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CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE DELLA COLLOCAZIONE DELL’URNA CON IL CORPO DEL BEATO GIOVANNI XXIII NELLA BASILICA DI S. PIETRO, 31.05.2001


CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE DELLA COLLOCAZIONE DELL’URNA CON IL CORPO DEL BEATO GIOVANNI XXIII NELLA BASILICA DI S. PIETRO

Alle 11.30 di questa mattina, nell’Aula Giovanni Paolo II della Sala Stampa della Santa Sede, si tiene la Conferenza Stampa di presentazione della collocazione dell’urna con il corpo del Beato Giovanni XXIII nella Basilica di S. Pietro.
Prendono parte alla Conferenza Stampa: l’Em.mo Card. Virgilio Noè, Arciprete della Patriarcale Basilica Vaticana, Presidente della Fabbrica di S. Pietro e il Prof. Arch. Sandro Benedetti, Dirgente dell’Ufficio Tecnico della medesima Fabbrica.
Pubblichiamo di seguito l’intervento del Card. Virgilio Noè:

● INTERVENTO DEL CARD. VIRGILIO NOÈ

La sepoltura nelle Grotte Vaticane
Il 3 giugno 1963, mentre in tutta la Chiesa si celebrava la solennità della Pentecoste, alle ore 19.45 papa Giovanni XXIII chiudeva la sua esistenza. Ciò avveniva all’"Ite missa est" di una messa celebrata sul sagrato della Basilica Vaticana da S.E. Mons. Luigi Traglia, vicegerente di Roma, davanti ad una assemblea che accompagnava in preghiera gli ultimi istanti di vita di papa Giovanni.
Il 4 giugno, alle ore 18.00, ebbe luogo il trasporto della salma del papa defunto dal Palazzo Apostolico alla Basilica Vaticana.
Il 6 giugno la salma, dalla Confessione dove era stata posta, venne riportata fino sul sagrato, perché la folla immensa potesse vedere per l’ultima volta le sembianze del "papa buono". Al rientro in basilica, dopo la chiusura della bara, ebbe luogo la tumulazione nelle Grotte Vaticane. Oltre al semplice sarcofago in travertino, l’unico ornamento che indicava il luogo di sepoltura di papa Giovanni fu un rilievo marmoreo raffigurante la Vergine con il bambino fra due angeli, opera del secolo XV.

Il Monumento in Basilica Vaticana
Oltre alla sepoltura nelle grotte, nel 1967 si inaugurò il monumento all’interno della basilica. Il solo spazio disponibile era la parete destra nella cappella della Presentazione, dove si trovava il loculo utilizzato per ospitare il corpo di un papa defunto, in attesa della sepoltura definitiva. Autore del monumento fu Emilio Greco, il quale non esaltò la figura di Giovanni XXIII con una statua accompagnata da virtù allegoriche, ma isolò in un bassorilievo bronzeo dominato dalla figura centrale del pontefice, i momenti più importanti del pontificato di papa Giovanni: 1) Concilio Vaticano II – 2) Visita ai carcerati di Regina Cæli e ai malati degli ospedali romani – 3) il riferimento all’enciclica Pacem in terris, simboleggiata da angeli in volo con ramoscelli di ulivo.

Altare di San Gerolamo
Il corpo del Beato Giovanni riposerà sotto l’altare di San Gerolamo, il quale dopo l’intervento di adattamento per la collocazione dell’urna, sarà dedicato con una cerimonia presieduta dal Cardinale Virgilio Noè, Arciprete della Patriarcale Basilica Vaticana, sabato 2 giugno alle ore 7.30.
La scelta di questo luogo è dovuto alla sua visibilità immediata, trovandosi al termine della navata centrale, sul lato destro.
Architettonicamente, in questa zona Carlo Maderno aggiunse la nuova costruzione secentesca alla precedente struttura del progetto di Michelangelo e proprio in quest'area ebbe inizio la demolizione delle ultime murature della basilica costantiniana. Il 7 marzo 1607, il Cardinale Evangelista Pallotta, Arciprete della basilica, benedisse la prima pietra per la costruzione della nuova navata. L'altare di San Girolamo è ricavato nel lato posteriore del pilone di San Longino. La sua denominazione è dovuta alla pala con la raffigurazione della scena dell'Ultima comunione di San Girolamo, copia in mosaico eseguita nel 1730 dal celebre quadro dipinto dal Domenichino, oggi conservato nella Pinacoteca Vaticana.

Allestimento e decorazione dell’altare
L’adattamento dell’altare di San Gerolamo per accogliere e presentare l’urna del beato Giovanni, è stato ideato dalla Fabbrica di San Pietro e interamente eseguito dalle maestranze dei Sampietrini. Operando con il massimo rispetto delle strutture preesistente e mantenendo lo stile precedente, sono stati collocati alcuni elementi che da un lato richiamano la figura e il pontificato di papa Giovanni, dall’altro vogliono essere una testimonianza attuale e contemporanea dell’arte plastica a servizio della Chiesa.
Lo scultore al quale la Fabbrica di San Pietro ha rivolto la commissione artistica è stato Novello Finotti. Nato a Verona nel 1939 e riconosciuto in campo internazionale come uno dei massimi artisti italiani, il maestro Novello Finotti ha dedicato la vita a studiare e perfezionare i modi e le tecniche della scultura. Un’espressione di sintesi critica sulla sua attività si può cogliere in ciò che ha scritto di lui, nel 1999, Antonio Paolucci: "L’incredibile sapienza tecnica di Novello Finotti, quel suo prodigioso mestiere che fa venire in mente Bernini e Finelli, Leone Leoni e Giambologna, presuppongono un atteggiamento che è, all’origine, di riverente sottomissione al primato dei grandi materiali: chiusa, minacciosa, inattingibile bellezza, intatto inviolabile splendore. (…) Il premio di un così alto dominio della materia, è l’arte. Non si tratta di un traguardo obbligato perché l’arte, come la Grazia, Dio la dà a chi vuole".

Significati iconografici delle opere
Quattro rilievi bronzei, dorati a foglia d’oro e collocati nelle specchiature di marmo portasanta che ornano l’altare, sono stati pensati quasi come miniature di oreficeria, confezionati per sottolineare e richiamare i principali eventi e temi che hanno dominato gli anni di pontificato di papa Giovanni. L’urna è racchiusa dentro l’altare, protetta da una griglia in bronzo ricoperto da foglia d’oro. La griglia è un omaggio di rami vivi, ricchi di fiori, che si intrecciano in un dolce avvitamento, senza nascondere il corpo del beato.

Le quattro formelle rappresentano:

CONCILIVM OECVMENICVM VATICANVM II – Papa Giovanni benedicente, attorniato da vescovi latini e orientali, domina il centro della composizione. La scena è caratterizzata nella parte superiore dalla colomba, simbolo dello Spirito Santo, a ricordare che il Concilio si è riunito "nello Spirito Santo". Due colonne tortili richiamano il baldacchino bronzeo berniniano, e ricreano la geografia artistica della basilica Vaticana, dove è stato celebrato il Concilio Vaticano II.

VT VNVM SINT – "Che siano una cosa sola", sono le parole di Cristo, ripetute da papa Giovanni anche sul letto di morte. Il Beato Giovanni, raffigurato nelle sembianze del buon pastore, raduna le pecorelle per condurle nell’unico ovile di Cristo. Ciò sta a indicare l’impegno del pontefice per il dialogo ecumenico.

MATER ET MAGISTRA – È il titolo della lettera enciclica pubblicata il 15 maggio 1961. Ad una rama di melagrana priva di foglie, perché ricca di frutti, un uccellino si accosta: il melograno è aperto per nutrire. Così la Chiesa è aperta ad ogni uomo e ad ogni situazione, per donare i frutti della salvezza.

PACEM IN TERRIS – È il titolo dell’ultima lettera enciclica di papa Giovanni, pubblicata l’11 aprile 1963. Da un ramo di ulivo, simbolo della pace, spicca il volo una colomba, immagine della Chiesa, destinata a diffondere nel mondo il messaggio pacificatore di Cristo.

Urna in cristallo
Sotto l’altare è l’urna, ideata dal prof. arch. Sandro Benedetti, dirigente dell’ufficio tecnico della Fabbrica di San Pietro. Disegnata in forme classiche ma pensata come somma di riferimenti simbolici, si presenta con una struttura bronzea che incastona la cassa in cristalli sagomati, ultrachiari, antisfondamento. La scelta è stata fatta per permettere a quanti si accosteranno all’altare di poter vedere la figura del beato in modo chiaro e completo.

Presentazione del Beato Giovanni
Il corpo del Beato Giovanni XXIII verrà composto nell’urna non con gli abiti pontificali liturgici, ma con le vesti abituali del pontefice, come sono rivestiti San Pio X e il Beato Innocenzo XI, nella Basilica Vaticana, e il Beato Pio IX, nella Basilica di San Lorenzo f.l.m. Indosserà la veste bianca papale di seta marezzata e cingerà la fascia da cerimonia, recante lo stemma del pontefice, e due grandi fiocchi dorati. Sopra la veste sarà un prezioso rocchetto in pizzo di Cantù, donato dal medesimo beato ad un prelato di Curia, ed ora ritornato a lui. Al di sopra recherà la mozzetta papale di velluto rosso bordata di ermellino. Una nuova croce pettorale ed un nuovo anello sono stati appositamente preparati per ornare il corpo del beato. Il suo capo, come usava papa Giovanni spesso in vita, verrà coperto dal camauro bordato di ermellino. I piedi porteranno calze bianche e scarpe di raso rosso con croce dorata in ricamo.
Il corpo sarà disteso sopra un materassino rivestito di damasco rosso con lo stemma della basilica. Il capo, un poco rialzato, poggerà su cuscini rivestiti anch’essi in damasco rosso.

Volto di Papa Giovanni
Il volto è ricoperto da una leggera maschera di protezione, realizzata in cera. Essa ricalca in maniera fedele i lineamenti del beato, evidenziando le fattezze del viso.

Descrizione della processione
La processione con l’urna, cui prenderà parte il clero della basilica Vaticana, partirà alle ore 9.30 dalla porta della Preghiera, con il seguente ordine: Preseminario San Pio X, Penitenzieri della Basilica Vaticana, i Capitolari di San Pietro, S.E. Mons. Roberto Amadei, Vescovo di Bergamo, un prelato vaticano, l’Em.mo Card. Virgilio Noè, Arciprete della Patriarcale Basilica Vaticana.
La processione con l’urna del beato passerà per l’arco delle campane, transiterà sulla piazza sino a raggiungere l’obelisco, e da qui risalirà verso l’altare papale, sul sagrato della Basilica Vaticana. L’urna verrà collocata presso l’altare della celebrazione durante la liturgia della messa di Pentecoste, presieduta da Sua Santità Giovanni Paolo II e concelebrata dai cardinali. Al termine della celebrazione, dopo il canto del Regina Cæli, l’urna verrà portata attraverso la porta centrale nella Basilica Vaticana e collocata davanti all'altare della Confessione, dove rimarrà fino alle ore 20.00, a chiusura della basilica.
Successivamente sarà collocata sotto l’altare di San Gerolamo.

[00909-01.03] [Testo originale: Italiano]