentiero che riconduce alla casa del Padre.

3. Questa liberazione, già realizzata nel mistero e presente nel Battesimo come un seme di vita destinato a crescere, raggiungerà la sua pienezza alla fine dei tempi, quando Cristo tornerà glorioso e "consegnerà il Regno a Dio Padre" (1Cor 15,24). Proprio a questo orizzonte finale, escatologico, la Liturgia delle Ore ci invita a guardare, introducendo il nostro Cantico con una citazione dell’Apocalisse: "Coloro che avevano vinto la bestia… cantavano il cantico di Mosé, servo di Dio" (Ap 15, 2.3).

Alla fine dei tempi, si realizzerà pienamente per tutti i salvati ciò che l’evento dell’Esodo prefigurava e la Pasqua di Cristo ha compiuto in modo definitivo, ma aperto al futuro. La nostra salvezza infatti è reale e profonda, ma sta tra il "già" e il "non ancora" della condizione terrena, come ci ricorda l’apostolo Paolo: "Nella speranza noi siamo stati salvati" (Rm 8,24).

4. "Voglio cantare in onore del Signore: perché ha mirabilmente trionfato" (Es 15,1). Mettendoci sulle labbra queste parole dell’antico inno, la Liturgia delle Lodi ci invita a porre la nostra giornata nel grande orizzonte della storia della salvezza. È questo il modo cristiano di percepire lo scorrere del tempo. Nei giorni che si accumulano ai giorni non c’è una fatalità che ci opprime, ma un disegno che si va dipanando, e che i nostri occhi devono imparare a leggere come in filigrana.

A questa prospettiva storico-salvifica erano particolarmente sensibili i Padri della Chiesa, che amavano leggere i fatti salienti dell’Antico Testamento - dal diluvio del tempo di Noè alla chiamata di Abramo, dalla liberazione dell’Esodo al ritorno degli Ebrei dopo l’esilio babilonese - come "prefigurazioni" di eventi futuri, riconoscendo a quei fatti un valore "archetipico": in essi erano preannunciate le caratteristiche fondamentali che si sarebbero ripetute, in qualche modo, lungo tutto il corso della storia umana.

5. Del resto già i profeti avevano riletto gli eventi della storia della salvezza, mostrandone il senso sempre attuale e additandone la realizzazione piena nel futuro. È così che, meditando sul mistero dell’alleanza stipulato da Dio con Israele, essi giungono a parlare di una "nuova alleanza" (Ger 31,31; cfr Ez 36,26-27), nella quale la legge di Dio sarebbe stata scritta nel cuore stesso dell’uomo. Non è difficile vedere in questa profezia la nuova alleanza stipulata nel sangue di Cristo e realizzata attraverso il dono dello Spirito. Recitando questo inno di vittoria dell’antico Esodo alla luce dell’Esodo pasquale, i fedeli possono vivere la gioia di sentirsi Chiesa pellegrinante nel tempo, verso la Gerusalemme celeste.

6. Si tratta dunque di contemplare con stupore sempre nuovo quanto Dio ha disposto per il suo Popolo: "Lo fai entrare e lo pianti sul monte della tua promessa, luogo che per tua sede, Signore, hai preparato, santuario che le tue mani, Signore, hanno fondato" (Es 15,17). L’inno di vittoria non esprime il trionfo dell’uomo, ma il trionfo di Dio. Non è un canto di guerra, è un canto d’amore.

Lasciando che le nostre giornate siano pervase da questo fremito di lode degli antichi Ebrei, noi camminiamo per le strade del mondo, non prive di insidie, rischi e sofferenze, con la certezza di essere avvolti dallo sguardo misericordioso di Dio: nulla può resistere alla potenza del suo amore.

[01883-01.02] [Testo originale: Italiano]

SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE

Sintesi della catechesi in lingua francese

Sintesi della catechesi in lingua inglese

Sintesi della catechesi in lingua tedesca

Sintesi della catechesi in lingua spagnola

Sintesi della catechesi in lingua portoghese

Sintesi della catechesi in lingua francese  

Chers Frères et Sœurs,

L’hymne de victoire entonnée par Moïse et les Israélites après le passage de la Mer Rouge, qui constitue un événement-clé et le «symbole» de toute l’histoire du salut, est aussi au point de départ de l’alliance entre Dieu et son peuple. Le Seigneur libère Israël de la servitude de l’Égypte pour le faire entrer dans sa sainte demeure, afin qu’il vive en communion avec lui. À de nombreuses reprises, Israël relira son histoire à la lumière de cet événement de l’Exode, aidé en particulier par la prédication des prophètes. L’Église a vu dans cet épisode de la vie du peuple de Dieu une préfiguration du salut. Dans la liturgie de la Vigile pascale, ce cantique prend un sens particulier, illustrant le salut apporté par le Christ à ceux qui étaient esclaves du péché, et que le Baptême a libérés de la mort. En récitant cette hymne du premier Exode à la lumière de l’Exode pascal, les fidèles peuvent se reconnaître comme étant l’Église qui chemine à travers le temps vers la Jérusalem céleste, à la rencontre du Père.

J’accueille avec joie les pèlerins de langue française. Que le Christ Sauveur qui, par le Baptême, vous a fait passer de la mort à la vie, vous affermisse dans l’espérance pour lutter contre la violence sous toutes ses formes et pour construire une humanité selon le cœur de Dieu ! À tous, j’accorde bien volontiers la Bénédiction apostolique.

[01884-03.01] [Texte original: Français]

Sintesi della catechesi in lingua inglese

In our catechesis on the Psalms and Canticles of the Liturgy of the Hours we are considering the Canticle of the Book of Exodus, which celebrates Israel’s liberation after the crossing of the Red Sea. The Canticle praises the power of God who saved his Chosen People and led them to his holy dwelling (cf. Ex 15:13). The Church reads this canticle within the context of the whole history of salvation, and sees its completion in Christ’s victory over death and humanity’s definitive liberation from the slavery of sin. This liberation, prefigured in the Exodus event, was accomplished once for all on the Cross and will reach its fullness at the end of time, when Christ will hand over his Kingdom to God the Father (cf. 1 Cor 15:24). Against this eschatological horizon the pilgrim Church continues to sing the ancient canticle of the Exodus as she makes her way in joyful hope towards the heavenly Jerusalem and the final fulfilment of all God’s promises.

I offer a warm welcome to the participants in the Rome Study Visit organized by the Bossey Ecumenical Institute. May your experience of Christian Rome be a source of enrichment for your work in the service of reconciliation and unity between Christ’s followers. I also greet the clergy of the Church of Norway taking part in a study tour. Upon all the English-speaking pilgrims and visitors, especially those from Ireland, Taiwan and the United States, I cordially invoke God’s blessings of joy and peace.

[01885-02.01] [Original text: English]

Sintesi della catechesi in lingua tedesca

Liebe Schwestern und Brüder!

In der Bedrängnis dürfen wir dem befreienden Gott begegnen. Gott ist der Retter unseres Lebens! Diese frohe Erfahrung ist zum Refrain der Heilsgeschichte geworden: Unaufhörlich preist die Kirche die Macht und Liebe Gottes, sein befreiendes Handeln an uns sündigen Menschen.

Gott lenkt das Volk der Erlösten mit Güte und führt es auf den Weg zu seiner heiligen Wohnung (vgl. Ex 15,13). Das Ziel unserer Befreiung aus der Macht von Sünde und Tod ist ein Leben in voller Gemeinschaft mit dem ewigen Gott. Die Erlösung ist von Gott her real und geht an die Wurzeln. Sie erreicht uns, wenn wir uns von Jesus Christus auf den Weg zum Vaterhaus führen lassen.

Als Christen wissen wir: Die Zeit vergeht nie umsonst. Jeder Tag unseres Lebens hat teil an der Heilsgeschichte. Was immer auch geschehen mag, der liebende Blick und der starke Arm des gütigen Gottes begleiten uns auf allen unseren Wegen.

Mit diesen Gedanken grüße ich die Pilger und Besucher aus den Ländern deutscher Sprache, unter ihnen den Absolventenverein Landwirtschaftlicher Schulen aus Südtirol. Möge die lebendige Hoffnung auf Gottes rettende Macht und Liebe euer Leben froh und hell machen! Mit diesem Wunsch erteile ich euch, euren Lieben daheim und allen, die mit uns über Radio Vatikan und das Fernsehen verbunden sind, von Herzen den Apostolischen Segen.

[01886-05.01] [Originalsprache: Deutsch]

Sintesi della catechesi in lingua spagnola

Queridos hermanos y hermanas:

El Cántico del Éxodo que meditamos hoy nos remite a un momento clave de la historia de la salvación, cuando el pueblo de Israel, en una situación humanamente desesperada, fue salvado por Dios. Es un himno de victoria que prefigura la gran liberación que Cristo realizará con su muerte y resurrección. En Él hemos sido salvados de la esclavitud del pecado que pesa sobre la humanidad desde sus orígenes. El himno no expresa el triunfo del hombre, sino el triunfo de Dios. No es un canto de guerra, sino un canto de amor.

Recitándolo a la luz del Éxodo pascual, los fieles pueden vivir la alegría de sentirse Iglesia peregrina en el tiempo, hacia la Jerusalén celeste.

Doy mi cordial bienvenida a todos los peregrinos venidos de España y de Latinoamérica, de México. Que la lectura y meditación de este Cántico os aliente a vivir cada una de vuestras jornadas en la perspectiva de la historia de la salvación.

[01887-04.01] [Texto original: Español]

Sintesi della catechesi in lingua portoghese

Caríssimos Irmãos e Irmãs:

«Guiaste com amor o povo que resgataste, conduziste com poder à tua morada santa» (Ex 15,13)

A Igreja nos propõe hoje este e outros versos do Cântico do Êxodo, que refletem o triunfo de Moisés na passagem do Mar Vermelho. Os acentos de exaltação gozosa ante uma vitória tão expressiva se reproduzem em Cristo que, como novo Moisés, no momento vitorioso da sua ressurreição, repõe a humanidade no caminho que leva à Casa do Pai. Assim, aquele acontecimento não foi somente a base da aliança entre Deus e o seu povo, mas tornou-se «símbolo» de toda a história da salvação.

Saúdo os peregrinos e ouvintes de língua portuguesa. Desejo a todos felicidades, paz e graça no Senhor. Na perspectiva da Solenidade de Nosso Senhor Jesus Cristo, Rei do Universo, façamos o propósito de colaborar humilde e fervorosamente para que Cristo habite no coração de todo cristão; que não haja mais ódios nem crueldades, que estendamos pela terra o bálsamo forte e pacífico do amor. Recebam todos a minha Bênção Apostólica.

[01888-06.01] [Texto original: Português]

SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE

Saluto in lingua croata

Saluto in lingua ungherese

Saluto in lingua italiana

Saluto in lingua croata  

Draga braćo i sestre, Euharistija je spomenčin, koji nam je Krist naložio da ga slavimo, vazmena gozba i jedina žrtva novoga i vječnoga Saveza. U njoj se »vrši djelo našega otkupljenja« (Lumen gentium, 3) i njegovi plodovi u obilju darivaju kako živima tako i pokojnima.
Od srca pozdravljam nazočne hrvatske hodočasnike te im udjeljujem apostolski blagoslov.
Hvaljen Isus i Marija!

[Cari Fratelli e Sorelle, l'Eucaristia è memoriale che Cristo ci ha comandato di celebrare, convito pasquale, unico sacrificio della nuova ed eterna Alleanza. In essa «si compie l'opera della nostra redenzione» (Lumen gentium, 3) e si elargiscono in abbondanza i suoi frutti tanto ai vivi quanto ai defunti.
Saluto di cuore i pellegrini croati qui presenti, impartendo loro la Benedizione Apostolica.
Siano lodati Gesù e Maria!]

[01889-AA.01] [Testo originale: Croato]

Saluto in lingua ungherese

Szeretettel köszöntöm a magyar híveket, különösen azokat, akik Szekszárdról érkeztek. Isten hozott Benneteket!
Kívánom nektek, hogy az apostolok városában elmélyüljön hitetek, s hogy hazátokban tanúi lehessetek a krisztusi lelkületnek
E gondolatokkal szívbôl adom Rátok apostoli áldásomat.
Dicsértessék a Jézus Krisztus!

[Saluto cordialmente i fedeli ungheresi, specialmente quanti provengono da Szekszárd.
Vi auguro, che nella città degli Apostoli la vostra fede si approfondisca e nella vostra Patria possiate divenire testimoni autentici di Cristo.
Con questi pensiero vi imparto volentieri la Benedizione Apostolica.
Sia lodato Gesù Cristo!]

[01890-AA.01] [Testo originale: Ungherese]

Saluto in lingua italiana

Rivolgo un cordiale saluto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare, saluto il gruppo di presbiteri partecipanti al corso di Esercizi spirituali promosso dall’Istituto secolare "Sacerdoti Missionari della Regalità di Cristo" e auguro loro di attingere dalla preghiera nuovo slancio apostolico, per una sempre più incisiva testimonianza a Cristo e al suo Vangelo.

Saluto poi con affetto i rappresentanti dell’Associazione "Il mio Dio canta giovane", giunti da varie Regioni italiane. Carissimi, mi compiaccio con voi e con quanti condividono il vostro nobile ideale di testimoniare il Vangelo della vita, promovendo e diffondendo il canto di ispirazione religiosa. Possano le vostre canzoni essere l’eco del comandamento di Cristo: "Amatevi come io vi ho amato".

Il mio pensiero va ora ai membri della Legio Mariae, qui convenuti numerosi in occasione dell’ottantesimo anniversario di fondazione del sodalizio mariano. Mentre esprimo apprezzamento per il loro servizio ecclesiale, invito ciascuno a vedere in Maria Santissima un modello a cui fare costante riferimento. Sia la Vergine l’esempio che trascina, la guida sicura che conduce a Cristo.

Saluto poi la Comunità di Sant’Egidio. Grazie per la vostra presenza, grazie anche per il vostro canto caratteristico: «Non abbiamo né oro né argento», per il quale siete sempre riconoscibili dappertutto. Se cantate così, si sa subito: è Sant’Egidio!

Saluto infine i giovani, i malati e gli sposi novelli.
Domenica prossima, ultima del tempo ordinario, celebreremo la solennità di Cristo, re dell’Universo. Cari giovani, ponete Gesù al centro della vostra vita, e da Lui riceverete luce e coraggio in ogni scelta quotidiana. Cristo, che ha fatto della Croce un trono regale, insegni a voi, cari malati, a comprendere il valore redentivo della sofferenza vissuta in unione a Lui. A voi, cari sposi novelli, auguro di riconoscere la presenza del Signore nel vostro cammino matrimoniale, sì da partecipare alla costruzione del suo Regno di amore e di pace.

Oggi, memoria liturgica della Presentazione di Maria Santissima al Tempio, si celebra la Giornata per le Claustrali. Alle Sorelle chiamate dal Signore alla vita contemplativa, desidero assicurare la speciale vicinanza mia e dell’intera Comunità ecclesiale. Rinnovo, al tempo stesso, l’invito a tutti i cristiani affinché non facciano mancare ai monasteri di clausura il necessario sostegno spirituale e materiale. Tanto dobbiamo, infatti, a queste persone che si consacrano interamente all’incessante preghiera per la Chiesa e per il mondo!
A tutte queste care Sorelle invio di cuore una speciale Benedizione Apostolica.

Sono profondamente addolorato per la recente notizia della brutale uccisione di quattro giornalisti, in Afghanistan. Esprimo vivo cordoglio ai familiari e a quanti sono colpiti da così drammatico evento.
Affidiamo alla misericordia del Signore le anime di questi defunti, e per essi, come pure per tutte le altre vittime della violenza, preghiamo ora cantando insieme il Padre Nostro.

[01891-01.01] [Testo originale: Italiano]